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Autore: _Ala_    29/12/2008    8 recensioni
“Sai benissimo che non voglio nessuno sguardo su di me..!”
Sbottò Sasuke, poi si girò verso di lui, improvvisamente malizioso.
“Tranne il tuo”.
[SasuNaru]
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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riassunto

SOLO PER FARLO SORRIDERE

 

Ora, lui non aveva proprio nulla contro la Hyuuga, non ci aveva nemmeno mai parlato, e diavolo,
da una cosina così graziosa e trasparente sicuramente non si era mai sentito minacciato.
Ma da qualche tempo quella cosina così graziosa e trasparente iniziava a farlo innervosire,
soprattutto se parlava in quel modo con il ragazzo che lui, dopo tanti problemi, si era scelto come compagno.
La guardò silenzioso per un istante, osservando con irritazione sempre crescente i suoi occhi timidi
che ammiravano adoranti quelli cerulei del ragazzo che le stava di fronte,
studiando il rossore delicato che le avvampava sulle guance, in continuazione.
Era seccante tentare di ignorare la sua innocente infatuazione,
seccante sentire sempre quello sguardo candido che lo sbirciava, o meglio,
che sbirciava la persona che inevitabilmente stava accanto a lui.
- e che non sembrava rendersi conto di nulla -
Ma che addirittura potesse sorvolare il fatto che lei ci civettasse indisturbata negli angoli di Konoha…
non potevano chiedergli questo.
[perché ci stava civettando, non aveva dubbi a riguardo, era sempre stata astuta quella Hyuuga]
 
"Naruto!"
Il suo richiamo secco li fece sobbalzare entrambi, facendoli voltare verso di lui.
La ragazzina si rimpicciolì sotto il suo sguardo assassino e accusatorio
- sentendosi sicuramente colta in fragrante -
mentre il ragazzo biondo esibì all’istante un sorriso così grande da occupargli tutto il viso e saltellò verso di lui,
scodinzolando come un cagnolino.
"Ciao Sasu, sai stavo giusto pensando a te e.."
Sasuke non gli fece nemmeno finire la frase, con gli occhi che lanciavano lampi gli afferrò la mano e si voltò,
trascinandoselo dietro.
La Kitsune evidentemente iniziò a notare qualcosa di strano nel suo atteggiamento,
perché si girò di fretta verso Hinata, salutandola, e poi si affrettò dietro al suo ragazzo, tentando di tenere il suo passo.
"Sasu-chan cosa c’è che non va?" chiese, con espressione confusa.
L’Uchiha mugugnò un borbottio che poteva assomigliare a un:
"Sasu-chan un cavolo.." e se lo trascinò dietro con più forza.
Naruto si impuntò coi piedi, e lo costrinse a fermarsi, un dubbio che gli si affacciava nella mente.
"Non sarai mica geloso di Hinata, vero?" esclamò, incredulo.
Sasuke aggrottò le sopracciglia al nome della ragazza, e spostò lo sguardo alla sua destra, continuando a borbottare.
- Era ovvio che non era geloso, ma che diavolo diceva quel baka?! -
Ma Naruto esplose comunque in una risata maliziosa.
"Sasu, sai benissimo che Hinata è un’amica, e comunque non sapevo che tu fossi così possessivo.."
Finalmente l’Uchiha sollevò gli occhi nei suoi.
"Io non sono possessivo, ma quella la ti ha messo gli occhi addosso da quando eravamo bambini!"
"Chi, Hinata-chan?" la faccia del ragazzo biondo era un punto interrogativo.
"Si, lei! Solo un baka come te poteva non accorgersene!" la voce di Sasuke era indispettita.
Naruto si sciolse a sentire quel tono.
"Dai, lo sai che non è esattamente delle ragazze che ti devi preoccupare…" lo prese in giro.
Nel notare lo scatto delle spalle del suo ragazzo capì che era meglio non tirare troppo la corda.
Da quando era tornato a Konoha [da quando Naruto era riuscito a riportarcelo]
era così insicuro sotto la facciata da duro.
Così esitante, incerto. Non tutti al villaggio gli avevano perdonato il tradimento di anni
prima e essere guardato non più come un giovane prodigio - anche se isolato e pieno di dolore -
ma come un mukenin era un colpo basso per l’Uchiha.
Ci mancava iniziasse a dubitare anche del suo amore!
Gli si avvicinò e posò la propria fronte contro quella dell’altro.
"E poi lo sai che io non ti tradirei mai.
Lo sai che amo solo te e che non devi nemmeno pensare che io possa lasciarti."
Sasuke fece scivolare il viso lungo il collo del suo ragazzo, posandoglielo alla fine sulla spalla,
e lasciò che la Kitsune gli accarezzasse dolcemente i capelli.
Ma fu solo un attimo perché poi il moro, probabilmente resosi conto del suo gesto,
si tirò su e riprese a camminare davanti a lui, nascondendogli il viso.
Stavolta fu Naruto ad afferrargli la mano delicatamente, mentre si adeguava alla sua andatura,
e sorrise sentendo l’Uchiha rispondere alla stretta.
"Poi non capisco, parli proprio tu che passi le tue giornate a schivare
gli assalti di ragazze assatanate che si nascondono dietro i cespugli!"
Si lagnò con voce lamentosa.
"Tsk" fece l’altro, vago.
"Guarda che non è mai successo"
[Aggiunse scansando agilmente l’ennesimo agguato di Sakura, nascosta dietro un palo]
 

Naruto si lasciò andare ad un sospiro ironico e si riavvicinò a lui,
come spinto dal bisogno di tenere la sua mano.
L’altro si limitò a sollevare le spalle ed esibire un mezzo sorriso,
così il biondo, felice di quell’espressione serena che solo lui riusciva a procurargli,
decise di stuzzicarlo ancora un po’.
"Pensa che tu per lo meno hai solo metà della popolazione di Konoha da tenere sotto controllo.
Io invece, sto con un ragazzo talmente egoista che vuole tutti gli sguardi su di lui!"
"Sai benissimo che non voglio nessuno sguardo su di me..!"
sbottò Sasuke, poi si girò verso di lui, improvvisamente malizioso.
"Tranne il tuo".
Nonostante la sfumatura della sua voce i suoi occhi rimasero seri,
la Kitsune rimase abbagliata da quella bellezza devastante,
così diversa dalla sua. Così complementare.
Leggeva una supplica nel suo sguardo, un invito a non lasciarlo mai, a essere solo suo e di nessun altro.
Leggeva una disperata ricerca d’amore, di rassicurazione.
Voleva sentirsi dire che lui era suo, che lo sarebbe stato sempre.
Naruto non era una persona particolarmente recettiva o empatica,
anzi, dire che si accorgeva neanche della metà delle cose che gli capitavano intorno era un eufemismo.
Soprattutto considerando che una buona percentuale di quella parte
era occupata nella continua ricerca di ramen.
Ma tutta la sua metà restante era per Sasuke, per cogliere ogni sua sfumatura, ogni suo colore.
Naruto vedeva chiaramente tutti i pensieri che viaggiano nei suoi occhi,
tutte le azioni che compivano le sue mani, tutta la gamma di graduazioni di grigio e nero che lo circondavano.
Sapeva tutto di lui.
Conosceva a memoria ogni suo gesto, ogni sua espressione,
perché l’aver cura di lui rappresentava tutto ciò che c’era d’importante nella sua vita.
Poco importava chi dei due dava gli ordini, poco importava
chi dei due prendeva le decisioni o stava sopra o sotto a letto.
Perché se tutti avessero detto che nella coppia era l’Uchiha, così forte e distaccato,
a tenere le redini della relazione, ad avere il comando, Naruto avrebbe sorriso e non avrebbe contraddetto nessuno.
Perché tanto non ce ne era bisogno.
Lui sapeva con certezza chi fosse quello dei due che necessitava più dell’altro,
chi dei due si aggrappava costantemente come se avesse avuto bisogno di un ancora per non andare alla deriva.
E non era sicuramente lui.
Quindi sorrise di nuovo, con l’aria più innocente e bisognosa d’attenzioni possibile
mentre avvicinava le labbra a quelle morbide di Sasuke,
mentre lo lasciava prendere il comando per l’ennesima volta
e si lasciava plasmare dalla sua lingua e dai suoi desideri.
Sorrise accondiscendente mentre si lasciava trascinare verso casa, verso camera loro.
Lo lasciò fare, si fece colmare dal bisogno del compagno,
lo lasciò dettare il ritmo e accasciarsi su di lui alla fine dell’amplesso.
Fece tutto, perché lui lo sapeva con precisione, che stringendosi forte a lui,
avendo il controllo del suo corpo, Sasuke riusciva a colmare anche quel vuoto che c’era dentro se stesso.
E, amandolo, la Kitsune non desiderava nient’altro.

 

 
***

 

 

Boh, una cavolatina ^^
L’ispirazione mi è venuta sull’autobus, vedendo due ragazzi bisticciare allegramente.
(checcarini che erano, tra l’altro! *.*)
Ho buttato giù la trama ma, come saprà chi c’ha provato, scrivere sull’autobus, in equilibrio fra ciccioni sudati e vecchiette rompipalle, e con conducenti folli annessi, non è facile.
Poi l’ho corretta in una mezzoretta a casa e l’ho postata, così eccola qui.
Mi farebbe piacere sapere che ne pensate, baci.
_Ala_

 

 

 

 

   
 
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