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Autore: Dedalus Lux    05/05/2015    1 recensioni
La soluzione sarebbe semplice - disse Marius - Arrestare Mulciber.
- Non è così semplice - ribatté Seamus - Quel ragazzo ha anche un passato complesso alle spalle, è ben visto da buona parte del mondo magico.
- Quindi se l'opinione pubblica difende una persona, non si può far nulla? - domandò Marius che si stava iniziando a scaldare.
- Calmati Marius - lo ammonì Seamus - Se mi fai finire di parlare posso spiegarti tutto. Non è una questione di opinione pubblica, ma di prove. Servono prove e testimonianze, tuttavia è sorto un problema.
- Cioè? - domandò Marius.
- Servono testimoni - rispose il cugino - Ho parlato con Neville, volevo dire il professor Paciock che vorrebbero chiedere il tuo aiuto. Non è una cosa semplice, dovrai parlare davanti ad una giuria, non è facile. Se non te la senti nessuno potrà dire niente e...
- Nessun problema! - esclamò Marius che non aspettava altro - Sono pronto a testimoniare anche domani.
***
Vi ricordate dove eravamo rimasti? Marius ha terminato il suo primo anno ad Hogwarts e, come spesso succede, ha vissuto tante esperienze ha conosciuto nuove persone e si è innamorato. Ci sono tanti nodi da sciogliere sulle reali intenzioni dell'ambiguo Mulciber, sui sentimenti di Juliet nei suoi confronti, ma non solo. Le sorprese non mancheranno...
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Seamus Finnigan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Marius Grebb - Un giovane mago 20 anni dopo Harry Potter'
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AVVERTENZE
Il seguente testo è il prologo del secondo capitolo della serie Marius Grebb - Un giovane Mago 20 anni dopo Harry Potter (potete cliccare sul titolo per essere rimandati alla storia). Per coloro che si imbattono per la prima volta in questa storia, consiglio caldamente di leggersi la prima parte, altrimenti il tutto rischia di essere di difficile comprensione. 
Grazie e buona lettura!


Marius si svegliò sentendosi un po' indolenzito. Non si era ancora abituato a dormire per terra, coperto da un solo sacco a pelo, dentro ad una piccola e calda tenda. Si trovava in un campeggio in Sardegna assieme alla sua famiglia. Suo papà Maurice era riuscito ad ottenere le ferie e con mamma Diana avevano organizzato una vacanza nella splendida isola italiana. Si sarebbero fermati lì per quindici giorni e Marius non capiva quello che avrebbero fatto in tutto quel tempo, visto che nelle prime cinque giornate il padre gli aveva fatto girare le spiaggie più importanti di quella zona, visitando le città storicamente più significative e mangiando nei ristoranti tipici. Nonostante i tanti spostamenti, Marius stava trascorrendo felicemente la sua vacanza, apprezzando soprattutto i pranzi e le cene: la cucina italiana si era rivelata degna della sua fama e ogni volta aveva la possibilità di gustarsi i prodotti più svariati, sempre molto buoni. Nel corso del suo primo anno ad Hogwarts, aveva avuto la possibilità di godersi la cucina di Hogwarts, sempre di alto livello, ma lì era ancor più buono.
Hogwarts... La scuola entrava spesso nei pensieri di Marius. Nonostante stesse bene con i suoi genitori, spesso sentiva nostalgia di quel luogo magico, del Quidditch, del dormitorio, della Sala Comune e, soprattutto dei suoi amici. Il primo anno era stato impegnativo e alla fine gli aveva riservato brutte sorprese, ma l'esperienza nel complesso era stata fantastica. Aveva molto legato con ragazzi e ragazze della sua età come Matthew Baston, Bruce Sandon, Michelle Paulov, Lucy Weasley e anche con James Potter che aveva due anni più di lui. La persona che gli mancava di più era Juliet Stone. Aveva la sua età, ma era finita nella casa di Corvonero mentre lui era un Grifondoro. Si erano conosciuti il primo giorno di scuola, sull'Espresso di Hogwarts, diventando subito grandi amici. Marius nel giro di poco tempo si era preso una cotta per lei, provando sensazioni mai avvertite prima. Tutto questo inizialmente gli aveva provocato delusioni, in quanto la ragazza si era fidanzata con un ragazzo più grande. Terminata la loro storia pochi mesi dopo, i due si erano molto avvicinati nell'ultimo periodo, ma nessuno aveva trovato il coraggio di dichiararsi. Nel corso dell'estate Marius era riuscito a tenersi in contatto con Juliet tramite cellulare: si inviavano molti messaggi, ma lui non vedeva l'ora di incontrarla di nuovo. 
La lontananza da Hogwarts era stata ben compensata dalla vita di Saint Patrick. Nel mese di luglio si era divertito molto assieme ai suoi vecchi amici Babbani. In particolare aveva trascorso molto tempo con la sua migliore amica Tonia. Marius, fin da bambino, era abituato a vederla tutti i giorni, giocare con lei, chiacchierare, ridere e scherzare e l'inevitabile lontananza non aveva scalfito quel bellissimo rapporto. Era con lei che si confidava su tutto e, soprattutto, era l'unica oltre ai suoi genitori a sapere che lui era un mago. Si ricordava bene quel giorno, al Bar dello Sport, in cui le aveva rivelato che lui sarebbe dovuto partire per studiare a Hogwarts e lei non aveva tradito la sua fiducia, evitando di raccontare a chiunque il suo segreto. Proprio per questo motivo, nel corso delle vacanze, Marius le aveva confidato una sua grande preoccupazione. Le sue giornate erano macchiate dalla paura di incontrare Goran Mulciber per strada. Era un ragazzo di diciannove anni che al termine dell'anno precedente lo aveva minacciato dopo che lui, assieme ad alcuni suoi amici, avevano intralciato i suoi piani. Mulciber aveva rapito e torturato una loro amica, ma era riuscito a farla franca facendo capire che non avrebbe dimenticato ciò che avevano fatto. Quando ripensava alla conversazione avuta sull'Espresso per Hogwarts, in cui il ragazzo gli aveva puntato contro la bacchetta, Marius sentiva un brivido lungo la schiena e iniziava ad essere più guardingo. Fortunatamente in Sardegna non correva il pericolo di incontrarlo e questo lo rendeva più tranquillo. 

Rendendosi conto dell'impossibilità di riaddormentarsi, Marius decise di alzarsi e uscire. Facendo molta attenzione a non intruppare i suoi genitori o Klare, si mise un costume a pantaloncino e una canottiera, poi aprì la cerniera della tenda e uscì. Erano le otto del mattina e in quel momento si stava molto bene: c'era un venticello fresco e i pini impedivano ai raggi del sole di farsi largo; inoltre quel silenzio, interrotto solo dai versi delle cicale e delle upupe, gli piaceva dandogli un senso di particolare rilassatezza. Meno piacevole fu il momento di infilarsi le ciabatte, ancora umide dopo la doccia della sera precedente. 
Una volta pronto, Marius decise di andare al bar a fare colazione. Aveva la possibilità di prendere tutto ciò che voleva, visto che le spese venivano segnate sul conto finale, ma era consapevole di non poter esagerare perché al padre non avrebbe fatto molto piacere trovarsi il conto raddoppiato per ciò che lui aveva consumato. Si prese un thé e un cornetto alla crema per poi sedersi ad un tavolino con vista sul mare. Era presto e anche al bar c'erano poche persone, una famiglia con due bambini piccoli, un vecchietto che fumava la pipa e una ragazza. Quest'ultima aveva posto lo sguardo su Marius fin dal momento del suo arrivo, continuandolo a fissare mentre mangiava. Inizialmente il ragazzo fece finta di nulla poi, quando ebbe terminato il cornetto, iniziò a infastidirsi. Era indeciso se dirle qualcosa, ma alla fine fu proprio la ragazza ad avvicinarsi. 
- Ciao, scusami se ti disturbo - disse in inglese - Potresti darmi una mano al bar? 
- In che senso? - domandò Marius, stupito dal fatto che parlasse la sua stessa lingua. 
- Vorrei prendere la colazione - rispose la ragazza - Ma non so come chiederlo visto che non so parlare una parola di italiano. 
- In realtà neanche io - disse Marius - Però al bancone riesco a farmi capire. Una curiosità, come hai fatto a capire che parlavo inglese? 
- Ti ho sentito poco fa - spiegò la ragazza - Ti dispiace ordinarmi un cappuccino? 
Un po' irritato e un po' divertito, Marius si avvicinò al bancone del bar per fare ciò che la ragazza gli aveva chiesto. 
- Grazie mille - disse lei una volta tornato al tavolo - Comunque io mi chiamo Gloria Henderson. 
- Piacere, Marius Grebb - ribatté il ragazzo. 
Gloria sorseggiò il cappuccino in silenzio e Marius notò che doveva avere più o meno l'età sua. Era molto carina con capelli castani un po' mossi e occhi verdi, ma soprattutto aveva un qualcosa di conosciuto, come se in qualche modo si fossero già incontrati in precedenza. 
- Sei qui con la tua famiglia? - domandò Marius. 
- Già - rispose Gloria - Siamo arrivati ieri sera. Stamattina mi sono svegliata presto e così sono venuta qua al bar. 
- Quanto tempo vi fermate? - chiese Marius. 
- Una settimana - spiegò la ragazza - Ripartiamo domenica sera. 
- Anche noi - disse Marius.
- Tu non sei di Londra vero? - domandò la ragazza. 
- Si sente così tanto? - disse Marius sorridendo - Effettivamente vivo a Saint Patrick, un paesino vicino Birmingham. Tu invece sei di Londra? 
- Proprio così - confermò Gloria. 
I due rimasero a parlare per più di mezz'ora. Durante la conversazione Marius sentiva crescere la convinzione di averla già vista da qualche parte, ma non riusciva a capire dove considerando che era anche un anno più grande di lui. Parlare con lei fu comunque piacevole: era molto simpatica oltre che carina.
- Ora vado che penso che i miei si siano svegliati - disse ad un certo punto Marius - Ci vediamo in giro. 
- Va bene, buona giornata - disse lei. 
Marius tornò alla tenda sentendosi di buon umore. Quando arrivò vide che i suoi e anche Klare si erano alzati e stavano preparando la colazione con i fornelletti. 
- Ecco il fratellino vagabondo - disse sarcastica Klare, vedendolo arrivare. 
- Io sarò vagabondo, però voi dormite fino a tardi - ribatté Marius. 
- Tu non riesci? - domandò con un sorrisetto Klare - Problemi di cuore? 
Marius evitò di rispondere. Per scrivere a Juliet si era fatto prestare il cellulare da sua sorella e lei, naturalmente, aveva voluto sapere tutto, tormentandolo di domande. Da quel momento non faceva che scherzare e alludere al fatto che gli piacesse una ragazza. Marius se lo doveva aspettare, visto che l'anno precedente la partenza per Hogwarts lui aveva fatto lo stesso quando aveva scoperto che Klare usciva con un suo compagno di classe. 

I giorni seguenti furono più rilassanti. Papà Maurice si era stancato di girare i luoghi di tutta la Sardegna, iniziando ad apprezzare la spiaggia vicino al campeggio. Questo fece molto piacere sia a Marius che a Klare che ebbero la possibilità di conoscere qualche persona del luogo, partecipando anche a diversi giochi che proponevano degli animatori. Nessuno dei due parlava bene l'italiano, ma in qualche modo riuscivano a farsi capire e si divertirono molto. Marius partecipò anche al torneo di calcetto, rendendosi conto che i dieci mesi a Hogwarts, in cui si giocava esclusivamente a Quidditch, lo avevano reso notevolmente più scarso con la palla tra i piedi. Alla fine con il passare dei giorni riprese un po' di confidenza, ma alla fine del torneo si promise che quell'anno avrebbe trovato il modo di fare anche qualche gioco Babbano. In quei giorni i fratelli Grebb trascorsero diverso tempo con Gloria Henderson, l'unica ragazza inglese oltre a loro. Marius guardandola continuava a credere di avera vista da qualche parte, ma i suoi interrogativi non trovarono risposta. 
Il tempo trascorse rapidamente e l'ultimo giorno arrivò in maniera quasi improvvisa. Mentre faceva i bagagli, fu distratto da sua sorella Klare. 
- Marius! Un messaggio per te - disse lei. 
Il ragazzo prese il telefono e vide che si trattava di Juliet. Sentendosi di colpo di buon umore, lesse il messaggio notando che la ragazza gli chiedeva se volevano vedersi a Diagon Alley il 25 agosto, visto che lei e Michelle sarebbero andate in quella data a comprare i libri e tutto il materiale per Hogwarts. Marius rispose immediatamente che gli avrebbe fatto molto piacere, dimenticandosi che non poteva andare a Londra da solo. 
- Mamma - disse - Che ne dici se il 25 andiamo a Londra? Così compro le cose per scuola. 
- Perché proprio il 25? - domandò sospettosa mamma Diana. 
- Credo che Juliet andrà lì in quella data - intervenne ridacchiando Klare. 
- Ma un po' di affari tuoi mai è - la rimbeccò Marius. 
- Il mio cellulare ha un prezzo - disse Klare. 
- Dai ragazzi basta! - esclamò mamma Diana - In realtà non devi chiederlo a me. Ieri mi ha chiamato Seamus dicendomi che voleva accompagnarti lui a Diagon Alley, ma non mi ha detto quando. 
- Posso chiamarlo? - domandò Marius. 
- Provaci - rispose mamma Diana con un sorriso - Ricordati però che quando è al lavoro il telefono non gli funziona. Voi maghi preferite la posta via gufo. Chissà quando accetterete l'utilità di un bel cellulare. 
- Io lo faccio - si difese Marius che andò subito a prendere il cellulare, digitando il numero di Seamus. Fortunatamente il cugino era a casa e rispose al telefono, confermando che per il 25 sarebbe stato disponibile. 
- Bene, posso andarci il 25 - esultò Marius. 
- E ricordati che mi devi 5 sterline - osservò mamma Diana. 
- Perché? - chiese Marius.
- Pensi che chiamare dall'Italia in Inghilterra sia gratis - disse la madre con un sorriso ironico. 
- Mi sono dimenticato - si scusò Marius - Pero lo vedi! Critichi tanto la posta via gufo, ma almeno noi possiamo scrivere a chiunque in qualsiasi parte del mondo senza pagare nulla. 
Sorridente, Marius tornò ai suoi bagagli, impegnandosi a finire tutto prima di cena, visto che la sera era in programma l'ultimo spettacolo dell'animazione e non voleva mancare, anche per salutare tutti i ragazzi che aveva conosciuto e che difficilmente avrebbe incontrato di nuovo. 
Dopo aver mangiato, raggiunse il bar assieme a Klare e vide Gloria Henderson appoggiata ad una staccionata guardare il vuoto, apparentemente di cattivo umore. 
- Vai a parlare con lei - disse Klare dandogli una gomitata. 
Poco convinto, Marius accettò il consiglio della sorella e si avvicinò alla ragazza. 
- Ciao! - disse esitante. 
- Ciao Marius! - esclamò lei - Tutto bene? 
- Sì, sì - rispose Marius - Tu piuttosto? 
- Pensieri - disse la ragazza - Ho discusso con mia madre e non sono di ottimo umore. 
- Capisco - mormorò Marius - Dai, andiamo dentro che c'è lo spettacolo. Almeno ci facciamo quattro risate. 
- Come no! - ribatté Gloria - Scommetto che capirai tutto quello che diranno. 
- Sicuramente no - osservò il ragazzo - Basta che ridi quando ridono gli altri. 
Sorridendo, la ragazza segui Marius. I due si sedettero vicini e assistettero allo spettacolo degli animatori. Naturalmente non compresero una parola di quello che dicevano, essendo italiani, ma trascorsero una bella serata. Subito dopo partì la musica e Marius fu spinto da Gloria a ballare. Nei giorni precedenti aveva tentato di fare qualche ballo di gruppo, ma era risultato completamente negato e anche quella sera lo confermò. In compenso la ragazza se la spassava, vedendolo goffamente alle prese con le mosse degli animatori. Alla fine il deejay mise due canzoni lente e Gloria invitò Marius a ballare. Con il liscio il ragazzo se la cavava meglio, anche l'anno precedente a Hogwarts aveva avuto la possibilità di ballare, assieme a Samantha Dresse il giorno di Halloween. Terminate le musiche, i due si andarono a prendere un cornetto al bar. 
- Non te la cavi male - osservò Gloria. 
- Con i balli di gruppo? - domandò Marius con un sorrisetto. 
- Certamente, ho visto che eri portato per quel genere di movimenti - rise la ragazza. 
- Probabilmente neanche un corso intensivo di un mese potrà aiutarmi - disse Marius. 
- Peccato che domani bisogna ripartire - fece Gloria. 
- Già - convenne Marius - Si stava bene qua. 
I due ragazzi rimasero diverso tempo a chiacchierare, distratti solo dai genitori di Marius che passando gli ricordarono che il giorno seguente alle sei di mattina sarebbero dovuti partire. 
- Mi sa che devo avviarmi - disse Marius. 
- Temo anche io - gli fece eco Gloria - Peccato che quando si sta bene il tempo passa in fretta... 
- Un classico - osservò Marius uscendo dal bar. 
I due fecero un tratto di strada insieme, poi al momento di separarsi, Gloria gli prese la mano. 
- Sono stata davvero contenta di averti conisciuto - 
Improvvisamente si avvicinò a Marius e gli diede un bacio sulle labbra. Il ragazzo fu preso alla sprovvista, ma alla fine ricambiò. Durò qualche secondo e quando si staccarono nessuno di loro sapeva cosa dire. 
- A...anche a me ha fatto piacere conoscerti - balbettò infine Marius, un po' shockato da quel gesto. 
- Ci vediamo presto allora - disse Gloria con un bel sorriso.
- Sì - disse Marius che poi si diresse verso la sua tenda. 
Impiegò diverso tempo per addormentarsi. Sentiva dentro di sé dei sentimenti contrastanti. Il bacio con Gloria gli era piaciuto, ma non riusciva realmente a capire cosa provasse per lei. Era carina, simpatica, ma di tanto in tanto faceva capolino nella sua testa Juliet che spazzava via Gloria che, tra l'altro, difficilmente avrebbe rivisto visto che non si erano scambiati neanche i numeri di telefono. 






NOTA DELL'AUTORE 
Ciao a tutti! 
Eccoci qua con il primo capitolo con il nostro Marius, alle prese con qualche avventura estiva. È un capitolo diverso, più Babbano degli altri diciamo, però mi stuzzicava l'idea. Spero sia di vostro gradimento. 
Purtroppo non potrò dare una data di uscita del prossimo capitolo perché ultimamente non ho avuto molto tempo per andare avanti, ma spero di darvi presto news. A presto! 
Dedalus Lux
  
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