Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: Airyha    28/04/2015    1 recensioni
Sherlock ha ingoiato in silenzio i sentimenti che prova per John.
Ma nella sera del matrimonio, quando i passi risuonano nel 221B improvvisamente silenzioso e vuoto a dispetto della gioiosa e caotica festa abbandonata in tutta fretta, dopo aver dato tutto ciò che era rimasto.. Cosa succede ad un cuore spezzato e solo?
E soprattutto, ci sarà qualcuno disposto a prendersene cura?
(Disclaimer: i personaggi non mi appartengono, Questo sclero della mia mente non ha scopo di lucro.
Ipotetico missing moment post 2x03 "The sign of three". Probabilmente inciampa talvolta nell' OC.. )
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccoci con il secondo ed ultimo capitolo. Ringrazio infinitamente BJgirl e Mikimac per le splendide recensioni: mi ha fatto un enorme piacere sapere che questo momento di angst straziante non vi ha uccise vi sia piaciuto XD Ringrazio chi l'ha (addirittura!) inserito tra le fic preferite, seguite o da ricordare! E anche coloro che si sono fermati a leggere. Grazie infinitamente a tutti quanti! (volteggiando per la stanza imitando Cuzco "owwwwhh sono felice come un re!"XD).

E adesso la coltellata finale! (sbrodolosa di marmellata, perchè un po' di fluff, spero non OC, non stucca mai. E fa tanto bene all'anima, un po' meno alla dieta)

Ai Dauntless (sì, lo so, Divergent, Divergent ovunque XD) che sopravvivranno sarà permesso insultarmi o lanciarmi la verdura. Non preoccupatevi, mangio di tutto, non fatevi problemi sulla scelta XD

A presto, miei cari! XD

 

 

 

-Caring is not an advantage-

 

Quasi ci avevi creduto. O meglio  avevi cercato di illuderti che le parole di tuo fratello fossero sincere, almeno una volta. Ma chi può conoscere Sherlock meglio di te?

 

Sapevi bene che giorno fosse. Non l'avevi certo dimenticato. Come se fosse possibile per te dimenticare qualcosa. Sarebbe comunque bastato il sorriso tirato sul viso di Sherlock a ricordartelo, a ben pensare.

E così era arrivato il gran giorno. La fine di un'era. L'hai definita proprio così quando il tuo fratellino ti ha chiamato.

Chiamato. Te!

Avevi cercato di ingoiare quel senso di panico che ti attanagliava lo stomaco. Qualunque cosa passasse per la testa di Sherlock non era niente di buono.

Lo avevi schernito cercando di nascondere la tua ansia e di irritarlo al punto da costringerlo a lasciare il matrimonio solo per venire ad insultarti di persona. Sarebbe stato meglio.

Qualcosa ti pressava lo stomaco con gelida insistenza, probabilmente la netta impressione che l'era conclusasi non fosse quella di Sherlock Holmes e John Watson, paladini di ridicole avventure per altro commentate malamente ma di Sherlock. E basta.

 

Non sei riuscito ad andare, consapevole di avere un altro problema più grande in svolgimento. Avevi solide basi per affermare la catastrofe imminente. In caso contrario non avresti voluto comunque vedere tuo fratello in balia di quei pescecani, i sentimenti. Così non ti era rimasto che aspettare. In silenzio e sperando in segreto di dover cambiare i tuoi programmi.

Ma tu sei Mycroft Holmes. Avresti potuto sbagliare prognostico? Neanche a chiederlo.

Il tempo di un sospiro e di arrivare al 221 B. Giusto quello.

 

Ed eccolo lì, tuo fratello. distrutto da se stesso ancora una volta

 

"Sei rimasto coinvolto, fratellino. Ti avevo avvertito"

 

Ma non c'è rancore nella tua voce, non c'è derisione. Non servirebbe a nulla. Solo una profonda tristezza: certo che è rimasto coinvolto. Troppo. Di nuovo.

E, sicuro, lo avevi avvertito, Mycroft. Lo avevi messo in guardia da tutto questo. Ma quando mai Sherlock ti ha mai dato retta? Sempre testardo, così cocciuto.. Ed in parte la colpa è tua, lo sai bene.

Per questo non puoi permetterti altro che sospirare ancora. Mettendo da parte te stesso, facendo brutalmente tacere quella parte di egoismo che ti chiede di smettere di occuparti della tua unica debolezza

e cercando di ingoiare il sapore amaro di quel "te l'avevo detto" che in realtà fa più male a te.

 

Dovrai di nuovo raccogliere i pezzi di quello che il mondo ha distrutto con cattiveria e che ti apparteneva

più di quanto tu appartenga a te stesso.

Puoi prenderti in giro quanto vuoi, uomo di ghiaccio: potrete crescere, potrete odiarvi di fronte al mondo intero, incenerirvi di sguardi altezzosi di rivalità.. Ma non riuscirai mai a smettere di preoccuparti per il tuo fratellino dai ricci scuri e disordinati. A volte ti sembra davvero di vederlo di nuovo, nascosto tra le pieghe di quel cappotto drappeggiato a mo' di mantello, il piccolo pirata alla ricerca continua di indizi come inestimabili tesori. E mai lo ammetteresti ad anima viva neppure sotto tortura ma quel giovane uomo aveva sempre nascosto in sé il più importante dei tuoi tesori inconsapevolmente: il tuo affetto, che mai sei riuscito a dimostrare neppure ai vostri genitori ma che mai hai potuto negare al tuo fratellino; occupandoti di lui, cercando sempre di porti davanti alla sua esile figura e i mille pericoli del mondo, troppo grande e crudele per un piccolo pirata innocente.

Prendertene cura è sempre stata un'impresa troppo grande per le tue spalle, a pensarci bene non molto più grandi delle sue; per quanto tu abbia cercato di proteggerlo non è finita diversamente: tuo fratello finisce sempre con l' andare in pezzi nonostante le tue cure e attenzioni. è sempre stato più fragile di te, se tu eri di ghiaccio lui era puro vetro. Sfortunatamente frangibile e trasparente, troppo. Ma che col tempo ha imparato a riflettere quei dannati sentimenti così pericolosi. E forse per questo è sempre stato più coraggioso nell'esporsi con la sua umanità grezza ed imprecisa che tu non hai mai potuto comprendere a fondo ma che ti ha sempre permesso di non allontanarti troppo da lui.

Probabilmente non te ne rendi davvero conto ma il solo vederlo così, infranto, incrinato in milioni e milioni di sfaccettature minuscole e appuntite.. Perso nella sua stessa immagine distorta e quasi mostruosa, ti basta per desiderare che l'intero genere umano sparisca. All'istante. E possibilmente nel modo più atroce esistente.

 

Ti avvicini con l'angoscia a chiuderti la bocca dello stomaco e la desolazione ad accompagnare ogni passo e già ti sembra di affogare per le troppe emozioni, tu che di emozioni non te ne intendi proprio. Ti chini per l'ennesima volta su di lui controllando che il suo cuore  trasparente, troppo fragile e masochista, ancora funzioni. I frammenti pulsano in modo palese, come evidente è il dolore che li tiene uniti solo per disperazione. Ma funziona. Balbetta disperato in mute richieste che mai potrebbero raggiungere le labbra esangui di quel tuo dannato fratello. A te non servono. Capire il suo bisogno di aiuto non è così difficile da necessitare preghiere né le particolari doti di deduzioni che possiedi. In fin dei conti ti sei sempre vantato di essere il più intelligente fra i due.

In realtà solo perché a differenza di tuo fratello non avevi speranze nel genere umano. Hai sempre diffidato ed evitato con l'eleganza degli Holmes qualsiasi legame. Ti disgustava il rapporto di dare e avere privo di regola. Non si equivaleva mai, una parte finiva sempre per dare troppo e inutilmente. Andava contro ogni logica possibile. Ciò che non è prevedibile deve essere evitato. Questa era la tua regola già a quei tempi. Se hai tutto sottocontrollo sei pieno padrone di te stesso. E perché no, degli altri.

Regole. Schemi ben precisi. Sarebbe stato noioso. Ma avrebbe funzionato, ne eri sicuro, era logico.

 Finché non è arrivato quel piccolo mostriciattolo con quei suoi occhi chiari accessi di vita  e i capelli color inchiostro.

 

Contro ogni possibile prognostico hai dovuto ricrederti. Ti aveva obbligato ad essere coinvolto. Ogni giorno più di prima. Quando te ne sei reso conto era troppo tardi, troppi fili ti legavano saldamente a lui. E lo avevi capito, con lui la tua tattica non funzionava perché era diverso. In ogni aspetto. Da tutto e tutti: era unico. L'unica eccezione che avrebbe confermato le tue salde convinzioni.

Ma non avevi per questo dimenticato i dati raccolti in precedenza e che ancora bene si applicavano al resto del mondo. Gli anni inutili e vuoti di vantaggio erano pochi ma sono bastati.

Ti avevano insegnato a non riporre troppa fiducia nei legami umani, troppo effimeri, vani e appesantiti da responsabilità spesso inutili. Reggere in piedi una nazione per quanto incasinata come la tua, ti è sempre parso più semplice se paragonato alla sfera emotiva umana. Troppi svantaggi. Troppo impegno infruttuoso, dedicare tempo ai legami non aveva mai giovato a nessuno. Ed era dannatamente difficile stare al passo di idioti spietati. L'ignoranza è l'arma migliore per ferire senza versare una goccia di sangue. Lo hai sempre saputo. Per questo hai dedicato le tue energie risparmiate dalla pigrizia della tua natura solo ed esclusivamente a proteggere il tuo piccolo pirata. E già era estenuante. E inutile, a quanto sembra.

 

Ma non per questo smetterai mai di provarci. è l'unica cosa che ancora ti mantiene vivo.

 

Cerchi di rimediare allo scempio che Sherlock si è procurato, ripetendoti che non sarebbe affatto un'idea eccellente quella di soddisfare quel prurito alle mani così sconosciuto, che ti implora di recuperare il responsabile solo per strozzarlo.

Per quanto ti deluda persino pensarci, avevi fatto affidamento su quel maledetto dottore e questo rimarca quanta ragione tu avessi: nessuno merita, Sherlock. Nessuno è capace di prendersi cura di lui.. Neppure tu e ci provi da una vita.

 E, pensarlo ti fa gelare il sangue nelle vene, neppure lui stesso.

 

Già da piccolo era costantemente tradito dal suo stesso corpo. Hai più ricordi di quello scricciolo tra le coperte con l'aria malata e le occhiaie scure di quanti vorresti contarne. Figurarsi se il mondo avrebbe rappresentato un luogo più sicuro di quelle quattro mura che già non riuscivano a preservarlo dalle malattie.

Probabilmente da lì ha sviluppato la sua cocciutaggine. Quell'instancabile voglia di rialzarsi nonostante tutto. Di dimostrare di potercela fare. Anche se non è mai del tutto vero.

Tu lo sospetti da sempre, il destino di Sherlock  è quello di andare in pezzi: rialzarsi solo per rompersi di nuovo e rialzarsi ancora. Dannatamente più stanco e provato di prima e ricoperto di cicatrici ma con la forza di rifarlo da capo.

Lo ammetti, ci sono state  volte in cui  ti sei chiesto da bravo pigro, se non fosse meglio per lui rimanere a terra, si risparmierebbe tante di quelle delusioni e dolore, soprattutto quello. Ma Sherlock non ti ha mai dato retta. Inutile ripeterlo ma essenziale per rimarcare la tua inutilità.

Caring is not an advantage.

Dio però quante volte gliel'avevi detto. Almeno quanto gli avevi ripetuto quanto stupido fosse stato ad avvicinarsi a quella merda che gli marciva in corpo ogni qualvolta una dose lo spingeva al limite, in bilico tra la vita e la morte.

 

Ricordi com'è stato difficile ripulirlo da tutte quelle schifezze che anche in quello stesso momento appestavano il suo organismo offuscando la mente brillante e idiota. Perché dopo tutta la fatica per uscirne in un solo attimo eccolo caderci ancora. Idiota.

Ricordi gli insulti, le urla senza fine. Gli occhi arrossati, persino le suppliche. E i colpi che hai subìto senza mai ribellarti alla furia ceca di tuo fratello in balia dell'astinenza. Sapevi di non poter far nulla. Non saresti riuscito a fare niente di più. Niente di più che rimanere con lui. A fargli compagnia. A vederlo soffrire. Scusandoti per aver permesso un simile scempio. Ma non bastava.

 

Morendo dentro avevi fatto leva sul suo orgoglio. Era un Holmes, prima o poi avrebbe reagito. Insultandolo e provocandolo solo per vedere il fuoco accendere i suoi occhi vuoti e spenti.

 Dandogli un solo motivo per rialzarsi ogni giorno. Che fosse il solo odiarti, a te non importava.

Vedendo la ragione tornare con esasperante lentezza sul viso sconosciuto e straziato dalla trascuratezza e dalle sostanze nocive, di tuo fratello avevi sperato che tornasse il piccolo pirata che avevi perso nel silenzio degli anni. Avevi cercato in ogni modo di riavere quegli occhi chiari accesi dalla voglia di vivere e dalla curiosità del mondo. Ma neppure lì eri riuscito a fare nulla. Ogni giorno in cui il controllo aumentava sui suoi lineamenti, i suoi occhi divenivano sempre più gelidi. Quasi non ci fosse più alcun calore che potesse scaldare quelle iridi.

 

Quando era tornato abbastanza in sé era uscito da quella stanza portando con sé quell'irrazionale odio per te. Sfiorando i suoi occhi avevi letto, e la colpa la attribuiva a te, senza ombra di dubbio, il disgusto di essere tornato, la rassegnazione al proprio destino. Non hai mai avuto il coraggio di chiedergli se le tue deduzioni fossero esatte ma  mai nella vita hai desiderato essere più in errore. E sapevi che non ne sarebbe mai uscito. E lo sapeva anche lui.

 

Poi un giorno qualcosa era cambiato. Sherlock era cambiato. Tutto  per merito di un'unica ordinaria persona: John Watson.

Avevi cercato di prendere le tue precauzioni fin da subito. Intercettare John Watson e allontanarlo da Sherlock. All'istante. Ma la sua immediata lealtà ti aveva spiazzato.  Era un medico attratto dalla guerra, quale sano di mente avrebbe affidato alle sue mani ipocrite la vita precaria di un fratello disastrato?

Ma quel fuoco nei suoi occhi ti aveva colpito. E ammettilo avevi sperato che tanto calore avrebbe riscaldato il gelo in quelli di Sherlock. O lo avrebbero distrutto.

Ma non sembrava così e per un attimo hai abbassato la guardia. Osservando con orgoglio quel piccolo pirata diventare un giovane uomo, per bene, forse contando troppo su quel nuovo e unico amico. Finendo  forse per credere in quel legame forse più di lui, con una punta d'invidia.

Sherlock è fatto così, s'intossica di ciò che lo trasporta, non ha mezze misure. Tutto o niente, con attaccamento morboso, malato, sbagliato. E ogni volta a te toccano i cocci, Mycroft ma lo faresti mille e mille volte solo per riportarlo indietro di nuovo. Una volta ancora. Perché ricordi che la prima stoccata l'hai inferta proprio tu a quel bambino dai riccioli ribelli e la lingua lunga, tu sei stato la prima droga di Sherlock

che lo ha deluso abbandonandolo per la carriera, nelle mani del mondo troppo crudele per quel moccioso troppo fragile e troppo intelligente da sopravvalutare la decenza altrui.

 

Quello che puoi fare è solo stare a guardare quanto i tuoi sforzi siano stati inutili e quanto le tue speranze vane e cercare di occuparti di ciò che è rimasto.

Ti prendi cura di ogni respiro che quelle esangui labbra riescono ad ingoiare. Rammendi le sue ferite pur sapendo che non potrai fare niente per il suo dolore. Disinfetti le sue braccia senza poter far niente per il suo cuore. Ti prendi cura di lui in silenzio una volta ancora, vegliandolo e facendo in modo che non sia solo. Non di nuovo.

Quando sembra stare appena meglio gli avvicini dell'acqua alle labbra che traditrici non fanno altro che mormorare quel nome senza sosta e senza pace. Non hai il cuore di dirgli che sei tu. Non hai mai avuto un cuore e non saresti in grado di fingere adesso.

 

Quando finalmente apre gli occhi e li socchiude mettendoti a fuoco, un sorriso obliquo gli sale alle labbra. Non pronuncia una sola parola ma hai sentito tutto ciò che dovevi. Forse anche troppo e tu in silenzio ti occupi di lui: lo sostieni quando vomita l'anima senza poter fare in modo che la sua tristezza lo abbandoni, lo lasci singhiozzare sotto la doccia tenendolo d'occhio per impedire che il suo cuore scivoli tra le lacrime, te ne prendi cura goffamente e incapace ma con tutto l'impegno di cui puoi disporre.

 

Stavolta non ci sono urla, non ci sono preghiere, né pugni. Solo i suoi sguardi fuggevoli per il troppo imbarazzo, mani bisognose di supporto e sorrisi tirati e carichi di disgusto e rimpianto che ti fanno un male del diavolo. è Sherlock ma Dio, non lo riconosci affatto.

 

Vorresti poter provare odio per quell'unica persona che ha illuso entrambi, lui per un sentimento mai nato,

te per la promessa di prendersi cura di tuo fratello, infranta. Ma come puoi odiare chi ha reso la tua ragione di vita, felice? Tu vivi nel tentativo di proteggere tuo fratello che era felice con John. John che si è preso cura di Sherlock quando tu non ne eri in grado, in modi che tu non potevi conoscere e che probabilmente mai sarai capace di capire. Il dubbio non si nega a nessuno, Myc ma lo sai bene, il conteggio delle probabilità non è a tuo favore. L'uomo di ghiaccio. Ti stupisci? Non puoi certo biasimare Watson solo perché ha deciso di costruirsi anche una sua felicità dopo essersi occupato per così tanto di quella di tuo fratello.

 

è solo che..ok, le cose ti sono sfuggite di mano. Ma tornerà tutto a posto, te ne occuperai come hai sempre fatto. Sperando solo di non perderlo di nuovo per strada.

No. Non questa volta.

Mai più.

Questo è il tuo voto. Forse più egoista di quello che sai ha espresso tuo fratello ma necessario.

 

Prepari due tazze di the quando l'alba è già arrivata a rischiarare il 221 b. Non sei un asso nella piccola e disordinata cucina, stavolta Sherlock dovrà accontentarsi di te ma non sembra che gli dispiaccia quando la tua voce impreca trovando quelle che hanno l'aria di essere orecchie umane. Buon Dio, le vecchie abitudini di casa Holmes. Non ti mancavano.

 

Bugiardo.

 

Quando torni nel salotto ignori la poltrona e ti accomodi, per una volta, accanto a tuo fratello, distogliendo lo sguardo dalle sue lacrime che cadono senza controllo dai suoi occhi chiusi.

è tutto ciò che sai fare per mostrargli rispetto e forse sostegno. Con le parole non sei mai stato un granché.

Sherlock lascia che un sospiro tremante sfugga unico dalle sue labbra.

 

"Sei invecchiato ma hai ancora quella brutta abitudine" La sua voce roca ti riporta alla realtà. In altre circostanze sarebbe suonata come una dichiarazione di guerra ma ammettilo, hai sopportato di peggio da quella lingua insolente.

 

"Quale, fratello?" Sospiri simulando fastidio in realtà  lieto già per il fatto che ti rivolga la parola.

 

"..Occuparti di me" sussurra guardandoti come in cerca di ulteriori conferme "Di nuovo" aggiunge con inaspettata sincerità "Caring is not an advantage. Già. Quello che non capisco è come tu possa saperlo e rimanere... Comunque qui"

 

Sospiri. Cominci a farlo troppo spesso.

"Perché sei un idiota e io ho la sfortuna di avere il tuo stesso sangue nelle vene. Mamma mi ucciderebbe se sapesse cosa combini" Borbotti infastidito

"Non mi ascolti mai, Sherlock" Aggiungi frustrato "Non è mai un vantaggio. Mai"

 

"Lo so. Lo so. Avevi ragione. Grazie Maiky"

E forse è quel nome che non sentivi da tanto, forse il fatto sbagliato che ti ringrazi per avergli crudelmente rivelato una verità scomoda o forse sono le sue lacrime che non ti mostrava da ancora più tempo ma quel macigno sul petto sembra soffocarti e reclama la vicinanza del tuo cuore un'unica altra volta. Proprio come anni e anni prima. Troppi.

 

è quasi un riflesso involontario, lo fai poggiare contro di te. La sua testa idiota nell'incavo del tuo collo, la tua mano sulla sua spalla sottile e un po' tremante, la sua fronte sotto il tuo mento. Sherlock è stupito ma non si sottrae.

 

"Da quando sei diventato un goldfish?"

 

"Da quando ho un fratello stupido e incosciente"

 

"E dire che comincio ad avere una certa età" lo senti sorridere appena sistemandosi meglio contro di te

"Sei più comodo di quanto ricordassi, fratello" Allude alla tua pancia e non puoi che esserne grato per una volta.

 

"Oh, sta' zitto, pirata"

 

Sherlock sorride adesso un po' più sincero e tu anche. Gli lasci un paio di pacche sulla spalla inspirando con decisione.

Ne uscirete. Come avete sempre fatto.

A pezzi, ammaccati, odiandovi, punzecchiandovi, prendendovi maledettamente in giro, esasperandovi..

 

Ma insieme, da bravi fratelli. Beh, più o meno.

 

Caring is not an advantage.

Vero.

Ma non vuol dire che sia inutile, no?

Questo lo taci sbirciando appena la luce filtrare dalle tende leggere.

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() ()

 ( . .)   

c( M )

 

End.

   
 
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