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Autore: Aagainst    06/05/2015    2 recensioni
Angel ha diciannove anni e una vita di inferno.
Angel non ha mai avuto il coraggio di ribellarsi ai suoi aguzzini e, soprattutto, non ha mai avuto il coraggio di provare a cambiare la sua condizione.
Angel ha diciannove anni ed è stanca.
Angel ha diciannove anni ed è pronta a ribellarsi.
Genere: Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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6.
 
Mi sento morire. Angoscia. Tantissima angoscia. Quale sia la causa non lo so. Non conosco cause, motivi, fini. Se l'uomo è causa o fine, io non lo so. Oppure, magari, non è nessuno dei due. Forse è solo un essere senza cause e senza scopo. Un essere inutile. 
Improvvisamente, mi sento cadere in un baratro. È tutto Buio. Nero. 
 
«Tutto a posto?» mi riporta alla realtà Tom, schioccando le dita. Siamo a pranzo e il piatto di pasta cucinato da Rose mi guarda, chiedendo solo di essere mangiato.
«Stavo solo pensando.» rispondo. 
«A cosa?» domanda Matt. Scuoto la testa e alzo le spalle.
«A nulla di importante.» affermo, affondando la forchetta in mezzo agli spaghetti. Arrotolo la pasta intorno ala posata e ne mangio un boccone.
«Oggi sono andata a fare una passeggiata.» inizio a raccontare, dopo aver ingoiato il cibo.
«Ottimo, così inizi a prendere confidenza col quartiere.» si rallegra Tom. 
«Mentre stavo tornando a casa ho visto un signore vestito di tutto punto, elegantissimo, che picchiava suo figlio solo perché indossava una maglietta dei Pink Floyd.» continuo. I miei ospiti mi guardano, non troppo sorpresi. 
«Pensavo che la cosa vi toccasse un po'.» asserisco, un po' delusa. 
«Penso di sapere di chi stai parlando.» interviene Kyle, stringendo i pugni. 
«Si tratta di Roman Lopez, uno dei più potenti industriali della città.» afferma il ragazzo, con tono schifato. 
«E abita qui?» chiedo, stupita.
«Cioè, non mi sembra uno dei quartieri migliori.» chiarisco.
«No, abita verso il centro città, ma il figlio credo sia in una gang locale o qualcosa del genere.» spiega Martha.
«Non è in una gang. L'ho visto ogni tanto con Oliver e Frank, i due figli di Camille.» ribatte Rose. Rimango interdetta, non conoscendo minimamente quelle persone e non capendo, perciò, il discorso. 
«Quei due mocciosi non sono in una gang?» chiede Matt.
«Sono in una band, semmai. Suonano entrambi.» risponde Jane.
«Ti dico che sono due piccoli delinquenti, mi hanno bucato le ruote della bicicletta!» esclama Martha.
«Ma guarda che sono stato io a bucartele.» scoppia a ridere Kyle.
«Cosa? Brutto bastardo!» si arrabbia la ragazza, tirandogli un piatto addosso. Il ragazzo lo schiva e la stoviglia si rompe non appena tocca il muro.
«Calmati, hey!» prova a tranquillizzarla Matt. 
«Quel figlio di puttana mi ha bucato le ruote!» sbraita Martha. 
«Figlio di puttana a chi? Mia madre era una santa donna!» si innervosisce il punk.
«Oh, Gesù, siamo alle solite.» sospira Luke.
«Tua madre era una puttana, sennò non si capirebbe come mai ti ha mollato nella merda.» continua Martha. Provvedo a tappare le orecchie a Mitch, per risparmiargli un'ondata di parolacce e bestemmie, non proprio adatte a un bambino di tre anni.
«Tua madre, invece? Cos'era? Non frequentava i bordelli?» ribatte Kyle.
«Vaffanculo!» lo insulta Martha, tirandogli uno schiaffo.
«La mamma è sempre la mamma.» commenta Tom, sconsolato. Si alza molto tranquillamente e va a prendersi altra pastasciutta. 
«Ne vuoi ancora?» domando a Mitch. Mio fratello scuote la testa. 
«Sei tutto sporco di sugo.» osservo. Prendo il tovagliolo e gli pulisco per bene tutta la faccia.
«Ehm, per quanto ne avranno?» chiedo poi, rivolta a Luke.
«Prevedo il lancio della pentola piena di pasta tra tre, due, uno...».
«Eh, no! Stavolta no!» esclama Rose, alzandosi e togliendo dalle mani di Martha il tegame che la ragazza aveva afferrato per lanciarlo in testa a Kyle.
«Ma Rose...» prova a protestare la giovane, invano.
«Sarete anche degli aspiranti punk, ma ciò non giustifica l'essere incivili e irrispettosi nei confronti dei propri amici e delle persone più care. Inoltre, qui con noi c'è un bambino di tre anni! Vi sembra il modo di comportarvi? Dovreste dare il buon esempio, non fare gli sciocchi!». La donna è alquanto alterata e, sia Kyle che Martha si siedono ai loro posti, mogi. 
«Rose, non abbiamo i piatti.» annuncia il ragazzo.
«Per forza, ve li siete tirati addosso. Vi arrangiate.» replica la moglie di Tom, sedendosi.
Io, Luke, Jane e Matt ci guardiamo negli occhi. Il biondo accenna un sorriso e si passa una mano tra i capelli. 
«Oh, ora sì che si mangia in modo decente!» esclama Rose, con un tono misto tra sollievo e soddisfazione. Martha e Kyle sospirano, alzando lo sguardo. 
«Stavate parlando di questo ragazzo.» riprende il discorso Tom.
«Sì, ecco... Io ho provato a difenderlo.» racconto. Ammetto di essere davvero nervosa. Nessuno dovrebbe essere trattato in quel modo per cosa ascolta o per come si veste. Anzi, nessuno dovrebbe, per qualsiasi ragione, meritare un tale trattamento.
«Suo padre tiene molto all'apparenza.» spiega Luke.
«Una volta mi vide camminare per il centro. Ricordo come fosse ieri il modo sprezzante con cui mi ha riso in faccia. Solo perché ho questi capelli e un septum.» racconta Jane. 
«Ma si può sapere chi si crede di essere?» sbotto io.
«Uno potente. Ma di quelli che possono decidere il destino di centinaia di persone. È un essere abietto, di quelli senza scrupoli.» afferma Tom.
«Un tempo lavoravo per lui, in una delle sue fabbriche. Mi ha licenziato perché mi ero fatto un tatuaggio.» racconta, mostrando un'aquila tatuata sul braccio. 
«Che gente.» riflette Matt, bevendo un sorso d'acqua. Mi sento nervosa, sul punto di scoppiare. Ho una rabbia dentro incommensurabile e moltissimi pensieri che mi arrovellano la mente. Tantissimi ricordi bussano al mio cervello e io posso solo farli entrare. Batto un pugno sul tavolo, furiosa.
«Non è giusto! Assolutamente! Ed è ancora più sbagliato il fatto che nessuno dica nulla!» esclamo.
«Non ti sembra di esagerare? Insomma, ha solo sgridato suo figlio.» replica Luke. Chino il capo. Se solo sapessero! 
«Già, avete ragione.» desisto. Mi sento così debole. Mi sto arrendendo di nuovo, ma non posso fare nient'altro. 
«C'è qualcosa di cui vuoi parlarci?» mi domanda Tom. Scuoto la testa. 
«Angie, mi versi dell'acqua?» chiede Mitch, spezzando la tensione che si è creata. Gli verso il liquido nel bicchiere e gli accarezzo la fronte. 
«Io devo dire una cosa.» esordisce Martha. Tutti ci giriamo verso di lei, stupiti e curiosi.
«Mi hanno licenziata, Tom. Ho preso a pugni il mio capo.» annuncia.
«C-come?» sobbalza l'uomo.
«Ero stufa di sottostare a quello schifo di uomo. Mi schiavizzava!» si sfoga la ragazza, trattenendo le lacrime.
«Martha, ti ha denunciata?» chiede Kyle, preoccupato.
«No, basta che io gli stia alla larga.» risponde la giovane. 
«Scusate.» mormora, alzandosi e correndo via in lacrime, sotto i nostri occhi. E, mentre Matt la rincorre, io riesco solo a pensare a quanto il mondo sia ingiusto. 



Angolo dell'Autrice

Scusate il ritardo, la scuola mi sta uccidendo. Grazie a tutti per le recensioni! Davvero!
   
 
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