Ehilà!!!
Eccomi
tornata :)
Scusate sono un
po’ di
corsa >.<, quindi non mi resta che augurarvi buona
lettura. Se avete
voglia fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e di come trovate la
storia
fino a questo punto! XP
Un grazie enorme a
chi ha recensito e a chi, nonostante i miei ritardi, continua a seguire
la mia
storia!!!
Kiss,
Nerys <3
L’Amicizia…
Quegli amici che hai e la cui
amicizia hai messo
alla prova, aggrappali alla tua anima con uncini d’acciaio.
William Shakespeare
«Bene.
Che ne dici di ricominciare dall’inizio, ma senza
saltare alcun dettaglio?» mi domandò la mia amica
sdraiandosi sul morbido tappeto
nella mia stanza, mentre io mi appollaiavo sulla sedia girevole vicino
alla mia
scrivania e giocherellavo con la collana che portavo al collo cercando
di
trovare le parole per spiegarle tutto.
Non
era facile.
Un
conto era raccontarle di incubi che mi tenevano sveglia
la notte…
Un
altro era dirle che avevo visto una creatura terrificante
abbarbicata alla mia finestra e poi la stessa donna bionda che
infestava i miei
sogni davanti alla porta del bar…
Stavolta
mi avrebbe presa per certo per pazza o psicotica,
quindi che male c’era nel cercare di temporeggiare un
po’? Forse dopo oggi non
mi avrebbe più rivolto la parola, non era normale cercare di
evitare di perdere
un’amica a cui tenevo veramente?
«Quando
hai voglia di incominciare a spiegare…» mi
esortò
Cassie tamburellando con le dita sul palchetto.
Durante
tutto il tragitto dal bar a casa mia non aveva
spiccicato parola, limitandosi a fare strada e rispondere a qualche
messaggio
di tanto in tanto. Solo in un’occasione aveva aperto bocca,
vale a dire quando
aveva chiamato sua madre per dirle che sarebbe rientrata tardi e di non
aspettarla per cena. Dopo di che si era chiusa in un ostinato silenzio
lanciandomi qualche occhiata ogni tanto.
«Come
ti avevo già detto sono settimane ormai che non dormo
più a causa degli incubi...» iniziai a raccontare,
mentre giocherellavo con una
matita per cercare di scaricare l’agitazione e la
preoccupazione perciò che
sarebbe successo una volta che avessi terminato di spiegarle.
«All’inizio avevo
pensato che fosse tutta colpa dello stress
dell’università, ma… Gli esami sono
finiti da più di due settimane ed i miei sogni sono
continuati.» affermai
battendo ritmicamente la matita sulla scrivania ed evitando
accuratamente il
volto di Cassie.
«Ogni
notte diventano sempre più dettagliati e vividi, tanto
da non sembrare nemmeno più sogni. Nemmeno Lei… -
Ti ricordi la ragazza bionda
di cui ti avevo parlato? - Più la sogno, più
l’idea che sia frutto della mia
mente, mi sembra impossibile. Non so spiegartelo, ma è come
se lei fosse una persona
reale, non una mia creazione, ma un essere umano come te e
me.» tentai di
spiegarle. «Il suo comportamento è troppo umano e
le sue reazioni e azioni
troppo incoerenti. Non riuscirei mai ad immaginarla così
perfettamente durante
il sonno.» Conclusi voltandomi nella sua direzione per vedere
come stava prendendo
quel piccolo frammento di verità, che mi aveva obbligata a
spiattellare.
Cassie
era ancora sdraiata sul tappeto con gli occhi fissi
su di me e un’espressione indecifrabile in volto, gli
occhiali li aveva alzati
sul capo, tenendo indietro i boccoli neri e mettendo in mostra gli
occhi scuri
che mi scrutavano affamati di mistero. «Il peggio
è successo ieri sera…» dissi
lasciando cadere la matita sul tavolo e girandomi con la sedia di
fronte alla
mia amica. «Non mi crederai, ma lasciami raccontare fino alla
fine, dopo di che
potrai dirmi tranquillamente quanto sembro pazza.» le
promisi, lei fece un
semplice cenno del capo, intenzionata a non aprir bocca per evitare di
cambiar
discorso.
«Come
al solito ieri sera stavo faticando a prendere sonno,
quando finalmente ero a metà fra il dormiveglia ed il sonno
profondo, ho
sentito dei strani rumori vicino alla finestra. Subito pensavo che
stessi già
sognando, ma quando mi sono resa conto che ero ancora sveglia, ho
deciso di
alzarmi per andare a controllare e…» deglutii e mi
passai una mano sugli occhi.
«… c’era una creatura dalla pelle
bianca, due fosse scure al posto degli occhi,
denti piccoli ed affilati ed indossava uno smoking rosso con camicia
nera.
Stava appollaiato sul davanzale e graffiava il vetro della finestra con
degli
artigli lunghi e taglienti, chiamandomi senza sosta Denise e dicendo
che la sua
padrona ci stava aspettando…»
Gli
occhi di Cassie si allargarono ascoltando il mio
racconto, ma non mi interruppe.
«Pensavo
davvero che da un momento all’altro sarebbe
riuscito ad entrare in casa e non ho voluto immaginare nemmeno per un
secondo
cosa mi avrebbe potuto fare. Per fortuna non ne ha avuto il tempo. Una
donna è
arrivata e lui è scomparso immediatamente. Non
l’ho vista in volto, mi dava la
schiena, ma aveva una lunga treccia bionda ed è sparita
subito dopo.»
Conclusi
in questo modo il mio monologo e poi rimasi in
silenzio in attesa.
«E
oggi? Per quale motivo sei scappata da L’Eclissi?»
domandò semplicemente
mantenendo un tono di voce atono e senza tradire alcuna emozione.
Distolsi lo
sguardo dal suo e presi a aprire/chiudere il cinghietto
dell’orologio in un
gesto nervoso.
«C’era
una ragazza…» mi bloccai un momento incerta su
come
continuare. Avrei potuto mentire per salvaguardare tutto ciò
che restava della
nostra amicizia e non farla scappare a gambe levate, ma così
avrei tradito la
sua fiducia e sarebbe stato anche peggio…
Quando
avevamo cominciato a conoscerci c’eravamo soltanto
promesse una cosa: assoluta sincerità; tutto il resto era
facoltativo e passava
in secondo piano. Entrambe, in passato, non avevamo avuto fortuna per
quanto
riguardava le amicizie…
Lei
era stata buttata fuori dal suo gruppo dopo che l’ultima
arrivata l’aveva messa in mezzo nella sua relazione con il
fidanzato di una
vita, accusandola di aver fatto la cascamorta con lui…
Io
avevo iniziato ad allontanarmi di mia iniziativa dal mio
gruppetto, quando le avevo scoperte a sparlare su di me. Solo in quel
momento
mi ero resa conto quanto per loro fosse superficiale la nostra
amicizia...
Da
ciò si può intuire a che livelli storici fosse la
nostra
fiducia nel prossimo… Poco da stupirsi che uno dei valori
fondamentali su cui
si basava il nostro rapporto fosse proprio la sincerità.
Avevamo sempre pensato
che sarebbe stato meglio dirci sempre cosa ci passava per la testa e
scontrarci
di tanto in tanto, piuttosto che costruire un legame falso e
superficiale!
Quindi ora non mi restava che una sola scelta…
«Ho
visto la ragazza del mio sogno fuori dal porta del bar.
Sbirciava dentro dalla porta e mi ha sorriso…»
sussurrai con tono incredulo,
pure io faticavo ancora a crederci, quindi non l’avrei
biasimata se mi avesse
ritenuta una bugiarda.
Sbirciai
con la coda dell’occhio nella sua direzione in
attesa di una sua sfuriata, dove mi avrebbe accusata di mentire e di
quanto non
fossi troppo diversa dal suo vecchio gruppo, ma non successe niente.
Era
rimasta immobile per diversi minuti con gli occhi persi
nel vuoto, stava metabolizzando tutte le informazioni che le avevo
dato. Poi con
assoluta calma si sedette sul tappeto e abbassò gli occhiali
aggiustandoseli,
mentre io trattenevo il fiato aspettando che scoppiasse a ridere e mi
dicesse
che ero diventata matta da legare.
Le
mie preoccupazioni furono del tutto inutili, dato che la
sua reazione fu del tutto imprevedibile e scioccante. La mia amica
incrociò le
gambe davanti a sé e mi sorrise. «Ce
l’hai ancora la brandina?» mi chiese
allegra. «Abbiamo una lunga notte davanti e, se succede
qualcosa, non me lo
voglio perdere!» affermò decisa.
Ok.
Era
solo una mia impressione o avevo un’amica davvero
anomala?
No,
perché io le avevo appena raccontato di soffrire di
incubi inspiegabili e, probabilmente, di allucinazioni terrificanti e
lei mi
guardava eccitata davanti alla prospettiva di esserne partecipe, mentre
una
persona normale mi avrebbe dato della pazza e mi avrebbe consigliato
delle
visite da un bravo psicologo!
Forse non mi sarei dovuta
preoccupare troppo di quella
creatura con un gusto per la moda alquanto discutibile, ma piuttosto
della
ragazza che parlava entusiasta davanti a me…