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Autore: Love_in_London_night    04/05/2015    3 recensioni
Jared, Jade, Jamaica. L’iniziale è la stessa, è la combinazione a essere disastrosa.
Perché?
Perché in realtà oltre a loro due ci sono altre 18 persone, un presentatore e una crew con le telecamere pronte a seguirli durante il loro soggiorno.
Già, perché Jared, a causa dell’insistenza di Constance, si è trovato a partecipare al programma di MTV “Are you the one?”. Un reality dove i concorrenti devono cercare la loro anima gemella: se formeranno le 10 coppie esatte si porteranno a casa un milione di dollari da dividere tra loro. Non è un reality rose e fiori però, perché per trovare i match giusti si sacrificano i sentimenti nati tra le persone sbagliate. Tutto pur di trovare le coppie perfette.
E in un simile scenario cosa succederà a Jared, Jade e gli altri?
E poi c’è l’America: Tomo e Vicki seguono le puntate settimanali, lo stesso fanno Constance e Shannon, anche se quest’ultimo vorrebbe che al gruppo intimo si aggiungesse la sua ragazza Kirstina, detestata dalla madre.
Dieci settimane per capire chi possa essere l’anima gemella e non innamorarsi della persona sbagliata, due mesi e mezzo per seguire il resto dei Mars accomodati sul divano davanti alla TV.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4


Quarta puntata

 
L’entusiasmo per i passi avanti ottenuti non si era smorzato dopo la serata di festa, anzi, i ragazzi continuavano a giovare di quella positività per avvicinarsi e studiare altre strategie per trovare coppie.
«Se continuiamo su questa strada sono convinto che troveremo altri accoppiamenti e, prima o poi, anche un match perfetto». Simon era sicuro che continuare a pianificare le coppie potesse essere un modo per risolvere tutti i loro problemi, peccato che fosse una scienza che andava ancora provata.
«Ma non abbiamo certezze che le coppie giuste siano quelle basate sulle affinità che abbiamo notato». Gli fece notare Haylee.
«In realtà non abbiamo proprio certezze». Aggiunse Annah sconsolata.
«Siete pessimiste». Spencer e Drew si trovavano d’accordo sulla visione del programma di Simon. Per loro era questione di dinamiche da studiare a tavolino e sperare che le persone accettassero quello che gli altri decidevano per loro.
«Non vorrei fare di nuovo lo stronzo di turno» si intromise CJ, dato che nel discorso erano coinvolti tutti, rilassato sul divano dopo pranzo. «Ma come fate ad avere tutta questa fiducia in dei tentativi? Avete per caso la certezza riguardo qualche coppia?»
Dopo la figura di settimana scorsa si era dato una ridimensionata, iniziando così a dialogare in modo efficace con gli altri componenti della casa, rendendo per tutti la permanenza più piacevole.
«Ha ragione CJ» disse Jade risoluta. «E sapete che mi costa ammetterlo».
Aggiunse con un sorriso sincero nella direzione dell’interessato per dimostrargli che tutto era stato dimenticato, non poteva comunque giudicarlo per un errore, non era da lei.
«Però ci sono quattro coppie!» sostenne Liam entusiasta.
«Ma non sappiamo quali sono». Intervenne Jared, calmo come sempre. «Facciamo così: ognuno dica almeno una coppia che secondo lui è un match perfetto tra quelle confermate ieri sera nella cerimonia».
Fu così che a turno ognuno espresse la propria preferenza, dimostrando che gli scettici avevano ragione. Era emerso che almeno sei accoppiamenti avevano l’aria di essere quelli giusti secondo le loro percezioni, con qualche preferenza verso una coppia, quella composta da Dylan e Haylee.
«Avanti, per voi è palese!» insistette Simon.
«Però non abbiamo la certezza». A dirlo era stato proprio Dylan. «E non potete pregare che a ogni sfida vinciamo la fuga d’amore per mandarci in cabina. Con i miei problemi di salute per me non è così facile. E come concorrenti non possiamo aspettare che uno di noi due vinca una prova, intanto c’è altra gente che deve tentare a entrare nella cabina, non siamo gli unici a dover far chiarezza sulla situazione».
A malincuore anche i più ottimisti dovettero ammettere di trovarsi d’accordo.
«L’unica cosa sicura è che non abbiamo certezze» disse Leighton con un certo disappunto, cosa che non era da lei. «Quello che mi irrita da morire è come gestite la cosa. Siamo qui per cercare l’amore e vincere anche dei soldi, ma sembra che il concetto basilare sia sfuggito ai più. State conducendo la situazione come se fosse una partita a Risiko senza considerare le persone coinvolte e i loro sentimenti, e a me non sta bene».
Era amareggiata e le sue parole colpirono tutti in profondità, facendo calare un silenzio sul gruppo che, fino a poco prima, era stato chiassoso.
«Non per deludere tutte» intervenne Nick. «Ma i soldi mi farebbero comodo, se poi trovassi anche l’amore tanto meglio. Non so, però, se posso sperare di avere tutto».
Alcuni annuirono alle sue parole solo con accenni della testa per non essere osservati con sguardi di rimprovero.
«Però il modo in cui conducete il gioco vi si ritorcerà contro» rispose Olivia. «Molti di voi stanno facendo affidamento su supposizioni, che però vengono viste come certezze che in realtà non abbiamo. Non si può pensare di costringere gli altri a seguirli in una visione così… utopistica».
Jade le diede ragione con un veloce assenso. Odiava essere d’accordo con lei, ma era la prima volta che le usciva qualcosa di sensato dalla bocca e non poteva sottovalutare la cosa.
Era chiaro che su quell’aspetto in casa ci sarebbero state delle spaccature, perché nessuna delle due fazioni era disposta a cedere il passo in favore dell’altra, non dopo la parvenza di aver raggiunto dei risultati grazie a delle strategie in cui Jade si era trovata coinvolta solo in parte nel momento in cui aveva vinto la prova, e tanto le era bastato.
Lei se ne sarebbe chiamata fuori e avrebbe cercato la sua anima gemella a modo suo, non come se fosse stata una partita a monopoli. I soldi non le sarebbero affatto dispiaciuti, ma erano la questione secondaria della faccenda. Lei era lì per trovare qualcuno da amare, non che quantificasse il sentimento che tra i due doveva nascere.
«La verità è che ci basiamo ancora sull’attrazione fisica e poco altro, ed è il motivo principale per cui abbiamo deciso di partecipare a questo programma. Se non ci basassimo su criteri sbagliati non avremmo bisogno di aiuto per trovare la nostra anima gemella».
Le parole di Annah, lo sapevano tutti, erano più che vere, ma era difficile accettare la verità.
«Quindi come pensate di risolvere la questione?» chiese Simon sapendo che non c’era una soluzione al problema.
«Ci sto pensando. Ho in mente qualcosa, devo capire se possiamo metterla in atto». Lo zittì Jade, meditabonda.
«Maaa» Larissa interruppe tutti, cercando di alleggerire la tensione. «Trovare l’amore che abbia i soldi è così difficile, qui dentro?»
Sapevano che non stava del tutto scherzando, ma apprezzarono il fatto che, alla fine, fosse riuscita a smorzare i toni e distendere il clima, tanto da far archiviare la questione e passare ad argomenti più frivoli e neutri.


L’idillio era comunque durato poco e a interromperlo, inaspettatamente, erano stati Haylee e Dylan.
Avevano iniziato a litigare per una sciocchezza, ma, approfondendo il discorso davanti a tutti, non preoccupandosi di dare spettacolo, erano emersi due caratteri forti che potevano entrare in netto contrasto a causa delle opinioni divergenti.
La situazione si era fatta seria e i motivi per questionare reali, tanto che gli altri coinquilini, prima interessati alla loro conversazione, ora cercavano modi alternativi per fuggire dal salone.
Se all’inizio erano sicuri che comunque la cosa si sarebbe potuta risolvere con delle scuse e nel giro di pochi minuti, il continuo discutere e l’accentuarsi dei toni mise in allerta gli altri ragazzi della casa. Erano davvero anime gemelle o il loro feeling era basato solo su una più estemporanea attrazione? Iniziavano a credere che il litigio potesse aprire crepe più profonde del previsto e dimostrare che forse non erano fatti l’una per l’altro come avevano creduto fino a quel momento.
Oppure era solo un momento di defaillance, magari dovuto a una situazione che non riusciva a delinearsi?
Nel caos generale Jade non si accorse di avere vicino qualcuno.
«Seguimi».
Si voltò e vide Scott stringerle le dita attorno al polso e trascinarla fuori senza che nessuno se ne accorgesse. Lo seguì senza opporre resistenza, grata di quel salvataggio inaspettato.
Aggirarono la piscina e si sedettero sul prato, in un angolo della casa, a fissare il cielo pieno di stelle. Era strano poterne vedere così tante, erano abituati alle luci delle grandi città che ne offuscavano la visuale.
Respirarono l’aria a pieni polmoni, grati di essere lontano da quel vociare così fastidioso, e finalmente si guardarono. E si sorrisero.
«Grazie. Non avevo pensato di fuggire da lì. È stato come assistere a un incidente in autostrada: vorresti evitare di guardare, ma non puoi impedirtelo perché vorresti capire le dinamiche». Jade spostò i lunghi capelli dietro la schiena in modo da godere della leggera brezza di quella sera. Non sapeva come, ma era sicura che avrebbero faticato a dormire se quei due avessero continuato a urlare così. Era convinta che avessero bisogno di qualcuno pronto a dividerli e a farli ragionare, ma pensava che avessero bisogno di confrontarsi per capire se effettivamente potevano superare la cosa e costruire qualcosa di serio o meno.
«Di niente. ho pensato di avere bisogno di scappare da quel delirio, ma passare del tempo qui fuori da solo non sarebbe stato divertente»
«Perché, ora sono diventata divertente?» Jade gli sorrise allegra.
Le piaceva la naturale confidenza che si era instaurata tra loro, non credeva che sarebbe riuscita a sentirsi a suo agio accanto a Scott, di solito i ragazzi simili la mettevano in soggezione, almeno i primi tempi, ma con lui non era accaduto.
La verità era che un uomo che potenzialmente poteva piacerle metteva a serio rischio la sua sicurezza, una caratteristica che non le piaceva ostentare se non il necessario.
«Lo sei sempre stata» rispose con un sorriso caloroso. «Però non lo dimostri sempre. Sai, apprezzo proprio questo di te: i tuoi esilaranti silenzi».
La prese in giro per cercare di metterla a proprio agio.
«Ah ah, simpatico. Sei fortunato, sono dotata di un grande senso dell’ironia». Gli diede un leggero schiaffo sul braccio per cercare un contatto e sottolineare a quel modo che non se l’era affatto presa.
«Lo so, altrimenti non te l’avrei mai detto. Sei una delle poche ragazze qui dentro a capire il sarcasmo e a non essere permalosa».
No infatti, non era permalosa, solo un po’ bipolare durante il ciclo, ma niente che esulasse dalla sua normalità di appartenente al genere femminile.
«Mi fa piacere che qualcuno se ne sia accorto e che pensi sia un pregio». Era bello scherzare così con qualcuno, o forse era gratificante aprirsi con una persona che avesse notato tanto di lei e non fosse Jared, la sua croce più grande e la sua ancora di salvezza fino a quel momento.
«Pregio, non esageriamo… diciamo che non è un difetto»
«Un gentleman!» lo prese in giro mentre si abbracciava le ginocchia.
«Beh, non posso svelare subito le mie carte, sbaglio?» ammiccò verso Jade, ormai rapita dal loro discorso.
«Ah giusto, il fascino dell’uomo misterioso, come ho fatto a non pensarci!» si batté una mano sulla fronte, fingendo una sbadataggine che non le apparteneva.
«Vuoi dirmi che non è la stessa tattica che stai usando tu?»
«Quale, quella di fingermi uomo?» rispose pronta lei.
«Scema» le diede una piccola spinta con la spalla. «Quella del mistero»
«Oh no, io sono asociale e stronza di mio, è diverso. Nessuna tattica».
Si stese sull’erba, sperando che Scott la seguisse. Non sapeva perché, ma desiderare di averlo sdraiato accanto a sé la faceva sentire una ragazzina. Sembravano di passaggio seduti vicini, ognuno nel proprio spazio che sembrava dovesse rimanere inviolato, nonostante il loro desiderio di abbattere quella riservatezza.
Scott si sdraiò accanto a lei, e di colpo l’atmosfera cambiò. Più intima e solenne, sembrava che l’ilarità di poco prima fosse lontana anni luce, come se il fatto di non guardarsi più in viso permettesse loro di approfondire altri aspetti fino a quel momento inesplorati.
«Posso farti una domanda?»
Jade se lo sentiva, d’altronde non c’era momento più giusto di quello.
«Chiedi quello che vuoi».
Era pronta a dirgli che in caso non se la sarebbe sentita di rispondere.
«Non è strano per te essere amica di Jared? Insomma… lo conoscevi da prima, avrai avuto un’idea su di lui, no?»
Ok, doveva rivedere i suoi piani: non poteva evitare di rispondere, altrimenti avrebbe complicato la sua posizione di fan tanto da passare per quella che si era presa una bella cotta. Più volte il pensiero le aveva accarezzato la mente, ma si era detta che a ventisei anni era solo una grande stima spronata anche dal bell’aspetto di lui, nulla più. Doveva quindi optare per la verità, nonostante non le piacesse affrontare l’argomento proprio con Scott, non voleva rovinare ogni possibilità con lui, ma questo la portò a parlargli con estrema franchezza; se lo meritava.
«È strano, sì. Avevo una concezione precisa di lui, e ora è come se dovessi ripartire da zero nonostante io su Jared abbia delle basi».
Era un concetto strano e complicato, ma aveva cercato di essere del tutto sincera. Jade era sicura che Scott fosse in grado di sopportare discorsi anche più spinosi, forse era per quel motivo che l’aveva colpita tanto.
«Non ti attrae? È un bell’uomo». Scott non era uno di quelli che ce l’aveva con Jared per il suo status o con le ragazze che ne rimanevano folgorate. Non era stupido, anche lui vedeva il magnetismo della personalità del cantante e la sua bellezza. Voleva solo capire e, soprattutto, comprendere la posizione di Jade.
Lei sospirò, sapeva che era giunto il momento di raccogliere le idee e, dopo tre settimane, sistemare il pezzi del puzzle che aveva tra le mani per delineare grossomodo ciò che aveva dentro. Un faccia a faccia con se stessa che non si era aspettata così presto, soprattutto se spronato da Scott.
«L’ho sempre seguito e stimato per l’artista e la persona che è, ma non posso negare che fisicamente mi sia piaciuto subito, rientra comunque nei miei gusti. Se fosse stato un uomo qualunque e l’avessi incontrato per strada mi sarei girata a guardarlo, per farti capire. Però è complicato. È bello anche ora, ma fa meno effetto di prima. E il rapporto d’amicizia che c’è tra noi me lo fa vedere in un’altra ottica. Prima era come se… non so, avessi una specie di cotta. Ora lo sto conoscendo, conoscendo davvero, e quindi tutto è stato rimesso in discussione». Aveva detto tutto d’un fiato prima di vedere i concetti scivolarle dalle labbra e dalla mente. Non amava esporsi in quel modo, ma sapeva che era arrivato il momento di mettersi in gioco. «So solo che è strano. E complicato. E diverso da come potevo essermi sempre immaginata la… cosa».
Perché aveva fantasticato tante volte su Jared e un risvolto romantico tra loro due, inutile negare che le piaceva sognare a occhi aperti sulla cosa. Ma ora era diverso. Era coinvolta, ma non sapeva dire in quali termini. Soprattutto perché Jared le aveva fatto capire chiaramente come la pensava a riguardo e Jade non voleva nemmeno accarezzare l’idea di poter provare qualcosa per lui quando lui stesso aveva detto chiaro e tondo che non avrebbe potuto esserci nulla. 
Non poteva fermarsi a pensare realmente alla cosa prima di caderci per davvero, non se lo sarebbe mai perdonata.
«Che fosse complicato l’ho capito dal tuo discorso non proprio limpidissimo». La prese in giro Scott voltandosi a guardarla. Aveva gli occhi furbi, ma non per questo pericolosi.
Erano diversi da quelli di Jared che riuscivano a destabilizzarla, lo sguardo di Scott, una sfumatura chiara in un colore scuro, riusciva a conferirle una serenità che l’azzurro del cantante non le dava. Quasi le sembrava che le confessioni verso Scott fossero naturali, mentre quelle rivolte a Jared fossero in realtà estorte dalla forza di persuasione del suo sguardo.
«Aaaahhh!» Jade si alzò di scatto, mettendosi di nuovo a sedere per coprire la faccia con le mani. «Che imbarazzo!»
«Perché?» Scott si puntellò sui gomiti, comodo e interessato al tempo stesso alla risposta di Jade. Forse era arrivato davvero al punto.
«Perché è strano parlare di tutto questo proprio con te».
Sì, era riuscito a toccare l’argomento che più gli premeva, ed era sorpreso che, alla fine, l’avesse introdotto proprio Jade. «E perché?»
Jade spostò i capelli dietro la schiena per guardarlo male, ma lui non le prestò attenzione e la invitò a parlare con un cenno del capo. 
«Perché mi piace passare il tempo con te, ma non vorrei che pensassi male di questa faccenda».
Odiava dover essere proprio lei a esporsi e ammettere quella scintilla di interesse intercorsa tra loro, ma si era fregata con le proprie mani e non se la sentiva di tirarsi indietro nel momento in cui c’erano solo da tirare le somme. Era lì per migliorarsi e doveva farlo sotto ogni punto di vista possibile.
Scott si mise a sedere di nuovo con lei, i capelli scompigliati che ricadevano sugli occhi e la voce così bassa da essere un sussurro. 
«Te l’ho chiesto proprio per questo motivo. Volevo capire se gli altri e io abbiamo una possibilità con te o stiamo perdendo tempo».
L’ammissione di un certo interesse e il timore di vedere la propria occasione andare in fumo. Jade riusciva a capire il tono sommesso che stava usando: era il mormorio di chi non voleva dire le cose ad alta voce perché non aveva la sicurezza che potessero accadere davvero.
«Non è comunque detto che tutti abbiano una possibilità con me». Di sicuro a Scott l’avrebbe concessa perché le interessava, ma c’erano ragazzi lì dentro con cui non c’era un briciolo di affinità, inutile insistere o fare tentativi.
Scott alzò un angolo della bocca verso l’alto, gesto che lo rese ancora più attraente.
«A me importa che io ce l’abbia».
Era stato sicuro, una dichiarazione di intenti precisa che era arrivata alla diretta interessata.
«Non ho mai confermato la cosa». Il battito era accelerato, ma non voleva volare di fantasia a una velocità nemmeno immaginata per poi schiantarsi all’improvviso al suolo, non era da lei. Doveva tenere i piedi ancorati al terreno e fare le cose con i propri tempi.
Eppure Scott non demorse. «La tua sincerità è un buon inizio… mettiamola così. O forse il fatto che tu non abbia detto apertamente di no è un ottimo indizio su come la pensi».
Jade rimase colpita: era bravo nell’osservare e ancor di più a capirla. Sarebbe stato difficile frenare tanta intraprendenza e, forse, non lo voleva nemmeno.
«Tu sei troppo sveglio per i miei gusti, almeno ora potresti fingere di non aver capito così tanto di me?» sorrise divertita, era meglio dissimulare e confonderlo iniziando ad addentrarsi su un terreno più neutro, ma lui sembrava aver chiara la strada da intraprendere.
«Nah, mi diverte metterti in difficoltà».
Ma sembrava avesse più l’intenzione di scoprirla o cercare di svelare ciò che lei teneva nascosto con tanto impegno. Jade, però, in quello era diventata brava: era riuscita ad affrontare il tema più ostico per lei all’interno della casa senza uscirne stravolta o a pezzi.
«E allora ti do l’opportunità di continuare: cosa pensi di me dopo la risposta di poco fa su quell’argomento spinoso che è Jared?»
Scott la studiò: aveva notato il rossore concentrato sugli zigomi di Jade, ma aveva apprezzato il coraggio con cui cercava di celare i proprio timori.
«Penso che tu non abbia le idee chiare come pensi». Ahia. Era davvero diretto, più del previsto. «Ma sono convinto che se mi dessi l’opportunità di farmi conoscere potrei aiutarti a vedere le cose con più chiarezza».
Jade si fissò i piedi nudi e ormai freddi a contatto con l’erba. Non pensava che Scott potesse aver capito tanto di lei, ma forse la stava osservando da più tempo di quanto lei si fosse aspettata, solo che non se ne era mai accorta.
«Sei una persona magnanima». Ricorse al sarcasmo, d’altronde lui le aveva detto che era una dote che non gli dispiaceva, giusto?
Tuttavia Scott decise di mostrarsi per quello che era, pregi e difetti compresi.
Sorrise obliquo prima di rispondere: «Sempre, quando la cosa mi riguarda e voglio che vada come dico io».
E fu come se, nella loro sincerità confusa, si fossero appena buttati nel bel mezzo dei giochi.


I giorni erano passati ed era stato strano per gli altri ragazzi della casa assistere ai frequenti battibecchi di Dylan e Haylee. A volte sembravano pronti per riappacificarsi, poi uno dei due tornava su un punto delicato e ricominciavano le urla e le incomprensioni. Anche la prova era stata falsata dalle scelte della coppia scoppiata. Siccome bisognava scegliere un partner con cui sciogliere un cubo molto grande di ghiaccio nel minor tempo possibile, il tutto per recuperare una chiave all’interno del blocco, era stato strano vedere Haylee scegliere sicura Scott e Dylan andare da Mia. Quest’equilibrio precario aveva scombinato quasi tutte le altre coppie.
Le coppie che riuscirono a vincere furono tre. La prima era composta da Spencer e Daisy, ormai affiatati dopo essersi scelti in due cerimonie, anche se, c’era da dirlo, erano alquanto freddi, però si vedeva che Spencer non era indifferente. Eppure non poteva fare molto per portare acqua al proprio mulino, dato che Daisy sembrava ancora troppo coinvolta da Drew per lasciarlo perdere.
Le altre due coppie erano composte da Mark e Dakota, con il ragazzo che sembrava intenzionato a dimenticare Jade e a scovare la propria anima gemella, e Annah e Simon, capitati insieme quasi per caso ma desiderosi di godersi un’avventura fuori dalla casa.
Avevano vinto una giornata in una spiaggia attrezzata di ogni cosa per divertirsi in mare: jet board, moto d’acqua, windsurf e altri attrezzi messi a loro disposizione per godersi il pomeriggio, poi la sera – ed era stato fatto perché magari sarebbe servito ad avvicinarli e a dare loro un po’ di positività, dato che sembravano demoralizzati dagli scarsi risultati – sarebbero rimasti a dormire in campeggio mentre gli altri votavano la coppia da mandare in cabina.
Così, la sera prima della fuga d’amore, fu una chitarra lasciata dalla produzione a cercare di distendere gli animi.
Gli occhi di Jared quando la vide si illuminarono e, senza aspettare alcun invito, la prese con una certa sicurezza, invitando gli altri a seguirlo fuori in giardino, attorno allo spazio per il fuoco. 
Erano persone in balìa dei sentimenti e di un gioco più grande di loro stessi, avevano soltanto bisogno di abbandonare le preoccupazioni per una nottata e dedicarsi a qualcosa che non li facesse pensare troppo. Fornire Jared di una chitarra sembrava il modo giusto per unirli in quell’intento e, magari, fare in modo che alcuni ragazzi dimenticassero il risentimento latente che avevano sviluppato verso di lui.
Jared si dimostrò il one man show che Jade era abituata a vedere sul palco: cantava, suonava, intratteneva e, soprattutto, riusciva a mettere d’accordo venti persone e a far dimenticare loro litigi, incomprensioni, strategie e interessi non corrisposti.
Cantarono canzoni del passato, pezzi famosi e, infine, il cantante chiese ai presenti se conoscevano qualche canzone dei Thirty seconds to Mars. I ragazzi citarono maggiormente Closer to the Edge e Kings & Queens, così Jared decise di cantare quell’ultima, più adatta per una sessione acustica improvvisata come la loro.
Guidò il gruppo attraverso i cori  e indicò gli attacchi di ogni strofa mentre con gli occhi cercava il supporto di Jade che, esaltata dal poter mostrare un lato così personale e vero di sé, si era lasciata andare. Anche se incrociare lo sguardo di Jared voleva dire far accrescere il senso di colpa nei confronti di Scott, così ogni occhiata rivolta al cantante corrispondeva a una più intensa e lunga verso il nuovo amico, il quale sembrava apprezzare quelle attenzioni e la nuova complicità trovata.
Jade non era la persona più intonata sulla terra, ma poco le importava se poteva cantare una delle canzoni del suo gruppo preferito e al cospetto del frontman della band in questione, doveva cantare in modo da potersi sfogare, e per la prima volta dopo quasi quattro settimane, riuscì a ritrovare se stessa.
Alla fine del pezzo, con Jared con la voce a pezzi a causa di un mal di gola che l’aveva colpito qualche giorno prima, si erano sentiti tutti soddisfatti e con il cuore più leggero.
«Ah, quanto mi piace cantare questa canzone!» si lasciò sfuggire elettrizzata Jade.
«Forse è alla canzone che non piace essere cantata da te». La prese in giro Liam scatenando le risate generali e una smorfia proveniente dalla diretta interessata.
«Non avevo dubbi ti piacesse» continuò Jared atteggiandosi come una diva al quale spesso era paragonato. «Le canzoni le scrivo io, e io piaccio a tutti».
Jade alzò un sopracciglio e un angolo della bocca nello stesso momento.
«E con questo?»
«Avanti, guardami» continuò con tono divertito nell’ilarità generale mentre si indicava il viso. «Se il sottoscritto piace a tutti è ovvio che sia così anche per le canzoni».
Il tono sarcastico con cui era stata pronunciata quella frase era chiaro a tutti, ma Jade decise di non dargliela vinta così facilmente.
«Mi dispiace metterti al corrente solo ora della cosa, ma… I prefer the drummer». Gli altri ragazzi risero mentre lei incrociava le braccia al petto e sollevava il mento verso l’alto per fingere indignazione.
Jared, intanto, si portava entrambe la mani al petto per simulare una ferita mortale al cuore.


 
*


«Quella ragazza ha ottimi gusti, l’ho sempre pensato». Shannon non riusciva a posticipare oltre il commento. Quando le cose lo riguardavano personalmente era difficile non dare il proprio parere.
«Chissà perché ora la rivaluti». Constance si girò verso il figlio per sfoggiare un’espressione diffidente mentre lo fissava negli occhi.
«Ora? Così mi offendi. Diciamo che mi sono sempre mostrato tiepido nei suoi confronti perché non si era mai esposta e per non darti troppa soddisfazione».
Pppffff, non poteva certo ammettere che la madre aveva ragione e che aveva notato quanto fosse carina solo in quel momento.
Doveva ammettere, a malincuore dato che si parlava di una echelon, che Jade era davvero graziosa. Non era una bellezza sfrontata, di quelle che piacevano a entrambi i fratelli, ma aveva un qualcosa di ingenuo e puro che stuzzicava in ugual modo, anche se in base a un principio totalmente differente. Era una cosa più mentale e meno fisica, diversa da quella che erano soliti provare davanti a una ragazza.
Inoltre non gli piaceva dire a sua mamma che aveva avuto ragione su quella ragazza che all’apparenza non diceva poi molto perché troppo schiva, soprattutto nei modi.
«Eh sì, adesso invece ha proprio svelato il suo vero io, giusto? Immagino non c’entri nulla il fatto che abbia notato che ho due figli bellissimi e non solo uno».
Un complimento studiato ad arte. Sapeva di non aver detto una bugia, perché Shannon era bello quanto Jared anche se diversi, ma era un’esca per smascherarlo e fargli ammettere che l’attenzione nei confronti di quella ragazza era nato nel momento in cui Jade aveva dimostrato un interesse per il maggiore. Forse.
«Donna di poca fede». Shannon si finse offeso, tanto che per continuare la frase ci mise un paio di minuti. «Se non trova l’anima gemella dici che posso farmela presentare da Jared?»
Una domanda che stupì entrambi, forse perché tutti e due avevano notato il fondo di verità e interesse celato nel significato di essa.
«Ma non sei già occupato?» 
Constance doveva ammetterlo, Shannon aveva attirato la sua attenzione. Perché interessarsi a una ragazza che aveva la propria anima gemella all’interno del programma quando lui stesso, a casa, aveva una “fidanzata”?
Non che pensasse che d’improvviso si fosse innamorato di Jade, nemmeno lontanamente, ma forse qualcosa con Kirstina era meno stabile di quanto Shannon mostrasse, e la cosa poteva solo rincuorarla, per quanto fosse un pensiero egoista, dato che avrebbe dovuto desiderare la felicità del figlio. Eppure era sicura che quest’ultima non dipendesse da Kirstina.
«Nella vita non vi è certezza alcuna» rispose in tono solenne ed enigmatico, mostrando un sorriso ironico che voleva dire tutto e niente.
«Tranne la tua stupidità!» lo prese in giro la madre, non voleva creare tensione come era successo durante l’ultima puntata quando avevano parlato della sua ragazza, preferì dunque sdrammatizzare. «Meglio tornare a prestare attenzione alla puntata, se non vuoi che io ti ponga un terzo grado sull’epifania riguardo la tua relazione».
Shannon alzò le mani in aria in segno di resa.
«Dio me ne scampi! Concentriamoci sulla TV».


 
*


La puntata proseguì con una video di Jade e Jared davanti a una telecamera, chiusi in una stanza in cui i concorrenti approfondivano certi argomenti quasi fosse un diario di bordo. Ne uscì un sipario tragicomico in cui Jade fece un appello a Shannon e Tomo per conoscerli perché era sicura che Jared, fuori di lì, non glieli avrebbe mai presentati, alla faccia dell’amicizia. Ci teneva davvero a incontrarli, e sperava potesse accadere davvero. Concluse dicendo che non si fidava di Jared per via del ciclo mestruale altamente sregolato che lo colpiva d’improvviso. Jared, dal canto suo, si mostrò fintamente ferito da quelle parole e continuava a chiedere agli amici e agli echelon aiuto per liberarsi da quella pazza ingrata che non sapeva apprezzare la sua compagnia e le sue performance. Parola che accompagnò con un visibile doppio senso, cosa che la fece imbarazzare e divertire.
Quel video divenne una cosa senza senso che giovò all’animo di entrambi, portandoli a credere di aver raggiunto una complicità e una confidenza che in pochi in casa avevano.
Una parentesi che finì per riportare l’attenzione alla sera precedente, dove le coppie destinate alla fuga d’amore erano eccitate per l’imminente giornata e Haylee si confidava con Leighton e Annah riguardo a Dylan, un discorso che riusciva a metterla in crisi.
Arrivò anche Jade per cercare di consolare quella che ormai considerava un’amica e, dopo un’attenta analisi fatta di ipotesi e supposizioni, convinse tutte ad andare a letto. Si avviarono in camera dove trovarono Olivia stesa sul letto mentre parlava con Nick e Jared, seduto sul proprio materasso, separato da quello degli altri.
Le ragazze presero i pigiami e si cambiarono, anche se Jade non mancò di chiudersi in bagno per farlo. Era vero che erano abituati a vedersi in costume, ma non riusciva proprio a rimanere in intimo davanti agli altri con la facilità con cui rimaneva in bikini, era una cosa diversa e la inibiva.
Ne uscì con degli shorts sui cui c’erano stampati degli ananas e una canotta con sopra un’opera di Keith Haring. Piegò al meglio i vestiti e li posò nella propria porzione di armadio. Una volta chiusa l’anta prese i capelli che prima aveva spazzolato e iniziò farsi una treccia morbida, come ogni sera prima di andare a dormire.
Jared, dal proprio letto, la studiava con attenzione mentre una Jade ignara continuava a sovrapporre le proprie ciocche sempre più chiare.
«Perché ogni sera ti fai la treccia?» le domandò dopo aver inclinato la testa. Non riuscì a trattenere la domanda tra le labbra, Jared era curioso di natura.
L’unica a non gradire l’interruzione del loro discorso fu Olivia, non capiva come una treccia potesse essere più interessante di ciò che si stavano dicendo. O meglio, degli sguardi giocosi e interessati che lei e Jared si stavano scambiando.
Jade legò l’estremità della treccia con l’elastico, poi la spinse dietro la schiena, soddisfatta.
«Perché» e si sedette sul proprio letto, quello più esterno posizionato ai piedi di quello su cui dormiva il cantante, seguita dalle altre. «ho i capelli talmente lunghi che mi danno fastidio mentre dormo. Se non li lego continuo a tirarmeli e a svegliarmi, e mi avvolgono quasi a soffocarmi. Così sono ordinati e non mi danno impiccio».
Per sottolineare il concetto mosse la testa mostrando quanto poco spazio quella acconciatura occupasse, poi sorrise. «Pensavo che tu potessi capirmi, visto che in quanto a capelli lunghi non scherzi».
Jared alzò impercettibilmente gli angoli della bocca in una smorfia soddisfatta e lusingata: aveva i capelli lunghissimi ormai, più lunghi e belli di quelli di molte donne anche all’interno della casa, ma sentire con le proprie orecchie quanto la cosa gli fosse riconosciuta era gratificante per il suo ego.
«In effetti non ci avevo mai pensato, eppure di notte spesso mi danno fastidio».
Glielo dovette riconoscere.
Jade sembrò sistemarsi nel letto per continuare a parlare con le altre ragazze e, infine, addormentarsi, ma qualcosa glielo impedì.
«Jade?» la diretta interessata si girò solerte al richiamo di Jared, troppo invitante per essere ignorato. Annuì per invitarlo ad andare avanti. «Mi faresti la treccia?»
La richiesta la stupì per più motivi, e guardandosi attorno capì di non essere l’unica ad aver reagito in quel modo. Poté sentire lo sguardo contrariato di Olivia scivolarle sulla pelle, mentre Haylee – forte delle sue strane teoria su Jade e Jared – se la rideva sotto i baffi.
A farla cedere era stato l’aspetto innocente di lui: la sua domanda era parsa ingenua ma sentita, e lo sguardo chiaro aveva in sé un’eccitazione vista poche volte in Jared, tanto che le fece dimenticare di dare una risposta affermativa anche a voce.
Ma a sorprendere lei e gli altri coinquilini fu il tacito assenso a mettere mano ai suoi capelli. In casa era risaputo quanto Jared non amasse farsi mettere le mani addosso, se non per tocchi meno intimi e più lascivi, men che meno gli piaceva il fatto che qualcuno toccasse la sua chioma tanto curata. Era parsa dunque strana quella richiesta, non solo perché consentiva a Jade di poter avvicinarsi a una parte di cui lui era estremamente orgoglioso e geloso, ma soprattutto perché gliel’aveva chiesto quasi come una preghiera nella speranza di indurla ad accettare. Tutti i presenti alla scena sapevano quale privilegio avesse concesso all’amica, cosa che fece storcere il naso a qualche presente di sesso femminile già citata in precedenza.
Jade annuì senza proferire parola, quasi questa avesse potuto infrangere il momento. Tante volte aveva fantasticato di far scivolare le dita tra i capelli di Jared, e ora quel momento stava diventando realtà. Certo, la situazione che lei si era figurata aveva un’accezione diversa, ma il fatto che Jared le avesse dato il permesso di arrivare a tanto la lusingò: sapeva con certezza che una simile cosa l’avrebbe concessa solo a lei e non ad altri in quella casa, e le fece provare una soddisfazione avuta poche volte in vita sua; era come avere potere su di lui ed era contenta di vedere che quel rapporto non era più a senso unico, ma sempre più equo.
Si alzò dal proprio letto per sedersi su quello di Jared dietro di lui, e la cosa le provocò un brivido. Era la prima volta che si trovavano così vicini sul letto, era strano.
Haylee, per deformazione professionale, non se ne andava in giro senza una spazzola e gliela lanciò soltanto dopo aver legato attorno al manico un laccio per capelli.
«Posso?» Jade mostrò a Jared la spazzola nella speranza che lui le desse l’assenso per continuare mentre le altre fissavano la scena con un misto di invidia e ammirazione.
Lui acconsentì e Jade continuò.  Spazzolò i capelli di Jared e poi iniziò a intrecciarli come aveva fatto poco prima con i propri; movimenti meccanici ed esperti che in poco formarono una treccia del tutto simile a quella che portava lei.
Jared, una volta finita, se la portò davanti per poter ammirare il risultato e poi la ringraziò, contento di poter muovere la testa e sentirsi più leggero rispetto al solito.
Drew in quel momento entrò in stanza e senza pensarci due volte prese la treccia e la tirò mentre si chinava sulla persona in questione per sussurrare con voce bassa e quasi seducente: «Stai bene con la treccia».
Jared si girò di scatto per incenerirlo con lo sguardo e, quando Drew si accorse chi era la persona a cui aveva detto quella cosa, si alzò con fare rigido e mortificato.
«Scusa, ti avevo scambiato per Taylor». Ammise con le guance rosse per l’imbarazzo mentre gli altri ridevano fino a provare male alla pancia. 
Jared, in un primo momento offeso per essere stato scambiato per una donna, si unì al gruppo divertito della faccenda, anche se in cuor suo aveva preso la decisione di non dormire spesso con la treccia, non voleva creare spiacevoli inconvenienti.


Poco dopo pranzo le tre coppie lasciarono la casa e si diressero verso la loro fuga d’amore, lasciando il resto dei partecipanti a godere della casa e degli svaghi che essa offriva.
Jade, rispetto alla settimana prima, si era mostrata partecipativa e allegra. Era stato strano rimanere con la maggior parte degli altri concorrenti ma sapere di essere in meno, ed era ancora più bizzarro sapere che sarebbe stato così per una notte; non erano pochi, ma sembrava fossero tutti lì a portata d’occhio e che all’improvviso si fossero ristretti e il gruppo, da variegato, sembrava molto ridotto, quasi avessero potuto creare tra loro un’intesa non frazionata come poteva capitare invece con venti persone.
La giornata trascorse tra esercizi nella palestra di fortuna che la produzione aveva fatto allestire in una piccola stanza, un bagno in piscina e qualche gioco leggero e senza pretese che avevano ricordato all’improvviso per tentare di svagarsi mentre, a turno, venivano convocati nel salotto per votare sullo schermo principale la coppia da mandare in cabina, anche se c’erano pochi dubbi a riguardo. Siccome due coppie su tre erano nuove, e anche alquanto improbabili, decisero di puntare sugli unici due che nell’ultima settimana sembravano aver trovato una nuova dimensione. Inoltre votare per Spencer e Daisy voleva dire provare ad allontanare lei e Drew e far girare il gioco nella direzione giusta e, inoltre, dare un’opportunità a Spencer che non chiedeva di meglio.
Si scusarono con Drew, ma si giustificarono dicendo che c’erano anche i loro soldi in ballo, anche se qualcuno votò per loro perché credevano davvero che quella potesse essere una coppia perfetta.
Il giorno si tuffò in una sera in cui vide Jade in un primo momento a parlare con Scott, poi intenta a partecipare con il gruppo in un discorso senza alcun senso che li tenne distratti tutta la sera, anche se fece fatica a ignorare gli sguardi insistenti e impassibili di Jared.
Più la serata entrava nel vivo più le persone si allontanavano dal salotto per ritagliarsi spazi personali in cui flirtare o discutere in gruppi più piccoli. Fu così che verso le due Haylee, con un sonoro sbadiglio, abbandonò Jared e Jade sul divano per raggiungere gli altri, già quasi tutti addormentati.
«Non venite?» chiese raccogliendo i capelli rosso sangue in uno chignon spettinato.
«Prima mi faccio una tisana» rispose Jade nello stirare la schiena e le braccia in un gesto stanco e liberatorio. Le sembrava che Jared avesse qualcosa da dirle e voleva dargli l’occasione per parlare senza essere guardati male e, soprattutto, ascoltati da orecchie indiscrete, non le piaceva condividere quei momenti con nessun altro.
«Se non ti dispiace ti faccio compagnia». Le sorrise serafico, una cosa che le infuse tranquillità.
Jade salutò Haylee e si diresse a far scaldare l’acqua per gli infusi.
Quando in cucina rimasero soli si scambiarono qualche convenevole e, una volta che le tisane furono pronte, si diressero sotto al portico per sedersi sul dondolo.
C’erano solo le stelle, il rumore dei grilli e il frusciare delle foglie al comando di una brezza appena accennata. Era tutto fantastico e rilassante, difficile credere che non fosse perfetto e infinito o che li seguivano delle telecamere, cosa a cui avevano fatto l’abitudine dopo i primi giorni e di cui si dimenticavano quasi sempre.
Si confrontarono su quella nuova settimana, più a loro agio con una tazza tra le mani, una coperta sulla spalle e un discorso bisbigliato che lo rendeva solo loro. Jared le chiese di Scott e in risposta ottenne l’accenno di un interesse che pareva essere un buon inizio, mentre quando Jade gli domandò di Olivia si sentì dire che era ancora presto ma le cose si stavano smuovendo. Insomma, era tempo di mettere la carne alla brace e lasciarla cuocere a puntino.
Si diressero in camera ridendo sommessamente e solo grazie ai fasci di luna che entravano dalle ampie vetrate poterono orientarsi nella quasi totale oscurità. E Jade scoprì che il proprio letto era occupato da Dakota che dormiva con Simon, non lasciando un briciolo di spazio alla legittima proprietaria.
La cosa la contrariò un bel po’, soprattutto perché sei persone erano assenti e non capiva perché proprio quella sera due suoi coinquilini avessero deciso di addormentarsi sul letto di lei, poi vide che tutti, bene o male, si erano addormentati di traverso su più materassi e capì la scelta di quei due, principalmente perché non c’era più uno spazio libero per dormire.
«Psst» sibilò Jade per richiamare l’attenzione di Jared e non svegliare gli altri, un richiamo accennato che nel silenzio generale lo fece voltare senza esitazioni. Lei, conscia di avere l’attenzione di lui e il chiarore della luna a illuminarla, indicò il proprio letto, mostrando i corpi quasi catatonici che lo popolavano.
Jared rise divertito prima di sussurrare. «Dormi nel mio, c’è spazio per entrambi».
E in effetti era vero, perché ogni letto era a una piazza e mezza, ma era il concetto ad averla lasciata basita. Lei e lui nello stesso letto, a contatto, a dormire come… come due persone che non erano loro.
Mio Dio, era Jared, la persona su cui aveva fantasticato in ogni modo, anche in quelli meno casti; e in quel momento le stava offrendo di dividere lo stesso materasso per toglierla dai guai.
Si ritrovò ad accettare con un sì strozzato in gola.
Si cambiarono in camera, Jade nascosta dietro le ante dell’armadio, poi aspettò che Jared si infilasse sotto le coperte. Le fece cenno di stendersi nella porzione libera e così fece.
Quella notte non avrebbe fatto nessuna treccia: non aveva intenzione di muoversi e, inoltre, doveva credere di mettere più barriere possibili tra lei e Jared, e i capelli – in quel momento – sembravano uno strato in più oltre ai vestiti, potevano celare il rossore delle guance. Sperò con tutta se stessa che attenuassero anche il tepore imbarazzato che emanavano e il battito frenetico del suo cuore che aveva iniziato ad accelerare nel momento in cui si era stesa vicino a lui, dandogli le spalle.
«’Notte» mormorò incerta mentre si copriva.
«Mi piacciono i tuoi capelli» disse Jared facendo scorrere le dita tra essi, pettinandoli in una silenziosa ninna nanna. Peccato che il gesto e le sue stesse parole ebbero il potere di far agitare Jade che spalancò gli occhi, in difficoltà, quando si era costretta a chiuderli per addormentarsi il prima possibile.
«Ho un debole per i capelli, ma per i tuoi in particolare».
Lo sentì avvicinare tutto il corpo al suo, percependo la posizione sul fianco destro che li accomunava, e sentì distintamente l’inspirare di Jared tra essi, alla base del collo. Pregò ogni Dio esistente al mondo che non avesse sentito il brivido che le aveva provocato.
Jade non riusciva a parlare.
«Penso che siano la parte che più attira gli sguardi e che più ti definisca, in un certo senso» e, nel dirlo, sentì le mani di lui raccoglierli dove prima aveva la faccia per poi farle scorrere fino alle punte e fermarsi con lentezza. «Te li invidio davvero tanto».
Si sentì bruciare di umiliazione, perché era stata notata da Jared, ma per via dei suoi capelli. Non c’era un tratto del suo corpo che gli piaceva o, ancor meglio, del suo carattere, no, i capelli, una specie di accessorio, il dettaglio di una persona che non era così proprio e nemmeno immutabile come lo sguardo, il sorriso o un gesto.
Lei l’aveva colpito per i capelli lunghi, questo era quanto.
Sentì la mano che li aveva raccolti all’interno del palmo muoversi per farli attorcigliare attorno a essa, facendo sentire a Jade la tensione che iniziava a percorrerli.
«È come se fossimo legati da questa somiglianza». Dopo averlo detto glieli tirò per rimarcare il concetto e sussurrare ogni altra cosa che gli sarebbe passata per la mente di lì a poco, perché con quel gesto le aveva fatto piegare la testa all’indietro tanto che aveva parlato vicino al suo orecchio, tra i capelli ramati.
Era un gesto erotico che si divertiva a mettere in pratica durante il sesso, ma in un simile contesto era fatto solo per stuzzicarla. Trovava la situazione eccitante per quanto non voluta: Jade era pur sempre una ragazza giovane e di bell’aspetto e, seppur non volesse portarsela a letto, era divertente vivacizzare quel momento così ambiguo e promiscuo.
Aveva una donna nel suo letto dopo tempo, aveva voglia di giocare un po’ anche se non era lì per soddisfare i suoi bisogni, perché non voleva fosse Jade a fare ciò.
«Come se ci unisse e ci rendesse una cosa sola». Una squadra, non c’era bisogno di aggiungerlo perché entrambi sapessero come completare la frase nel giusto modo.
Jared, nel concludere la frase, diede un altro piccolo strattone alla chioma di Jade, cosa che le fece sfuggire un piccolo gemito soddisfatto. 
Le era sempre piaciuto quel gesto così rude e istintivo durante il sesso, e ora non poteva ignorare quanto la cosa le avesse fatto pensare proprio a quello, così come il corpo di Jared sempre più vicino al suo.
Doveva convincersi che a sconvolgerla così tanto era il gesto in sé, e non chi l’avesse fatto. Non poteva permettersi di pensare a Jared in quel modo, non poteva fantasticare su di lui come aveva sempre fatto prima di conoscerlo, ora che tra loro le cose erano chiare e lui si stava aprendo. 
Non doveva pensare.
Fece forza su se stessa per non girarsi e iniziare a far scorrere le mani sul corpo di lui e leccargli le labbra, una potenza violenta che la scosse un poco, con piccoli brividi lungo la schiena.
Il pensiero corse a Hurricane e a come le cose viste nel video, dopo quel gesto, assumessero una nuova sfumatura, più vivida e consapevole, di cui Jade in quel momento avrebbe voluto far parte.
Si costrinse a non gettare al vento la loro amicizia, conscia che Jared si stava divertendo a stuzzicarla e a farla soffrire, e decise di non cedere all’istinto di voltarsi per mettere fine a quella piacevole tortura.
Era una questione di dominio e fiducia che sembrava attirare entrambi.
Un piacere che Jared fece fatica a nascondere almeno a se stesso, perché era così grande e inaspettato che lasciare la situazione irrisolta gli era costata un’insoddisfazione che non era solito provare.
«Non te li tagliare mai». Una promessa che li avrebbe legati e, al tempo stesso, un ordine dal quale Jade non sarebbe riuscita a sfuggire.
Un modo per dire che lì dentro, qualunque cosa fosse successa, c’erano insieme.
«No» bisbigliò Jade allo stesso modo in cui le era sfuggito un gemito poco prima, tanto che fu difficile carpirne la differenza. «Mai».
Perché doveva ammettere che essere legata a Jared, in qualsiasi modo, la faceva sentire felice e completa, perché era riuscita a conquistarsi un pezzo della sua fiducia ed era come sapere di far parte, anche se marginalmente, del suo mondo. Era il modo di lui per dirle che l’aveva accettata per quella che era, quasi il fatto fosse echelon non fosse più un’onta ma una cosa che andava a suo favore, e a Jade andava bene così.
«’notte Jared» aggiunse tra un mormorio sommesso e l’altro. Doveva mettere fine a quella situazione critica il prima possibile, non avrebbe retto ancora a lungo.
«’notte mia piccola e pura Jade». Le accarezzò una guancia e poi le baciò i capelli, ormai liberi dalla sua presa, mentre un sorriso divertito non abbandonava la sua bocca. Quella sera aveva giocato abbastanza, poteva dormire soddisfatto.
Si addormentarono dopo che Jared le mormorò una canzone che conoscevano entrambi.


Com’era naturale che fosse la coppia a finire nella cabina della verità fu quella composta da Spencer e Daisy, ma a lasciare tutti spiazzati fu il risultato che ne uscì: il primo PERFECT MATCH della serie.
Spencer era contento per aver avuto ragione ma dispiaciuto di non poter veramente avere un’occasione con lei, mentre Daisy sembrava un cervo finito nel mirino del fucile di un cacciatore, era spaventata.
Gli altri, in diretta dalla casa mentre seguivano la cosa, gioirono per aver visto i risultati certi dopo tre settimane di fallimenti, e non riuscirono a contenersi nemmeno quando il loro pensiero andò a Drew e al suo dolore per quella scoperta.
«Finalmente il primo match perfetto! Bravi ragazzi, sono contento per voi» si congedò Ryan una volta che i diretti interessati furono rientrati in casa. «Domani sera, dopo la cerimonia di accoppiamento, Spencer e Daisy continueranno la loro avventura, ma lo faranno in un resort dove si godranno la loro luna di miele. Speriamo non rimangano da soli a lungo!»
Lo salutarono e trascorsero la serata a festeggiare per la prima coppia certa trovata, anche se qualcuno consolò i tre vertici di quel triangolo perché erano diventati una grande famiglia e vedere delle persone soffrire non era mai divertente.
E così arrivarono alle serata dell’accoppiamento dove Ryan, dopo averli salutati e aver spiegato – come ogni volta – le dinamiche, invitò Daisy a raggiungere Spencer sul divanetto dato che erano una coppia perfetta e a scegliere, quella sera, avrebbero iniziato le ragazze.
Senza indugi Ryan chiamò a sé Haylee per nominare la persona che, con lei, avrebbe composto una coppia. Si girò verso i ragazzi seduti e, dopo qualche secondo, con sicurezza pronunciò il nome di CJ, facendo gelare il sangue di tutti.
Pensavano che le cose tra Dylan e Haylee si fossero appianate, ma evidentemente non era così. Erano sicuri che facessero pace prima della cerimonia, in modo da scegliersi, invece Haylee aveva preferito CJ, un ragazzo che Dylan non riusciva proprio a prendere in simpatia, mentre lei lo trovava eccessivo ma gradevole.
Quella prima scelta ne inanellò molte altre effettuate al momento, più dovute allo scegliere qualcuno per non ritrovarsi con accanto un uomo che non rientrava nelle grazie delle ragazze.
La situazione si fece ardua al secondo turno, quando Taylor, che in segreto aveva sempre pensato di scegliere CJ, nel pallone più totale aveva optato per Jared.
Olivia scelse dunque Scott, un altro purosangue ai suoi occhi dopo l’attore, Jade chiamò Nick perché avevano sempre avuto un buon rapporto, mentre Dakota nominò Mark. 
Mia, invece, stupì tutti chiamando Dylan. Non aveva paura delle sfuriate di Haylee, d’altronde lei aveva avuto l’opportunità di sceglierlo e non l’aveva fatto, non trovava quindi giusto lasciarlo per ultimo e punirlo per un qualcosa che non aveva fatto.
Larissa si prese Simon, Leighton scelse Liam e, infine, Annah rimase con Drew, il terzo vertice del triangolo amoroso più chiacchierato della casa.
Una volta pronti per la parte dei fasci di luce si chiusero in un religioso quanto teso silenzio, perché le coppie spuntate da quella puntata sarebbero state ancora più difficili da individuare rispetto alle altre.
Le luci si spensero e i ragazzi, oltre al faro fisso per la prima coppia perfetta, iniziarono a invocare la seconda coppia per poi vedere la terza e così via.
Rimasero di sasso, dunque, quando oltre al primo fascio non se ne accesero altri e si alzarono le luci in studio.
«Zero coppie esatte». Esordì sorpreso Ryan. «Un match perfetto e zero coppie indovinate. Fate un passo avanti e tre indietro. Dovete impegnarvi di più, se andate avanti così il vostro premio di un milione di dollari è seriamente a rischio».
L’aveva detto tra lo sbalordimento generale, ancora increduli che non avesse portato nemmeno una coppia esatta, nemmeno per sbaglio o per caso.
Erano attoniti.
«Potete rientrare in casa, vedete di non sprecare più altre settimane in questo modo. Riflettete sul risultato di stasera e sul da farsi».
Ryan li guardò seguire il vialetto che li avrebbe ricondotti nella villa con le loro arie sconsolate mentre, con una certa discrezione, li studiava per capire come non potessero accorgersi di certe cose.


 
*


«Cosa pensi della situazione che si è venuta a creare?» Constance aveva appoggiato un gomito sullo schienale basso e morbido del divano per sorreggere il viso con la mano.
Shannon, invece, aveva disteso le gambe e addossato i piedi al tavolino basso davanti a lui.
Aveva deciso di lasciar perdere per il momento l’argomento Kirstina, in fondo si stava bene così, quasi meglio in realtà, ma non poteva ammetterlo senza sentirsi un po’ in colpa. Era lei a mettergli pressione sull’argomento, a lui stava bene che tra sua madre e la sua ragazza non intercorressero rapporti, eppure non si domandava perché gli andava bene così.
«Che se avesse voluto avrebbe potuto sco… prire parti di lei ancora tenute all’oscuro». Al sicuro nel suo intimo. Lo aggiunse mentalmente dopo l’occhiataccia di Constance che già l’aveva costretto ad aggiustare il tiro ed esternare la verità in modo meno crudo.
«Quindi secondo te il fatto che l’abbia aiutata cedendole metà del proprio letto è una cosa da sottovalutare?» da un lato sapeva che Jared era egoista, quindi un simile gesto doveva essere considerato speciale, ma aveva anche un buon cuore, e sapeva che spesso si concedeva simili atti.
«Non dico che sia da sottovalutare, è stato un bel gesto, ma si sarebbe comportato così con qualsiasi ragazza in difficoltà. Con Chloe è successo mille volte, per esempio. No aveva secondi fini nemmeno in questo caso».
Chloe era il caso lampante, ma c’erano pure Annabelle, Valery e tante altre. Jared aveva un sacco di amiche donne grazie alla sua spiccata sensibilità, e Shannon era sicuro che non si sarebbe comportato in modo diverso con loro o le altre ragazze della casa. Di sicuro non avrebbe lasciato nessuna dormire sul divano, si sarebbe prodigato per trovare la soluzione, era nella sua indole.
«Ma con Chloe non si dimostra così coinvolto e apprensivo». Tentò di controbattere Constance nonostante fosse poco convinta.
«Questo lo dici tu perché non vedi come si comportano quando sono insieme».
In effetti entrambi sapevano quanto la cosa fosse vera. Constance era una madre presente per i figli e viceversa, ma c’era una famiglia che i suoi piccoli si erano scelti e di cui lei non conosceva a fondo tutte le dinamiche. Non l’avevano tagliata fuori, era lei che non voleva mettersi in mezzo e li aveva lasciati liberi di gestire la propria vita come meglio credevano.
Shannon, facendone parte, di sicuro ne sapeva più di lei.
«Dici che non si è accorto di Jade, quindi? È solo un’amica?» lo chiese arresa. Dopo quattro settimane se non era riuscito ad accorgersi di lei difficilmente l’avrebbe fatto poi, anche se lo sperava. Anche di Leighton in realtà. Avevano entrambe una calma che ben si addiceva a contenere la forza grezza che Jared riusciva ancora a sprigionare.
«Si è accorto di lei proprio perché è diventata sua amica, ma lo ha fatto in un modo che a te non piace. Niente coinvolgimenti. Credimi che se si fosse ritrovato nel letto Olivia, o un’altra ragazza, le cose sarebbero finite in modo diverso».
Non voleva essere troppo diretto, ma voleva far capire a sua madre come stavano le cose o, almeno, come le percepiva lui. Entrambi conoscevano bene Jared, ma Shannon lo conosceva meglio, avevano quel legame particolare di due fratelli che erano prima di tutto amici e si capivano anche con una sola occhiata, Constance non era al corrente di quel lato di Jared così… personale. C’erano cose che una madre non doveva sapere.
«Giuro che non vi capisco. Ha partecipato a questo programma per trovarne una diversa dalle solite con cui si intrattiene».
Quello che Shannon le aveva appena detto andava contro tutti i motivi che potevano spingere una persona a partecipare a quel tipo di reality.
«Infatti non devi capirci, ma amarci in modo incondizionato così come siamo» le disse prima di metterle un braccio dietro la schiena e attirarla a  sé dolcemente. «E, se vogliamo essere precisi, sta partecipando per fare contenta te che desideravi la sua presenza a tutti i costi, ma lui non è lì per trovare ragazze diverse da quelle che ha sempre frequentato».
Non era un tentativo per se stesso, quanto più un modo di mettere a tacere sua madre e dimostrare che una persona giusta per lui non c’era, non più almeno. Perché Jared era convinto che ci si potesse innamorare seriamente solo una volta nella vita, e a lui era già successo, finendo male. Era quello che Shannon cercava di dirle.
Constance, invece, cercava di spiegare ai propri figli che c’era sempre più di un’opportunità nella vita, sarebbe solo bastato volerlo.
«Ma non è lo spirito del programma, questo». Difatti finse di non capire il discorso di Shannon.
«Nessuno lo obbliga a impegnarsi per costruire una relazione» sentenziò Shan accompagnando la frase con un’alzata di spalle.
«Facendo così ferirà più persone di quanto crede, a partire da se stesso».
Dimostrarono di conoscere entrambi bene Jared, ma lo osservavano da due diversi lati del suo carattere che al momento sembravano inconciliabili tra loro.
«Dai cambiamo discorso» propose Shannon sfiancato da quella analisi. Non era facile aprirsi su Jared tanto quanto non era facile parlare di se stesso. Suo fratello era parte di lui, e l’argomento era vasto.
«Ok, allora dimmi… perché vorresti che ti fosse presentata Jade se non trovasse l’anima gemella?» Constance non avrebbe lasciato perdere l’argomento Kirstina, non dopo che Shannon aveva mostrato un cedimento a riguardo.
«Ora che ci penso parlare della vita sentimentale di Jared mi sembra una cosa sensata».
Sorrise prima che la madre gli lanciasse un cuscino del divano in faccia.


 
*


«Sei ancora sicura sia lei? Dopo aver visto come nel letto l’ha stuzzicata e non è successo nulla?!». Tomo voleva provocare la moglie, era divertente avendo dalla sua una scena come quella avvenuta nel letto.
«Più che altro dopo l’interesse di Jade per Scott» rispose lei con un sopracciglio alzato, ancora scettica e allibita per come la puntata si era conclusa e per quello che aveva mostrato. Ma l’ultima parte non l’avrebbe ammessa ad alta voce nemmeno in punto di morte.
«E quello di Jared per Oliva» aggiunse lui sempre soddisfatto.
«Sì, certo, come vuoi». Lo liquidò Vicki con un gesto della mano e una smorfia con cui voleva esprimere il proprio disappunto. «Però si possono sempre prendere dei granchi, no?»
Capitava a tutti di sbagliarsi, soprattutto se in ballo c’erano i sentimenti, quelli intensi e travolgenti che potevano durare una vita anche solo nel ricordo di un istante.
«Non penso proprio, è vegano». Una freddura che gli costò uno schiaffo sul braccio da parte di lei. «E poi preferisce i gamberi».
Lo sapevano tutti quelli che conoscevano Jared, come poteva dimenticarsi una cosa simile?
Vicki alzò gli occhi al cielo e decise di cambiare argomento, su Jade sarebbero sempre stati divisi e in quel momento non sarebbe stato opportuno per lei portare avanti quella discussione, non aveva abbastanza elementi a proprio favore, meglio battere in ritirata prima che le battute di Tomo diventassero insistenti e sempre più esplicite riguardo il suo errore di valutazione.
«Zero coppie. Secondo te Haylee e Dylan sono un match perfetto?»
Sì, concentrarsi su altri soggetti era l’opzione migliore per metterlo a tacere senza che nemmeno lui se ne accorgesse.
«Per me sì, però devo capire se si riappacificheranno e torneranno ad avere un rapporto o se, invece, decideranno di non calcolarsi più e si butteranno su altri».
Non gli era servito pensarci molto, era convinto che quei due fosse gli unici a essersi interessati all’altro andando subito oltre l’aspetto fisico, ed era quella la chiave di tutto.
«Tu cosa ne pensi?» 
Appoggiò un piede a terra per lasciare spazio a Vicki che si stava accomodando tra le sue gambe per sedersi con la schiena contro il suo petto.
«Sì, anche secondo me. Però mi dispiace che non abbiano indovinato alcuna coppia. Liam e Leighton mi piacevano». Lui aveva un viso dolce, e lei era l’acqua cheta. Insieme sarebbero sembrati quelle coppie delle pubblicità composte da persone che si svegliano al mattino senza un difetto e con il sorriso.
«Sai che invece penso che Leighton sia adatta per Jared? Una delle più papabili oltre Olivia» disse Tomo accarezzando il braccio della moglie mentre guardavano dalla finestra la tempesta incombere su Detroit. Il tempo ideale per scegliere quale film godersi dopo la puntata.
«Sì, mi piace. In effetti avrebbe delle chance» aggiunse a malincuore. «Purtroppo».
Tomo rise e poi rimasero in silenzio per un po’, tanto che Vicki rischiò di addormentarsi sotto le carezze del marito.
«Vic»
«Mh?» mormorò lei con voce assonnata ma gli occhi aperti, ancora per poco.
«Pensavi di poter cambiare argomento senza che io me ne rendessi conto?»


 


     Here I am!
Non vi sono mancata, lo so, ma chissenefrega.
Allora, cosa ne dite? Jared e i capelli, la scena verso la fine...
Come vi lasciano? Idea su questi due e quelli che girano loro intorno?
Io non ho molto da dire, ma io so. Siete voi quelle in balìa degli eventi e che dovete avanzare ipotesi... Sono qui per sentirle, sono curiosa!
Come potete vedere in alto c'è un nuovo link sotto il banner, ed è quello del trailer. So che non è perfetto, ma è il mio primo (e ultimo) esperimento e sono soddisfatta perché rende l'idea della storia che ho in testa.
Vi avviso già, anche se è una cosa molto in forse. Non ho ancora finito il capitolo 7, ma conto di farlo a breve. Se, però, non dovessi essere a buon punto con i capitoli di scorta potrei rallentare la pubblicazione ogni 15 giorni, almeno sono sicura di darvi una continuità e non farvi attendere capitoli da pubblicare in giorni random. Conoscendomi arriverei al punto clou dopo aggiornamenti settimanali e poi rimarrei impantanata tra sfighe varie su un maledetto capitolo per farlo attendere più del previsto. Quindi se non mi vedete uno di questi lunedì siete avvisate, non me ne volete!
Ora vi lascio, spero che il capitolo, come anche il trailer, vi sia piaciuto.
Attendo un vostro parere a riguardo, sarei curiosa di conoscere le vostre teorie sulla storia e le vicende dei personaggi.
Mi trovate qui: Love Doses.
A lunedì prossimo, buon GOT a chi come me se lo guarda, xo, Cris.

 
 
   
 
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