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Autore: lola_fantasy    05/05/2015    5 recensioni
Sono passati quasi due anni dall'ultima battaglia contro Nidhoggr e gli ex draconiani trascorrono le loro giornate come dei ragazzi normali: studiano in scuole diverse ,guardano film, parlano, ridono, fanno passeggiate, vanno in giro, si divertono insieme... Ma la loro normalità non durerà ancora per molto tempo: infatti, due nuovi ragazzi sono al servizio di Nidhoggr, e di certo non porteranno belle sorprese. Sofia, Fabio, Lidja, Karl, Ewan e Chloe dovranno partire per nuove missioni in tutto il mondo, cercare nuovi oggetti, ma anche questa volta non saranno soli: figure molto importanti e a loro speciali andranno in loro soccorso. In questa nuova storia, ci saranno delle sorprese, sia belle che brutte, alcune dolorose e altre emozionanti, che cambieranno (di nuovo) totalmente la loro vita.
Dal capitolo 11 :
"-Credevo fossi io l’unica ragazza che avresti mai voluto prendere, ma mi sbagliavo; non ci solo io a questo mondo.
Con un scatto fulmineo, il ragazzo tirò a sé il pezzo di fune tra le sue mani, così Sofia, che teneva gran parte della restante liana, fu sbalzata contro il petto di Fabio. L'avvolse tra le sue braccia.
- L’unica persona che vorrò mai prendere per davvero sei tu"
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 10: “Visite inaspettate”

I quattro giorni seguenti passarono tranquilli: il prof. aveva deciso di interrompere le ricerche, in modo che Sofia si potesse riprendere, mentre il resto dei draconiani riprendeva la solita routine, anche con la presenza dei loro poteri: al mattino seguivano le lezioni a scuola, poi tornavano tutti alla villa del professore, studiavano e facevano compagnia a Sofia, per poi cenare, guardarsi un film o giocare a un gioco di società tutti assieme e infine andare a dormire. Sofia si divertiva con loro e per quei momenti rubati allo studio in cui stavano assieme, riusciva a dimenticarsi del debole dolore ancora presente alle cosce e il lieve bruciore dei tagli sul petto: il professore le aveva preparato un unguento speciale, dalla ricetta trovata in un libro su uno dei tanti scaffali di libri antichi nella grande biblioteca. L’aveva guarita per la gran parte delle ferite, ma dopo quei quattro giorni di riposo a letto, queste le davano ancora un certo fastidio; si era fatta passare i compiti da un’amica che faceva parte della sua stessa classe, così, con tutto il tempo libero di cui disponeva, studiava e faceva gli esercizi, perlopiù di latino, greco e italiano, riuscendo così a stare al passo con le lezioni, oppure leggeva, ascoltava la musica o scriveva le sue emozioni, delle storie inventate sul momento, i suoi pensieri, lo scontro con Abaddon, sul suo quaderno segreto.
Arrivò il venerdì. Dopo varie discussioni con il prof., Sofia aveva deciso che quel giorno sarebbe andata a scuola: non voleva perdersi ulteriori spiegazioni, anche perché ormai le ferite erano tutte rimarginate e non aveva senso stare a casa per quel minimo fastidio che queste le provocavano. Così, quella mattina, si alzò alle sette meno un quarto, fece una doccia, indossò un paio di jeans, una maglietta maniche corte bianca e un felpa leggera lilla, ballerine nere e legò i capelli in una coda alta. Fece colazione e alle sette e un quarto era davanti alla porta con lo zaino in spalle e il cappotto leggero tra le braccia ad aspettare Fabio, che l’avrebbe accompagnata a scuola con il motorino.
-Buongiorno! Dormito bene?- chiese il ragazzo, sbucato da dietro alla porta della sua camera al piano terra.
-Oh sì… - sorrise nel vederlo e lo seguì in giardino, dove era parcheggiata la sua Vespa nera, comprata dal prof. per il suo compleanno. –Oggi non ti ho visto a colazione…-
-Mi sono svegliato tardi e ho fatto appena in tempo a lavarmi. Non ne ho avuto proprio tempo!- esclamò lui, porgendo a Sofia un casco bianco con dei fiorellini verdi: il suo preferito. Sofia annuì. Salì sulla moto dietro a Fabio e si agganciò forte ai suoi fianchi, proprio come faceva ogni volta che saliva su quel mezzo. Fabio chiese poi con divertimento ed esasperazione: -Ma riuscirai mai a non avere paura di salire qui sopra? Mi stritoli come una camicia di forza!-
-Oh..- disse imbarazzata, –Scusami.- e allentò la presa.
Fabio si girò verso di lei. -Stavo scherzando, Sof. Puoi strozzarmi quanto vuoi, lo sai.-  le diede un dolce bacio sulla guancia, poco prima di infilarsi il casco, mettere in moto e partire a fatica a causa del terreno ghiaioso.
 
Alle 14.00, all’uscita da scuola, Sofia aspettò, appoggiata al muro di una delle colonne del cancello d’entrata, Fabio, che sarebbe venuto con la moto a prenderla per andare a casa. E infatti, cinque minuti dopo lui era lì davanti, in sella al mezzo, pronto per partire. Le sorrise, ma era un sorriso tirato, e le fece cenno di raggiungerlo. La ragazza non si chiese il perché di quel sorriso, era troppo impegnata a riflettere nella sua testa: verso le dieci, quella mattina, aveva avuto un forte capogiro e avevo chiesto alla professoressa di latino di poter andare in bagno. Quest’ultima l’aveva accontentata, così appena appoggiatasi al lavandino, un’immagine le si era proiettata nella mente: due figure scure con macchie rosse e un sorriso sinistro e celato sul volto si avvicinavano alla villa e, dopo aver chiesto rifugio all’interno, vi erano entrate. Poi, più niente: il dolore era scomparso con l’annebbiarsi dell’immagine e Sofia aveva provato solo perplessità. Dopo essere tornata tre minuti più tardi in classe, tutto era filato liscio e senza altre visioni o mal di testa improvvisi.
-Ehi! Ci sei?- chiese Fabio a Sofia. Le schioccò due dita davanti al viso e la ragazza tagliò il filo dei suoi pensieri.
-Si, scusa. Stavo pensando a una cosa… oggi durante la terza ora, verso le dieci, mi è successa una cosa strana…- scosse la testa e salì dietro di lui, portandosi il casco sulla nuca.
-Anche a te? Era proprio quello che cercavo di dirti adesso: ho avuto una visione proprio a quell’ora, e non mi sembrava granché divertente o bella…-
-Neanche la mia. Che ne dici se ne parliamo poi con gli altri a casa? Ho una fame da lupo!- incrociò le braccia davanti al petto di lui.
-Certo che sei proprio una golosa, eh? Comunque hai ragione, anche io ho fame: non ho mangiato niente durante gli intervalli!- esclamò ridendo Fabio, infilando la chiave per accendere la Vespa.
-Come mai?- chiese lei, appoggiando la testa sulla spalla sinistra di lui,  dove non vi era la sacca con i libri.
-Non avevo fame, e poi sai come sono fatto: era troppo impegnato a cercare di isolarmi dagli altri per mangiare-  un debole sorriso gli affiorò sulle labbra, ma Sofia immagino i suoi occhi in quel momento, non potendoli vedere: tristi e diffidenti, due pozze nere senza fondo, né inizio. Nella nuova scuola Fabio non aveva fatto molte amicizie, solo con qualche ragazzo e ragazza della sua classe, ma niente di speciale; solo Federico, un ragazzo biondo anche lui originario dell’Ungheria, era quello con cui Fabio stava di più: stavano loro due insieme negli intervalli e nei banchi vicini in classe. Da quello che ne dedusse, Sofia immaginò che il biondo quel giorno fosse assente. Gli accarezzò la guancia con le nocche e sentì Fabio prima irrigidirsi e poi rilassarsi sotto il dolce tocco.
-Non mi isolerai mai da te, sappilo- sussurrò Sofia. Fabio si girò verso di lei e la baciò teneramente.
-Non ho intenzione di farlo.- mormorò lui una volta staccatosi e guardandola negli occhi.
 Dopo quel piccolo momento di tenerezza, Fabio accese e partì, diretto alla villa.
Quando furono fuori città, il ragazzo urlò, per farsi sentire sopra il frastuono causato dal motore: -Tieniti forte a me!-
Sofia obbedì e poco dopo vide la moto alzarsi sul davanti: Fabio stava impennando. Era la prima volta che lo faceva con lei e la ragazza si disse che doveva averlo fatto altre volte, intuendolo dalla sicurezza che trapelava dai suoi movimenti. Si strinse più tenacemente a lui, per paura, ma poi si scoprì a ridere per quella scena; il ragazzo si unì a lei e dopo una serie di tre impennate ogni cinquanta metri, riprese il viaggio rettilineo e in perfetto equilibrio sulle due ruote. In quel momento erano entrambi spensierati, erano riusciti a dimenticarsi per un po’ di tempo il pericolo e il timore che li minacciava sempre, da quando era ricominciata tutta la storia. Potevano sembrare una qualsiasi coppia di ragazzi innamorati e senza problemi, ma purtroppo non era così.
 
                                                               §§§ © §§§
 
Giunti davanti al cancello, i due giovani trovarono Karl intento a tastare nel vuoto davanti a sé.
-Mmh.. dev’esserci qualcosa che non funziona..- mormorò tra sé perplesso. -Dovrebbe esserci la barriera protettiva della Gemma qui e invece non c’è niente…-
Uno scintillio biancastro apparve in una frazione di secondo davanti al viso del biondo, chiaro avviso del fatto che la barriera fosse stata appena riattivata.
-Ah bene, come non detto… però chiederò informazioni a George a riguardo.- si girò verso i due amici. –Oh, ciao! Non vi ho sentiti arrivare!-
-Già, forse eri troppo attento a capire cosa avesse la barriera, e a quanto risulta questa non ha niente che non funzioni. Tranquillo, lei sta bene, non ti lascerà.- disse Fabio ironico, al che Sofia gli assestò una gomitata nello stomaco e assunse un’espressione di rimprovero.
-Oh, non ti preoccupare Sofia. Quando sarà il primo ad essere attaccato in casa a causa di una probabile assenza della barriera e io non sarò lì ,per scelta, ad aiutarlo e soccorrerlo, vedrai che non farà più battutine sceme di questo genere!- lo minacciò Karl. Fabio stava per ribattere, quando Sofia lo zittì.
-Ho un brutto presentimento. C’è qualcosa di strano nell’aria e non so cosa sia.. lo percepisco ma non lo riconosco.-
-Ok. In questo caso, è meglio rifugiarsi in casa. Andiamo- quasi ordinò Fabio, e così, dopo aver posteggiato la moto vicino a un pino del giardino di casa, i tre entrarono nella villa.
-Siamo tornati!- urlò Sofia una volta dentro, per avvisare il professore del loro rientro.
-Andate in biblioteca e mettetevi comodi: devo avvertirvi di una questione molto importante!- le rispose il prof. I tre ragazzi si avviarono in biblioteca e lì trovarono Lidja e Ewan seduti sul divano verde che si baciavano e Chloe su un altro che leggeva distratta un giornale di gossip.
-Anche voi qui?-  chiese Fabio sorpreso senza salutarli.
-Ciao anche a te Fabio!- rispose Lidja piccata, dopo essersi staccata da Ewan. –Comunque sì, ho ricevuto un messaggio dal prof. all’uscita da scuola che diceva di venire subito e così ho fatto, insieme a Ewan, che mi ha accompagnato. Anche a Chloe è toccata la stessa sorte.-
Fabio alzò un sopracciglio scettico. Vide Chloe annuire e decise di sedersi sul suo stesso divano, ma dalla parte opposta, essendoci più spazio.
-Su, ragazzi, sedetevi e aspettiamo il prof.- disse Karl mentre si posizionava sulla poltrona di velluto, mentre Sofia prendeva posto sul divano tra Chloe e Fabio, incrociava le gambe su di esso e poggiava la testa all’indietro sulla spalliera, chiudendo gli occhi e immaginando la notizia che il prof. doveva riferire con tanta urgenza: un nuovo viaggio? Nuove scoperte? O la visita inaspettata di un parente del prof., con la conseguenza che loro avrebbero dovuto comportarsi come normalissimi adolescenti? Aveva un sacco di idee in testa, ma non si sarebbe mai aspettata la dichiarazione del prof, né tantomeno quello che da essa ne conseguiva: pochi minuti dopo, infatti, George li raggiunse in biblioteca.  La sua espressione era apparentemente neutra, ma Sofia sapeva benissimo che non era così:  puntò lo sguardo nel suo e vi lesse stupore, preoccupazione e timore. “Paura di che cosa?” si chiese la ragazza; la risposta arrivò subito, anche se indiretta.
-Eccomi qui. Vi ho convocati per una faccenda molto importante, perché ho bisogno di farvela sapere, ma soprattutto di discuterne assieme.-  iniziò con tono serio. –Vi prego di non parlare fin quando non avrò finito di raccontare.-
Tutti i ragazzi annuirono, puntando gli sguardi su di lui. Sofia alzò la testa e lo stesso fece Chloe dall’articolo che stava tranquillamente leggendo.
-Ebbene, mentre voi eravate fuori casa, verso le dieci sono arrivate due persone a chiedere ospitalità qui da noi per un po’ di tempo.- spiegò il prof., al che Fabio e Sofia si guardarono perplessi: ecco l’argomento della loro apparizione!
-Ora capisco la mia visione…- esordì Chloe.
-Anche tu?!- esclamarono in coro gli altri. Si guardarono l’uno con l’altro, con espressione interrogativa: l’avevano vissuto tutti quello strano momento. Riportarono gli occhi sul prof., incitandolo a continuare. “Ma chi sono queste due persone?” si chiese Sofia. Se non altro, aveva compreso la paura del prof.: il loro rifiutarsi di questa sua proposta.
Il prof. si girò verso l’entrata della biblioteca e con la mano indicò a qualcuno di avvicinarsi. Sulla soglia apparvero una ragazza probabilmente di sedici anni e un ragazzo di diciassette, entrambi indubbiamente belli: la prima aveva lunghi capelli castani a onde, due occhi viola incastonati nel suo viso perfetto dalla carnagione olivastra, era slanciata e magra e indossava un paio di pantaloncini neri strappati al fondo, una maglietta a maniche corte di altrettanto colore con una scritta bianca al di sopra, che le arrivava sopra l’ombelico, un paio di Vans malridotte viola e un bracciale con le borchie bianco al polso. Aveva sulle gambe diversi tagli, alcuni coperti con dei cerotti, e una garza candida sopra il gomito del braccio destro. Sembrava comunque una dea. Sofia provò una fitta di gelosia nel vederla, ma questa aumentò quando vide il luogo dove il suo sguardo era poggiato: su Fabio, che tra l’altro ricambiava con curiosità. Distolse lo sguardo a quella vista e lo posò sull’altro nuovo arrivato: il ragazzo indossava un semplice paio di jeans, tutti strappati, una canotta aderente nera, che lasciava intravedere i pettorali, e ai piedi degli anfibi dello stesso colore. Sulla pelle pallida della spalla si intravedeva un grosso livido viola e una lunga cicatrice correva dalla clavicola fin sotto il mento. I capelli neri erano bellamente scompigliati e gli occhi grigi, con una sfumatura di blu acceso, avevano una scintilla divertita e affascinata e, nel sorridere, i denti bianchi e perfetti fecero capolino. Guardava insistentemente Sofia, che ricambiava squadrandolo dal capo ai piedi: era magro e più alto della ragazza e del professore, con muscoli accentuati sulle braccia. Si soffermò sul suo sorriso divertito e sui suoi occhi: avevano un che di familiare, qualcosa che la metteva in soggezione e le provocava molti brividi, quasi avesse paura, eppure non le sembrava di averlo mai visto da nessuna parte.
-Loro sono Abaddon- e indicò il ragazzo che aveva conquistato l’attenzione di Sofia. Sofia sobbalzò e spalancò gli occhi spaventata: era colui che l’aveva aggredita la domenica scorsa, in fondo al lago. Strinse le mani a pugno e il panico l’assalì velocemente.
-Aspetti, professore.- lo interruppe lui e fece un passo avanti. -Volevo chiedere scusa a Sofia per l’aggressione dell’altra volta in anticipo:  non avere paura di me. Non volevo, davvero. Ero sotto l’influsso di Nidhoggr.- Sofia lo guardò in modo interrogativo. Lui si avvicinò a lei, si accovacciò e le poggiò sicuro una mano sulla spalla. Sofia si allontanò un po’, timorosa, ma quando lui la poggiò nuovamente, lei non fece niente per respingerlo: era quasi confortante la sua stretta, e la sua mano era calda e morbida. –Dopo ti spiegherò tutto, ma ora fidati di me- . le sorrise e le fece l’occhiolino. Lei, anche se ancora timorosa, arrossì e lo vide allontanarsi, prendere una sedia e posizionarsi tra il loro divano e la poltrona su cui era seduto Karl. Fabio stava morendo dalla gelosia, alla vista di quella lurida mano sulla spalla della sua Sofia, ma strinse i pugni, contrasse la mascella per calmarsi, sbattè gli occhi e si costrinse a non dare dimostrazione di gelosia. Sofia, però, era riuscita comunque a notarlo.
-e lei è Sarika.- concluse le presentazioni il prof. La ragazza si mosse e cercò di raggiungere Abaddon, probabilmente, ma inciampò proprio poco prima di passare davanti a Fabio. Gli cadde addosso e lui non poté far altro che prenderla, facendola così sedere sulle sue gambe. Lei le rivolse un sorriso sornione, ringraziandolo silenziosamente. “Che gatta morta!” esclamò Sofia nella sua testa, poi grugnì e lanciò un’occhiataccia a Sarika, che però non la colse.
Sarebbe stata una lunga convivenza: aveva ancora paura di Abaddon, che continuava a fissarla, anche se dolcemente, e sembrava quasi che la invitasse a fare qualcosa, o piuttosto le stesse comunicando delle cose, ma che purtroppo non recepiva. E non sopportava affatto quella ragazza mora, Sarika, perché troppo ruffiana e bella; si sentiva poco affascinante e piuttosto brutta –anche se così non era- al confronto, così si demoralizzava. Ma soprattutto non la sopportava tra le braccia del suo ragazzo, a sorridergli e conversare a bassa voce di cose che lei, dalla sua posizione, non poteva sentire. E odiava pure il fatto che lui non l’avesse già buttata giù dalle sue gambe, ma che anzi le sorridesse amabilmente e rispondesse alle domande che gli stava ponendo. Era gelosa? Ma no, come poteva essere? Lei non era gelosa. Provava un rabbia cieca e un bruciore allo stomaco insopportabile, contraeva la mascella e il suo corpo si irrigidiva, ma no: lei non era affatto gelosa.

 

Angolo autrice: ciao a tutti! Non uccidetemi, non uccidetemi! Vi prego! Sono in super ritardo, tanto che non riesco neppure a capacitarmi da sola di questo mio errore, ma giuro che sono dispiaciuta: non ho avuto tempo per scrivere niente fino a oggi, giorno di sciopero per la mia scuola, e quindi libero per me! Vi chiedo perdono, e non so in che altro modo chiedervelo se non qui e ora, in questo modo.
Ma passiamo al capitolo: lungo pure lui (non vi dispiace, vero? Se sì, ditemelo) e all’inizio di passaggio, ma che poi cambia e assume sfumature importanti: l’arrivo di Sarika e Abaddon, che provoca già scompiglio tra le menti di alcuni dei nostri protagonisti… Beh, che ve ne pare? Sarebbe un grande piacere per me ricevere diverse recensioni, anche solo di due righe… ho visto che sono calate, devo preoccuparmi? La storia sta diventando noiosa? Lo so, posso sembrare paranoica, ma sono fatta così e non posso farci niente. Ringrazio Drachen e vaniglia_lovefantasy per aver recensito lo scorso capitolo.  
Dovrei pubblicare il prossimo capitolo entro domenica 31/05 . Scusate tantissimo il ritardo, ma sono piena fino al collo di compiti e studio! Ora scappo a mangiare, o si metterà male per me e il mio adorato computer.
Un bacione e a presto,
lola_fantasy

   
 
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