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Autore: Danny Wright    27/04/2015    0 recensioni
Andy ha 17 anni, ha vissuto per 6 anni come un'emarginata e ora è stata inviata come "carne da macello" in un città piena di Mostri.
Ma chi sono i mostri?
Cosa succede in quella città?
Tra morti, amore e odio, coraggio e paura.
Riusciranno poco meno di dieci ragazzi a far evadere i mostri della città?
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
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RICORDI - Oh, tutto molto commovente... Abbiamo una nuova, dite? – Una voce a dir poco armoniosa, e piena di sé. Naturalmente ad ogni voce, corrisponde un corpo, vero? La voce apparteneva ad una ragazza alta, bionda con due grandi occhi grigi. Nella mano destra impugnava un coltello. Ad Andromaca la ragazza era sembrata una dea della guerra, se ma ne fosse esistita una. La ragazza misteriosa rivolse lo sguardo ai Fratelli – Teste – Blu, che si erano identificati per Jack e Will, ( anche se era impossibile riconoscerli ) mordendosi il labbro. - Voi che ci fate qui? Non dovreste essere con la vostra tribù? Sapete quello che succede se altre persone tipo i Rossi fossero venuti a conoscenza di ciò...??? – Jack, o Testa-Blu-1, fu il primo a rispondere. - Maria... Non stavamo facendo niente. – - Emhemh – Fu il colpo di tosse mal contenuta di Neos. - A quanto dicono le regole, voi della tribù 7 non potete infastidirci. Sapete, potreste pure finire in arena e... Non sono sicura della vostra sopravvivenza... – Concluse la ragazza, sorridendo con maliziosità. - Ora sparite, sciò! – E agitò una mano, come per scacciare un insetto fastidioso che le ronzava attorno; I-Fratelli-Teste-Blu si voltarono e a capo chino se ne andarono. Andromaca deglutì... Come poteva avere tanto di quel potere una ragazza come lei? E poi chi era? Una dei prodigi o una vampira? Oppure una fata? D’altronde era così bella. La bionda si rivolse verso la ragazza, osservandola meticolosamente e, addirittura, si morse il labbro. Era la maschera perfetta delle mille domande. “ O santo Grigio... Mo che mi fa? “ Nonostante l’agitazione, Andromaca si costrinse a rimanere calma e tranquilla. - Chi sei? – - Mi chiamo Andromaca... E sono una dei Grigi... – - Questo l’avevo capito. Comunque io sono Maria Katrina Ice. Per tutti sono MK. – C’era un non so che di autorità nella sua voce che fece capire immediatamente alla lupa di trovarsi di fronte ad un personaggio importante, magari il capo di quella... com’è che l’aveva chiamata? “ Tribù! Ecco, lei è un capo tribù... deve essere così. Forse mi può aiutare a capire dove mi trovo e... Se questa è la << Città >> o se conosce James o... Se magari riesce ad aiutarmi e basta. “ - Maria... Scusami... ma dove mi trovo? - Poco dopo sentì la fatica, il sonno e l’emozioni di quello strano inizio di giornata. Le tenebre l’avvolsero, e lei chiuse gli occhi, abbandonandosi alla stanchezza. - Maria... Che dobbiamo fare? – Andromaca riconobbe a stento la voce di Neos. - I Rossi... Stanno diventando un problema per tutti... La loro salita al potere è stata orribile. – Quella era la voce di Maria. - Hanno messo da parte i mezzosangue... – - Uff... Non so più che fare. I Grigi non vogliono collaborare.. – - Lo sai perché?? Perché pensano che l’erede del loro capo sia morto e non sanno che pesci pigliare. Però... – - Però cosa? – - Se mi lasci finire... Comunque lei è l’erede... – - LEI!?!? – - Si, lei. Dobbiamo trovare il modo di farla entrare nella nostra tribù e farla scontrare con un rosso. Se è brava anche solo la metà di Wilhem Weber è quello che servirà ai Grigi. – - Stai sperando nell’impossibile Neos. – Poco dopo, la ragazza precipitò nuovamente nell’abisso informe delle tenebre. La ragazza aprì un occhio. - Ehi, ehi piano Andromaca... – La ragazza strizzò gli occhi e serrò i pugni, le faceva male tutto, dalla testa ai piedi. - Ce-ce la fac-faccio... – - Certo... – E Neos finì la frase sghignazzando. - Okay, mi fa male la testa. – - Adesso, quando arriva Pinky, vediamo di darti qualcosa. Intanto hai avuto dei ricordi? – Lei annuì... Mentre sognava, nel vortice dei sogni, aveva avuto dei mini-flash di ricordi, piccoli e brevi, ma almeno aveva avuto scorci di questo passato. - Ti va di raccontarceli? – - Raccontarveli? – - Ehi, passerottina, ben sveglia. – Maria, comparve da dietro un armadio. Finalmente Andromaca si rese conto di dove si trovasse : era una piccola stanzetta con le pareti bianche, c’erano una serie di amache; poco più in là si scorgevano una sala con un tavolo e un armadio. “Una piccola casa a due stanze “ Concluse. Non fu per nulla sorpresa dell’arrivo di Maria. Sin da subito aveva capito che era un personaggio egocentrico, a cui piaceva dare spettacolo, ma coraggiosa e forte. Forse più di quanto lo sembrasse, in realtà. - Okay... Cosa vi devo raccontare? – - Tutto! – Dissero ad una sola voce Neos e Maria. Lei, preso un respiro profondo e dondolandosi un poco sull’amaca, incominciò il suo racconto. - Il mio nome è Andromaca, e come avete già capito sono una Grigia. Vivo a New York, in periferia con la mia famiglia e il mio branco. Per un po’ la nostra vita fu normale, anche se vivevamo di stenti. Tutto il nostro branco portava stima a mio padre, il Capo, e a mia madre, la Bianca. Quando avevo 7 anni cominciarono le prime leggi contro i mostri... Erano talmente tante che ora non me le ricordo più, ma erano dure, durissime. La nostra condizione peggiorò, e noi incominciammo a rubare se volevamo quanto meno sopravvivere : mio fratello era più bravo di me. Come borseggiatore era un vero mito. Io rubavo gli scarti che trovavo dai cortili dei negozi. Qualche giorno dopo, mia madre arrivò con due nuove felpe, costosissime. Mio padre era fuori. Poco dopo, quello stesso giorno arrivò la polizia ci puntarono le pistole contro. Mia madre fu uccisa, così come mio fratello. Io mi nascosi sotto al letto, aspettando in silenzio che se ne andassero. Una volta fuori trucidarono l’intero branco e mio padre. Io avevo solo 11 anni. Uno della Polizia-Contro-I-Mostri arrivò in casa nostra, per fare un ultimo sopralluogo e mi trovò. Era sorpreso : una bambina era sopravvissuta, vi rendete contro? Decise di portarmi in un collegio. Sapevo benissimo cosa volesse dire la parola “ Collegio “. Il collegio era, no... E’ un luogo dove... ci rinchiudevano e ci trattavano male, obbligandoci a fare quello che non volevamo. Sono cresciuta in cattività, facendoci odiare a vicenda. Quasi ci uccidevamo, ringhiando e mordendoci. Rimasi lì tre anni. Io pativo la fame e... Beh, rubai un panino. Un panino ammuffito, per giunta. Sapete cosa fecero? Mi mandarono in prigione. Li conobbi James. Oh, nella prigione c’era un’altra ragazza, una fata si chiamava Celine Dior... Oh, era coraggiosa. Sapete, si è messa ad urlare contro le guardie che erano venute a trovarci 4 giorni fa... E si è meritata una pallottola in fronte. Subito arrivò un ragazzo, dalla pelle chiara e gli occhi verdi. Aveva urlato di risparmiarmi che mi avrebbero portato alla città3... – Maria la bloccò, alzando un sopracciglio. - Ridimmi il nome della città. – - Città3 – -E’... lo stesso nome che ha detto qualcun altro. – Neos annuì. - Posso continuare? – Chiese gentilmente Andromaca. - Certo, parla pure. – - Oh... Umh... James mi salvò la vita e si occupò di me per i tre giorni successivi, dandomi da mangiare e rivestendomi con altri vestiti... Costosissimi. C’era anche un altro ragazzo ogni tanto. Biondo, con gli occhi azzurro cielo attraversati da saette dorate. Si chiamava Jason se non mi sbaglio. – Maria, cadde dalla sedia. - Maria??? – _ E’ tutto a posto... – Minimizzò lei, anche se aveva lo sguardo perso nel vuoto. La porta si spalancò di botto, mentre una ragazza dai lunghi capelli viola correva verso Maria e Neos, senza degnare Andromaca di uno sguardo. Pochi secondi dopo la raggiunse un ragazzo. La ragazza con i capelli viola, afferrò Maria per un braccio. - Stanno... stanno facendo una fustigazione. E’ uno della tua razza. E’ Axel. –
   
 
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