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Autore: ImBecky_99    30/04/2015    0 recensioni
Gwendolyn è una ragazza pescata tra la folla, una tra le tante: niente di più, niente di meno. Proprio come dice lei. Ma c'è qualcosa, in quel suo essere sempre allegra, sempre con il sorriso stampato sul volto. Conduce una vita normalissima di cui dice di essere pienamente soddisfatta. Poi, un inverno, qualcosa attirerà la sua attenzione e lei, consapevole di non essere alla sua altezza, fa quello che le è sempre riuscito meglio: scappa. Scappa lontano da quella sensazione di essere sul filo del rasoio, in bilico sulla lama tagliente.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Suona al campanello di casa di Benjamin con il fiato ancora grosso per la strada fatta in fretta e i gradini saliti due a due: ripensandoci, forse era sembrata una persona quasi atletica per quei venti minuti; ora però è ritornata la solita, pigra Gwendolyn di sempre, mentre bussa alla porta con il cuore che le sta letteralmente facendo un buco nel petto per quanto batte veloce -forse sarebbe dovuta andare a quegli allenamenti gratuiti in palestra, forse.
"Ben, sono io, apri!" urla, sperando che lui, dopo averla fatta preoccupare così tanto, si degni almeno di farla entrare.
In realtà si sta già preparando psicologicamente a star seduta nel corridoio per tutta la notte facendosi venire il culo piatto come una sogliola, quando, fortunatamente, la porta si apre facendo comparire Ben.
Porca merda.
Sinceramente, questo è tutto quello che le viene da dire quando nota gli occhi contornati da due cerchi scuri, il naso rosso e screpolato e i capelli appiattiti sulla sua fronte. L'ultima volta che l'ha visto in queste condizioni è stato quando il suo - ormai ex - ragazzo l'ha lasciato, ma ormai lui non fa più parte della sua vita.
"Ben, cos-"
"Shht! Abbassa la voce! Così svegli tutti" sibila il ragazzo contro di lei, ed è meglio non far caso al fatto che: a) Gwen non stava urlando; b) non sono ancora le sette di sera; c) di cosa diavolo si è fatto Ben?
Gwen, attonita, se ne rimane lì, sull'uscio, a guardare il casino dentro a quell'appartamento: quando c'è stato l'uragano?
Il computer ha colpito la parete, ammaccandola, ed è finito rovinosamente per terra; del suo vaso preferito sono rimasti solo piccoli cocci sparpagliati ovunque; il cestino della spazzatura è rovesciato e da esso fuoriescono soltanto vuote lattine di birra; moltissime lattine di birra; le ha bevute tutte lui?
Anche Ben, vicino a lei, si è preso del tempo per guardare con amarezza il casino che è il suo appartamento, e poi, tutto d'un tratto, si pente del computer rotto, del vaso sfracellato, delle tende strappate, delle birre bevute: vorrebbe essere abbastanza lucido da poter parlare a Gwen senza essere troppo patetico e, contemporaneamente, vorrebbe essere abbastanza ubriaco da non pensare di aver fatto così tanto rumore che i suoi vicini di casa si sono preoccupati a tal punto da chiamare la sua migliore amica Perché lui non l'aveva di certo chiamata, vero? Fa schifo essere nel mezzo.
"E' tutto un cazzo di casino, Gwen" sussurra lui con la voce annodata e gli occhi già pieni di lacrime mentre la ragazza non esita ad abbracciarlo forte, stringendosi al petto quel ragazzo che sa essere tanto scemo quanto debole.
Non voleva propriamente dire che glielo aveva detto, però si, gli aveva detto di stare attento. Gli aveva detto che è un ragazzo di porcellana e che deve stare alla larga dagli elefantii, ma quando mai fa qualcosa che non è il contrario di quello che gli si è chiesto?
Non sono tanti i momenti come questo, quelli in cui lei tralascia per un attimo la sua repulsione per qualsiasi genere di contatti umani e riesce ad essere seria.
Rimangono lì per un po' a dondolare l'uno nelle braccia dell'altra, e lei sa benissimo che Ben non dirà proprio niente, ma decide che starà lì ad aspettare che semplicemente lui elabori il fatto e poi, quando sarà pronto a parlare, lei ascolterà. Perché è una ragazza con il diploma di "amica perfetta", solo per quello.
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Quella sera, i due amici erano rimasti accoccolati sul divano, e Benjamin qualche volta aveva pianto e Gwendolyn aveva stretto la presa su di lui e qualche altra volta, invece, lo stomaco di Ben aveva brontolato e lui aveva ammesso di non mangiare da un po'; per questo motivo, Gwen si è ritrovata a girovagare tra gli scaffali di un ben poco affollato Tesco.
Aveva pensato di prendere qualcosa di sano, come verdure e quel genere di cose, per mettere insieme un vero e proprio pasto; poi però aveva visto su uno scaffale del cioccolato, allora ha deciso di prenderne un po', ma ha visto anche delle patatine, e delle caramelle alla cannella - le preferite di Ben- e anche dei cereali allo yogurt e - beh, adesso la sua 'spesa sana' è stata schiacciata dal peso di tutta la sua 'spesa poco sana'. Questo ed altro per far felice quel pazzo.
Sta pensando che forse tutto questo le costerà un po' troppo e che probabilmente sarà fuori dal suo budget se comprerà anche quelle cialde di caffè al ginseng che sono così in alto sullo scaffale ma può arrivarci saltando solo un po'- quando ecco che, prendendo la maledetta scatola, tutte le altre scatole poco simpatiche rotolano giù sembrando- sembrando solo scatole che rotolano, però le incutono comunque timore. Perché a Benjamin devono sempre piacere le cose più irraggiungibili?
"Whoop" sente una voce dire e poco dopo delle mani la stanno aiutando a tenere le dannate scatole al loro dannato posto creando una specie di argine con le dita e, magicamente, le scatole sono salve e lei non dovrà subirsi la ramanzina di nessun commesso.
"Grazie mille" dice d'istinto Gwen mentre si gira e- "Harry?
"Gwen!" dicono all'unisono gli unici due clienti di tutto il supermercato e probabilmente la guardia all'ingresso li sta stramaledicendo perché vorrebbe solo dormire ma, hey amico, questo è il tuo lavoro.
"Cosa ci fai in giro a quest'ora?" chiede Harry.
"Spesa d'emergenza" tutta la storia sarebbe lunga da raccontare "tu?"
Gwen cerca di convincersi che il sorriso che non riesce a trattenere è dovuto al fatto che è bello sapere che è solo Harry e non qualche sconosciuto, perché sarebbe stato imbarazzante; ma la realtà è che sta sorridendo semplicemente perché ogni volta che si incontrano lei fa casualmente figure di merda e perché Harry è Harry e non glielo fa mai pesare.
"Sto andando al lavoro però mi manca il tè" ridacchia come se qualsiasi persona normale associasse l'idea di lavorare al tè, mentre prende il suo cestino della spesa per aiutarla.
"Oh-grazie! Stai andando a lavorare adesso?" gli chiede, gli occhi che saltano un po' fuori dalle orbite perché spera che non lavori in un ospedale altrimenti passerà il resto del suo tempo a parlare di persone divise a metà e- blocca il flusso dei tuoi pensieri Gwen, si rimprovera mentalmente.
"Si, lavoro come dj in una piccola radio" la mano di Harry davanti alla sua faccia la riscuote dai pensieri che, se non si fosse notato, quando è stanca prendono il sopravvento sulla parte razionale del suo cervello.
"Il dj?! Figo!" urla quasi, ma subito dopo vorrebbe seppellirsi e tirarsi un pugno in faccia allo stesso momento perché è decisamente poco lucida al momento e si lascia scappare parole che non diceva da quando aveva più o meno dodici anni.
Ma lui non sembra proprio fare caso alle sue stranezze, oppure alla guardia che, dall'ingresso, li sta ancora mandando a quel paese, o al fatto che si sta completamente dimenticando del suo tè, quindi, mentre passando davanti allo scaffale colorato:
"Harry, come volevi il tuo tè?" perché almeno il tè può riuscire a prenderlo senza far cadere niente.
"Uhm.. alla menta, ma posso prenderlo io se pensi che potresti non arrivarci"
Adesso scherza anche?
"Questa potevi anche evitarla, Harry! E, tanto per chiarire, sono gli scaffali ad essere troppo alti; non tutti sono alti due metri come te" alza le spalle con il tè in mano e girandosi in direzione della cassa automatica. E' facile stare con Harry.
Sente lo scricchiolio degli stivali del ragazzo che la seguono e anche la sua risata che sembra essere l'unico rumore a parte il ronzio dei frigoriferi.
Dopo aver pagato e sistemato tutto nelle borse - grazie Harry-, i due escono salutando ad alta voce la guardia che si è arresa al loro baccano.
"Stai andando da Ben?" chiede lui, che non si è dimenticato che Gwen abita dalla parte opposta.
"Si, non sta passando uno dei suoi periodi migliori" scrolla le spalle ,consapevole del fatto che, come migliore amica, non dovrebbe dire niente di ciò che sta succedendo nell'incasinata vita del suo incasinato Ben, ma non è così semplice accumulare tutto e non poterlo dire a nessuno. E non poter sfogarsi.
"Oh- per questo l'altra sera al pub se n'è andato?"
"Al pub? Non- non so niente" erano usciti insieme? Perché non gliel'aveva raccontato? Di solito non riesce a non parlare di Kyle per più di cinque secondi.
"Si; all'inizio era come al solito, intendo dire, allegro e tutte quelle belle cose, e ad un certo punto ho potuto vedere il suo viso accartocciarsi- si dice che un viso si accartoccia?"
Gwen scrolla le spalle, notando come il ragazzo stia cercando di calibrare le parole mentre continua:
"Beh, lui è diventato triste e poco dopo si è alzato di scatto e se n'è andato: probabilmente non gli stava simpatica la ragazza di Liam-" deduce "-si, credo di si, perché quella di Kyle è a posto"
Merda. Merda.
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"Beh- allora ci vediamo domani mattina?" chiede Harry quando, davanti al portone di casa di Ben, passa il sacchetto della spesa a Gwen.
"Domani mattina?" chiede lei piegando la testa di lato come un cane che ha visto chiaramente il biscotto che tieni in mano ma non riesce a capire per quale motivo ti stai comportando da stronzo nascondendoglielo dietro la schiena -persona crudele!
"Certo, io sono un uomo che mantiene le promesse, per cui verrò a dare una mano a Victor" si impettisce il diretto interessato, prima di imitare con la nuca la stessa posizione di Gwen.
"Okay, okay! Abbastanza convincente" finge di fare la sufficiente, mentre ride sotto i baffi mentre saluta quel ragazzo così gentile.
Quando però è a metà della rampa di scale, si ricorda di non aver fatto una cosa, perciò lascia le borse sul gradino e corre di nuovo giù, fino in strada, dove Harry si sta allontanando con il suo solito passo tranquillo.
"Harry-!" lo richiama e lui si gira come se qualcuno lo avesse colpito dritto in testa con un bastone, spalancando gli occhi "-grazie!" e, con questo, si riferisce a tutto: al negozio di giocattoli; alle scatole rotolanti; al sacchetto della spesa e grazie anche per averle fatto capire cosa diavolo è preso a Ben.
Gesù, è stata davvero così stupida da non prenderlo neppure in considerazione?
NOTA AUTRICE
Non sto qui a spiegarvi niente, volevo soltanto dirvi GRAZIE per le letture e spero che vi piaccia almeno un pochino il capitolo.
(Maggio sarà un mese di fuoco a scuola, non credo che riuscirò a postare fino a fine mese, incrociate le dita per i miei voti!)
ImBecky_99
  
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