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Autore: RaccontiDiOmbre    03/05/2015    1 recensioni
"Questa è la storia di un individuo ibrido, mezzo eroe e mezzo criminale ma starà a voi decidere quale metà domina sull'altra. Io vi racconterò semplicemente la sua storia, senza esprimere giudizio."
Talos è un ragazzo i quali sogni sono rimasti mummificati nel suo passato che lo incatena come schiavo ai suoi ideali che vacillano tra la giustizia e la criminalità. Senza pietà versa il sangue di innocenti e colpevoli pur di proteggere qualcuno che non sa neanche più della sua esistenza. Davvero la luce che lui protegge lo sta riscaldando? Al contrario è l'unica causa dell'incendio che ha incenerito le sue radici.
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Ragazze, non so come esprimere la mia soddisfazione per quanto riguarda il vostro eccellente lavoro contro quella Messaggera. Siete state eccezionali!” Il giorno dopo la grande battaglia nella scuola, Talos era andato a complimentarsi con le sue allieve.

“Grazie, maestro Chin!” risposero tutte in coro.

“Bhe, questo è un addio allora... continuate a studiare duro!” Esclamò il ragazzo e tutte le alunne lo osservarono intristite.

“Non guardatemi così! Non ho più nulla da insegnarvi e se lavorate insieme, non temerete nessun criminale! Vi ringrazio e vi saluto, statemi bene!” Talos cercò di non incrociare con nessuna lo sguardo e si dileguò in fretta, ma una forte presa sulla spalla lo fermò; era Reven che lo trattenne e iniziò a parlagli.

“Non dubitare mai sul nostro aiuto. Tu avvisami e sarò sempre pronta ad aiutarti perché hai ragione, formiamo una buona squadra io e te!”

“Grazie, Reven... salutami la tua famiglia quando torni a casa. Credo che io mi riposerò... sento un fortissimo dolore sul viso, come se qualcuno mi avesse spaccato un piatto di ceramica in faccia! Il fatto è che non ricordo di essere stato colpito...”

“W-wow... davvero strano, non ho idea di cosa tu possa avere! Dovresti farti controllare da un medico! C-comunque... mi chiedo dove possa essere scappata quella messaggera... dobbiamo essere preparati ad un suo ritorno!”

“Non hai di che preoccuparti, l'ho eliminata prima che fosse riuscita a scomparire... e ho anche preso la sua arma del Nulla.”

“E che nuovi poteri strambi hai assimilato questa volta?”

“Niente, assolutamente niente. Tutto ciò che è cambiato alla mia arma dopo aver assorbito il Pendente è che ora ha questa inutile gemma al centro della lama. Non spara raggi, non cambia aspetto, non fa nulla! Totalmente inutile!” Talos scuoteva con forza la sua Lama, ma la gemma non dava segni di vita.

“Io torno in classe, le ragazze mi aspettano. Bhe, avvisami quando possiamo ricominciare gli allenamenti con la tua spada e magari... anche vederci per un gelato qualche volta!” Reven accennò ad un saluto timido e corse via per le scale, mentre Talos spariva nelle ombre, diretto al suo quartier generale.

“Talos! Hai già tolto la benda dall'occhio!? Non dovevi farlo così presto!” Esclamò infuriata Liaka, correndo verso il giovane che scocciato cercava di allontanarla.

“Dov'è Rezi? È lui che sto cercando!”

“Il capo non è in casa in questo momento, aveva importanti affari da sbrigare... perché non ci facciamo un po' di compagnia a vicenda? Eh eh eh...” Liaka si lasciò cadere verso Talos, ma il ragazzo era già sparito nel Nulla e la poveretta crollò a terra come un frutto maturo.

Talos tornò al solito parco, quello dove aveva conosciuto per la prima volta i fratellini di Reven, che era ormai diventato come una casa per lui. Il ragazzo si avvicinò ad un grosso cespuglio e iniziò a frugarci dentro; prese la sua vecchia maglietta No Kangaroos in Austria e la indossò, poi raccolse anche la mantella con il cappuccio che gli era stata regalata e la legò al collo.

“Ah... addio maestro Chin. Non saresti stato male come vero maestro, lo sai?” Mentre Talos nascondeva i suoi vestiti da camuffamento nel cespuglio, si accorse che nel cappuccio della sua felpa da Chin c'era un piccolo foglietto; lo aprì e lesse il messaggio al suo interno: -Talos, è passato tantissimo tempo, ma la mia memoria non è così arrugginita. Sono Eden, pensavi davvero che non ti avessi riconosciuto? Mi piacerebbe parlare con te e da soli. Raggiungimi a mezzo giorno al di sotto delle due pendenze del Bosco Silenzioso, quello poco distante dalle cascate.-

Dopo aver letto il messaggio, Talos iniziò a tremare e a sudare ma una strana contentezza lo fece sentire quasi rinato, quasi ripagato.

I minuti non passavano mai e il ragazzo guardava costantemente l'orologio sul cellulare, aspettando il momento in cui l'esatto istante sarebbe arrivato. Non appena il display segnò le dodici in punto, Talos si teletrasportò attraverso il Nulla nel posto prestabilito, un bosco molto luminoso, accogliente e pulito. Due piccole sporgenze rocciose, l'una distante dall'altra si affacciavano al bosco e Talos si trovava al disotto di esse aspettando impazientemente.

Finalmente, da una delle sporgenze spuntò lei, Eden, che cercava qualcosa con lo sguardo verso l'orizzonte. Talos fu sul punto di gridarle un saluto con entusiasmo, ma all'improvviso anche sull'altra roccia affacciata al dirupo apparì una sagoma: era Reven; Talos era in uno stato di totale confusione e preferì nascondersi momentaneamente nelle ombre in assoluto silenzio.

“Professoressa?! Come mai anche lei qui?” Domandò Eden a Reven.

“Bhe, ho avuto un messaggio da Tal... emh... dal maestro Chin che diceva di un incontro in questo luogo.” Replicò Reven

“Anche io sono qui per lo stesso motivo!” Aggiunse Eden.

“È tempo di attuare la mia vendetta, assassino.” un individuo sinistro comparve misticamente al fianco di Talos, per poi volare alto in cielo, con così tanta maestosità che le due ragazze non avrebbero mai potuto non notarlo.

“Professoressa... ma quella maschera... è un Messaggero!” Esclamò Eden puntando il dito in alto.

“Dannazione... era una trappola! Ci ha imbrogliate!” Reven impugnò il suo gladio ciclopico e si mise in posizione di battaglia.

Il Messaggero sollevò le mani al cielo e cominciò una lunga risata inquietante “Ah-ah-ah-ah! Talos! Adesso... scegli chi salvare!” Dopo la sua sentenza, mirò le due ragazze, ciascuna con una mano e iniziò a caricare un raggio di luce nera scintillante.

“Scappate di lì! Andatevene!” Talos saltò su un albero per cercare di avvisare le due vittime, ma il colpo del Messaggero era già partito: due sfere di energia nera avanzavano rapidamente e contemporaneamente verso di loro.

Talos doveva fare veramente una scelta, ed aveva meno di un secondo, esattamente il tempo di sparire nel Nulla e portare con sé una di loro. Talos scelse, afferrò Eden dal braccio con violenza e la portò via dal raggio d'azione.

Nel frattempo, Reven parò la sfera di energia nera con il suo gladio, ma non bastò; la spada si frantumò, l'esplosione la travolse e un urlo di dolore distrusse la nomea di quel bosco.

Quando la nebbia causata dallo scoppiò si diradò, si vide Reven in piedi che ansimava, si manteneva un braccio ferito e sembrava tenersi in piedi molto faticosamente. La ferita sul braccio, però, non sembrava ordinaria: la pelle si stava annerendo e putrefacendo lentamente e la ragazza sembrava non poter muover l'arto.

Talos portò Eden al sicuro, nascondendola dietro un albero e si voltò verso Reven, che con sofferenza e stanchezza parlò lentamente per poi crollare a terra. Il ragazzo lesse il labiale: -Perché, Talos? Perché hai scelto di salvare lei?-

Il giovane assassino si sentì un brivido amaro correre lungo la schiena, ma cercò di non distrarsi e si teletrasportò anche da Reven per portarla al sicuro.

“Maestro Chin... cosa sta succedendo alla professoressa?” Chiese Eden balbettando dal terrore.

“Adesso ascoltami... porta Reven a casa sua e fai di tutto per farla stare meglio...”

“Ma, maestro... potreste aver bisogn...”

“PER UNA FOTTUTA VOLTA, ASCOLTA SOLO I MIEI ORDINI E VAI!” Eden non aveva mai visto negli occhi di Talos una tristezza mischiata ad una così fiammante rabbia e decise di non controbattere.

Un'altra esplosione distrusse l'albero dove i tre si nascondevano, ma Eden ne uscì incolume e corse via con Reven in braccio; Il Messaggero avanzava lentamente verso Talos facendosi strada tra le macerie del bosco.

“Non fare un passo in più, non ti lascerò toccare le due ragazze, dannato impostore!” disse Talos con la lama puntata.

“Ehi! Metti giù quella spada spaventosa! Perché tutta questa smania? Di cosa si tratta? Amore? Non agitarti, non proverò un inseguimento... non servirà a niente far correre quella bambina in quel modo... il potere arcano del Nulla ha già iniziato a scorrere nelle vene della ragazza terrestre e nel giro di poche ore non sarà che una mummia nera senz'anima! Ah-ah-ah-ah! Gli umani non possono reggere il veleno del Nulla!” Esclamò il Messaggero con un ghigno malefico.

“Maledetto! Lei non centrava niente con tutto questo! Voi volete solo la mia arma del Nulla, come hai osato fare del male ad un'innocente!?” Replicò Talos traboccante di furia.

“Innocente?! Da quando chi uccide qualcuno è un'innocente? Lei ha ucciso Medea e per questo si è meritata di bruciare nell'acido del Nulla... è stata lei stessa a decretare il suo destino di sangue! Terrestre fa rima con perdente! Muah-ah-ah-ah! No aspetta... dannazione, non fa rima in realtà! Non diventerò mai un rapper così!”

“Non parlare di Reven come se fossi tu a decidere cosa ne è della sua vita! Mostra il tuo volto, buffone! Chi sei?!”

“Umpf... il mio nome è Igor e sono il detentore dell'Anello del Nulla! I miei impulsi di magia arcana ti vaporizzeranno nel nome di Medea!” Il messaggero si spogliò della maschera: il suo viso era molto giovane e pulito, i suoi capelli spettinati erano di un blu accesso e lucente e i suoi occhi di un bianco vuoto e spento.

Igor lanciò un'altra delle sue sfere, Talos la schivò con facilità e si riposizionò alle spalle del suo nemico per attaccarlo, ma il ragazzo dai capelli blu spiccò il volo e divenne così invulnerabile da potenziali attacchi dell'assassino.

“Non hai alcuna speranza di sfiorarmi, Talos! Ti attaccherò fino a che non ti stancherai di saltellare inutilmente! Fratello, rassegnati! Ti farò diventare una poltiglia!” Igor canalizzò la sua energia nelle mani e iniziò una raffica di sfere verso Talos che non poteva fare altro che correre o nascondersi, il mago sembrava irraggiungibile.

“Ambarabà cicci cocò, che alberello colpirò! Posso disintegrare tutta la foresta se vuoi, codardo! Fatti vedere! Ah-ah-ah-ah!” Igor non si fermava e Talos poteva essere colpito da un momento all'altro rischiando facilmente la sua vita, vista la fatalità dei colpi del Messaggero.

L'assassino osservò la sua arma e gli venne un idea, si mostrò all'improvviso di fronte a Igor e saltò verso di lui.

“Bene, abbiamo deciso di suicidarci, finalmente!” Esclamò Igor puntando la sua mano verso il ragazzo.

Talos fece un sorrisetto e puntò anche lui la sua lama verso Igor che si insospettì; dalla arma del giovane assassino partì una saetta di energia del Nulla che si dirigeva velocemente contro Igor. Il Messaggero non si mosse di un millimetro e sparò la sua sfera nera che, dopo aver assorbito il colpo di Talos e quindi aver guadagnato ancora più potenza, viaggiava minacciosa contro il ragazzo.

“Nessun arma o potere del Nulla può pareggiare la magia arcana dell'Anello! Soprattutto quello patetico della pistola della tua amica!” Igor era convinto di aver vinto perché Talos era sospeso a mezz'aria e non avrebbe mai potuto schivare quel colpo, ma il Messaggero non conosceva a fondo le abilità eccezionali del suo avversario: Talos trasformò la sua lama da assassino nella spada lunga, per poi conficcarla in una delle rocce più alte e usarla come pedana per saltare e schivare il colpo, dopodiché riagganciò la sua lama al polso e tornò tra le ombre del bosco.

“Wow, che bella mossa da parkour! Ti prego, mostramene altre! Ho tutto il tempo che voglio... oh no, aspetta! Tu invece no! La tua amica muore di più ogni secondo che passa! Mi dispiace, sarà per la prossima volta... cioè mai perché morirai adesso! Muah-ah-ah-ah!” Igor provocava Talos con molta crudeltà, ma il giovane cercava di resistere ai suoi impulsi di rabbia per non rischiare inutilmente la vita.

“Ti meriti di morire come la tua stupida compagna! Se ci tenevi tanto a lei, avresti dovuto impedirle di sfidarmi da sola! Al contrario vostro, io e Reven siamo una squadra eccellente e io non permetterò di farla morire!” replicò con determinazione Talos, facendo attenzione a non far saltare la sua copertura fra gli alberi.

“Già, ci tenevi così tanto che hai salvato l'altra... ma per favore! Tu non sai niente di me e Medea! TOGLITI IL SUO NOME DALLA BOCCA! Sei tu il fallito, non lei! Solo io posso salvare una persona dalla mia magia arcana e di certo non aiuterò mai la tua amica!”

“Ogni arma del Nulla ha un suo punto debole! Io lo troverò e ti ucciderò così andrai a fare compagnia a quella brutta strega del tuo amore e potrò finalmente andare da Reven per aiutarla!”

“TI HO DETTO DI NON NOMINARLA!” Igor identificò la posizione del ragazzo e lanciò infuriato una sfera particolarmente grande contro Talos, che la schivò per un pelo e si nascose dietro una roccia alta, poi il Messaggero continuò a parlare “Assomigli un sacco a quell'ipocrita del mio falso leader, hai sempre la parola Reven in bocca e dici un sacco di frasi fatte senza significato! Pensate di essere voi i buoni in questa storia solo perché noi abbiamo una grande ambizione? Vi sbagliate! Tu sei un killer spietato e Reven un'impicciona! Io e Medea non siamo amanti, ma fratelli! Tu non hai idea di quello che abbiamo passato... non abbiamo mai scoperto se siamo effettivamente fratelli di sangue, i nostri ricordi iniziano in un orfanotrofio con noi due che ci tenevamo per mano. Abbiamo passato tanto tempo in quel postaccio, finché un grande imprenditore versò un'ingente somma di denaro per comprarci... come schiavi. Da qual momento passammo da un padrone all'altro tra stupri e violenze di ogni genere... per tutti loro eravamo una strega e un demonio... nessuno ci trattava come esseri umani, eravamo solo merce... ma un giorno l'abbraccio delle tenebre ci donò le nostre armi del Nulla, io ricevetti il Pendente e lei l'Anello. Con questi poteri pensavamo di poter finalmente liberarci dei nostri tormenti, ma dopo aver minacciato di morte i padroni, le nostre armi non funzionarono e venimmo quasi picchiati a morte. Nel momento in cui Medea fu per essere sgozzata, io afferrai il suo Anello e una grande onda d'energia nera disintegrò tutti i presenti... tranne noi. Io e Medea capimmo una cosa: dovevamo scambiarci le nostre armi del Nulla! Adesso hai ancora il coraggio di dire che siamo noi i cattivi?! Noi abbiamo sofferto le pene dell'inferno e le abbiamo superate insieme... perché i nostri poteri erano desinati a stare insieme! Ci siamo uniti sempre insieme ai Messaggeri per creare un mondo migliore, ma tu, tu hai ucciso Medea e non ti perdonerò mai! Se riuscirai a tornare vivo, troverai la persona che ami già morta, senza che tu avessi potuto provare a salvarla e proverai proprio lo stesso dolore che mi hai inflitto! Io sono qui non perché mi importa di ucciderti, come invece interessa a qual babbeo del capo, ma per vendicarmi e richiedere ciò che è mio: il Pendente del Nulla!”

Talos si mise allo scoperto sulla roccia e guardò negli occhi Igor “Se solo aveste messo i vostri poteri a disposizione di una buona causa invece di servire un'ideale folle come la conquista del mondo, tu e Medea avreste potuto vivere sereni. È solo colpa vostra se adesso siete separati! State schiavizzando le persone proprio come le persone lo hanno fatto a voi! La vendetta porta solo ad una catena infinita di sangue!”

“Ma... dannazione... hai ragione. Cosa sto facendo? Sono diventato un mostro.” Igor si intristì profondamente e iniziò a perdere quota fino ad atterrare in ginocchio con le mani in faccia e in un pianto patetico ma commuovente.

“Sei ancora in tempo per rimediare... salva Reven prima che il Nulla la possa uccidere e aiutaci a sconfiggere il resto dei Messaggeri...” Disse Talos con dolcezza e iniziò ad incamminarsi verso Igor.

“Perdonami... Talos... scusami, ma devo eliminarti!” Igor si sollevò di scatto e lanciò una sfera d'energia potente che Talos riuscì a schivare per miracolo, ma la terra sotto di lui crollò e il giovane cadde in un dirupo di quattro metri, rotolando tra le rocce e ferendosi pelle e ossa.

“Ah-ah-ah! Talos! Sarai pure un assassino eccellente, ma sei ingenuo come un bambino di tre anni! Sei tu quello che dovrebbe inginocchiarsi e pregare per essere risparmiato! AH-AH-AH-AH!” L'inganno di Igor aveva ferito Talos gravemente e ora il ragazzo era immerso in una pozza del suo sangue.

“B-bhe... sono arrivato al capolinea. Non appena Igor mi troverà per me sarà finita...” Talos sentiva i sensi che volevano abbandonarlo, ma prima di addormentarsi si specchiò nel suo sangue. Ogni volta che il ragazzo vedeva il suo sangue colare, una fiamma di determinazione si accendeva nella sua anima e come quella volta contro Flore, abbandonò l'idea di arrendersi e si rialzò zoppicando.

“Non posso gettare la spugna... Devo aiutare Reven e soprattutto... non posso rendere vano il sacrificio di tutti coloro che sono morti a causa di questo gruppo di pazzi!” La voglia di combattere di Talos cresceva ogni volta che l'immagine di Reven e Gina gli tornavano alla mente.

“Adesso basta, devo focalizzare! Fino ad ora ho combattuto come un Talos sprovveduto, incapace e fifone! Ho fatto proprio come voleva Igor e cioè mi sono comportato come un topolino in trappola! È tempo di mordere la mano di quel bastardo che cerca di giocare con me! Pensa, Talos, pensa... un buon assassino deve analizzare tutti i comportamenti della sua vittima per trovare il suo punto debole!” Talos ripensò ad ognuna delle parole che Igor aveva detto durante la battaglia e una frase gli fece venire l'idea della vittoria: -perché i nostri poteri erano desinati a stare insieme!-

Igor si affacciò al dirupo e avvistò Talos, che con un sorrisetto lo stava provocando.

“Sei ancora vivo, ma durerà poco!” Igor iniziò a canalizzare la sua energia e puntò la sua mano contro Talos. Viceversa, Talos puntò la sua lama contro Igor e cominciò a sparare una raffica immensa di proiettili di energia contro il Messaggero, ma la sfera assorbiva tutti i colpi e diventava sempre più grande.

“Ah-ah-ah! Cosa stai facendo?! Ti ho già detto che i poteri della tua stupida amica dai capelli rossi non hanno alcun effetto contro la mia magia, se non quello di alimentarla!” Talos sparò più colpi possibili, ma la stanchezza gli impedì di continuare; la sfera era diventata grande quanto una villa a tre piani.

“Che razza di idiota, adesso sarà impossibile schivarla per te!” Igor lanciò il suo potente proiettile nero contro Talos che immobile si preparava a riceverlo; il ragazzo fu travolto in pieno ma Igor non ottenne il risultato che si aspettava: La sfera stava sparendo all'interno della lama di Talos, fino a venirne completamente assorbita.

“Cosa?! Come diavolo è possibile che la tua arma sia riuscita a parare il mio potentissimo impulso arcano?!”

“L'hai detto anche tu, no? I tuoi poteri funzionano bene in combinazione con quelli di Medea! La gemma del pendente ha assorbito al suo interno tutta la tua sfera e adesso preparati, perché te la lancerò contro!” Talos mirò la sua lama verso Igor e un potente raggio nero partì con rapidità verso Igor, che con prontezza lo contrastò con uno dei suoi flussi magici.

Lo scontro tra i due colpi energetici sembrava essere alla pari, ma lentamente il raggio di Igor assorbiva quello di Talos.

“Devo ammetterlo, Talos! La tua è stata un'idea interessante e azzeccata ed era da tanto tempo che non mi trovavo in una battaglia del genere, ma... mentre l'energia nel Pendente è limitata alla quantità che hai assorbito... la mia è infinita! Quando finirai la scorta il mio raggio ti disintegrerà e avrai perso! In definitiva, non stai facendo altro che rallentare la tua fine!”

“In una situazione normale avresti più che ragione, Igor... ma ciò che non hai calcolato è che questa volta Medea è dalla mia parte!” All'improvviso, una grande quantità di melma nera avvolse il raggio di Talos, potenziandolo; adesso era il suo raggio che prevaleva su quello del Messaggero.

“Cosa?! Bastardo! Come fai ad aver accesso ai poteri di Medea?!”

“Allora sei proprio di coccio?! Poco fa sono riuscito ad accedere ai poteri di Medea grazie al tuo raggio. Adesso sto semplicemente facendo l'opposto! Grazie ai poteri di Medea, posso amplificare la potenza del mio raggio in modo da sciogliere il tuo!

“Tsk... ti pentirai di aver sfruttato mia sorella in questo modo! Sei un vile bastardo e i tuoi sforzi non sono abbastanza! Il tuo raggio non è ancora sufficiente per sovrastare completamente il mio e la tua forza sta scemando!”

“Io ho ancora qualcuno di speciale dalla mia parte...!”

“Non scherzare, hai finito tutti gli assi nella manica! Tu sei solo!”

“Io non sono mai solo! Quella stupida amichetta dai capelli rossi di nome Gina non ti ricorda niente?!” La spada di Talos si illuminò di scintille e anche gli impulsi energetici della Pistola del Nulla si unirono al raggio che in un battito di ciglia vaporizzò il colpo di Igor e si diresse verso di lui.

Il Messaggero lanciò un chiassoso grido di dolore e terrore per poi scomparire nella fantastica esplosione che colorò di nero il cielo limpido.

Quando la nebbia oscura si diradò, non era neanche rimasta una briciola di Igor; il nemico si era dissolto completamente e anche l'Anello era completamente sparito in quanto l'arma di Talos non rilevava alcuna presenza.

Il giovane non perse tempo e senza pensare alle sue ferite doloranti, si lanciò nel Nulla per arrivare a casa di Reven dove non si sentivano altro che urla strazianti di dolore.

Talos bussò violentemente sulla porta e in poco tempo la madre della professoressa gli aprì l'ingresso.

“Talos... Reven sta malissimo! I dottori non sanno cosa fare e...”

“Dove l'avete messa?!”

“È stesa nella stanza del padre...”

Talos accarezzò il viso della signora e corse verso la stanza, dove i bambini erano fuori a piangere e uno dei dottori era fuori alla porta a consolarli.

“Signore... la prego di non disturbare il mio collega che...” Talos diede uno schiaffo al dottore e sfondò la porta con un calcio per poi correre vicino al letto dove era stesa Reven; la ragazza era diventata completamente nera, tutta corrosa dal Nulla tranne il suo viso, che si stava lentamente contagiando.

“Signore! Cosa diavolo sta facendo! Esca subito o chiamo la polizia!” urlò il dottore che stava assistendo la ragazza.

“Lei dovrebbe uscire immediatamente se non vuole che le faccia sputare il cuore dalla bocca!” Il medico si spaventò a morte e corse via piagnucolando.

“ Io so come salvarla...” Talos si sedette accanto a lei e la osservò mentre si contraeva e urlava dal dolore; il ragazzo non esitò un secondo e posò la punta della sua lama sul cuore di Reven. Tutto il nero presente sul suo corpo iniziò a confluire verso la lama per poi essere assorbito completamente nella gemma del Pendente.

Reven cessò immediatamente di urlare e assunse un'espressione tranquilla e rilassata, come se non fosse mai successo nulla.

“Ma... ma è un miracolo! Non ci posso credere!” urlò il dottore con la guancia in fiamme “p-posso controllare... una cosa, signore?” Chiese poi avvicinandosi cautamente a Talos.

“Faccia pure.” Rispose l'assassino.

Il dottore controllò la respirazione, il battito cardiaco e la condizione del corpo e tutto era tornato normale.

“Talos! Hai salvato la nostra sorellona!” I due fratellini si lanciarono sul ragazzo che li accolse con un caloroso abbraccio.

Passarono tre giorni e Talos restò accanto al letto di Reven ad aspettare che si svegliasse, spense il cellulare per evitare le chiamate di Rezi e passava ore intere ad osservare la foto che stava sulla scrivania della stanza del padre, dove erano raffigurati il genitore e Reven abbracciati.

“Suo padre è sempre stato il suo eroe...” intervenne la madre di Reven, entrata di soppiatto nella stanza.

“Se non sono indiscreto... posso sapere perché se ne è andato?” Domandò con cautela Talos.

“Mio marito era un esploratore. Amava viaggiare ed era anche un fortissimo guerriero. Il suo sogno era di trovare sempre nuovi avversari e luoghi da sfidare... ma un giorno se ne andò dicendo che aveva trovato “il segreto della vittoria assicurata” e partì per un viaggio senza ritorno... A me era appena cresciuto il pancione del mio mio ultimo figlio, ma probabilmente fare il padre non era una delle sue priorità... la cosa strana è che non portò con sé la sua amata Katana dorata che vedi lì appoggiata... era la sua compagna di viaggio più fidata.”

Talos si avvicinò all'arma e cercò di toccarla ma non appena sfiorò il manico, si ustionò il dito.

“Scusa, Talos! Dovevo avvisarti che nessuno riesce a toccare quella spada... bhe, eccetto Reven e suo padre...”

Talos si mise il dito in bocca cercando di alleviare la bruciatura, ma nel frattempo Reven aveva riaperto gli occhi e si era seduta sul letto di scatto; la ragazza si guardò le mani, poi il corpo e poi il viso, tutto era guarito.

“Reven, sei sveglia finalmente! Come stai?” Esclamò Talos correndo verso di lei, ma la ragazza lo fulminò con uno sguardo spento e subito dopo gli tirò uno schiaffo violento.

“Esci fuori da questa casa...” Esclamò Reven con gli occhi bassi.

“Ma... Reven, cosa...?

“Non hai sentito! Esci fuori! Io ti odio! Mi hai quasi lasciato morire!” Reven sollevò il viso, era in lacrime.

“Ma, cara! Talos ti ha anche salvato! Non lo trattare così!” intervenne la madre...

“Avrebbe anche potuto evitare di salvarmi se avesse scelto me in principio! Pensavo... pensavo di significare qualcosa per te... e invece, mi hai sempre considerato un premio di consolazione... io ti odio!” Reven si alzò dal letto e con una spinta buttò Talos per terra. Il ragazzo la guardò con stupore e tristezza.

“Non tornare mai più a parlarmi... anche io sono una persona con dei sentimenti, hai capito? Tu non sei l'unico che soffre, con un passato tremendo e con tutti questi fardelli che porti con te e che vuoi scaricare sugli altri! VATTENE!” Reven si voltò e piangendo tornò stesa nel letto.

Talos si sollevò da terra e si ritirò nell'angolo della stanza dove il sole non arrivava, per poi sparire nelle stesse ombre dalle quali aveva provato ad uscire per riuscire a risanare il suo cuore, ma non si sarebbe mai aspettato di perderne un'altra metà.

 

   
 
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