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Autore: Borghe    05/05/2015    0 recensioni
[Nostale]
La pace fra i Tre Regni persisteva ormai da anni, i giovani avventurieri decidevano di intraprendere la strada verso l’Arte della Spada , dell’Arco o della Magia. Eppure, una creatura immersa nell’oscurità si stava risvegliando…
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao ragazzi! Ecco il nuovo capitolo! Mi raccomando fatemi sapere se la storia vi sta piacendo!!!! :)


-Misteri-
 
 
 
 
 
 
Blake rimase a piangere tutta la notte sul corpo senza vita di suo nonno. Senza di lui come poteva diventare forte abbastanza da fermare Kaiser? Una carezza di sua madre gli fece capire che era giunto il momento di andarsene e di tornare a casa.
Percorsero il sentiero in silenzio e, giunti a casa, si coricarono nei loro letti.
Quella sera l’avventuriero non diede neppure un’occhiata alle stelle che, solitamente, lo facevano sentire libero.
Il giorno seguente venne celebrato il funerale di Chris e il suo migliore amico, Martin, che era anche uno dei nove Saggi (come suo nonno) tenne un discorso << Ho conosciuto Chris quando ero ancora molto piccolo. All’epoca eravamo due avventurieri spensierati come voi giovani, ci divertivamo a combattere tra di noi con delle spade di legno, a disturbare le galline con le fionde e far finta di essere gli eroi delle leggende di Nostale. Inoltre amavamo stenderci su questi immensi prati verdi e parlare di cosa avremmo fatto una volta adulti>> Aveva gli occhi lucidi e un debole sorriso.
<< Chris mi ripeteva ogni volta che sarebbe diventato un grande spadaccino e che avrebbe protetto la sua terra con tutte le forze, mentre io volevo imparare a primeggiare con l’arco. Ma nessuno di noi due era portato per le armi e, essendo grandi amici, non avremmo mai voluto separarci.
Infatti ciò non accadde, ci sentivamo troppo legati alla Terra degli Avventurieri e così decidemmo di far parte del Consiglio dei Saggi>>
<< Chris si distinse subito per intelligenza e creatività. Sotto i suoi consigli, i Saggi forgiarono le armi con l’Oriharcon per aumentare la loro resistenza.
Nel frattempo si era sposato e aveva avuto un figlio, George. Amava ciecamente suo figlio e devo dire che ne era ossessionato. Mi confessò segretamente che secondo lui era “il Prescelto”, colui che un giorno avrebbe liberato Nostale dalla minaccia di un mostro. Grazie alle sue abilità era anche stato scelto come insegnante degli avventurieri, per addestrarli nelle tre arti e per aiutarli a scegliere di cosa diventare maestri. Ieri se ne è andato improvvisamente, lasciandoci un vuoto. Non lo dimenticherò mai… Nessuno lo dimenticherà. Grazie >>
Si allontanò in fretta dal luogo dove aveva tenuto il discorso e si mischiò fra la folla.
Blake non aveva sentito nessuno parlare in questo modo di suo nonno e si era commosso.
Il funerale terminò e la salma di Chris venne deposta in una tomba di marmo grigio, con inciso : Chris Carrel, 18 settembre 957- 25 luglio 1039.
 
Se credi nei miracoli, allora i miracoli cominciano ad accadere
 
Era una frase che suo nonno adorava e adesso era scolpita sulla sua tomba.
Blake tornò a casa con la madre per il pranzo a base di salmone affumicato.
Nel pomeriggio il ragazzo uscì per andare ad allenarsi con una spada di legno nuova regalatagli dalla madre.
Non aveva rinunciato al giuramento fatto a Chris e non intendeva tradirlo. Non sapeva quando si sarebbe presentato il pericolo, ma per quel giorno sarebbe stato pronto con o senza le quattro rune.
Si costruì da solo un percorso a ostacoli per incrementare la sua agilità e velocità.
Saltava sempre meglio le balle di fieno e alla fine combatteva contro un manichino d’addestramento.
Al tramonto era sudato e stanco, ma non voleva abbandonare il suo allenamento, così decise di fare una corsa per la Terra degli Avventurieri.
Quando incontrava delle persone, suoi amici o quelli della sua famiglia, sorrideva e li salutava.
Passò per caso vicino al luogo con la Statua Sacra raffigurante la Dea Ancelloan e volle andare a visitare il posto.
Era una specie di rovina, una volta doveva essere un tempio. C’era una grande navata dove ai lati vi erano due colonnati distrutti e al termine di essa vi era la Statua fatta con un particolare tipo di marmo, infatti di notte incominciava a brillare,sembrando argentato.
Era gigantesca e rappresentava una donna bellissima seduta su un trono.
Blake rimase incantato da quella vista, ma un grido acuto lo risvegliò: qualcuno era in pericolo.
Uscì in fretta dalla rovina e la fitta pioggia che aveva appena iniziato a scendere lo inzuppò. Si guardò attorno ma non vide nessuno. Il sole stava tramontando e in poco tempo sarebbe rimasto al buio. Doveva essere vicino, ne era sicuro. Chiuse gli occhi e si concentrò per captare al massimo ogni singolo rumore. Poi udì un invocazione di aiuto provenire dalla sua sinistra e si precipitò.
Veloce come il vento stava ritornando nei pressi del suo villaggio e vide vicino ad un albero due sagome che lottavano: Una ragazzina della sua stessa età e un adulto armato di spada affilata.
<< Te lo ripeto per l’ultima volta! Dammi tutti i tuoi ori oppure ti uccido >> Disse l’uomo tenendo ferma la sua vittima per i polsi.
<< Io non ho più niente… >> Piagnucolò lei, con le lacrime che le solcavano il viso<< Per favore non farmi del male >>
<< Sono costretto se non mi paghi >> Spiegò con calma << Decidi, o mi dai dell’oro o ti sgozzo >> La ragazza scosse la testa continuando a piangere e l’assalitore le diede un pugno nello stomaco, facendola cadere a terra svenuta.
Estrasse la spada e si preparò ad ucciderla ma Blake si fece avanti, coraggioso, con la sua arma di legno in mano << Ehi tu! Lasciala in pace! >>
<< Non ti immischiare ragazzino, questi non sono affari tuoi >> Disse l’uomo girando a pancia in su la sua vittima con un calcio.
<> Esclamò l’avventuriero.
<< Allora vuoi morire anche tu stasera? >> E si avventò sul ragazzo che impugnò più saldamente con ambedue le mani la sua inutile arma, sapendo benissimo di non poterlo sconfiggere con quella.
Si limitò a schivare i fendenti e gli affondi del nemico, colpendolo solo dopo che aveva già sferrato un’offensiva.
<< Sei bravo per essere un novellino, ma devi capire che io ho un’arma forgiata con il ferro e la tua è di legno. Secondo te chi vincerà alla fine? >> Domandò ridendo di gusto.
<< Senti giovanotto, ti propongo un patto. Tu mi lasci la ragazza e io non ti uccido, va bene? >>
<< Sono venuto qua per proteggerla e intendo portare a termine il mio compito. >> Affermò il ragazzo, determinato e l’assalitore tornò a ridere.
<< Ma tu credi veramente di potermi sconfiggere? Dovrebbe accadere un miracolo! >>
<< Io credo nei miracoli e se ci credo cominceranno ad accadere! >> Esclamò sempre più sicuro di sé.
L’uomo sussultò e poi sorrise << Ho capito chi sei. Tu sei Blake, il nipote di Chris Carrel. Finalmente quello stolto vecchio è morto. >>
<< Come l’hai chiamato? >> chiese con un tono calmo il ragazzo, stringendo i pugni dalla rabbia.
<< Stolto. >> Ripeté.
<< Dillo un'altra volta se ne hai il coraggio. >> Lo sfidò.
<< Stolt… >> L’avventuriero si era avventato su di lui con uno scatto, non sopportava l’idea che qualcuno chiamasse suo nonno in quel modo. Tentò di colpirlo con un fendente ma l’assalitore lo parò con la lama affilata della sua spada e il legno si spezzò.
<< Ti ho disarmato, sei mio >> Blake indietreggiò e scivolò sull’erba.
<< Poverino. Prima George, poi Chris e adesso tu. Voi Carrel vi state estinguendo, tua madre si suiciderà dal dolore immagino >> Lo provocò l’uomo.
<< Smettila!>>
<< Lasciami divertire, tanto adesso morirai>> Appoggiò un piede sullo stomaco del giovane per tenerlo fermo e alzò la spada.
L’avventuriero si sentiva spacciato, pensò a suo nonno e al fatto che non avrebbe mantenuto il giuramento e poi gli vennero in mente le sue parole “Dovrai usare l’arma più temibile e pericolosa che esiste al mondo, il cuore”.
Significava usare i sentimenti. Pensò a cosa sarebbe accaduto se fosse morto, al fatto che il male avrebbe prevalso sul bene.
Piegò le braccia e concentrò la sua aura nelle mani e prima che la spada gli tagliasse la testa riuscì a creare una sfera di energia gigantesca e dal colore violaceo.
Quando l’arma colpì la sfera essa si polverizzò e il ragazzo scagliò il suo colpo addosso all’assalitore che subì la stessa fine della spada.
Blake si alzò e prese la ragazza fra le braccia, incamminandosi sotto l’acquazzone per tornare al villaggio.
Quando arrivò vide un vecchio con qualche capello grigio e dei baffi che cercava disperatamente una persona, chiedendo ad ogni passante e urlando a squarciagola << Celestia!>> Nel momento in cui vide l’avventuriero avvicinarsi con qualcuno in braccio gli andò incontro e quasi si mise a piangere vedendo che era sua figlia.
<< Grazie mille. Come posso ripagarti? >> Chiese il padre dopo che Blake gli ebbe raccontato tutta la storia.
<< Non si preoccupi, non voglio niente. >> Disse e si congedò per tornare a casa a riposarsi. La giornata era stata molto faticosa.
Passò una delle sue prime notti senza sogni, tranquilla e serena.
 
Il giorno seguente, alle prime luci dell’alba, Blake ritornò al suo personale campo di addestramento per ricominciare l’allenamento.
<< Carino questo posto. >> Disse una voce dietro alcune balle di fieno. Il ragazzo si girò, impugnando saldamente la sua arma, ma quando vide chi era l’abbassò.
<< Ah sei tu… come mai qui? >> Chiese Blake a Celestia.
<< Sono venuta a ringraziarti di persona. >> Il ragazzo notava solo adesso i suoi enormi occhi verde smeraldo e ne rimase incantato << Come hai fatto a trovarmi? Non ho parlato con nessuno di questo posto. >>
<< Semplice, pensavo fossi a casa tua così sono andata lì e allora tua madre mi ha detto che eri qui ad allenarti. >> L’avventuriero sorrise.
<< Comunque, mi chiedevo perché non segui più le normali lezioni. L’insegnante adesso è Loren e anche se è severo e un po’ svitato è pur sempre molto in gamba. >>
<< Non voglio allenarmi con qualcuno. Preferisco restare qui. Ho promesso a mio nonno che sarei diventato più forte>>
<< Spero che tuo nonno non ti abbia imposto di non allenarti con un amica>>
Blake la guardò serio per un po’, poi si arrese<< E va bene, ma devo avvertirti che non sono un novellino>> Celestia rise e cominciò a duellare con il ragazzo.
Combatterono per tutto il giorno e al tramonto erano stanchi e affamati.
<< Avevi ragione Blake… Sei veramente bravo>> Ansimò la ragazzina.
<< Devi scusarmi ma adesso devo tornare a casa, mio padre sarà certamente in pensiero>>
<< Sì, va bene… comunque anche tu sei brava>> Ammise. Celestia era già ad una trentina di metri da lui quando le gridò << Domani mattina ci rivediamo qui?>> Lei si girò annunendo. L’avrebbe rivista e ne era entusiasta.
 
La mattina dopo, tra una sfida e l’altra, si fermarono per una breve sosta e si sedettero su una balla di fieno ad ammirare la loro terra, incantevole come l’alba.
<< Tu in che cosa ti specializzerai?>> Chiese Blake, rompendo il silenzio.
<< Mi piacerebbe diventare una maga. Sai, la magia mi affascina da sempre, saper concentrare l’aura e piegare a piacere gli elementi sarebbe fantastico. >> Tirò un lungo sospiro << Ma non sono portata per gli incantesimi. >> Il ragazzo ne fu dispiaciuto, ma era vero. Riusciva a creare solo delle deboli sfere di energia che poi si accasciavano al suolo. Se la cavava molto meglio con la fionda e la spada.
<< E tu cosa vuoi diventare?>> Chiese Celestia.
<< Io veramente non lo so. Mi piacerebbe essere maestro di tutte e tre le arti, ma nessuna in particolare mi attrae. >> Rispose, colto alla sprovvista.
Rimasero per qualche minuto in silenzio, poi Blake ebbe un’idea per aiutare la ragazzina a coronare il suo sogno.
<< Posso allenarti io se vuoi>> Lei sgranò gli occhi << Tu? Ma non mi hai ancora fatto vedere come te la cavi con la magia. >> Il giovane sorrise, ricordò che era svenuta quando aveva creato quella enorme sfera energetica.
<< Non per vantarmi, ma sono abbastanza bravo. Sta a guardare. >> La  ragazza obbedì e si mise a gambe incrociate.
Il manichino che aveva costruito per allenarsi si trasformò in un bersaglio perfetto.
Distese le braccia e concentrò tutta la sua aura sui palmi, creando due piccole sfere celestine che sferrò contro la vittima senza vita e poi ancora e ancora fin quando non restò un piccolo pezzo di legno con cui era fissata nel terreno.
La ragazza rimase a bocca aperta, non aveva mai visto nulla del genere e l’avventuriero non era neppure stanco.
<< Allora, può bastare per essere il tuo maestro? >> Lei annuì, ancora stupefatta.
 
Blake le insegnò tutto quello che sapeva, poche cose essenziali. Disse che doveva svuotare la mente e concentrare sulle mani tutta la mana, l’energia interiore che aveva dentro.
All’inizio fu un disastro, le sfere erano ancora piccolissime e deboli. Ma dopo qualche ora riuscì a crearne una un po’ più grande dalle sfumature grigie.
<< Stai facendo progressi!>> Esclamò contento il maestro. Lanciò il suo colpo e coprì una distanza di una ventina di metri prima di accasciarsi al suolo.
<< Sì! Hai visto? Sto veramente migliorando!>> Disse eccitata la ragazza.
<< Già. Ma adesso è meglio andare a casa, personalmente ho voglia di riposarmi e penso sia meglio che lo faccia anche tu>> Affermò premurosamente Blake.
<< Hai ragione>> Celestia si avvicinò e lo baciò sulla guancia.
<< Purtroppo domani abbiamo la lezione con il Saggio Loren. Ma preferisco te come maestro, con lui dobbiamo ancora finire la teoria con il bastone. >> Sorrise, guardandolo dritto nei suoi occhi azzurri. Poi se ne andò camminando.
Anche il ragazzo tornò a casa sua, mangiò e si buttò nel letto.
“E così vorrebbe che fossi io il suo maestro” Pensò, guardando il tramonto fuori dalla finestra. “Sarà accontentata”.
All’alba si alzò e andò a comprare una spada in bronzo. Era molto pesante, ma con qualche ora di allenamento ci si sarebbe abituato.
Comprò inoltre alcuni sassi per la sua fionda, che legò alla cintura dove era deposta in un fodero anche la sua nuova arma.
Si avviò deciso al luogo dov’era in corso l’addestramento. Loren stava spiegando come sferrare un colpo ben mirato con un pezzo di legno.
I ragazzini che erano in cerchio sbadigliavano. La determinazione di Blake crebbe e si avvicinò con calma a loro.
L’insegnante lo notò << Ah! Il giovane figlio di George. Come mai sei venuto solo oggi? E come mai hai quell’arma? Non importa, siediti e ascolta. >>
<< Non sono venuto qui per assistere alle tue lezioni>> Dichiarò con voce ferma.
Intanto Celestia lo stava guardando con grande ammirazione.
<< Ma davvero? Dunque stai facendo una specie di gita turistica?>> Scherzò il Saggio e guardò i suoi allievi. Una debole risata, quasi forzata, si levò tra loro. Tranne un ragazzo esageratamente robusto che rise fino a lacrimare.
Blake non si scompose << Il vero motivo per cui sono venuto qui è per sfidarti>>
Loren e l’altro avventuriero risero.
<< Ma chi ti credi di essere? Io sto lavorando in questo momento, ora lasciami in pace. Devo mandare avanti questa gioventù. >>
<< Non voglio cercare di metterti in imbarazzo. Voglio solo vedere se il mio allenamento privato è servito >> Adesso cominciava a spazientirsi, voleva combattere e subito. Ma il Saggio non lo prendeva ancora sul serio<< Sei veramente simpatico. Ma adesso va a divertirti a giocare con i ragnetti come faceva tuo padre. >> Toccò un punto dolente e questa fu la goccia che fece traboccare il vaso.
<< Non ti azzardare a nominare mio padre!>> Ordinò, con occhi fiammeggianti.
<< Scusami tanto!>> Disse, ironico. Poi sbuffò << E va bene, vuoi questa sfida? Combattiamo! Ma facciamo in fretta, devo tornare al mio lavoro>>
L’avventuriero si calmò e ringraziò. Mentre si metteva di fronte al suo avversario, il ragazzino che aveva riso con Loren affermò<<  Mio nonno ti batterà in dieci secondi. È il più forte tra i Saggi>>
<< Dai Darty, non impaurire questo ragazzo ancora prima che abbia cominciato la sfida. Prevedo solo che sarà a terra dopo appena un minuto. >>
Blake sguainò la sua nuova spada in bronzo luccicante << Le regole sono le seguenti: Chi si arrende perde>>
<< Allora vuoi perdere arrendendoti?>> Lo provocò il vecchio.
<< La resa è per i deboli>> E cominciò il combattimento.
Il giovane adesso aveva una nuova spada e per giunta in bronzo, ma sapeva anche che non poteva pensare di competere contro una fatta in Oriharcon.
La tecnica di Blake consisteva nell’affondare, parare, scartare, cercare di colpire un punto scoperto e parare ancora. Dopo un po’ si accorse che con quella strategia, anche se era un discreto spadaccino, non lo avrebbe mai sconfitto perché sembrava che in qualche modo il Saggio penetrasse nella mente del suo sfidante e la leggesse, anticipando così la sua offensiva.
Nel frattempo gli allievi si erano messi a fare il tifo per lui (tutti tranne Darty ovviamente) e Celestia quasi urlava per incitarlo.
Rapido indietreggiò con qualche acrobazia ed estrasse la fionda per coglierlo di sorpresa e funzionò: Lanciò un sasso a velocità impressionante che colpì il braccio sinistro di Loren.
Il vecchio strinse i denti e creò una serie di potenti sfere di energia dalle sfumature cremisi e dorate. L’avventuriero le schivò senza problemi, erano molto lente.
Il Saggio si affaticò e cominciò ad ansimare, per il ragazzo fu l’occasione giusta per indebolirlo. Riuscì a centrare con la fionda il polso destro e quello sinistro, disarmando il suo avversario.
Non sapendo più con cosa contrattaccare Blake, alzò le mani ancora doloranti << E va bene, mi arrendo>>
Gli spettatori esultarono e lo sfidante sorrise, però Celestia improvvisamente gridò << Blake attento alle tue spalle!>>
Si girò appena in tempo per vedere un’enorme vortice di energia dorata che stava per abbattersi su di lui e gli altri allievi. Doveva fare in modo che gli altri ragazzi non si facessero del male.
Così la forza per proteggere gli avventurieri prese forma, circondando le mani del giovane con un’ aura verde-acqua e concentrata.
Le protese in avanti e bloccò l’offensiva di quel Saggio scorretto.
Avanzò con passi brevi ma costanti, poi la sua aura esplose in un onda d’urto che dissolse il vortice. Il vecchio cadde all’indietro, a bocca aperta.
<< Tu… non sei normale>> Ripeteva, indietreggiando. Infine il vincitore fu accanto a lui e lo guardò, altezzoso.
<< Sei solo un infame codardo. >>Concluse e tornò a casa sua senza dire altro. Aveva vinto e aveva dimostrato a tutti il suo potere e la sua maestria. Da quel momento si persero le tracce del Saggio che non si fece più né vedere né sentire.
La voce che il nipote di Chris aveva sconfitto Loren si diffuse rapidamente e molte persone del suo villaggio iniziarono a rispettarlo e ad ammirarlo.
Ovviamente Blake non poteva diventare l’insegnante ufficiale dei giovani avventurieri ma iniziò ad aiutare la nuova maestra, Sally, con consigli e pareri, senza ostacolare troppo le sue lezioni. Inoltre era un allenamento in più perché capitava molto spesso che dovesse fare da cavia e così imparava mosse e tecniche che non conosceva ancora.
La Saggia Sally era quasi all’altezza di suo nonno, diligente, capace e determinata.
L’aiutante suggerì anche di allenarsi tutti i giorni, per apprendere più velocemente.
Fu una grande idea perché gli allievi morivano dalla voglia di studiare ed esercitarsi, così accettarono senza proteste.
Si allenavano cinque giorni alla settimana, alla mattina dopo l’alba e al pomeriggio sino al tramonto. Erano tutti molto stanchi a fine giornata, ma tornavano sempre con il sorriso stampato sulla faccia e pronti ad incrementare la loro abilità nelle varie arti.
Il sabato della prima estenuante settimana Blake era sprofondato nel suo letto a pensare a cosa avrebbe fatto se improvvisamente la sua terra fosse stata attaccata da una creatura mostruosa, quando qualcuno bussò alla porta, interrompendo i suoi flussi di fantasia.
L’avventuriero attese in silenzio e ascoltò, sorpreso, di solito non veniva molta gente a casa sua. Poteva essere Celestia che chiedeva di lui per allenarsi al campo delle balle di fieno. Celestia… quel nome gli si era fissato nella mente e quando ripensava a lei si perdeva nei suoi enormi occhi verdi smeraldo.
<< Sono il notaio. >> Disse una voce.
<< Ah, entri pure e si accomodi>> Rispose sua madre << Blake vieni!>>
Il ragazzo sospirò: non era la sua amica. Peccato, gli avrebbe fatto piacere rivederla e parlarle visto che durante le lezioni doveva mantenere un atteggiamento serio e dignitoso. Uscì di fretta dalla sua stanza e si sedette su una sedia in salotto.
<< Come immagino sappiate sono qui per testimoniare l’eredità di Chris Carrel>> Si schiarì la gola e srotolò una pergamena<< A Lamenia Carrel lascio la mia casa, in modo che possa venderla e ricavarci qualche oro. Mentre a mio nipote Blake Carrel lascio il mio prezioso e preferito libro “ Leggende e Misteri di Nostale” affinché possa rilassarsi e divertirsi a leggere le più belle storie sul nostro mondo, inoltre gli lascio dieci semi della potenza; gli oggetti più rari che possiedo e dei quali ne potrà fare uso nella maniera che preferirà>>C’era un sottile filo d’invidia nel tono della sua voce.
 A Blake s’illuminarono gli occhi: stava per avere dieci semi della potenza! Avevano un valore inestimabile, ma perché li stava ereditando proprio lui e non sua madre? << Ho già il libro e i semi qui, te li consegno adesso. Per la casa possiamo fare due cose: O metterla in vendita o…>> Il notaio non terminò la frase perché venne interrotto dalla madre del ragazzo<< In vendita subito… per favore>>
<< Molto bene. Ecco ragazzo, prendi. >> Estrasse lo stesso macigno dove suo nonno gli aveva raccontato “L’origine delle Rune” e una decina di strani semi dal contorno verde e il centro viola. Li porse a Blake, il quale li ritirò in fretta e li mise dentro al primo sacchetto che trovò.
<< Abbiamo finito. Arrivederci>> Si congedò lui.
L’avventuriero corse di nuovo in camera sua tra i richiami della madre e i suoi sospiri disperati. Non capiva perché suo figlio avesse quello strano comportamento.
Sfogliò in fretta le pagine del libro per vedere se Chris gli avesse lasciato qualcosa, una dedica, oppure un messaggio. Fortunatamente riuscì a trovarlo: Nella prima pagina era stato scritto con l’inchiostro nero “Misteri 207-13-4” Cosa significavano quei numeri? Pensò in fretta: la parola Misteri doveva riferirsi sicuramente all’altra sezione del libro e forse quei numeri erano la pagina con il capitolo.
Cercò subito quella pagina nel quale doveva esserci racchiuso qualcosa che doveva sapere o scoprire. La trovò e la lesse attentamente:
 
Capitolo 13: Armi e Poteri Misteriosi.
Numero 4: il Martello Divino.
 
Si dice che sia l’arma più potente del mondo conosciuto. Appartiene alla Suprema Dea Ancelloan, la quale ne è la forgiatrice e la possedente. Il Martello Divino è stato creato con il legno di un Ginseng, la pelle di un drago e la piuma arcobaleno di una delle ali della Dea.
Con esso, dopo aver creato Nostale e aver dato la vita alle creature che avrebbero regnato lì, modellò e plasmò i continenti e la terra.
Inoltre sconfisse il mostro che minacciava già il suo neo-mondo, addormentandolo e sigillandolo assieme ai suoi schiavi nella Terra della Morte.
Si dice che il Martello Divino sia parte della Dea e che nessun umano potrà né trovarlo né impugnarlo, eppure esistono ossessionati cercatori che hanno raggiunto la morte sperando di riportare alla luce quell’arma Divina.
 
“Misteri 219-14-18”
 
 
Un altro messaggio di Chris! Stavolta sapeva già come tradurlo e in un attimo fu alla pagina segnata e lesse.
 
Capitolo 14: Oggetti e Accessori Misteriosi
Numero 18: Il Seme della Potenza
 
Il Seme della Potenza è un oggetto molto raro e prezioso, ma non del tutto introvabile. Tuttavia si è meritato l’aggettivo “misterioso” poiché si dice che radunandone dieci si possa resuscitare. Purtroppo nessun essere umano ne ha mai posseduti una decina, è molto raro trovarne anche solo uno.
Nessuno sa, inoltre, dove nascano e crescano. Hanno un valore da almeno cento milioni di oro l’uno. I più grandi cercatori del mondo di Nostale, che hanno scoperto alcuni semi, affermano di essere stati in posti terribili ed inimmaginabili: in fondo al mare, dentro un vulcano o sottoterra.
 
Blake rimase scioccato e incredulo: aveva appena saputo che nessun essere umano al mondo ne aveva mai posseduti più di uno. E suo nonno ne aveva dieci. Lui ne aveva dieci.
   
 
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