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Autore: Daeva    18/02/2005    0 recensioni
Sì, ambivo da tempo immane a questa fanfiction *_* Un racconto dal sapore un pò shojo, un pò saggio di psicocialtroneria.
L'ipotetico seguito di "It's You that I Adore" e "Suite for Cello", con come protagonisti i figli delle nostre coppie preferite.
Ed ecco quindi Tsuki, ragazza impenetrabile e folle con la sua amica Azami, intelligentissima e disponibile, Shizuka, la capoclasse sempliciotta e Mizuo, sadico per vocazione.
Il tutto condito da episodi di vita famigliare, con i problemi irrisolti dei vari genitori a condizionare la vita dei loro pargoli...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SAEZURITE "3. Principessa" Principessa
Tutto questo ci farà impazzire


-Ok, riconosco di essere stato un pò... Crudele.-
-Trovi?-
-Senti, sò che ti sembrerà strano sentirtelo dire, e probabilmente non mi crederai, ma ci tengo davvero tanto a te.-
-...Perchè parli così a bassa voce.-
-Vuoi che lo urli? Se vuoi lo faccio.-
-Inizi a diventare seccante.-
-Dammi un'altra possibilità...-
-Cos'è, hai fatto una scommessa?-
-...Tsuki..-
-O forse è più semplicemente il tuo orgoglio ferito?-
-Tsuki...-
-Sono arrivata a casa. Ora vattene.-
-Manca ancora un'isolato a casa tua.-
Due lampi verdi si scontrarono contro il viso di Mizuo.
La ragazza sibilò -Ti ho detto di lasciarmi in pace.-
L'espressione del ragazzo si fece ora più dura, aguzza -Ti aprirò in due cme un'ostrica, piccola troia.-
-Eccolo.- Tsuki assunse un'aria di sufficienza -Il vero Mizuo.-

Lui l'afferrò per le braccia, la tirò verso le sue labbra avide.
Si baciarono a lungo, nascondendosi dietro un lampione, rischiando di cadere addosso ai secchi dell'immondizia.

-Tsuki posò poi la testa sul petto del ragazzo -Mia madre non vuole che ti frequenti, Mizu.-
-Anche la mia. A quanto pare tra le due c'è vecchia ruggine.-
-Ci conviene lasciar stare.-
-Io non lascio stare. Ti considero una mia proprietà.-
-Mphf- sorrise lei -Sei davvero un cafone. Non sai proprio come ci si comporta con le ragazze.-
-Ma sò quello che amano.-
Un'altra serie di piccoli baci dolci.
-Sei uno stupido.-
-Scusami per l'altro ieri ma... Dio, Tsuki.- Mizuo sciolse i suoi occhi in quelli di lei -Dimmi che sei mia.-
-E allora...- gli sussurrò lei nelle orecchie -...Dimmi che anche tu sei mio.-
La voce di Mizuo perse il tono eccitato/supplicante.
Aveva un tono di voce da avvocato. O da borsista.
Si vedeva che proveniva da una famiglia ricca.
-Questo comporterebbe una modifica nei nostri accordi.-
Tsuki cadde dalle nuvole -Cioè..?-
Mizuo si avvicinò all'orecchio di lei, e le espose la sua proposta.
Tsuki sgranò gli occhi e scappò via riempiendolo di insulti, mentre lui la rincorse per qualche metro, ridendo.

***

-Non hai altro da portare in lavanderia?- mormorò Rei togliendosi il sudore dalla fronte.
-Lascia stare, ci penso io. In quelle condizioni non devi affaticarti.- rispose Gendo, senza alzare gli occhi dal suo portatile.
-Non riuscirei a stare a letto inerme. Mi deprime.-
-Allora stai seduta.-
-Oh, Gendo...-

Gendo Ikari non riusciva ancora a capacitarsi del modo in cui Rei pronunciava il suo nome.
Era così piena di..."Confidenza".
Non gli piaceva che gli parlasse con quel tono.

-Ho detto che non voglio che ti affatichi. Torna a casa.-
-...Vuoi che ti mandi Tsuki..?-
I due tacquero per qualche secondo.
Gendo si voltò abbandonando il computer rivelò uno sguardo irto di rimprovero -Cosa stai insinuando?-
-Assomiglia a Yui, non trovi?- rispose Rei senza lasciar trasparire emozioni.
Gendo si alzò dalla sedia, raggiungendola con pochi passi.
Rei alzò il suo sguardo sfidando i suoi occhi.
Non ne era sicura, ma aveva l'impressione di arrossire ogni volta che guardava quegli occhi.
Gendo lo ripetè -...Cosa stai insinuando?-
Rei lo affrontò -Sei un uomo fortunato. Puoi scopare la madre e fantasticare sulla figlia.-
Uno schiaffo erose l'aria.
Suonò secco e freddo sulla guancia di Rei.
La donna si coprì la parte bollente del viso con una mano bianca.
-Scusami.- mormorarono insieme.
Ancora Rei, sussurrando -La nostra relazione non procede bene.-
Gendo sentì un peso al centro del torace, per quelle parole, ma ostentò decisione -Non voglio vedervi più. Nè te, nè tua figlia.-
L'uomo si voltò, tornando ai suoi files.
Rei aprì la porta e uscì senza dire una parola.

***

-Aaah, tra quei due finisce sempre così.- constatò Azami a voce alta, quasi sospirando.
-A chi ti riferisci?- chiese Asuka, tanto per intavolare una nuova discussione mediocre con sua figlia mentre dipingeva le sue unghie di bruno.
-Tsuki e Mizuo.-
-Ah, era Tsuki al telefono? Potevi salutarla da parte mia.-
-Non è il tipo da convenevoli.-
-Beh, è un miscuglio tra un'Ayanami e uno dei peggiori Ikari su questa terra...-
-Non parlarne come se fosse un'arma nucleare!-
-Ma sai che Tsuki è un pò come fosse tua zia? E pensa, Ayanami è la matrigna di tuo padre...-
-Che c'è da ridere?-
-Come che c'è da ridere? Ayanami è mia suocera!-
Azami trattenne una risata -Mamma, smettila. Non è carino.-
-Eppure sai...- gli occhi della donna si abbassarono malinconici sulle unghie lucide -...Ho sempre invidiato un pò Ayanami.-
-...-
Azami pensava anche il contrario, ma preferì cambiare discorso -Perchè ti metti lo smalto? Vai da qualche parte con papà, stasera?-
Asuka si fece raggiante -Sì, a una cena di lavoro. Ci saranno anche i colleghi di tuo padre.-
-Ma papà non è il Direttore? Che colleghi ha?- c'era in Azami una punta di presunzione.
-Beh, i responsabili delle altre sezioni...Suo padre...-
-Ci sarà anche il vecchio Ikari?-
-Sì, sembra siano riusciti a strapparlo da casa sua per una sera.-
-Ci sarà anche la madre di Tsuki, quindi... Posso invitarla a cena da noi?-
-Spero non organizzerete qualche strana festa.-
-...Sarebbe un'idea.- ironizzò Azami.
-AZAMI!- la rimproverò Asuka.

***

Tsuki si affacciò alla porta della camera di sua madre, senza farsi notare.
Si sforzava di singhiozzare silenziosamente, ma si sentiva lo stesso.
Fu così che concluse che, al contrario di quando ipotizzava Azami, sua madre non si sarebbe mossa di casa.
Provò una rabbia lancinante.
Diede un piccolo colpo alla porta, facendola aprire di più.
Senza parlare, sua madre si sarebbe accorta della sua presenza con la coda dell'occhio.
Così fu.
rei si voltò di scatto asciugandosi gli occhi con la manica della maglia -Ah, Tsuki, sei tu. Che succede?-
-Gendo-san non ti ha invitato a cena fuori con i suoi colleghi di lavoro, vero?-
Rei tacque. Non sapeva neanche che Gendo stasera sarebbe uscito.
-Azami mi ha invitato a casa sua. I suoi non ci sono. Ne aveva concluso che neanche tu ci fossi. Ma lui non ti ha invitata, vero?-
-Visto che siamo in argomento, te lo dico subito...- disse Rei deviando il discorso -...Tuo padre non vuole più vederci. Quindi, niente più pulizie settimanali a casa sua.-
Tsuki apparve costernata -Ma possibile che voi due vi comportiate sempre in questo modo? Cos'è, adesso vi siete lasciati?-
-Veramente non siamo mai stati insieme.-
-Smettila, mamma!- urlò Tsuki -Non fare tanto la dura! Tu pèassi le serate a piangere e lui si isola dal mondo. Mi chiedo che razza di psicanalista sei! Così brava per risolvere i problemi degli altri ma per i tuoi non sai fare un cazzo!-
-Non urlare in questo modo, Tsuki.-
-Perchè non la smettete e vi amate?! Perchè continuate a giocare alla coppietta tormentata? Non capite quanto questa situazione mi frustri?! Non vedete che state rovinando la MIA vita e non solo la vostra?!-
-Tsuki, la situazione tra me e tuo padre è più compless..-
-VI ODIO! VI ODIO DA MORIRE!-
Rei fece i conti con quelle parole, mentre Tsuki scendeva giù dalle scale per correre fuori da quella casa.

***

-Guarda, non è questo il libro di cui si parlava su quel sito?-
-Ah, sì... Vediamo il prezzo, casomai me lo compro..-

Nell'istante in cui Mizuo alzò gli occhi dal prezzo per confermare l'acquisto, vide Tsuki correre lungo il marciapiede.
-...Quella non era la tipa della seconda sezione che ti scopi, Mizu?-
-Veramente ancora non me la sono scopata, Shizagi.- rispose Mizuo.
Tornò per un secondo con gli occhi sulla strada.
-Ehy, Osashi, ti vediamo pensieroso... Dove credi che andrà quella fighetta?-
-...-
-Forse và a battere. Aveva ancora la divisa scolastica, magari andrà a rimorchiare qualche vecchio per raccimolare qualche soldo...-
-Ah,ah...Ehy, Mizuo, mi sà che solo te non te la sei ancora scopata!-
Ancora risate oscene, a cui Mizuo pose fine con una semplice e minacciosa frase -Perchè? Voi ve la siete fatta?-
Il no era evidente. Non aprirono neanche la bocca, si limitarono a scuotere il capo in diniego.
-..Allora cosa cazzo dite?- commentò gelido andando alla cassa col libro.

***

Tsuki arrivò di corsa all'appartamento di Gendo.
Salì i gradini saltandoli, senza fiato bussò alla porta gettandovi entrambi i pugni.
Nessuna risposta, mentre continuava a battere, nervosa, finchè non le dolsero i polsi sottili.
Nessuna risposta.
Tsuki scivolò davanti quella porta chiusa con i pugni stretti tremando per la rabbia.

-Che ci fai qui?-

Tsuki si voltò di scatto, con la velocità con cui epirò.
Gendo vide sul volto della figlia un odio che sembrava ormai lontano, un tempo riflesso dal viso di Shinji.
-E' successo qualcosa a casa..?- tentò, quasi comprensivo.
-Sì.- confermò Tsuki -E' successo che mia madre se ne starà sola a casa a piangere mentre tu te ne andrai a cena fuori.-
Gendo sembrò contrariato -Cos'è? Vuoi giocare all'avvocato difensore?-
-Dov'eri?-
-Ero andato in lavanderia.-
Ci fu un silenzio di stasi.
Tsuki era all'improvviuso troppo stanca per essere furiosa. La lunga corsa l'aveva sfiancata.
Era stupida.
Una stupida impulsiva e passionale.
-Ti prego, rendi felice la mamma.- disse ancora in ginocchio.
La frase, per quanto pura e semplice sembrò un'utopia ad entrambi.
-Lo vorrei, ma...- mormorò Gendo aiutando Tsuki a rialzarsi.
-Ma cosa?-
-Il fatto è che io e tua madre abbiamo sbagliato tutto fin dall'inizio.-
-...-
-Se la vita di una persona potesse considerarsi come un quadro...- rispose l'uomo, con una voce gentile e calda che commosse Tsuki -...La storia tra me e tua madre non sarebbero altro che pennellate date a caso.-
Gli occhi verdi di Tsuki si riempirono di lacrime, mentre affondava il viso nel petto di Gendo piangendo tutte le lacrime che aveva trattenuto per loro due finora.

***

Dall'altraparte del filo, tre squilli già andati a vuoto.
Quando si era ormai arreso, una voce femminile lo fece sussultare -Casa Ayanami, chi parla?-
-..Tsuki?- tentò Mizuo.
-Tsuki? no, non è in casa. Sei un suo compagno di classe? Devo lasciarle detto qualcosa..?-
Mizuo attaccò istintivamente il telefono.

***

-Sono tornata.- constatò semplicemente Tsuki rientrando.
-Tsuki.- rispose Rei, facendo capolino dalla finestra -Dove eri andata?-
-A casa di Azami. Ho disdetto il nostro appuntamento.-
-Hai gli occhi arrossati. Hai pianto?-
A volte si stupiva che sua madre si accorgesse di queste cose -No.-
-C'è stata una telefonata strana poco fa.-
-Strana? Chi era?-
-Un ragazzo.- sibilò Rei.
-E allora?-
-Era quel Mizuo.-
-Cosa? Mizuo ha telefonato qui..?-
-Ti avevo detto di non frequentarlo.-
-Ma ti ha detto il suo nome? Ha detto di essere Mizuo?-
-No, non l'ha detto ma sapevo che era lui.-
-Che sciocchezze! Mizuo non mi telefonerebbe mai! E tra me e lui è tutto finito.-
-Tsuki, non voglio che frequenti una persona che ti picchia.-
-HO CAPITO, mamma.- rispose seccata Tsuki risalendo in camera sua -Chiamami quando è pronto per cena. Vado a fare i compiti.-
Rei strinse le labbra con frustrazione.
Aveva tante spiegazioni per le cose disastrose avvenute quel giorno, peccato che non fosse in grado di risolverle.
Fece un lungo sospiro, poi si fece coraggio e salì le scale fino a raggiungere la camera della figlia.
Tsuki si voltò di scatto.
Anche lei era in lacrime, sdraiata sul letto.
-Buon sangue non mente, mh?- constatò Rei.
-Mamma, ti prego, vattene, non mi và di parlarne...- concluse sconsolata Tsuki.
-Non voglio parlare di qualcun'altro per una volta. Parlerò di me. Parlerò della relazione che ho con tuo padre e perchè è giusto che sia chiusa qui.-
-Mamma, per quanto Gendo-san sia stato cattivo e crudele tu non puoi lasciarlo! Negheresti i tuoi sentimenti e sviliresti i suoi! Perchè non cerchi di capirlo..?-
-Ma io lo capisco già. Io e Gendo siamo l'unica coppia che sà capirsi al volo.- sorrise mestamente Rei.
-Ma cosa dici..?-
-E comunque quell'uomo non è mai stato cattivo e crudele con me. Non eccessivamente almeno. A ben guardare è stato molto più crudele verso sè stesso, che non verso di me.-
-...-
-Forse ti stavi riferendo a qualcun'altro? Ti sei confusa con Mizuo e te?-
-Anche Mizuo...Non è poi stato così crudele con me...-
-Vedi? continueremo a giustificarli in eterno.- sorrise Rei -Ma un tempo, quando la storia tra noi due è iniziata, non avevo nessuna intenzione di subire ancora la volontà di quell'uomo. Sì, oggettivamente il nostro rapporto non ha mai avuto il gusto di una serena relazione di coppia. Ci sentivamo entrambi sperduti e traditi. E inconsciamente, è come se avessimo trovato l'uno nell'altra il non plus ultra dell'autocompiacimento.-
-Che vuol dire?-
-Nel ruolo che c'eravamo dati di volta in volta rispecchiavamo tutto quello di cui un essere umano ha bisogno: una vittima, un carnefice, una spalla su cui piangere, qualcuno da sostenere. Lui mi ha sempre dato così tanta fiducia...Una fuducia cieca, come se gli fosse dovuta. Chiunque avesse guardato dall'esterno avrebbe dedotto che mi sfruttasse per i suoi scopi, ma la verità era un'altra. La verità è che ero io a tenerlo in pugno, per tutto ciò che rappresentavo per lui. Io ero una speranza. Ero la Speranza di poter avere delle seconde possibilità. Non una, ma migliaia, per tutti i fallimenti che aveva attraversato. Come marito, come padre. Se davvero mi ha mai considerato come un oggetto, quell'oggetto sarebbe stata la sua stessa vita.-
-Sò che non ti piace parlare del tuo passato. Ti ringrazio per queste tue parole.-
-Non prenderle per oro colato. Ma io lo sò e lo sà lui. Tutte le volte che facevamo l'amore, io e tuo padre, così felici, non facevamo altro che ricordarci i nostri obblighi. E tra noi due era sempre lui il più debole, era sempre lui che doveva dimostrarmi la sua potenza, e al tempo stesso la sua devozione. E io facevo lo stesso. Lo assecondavo in ogni desiderio. Amavo compiacerlo, come una regina farebbe col suo popolo. Il rapporto tra me e tuo padre è sempre stato così folle, chiuso, sigillato. Eravamo così contenti nel compiacerci di noi stessi che non ci siamo accorti che entrambi eravamo feriti. E che le nostre ferite non potevamo curarcele l'un l'altro.-
-Cosa vuol dire? Semplicemente che npon eravate anime gemelle?-
-Certo che eravamo anime gemelle. Ma eravamo anime gemelle artificiali. Di superficie. Il nostro amore, per quanto forte e splendido era basato su delle menzogne.-
-Quali menzogne?-
-Menzogne sui nostri ruoli. Io non ero la moglie perfezionata di Gendo. E lui non era il mio legame con il mondo. Io non ero devota ai suoi esclusivi pensieri, e lui non era devoto alla mia intera essenza.-
-Ma mamma, nella vita nessuno si ama in questo modo. Gli esseri umani non sono perfetti, quindi perchè dovrebbero esserlo le relazioni che instaurano? Cioè, nessun essere umano dona la sua esclusiva vita a quella dell'altro. Non in modo così totale come credi tu. O le altre ragazzine della mia età che sognano il principe azzurro.-
-Ma non capisci, Tsuki? Non siamo io e tuo padre a pretendere una presunta reciporoca perfezione: sono i nostri sentimenti. E' il nostro amore, così viscerale e assurdo a imporci dei comportamenti falsi.-
-L'amore impone per natura comportamenti falsi.-
-E Mizuo che comportamento falso ti impone?-
-Mizuo? Mizuo mi considera la sua bambola.-
-Sei certa che sia una bambola?-
-Cosa intendi dire?-
-Beh, cosa rappresentano di solito, le bambole?-
-..?-
-Principesse. Siamo le loro principesse, tesoro.-

***

-...Una principessa?-
-Mia madre a forza di trattare con i pazzi stà impazzendo lei stessa.- concluse Tsuki addentando un ravanello dal suo bento.
-Olà, ragazzuole, che si racconta?- Suzuhara alzò la mano attirando l'attenzione delle due amiche, mentre si avvicinava al loro tavolo.
-Ciao, Suzuhara.-
-Parlavano come al solito delle mie turbe famigliari.-
Shizuka prese posto davanti le amiche, sedendosi sul tavolo di Ayanami -Un tempo non parlavi così tanto dei fatti tuoi, Tsuki. Anzi, non parlavi affatto.-
-Sono davvero stufa di tenermi tutto dentro. Non posso espormi con mia madre, altrimenti cecherà di appiopparmi a qualche suo collega...-
-Oh, un bello psicanalista... Sdraiati sul lettino... Credi ci saranno psicanalisti giovani, dove lavora tua madre?-
-Suzuhara non ti facevo così pervertita...-
-A proposito di pervertiti, sai l'ultima, Tsuki?-
-Di pervertiti non me ne intendo.-
-Mizuo!- sussurrò la bruna con aria sorniona per non farsi sentire dagli altri -Higarata della terza sezione mi ha detto che ieri era con Osashi e un gruppo di altri tipi della sua classe...ti hanno visto ieri per strada e hanno iniziato a fare battutine, come solo i soliti idioti sanno fare...-
-tra l'altro quelli della terza sezione sono una manica di pervertiti...Senza tirare in ballo i senpai.- decretò Azami annuendo.
-Ebbene, Mizuo ha preso le tue difese! Ha sottinteso una specie di minaccia a chi ci avesse provato con te...-
-Che idiota.- concluse Tsuki.
-Mi ha sorpreso... Solitamente Mizuo non è il tipo che prende le difese di qualcuno.- osservò Shizuka.
-E' come quegli animali che si fingono morti per attirare le loro prede.- disse Azami. Quel tizio non gli andava proprio a genio.
Tsuki tacque, le era passata anche la fame.
Aveva preso le sue difese...E se fosse stato davvero il suo principe azzurro?
In quel momento scese il silenzio in classe.
Le tre ragazze sorprese distolsero l'attenzione dai loro pettegolezzi.
La prima ad accorgersene fu Shizuka, per la posizione rialzata.
Subito scese dal tavolo, mentre Mizuo si avvicinava al tavolo di Tsuki.
Vi si fermò di fronte.
Tsuki si sentiva svenire.
Cosa avrebbe fatto. che sarebbe successo ora?
-Ayanami, vieni un attimo, devo parlarti.-
Automaticamente Tsuki si alzò e lo seguì. Il suo corpo era abituato a compiacerlo, mentre la sua mente era ancora basita per quella comparsa straordinaria.
Se ne sarebbe parlato per mesi, e ciò che i due si dissero quel giorno rimase un segreto per tutti.
   
 
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