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Autore: Meramadia94    30/04/2015    3 recensioni
Le tartarughe incontrano la giovane Paige, una ragazzina rimasta orfana da piccola e che ha sempre avuto come unico vero affetto il fratello maggiore, Robert. Ma adesso è scomparso, rapito da ignoti. Inizia così una corsa contro il tempo per salvare il giovane. Nel frattempo, una delle tartarughe inizia a riscoprire un sentimento che credeva non dovesse appartenergli.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonardo Hamato, Nuovo personaggio, Sorpresa, Splinter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~ La sveglia in camera di Leonardo suonò alle 06.20 a.m come sempre.
In genere gli allenamenti con i suoi fratelli iniziavano solo verso le sette e mezzo, ma per lui era diverso.
Era il più grande dei fratelli, il più responsabile... e quindi era anche il capo.
Ciò significava che doveva fare di più di tutti gli altri.
Anche se dubitava che quel giorno e i prossimi si sarebbero allenati.
Avevano giurato a Paige che avrebbero trovato suo fratello e glielo avrebbero riportato prima che qualcuno gli facesse del male... certo, un po' azzardata come promessa... ma come si poteva fare diversamente davanti ad una creaturina tremante da capo a piedi, piangente per la paura di aver perso qualcuno di amato, nonchè unico legame che le era rimasto al mondo?
E poi aveva bisogno di fare almeno qualche kata per svegliarsi.
Prese le sue spade e scese.
La sua attenzione fu attirata dalla luce accesa in cucina.
Si affacciò per poco e vide la giovane Paige, abbigliata con i jeans e il maglioncino rosa che April le aveva portato assieme ad altri vestiti di ricambio, ed un grembiule con sopra scritto ''I love pizza'' in piedi davanti al tavolo che sbatteva qualcosa con una frusta da cucina in una ciotola.
''Che stai facendo?''- fece Leo palesando la sua presenza.
Paige sobbalzò e puntò la frusta sporca di farina, latte e uova  contro Leo, come se fosse un coltello.
''Scusa...''- fece Leo buttando le mani in alto-:'' ti ho spaventato?''
Paige dissentì e posò ''l'arma''.
''Non riuscivo a dormire...''- inutile spiegare il perchè-:'' così ho pensato di preparare qualcosa da mangiare...pancake.''
''Posso assaggiare?''- fece Leo indicando la ciotola.
Paige annuì posando il mestolo.
Leo mise un dito all'interno dell'impasto e lo assaggiò.
''Niente male, complimenti.''- sorrise la tartaruga dalla benda azzurra.
Paige sorrise e mise una ciocca di capelli ribelle dietro all'orecchio destro.
''Grazie...''- fece poi ritornando a sbattere l'impasto con il cucchiaio di legno.
Leo stette un po' lì a fissarla per poi dire-:''Dev'essere stato molto difficile.... non avere una famiglia intendo...''
Non lo concepiva veramente. Malgrado Leonardo e i suoi fratelli non avessero avuto una vita ''normale'' come tutti gli altri bambini prima e gli adolescenti poi, per ovvi motivi... poteva dire che la loro vita ( omettendo qualche simpatico Utrom con manie omicide e di grandezza là e qualche psicopatico qua) era stata abbastanza tranquilla e felice, soprattutto grazie al legame che li univa e all'ambiente accogliente e caloroso che il loro sensei era riuscito a donare loro.
Non riusciva ad immaginare nemmeno un giorno senza i suoi fratelli... non riusciva ad immaginarsi una vita senza le litigate con Raph, le battute a volte inopportune di Miky, le conferenze scientifiche di Donnie...
No, proprio non riusciva ad immaginare una vita senza queste cose.
Si domandava come avesse fatto Paige.
Paige sorrise.
Ma era un sorriso forzato, vuoto e senza la minima traccia di gioia.
''Ci hanno affidato alle persone più disparate...alcolisti, drogati, giocatori accaniti...''- fece Paige sedendosi-:''Mi stupisco solo che uno di noi non sia diventato un teppista o un capo gang.''
'''Come avete fatto?''- domandò Leo con partecipazione.
Paige sospirò-:''Beh... lui ha tenuto duro perchè in qualità di fratello maggiore riteneva suo compito darmi il buon esempio e proteggermi... io invece credo per non deluderlo o preoccuparlo...
Ad ogni modo, il passato che abbiamo condiviso ci ha unito come non mai.''
Leo sorrise comprendendo perfettamente a cosa Paige si riferisse-:''Ti capisco. D'altronde... i legami più forti sono quelli che si forgiano in battaglia.''
Paige prese la scodella con l'impasto e la versò nella padella bagnata con il burro ed ogni tanto evitava di far attaccare il tutto con la piastra aiutandosi con una forchetta.
''Gia... lo dice sempre anche Robert...''- disse lei con un velo di malinconia e chiara nostalgia nella voce-:'' ma credevo che ormai... dopo aver passato tanto tempo a lottare... ce lo fossimo meritato un po' di...''
Vedendo che la ragazza era sul punto di spezzarsi come una molla e quindi di scoppiare in lacrime, Leo si alzò e la abbracciò cautamente per non spaventarla-:''Lo troveremo. E troveremo anche chi lo ha preso. E quando ciò accadrà... rimpiangerà amaramente di averlo fatto.''
Paige sorrise, anche se la disperazione che provava in quel momento, le impediva di avere fiducia in quelle parole.
In fin dei conti, l'avevano salvata, la stavano aiutando, le avevano promesso di aiutarla a trovare suo fratello e adesso Leonardo cercava anche di tirarle su il morale, non era carino dubitare di loro o vanificare gli sforzi che Leo stava facendo per tirarla su di morale.
''Se perdo lui, perdo tutto.''- pensò ingoiando di nuovo per ricacciare dentro delle lacrime monelle che insistevano nel rigarle il viso.

Gli ordini di Splinter erano stati categorici e tutti furono ben lieti di eseguirli.
Per gli allenamenti c'era tempo e con tutta probabilità gli allenamenti di diciassette anni non sarebbero certo finiti alle ortiche se per qualche giorno venivano sospesi.
Al contrario degli allenamenti, Paige e suo fratello non potevano aspettare.
''Ok, facciamo il punto... tu e tuo fratello siete usciti per la serata, e mentre raggiungevate il ristorante sono arrivati degli uomini che hanno cominciato a braccarvi... lui è stato preso, ma tu sei riuscita a fuggire... abbiamo capito bene?''- la interrogò Donnie per essere sicuro che il giorno prima non gli fosse sfuggito niente.
La ragazza respirò a fondo e poi annuì.
Era andata proprio così.
Lei stessa ancora non se ne capacitava.
''Uhm... senti, non è che potresti descriverlo...?''- propose Leo.
Paige parve riscuotersi dal suo stato di sconforto-:''Posso fare di meglio in verità... avete un computer?''
Mik sorrise-:''Ehh, anche più di uno... di al genio qui presente''- fece indicando la tartaruga dalla benda viola-:'' che sistema operativo ti piace di più e...AHIO! Ma che ho detto?''- si lamentò l'arancione quando il viola gli ebbe dato uno scapellotto sulla nuca.
Don fece cenno a Paige di seguirlo nel suo laboratorio e dopo aver fatto partire il PC glielo mise a disposizione.
La ragazza cliccò sull'icona di Google sulla barra degli elementi e digitò ''Robert Collins''. In breve la pagina si riempì delle foto di un giovane uomo, ventiquattro anni, occhi azzurri, capelli castani, sul mentro e ottanta.
''Aspetta...oddio... ma io lo conosco...''- fece il viola sbiancando e cliccando su una delle foto-:'' Cioè... Robert Collins del New York Times?''
Paige annuì sorridendo orgogliosa.
''Cavolo... senti, non è che se lo salviamo riesci  a convincerlo a farmi un autografo?''- fece Donnie concitato.
Paige, per la prima volta da quando l'avevano trovata, scoppiò a ridere-:''Si può fare...''
Mik, Leo e Raph parevano non capirci niente.
''Scusate... stiamo ancora parlando della stessa persona?''- fece il rosso.
Donnie annuì.
''Robert Collins. Un giornalista investigativo con un incredibile dote per la scrittura... nonchè il più giovane giornalista ad aver vinto il premio ''Penna D'oro''...''
''... ed aggiungerei anche che non sta sempre in agguato come certi avvoltoi pur di avere l'esclusiva... quando scrive gli piace che la gente sappia la verità.''- concluse Paige con un sorriso pieno di innocente vanità.
Leo non potè fare a meno di notare che gli occhi le brillavano come se fossero pietre preziose mentre parlava del fratello e non potè negare a se stesso che quella luce negli occhi... impreziosiva anche lei.
Però a questo punto l'interrogativo sorgeva ovvio.
''A che lavorava tuo fratello di recente?''- le chiese Leo.
La luce negli occhi di Paige si spense per dare di nuovo spazio alla preoccupazione... ed anche a qualcosa che somigliava al sospetto-:''Sai... ora che me lo fai notare...non lo so. Robert non mi ha detto nulla, anzi per la verità non sapevo nemmeno che stesse lavorando a qualcosa...''
''Racconta.''- la incitò Raph notando che la loro giovane amica stava iniziando a ricomporre i pezzi di un puzzle che aveva tenuto nascosto finora.
''Sono tornata l'altro ieri sera da un viaggio a Londra... la mia migliore amica si trova lì per un semestre, e visto che la settimana scorsa era totalmente libera mi ha invitato da lei... per passare un po' di tempo insieme.''- spiegò Paige-:'' L'ho detto a Robert e mi aspettavo che lui si facesse un sacco di paranoie... una sedicenne sola in Europa...''
Suo fratello aveva certamente un sacco di pregi, ma ciò non le impediva di vederne i difetti: oltre a non mettere sempre il tappo sul tubetto del dentifricio, aveva la brutta abitudine di andare in paranoia se la sorella minore tornava a casa da scuola o da una festicciola con gli amici anche solo con una decina di minuti di ritardo... in fin dei conti, chiunque al suo posto avrebbe reagito così dopo essere scampato ad un incendio in cui purtroppo erano morti i genitori.
Splinter, che fino ad ora era rimasto in silenzio fece-:''E' più che normale... si sente il fratello maggiore e vuole proteggerti... in fin dei conti l'unico familiare ancora in vita sei tu, no?''- non lo disse apertamente ma per certi versi spalleggiava il giovane Robert.
Chi meglio di lui avrebbe potuto comprendere cosa si provasse nel vedere uscire di casa qualcuno di molto amato... probabilmente la persona o le persone a cui tieni di più al mondo... e non vederlo tornare prima di una certa ora... un buco orario in cui poteva succedere di tutto.
''Sì...''- ammise Paige-:'' ma è proprio questo il punto. Quando gli ho detto dell'invito era entusiasta, mi ha detto di andare e di divertirmi e mi ha firmato l'autorizzazione per lasciare il paese senza colpo ferire.''
''E... ''- fece Raph incrociando le braccia-:'' non ti sei chiesta come mai avesse cambiato atteggiamento?''
Paige inspirò bruscamente-:''Si... ma mi ero convinta che avesse incontrato qualcuno... e che per una volta volesse cogliere l'occasione di...''- sentiva le lacrime che salivano-:''... di stare un po' solo...magari con lei...in fondo se lo meritava... viveva per il lavoro ed aveva me a carico... si meritava un po' di stacco...''- qui divenne rossa come un peperone e le lacrime iniziarono a solcarle il volto.
Leo le fu subito intorno e l'abbracciò, facendole poggiare il capo sui piastroni superiori, cercando di calmarla.
Donnie si diresse subito verso il piccolo frigorfero che aveva in laboratorio ed oltre ad un bicchiere prese anche un cartone di succo di frutta... teneva sempre qualcosa da bere ed in fresco per reintegrare i liquidi o combattere un potenziale calo di zuccheri quando gli capitava di stare sveglio per lavorare spesso fino all'alba.
Riempì il bicchiere fino all'orlo e lo porse alla ragazza.
Paige prese ciò che le veniva offerto con le mani tremanti e seppur a fatica,  tra mille singhiozzi, lo bevve tutto.
''Calma figliola... calma...''- fece Splinter prendendola per le spalle-:''Inspira ed espira...inspira e respira... così, brava...''
Paige fece quello che Splinter le consigliava, cercando di calmarla e per evitarle se possibile un attacco di panico.
Sembrava funzionare.
Ansimava e si sentiva gli occhi umidi, leggermente scombussolata... ma perlomeno andava leggermente meglio-:''La sera dopo il mio ritorno... ero appena tornata dal supermercato e stavo mettendo l'acqua per la pasta... è tornato prima dal lavoro...''- e in quel momento rivide davanti a se quel sorriso così cristallino, così felice... lo stesso che la consolava dopo gli incubi o quando un membro delle famiglie presso cui erano in affido minacciava di prenderla a schiaffi...-:'' Mi ha detto di non mettermi ai fornelli e di prepararmi perchè saremmo andati assieme a cena e al cinema... che dovevamo festeggiare...''
E poi, quell che doveva essere un' allegra serata tra fratelli, un momento felice... si era trasformata nel più surrealista degli incubi.
Era abbastanza.
Non vi era bisogno che Paige rivivesse quel momento.
Ormai però Donnie ne aveva la certezza matematica... quanto amava quella parola... Robert Collins era un reporter che si distingueva nel suo lavoro per la cura con cui trattava le sue fonti prima di metterle per iscritto... di sicuro si era imbattuto in qualcosa di grosso, molto grosso... e quando se n'era reso conto, il suo primo pensiero era stato quello di far sì che la sorella fosse al sicuro mentre indagava...
E poi... il tragico epilogo che aveva portato Paige alla loro porta.
''Paige...''- fece Don con il tono più dolce che gli venne fuori-:'' Con tutta probabilità... Robert è stato preso perchè stava lavorando a qualcosa di molto importante... dobbiamo vedere i suoi appunti, il suo archivio... qualsiasi cosa...''
Paige tirò su con il naso e si asciugò le lacrime, annuendo-:''Vi porto al posto dove lavora...''

Robert ansimava affannosamente.
Era ancora legato al lettino operatorio.
Solo che grazie ad un telecomando, il lettino era stato messo in una posizione assolutamente verticale.
Subito dopo il suo aguzzino lo aveva riempito di pugni e schiaffi. Sentiva in bocca il sapore del suo stesso sangue, e il petto gli faceva un male incredibile.
''Scommetto che adesso ti senti forte... ad aver massacrato un uomo legato e che non può difendersi...''- lo fissava con odio e rabbia-:'' Sei un vigliacco.''
Non gli avrebbe mai dato ad intendere di aver paura di lui.
''Mi basta che tu mi dica dove trovarle... e tutto questo finirà. Non ti consiglio di passare al livello successivo...''
Se non ci fossero state le cinghie a fermarlo, probabilmente, si sarebbe avventato contro di lui e lo avrebbe letteralmente massacrato-:''E permetterti di farla franca e di rovinare la vita a qualcun'altro? Preferirei morire.''
''Sono così felice che tu l'abbia detto...''- prese un cellulare a conchli dalla tasca della giacca e una volta premuti alcuni tasti-:''Trovate quelle informazioni... frugate dappertutto... oh e se vi capita sotto tiro... Paige Collins.''
Gli occhi di Robert divennero vitrei per lo spavento.
''No...''- fece quando il suo aguzzino mise via il telefono, cedendo. Si era promesso di non implorare pietà ne di dimostrargli di aver paura... ma purtroppo lo aveva toccato sull'unico tasto scoperto-:''No, ti prego! E' solo una ragazzina!''- lo implorò ricominciando a dimenarsi.
L'uomo davanti a lui, dal canto suo lo fissava con un ghigno serafico, soddisfatto di essere riuscito almeno nel suo intento secondario: sentirlo urlare per la paura anche se non per se.
Gli passò una mano sulla guancia martoriata-:'' Sai  c'è solo una cosa che apprezzi di più del vedere una persona cooperante... le urla dopo aver deciso di non collaborare.''
''TU SEI PAZZO!!!! METTILE LE MANI ADDOSSO E GIURO CHE TI AMMAZZO CON LE MIE MANI!!!''- urlò Robert ormai in preda alla disperazione.
Lo lasciò gridare per una buona mezz'ora.
Poi, evidentemente stanco ed annoiato nel sentire quelle minaccie a vuoto, prese una fiala di morfina e senza il minimo riguardo gliela iniettò direttamente nel collo.
''Paige...''- fu il suo ultimo pensiero prima di cadere in un sonno profondo simile al coma.

  
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