Ed eccoci con il secondo ed ultimo
capitolo. Ringrazio infinitamente BJgirl e Mikimac per le splendide recensioni:
mi ha fatto un enorme piacere sapere che questo momento di angst straziante
non vi ha uccise vi sia piaciuto XD Ringrazio chi l'ha (addirittura!) inserito
tra le fic preferite, seguite o da ricordare! E anche coloro che si sono
fermati a leggere. Grazie infinitamente a tutti quanti! (volteggiando per la
stanza imitando Cuzco "owwwwhh sono felice come un re!"XD).
E adesso la coltellata finale! (sbrodolosa
di marmellata, perchè un po' di fluff, spero non OC, non stucca mai. E fa tanto
bene all'anima, un po' meno alla dieta)
Ai Dauntless (sì, lo so, Divergent,
Divergent ovunque XD) che sopravvivranno sarà permesso insultarmi o lanciarmi
la verdura. Non preoccupatevi, mangio di tutto, non fatevi problemi sulla
scelta XD
A
presto, miei cari! XD
-Caring is not an advantage-
Quasi ci avevi creduto. O meglio
avevi cercato di illuderti che le parole di tuo fratello fossero
sincere, almeno una volta. Ma chi può conoscere Sherlock meglio di te?
Sapevi bene che giorno fosse. Non l'avevi certo dimenticato. Come
se fosse possibile per te dimenticare qualcosa. Sarebbe comunque bastato il
sorriso tirato sul viso di Sherlock a ricordartelo, a ben pensare.
E così era arrivato il gran giorno. La fine di un'era. L'hai
definita proprio così quando il tuo fratellino ti ha chiamato.
Chiamato. Te!
Avevi cercato di ingoiare quel senso di panico che ti attanagliava
lo stomaco. Qualunque cosa passasse per la testa di Sherlock non era niente di
buono.
Lo avevi schernito cercando di nascondere la tua ansia e di
irritarlo al punto da costringerlo a lasciare il matrimonio solo per venire ad
insultarti di persona. Sarebbe stato meglio.
Qualcosa ti pressava lo stomaco con gelida insistenza,
probabilmente la netta impressione che l'era conclusasi non fosse quella di
Sherlock Holmes e John Watson, paladini di ridicole avventure per altro
commentate malamente ma di Sherlock. E basta.
Non sei riuscito ad andare, consapevole di avere un altro problema
più grande in svolgimento. Avevi solide basi per affermare la catastrofe
imminente. In caso contrario non avresti voluto comunque vedere tuo fratello in
balia di quei pescecani, i sentimenti. Così non ti era rimasto che aspettare.
In silenzio e sperando in segreto di dover cambiare i tuoi programmi.
Ma tu sei Mycroft Holmes. Avresti potuto sbagliare prognostico?
Neanche a chiederlo.
Il tempo di un sospiro e di arrivare al 221 B. Giusto quello.
Ed eccolo lì, tuo fratello. distrutto da se stesso ancora una
volta
"Sei rimasto coinvolto, fratellino. Ti avevo avvertito"
Ma non c'è rancore nella tua voce, non c'è derisione. Non
servirebbe a nulla. Solo una profonda tristezza: certo che è rimasto coinvolto.
Troppo. Di nuovo.
E, sicuro, lo avevi avvertito, Mycroft. Lo avevi messo in guardia
da tutto questo. Ma quando mai Sherlock ti ha mai dato retta? Sempre testardo,
così cocciuto.. Ed in parte la colpa è tua, lo sai bene.
Per questo non puoi permetterti altro che sospirare ancora.
Mettendo da parte te stesso, facendo brutalmente tacere quella parte di egoismo
che ti chiede di smettere di occuparti della tua unica debolezza
e cercando di ingoiare il sapore amaro di quel "te l'avevo
detto" che in realtà fa più male a te.
Dovrai di nuovo raccogliere i pezzi di quello che il mondo ha
distrutto con cattiveria e che ti apparteneva
più di quanto tu appartenga a te stesso.
Puoi prenderti in giro quanto vuoi, uomo di ghiaccio: potrete
crescere, potrete odiarvi di fronte al mondo intero, incenerirvi di sguardi
altezzosi di rivalità.. Ma non riuscirai mai a smettere di preoccuparti per il
tuo fratellino dai ricci scuri e disordinati. A volte ti sembra davvero di
vederlo di nuovo, nascosto tra le pieghe di quel cappotto drappeggiato a mo' di
mantello, il piccolo pirata alla ricerca continua di indizi come inestimabili
tesori. E mai lo ammetteresti ad anima viva neppure sotto tortura ma quel
giovane uomo aveva sempre nascosto in sé il più importante dei tuoi tesori
inconsapevolmente: il tuo affetto, che mai sei riuscito a dimostrare neppure ai
vostri genitori ma che mai hai potuto negare al tuo fratellino; occupandoti di
lui, cercando sempre di porti davanti alla sua esile figura e i mille pericoli
del mondo, troppo grande e crudele per un piccolo pirata innocente.
Prendertene cura è sempre stata un'impresa troppo grande per le
tue spalle, a pensarci bene non molto più grandi delle sue; per quanto tu abbia
cercato di proteggerlo non è finita diversamente: tuo fratello finisce sempre
con l' andare in pezzi nonostante le tue cure e attenzioni. è sempre stato più
fragile di te, se tu eri di ghiaccio lui era puro vetro. Sfortunatamente frangibile
e trasparente, troppo. Ma che col tempo ha imparato a riflettere quei dannati
sentimenti così pericolosi. E forse per questo è sempre stato più coraggioso
nell'esporsi con la sua umanità grezza ed imprecisa che tu non hai mai potuto
comprendere a fondo ma che ti ha sempre permesso di non allontanarti troppo da
lui.
Probabilmente non te ne rendi davvero conto ma il solo vederlo
così, infranto, incrinato in milioni e milioni di sfaccettature minuscole e
appuntite.. Perso nella sua stessa immagine distorta e quasi mostruosa, ti
basta per desiderare che l'intero genere umano sparisca. All'istante. E
possibilmente nel modo più atroce esistente.
Ti avvicini con l'angoscia a chiuderti la bocca dello stomaco e la
desolazione ad accompagnare ogni passo e già ti sembra di affogare per le
troppe emozioni, tu che di emozioni non te ne intendi proprio. Ti chini per
l'ennesima volta su di lui controllando che il suo cuore trasparente, troppo fragile e masochista,
ancora funzioni. I frammenti pulsano in modo palese, come evidente è il dolore
che li tiene uniti solo per disperazione. Ma funziona. Balbetta disperato in
mute richieste che mai potrebbero raggiungere le labbra esangui di quel tuo
dannato fratello. A te non servono. Capire il suo bisogno di aiuto non è così
difficile da necessitare preghiere né le particolari doti di deduzioni che
possiedi. In fin dei conti ti sei sempre vantato di essere il più intelligente
fra i due.
In realtà solo perché a differenza di tuo fratello non avevi
speranze nel genere umano. Hai sempre diffidato ed evitato con l'eleganza degli
Holmes qualsiasi legame. Ti disgustava il rapporto di dare e avere privo di regola.
Non si equivaleva mai, una parte finiva sempre per dare troppo e inutilmente.
Andava contro ogni logica possibile. Ciò che non è prevedibile deve essere
evitato. Questa era la tua regola già a quei tempi. Se hai tutto sottocontrollo
sei pieno padrone di te stesso. E perché no, degli altri.
Regole. Schemi ben precisi. Sarebbe stato noioso. Ma avrebbe
funzionato, ne eri sicuro, era logico.
Finché non è arrivato quel
piccolo mostriciattolo con quei suoi occhi chiari accessi di vita e i capelli color inchiostro.
Contro ogni possibile prognostico hai dovuto ricrederti. Ti aveva
obbligato ad essere coinvolto. Ogni giorno più di prima. Quando te ne sei reso
conto era troppo tardi, troppi fili ti legavano saldamente a lui. E lo avevi
capito, con lui la tua tattica non funzionava perché era diverso. In ogni
aspetto. Da tutto e tutti: era unico. L'unica eccezione che avrebbe confermato
le tue salde convinzioni.
Ma non avevi per questo dimenticato i dati raccolti in precedenza
e che ancora bene si applicavano al resto del mondo. Gli anni inutili e vuoti
di vantaggio erano pochi ma sono bastati.
Ti avevano insegnato a non riporre troppa fiducia nei legami
umani, troppo effimeri, vani e appesantiti da responsabilità spesso inutili.
Reggere in piedi una nazione per quanto incasinata come la tua, ti è sempre
parso più semplice se paragonato alla sfera emotiva umana. Troppi svantaggi.
Troppo impegno infruttuoso, dedicare tempo ai legami non aveva mai giovato a
nessuno. Ed era dannatamente difficile stare al passo di idioti spietati.
L'ignoranza è l'arma migliore per ferire senza versare una goccia di sangue. Lo
hai sempre saputo. Per questo hai dedicato le tue energie risparmiate dalla
pigrizia della tua natura solo ed esclusivamente a proteggere il tuo piccolo
pirata. E già era estenuante. E inutile, a quanto sembra.
Ma non per questo smetterai mai di provarci. è l'unica cosa che
ancora ti mantiene vivo.
Cerchi di rimediare allo scempio che Sherlock si è procurato,
ripetendoti che non sarebbe affatto un'idea eccellente quella di soddisfare
quel prurito alle mani così sconosciuto, che ti implora di recuperare il
responsabile solo per strozzarlo.
Per quanto ti deluda persino pensarci, avevi fatto affidamento su
quel maledetto dottore e questo rimarca quanta ragione tu avessi: nessuno
merita, Sherlock. Nessuno è capace di prendersi cura di lui.. Neppure tu e ci
provi da una vita.
E, pensarlo ti fa gelare il
sangue nelle vene, neppure lui stesso.
Già da piccolo era costantemente tradito dal suo stesso corpo. Hai
più ricordi di quello scricciolo tra le coperte con l'aria malata e le occhiaie
scure di quanti vorresti contarne. Figurarsi se il mondo avrebbe rappresentato
un luogo più sicuro di quelle quattro mura che già non riuscivano a preservarlo
dalle malattie.
Probabilmente da lì ha sviluppato la sua cocciutaggine.
Quell'instancabile voglia di rialzarsi nonostante tutto. Di dimostrare di
potercela fare. Anche se non è mai del tutto vero.
Tu lo sospetti da sempre, il destino di Sherlock è quello di andare in pezzi: rialzarsi solo
per rompersi di nuovo e rialzarsi ancora. Dannatamente più stanco e provato di
prima e ricoperto di cicatrici ma con la forza di rifarlo da capo.
Lo ammetti, ci sono state
volte in cui ti sei chiesto da
bravo pigro, se non fosse meglio per lui rimanere a terra, si risparmierebbe
tante di quelle delusioni e dolore, soprattutto quello. Ma Sherlock non ti ha
mai dato retta. Inutile ripeterlo ma essenziale per rimarcare la tua inutilità.
Caring is not an advantage.
Dio però quante volte gliel'avevi detto. Almeno quanto gli avevi
ripetuto quanto stupido fosse stato ad avvicinarsi a quella merda che gli
marciva in corpo ogni qualvolta una dose lo spingeva al limite, in bilico tra
la vita e la morte.
Ricordi com'è stato difficile ripulirlo da tutte quelle schifezze
che anche in quello stesso momento appestavano il suo organismo offuscando la
mente brillante e idiota. Perché dopo tutta la fatica per uscirne in un solo
attimo eccolo caderci ancora. Idiota.
Ricordi gli insulti, le urla senza fine. Gli occhi arrossati,
persino le suppliche. E i colpi che hai subìto senza mai ribellarti alla furia
ceca di tuo fratello in balia dell'astinenza. Sapevi di non poter far nulla.
Non saresti riuscito a fare niente di più. Niente di più che rimanere con lui.
A fargli compagnia. A vederlo soffrire. Scusandoti per aver permesso un simile
scempio. Ma non bastava.
Morendo dentro avevi fatto leva sul suo orgoglio. Era un Holmes,
prima o poi avrebbe reagito. Insultandolo e provocandolo solo per vedere il
fuoco accendere i suoi occhi vuoti e spenti.
Dandogli un solo motivo per
rialzarsi ogni giorno. Che fosse il solo odiarti, a te non importava.
Vedendo la ragione tornare con esasperante lentezza sul viso
sconosciuto e straziato dalla trascuratezza e dalle sostanze nocive, di tuo
fratello avevi sperato che tornasse il piccolo pirata che avevi perso nel
silenzio degli anni. Avevi cercato in ogni modo di riavere quegli occhi chiari
accesi dalla voglia di vivere e dalla curiosità del mondo. Ma neppure lì eri
riuscito a fare nulla. Ogni giorno in cui il controllo aumentava sui suoi
lineamenti, i suoi occhi divenivano sempre più gelidi. Quasi non ci fosse più
alcun calore che potesse scaldare quelle iridi.
Quando era tornato abbastanza in sé era uscito da quella stanza
portando con sé quell'irrazionale odio per te. Sfiorando i suoi occhi avevi
letto, e la colpa la attribuiva a te, senza ombra di dubbio, il disgusto di
essere tornato, la rassegnazione al proprio destino. Non hai mai avuto il
coraggio di chiedergli se le tue deduzioni fossero esatte ma mai nella vita hai desiderato essere più in
errore. E sapevi che non ne sarebbe mai uscito. E lo sapeva anche lui.
Poi un giorno qualcosa era cambiato. Sherlock era cambiato.
Tutto per merito di un'unica ordinaria
persona: John Watson.
Avevi cercato di prendere le tue precauzioni fin da subito.
Intercettare John Watson e allontanarlo da Sherlock. All'istante. Ma la sua
immediata lealtà ti aveva spiazzato. Era
un medico attratto dalla guerra, quale sano di mente avrebbe affidato alle sue
mani ipocrite la vita precaria di un fratello disastrato?
Ma quel fuoco nei suoi occhi ti aveva colpito. E ammettilo avevi
sperato che tanto calore avrebbe riscaldato il gelo in quelli di Sherlock. O lo
avrebbero distrutto.
Ma non sembrava così e per un attimo hai abbassato la guardia.
Osservando con orgoglio quel piccolo pirata diventare un giovane uomo, per
bene, forse contando troppo su quel nuovo e unico amico. Finendo forse per credere in quel legame forse più di
lui, con una punta d'invidia.
Sherlock è fatto così, s'intossica di ciò che lo trasporta, non ha
mezze misure. Tutto o niente, con attaccamento morboso, malato, sbagliato. E
ogni volta a te toccano i cocci, Mycroft ma lo faresti mille e mille volte solo
per riportarlo indietro di nuovo. Una volta ancora. Perché ricordi che la prima
stoccata l'hai inferta proprio tu a quel bambino dai riccioli ribelli e la
lingua lunga, tu sei stato la prima droga di Sherlock
che lo ha deluso abbandonandolo per la carriera, nelle mani del
mondo troppo crudele per quel moccioso troppo fragile e troppo intelligente da
sopravvalutare la decenza altrui.
Quello che puoi fare è solo stare a guardare quanto i tuoi sforzi
siano stati inutili e quanto le tue speranze vane e cercare di occuparti di ciò
che è rimasto.
Ti prendi cura di ogni respiro che quelle esangui labbra riescono
ad ingoiare. Rammendi le sue ferite pur sapendo che non potrai fare niente per
il suo dolore. Disinfetti le sue braccia senza poter far niente per il suo
cuore. Ti prendi cura di lui in silenzio una volta ancora, vegliandolo e
facendo in modo che non sia solo. Non di nuovo.
Quando sembra stare appena meglio gli avvicini dell'acqua alle
labbra che traditrici non fanno altro che mormorare quel nome senza sosta e
senza pace. Non hai il cuore di dirgli che sei tu. Non hai mai avuto un cuore e
non saresti in grado di fingere adesso.
Quando finalmente apre gli occhi e li socchiude mettendoti a
fuoco, un sorriso obliquo gli sale alle labbra. Non pronuncia una sola parola
ma hai sentito tutto ciò che dovevi. Forse anche troppo e tu in silenzio ti
occupi di lui: lo sostieni quando vomita l'anima senza poter fare in modo che
la sua tristezza lo abbandoni, lo lasci singhiozzare sotto la doccia tenendolo
d'occhio per impedire che il suo cuore scivoli tra le lacrime, te ne prendi
cura goffamente e incapace ma con tutto l'impegno di cui puoi disporre.
Stavolta non ci sono urla, non ci sono preghiere, né pugni. Solo i
suoi sguardi fuggevoli per il troppo imbarazzo, mani bisognose di supporto e
sorrisi tirati e carichi di disgusto e rimpianto che ti fanno un male del
diavolo. è Sherlock ma Dio, non lo riconosci affatto.
Vorresti poter provare odio per quell'unica persona che ha illuso
entrambi, lui per un sentimento mai nato,
te per la promessa di prendersi cura di tuo fratello, infranta. Ma
come puoi odiare chi ha reso la tua ragione di vita, felice? Tu vivi nel
tentativo di proteggere tuo fratello che era felice con John. John che si è
preso cura di Sherlock quando tu non ne eri in grado, in modi che tu non potevi
conoscere e che probabilmente mai sarai capace di capire. Il dubbio non si nega
a nessuno, Myc ma lo sai bene, il conteggio delle probabilità non è a tuo favore.
L'uomo di ghiaccio. Ti stupisci? Non puoi certo biasimare Watson solo perché ha
deciso di costruirsi anche una sua felicità dopo essersi occupato per così
tanto di quella di tuo fratello.
è solo che..ok, le cose ti sono sfuggite di mano. Ma tornerà tutto
a posto, te ne occuperai come hai sempre fatto. Sperando solo di non perderlo
di nuovo per strada.
No. Non questa volta.
Mai più.
Questo è il tuo voto. Forse più egoista di quello che sai ha
espresso tuo fratello ma necessario.
Prepari due tazze di the quando l'alba è già arrivata a
rischiarare il 221 b. Non sei un asso nella piccola e disordinata cucina,
stavolta Sherlock dovrà accontentarsi di te ma non sembra che gli dispiaccia
quando la tua voce impreca trovando quelle che hanno l'aria di essere orecchie
umane. Buon Dio, le vecchie abitudini di casa Holmes. Non ti mancavano.
Bugiardo.
Quando torni nel salotto ignori la poltrona e ti accomodi, per una
volta, accanto a tuo fratello, distogliendo lo sguardo dalle sue lacrime che
cadono senza controllo dai suoi occhi chiusi.
è tutto ciò che sai fare per mostrargli rispetto e forse sostegno.
Con le parole non sei mai stato un granché.
Sherlock lascia che un sospiro tremante sfugga unico dalle sue
labbra.
"Sei invecchiato ma hai ancora quella brutta abitudine"
La sua voce roca ti riporta alla realtà. In altre circostanze sarebbe suonata
come una dichiarazione di guerra ma ammettilo, hai sopportato di peggio da
quella lingua insolente.
"Quale, fratello?" Sospiri simulando fastidio in
realtà lieto già per il fatto che ti
rivolga la parola.
"..Occuparti di me" sussurra guardandoti come in cerca
di ulteriori conferme "Di nuovo" aggiunge con inaspettata sincerità
"Caring is not an advantage. Già. Quello che non capisco è come tu possa
saperlo e rimanere... Comunque qui"
Sospiri. Cominci a farlo troppo spesso.
"Perché sei un idiota e io ho la sfortuna di avere il tuo
stesso sangue nelle vene. Mamma mi ucciderebbe se sapesse cosa combini"
Borbotti infastidito
"Non mi ascolti mai, Sherlock" Aggiungi frustrato
"Non è mai un vantaggio. Mai"
"Lo so. Lo so. Avevi ragione. Grazie Maiky"
E forse è quel nome che non sentivi da tanto, forse il fatto
sbagliato che ti ringrazi per avergli crudelmente rivelato una verità scomoda o
forse sono le sue lacrime che non ti mostrava da ancora più tempo ma quel
macigno sul petto sembra soffocarti e reclama la vicinanza del tuo cuore
un'unica altra volta. Proprio come anni e anni prima. Troppi.
è quasi un riflesso involontario, lo fai poggiare contro di te. La
sua testa idiota nell'incavo del tuo collo, la tua mano sulla sua spalla
sottile e un po' tremante, la sua fronte sotto il tuo mento. Sherlock è stupito
ma non si sottrae.
"Da quando sei diventato un goldfish?"
"Da quando ho un fratello stupido e incosciente"
"E dire che comincio ad avere una certa età" lo senti
sorridere appena sistemandosi meglio contro di te
"Sei più comodo di quanto ricordassi, fratello" Allude
alla tua pancia e non puoi che esserne grato per una volta.
"Oh, sta' zitto, pirata"
Sherlock sorride adesso un po' più sincero e tu anche. Gli lasci
un paio di pacche sulla spalla inspirando con decisione.
Ne uscirete. Come avete sempre fatto.
A pezzi, ammaccati, odiandovi, punzecchiandovi, prendendovi maledettamente
in giro, esasperandovi..
Ma insieme, da bravi fratelli. Beh, più o meno.
Caring is not an advantage.
Vero.
Ma non vuol dire che sia inutile, no?
Questo lo taci sbirciando appena la luce filtrare dalle tende
leggere.
-----------------------------------------------------------------------------
() ()
( . .)
c( M )
End.