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Autore: Adell Hawkins    02/05/2015    2 recensioni
Fu quella settimana di quel dicembre maledetto che cambiò la vita di Heather Wilson.
L'aveva letto negli occhi dei suoi genitori il timore per la sua partenza.
Lei voleva solo sistemare una cosa, e scoprire la verità.
Ma quando pensò che la "città dell'amore" l'avesse accolta a braccia aperte, iniziò a sbagliare.
***
E quindi credete che solo nelle favole la vita possa cambiare in un istante?
Anche la vita reale si può trasformare.
In SOGNI o in INCUBI.
Lui aveva iniziato a essere l'incubo di molti tanto, tanto, tanto tempo fa...
***
– Io e te? Non siamo così diversi.
Infatti, erano così diversi che la loro diversità li rendeva simili.
–Siamo un duo fortissimo, ce la faremo, vedrai...
~~~
STORIA INCOMPIUTA.
Prima o poi succederà a tutti.
Genere: Mistero, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alejandro, Heather, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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ADVICE:
Se nella lettura incontrerete qualcosa che vi farà dire “Eh?”, finite di leggere il capitolo e l’angolo dell’autore, vi sarà chiarito tutto.
Ve se ama ‘na cifra.

 

 

                                                                         Miz 1792



Parigi, Anno Domini 1792.
Per le strade un silenzio abissale, inoltrato nella nebbia.
Sono le prime luci dell’alba, gli scontri della sera precedente si sono freddati qualche ora dopo il tramonto.
Ceneri, cadaveri, sangue, morte.
La città non è più un luogo sicuro.
Nell’aria si espande la certezza della rivoluzione.
“O sei dei nostri, o alla ghigliottina!”


– Mamma, devo uscire.
Nel pallore mattutino, la sua voce sembrò più debole del respiro di un moribondo.
– Non dire scemenze! – la voce della donna la freddò sul posto – Hai idea del rischio che corri?
– Vado a vedere che sia tutto a posto, voglio solo rimediare un pezzo di pane!
La guardò profondamente con i suoi enormi occhi neri.
– Ah, lo sai che detesto quando fai quella faccia da cane bastonato!
La madre zoppicò verso la vecchia credenza ammuffita, frugò un po’ nei cassetti e si lasciò cadere sulla sedia.
– Tieni, prendi questi – disse porgendole un pugnale e una pistola con cinque colpi
– Non fare troppe domande, tesorino – tossì e si schiarì la voce – anch’io lo farei per salvare questa vecchia pellaccia
che mi ritrovo!
La ragazza penava nel vedere la madre in quelle condizioni, zoppa e malata. Avrebbe fatto di tutto per tornare a casa e
prendersi cura di lei.
Varcò la soglia – Tornerò presto, maman! –
Detto questo, uscì dalla soffitta umida in cui era rintanata.


La nebbiolina leggera e umida penetrava dritta nelle ossa.
Tutto intorno era solo sangue e putrefazione.
Rovine di case.
Resti d’incendi.
Bandiere strappate.
No, lì non era tutto apposto.
Nella ragazza si diffuse la certezza che da lì a poco, sarebbero morti tutti.
Per mano di un patriota, di un pazzo, di una guardia del re.
Non avrebbe fatto differenza.
Trovare cibo lì era a dir poco impossibile, a meno che non si sapesse a chi rivolgersi.
Erano una sottospecie di mercati neri, si poteva trovare di tutto fino alle cose più assurde.
Camminò velocemente lungo le vie secondarie, molto più sicure rispetto a larghe e scoperte vie principali o strette
viuzze piene di gente poco raccomandabile.
La pistola le rimbalzava fastidiosamente nella tasca della gonna stracciata.
Prima di girare l’ennesimo angolo, la tirò fuori e la fece svoltare prima di lei.
Strada vuota.
Tutto ciò sembrava surreale.
Un tempo quelle strade erano affollate da qualunque tipo di persona: ricchi snob nelle loro lussuose carrozze, gente
della media borghesia, furfantelli (orfani soprattutto) e tanti altri tipi di parigini.
Il mercato non era molto lontano dalla cattedrale, magnifica e imponente.
Veniva chiamato “il Mercato delle Sorti”, perché dipendeva da quei venditori malsani la vita o la morte di un’intera
famiglia di disgraziati.
Avvicinandosi alla porta del palazzo scalcinato adibito a luogo di commercio, picchiettò in modo ritmico sul portone.
Un uomo le rispose dallo spioncino e lei non poté fare a meno di fissare l’occhio ormai spento e bianco.
– Benvenuta alla casa farmaceutica “Le fois”, come possiamo servirla?
La ragazza guardò l’uomo, sbigottita.
– C-casa farmaceutica? Io devo prendere una costina di maiale!
– Mi dispiace, non so di cosa parlate – continuò la voce roca dell’uomo – se avete bisogno di una qualsivoglia pomata,
noi siamo sempre qui.
Detto questo, lo spioncino si richiuse con un CLANG ferreo.
– Ehi!
Batté sul portone con forza.
Avevano cambiato la parola d’ordine.
Non più la macelleria con la loro beneamata e giornaliera “costina di maiale”, adesso erano una casa farmaceutica, e lei
non ne aveva saputo niente.
Un grigio tenue andò a sostituire il pallido rosa dell’alba.
Niente da mangiare, freddo, malattie.
Ecco di cosa andava a comporsi la sua giornata.
Camminando verso casa, si accorse della pioggia che lentamente andava scendendo.
Le bagnava i vestiti, i corti capelli neri e le sembrò che tutto andasse storto.
Si sarebbe ammalata presto, la febbre l’avrebbe uccisa lentamente.
Sua madre avrebbe vegliato su di lei, e zoppicando, l’avrebbe seppellita come meglio poteva.
Lei l’avrebbe aspettata in paradiso.


Guardami.
Cosa potrei offrire a me stessa o agli altri?
Non ho niente nemmeno per me.
Son povera fuori, ma per gli altri conta solo questo.
Non sono nemmeno carina,
non sono troppo formosa.
I miei capelli corti e color pece non sono attraenti,
i miei occhi sono più neri del cielo notturno.
Ho visto prostitute più curate di me.
C’è stato un tempo in cui gli uomini erano gentili,
le loro voci erano tali,
e le loro parole erano invitanti.
Un tempo l’amore si sceglieva ciecamente,
in questo mondo che era una canzone,   
e questa canzone era così emozionante.

Ci fu questo tempo,
Poi tutto è andato storto.


Lo stomaco iniziò a farle male e a gorgogliare rumorosamente.
La fame si faceva ogni giorno più dolorosa.
Are you hungry?
La ragazza si girò spaventata puntando il pugnale contro chi aveva parlato.  
Un ragazzo dai folti capelli rossi si presentò davanti a lei.
Era ben vestito, non aveva degli stracci addosso come lei.
Quegli abiti erano piuttosto insoliti, non erano tipici di Parigi.
I suoi penetranti occhi blu la percorrevano da cima a fondo.
– Eh?
Non capì cosa disse.
Non era francese quello.
– Uh, sorry. Sei afamatta?– chiese di nuovo, mostrando un cestello con del cibo.
Si lasciò scappare una risata.
– C’eri quasi! È “affamata”.
Sul volto corrucciato del ragazzo apparve un sorriso sincero.
– Tieni.
Le porse un pezzo di pane.
– Grazie.
Prese quel cibo prezioso e lo spezzò in due.
Per un attimo i loro occhi si incrociarono.
Il nero che si scontra col blu, due oceani che si incontrano.
– La lingua con cui mi hai parlato prima… non era francese.
Il ragazzo si lisciò la giacca.
I’m British. Sono di Londra, non conosco ancora bene your language.
Sei inglese? Come ti sei trovato a Parigi? – chiese la ragazza, incuriosita dal suo interlocutore.
Aveva sentito e sentito più volte pareri sugli inglesi: gente poco affidabile, rozza, piratesca.
Eppure lui era così composto che non ne provò timore.
Ne rimase quasi affascinata.
– Come ti ciami?
Mi chiamo Diane – disse la ragazza, scandendo bene le parole.
– Scott – rispose il ragazzo.
Le porse la mano.
Un po’ esitante, Diane la strinse, guardando il suo volto piegato in un piacevole sorriso.
Il rosso fissò la cattedrale.
Si reggeva alta e imponente, si sentirono come fissati da quelle enormi vetrate.
– Ne ho sentito parlare. Si chiama Notre-Dame, right?
Diane annuì col capo.
Cercò di non pensare alle scalinate ricoperte di cadaveri e sangue.
– Ho già sentito il tuo nome – continuò il ragazzo – Vuol dire “splendente”, “lucente”.
Già, un nome così bello.
– Non si addice di certo a me.
Diane si sentiva una creatura “spenta”.
Forse era la speranza che si era spenta nei suoi occhi, a renderla così.
– Forse io ho un nomme che fa per te – disse all’improvviso Scott – Sky.
Scai?
– Si scrive Sky e si pronuncia Scai – continuò a spiegare l’inglese – Significa cielo in inglese.
Diane ripeté mentalmente il suo soprannome.
– Perché farebbe per me?
– Perché i tuoi occhi sono enormi e scuri come il cielo notturno.
La ragazza fu quasi felice di quel nuovo nome.
– Sei simpatico. Forse non sono nello stato migliore per accogliere uno straniero, e neanche la mia città lo è – sospirò
la ragazza, indicando prima i suoi abiti, poi la piazza di Notre-Dame, ricoperta dal rosso carminio.
Forse si erano affrettati troppo.
Forse fare amicizia con uno straniero in così poco tempo era poco prudente, ma lei era rimasta stregata da quegli
occhi, da quella postura, da quei capelli, da quella lingua, più dura e rigida rispetto alla sua, ma sempre affascinante.
– Sono felice di averti incontrata, Sky – disse Scott – Spero di vederti ancora.
– Anch’io. Grazie del pane, grazie con tutto il cuore!
Il ragazzo ammirò i lati delle sue labbra di rose piegarsi all’insù.
– Non so cosa dire, maman sarà felicissima! Arrivederci!
Tempo un secondo e Sky era già sparita nella nebbia.


Scott scavalcò vari cadaveri, seguì i muri tra la nebbia e si avviò verso la Senna.
Sul Pont Neuf li vide.
I due campanili gotici si innalzavano in alto nel cielo con i loro canti.




Cafè Adell

Labas!
Yeah, bella bro! (wtf, perché l’ho detto).
Ragazzi, abituatevi a non vedermi per molto tempo, perché io sono più misteriosa del tempo stesso.
Tra l'altro, l'editor di EFP ce l'ha con me e ogni volta mi tocca fare "Cancella-Invio-Freccia" con TUTTE. LE. SACROSANTE. RIGHE. DEL. TESTO.
Quindi perdonate me, l'editor maledetto e l'idea di fare una ff troppo impegnata e seriosa.


Scemenze a parte, benvenuti a Cafè Adell.
Praticamente, è un rinnovato “Angolo di Ancilla” col mio nuovo nickname!
Perché “Cafè”?
Perché nei cafè si parla, si ciancia di cose a caso.


In questo capitolo abbiamo trattato di “Miz 1792”, manoscritto trovato da Heather nel lontano capitolo 2.
La ragazza di cui si parla non è un OC, bensì Sky, mentre il ragazzo è Scott, un inglese trasferito a Parigi per… boh, si
scoprirà.
Date il benvenuto alle crack-pairing!
*parte musica tipo “Pe-pe-pe trenino di Capodanno” a caso*
Non lo so, invaghirsi di gente con i capelli rossi è una novità anche per me (faccia da "If you know what I mean").
Ci stiamo avvicinando al centro della storia, ohohohohoh~!


Ma parliamo d’altro!
Ringrazio AzzurraTriton, la carissima Elsa_4726 e Rosalie97 per aver recensito il capitolo precedente (credo migliore di
questa schifezza, ma almeno mi sono impegnata, oeh!).


Tra poco sbarcherò anche nella sezione “Originali” e molto-poco-probabilmente nel fandom “Axis Powers Hetalia”
(perché boh, mi ispira ‘na cifra).


Vogliamo cianciare di cose a caso?
Ho appena finito di leggere La canzone di Achille.
Un libro veramente affascinante, che mi ha fatto piangere un’ora intera nel finale.
Leggetelo, ve lo consiglio.


Ditemi che cosa ne pensate di “Miz 1792”, criticate se avete da criticare.
Noi ci vediamo il più presto possibile (ahahahahahahah, contateci).


With love,
Adell

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
   
 
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