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Autore: _BlueAngel_    03/05/2015    0 recensioni
Salve a tutti! Ci presentiamo... Siamo Blue ed Angel, due migliori amiche che dopo tante peripezie sono riuscite a scrivere una storia a quattro mani! Per noi è la prima volta che scriviamo una fic originale, quindi speriamo che vi piaccia XD
La storia parla di due grandi amiche, la cui vita, un giorno, verrà completamente stravolta dalla scoperta di una società segreta, il cui scopo è quello di salvare la Terra dalla minaccia di un nemico, una razza speciale che anni prima cadde dal cielo, cacciata da Dio: gli Angeli.
Speriamo che vi piaccia! Le critiche sono ben accette, soprattutto quelle costruttive XD
Bacioni!
_BlueAngel_
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Gli essere mani non si accorgono di quanto siano inetti.
Cercano in tutti i modi di prendere qualcosa che non è mai appartenuto a loro… Vogliono ottenere il potere e sono disposti a tutto pur di ottenerlo.
Persino mentire. Ma noi non ci arrendiamo mai.
Altrimenti…
Sarebbe l’apocalisse.
 
 
 
Quinto cielo
 
 
 
Erano passati due mesi da quando Sarah era stata rapita ed Alice e Denny non ricevevano sue notizie.
Avevano provato in tutti i modi di rintracciarla e capire dove fosse, ma tutte le loro ricerche si erano ridotte ad un pugno di mosche. 
Su consiglio del Signor Shane, avevano cercato di accantonare le cose e divertirsi, ma era un chiodo fisso nelle loro menti.
Era stato molto difficile per loro cercare di non pensarci e soprattutto raccontare alla madre di Sarah che la figlia era partita per un viaggio organizzato dal loro liceo in Europa e non si sapeva con precisione la data del rientro.
Dopo un po di diffidenza la madre sembrava aver accettato la cosa, sopratutta dopo una falsa telefonata di un falso docente che Alice preparò. 
Era un nuovo giorno, un altro giorno che passava senza avere notizie della loro Sarah. Erano sempre preoccupati anche se cercavano di non darlo a vedere all'altro. 
Da canto suo Sarah aveva vissuto questi due mesi molto intensamente. Ian la stava preparando e addestrando per il suo futuro ruolo.
Era diventato il suo mentore lei si fidava di lui ciecamente. Era come il padre che non aveva mai avuto. In più oltre ad allenarla, risponde a tutte le domande che gli poneva e chiariva i suoi dubbi in merito alla ricerca sulla Dea Rhea. Nonostante in quel posto sperduto si sentiva a suo agio, le mancavano terribilmente i suoi migliori amici. Le serate con Alice, le colazioni speciali di Denny...
Nei sotterranei del castello, dove si tenevano le riunioni più riservate e segrete, Sarah era ad allenarsi nella sala che aveva visto allenarsi tutti i grandi capi della confraternita.
Sarah era diventata molto agile e precisa nei colpi. All'inizio quando il suo mentore l'aveva presa sotto la sua ala non riusciva neanche ad assestare un calcio piazzato come si doveva. Mentre adesso era tutto diverso.
Era stata dura per entrambi allenare ed allenarsi, dopo un violento corpo a corpo che vedeva Sarah vincitrice contro una delle guardie ce ne fu un'altra che le passo un bastone e la incitò ad attaccarlo. 
Ci fu un primo attacco da parte della ragazza, che però fu pararo con un abile movimento da parte del suo avversario.
Aveva imparato a cogliere il nemico di sorpresa grazie agli insegnamenti di Ian  e senza che lui se ne accorgesse lei si chinò sui talloni e allungò una gamba verso i piedi del suo avversario. Questa improvvisa mossa gli fece perdere l'equilibrio e cadere a terra. Ne approfittò per sferragli un altro colpo con la mazza, ma questo lo parò ancora e si sollevò alla svelta.
Ci fu un applauso improvviso che fece fermare e girare i due nella direzione del rumore. 
-Complimenti! Sei migliorata moltissimo.-
Sarah si rifece la coda di cavallo e riprese fiato.
-Grazie. Ma non credo sia il massimo.-
-Sei riuscita ad abbattere uno dei miei migliori uomini. È più che sufficiente. Ti sei meritata il pomeriggio libero. Fai quello che vuoi.-
-Tutto quello che voglio?- ripetè a sua volta sotto voce per poi chiedere: -Potrei anche chiamare per pochi minuti la mia amica!? Dirle almeno che sto bene.-
Le era stato detto che per la loro incolumità era meglio che non sapessero cosa stava succedendo... per proteggerli. Dicevano.
La guardò per un paio di minuti, come se stesse valutando se assecondarla oppure no.
Alla fine sospirò.
-Si ma solo per pochi minuti. Tieni puoi usare il mio telefono se vuoi.- e glielo porse prendendolo dalla tasca interna della giacca.
Sarah scattò in avanti per prenderlo, ma il suo mentore fu più scelto e lo portò sopra alla testa.
-Però mi devi promettere che non dirai dove ti trovi. Sai benissimo che non lo possiamo dire!-
-Lo prometto!- 
Ian gli porse per la seconda volta il telefono e la ragazza lo prese, scattando verso le scale, diretta verso la sua stanza.
Girò l'angolo, aprì la porta di scatto e la richiuse con forza gettandosi poi sul letto.
Compose velocemente il numero che conosceva a memoria.
Uno squillo.
"Chi sa cosa starà facendo" pensò.
Due squilli.
"A quest'ora sarà con Denny in giro nella villetta"
Tre squilli. 
"Dai rispondi! Ho bisogno di te!"
-Pronto?-
A Sarah mancò il fiato sentendo la voce della sua migliore amica.
-Pronto?! Alice! Mi senti? Sono io! Sarah!-
-Oh mio dio, Sarah ma che...? Lascia stare. Sei ferita? Stai bene? Dove ti trovi? Ti abbiamo cercata senza sosta e addirittura Den...- ma Sarah non la fece finire di parlare. Aveva poco tempo e Alice era una chiacchierona cronica.
-Senti, Alice. Non ho molto tempo. Non ti posso dire dove mi trovo perché ho promesso di non dirlo. Sto benissimo. Mi sei mancata tanto! Mi siete mancati moltissimo. Mi dispiace non aver passato con voi questi due mesi.-
-Ma cosa stai dicendo sei impazzita? Non me ne importa niente di questi due mesi voglio solo sapere cosa sta succedendo... Ti prego dimmi dove sei… Ti vengo a prendere! Non ce la faccio più. Siamo distrutti.- disse iniziando a singhiozzare.
Gli occhi di Sarah si inondarono di lacrime, ma cercò di resistere. 
-Stai calma! Ti ho detto che non posso dirtelo. Fidati di me! Se te lo dico, non potrò più ricevere le informazioni che mi stanno offrendo. Devi avere pazienza.-
-Tutta questa storia è assurda.- fece una pausa. Sarah sentì dall'altro capo del telefono un cigolio, segno che Angel si era seduta a gambe incrociate sul letto.  Avrebbe riconosciuto quel rumore tra mille, ne passavano di tempo insieme al telefono a spettegolare...
-Mi dispiace.- disse tirando su col naso -mi hanno detto delle cose su mio padre... e mio fratello. Non posso mollare adesso. Mi capisci? Pensa se fossi tu al mio posto e potresti scoprire qualcosa su tuo padre.- 
Ad Alice mancò un battito. La capiva benissimo.
-Va bene. Ma... Cosa posso dire a Denny? Conoscendolo, se saprà cosa sta succedendo non ti darà tregua. Ti troverà e ti porterà in spalla via, ovunque tu sia.-
In realtà non voleva intimidirla ma soltanto farla sorridere e fu cosi. Sul viso di Sarah comparve un sorriso, amaro ma sempre un sorriso. Capiva che la sua amica voleva il suo bene e le fu grata per quel gesto. 
-Forse sarebbe meglio non dirgli che ti ho chiamata.- 
-No, no, no, no, no, no! Sarah Paige Holden! Non mentirò a Denny per pararti il culo! Lui lo deve sapere. Lo tranquillizzerà almeno un po’ saperti al sicuro.-
Come avrebbe voluto ascoltare la voce di Denny e sprofondare tra le sue braccia. Non vedeva l'ora di vederlo e scusarsi per l'ultima volta che si erano visti.
-È una pessima idea, ma so benissimo che, anche se ti dicessi di non dirglielo, correresti da lui per fare l'esatto contrario. Quindi va bene... Digli che ti ho chiamata.-
La sentì sospirare.
-Quando torni?-
-Non ne ho la più pallida idea... Spero presto. In modo da potervi riabbracciare.-
-Ti voglio bene. E mi manchi!-
-Anche io ti voglio bene!-
In quel preciso istante entrò Ian che si fermò sulla soglia della porta, in attesa. La telefonata era finita.
-Devo andare.-
-Ti troveremo è una promessa.- detto questo, Sarah chiuse la linea con in sorriso sul volto.
"E Alice mantiene sempre le promesse."
Una volta riattaccato, Alice, felice, corse a casa di Denny per dirgli che Sarah aveva chiamato e che stava bene. Non sapeva dove fosse, ma almeno si era fatta sentire e non era morta come aveva pensato alcune volte.
Passò per il giardino, dove trovò la madre del ragazzo intenta a curare il magnifico giardino.
-Buonasera, Alice! Cerchi Denny?-
-Buonasera, Signora. Esatto! È in casa?-
La signora annuì.
-Lo trovi nella sala hobby a giocare con il padre a biliardo.-
E corse dentro mentre la ringraziava. 
Arrivata in fondo al corridoio spalancò la porta facendo girare i due uomini che erano concentrati sul tavolo da gioco. 
-Buonasera!- disse raggiante.
L'uomo fece un cenno col capo e Denny le rispose.
-Che hai?- indagò un po' sorpreso.
-Porto buone notizie!-
-Lo vedo! Su, sputa il rospo. Ora sono curioso!-
Alice si rese conto che non poteva di certo dirlo davanti al padre del ragazzo. Quello stato di euforia l'aveva scombussolata un poco. 
-Va bene vi lascio da soli due minuti.- 
Sorrisero entrambi.
Non appena la porta si chiuse alle spalle del signor Shane, Alice gettò le braccia al collo al suo migliore amico.
-Sarah mi ha chiamato! Ha detto che sta bene.-
Sarah? La sua Sarah? Denny non poteva credere a quelle parole. La scostò solo un pò lontano da lui per guardarla negli occhi.
-Come chiamata?- 
-Si ha detto che stava bene ma non poteva parlare per molto. Sta cercando di scoprire delle cose su suo padre e la confrater...- si bloccò di colpo.
-Suo padre? Ma non era morto in un incidente insieme al fratello?-
Alice non sapeva cosa dire. L'impeto di euforia non l'aveva fatta ragionare e aveva parlato a sproposito.
-Non ho nominato nessun padre!- disse accarezzandosi una ciocca di morbidi ricci, cercando di far finta di nulla.
-Invece si... Cosa mi state nascondendo?!- chiese Denny spazientito.
Per due mesi non aveva fatto domande sul segreto che si tenevano stretto le due ragazze, ma ora era più che deciso a capirlo.
-E’ una lunga storia… Non penso che ti possa interessare.- disse Alice, facendo un passo indietro e dando le spalle al ragazzo.
-Se si tratta di voi due, mi interessa eccome! Dimmelo! Altrimenti…-
Quella parola fece scattare l’allarme rosso. C’era un’unica cosa di cui Alice aveva il terrore: il solletico. Ovviamente questa veniva dopo i fantasmi, certo. Denny si avvicinò alla ragazza, sfiorandole i fianchi e lei, con uno scatto felino, volò sul divano.
-Stai lontano da me!-
-Solo se mi dici cosa nascondi!-
-Mai!-
Incominciarono a rincorrersi per la stanza e sembrava che Alice fosse più veloce dell’amico, ma Denny, senza che lei se ne accorgesse, le tagliò la strada prendendola di peso e gettandola sul comodo divano.
-Sembra che tu mi stia per violentare…-
-Ma lo sai che non è male come idea?! E’ più divertente del solletico!-
Alice sgranò gli occhi.
-Ok! Ti dirò tutto.-
Denny, con un sorrisino soddisfatto in volto, si sedette accanto a lei, pronto ad ascoltare la sua storia.
Alice iniziò a parlare dei diari del padre e del suo desiderio di ritrovarlo, per poi concludere con le ricerca sulla Dea Rhea e la telefonata di Sarah.
-E voi mi avete tenuto all’oscuro? Perché non avete chiesto il mio aiuto? Sapete benissimo che avrei mantenuto il segreto se voi me lo aveste chiesto.-
Alice fece un lungo sospiro.
-Non volevamo che  ti succedesse qualcosa.-
Denny scattò in piedi, preso dall’ira.
-E voi, allora? Non correvate dei rischi?! Sarah è stata rapita per questo motivo, lo capisci?-
Alice non aveva mai visto così arrabbiato il suo amico, nemmeno quando la sua squadra di baseball preferiva perdeva un campionato.
Abbassò lo sguardo, dispiaciuta. Non aveva tutti i torti.
-Adesso dimmi dove si trova Sarah, andiamo a riprendercela!-
Prima ancora di ribattere, Alice si ritrovò trascinata in salotto, dove Denny prese le chiavi della macchina.
-Io… Non ne ho la più pallida idea.-
Il corvino si fermò.
-Cosa?! Sarah ti ha chiamato e non ti ha detto dove si trovava?!-
-Esatto. Ha detto che non poteva rivelarmelo perché aveva giurato di non dirlo. Penso per non metterci nei guai. In più sapeva che saresti andato su tutte le furie, inizialmente mi aveva chiesto di non dirti nulla.-
-Come nulla?!- urlò il ragazzo, sbattendo un pugno sul tavolino nell’ingresso.
Alice alzò le spalle e Denny protese la mano verso di lei.
-Telefono!-
Senza dire nulla, per evitare che Denny la sbranasse viva, ubbidì.
Denny incominciò a trafficare con lo smartphone e, a malincuore, vide che l’ultima chiamata era un numero privato.
-Merda!- imprecò, mentre restituì all’amica il cellulare. In quel preciso istante squillò il telefono di casa.
Denny fece per rispondere, ma, dalla sala hobby, sentì il padre che gli urlava di passare la chiamata sul telefono del seminterrato. Lui, senza interessarsi di chi avesse chiamato, premette il tasto del trasferimento chiamata e fece per chiudere il cordless, ma prima di staccare gli venne un’idea. Premette il tasto muto e appoggiò il telefono all’orecchio, invitando Alice ad ascoltare.
La ragazza, curiosa, si avvicinò ed entrambi incominciarono ad origliare, per l’ennesima volta, il padre del corvino.
-Ciao, Shane.- fece l’uomo dall’altro lato.
-Ciao! Per chiamarmi significa che…-
-Sì. La tua richiesta è stata accolta. Ian ti può ricevere, ma solo per un paio d’ore sia chiaro.-
-Sono più che sufficienti. Dove?-
-Al vecchio magazzino. Quello che usavamo come rifugio. Ricordi dove si trova, vero?-
-Certo. A tra poco.-
La spia della chiamata in corso si spense e Denny mise giù, per poi guardare Alice.
-Sai cosa ci aspetta ora?-
-Ovvio che lo so… E mi piace.-             
 
I raggi del sole entravano dalla finestra della camera e Sarah, dopo ore di allenamento, aveva un attimo per rinfrescarsi un po'. Quando ebbe finito e si cambiò d'abito, qualcuno bussò alla sua porta. In un primo momento pensò che fosse il suo pranzo, visto che erano solo le due del pomeriggio e il suo stomaco reclamava cibo.
-Avanti.- disse, sistemandosi i capelli.
La porta si aprì e comparve Ian, con un sorriso di scuse.
Quando la ragazza notò che non era venuto con un vassoio in mano, intuì che era venuto per parlare di qualcosa.
-Scusami... Non voglio disturbarti, capisco che sei stanca, ma c'è una missione urgente.-
-Quanto urgente?-
-Beh... Parecchio. Un nostro vecchio adepto è tornato a farsi vivo dopo anni. Abbiamo delle regole molto rigide e lui, dato che ci ha tradito, si merita una sonora punizione.-
-Che genere di punizione?- chiese preoccupata.
-Sarah è ora che tu faccia i conti con le tue responsabilità in quanto futura leader, in futuro ti troverai spesso in situazioni che chiedono delle decisioni dure. Come questa. Devi uccidere questo traditore in modo che non ci possa dare più fastidio.-
Avanti.- disse, sistemandosi i capelli.
La porta si aprì e comparve Ian, con un sorriso carico di scuse.
Quando la ragazza notò che non era venuto con un vassoio in mano, intuì che era venuto per parlare di qualcosa.
-Scusami... Non voglio disturbarti, capisco che sei stanca, ma c'è una missione urgente.-
-Quanto urgente?-
-Beh... Parecchio. Un nostro vecchio adepto è tornato a farsi vivo dopo anni. Abbiamo delle regole molto rigide e lui, dato che ci ha tradito, si merita una sonora punizione.-
-Che genere di punizione?- chiese preoccupata.
-Sarah è ora che tu faccia i conti con le tue responsabilità in quanto futura leader, in futuro ti troverai spesso in situazioni che chiedono delle decisioni dure. Come questa. Devi uccidere questo traditore in modo che non ci possa dare più fastidio.-
Quindi questo è compito della futura leader? Mi mette subito di fronte a una missione estrema?-
Ian la prese per le spalle, in un gesto paterno.
-Capisco che è la prima missione, ma devi capire che prima incominci a vedere le cose come sono veramente meglio è per te. Ora vieni... Ti portiamo nel luogo dell'incontro.-
Ben presto raggiunsero una stradina secondaria che portava ai vecchi magazzini e subito Ian istruì la giovane allieva.
-Quando vedrai il traditore non esitare un solo secondo sul grilletto. Questo tipo di persone sono spietate. Uccidilo prima che lui possa uccidilo prima che lui possa farlo con te...- detto questo si posizionò in un angolo strategico da dove aveva la prospettiva del prossimo campo di battaglia. Diede alla ragazza un fucile con un mirino, non quello per cecchini perché ci voleva grande allenamento per usarli, e la lasciò da sola in quella angolo. Il magazzino era praticamente isolato e lei aveva la vista su tutta l'aria sottostante, luogo in cui si sarebbe svolto l'incontro con il cosiddetto traditore.
In pochi minuti Sarah si sistemò dietro le ringhiere del piano superiore. Da dove poteva vedere tutto. 
Passarono ancora diversi minuti e si sentirono dei passi provenire verso di loro, Ian allora le fece segno di attendere e lei si mise in posizione.
Il rumore della pesante porta di metallo echeggiò nell'aria e man mano prese forma la sagoma di un uomo che Sarah iniziò a riconoscere. 
Proprio lì a qualche metro di distanza la persona che non si sarebbe mai aspettata comparve e capi di chi si doveva trattare. Del "traditore". Solo che non poteva portare a termine la missione. Non poteva uccidere il padre di Denny! 
-Shane! Da quanto tempo. Non posso dire che sia un piacere vederti però.- incalzò Ian.
-Ian razza di serpe (?) Lascia andare subito la ragazza è chiudiamo qui questa storia!-
-Quale ragazza?- fece finta di nulla Ian, ma Shane mantenne la calma.
-Parlo di Sarah! Lasciala andare subito! È un mondo troppo grande per lei! Finirà per distruggerla!-
-E credi davvero che io segua l'ordine di un traditore?! Ti ho considerato come un fratello e un modello da seguire, ma quando ha incontrato lui e fallito la missione non ti ho capito più. È per colpa tua se siamo arrivati a tanto!-
I due uomini si voltarono verso di lei.
-Cosa ci fai qui?! Ti avevo detto di stare di sopra e aspettare un mio cenno.-
-Sono venuta a chiarire delle cose, perché non ci sto capendo molto.-
Ian si fece un po’ avanti, gli occhi ridotti a due fessure. L'uomo dagli occhi gentile non c'era più, c'era solo un essere spietato.
-Lui è un traditore! Ci ha tradito alleandosi con il nemico. Questa è la spiegazione.-
-No! C'è qualcos'altro! Me lo sento! Ditemelo ora, altrimenti avrete un traditore in più.-
Ian fissò la ragazza.
-Io ti ho raccontato tutto quello che dovevo dirti. Non ti ho nascosto nulla. Ora spara a Shane Blaine!-
Questa volta il padre di Denny si fece avanti.
-Non ascoltarlo. Ascolta quello che ti dice il cuore. La loro non è una nobile causa. Ci vogliono distruggere tutti!-
Ian si voltò verso Shane.
-Stai zitto!- urlò, poi tornò a rivolgersi a Sarah con un ghigno dipinto in volto.
-Se non lo farai tu, vuol dire che lo farò io.-
In uno scatto Ian prese il fucile che Sarah teneva ancora tra le mani e senza che lei potesse impedirglielo mirò al petto Dell’uomo e sparò un colpo... uno soltanto che rimbombò nel magazzino vuoto.
Davanti ai suoi occhi, come se fosse a rallentatore, Sarah vide il corpo del padre di Denny cadere come un macigno sul pavimento gelido e subito dietro di lui vide gli occhi vuoti del suo Denny che guardavano la scena dalla soglia della porta da dove erano appena entrati lui e l amica Alice.
-Papà!- urlò Denny, precipitandosi accanto al corpo del padre.
Sarah e Alice fecero lo stesso. Alice, immediatamente, scoppiò al piangere, mentre Denny componeva sul telefono il 911, ma le dita gli tremavano come non mai.
Sarah guardava il sangue scorrere dal petto del Signor Shane completamente inerme.
-Come hai potuto fare una cosa del genere?!- sbraitò la ragazza voltandosi verso Ian per guardarlo negli occhi.
-Te l'ho già detto... I traditori vanno puniti, anche se sono tuoi amici!-
-Ma lui era come un padre per me!-
Ian alzò le spalle e si voltò, uscendo dalla porta secondaria del magazzino seguito dai suoi uomini.
Sarah, mentre lo guardava andarsene, scorse la figura di un ragazzo nella penombra.
Fece qualche passo in avanti e riuscì a vederlo, fino a riconoscerlo.
Era il ragazzo della biblioteca, quello con cui voleva parlare della Dea Rhea due mesi prima.
Aveva un sorrisino soddisfatto dipinto sul volto.
Chi era?
Ma non era il momento adatto per pensarci.
Tornò da Denny e Alice, che stavano accanto al Signor Shane.
-Mi dispiace tanto, Signor Shane. Non avrei mai voluto che accadesse una cosa del genere.- disse la ragazza, mentre le lacrime le rigavano le guance.
-Non fa niente. Ti chiedo solo una cosa: segui quello che dice il tuo istinto, non badare agli altri. Perché la verità é molto più vicina di quanto credi. Continua a cercare la Dea Rhea e i suoi discendenti...- 
Detto questo, sorrise ed esalò il suo ultimo respiro.
  
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