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Autore: Elle_Ls    05/05/2015    3 recensioni
Mystic Falls, l'inizio.
Se Stefan non avesse conquistato Elena, se Damon avesse altro in mente che non fosse Katherine, se tutti si comportassero in maniera diversa.
Se tutto non fosse stato esattamente come l'abbiamo visto.
/Storia scritta a quattro mani.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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THE WORST CHRISTMAS

Damon’s Pov.

Mi feci largo tra quelli che si erano fiondati al tavolo, per godere dei MIEI alcolici, e a questo punto, uscii fuori.
L'aria sembrava piatta, impassibile...nevicava. Erano anni che non vedevo la neve a Mystic Falls.
Sollevai gli occhi al cielo, mi piaceva la neve. L'avevo sempre immaginata in ogni scenario horror, come complice di un crimine perfetto, o forse avevo letto troppi libri di Poe.
Sentii un respiro, e poco più in là, vicino al portico di pietra, vidi Elena...ecco dov'era finita.
-La neve scende silenziosa-  constatai, arrivando di fianco a lei, senza che mi sentisse. Aveva lo sguardo perso nel vuoto, troppo assorta nei suoi pensieri, almeno fino all'attimo prima in cui si accorse della mia presenza.
Si girò sorpresa a guardarmi mentre mi avvicinavo a lei, mentre udivo perfettamente il battito del suo cuore accelerare.
 -Non…non nevica mai qui- mormorò imbarazzata mentre si stringeva le braccia al petto cercando di riscaldarsi. Potevo distinguere chiaramente la pelle d’oca sulla pelle.
-Sono stato via per un po', ma ricordo. Ho sempre desiderato la neve, avrebbe potuto dare a Mystic Falls quel tocco di mistero, e invece...è solo una monotona cittadina- le dissi.
Portai lo sguardo sul viale, invaso dalle automobili dei nostri invitati. Magari non avevano le catene, e dovevano scappare via prima di ritrovarsi coi motori bloccati...ma era solo una mia vana illusione.
-Sai? Non mi sembri molto allegra- azzardai con tono ironico, sebbene il mio fosse un eufemismo. Quella ragazza era assente, completamente.
-Non...sono mai stata molto brava a fingere di stare bene- disse scrollando le spalle cercando di curvare la bocca in un sorriso, cosa che non le riuscì molto bene.
Abbassò di nuovo la testa. Non sembrava essere affatto a suo agio in questo posto. Cercava di nascondere qualcosa dal momento esatto in cui aveva varcato la porta del pensionato.
-E' solo che...queste feste non mi piacciono piu. E Tyler Lockwood é un idiota- disse con una punta di acidità sull'ultima frase.
Felice di non essere l’unico a pensarlo.
-Che sciocca – mi disse tendendo poi la mano. Accennò di nuovo un piccolo sorriso -Sono Elena. Non ci siamo nemmeno presentati-
Allargai un sorriso, compiaciuto da questo suo gesto. Sapevo benissimo chi fosse, ma lei ignorava del tutto il fatto.
Strinsi bene la mia mano alla sua, dopotutto ero un gentiluomo.
-Sono stato io lo sciocco- le sorrisi e lei fece lo stesso
-E finalmente vedo il tuo sorriso. Sono Damon-  finalmente ci eravamo presentati ufficialmente, e questo mi semplificava le cose.
-Credo tu abbia ragione, Tyler è solo un ragazzino coglione. Adesso probabilmente si starà prosciugando la mia scorta di bourbon- continuai, appoggiando le mani sul muretto, indirizzando il mio sguardo fuori.
Casa mia mi era mancata, e trovarmi li con la fotocopia della mia ex, era alquanto raccapricciante.

Quasi risvegliava le mie emozioni...ma il mio gioco era appena iniziato, e non avrei terminato presto.
Seppur avessi lo sguardo rivolto altrove, sentivo benissimo quello di Elena su di me.
-Non ricordo di averti mai visto a Mystic Falls- disse dopo poco. La sua voce sembrava cosi…timida.
Le sorrisi, tornando a guardarla mentre parlava. Mi piaceva. Le sue labbra erano così...uguali a quelle di Katherine.
Non sarebbe stata una cattiva idea soggiogarla per una notte, per poterle fare tutto quello che volevo...ma adesso dovevo conquistarmi il benvolere degli abitanti di Mystic Falls, poi avrei pensato a cosa fare con lei.
-Mi piace viaggiare. Odio gli spazi stretti, e questa cittadina ha tutta l'aria di esserlo...è sempre stato così dopotutto, no?-  feci con tono convincente, cercando di dissuadere me stesso dalla sua carotide, o dal battito del suo cuore che sembrava accelerare quando la guardavo.
Cosa si stava mettendo in testa questa ragazzina? Non era altro che la copia della donna che avevo amato, ma adesso nemmeno l'amore che provavo per lei sembrava appartenermi più.
-Ma non potevo mancare- conclusi.
Elena sembrò quasi fermarsi seriamente a riflettere sulle mie parole, delineando una ruga più accentuata sulla guancia.
-É sempre stato cosi- mormorò, annuendo alle mie parole, ma sembrava parlare più a se stessa che a me.
-É una città stretta. La gente ti etichetta e parlerà di te sempre allo stesso modo. Lo so-
-Ma per quanto sia brutta si torna sempre a casa- dissi stringendo le labbra e scrollando le spalle.
Tirai un sospiro, se non fosse per la mia vendetta nei confronti di Stefan, non sarei mai tornato, o almeno non così a lungo, e non cosi spesso.
Mi capitava di passare dal pensionato, di tanto in tanto, come per voler fare una ricognizione e un ripasso di ricordi, da quando avevo spento la mia umanità , quella era l'unica parte del mondo in grado di ricordami chi ero.
-Hai progetti per il futuro? O ti piace vivere il momento?-
Vediamo se Elena Gilbert era davvero cambiata, da quella notte. La luce dei suoi occhi sembrava spenta.
-..anche se secondo me, aspetti il colpo di scena della tua vita- annuii, sicuro di me. Volevo leggerla come un libro. Stefan teneva a lei, ecco perché sarebbe diventata la mia arma segreta contro di lui.
Alzò di nuovo lo sguardo verso me. Ero sicuro di me, delle mie parole.
E dallo sguardo di Elena, sembrai averci colpito in pieno.
-Dicono che...- disse dopo un momento di silenzio -...noi siamo artefici del nostro destino. Che...niente é lasciato al caso -
Strinse le labbra -La mia vita ha già avuto un bel colpo di scena. Per causa mia. E ti direi che puoi bastarmi per molto-
Mi accigliai. Cosa poteva aver fatto questa ragazzina da sembrare cosi tremendo?
-Parli come se fossi la peggiore dei serial killer. Avvertimi prima che uno scatto di follia si impossessi di te, o sarò costretto a correre dentro-  risi, fiero di essere il più grande ipocrita della storia.Tornai a scrutare il suo sguardo, e guardandola attentamente, la feci specchiare nei miei occhi. Aveva solleticato la mia curiosità.
-Adesso mi dirai cosa ti è successo, sii sincera- feci ricorrendo alla compulsione mentale, avrei potuto fare di lei il mio pupazzo usa e getta.
Lo sguardo di Elena si fuse col mio, mentre la sua bocca si schiuse e le parole le uscirono di bocca naturali e spontanee come non le avrebbe mai dette.
-Il 23 Maggio scorso i miei genitori sono morti in un incidente stradale per colpa mia. Ero a una festa e volevo tornare a casa. Cosi loro sono venuti a prendermi. E a Vickery Bridge la nostra auto è caduta nel fiume...e loro sono morti. Io sono viva per miracolo-
I suoi occhi si fecero lucidi senza che se ne rendesse conto.
-Mio fratello non ha più mamma e papà per un mio capriccio- disse sbattendo le palpebre confusa dalla sua stessa rivelazione.
La guardai. Adesso si spiegava tutto. Era la stessa notte in cui l’avevo incontrata. La notte in cui la sua unica preoccupazione era il ragazzo, il futuro...
…e quella stessa notte, magari pochi minuti dopo esserci lasciati, il mondo per lei aveva preso una piega diversa.
-Sai credo che le cose accadono e basta. E quello è stato un incidente-  feci con tono piatto.
Avevo ucciso e torturato molte persone, e mai avevo pensato ai miei sensi di colpa.
Non avrebbe dovuto sentirsi così, non lei. Non l’aveva certo voluto.
Ma da quando me ne preoccupavo? Accennai un sorriso.
-Di certo non sono morti per tua volontà. Ricordalo sempre- terminai, indietreggiando di qualche passo.
-Dovremmo rientrare, a breve apriremo i regali-

Elena’s Pov.

Chiusi gli occhi, prima di tornare a stringermi le braccia al petto per il freddo. Che...strana sensazione. Mi sentivo come se fossi...più leggera.
E non fisicamente. Ma...nel petto. Era come avere il cuore più…leggero.
E non avvertivo questa sensazione da mesi.
-Hai ragione-dissi alzando gli occhi di nuovo verso Damon. Mi sorrideva appena -Fa freddo...ed è ora di tornare dentro-
Lui annuì, seguendomi di nuovo in casa sua mentre tutti gli ospiti era ai piedi dell'albero di Natale a prendere i loro regali.
Tyler e Richard Lockwood non c'erano.
-Elena-

Stefan mi venne subito vicino, lanciando un'occhiata al fratello che si allontanava da me -Va tutto bene?-
-Ora si- annuii stringendo le labbra -Dovevo solo prendere aria-
-Tyler è stato indiscreto-disse Stefan.
-Già-mi limitai a dire.
-Damon ti ha detto qualcosa?-mi chiese dopo un attimo.
-Qualcosa...del tipo?-gli chiesi confusa.
Stefan indurì l'espressione -A volte è inopportuno e invadente e… non vorrei che sia stato cosi anche con te-
-No- mormorai, guardando Damon che chiacchierava accanto allo sceriffo -E' stato molto gentile. Davvero-
Stefan annuì, quasi non convinto delle mie parole -Vieni...stiamo per aprire i regali. E' quasi mezzanotte-
-Questo è per te!- esclamarono insieme Caroline e Bonnie porgendomi un pacco enorme.
Rimasi a bocca aperta -E' enorme!-
-Dai, aprilo!-sorrise Caroline tutta eccitata.
Scartai l'enorme fiocco sul pacco, aprendo la scatola.
Ci misi un attimo prima di capire che quello che c'era all'interno non era qualcosa di nuovo. Era qualcosa che già mi apparteneva.
Tirai fuori la mia divisa da cheerleader e i miei pompon divertita. Avevo lasciato la squadra lo scorso anno, dopo la fine dell’anno scolastico.
-Cosa vuol dire?- chiesi alzando lo sguardo verso le mie amiche.
-Amber Danes fa schifo come ginnasta- disse Caroline gesticolando - E Shirley Farrant non sa nemmeno alzare la gamba a 30 gradi. E Kaley...-
-Torna in squadra con noi, Elena- tagliò corto Bonnie -Ci manchi. Ci manca passare il pomeriggio insieme agli allenamenti...o spettegolare sulla squadra di football-
-E nessuna di quelle che abbiamo provato per sostituirti vale quanto te- sospirò Caroline.
Guardai la mia divisa rossa e bianca , ricordando tutte le partite a cui avevamo partecipato. Caroline voleva addirittura iscriversi ai campionati di squadra nazionali.
Le guardai -Ho qualche problema a ricordare i passi, Caroline. Sii paziente-
-E' un si?- fece Caroline elettrizzata.
Accennai un sorriso -E' un si-
-Si!- esclamarono entrambe stringendosi a me. Chissà perchè, credevo di aver fatto più un regalo a loro che a me. Ma andava bene cosi.
-Credo sia arrivato il momento di scartare gli altri regali- disse Bonnie riavvicinandosi all'albero.
Stavo per seguirla, quando notai che mio fratello era rimasta seduto sul divano di fronte al fuoco, da solo. Lontano dall'albero e dagli altri.
-Elena, c'è un altro regalo per te- mi richiamò Jenna.
-Dopo- dissi avvicinandomi a Jeremy.
I suoi occhi erano lucidi, fermi sulle fiamme del fuoco. Poi gli alzò verso i miei, e capii che mio fratello non stava affatto bene. E non si preoccupava di nasconderlo agli altri, perchè non gli importava.
-Jeremy- mormorai sedendomi accanto a lui e stringendolo forte a me.
Sentii mio fratello stringermi le mani come prima -Ci staranno guardando-
-Non importa, non possono sentirci qui- mormorai.
Jeremy sospirò pesantemente, forse per reprimere le lacrime.
-Fa male, Elena. Fa ancora troppo male-
Strinsi gli occhi, posando un bacio tra i suoi capelli. Come quando eravamo bambini -Lo so. Ma sono tua sorella. E io sono sempre qui. Siamo fratelli, giusto? E i fratelli ci sono sempre l'uno per l'altra. E la tua sorellona si prenderà cura di te, ok? Lo farò sempre…-
-Mezzanotte. Auguri!- esclamò Carol Lockwood.
Mi girai a guardare la sala. Stefan sembrò distogliere lo sguardo da me e guardare suo fratello.
Jeremy sembrava ancora troppo assorto nei suoi pensieri.
 Mi sollevai dal divano per fare gli auguri anche agli altri invitati.
Quello che successe dopo fu quasi come un fulmine
 Tyler si era scagliato da non so dove su mio fratello.
Quindi il sindaco non l'aveva rimesso in riga.
Vidi Richard e Logan Fell buttarsi per separarli, ma Tyler sembrava essere...un altra persona. Non lo avevo mai visto litigare in quel modo.
-Jeremy!- esclamò Jenna inorridita senza riuscire a fermarli.
Iniziai a tremare. Ma quando i pugni di Tyler si fecero più forti, non riuscii a fermarmi, lanciandomi anch'io in mezzo a loro.
E qualcosa mi colpì con violenza al lato della bocca, come una botta secca e sorda.
E faceva male. Sentii solo gridare "Oddio!", "Tyler!" e "Elena!"
-Basta cosi - vidi Stefan riuscire finalmente a separarli.
Il volto di mio fratello era quasi irriconoscibile.
-Va in ospedale. Qualcuno lo accompagni!- ordinò Stefan senza guardare Jeremy.
-Vi chiedo scusa...immensamente. Elena...- sentii Richard Lockwood dire qualcosa, ma quasi non lo sentii.
Mi portai una mano alla bocca, scoprendo con orrore che stavo addirittura sanguinando.
-Elena io...io non so cosa..- biascicò Tyler con occhi sgranati.
-Elena oddio!-fece Caroline portandosi le mani alla bocca.
-Elena. Elena- Stefan si paro' davanti a me, preoccupato - Elena stai bene?-
-Ho bisogno d'acqua - mormorai premendomi le dita sulla bocca e superando tutti per salire le scale. Ignorai le voci che mi chiamavano e salii le scale diretta al piano superiore. Mi infilai nella prima porta che trovai davanti. Un bagno, che fortuna.
Aprii il rubinetto del grande lavandino di marmo con mani tremanti, e mi guardai allo specchio. Il mio labbro si era gonfiato. E io tremavo come una foglia.
Strinsi i denti, sentendo le lacrime scendermi sulle guance mentre cercavo di fermare il sangue.
Era il peggior natale della mia vita.

-…una mano?- 


°°°°°°°°

Lo ammetto.
Credevo di aver perso questo capitolo a causa del mio nuovissimo e velocissimo computer, Grazie a non so quale miracolo, sono riuscita a recuperarlo. Ed eccolo qui. La mia socia non me l'avrebbe fatta passare liscia questa.
Bene! Eccoci qui.
Siamo felicissime delle recensioni e di tutti quelli che hanno segnato la storia tra i preferiti o tra le seguite in cosi poco tempo. Davvero, davvero grazie.
Speriamo che questa nostra versione continui sempre a piacervi.
Come si delinea in questo capitolo, la vicenda continua a mantenersi sempre su una linea diversa dall'originale, un esempio ne è Elena che torna nella squadra di cheerleader. O il rapporto cosi "armonioso" con suo fratello Jeremy. Ho sempre visto Jeremy come un ragazzino smarrito che avesse bisogno di una cura, e in questo momento, nessuno è meglio di sua sorella per aiutarlo.
Damon mantiene un comportamento "abituale": vendicativo contro Stefan, incuriosito ma non troppo "umano" con Elena.
Ma vi assicuriamo che più in là, i risvolti vi piaceranno.
Un bacione dal Team Ls!

  
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