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Autore: Flitwick    30/04/2015    2 recensioni
Venti situazioni, tanti personaggi e troppa fantasia, cosa potrebbe uscirne mai?
A vostro rischio e pericolo, ciò che troverete va dal drammatico al comico.
Buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Axel von Fersen, Hans Axel von Fersen, Marie Antoinette, Oscar François de Jarjayes, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~~Prompt 005 ~ Son

C’era gran fermento al Saint Antoine quella mattina. Suore e inservienti che correvano da una parte all’altra acchiappando bambini scalmanati da portare nella sala da bagno. Questi ultimi, molto poco inclini alla pulizia, tentavano di sfuggire all’attacco di shampoo e bagnoschiuma, ma con scarsi risultati.
Tutti tranne uno.
Se ne stava rannicchiato sotto un’imponente statua di granito ricoperta di fiori, era immobile come uno dei tanti piccoli putti sparsi per l’orfanotrofio a cui nessuno prestava attenzione. Il trambusto si perpetuò fino a mezzogiorno, quando il piccolo vide da una minuscola finestrella una lussuosa macchina nera parcheggiare davanti all’istituto, e a quel punto capì.
Qualcuno oggi avrebbe lasciato le suore per avere una nuova casa e dei nuovi genitori, ma come al solito lui avrebbe dovuto tacere per non creare scompiglio e lasciare agli altri la possibilità di andarsene.
Chi avrebbe mai scelto lui?
Il povero pazzo, lo squilibrato, lo scemo.
Ogni volta che incrociava Suor Christine nei corridori si faceva il segno della croce pregando “per questa povera anima annebbiata”. Ma Louis Charles non era pazzo, e lui lo sapeva. Guardò di nuovo fuori  e vide una donna dai lunghi capelli biondi accerchiata da una folla di bambini urlanti. Accanto a lei sorrideva un uomo dai lineamenti nordici e dal portamento regale.
Si spinse contro il vetro per osservare meglio, ma li vide scomparire nell’atrio mentre una monaca chiudeva la porta. Sgranò gli occhi. Conosceva quella donna, quei capelli biondi e ondulati, la vedeva tutte le notti nei suoi sogni più tristi. Gli sorrideva porgendogli la mano, senza però riuscire mai a raggiungerla.
Pianse a lungo Louis Charles, sapendo che lei non lo avrebbe scelto.

Marie Antoiniette si sedette sulla piccola seggiola di pelle a pochi metri dal marito osservando i piccoli quadri presenti sulle pareti scrostate. Non le piacevano gli orfanotrofi e nemmeno le suore, ma per questa volta avrebbe dovuto sopportare. Hans le sorrideva radioso mentre cercava di mettersi comodo su quella poltroncina troppo piccola per il suo metro e novanta.
Strinse le gambe, ricordando perché erano lì.
Ed era colpa sua, era tutta colpa sua.
Sterile, così la definiva il medico.
Malata, così la definiva la suocera.
Speciale, così la definiva Hans, ma sbagliata era l’unico aggettivo che secondo lei le si addiceva perfettamente.
Dopo quasi sei anni di matrimonio non era riuscita a rimanere incinta e la sua famiglia non glielo aveva mai perdonato. I Von Fersen, la famiglia di suo marito, avrebbe ricorso al divorzio, o all’annullamento, ma Hans non glielo aveva permesso.
Lo osservò in silenzio, come poteva sopportare questa umiliazione per colpa di una incapace sterile? Prendere un bambino non proprio, crescerlo e affidargli la propria eredità.
Nessun sangue, nessuna carne comune. Probabilmente solo il desiderio di amore ad accomunarli.
-Bene signori, benvenuti nel nostro istituto.-
Trasalì alzando di scatto il viso. Davanti a lei una suora dagli occhiali grigi sorrideva incoraggiante. Aveva delle rughe vicino agli occhi, notò, probabilmente era molto più anziana di quanto sembrasse.
Percepì il calore di Hans avvolgerle le mani teneramente, doveva essere molto pallida per far avvicinare così tanto suo marito di fronte a una suora.
-È un piacere fare visita al suo istituto, suor Claudette. Io e Marie abbiamo ricevuto una adorabile accoglienza.-
La donna annuì e tirò fuori dal cassetto un libro piuttosto spesso e malridotto.
-Perdonate la mia schiettezza Monsieur, ma vorrei comprendere la vostra presenza in un posto come questo. Siete venuti per fare una donazione?-
-Non esattamente, vedete io e mia moglie vorremmo adottare un bambino.-
Vide gli occhi della suora squadrarla da capo a piedi, ben sapendo cosa stesse pensando.
Le donne a metà sono sempre le peggiori, lei ne ha viste tante. Così libere, piene di gioielli, di soldi e di tempo. Donne vuote e inutili, soprattutto se ricche.
Stiracchia un timido sorriso, cercando di sembrare convincente, ma Marie sa perfettamente di fallire.
-Davvero una splendida notizia, Monsieur. Qui ci sono così tanti bambini che necessitano di una casa e di amore.-apre il libro velocemente, come se  stesse cercando qualcosa-Desiderate un maschio o una femmina? E di che età?-
Apre la bocca per rispondere, ma Hans la precede-È irrilevante, superiora, l’importante è che sia felice di stare con noi.-
Tace di nuovo Marie, come sempre lei non ha voce in capitolo.

Corre verso il cortile mentre la donna bionda viene di nuovo investita dai suoi amici.
Lui lo sa, lo sente. Deve salutarla, deve vederla.
Sono anni che non la incontra e la tristezza finirà presto per trasformarsi in disperazione. La notte lei è lì, lo aspetta in un meraviglioso giardino di rose, ma Louis corre corre, eppure lei sparisce alle prime luci dell’alba.
-Fermati immediatamente Louis!- le urla e i passi di suor Christine lo raggiungono, ma lui lei ignora, correndo ancora più velocemente, perché stavolta lei non andrà via.
I suoi amici la accerchiano e lui piange introducendosi fra loro.
Urla, spinge, grida. Non gli importa.
Vede il suo sorriso gentile e singhiozza disperandosi, perché non lo guarda?
Si avvicina ancora di più, sfiorandole la chioma dorata. Lei si gira, offrendogli una caramella, e lui piange.
-Maman Reine...-
La abbraccia di scatto, sentendola irrigidirsi di colpo. Piange, ansimando, perché non riesce a crederci.
Lui non è pazzo.
Louis non è pazzo, perché lei è qui.
-Maman Reine, sono io... Sono Louis Charles...-
I suoi occhi blu si sgranano mentre le guance si imporporano. –Stai bene piccolino? Mi dispiace, ma io non sono...-
La stringe ancora di più, e stavolta le grinfie della suora lo raggiungono.
Si dispera e lei resta immobile, attonita.
-Lo perdoni Madame Von Fersen, è un povero squilibrato, che Dio lo abbia in gloria questo povero figlio.-
Marie tace, guardando gli occhi del bambino. Un azzurro tenue, sporcato da piccoli fili blu cobalto.
Un cielo di primavera racchiuso nelle sue tristi lacrime.
-È convinto di essere figlio della regina Marie Antoinette. Faccia finta di niente Madame, stia tranquilla, lo porto via subito.
Non parla, mentre le sue urla la investono. Guarda oltre, ma sente la sua voce straziata colpirla al cuore, senza possibilità di difendersi.
Si dimena, combatte, urla, morde.
-Maman Reine! Venite a salvarmi!-
La guarda per l’ultima volta e vede le lacrime sporcarle il viso.
Louis Charles sa che non la rivedrà mai più.

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