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Autore: xAcacia    06/05/2015    1 recensioni
Cassie sa una cosa che in pochi sanno: i vampiri esistono, e sono pericolosi.
È proprio dopo un attacco di vampiri che Cassie scoprirà di non essere una comune mortale, bensì una Whitesun: una ragazza che con un pugnale specifico può uccidere tutti i vampiri e i lupi mannari che vivono su questa terra.
Però ora deve pensare a salvarsi. Le notizie corrono veloci quando si parla di Whitesun e lei è in pericolo. Dovrà andare in un Istituto pieno di ragazzi che combattono i demoni. Là capirà che a volte le persone non sono così male e che si può avere una famiglia anche senza legami sanguigni.
Come se non bastasse scoprirà anche che l'amore può essere per sempre, perché esistono le anime gemelle e lei ha trovato la sua. Si chiama Jeremy, ma il loro è un rapporto molto strano. Sembra una battaglia senza fine quella che si fanno loro due, soprattutto perché lei ha sempre visto la semplicità nei ragazzi come una caratteristica bellissima e lui invece cerca sempre la bellezza esteriore nelle ragazze. Per non parlare poi di come, lo stesso destino che li ha fatti incontrare, cerchi continuamente di separarli, in un modo o nell'altro.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 38
Allucinazioni
 
- Cassie – mi chiama qualcuno a bassa voce. – Amore mio – mi sussurra all’orecchio. Mi giro dall’altra parte lamentandomi, sto cercando di fargli capire che voglio dormire e che non voglio essere disturbata. – Qua è il tuo amore Derek che parla.
Mi alzo di scatto dal letto e in pochi secondi sono dall’altra parte della stanza, più lontano possibile da lui. – No! – esclamo io, in preda al panico. – No, no, no, questa è un’allucinazione. Solo un’allucinazione – mormoro io e per la prima volta mi sembro veramente matta. Questo mi manda ancora più nel panico.
 – Allucinazione? – mi fa eco Derek, in pochi secondi è davanti a me. Trattengo il respiro e socchiudo gli occhi. – Non sarei in grado di fare questo se fosse un’allucinazione e nemmeno questo. – Apre la bocca e mi mostra i due canini, mi accarezza la guancia e si avvicina al mio collo, pronto a mordermi.
Urlo più forte che posso per farmi sentire da qualcuno e in effetti la porta della mia camera si apre subito. Derek scompare, le gambe cedono e mi siedo a terra piangendo. – Che succede? – chiede Ivy guardandosi intorno. – Cassie – mi chiama toccandomi la spalla.
Sussulto e mi allontano da lei, perché in questo momento non ce la faccio a farmi toccare da nessuno in generale. – Era qua – mormoro. – Dere era qua.
– Derek? – ripete lei, scettica e preoccupata. – Cassie… Derek è morto.
Scuoto la testa energicamente. – Non è morto – urlo. – Non muore mai – mormoro continuando a piangere, mi metto indietro i capelli e mi guardo intorno. Com’è possibile? Ritorna sempre da me. Non mi lascerà mai stare.
– Ma che diavolo succede qua? – chiede Jeremy entrando nella mia camera, sembra quasi arrabbiato.
– Eh infatti, che succede? – chiede il vampiro che ho conosciuto ieri sera. Lo guardo scioccata e scoppio a piangere. Ivy si siede vicino a me e mi abbraccia mentre il vampiro si avvicina a noi. – Che cosa non è possibile? Che tu abbia baciato un vampiro? O che l’abbia usato?
– Lasciami stare – mormoro io mettendomi le mani sulla fronte. – Mi avevi quasi ipnotizzata, non potevo fare altro. Non riuscivo a dirti di no e tu lo sapevi!
– Ma che stai dicendo? – chiede Ivy, ancora più preoccupata, all’unisono con il vampiro che dice: – Ipnotizzata? – ripete. – È questo che racconti ai tuoi amici per sentirti meglio? Per non sentirti in colpa.
– Vattene! – tuono spingendolo, perché è veramente troppo vicino a me. – No, non sta succedendo davvero – mormoro riprendendomi il viso tra le mani per cercare di tornare alla realtà. Non può essere vero, stiamo dentro l’Istituto. Non può. Deve scomparire.
– Quello che abbiamo fatto ieri sera ti è piaciuto – ringhia lui. – Tu mi hai solo usato! – cambia idea poi quando mi vede scuotere la testa.
– Non ti ho usato. Non ti ho usato. Non ti ho usato. Non ti ho usato – ripeto io fino allo svenimento. – Lasciami andare, per favore – mormoro ricominciando a piangere e spostandolo delicatamente. – Mi dispiace. Lasciami andare.
– Cassie – esclama Jeremy, ormai davanti a me. – Smettila di frignare e ritorna nel mondo dei vivi, sono stato chiaro? – mi ordina e sento che tutto si sta aggiustando. Mi guardo intorno e il vampiro non c’è più, delle lacrime di gioia escono e rigano il mio viso. – Ecco, così – mormora lui accarezzandomi per pochi secondi il viso.
– Dove sono? – chiedo io, perché non so dove sono, non so perché fuori dalla finestra non ci sono altre case ma solo alberi e… da quando Jeremy si è taglia i capelli? – Perché ti sei tagliato i capelli? – chiedo accerezzandoli. Non sta male, ma lo preferisco quando sono un po’ più lunghi.
Jeremy sbuffa e mi toglie con forza le mani dai suoi capelli. – Perfetto – borbotta prima di andarsene.
– Ehi, ehi, no! – esclama Ivy, nel panico. – Jeremy! Non la puoi lasciare così! Ha bisogno di te! – Si mette le mani nei capelli capendo che non tornerà e poi abbassa lo sguardo su di me, ancora in preda al panico. – Cassie, papà sta arrivando, ok? – chiede abbassandosi. Annuisco. – Tu stai tranquilla.
 
Ormai mi sono calmata e mi ricordo tutto. I dottori mi hanno detto che d’ora in poi potrei averne tanti, di questi attacchi. Ma tanto loro sono sempre qua ed è grazie a loro se mi sono ricordata tutto, quindi ogni volta che succederà, loro saranno qua, pronti ad aiutarmi.
Sono seduta con i piedi poggiati sulla poltrona del salone mentre leggo un libro per rilassarmi un po’, cosa che in quest’ultimo periodo sembra impossibile.
– Che leggi? – mi chiede Isaac, che è sbucato dal nulla. È da tanto che non si fa vedere e non è solo per colpa della mia testa, è veramente molto impegnato in quest’ultimo periodo e non so perché, visto che il suo compagno di battaglia non vuole saperne di fare qualcosa di utile nella sua vita.
Alzo lo sguardo su di lui e sorrido. – Isaac, è da un sacco che non ci vediamo – esclamo io abbassando il libro.
– Sì, ho avuto molto da fare – borbotta guardandomi. – Come stai? Mi hanno detto che hai ancora del veleno nel corpo. Fa male? – chiede e così gli spiego tutto quello che è successo e quello che mi hanno detto i dottori. – Brutto – commenta Isaac facendo una smorfia solo per farmi ridere. – Mi dispiace, Cassie – mormora mettendomi una mano sul ginocchio. Accenno un sorriso e poso la mano sulla sua.
– Ciao, amico – s’intromette Jeremy freddamente.
Isaac s’irrigidisce subito e toglie la mano, lo guarda e sembra odiarlo. – Ma guarda un po’ chi si rivede… Allora ci vivi ancora qua – borbotta Isaac ancora più freddamente del migliore amico.
Jeremy ride. – Già, bé… neanche tu sei stato molto qua dentro ultimamente – ribatte fulminandolo con gli occhi. – Comunque, che fate? Non mi starai mica fregando la ragazza, vero?!
Scuoto la testa e ricomincio a leggere. – La tua ragazza? Ma per piacere! – esclama intanto Isaac alzandosi dalla poltrona accanto alla mia. – Hai finito di essere il suo ragazzo molto tempo fa. Per esempio, quando l’hai lasciata con il veleno dentro quel bagno, insieme a quel matto che in realtà voleva solo te.
Jeremy s’irrigidisce ancora di più. – Non credo siano affari tuoi – ringhia Jeremy.
– Ok, basta così – esclamo io abbassando il libro. – Sto cercando di leggere! Isaac, lascialo stare, non abbassarti al suo livello. – Lancio un’occhiataccia a Jeremy e mi ricordo tutto quello che mi ha detto la sera precedente. – Non ne vale la pena.
– Hai ragione – dice Isaac continuando a tenere d’occhio Jeremy, che accenna un sorriso e sembra proprio rivolto a me.
– Anche a te? Ieri sera però non sembravi così dispiaciuta di avermi sopra – aggiunge Jeremy guardandomi dritta negli occhi, mi sorride maliziosamente e ci gode quando io spalanco gli occhi.
– Mi sei saltato addosso! – esclamo io.
– Le tue guance dicono altro, ragazzina – continua lui, lo guardo male. – In più non ti sei nemmeno lamentata.
– Ah no, infatti ti ho semplicemente fatto da parte – esclamo io e mi sento meglio anche quando mi guarda e mi sorride come per dirmi “credici se ti fa sentire meglio”. – Sei ridicolo – borbotto io. – Se ancora non l’hai capito mi fai schifo. – Scuoto la testa.
– Certo, amore, ti faccio schifo – borbotta lui prima di posare lo sguardo su Isaac. – Riguardo a te… tieni gli occhi aperti.
Mi alzo di scatto. – Vattene – ringhio, furiosa, ormai davanti a lui. – Prova a toccarlo e ti giuro che quello dovrà tenere gli occhi veramente aperti sarai tu.
Jeremy ride. – Mi sa che la vinco io questa battaglia, amore – risponde Jeremy facendomi avvicinare a lui. Lo allontano così brutalmente che fa due passi indietro, un po’ sbalordito dalla mia forza. Rimaniamo un po’ a guardarci dritti negli occhi e sento quasi di odiarlo e lo odio. Odio tutto quello che è diventato e odio tutto quello che non è più, perché non fa altro che ricordami che quello che è adesso non è lui. E lo odio.
Isaac mi mette un braccio sulle spalle. – Andiamocene da qua. Come hai detto tu, non ne vale la pena. Lui non vale niente – mi sussurra Isaac guardando male Jeremy. Mi fa girare e iniziamo ad andare verso l’ascensore. Sento che anche lui è arrabbiato e non gli posso dare torto, dopotutto  era il suo migliore amico. L’ha perso e ci soffre anche lui, forse più di me.
– Dovreste mettervi insieme! – esclama Jeremy.
Faccio per andare un’altra volta da lui. M’immagino la scena: vado da lui, gli abbasso i pantaloni e gli strappo le palle con le mie stesse mani.  Ma Isaac mi ferma. – Io lo uccido – ringhio a bassa voce.
– No, non lo farai – mormora lui. – Leggi – aggiunge facendomi quasi ridere. Quasi. Ancora ho in testa l’immagine dalla sua faccia, senza più le palle.
Stiamo per entrare nell’ascensore, quando vedo Liam davanti a noi; mi fermo di scatto. – Liam – mormoro e lo vedo sorridere. Mi sorride. Mi sta sorridendo e mi è mancato quel sorriso, com’è possibile?
– Chi? – chiede Isaac.
– C’è Liam – rispondo io sorridendo prima a Isaac e poi a Liam. – C’è Liam.
– Anch’io se è per questo! – esclama il vampiro dietro di me. Faccio un balzo e mentre il vampiro ride Isaac mi chiede se va tutto bene, ma io continuo a dirgli di andarsene, quindi in realtà non lo sto ascoltando veramente e non ho intenzione di rispondergli.
– E a me? – chiede Derek.
Trattengo il fiato ritrovandomelo davanti. Indietreggio per poi cadere a terra e battere la testa. – Cassie! – urla Isaac.
Apro gli occhi e vedo Derek davanti a me, a una distanza così ravvicinata che mi metto ad urlare con le mani davanti gli occhi per non guardarlo e il cuore che mi batte a mille. – Ti prego – urlo io, in preda al panico. – Non mi fare male!
Derek ride. – E se ti volessi baciare? – chiede. – Sai, mi mancano i tuoi baci. – Si avvicina a me e per poco rimango ferma, spaventata e piagnucolante sul pavimento, poi però mi rendo conto che questa non sono io, e così lo spingo. Mi cade accanto, mi alzo e inizio a correre verso l’uscita. Mi giro per vedere se mi sta raggiungendo ma vado a sbattere contro qualcuno con così tanta forza che faccio per cadere a terra.
Ma quel qualcuno mi afferra le braccia e mi rimette in piedi. – Basta! – tuona e mi rendo conto che si tratta di Jeremy solo dalla voce, perché la mia vista è così offuscata dalle lacrime e dal panico che non riesco a vedere praticamente niente.
Lo guardo per un po’, sbalordita, e poi lo abbraccio. – S-sta-stav-a là – balbetto tremando. – Stava là. Stava di nuovo là ed era di nuovo vivo.
– Cassie – mi chiama Liam.
Mi giro e incontro i suoi occhi. Tutto ora sembra di nuovo bello. – Dov’è Derek? Perché sei sparito prima?! Mi hai lasciata così… senza nemmeno avvertirmi di lui!
– Cassie, puoi stare tranquilla, se n’è andato – mi risponde lui sorridendomi. – Vieni qua – mormora aprendo le braccia, pronto ad abbracciarmi.
Sorrido e faccio per andare da lui, quando qualcucno mi prende il braccio e mi fa girare bruscamente. – Cassie, smettila – ringhia Jeremy, e sembra arrabbiato.
Mi giro verso Liam, ma non c’è più. – No – dico a bassa voce – No! L’hai mandato via – continuo, ma questa volta guardo Jeremy e lo vorrei uccidere. – L’hai mandato via! – urlo spingendolo. – L’hai mandato via! No! Perché ha così paura di te?!
Mi ferma tenendomi i polsi. – Chi? – urla, tanto quanto me.
– Liam! – gli rispondo io urlando e continuando a colpirlo al petto. Poi qualcuno mi mette le mani al collo, ma non è Jeremy, è qualcuno che mi sta dietro. Spalanco gli occhi cercando di respirare e lasciando andare Jeremy. Mi giro di scatto e sussulto, perché anche Jason è qua, insieme ai suoi occhi da matto. Trattengo il respiro e indietreggio piangendo. – No – dico io a bassa voce. Vado a sbattere contro qualcuno e mi sento in trappola, ma è troppo tardi quando alza la pistola e spara. Urlo coprendomi il viso e abbassandomi. Mi siedo per terra con ancora le mani davanti gli occhi.
– Cassie, cazzo! – tuona Jeremy alzandomi bruscamente e girandomi verso di lui.
Ma lo spinto e mi giro un’altra volta verso Jason, che non c’è più. Mi tasto il corpo per vedere se ho qualche ferita, ma non mi hanno mai sparato, non veramente. Alzo lo sguardo e incontro quello di Isaac, che sembra veramente troppo pallido. – Isaac? – chiedo guardandolo con le lacrime agli occhi. – È… è da un po’ che non ci vediamo.
Isaac aggrotta la fronte. – Ma cosa…? – Si avvicina a me ma Jeremy lo ferma.
– L’ha fatto anche sta mattina – borbotta fissandomi. – Che palle – ringhia lui andandosene. – Portala da Louis, lui saprà cosa fare – aggiunge prima di scomparire una volta per tutte.
 
Sto per raggiungere l’ascensore per andare giù e mangiare qualcosa, visto che non ho ancora cenato e credo sia passata la mezzanotte. Qualcuno ride dentro la camera di Jeremy e di certo non è lui, ma non voglio sapere niente. Meno so e meglio sto. La porta però si apre. – Chi è che…?  -- Ma Jeremy si ferma vedendomi. – Ah… sei tu – borbotta appoggiandosi alla cornice della porta, come sempre d’altronde. Sembra stia sempre davanti la porta per sentire ogni singolo rumore e lamentarsene, lo stronzo. Comunque, forse crede di essere ancora più bello appoggiato allo stipite della porta, con  pantaloni che gli cadono perfettamente sui fianchi, senza maglietta, con le braccia incrociate, gli occhi fulminanti e tutto il peso scaricato su quella povera porta. E ha ragione: è ancora più bello così. – Dove vai? – mi chiede interrompendo i miei pensieri.
– Non credo siano affari tuoi – ringhio io chiamando per l’ennesima volta l’ascensore.
Jeremy alza le mani facendo una smorfia incredula. – Come vuoi! – esclama ridendo. Sta per chiudere la porta quando si ferma. – Comunque… sexy il tuo abbigliamento.
Mi guardo e mi accorgo di essere solo in canottiera e biancheria intima. Lo guardo, imbarazzata, e così lui, sapendo di aver vinto la battaglia dell’imbarazzo, rientra dentro e chiude la porta. Scendo ancora rossa per l’imbarazzo sperando di non incontrare nessuno. Vado dritta, dritta dove voglio andare senza guardarmi intorno, quando sento una voce chiamarmi e quando mi giro capisco che si tratta di Harry. Di Harry, che sta sopra una ragazza e per fortuna sono ancora tutti e due vestiti, ma qualcosa mi dice che ci manca veramente poco per quello. Alzo le sopracciglia e spalanco gli occhi. – Oh! – esclamo e mi giro subito. – Oh, mio Dio – esclamo, più imbarazzata di prima. – Io… io vado in cucina e spero di non trovarvi al mio ritorno – aggiungo, prima di correre in cucina.  Chiudo la porta e faccio un sospiro. Mai più uscite di questo genere, penso.
Dopo aver mangiato decido di tornare in camera. È passata più di mezz’ora e quei due per fortuna se ne sono andati. Sto entrando in camera quando un’altra persona decide di disturbarmi, quando sto ancora così svestita. – Cassie – mi chiama Cody. Mi giro di scatto per poi vederlo appoggiato alla cornice della sua porta. Anche lui. A quanto pare va di moda. Alzo una mano per salutarlo e poi faccio per entrare dentro, imbarazzata, ma niente. – Come stai? Mi hanno detto che non stai molto bene. È vero? – Si avvicina a me.
Mi irrigidisco visibilmente vedendolo a così pochi metri di distanza. – Emh… già. Ho delle allucinazioni, quindi forse è meglio che vada a dormire – borbotto cercando una scusa per andarmene.
– No, aspetta – esclama mettendosi tra me e la porta. M’irrigidisco ancora di più. – Vorrei parlarti – mormora guardandomi dritta negli occhi, e vedo una strana luce dentro di essi. – Di noi.
Faccio un sospiro. – Cody, non voglio…
Mi mette un dito davanti la bocca avvicinandosi ancora di più. – Dovremmo riprovarci – sussurra.
– Perché? – ringhio io, arrabbiata. – Non provo più niente per te.
Sento una porta aprirsi e quando mi giro vedo mia cugina uscire dalla stanza di Jeremy. Ecco di chi era quella maledetta risata. Spalanco gli occhi. No, lei no. – Oh, mio Dio – esclama lei vedendoci, posa una mano sul suo petto facendoci capire che si è spaventata. – Ciao, Cassie – mi saluta, poi guarda Cody e aggrotta la fronte, come per cercare di concentrarsi e ricordarsi chi è, inutilmente ovviamente.
Jeremy esce dalla stanza e guarda prima me con un ghigno e poi Cody, e il suo sorrisino malizioso scompare. Poi si mette a ridere. – Bene, bene! – esclama appoggiandosi un’altra volta a quella maledetta cornice della porta. – Ecco la coppietta dell’anno! – Ride un’altra volta. – Ma non ti stanchi mai, Cody? – gli chiede con un pizzico d’acidità.
Questa volta è Cody a irrigidirsi. – Non credo siano affari tuoi – sputa quindi. – Io almeno riesco a stare con una persona per più di cinque minuti!
Sorrido, soddisfatta da questa frase fantastico, mentre ovviamente il sorriso di Jeremy scompare. – Questa mi è piaciuta – mormoro a bassa voce, ma non abbastanza da non farmi sentire da Mister Mi Piacciono Gli Stipiti Delle Porte.
– Simpatico! E, per la cronaca, con questa ragazza – ringhia Jeremy – ci sono stato più di te e ci starei ancora, se solo non le facessi così schifo.  – Il suo tono sembra scherzoso e serio allo stesso tempo.
Il mio cuore fa un balzo e questa volta è il mio sorriso a scomparire. – Wow! – esclama Cody alzando le mani. – Allora sì! – Scuote la testa. – Perché non entrate dentro e ci lasciate parlare in santa pace?
– Perché non entrate voi? – chiede Jeremy, e sembra compiaciuto all’idea di me e Cody nella stessa camera. Che tipo contorto.
– Andiamo, Cassie – ringhia Cody aprendo la porta.
Guardo male Jeremy. C’è qualcosa di diverso in Cody che non mi piace. Ma Jeremy ovviamente fa finta di niente, mi sorride e così entro. – Mi devi un favore, amico! – esclama Jeremy.
Alzo gli occhi al cielo. – Allora – borbotto sedendomi sul letto e coprendomi con le coperte. – Dimmi.
Ride, sembra nervoso. – Posso? – chiede puntando il letto. Rimango a guardarlo per un po’, cerco di fargli capire senza parlargli che ho bisogno di un bel po’ di spazio e poi annuisco, ancora non del tutto convinta. – Ecco… non voglio proprio parlare di noi.
Aggrotto la fronte. – Va bene – rispondo, sollevata. – E allora di cosa vuoi parlare?
Si rimette a ridere, matte una mano nella sua tasca e quando riesco a rivederla tiene qualcosa che luccica. Spalanco gli occhi rendendomi conto che si tratta di un coltello. In meno di tre secondi sono già fuori dal letto e sto andando verso la porta, visto che qua dentro non ho nessun’arma. Apro la porta ma una mano la chiude subito. Mi gira di scatto spingendomi verso la porta per non farmi scappare. Cerco di urlare, ma mi mette subito la mano davanti la bocca, facendomi respirare a malapena. Lo guardo negli occhi e mi accorgo che è arrabbiato. Ma per cosa? Cosa gli ho fatto? – Ti starai chiedendo il perché – dice lui a bassa voce. – La mia migliore amica – aggiunge subito alzando la mano con il coltello, che trema visibilmente. – Era una vampira. Doveva ancora capire come accendere i sentimenti, ma tu… non glie l’hai permesso. – Cerco di farlo allontanare ma mi sbatte subito di nuovo. Urlo sentendo la maniglia della porta entrare praticamente dentro la mia schiena. – Tu – ringhia passando il coltello lungo il mio collo – hai ucciso un vampiro con quel tuo maledetto coltello – finisce stringendo i denti. – E ora… devi pagare. Ho sentito che hai ancora il veleno del coltello di Whitesun nel corpo e ho letto da qualche parte che una Whitesun può morire dissanguata quando il veleno è ancora in circolo.  Basta solo procurarti una ferita abbastanza profonda – mormora graffiandomi il collo. Urlo ancora di più, ma purtroppo è tutto insonorizzato dalla sua mano, che trema sempre di più. – Quella ragazza si meritava di vivere. Lo meritava davvero. Tu… tu non lo meriti più.
La lama del coltello mi fa un taglio enorme sul collo. Cado a terra sentendo ogni singola cosa, soprattutto il sangue fuoriuscire dal mio collo così velocemente che mi fa ancora più paura. Cerco di respirare, ma non riesco nemmeno a ispirare.
Si mette accanto a me. – Non devono sapere che sei morta – mormora. – Sennò ci rimetto io. – Mi prende in braccio e mi sento sempre più leggera.
Qualcuno bussa alla porta. – Cassie, sono tua cugina – dice Lucy. Faccio per dire qualcosa quando mi rendo conto di non riuscire nemmeno più a parlare. – Dai, per favore, apri – continua lei.
Chiudo gli occhi sentendo le palpebre sempre più pesanti. – Cazzo! – esclama Cody a bassa voce, e i miei occhi si aprono di nuovo. Mi lascia sul letto e scappa dalla finestra. Le palpebre si chiudono un’altra volta e questa volta le lascio fare.
 
Mi alzo di scatto prendendo una boccata d’aria. Mi guardo intorno e scoppio a piangere vedendo tutto il mio sangue sul letto e per terra. Mi metto una mano davanti, non mi capacito di quello che mi è appena successo. O meglio, che mi è successo la sera prima, visto che adesso è mattina. Corro verso la porta in cerca d’aiuto.
– Ma che…? – urla Cody.
Mi giro di scatto e apro la porta iniziando a correre più veloce che posso, mentre lui continua a chiamarmi. – Aiuto! – urlo io, sperando che non siano già tutti usciti. Cerco di chiamare l’ascensore con l’intento di chiudermi dentro di esso, ma non arriva, così decido di salire le scale per andare nell’ufficio di Louis. Manca poco ormai all’ufficio, ma Cody riesce a prendermi.
È in preda al panico, continua a ripetere: – Cosa faccio ora? – puntandomi il coltello al collo un’altra volta.
– Niente – gli risponde Louis, appena fuori il suo ufficio.
Cody sussulta e piange. – Cazzo – dice a bassa voce – Lei ha ucciso la mia migliore amica! – tuona.
Chiudo gli occhi cercando di non piangere. – Non l’ha fatto apposta, Cody – esclama Louis. Cody scoppia a piangere, le sue braccia si abbassano e così mi giro verso di lui proprio mentre sta cadendo a terra. Mi metto una mano davanti la bocca pensando a tutto il male che ho procurato. – Spostati – mormora Louis mettendomi da parte. Si abbassa e allontana il coltello di Cody, mentre io continuo a singhiozzare.
Mi rendo conto di star correndo solo dopo essermi trovata davanti la porta di Jeremy, che apro di scatto. Jeremy si alza dal letto, ancora assonnato. – Oddio… Cassie, cosa vuoi? – chiede ancora in pigiama.
Vado da lui piangendo. – Fai schifo! – tuono spingendolo.
Ride. – Me l’hai già detto, tipo tremila volte – ribatte lui sorridendomi, lo spingo così forte che a malapena riesce a reggersi in piedi e così la sua espressione da stronzo scompare.
– Tu lo sapevi! – tuono io. – Sapevi che ero morta! – Lo spingo un’altra volta così da farlo indietreggiare ancora di più. – Non sei venuto. Sei rimasto qua, mentre io morivo dissanguata. Sei rimasto qua, mentre io mi svegliavo nella pozza del mio stesso sangue. Sei rimasto qua, mentre io cercavo di scappare da Cody. – Lo spingo un’altra volta nonostante ormai si trovi attaccato al muro.
– Lo capisci che non ti voglio salvare? – urla lui stringendomi i polsi. – Perché dovrei?!
– Perché sei la mia anima gemella! – tuono io  cercando di liberarmi dalla sua presa.
– Lo ero! – esclama lui con ancora il tono alto e avvicina il suo viso al mio senza nemmeno accorgersene. – Non lo sono più! Non provo più niente per te. Cos’è che non capisci?!
Sento il mio mondo cadere. – Mi manchi come l’aria – mormoro io per ricordargli quello che mi ha detto un po’ di tempo fa.
Serra le labbra facendole diventare una linea finissima. – Non farlo – ringhia lasciando andare i miei polsi. – Non succederà niente.
– Ah no? – chiedo io prendendo il suo viso. – So che puoi provare qualcosa! – esclamo io con le lacrime agli occhi. – Io ti amo, Jeremy.
Rimane in silenzio e serio per un po’ di tempo, poi fa un sorriso inquietante. – Lo sapevo – dice togliendomi le mani dal suo viso. – Sapevo che mi amavi, avevo solo bisogno di sentirlo. – Aggrotto la fronte sperando di aver capito male. – Te l’ho detto: io non provo niente per te. Sei solo una ragazza che mi voglio fare.
Deglutisco sentendo quelle parole. – So che questo non sei tu – mormoro e lui ala le sopracciglia ridendo come risposta. – Non farlo, Jeremy.
– Perché non capisci una volta per tutte che non m’interessi più? Perché non te lo ficchi in testa?! – Si allontana un po’. – Io ti guardo… e provo solo rabbia – aggiunge avanzando, mentre io adesso inizio ad indietreggiare. – Ti vedo e vedo quello schifo di vampiro, e sai una cosa? Quando ti ho vista a terra… Quando ti ho vista là, ho pregato Dio che fossi morta. – Un piccolo singhiozzo esce dalla mia bocca. – Perché non eri altro che un pensiero fisso nella mia mente e ogni parte del mio corpo voleva che scomparissi. – Sento la porta dietro di me, così mi fermo. – E quando ti ho vista là, per terra, ho sperato veramente che tu fossi morta.
Una lacrima riga il mio viso bollente. Gli do una spinta e così lui indietreggia ridendo. – Non vali niente! – sputo io. – Sei solo un ragazzino che vuole andare a letto con qualcuno. E sai cosa penso? Penso che tu sia disturbato. – Ride a quest’affermazione, ma non m’interessa. – Esattamente! Lo sei. Avevano ragione gli altri. Sei diventato pazzo. Ed è tutta colpa del tuo potere e tua, perché sei troppo debole pure per il tuo stesso potere.
Smette di ridere e così me ne vado, sapendo che ora sono riuscita a ferirlo almeno un po’.
  
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