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Autore: tixit    04/05/2015    5 recensioni
Viktor Krum racconta una storia: come e perché ha invitato Hermione Granger al Ballo del Ceppo
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Viktor Krum | Coppie: Vicktor/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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DISCLAIMER: Questa storia si basa su dei personaggi creati da JK Rowling e posseduti da lei e dalle varie case editrici che ne hanno regolarmente pagato i diritti.
Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma solo con lo scopo di divertire me e altre persone come me.


 

2° Capitolo

 

La prima volta che l'ho vista era in Biblioteca.

Lei probabilmente, anzi sicuramente, era lì per studiare – non fa altro.
Io ero lì per cercare un po' di pace: un gruppo di ragazze mi inseguiva dappertutto e avevo pensato che il miglior modo per scrollarmele di dosso fosse dirigermi in Biblioteca.

In genere sono gentile con gli appassionati di Quidditch, sono anche io un appassionato, e so cosa vuol dire. E dietro alla mia borsa di studio, dietro a tante altre opportunità che mi si sono aperte, ci sono dietro proprio loro, gli appassionati, i ragazzini e le ragazzine come sono stato io per cui una partita allo stadio è un evento da ricordare e tu uno bravo a far qualcosa che a loro piace e per cui riescono ad entusiasmarsi senza invidia - non capita tutti i giorni.
Altrimenti, lo so, starei ancora giocando a Quidditch nei campi dietro casa mia, tra i fuochi di mia madre, e guadando il fango per arrivare a scuola.


Ma questa, di tutte le opportunità, signori, è un'altra storia, non quella che vi voglio raccontare.

Io, dicevo, in via generale, sono sempre gentile coi fan: glielo devo.
Ma a tutto c'è un limite: mi ero rintanato in Biblioteca perché pensavo che ci fossero abbastanza libri seri da spaventare a morte le appassionate di romanzi rosa.

Non fu così.

Io ero veramente imbarazzato, si, mi piace stare in biblioteca, lo ammetto - la luce è migliore di quella delle lampade di casa mia, i libri tanti e a me leggere piace: i saggi di Storia della Magia, e le poesie...

Quali poesie, chiedete?
Quelle di Cavafis. Perché?
Signori, anche questa è un'altra storia, non è quella che vi volgio raccontare.

 

Lei mi lanciò il classico sguardo di disprezzo.

E' uno sguardo che conosco bene, perché, vedete, al mondo ci sono due grossi gruppi di ragazze, che, fortunatamente, non esauriscono l'intero panorama femminile.

Il primo è quello delle modaiole un po' fanatiche.
E sono sciocche. Sciocche in modo simpatico, va detto, ma sciocche senza rimedio; per loro basta che tu sia un famoso giocatore di Quidditch e perdono ogni senso critico.
Per loro io sono figo, qualunque cosa io faccia, potrei anche sputare in terra e annusarmi le ascelle in pubblico e lo troverebbero incredibilmente affascinante. Sarei un tipo.
Fosse una favola sarebbero Cenerentola. Una ragazza semplice con un sogno semplice.

E poi c'è il gruppo delle intellettuali.
Spesso altrettanto sciocche. Sciocche in modo molto meno simpatico, va proprio detto, ed altrettanto senza rimedio: anche per loro basta che tu sia un famoso giocatore di Quidditch e perdono ogni senso critico.
Per loro io sono disgustoso qualunque cosa io faccia.
Posso conoscere il mio mondo natale e quello di Durmstrang. Posso amare altri paesi ed esserne incuriosito a tal punto da averne studiato la lingua e la letteratura. Ma, per loro, io resterò per loro sempre il povero selvaggio che gioca a Quidditch ed è praticamente analfabeta.
Fosse una favola sarebbero le sorellastre di Cenerentola, sempre a criticare. Ragazze semplici con sogni complicati.

E il loro gioco preferito è "Io non mi faccio assolutamente incantare da uno squallido giocatore di Quidditch". Figuriamoci!

Hanno però un punto debole. Spesso, sotto sotto, perdono la testa per chi appartiene alla casta dei guerrieri. Ovvero... i poveri selvaggi come me.
Non sanno resistere al richiamo del muscolo, all'odore del sudore e a quel qualcosa di selvaggio da romanzo rosa che spesso si immaginano solo loro... non riesco ad immaginare in bocca a nessuno dei miei compagni di squadra le frasi di certi storie: si piegherebbero in due dalle risate.

Insomma questi due strane tribù, che in genere non si frequentano, una cosa in comune ce l'hanno: vedono solo il giocatore e mai, dico mai la persona.

Si, è proprio vero quello che si dice: gli estremi si toccano.

 

Beh, non è stato il colpo di fulmine, né per lei, ovviamente, né per me.

E' stato solo dopo che le ho parlato un po' che ho capito che lei apparteneva ad un'altra tribù: quelli come me, quelli di cui la gente vede solo un lato.

Le macchie di inchiostro sui polpastrelli, il piccolo callo dove il dito si appoggia alla penna per guidarla, tipico di chi passa ore a scrivere, l'incedere sicuro tra gli scaffali, tipico di chi in Biblioteca ci viene spesso e ci si muove con curiosità. Sicuramente una prima della classe...

Ne ho viste alcune di ragazze come lei, diventano migliori con il passare degli anni, se hanno la fortuna di incontrare altre come loro.

Lei è bravissima a fare una cosa: leggere.
Io sono bravissimo a fare una cosa: volare.

E volare non è semplicemente "volare".
E leggere non è semplicemente "leggere".

Eppure nessuno dei due è solo quella cosa lì. Ma molti non se ne accorgono.

Non era diffidente: emanava quella placida sensazione che solo i cuccioli protetti e sempre ben nutriti sanno esibire. Il loro sapere meglio di tutti gli altri che in fondo il mondo è bello, le persone sono buone e dobbiamo tutti volerci bene e la giustizia sempre trionferà.

C'è sempre una leggera supponenza nei cuccioli così protetti. Peccano di ingenuità e non lo sanno ancora.

E in lei tutto questo non mancava, anzi ce ne era in abbondanza. Aveva appena scoperto una ingiustizia sotto il suo naso (ma cara ragazza, chi credevi mai ti rifacesse il letto e preparasse la tua colazione?) e avrebbe voluto cambiare il mondo.

Mi fece tenerezza. Incidentalmente condividevo le sue idee: esistono associazioni analoghe al C.R.E.P.A. in altri paesi. Diciamo anche meno "casalinghe", io ne sostengo una con parte dei miei guadagni. Quale volete sapere? Ve ne parlerò volentieri, ma ... dopo, perché questa, signori, è un'altra storia, non quella di stasera.

Il motivo per cui l'ho invitata al Ballo del Ceppo, perciò, non è stato egoistico.

Si era capito cosa pensavano di lei  i suoi due migliori amici - impossibile non sentirli nominare da lei in una ocnversazione su un qualsiasi argomento... credo di sapere di quei due ragazzi più particolari intimi delle loro ragazze del ballo. E dato che sono stato un deficiente di 14 anni anche io, so anche più cose di quelle che Hermione crede di sapere.
Beh s'era capito, almeno, io lo avevo capito benissimo, che non l'avrebbero invitata. Di sicuro la consideravano scontata.

Avevo notato che correggeva i loro compiti. E questo mi piacque pochissimo: un uomo (e una donna, per carità) devono combattere da solo le proprie battaglie, qualunque esse siano, e non farle combattere ad altri. Ma questa è una mia idea.

A me faceva piacere darle l'opportunità di brillare un po'. Scombinare un po' le carte del gioco cn una piccola variante: fornendole un cavaliere interessante: il giocatore di Quidditch, e il Campione di Durmstrang.

Molti avrebbero guardato me, si sa, per i motivi più vari.

Di riflesso avrebbero guardato lei - io l'avrei guardata comunque.

E probabilmente una buona parte di questi l'avrebbe guardata con attenzione una seconda volta, vedendola finalmente anche sotto un'altra luce.

E poi, aveva appena 14 anni, una ragazzina, non ci sarebbe stato spazio per tutte le cose che sarebbero potute succedere con una ragazza della mia età: i possibili, coinvolgimenti sentimentali, le sue aspettative, le mie, le delusioni, inevitabili, il cercare di valutarsi reciprocamente per capire fin dove vale la pena impegnare il cuore, il tempo che non è mai abbastanza e la distanza dopo, troppa.
Non sarebbe stato corretto, né innamorarsi perdutamente, né far innamorare una ragazza della mia stessa età, una donna.

Ho solo pensato che invitare a ballare una ragazzina molto intelligente sarebbe stato bello, e le avrebbe fatto piacere.

E poi, diciamola tutta, mi sono davvero affezionato a lei. Non fu un caso che risultasse lei la cosa a me più cara che c'era ad Hogwarts in quel momento. Di certo non poteva essere Karkaroff, per carità. 

Mia madre non c'era, e i miei migliori amici non erano venuti per il torneo, non abbastanza Durmstrag per Karkaroff, immagino - io gli vado a genio solo per via del Quidditch. Deve essere stato una gioia ed al tempo stesso un dolore per lui che il calice di fuoco avesse scelto proprio me.

Quanto all'invito in Bulgaria... ha 14 anni e non è sciocca. E se non è sciocca lei, di certo non lo sono i suoi genitori: non verrà mai da sola in Bulgaria a trovare un ragazzo che prova per lei "qualcosa che non ha mai provato prima".

Ho mentito quindi?
La Verita lasciamola per le cose più importanti: la mia è stata una finta prima di un passaggio... volevo lasciarle qualcosa di carino da ricordare: è troppo piccola per apprezzare l'amicizia o l'affetto fraterno di un ragazzo più grande. Scommetto che ha già tonnellate di affetto fraterno. E non ne vuole altro.
Ma è abbastanza piccola donna, da sentirsi lusingata dall'idea di aver suscitato qualcosa di più in un ragazzo più grande.

Un giorno capirà che il rispetto ha un sapore molto più dolce di un amore cieco.

E poi, volevo farle un ultimo regalo. Se non sono rimbecillito completamente credo di sapere che a qualcuno serve una piccola spinta. I ragazzi a 14 anni sono talmente sciocchi...

"Lui" non sarebbe stato esattamente la mia scelta. Ma non sono una ragazza e non voglio giudicare un ragazzino. Sono stato un ragazzino anche io. E non particolarmente gradevole.

Se poi "lui" non coglierà la palla al balzo, beh... peggio per lui. Tra me ed Hermione ci sono 3 anni e qualcosina di differenza. Adesso non sono pochi. Ma tra pochissimi anni sarebbero irrilevanti.

La vita è lunga e misteriosa, e io spero proprio di incontrare di nuovo Hermione Granger.
E se fosse libera.... Ma questa, signori, sarebbe un'altra storia.

Una che mi piacerebbe poter raccontare.

fine

   
 
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