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Autore: Mistiy_Ronny    07/05/2015    4 recensioni
Una madre perennemente preoccupata. Un padre inesistente. Una sorella dal carattere difficile. Vicini curiosi. Un paesino disabitato. Una vicina di banco disperatamente innamorata. Un ragazzo perennemente scorbutico. Amori fiabeschi. In mezzo c'è Sofia
Sofia ha diciassette anni, vive in un perenne disagio psicofisico che affronta con l'unica arma disponibile:l'ironia.
Genere: Comico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Tutti vogliono la banana


Oggi è il primo giorno primaverile e sono felice.
Presto dovrò abbandonare i grandi maglioni invernale per indossare canottiere e pantaloncini. A dir il vero questo fatto non mi rallegra un granché, amo i larghi maglioni che nascondono la ciccia.
Essendo il primo giorno primaverile significa che presto arriveranno le vacanze estive, questo sì che mi rallegra. Sono pervasa da una contentezza calibrata, in fondo la fine della scuola non è così vicina, lo dimostra il fatto che sono qua, in classe.
<< Ragazze! >> cosa succede? Elena si è messa al centro dell'aula , sembra felice e sono le otto del mattino, come si può essere così entusiasti?
<< Ho un annuncio da farvi! > ci vuole annunciare che oggi è il primo giorno primaverile? Eh sì, sono contenta anche io ma Elena dovrebbe calibrare il suo entusiasmo, quando arriverà Giugno cosa farai? Ballerai la Macarena saltellando sui banchi?
Forse non ci vuole annunciare questo dato di fatto. Di che cosa si tratta? Non mi dirai che vuoi istituire una nuova riunione contro di me? Non mi dirai che la professoressa Leone oggi non c'è? Beh, questa sarebbe una buona notizia
<< Ieri sera ho perso la Verginità! >> dato che le ovaie le ho perse parecchio tempo fa, con questa rivelazione mi casca la mascella. Tutte la circondano e le dicono
<< Che bello >>,
<< Ora sei una donna >>
<< Stasera dobbiamo festeggiare >>
Stasera anziché organizzare un party in onore della fioritura primaverile, festeggeranno la deflorazione vaginale di Elena. Che tristezza.




La professoressa Leone per qualche arcano motivo, ha deciso di mostrarci un film anziché regalarci una delle sue solite lezione del cazzo. Il film s'intitola “in nome della rosa”, è abbastanza noioso ma guardo il lato positivo della faccenda: grazie alla luce soffusa posso chiudere gli occhi e magari dormire. Mi sono sistemata anche nell'ultima fila così nessuno si accorgerà del mio possibile pisolino. Inoltre, se necessito un cuscino, posso appoggiarmi sulla morbida spalla di Diana.
La campanella suona?! Bene, così possiamo alzarci, è l'ora dell'intervallo e necessito di una sigaretta. Perché nessuna si alza? In genere quando suona la campana dell'intervallo, tutte si dirigono verso l'uscita come una mandria di bufali inferocita.
<< Ragazze, è suonata la campanella >> visto? Ce lo ricorda persino la Leonessa, perciò mi alzo eppure sono l'unica, tutte hanno gli occhi incollati allo schermo. Perchè? Il film è una palla, però mi devo rimettere a sedere, alcune mie compagne mi hanno rivolto un'occhiata truce. Il mondo nel piccolo televisore è così interessante?
Ah, capisco. In questo momento sullo schermo appare la famosa scena di “sesso”, sono delle assatanate! Non viene mostrato un granché, si vede solamente questa ragazza con le tette al vento che muove il bacino sopra al ragazzetto. Niente di eccitante, anzi i loro movimenti impacciati smuovono una certa tenerezza .
Vorrei tanto dire a queste ragazze che se si vogliono eccitare, possono farlo nella intimità di casa. E' molto semplice, basta accendere il computer, aprire la finestra Google, digitare “ Free PornHub “ e il gioco è fatto.
Bah, certe cose non le comprenderò mai, mi volto verso Diana alla ricerca d'un qualche conforto emotivo, NO! Anche tu hai gli occhi incollati alla televisione, perché mi deludi in questo modo? No, in verità me l'aspettavo ...


Un giorno venne a farci lezione una sessuologa, proveniente dal consultorio pubblico. La signora consegnò a ognuna di noi una banana e un preservativo . La sessuologa mostrò come infilare il lattice. Tutte le mie compagne espertissime, imitarono i gesti pratici della donna e in batter d'occhio le loro banane erano rivestite. Io ho avuto qualche problema, il lattice era troppo scivoloso così mi scappò dalle dita e finì per terra. Svelta lo raccolsi, non volevo attirare l'attenzione delle mie compagne. Il tentativo fu invano perchè quelle cominciarono a ridacchiare ed emisero commenti soffocati, uno giunse alle mie orecchie
<< Che rimbambita, come è possibile a diciassette anni non riuscire a infilare un preservativo >>.
Come se il tutto non fosse abbastanza umiliante, la sessuologa si avvicinò al mio banco
<< Ti faccio vedere >> il suo tono era dolce e cordiale, estrasse un nuovo preservativo dalla tasca del bianco camice. Mi mostrò lentamente i gesti, ma non me ne fregava niente. Se mai mi ritrovassi in una situazione intima, dovrebbe essere l'uomo a infilarselo, mica io. Noi donne abbiamo così tanti problemi come il ciclo mestruale, l'igiene intima, le infezioni vaginali … dobbiamo anche preoccuparci del preservativo?! Eh no, a quello ci pensano loro
Non avendo altra scelta riprovai a vestire la banana, sotto l'occhio attento dell'esperta dottoressa.
<< Brava! >> cordiale mi sorride, eppure mi sentii un ritardata.
<< Ragazze! >> la donna dal camice bianco si piazzò al centro dell'aula
<< Vado un secondo al gabinetto, torno fra pochi minuti >>
Uscì e voilà, nell'aria volarono commenti, storie, esperienze che purtroppo percepii

<< Il mio ragazzo ce l'ha così! >>
<< No davvero?! Deve aver fatto male >>
<< Sì, mi ha lacerata! Sembrava che qualcuno avesse sgozzato un maiale >>

Esasperata da quelle confessioni indecenti, mi voltai verso Diana alla ricerca d'un conforto satirico, ma lei era troppo impegnata per notare la mia esasperazione. Tra le mani reggeva due banane dalle dimensioni diverse
<< Sofia … secondo te Dennis ce l'ha grande come questa banana o come quest'altra ?>>

Già, non potevo pretendere un comportamento civile da Diana




Grazie a quelle stronze arrapate, la pausa sigaretta è andata a benedirsi, ora sono a casa, mamma non c'è perciò mi fumerò un' intero pacchetto di sigarette per rimediare al misfatto.
Valeria è in cucina? Strano, mamma ieri sera aveva annunciato

<< Ragazze, starò via due giorni perché la nonna non sta bene, necessita di cure >>

Pensavo che Valeria ne avrebbe approfittato e sarebbe andata chissà dove con Giusi, invece è seduta al tavolo e sta mangiando la lasagna direttamente dalla teglia


Prima di uscire di casa mamma ci chiamò in cucina
<< Ragazze, dentro al frigo ho lasciato tre teglie di lasagne, due pentole di pasta fredda, due vassoi di verdure grigliate. Inoltre ho preparato quattro torte di mele >>
<< Scusa mamma ma quanto stai via? >> chiesi impressionata dalla quantità di cibo elencato
<< Due giorni. Ma se doveste rimanere senza scorte di cibo ho lasciato nel comodino 100 euro >>
<< Ok >>


<< Ciao Valeria, come mai a casa >>
<< Che domanda del cazzo, ci vivo, non ricordi? >> mmmm … queste sue precisazioni mi fanno saltare le ovaie
<< Non sei con Giusi? >>
<< Ci esco stasera, poi verrà a dormire nella mia camera >> alza la testa dalle lasagne e mi scruta con due grandi occhi minacciosi
<< Ovviamente non dirai niente a mamma, giusto? >>
<< Se non mi disturberete, non dirò niente >>
<< Bene, anche perché uscirai con noi >>
<< Perché? Che c'entro io con il tuo ragazzo >> non vorrà coinvolgermi in un menage a trois? Bleh, che schifo!
Vedo mia sorella nuda praticamente tutti i giorni, senza alcun tipo di pudore gira per casa sventolando quelle grandi tette; nonostante ciò non ho alcuna intenzione di unirmi in un rapporto carnale con quei due.
<< Giusi stasera porta con sé un amico, ti ho organizzato appuntamento >> lo dice con una tale naturalezza da farmi incazzare, lo sa che odio gli appuntamenti al buio
<< No >> nemmeno per sogno, ho già avuto abbastanza appuntamenti combinati per capire una cosa: gli uomini che Valeria mi presenta sono sempre stupidi, cretini e arrapati
<< Perché? Ormai ho organizzato tutto. Si chiama Simone è carino, gentile, educato >>
Certo, come l'ultimo? Purtroppo ricordo bene l'ultimo appuntamento al buio


Eravamo in un pub, le luci soffuse a stento illuminavano il tavolino di fronte a noi stracolmo di bottiglie. Valeria e il suo moroso, non era Giusi, Chi era? Forse Gabriele, non ricordo, comunque sia erano seduti sul divanetto di pelle accanto a me e si scambiamo effusioni a dir poco oscene. Accanto a me c'era questo tizio, non era brutto ma nemmeno carino, un ragazzo nella media. Non parlava così cominciai a porre qualche domanda, giusto per rompere il ghiaccio
<< Che scuola frequenti? >>
<< Ragioneria, tu? >>
<< Scienze sociali >>
Lui rise di gusto, come se avessi raccontato una barzelletta sporca
<< Perché ridi? >>
<< Scusa, non è per te è che sono strafatto, se vuoi un po' di fumo possiamo andare fuori e ci rulliamo una canna. >>
<< No, grazie >>
<< Ahahah … pensa che sono talmente strafatto che vedo sul tuo viso una grande chiazza nera … ahahah >>
<< Sì, sei decisamente strafatto >> commentai acida


<< No, non ne ho voglia >> devo calmare i nervi, perciò mi accendo una meravigliosa Marlboro
<< Sofia, tu non esci mai con nessuno, e la cosa mi preoccupa >>
Che palle! Anche se non sono arrapata come te o come le mie compagne di classe, non vuol dire che sono un caso patologico. Cosa c'è di sbagliato? Gli uomini non mi interessano, anzi il sesso non mi interessa, sono capace di vivere anche senza la banana.
<< Guarda che non devi per forza fare sesso, voglio solo che ti diverta >>
<< Non ne ho bisogno >>
<< Davvero? Senti che cosa hai fatto l'ultimo sabato? Sei stata a casa, quello prima? Sei stata a casa a leggere fumetti, quello prima ancora .. >>
<< Sì, sì, ho afferrato il concetto >> in effetti non ha tutti i torti, in apparenza potrei sembrare una diciassettenne depressa, però Valeria non sa il motivo per cui preferisco stare a casa. La mia camera è come un'oasi, nessuno mi disturba o mi domanda “che hai fatto alla faccia?”. Non avere gli occhi addosso per una sera è un sollievo.
<< Andiamo al cinema, ridanno il film di Quetin Tarantino, “Grinddhause a prova di morte”. E' un film che ti piace, perciò non puoi rifiutare … >> mia sorella sorride, come se m'avesse incastrato. In effetti è vero, vedere sul grande schermo il mio film preferito è una cosa che m'attizza e non poco
<< Dai, non puoi dire di no! >> ecco, adesso mostra pure gli occhioni da cerbiatto, come posso dire no ai quei languidi occhi color nocciola?
<< A che ora comincia il film? >>



Eccoci qua, seduti sulle poltrone del cinema accanto a me Valeria si sbaciucchia con Giusi, all'altro lato c'è Simone, il presunto gentiluomo. Ora ci tengo ad analizzare i termini che ha utilizzato mia sorella per descrivere Simone:
Carino : a parte il fatto che ha la testa troppo grossa rispetto al corpo ossuto, non è così brutto. La sua fronte è talmente spaziosa che potrei piantare una tenda, accamparmici e accendere un fuocherello. Se dovessi associare Simone a un animale, direi che assomiglia a un polipo.
Gentiluomo : Direi proprio di no. Appena le luci della sala si sono spente ha posato il tentacolo sulla mia spalla. Ogni minuto che passa il viscido tentacolo scende giù. Ho cercato di fargli capire che deve levare via quella manaccia dalla spalla scrollandola gentilmente via. Credo non abbia recepito il messaggio subliminale oppure lo ha ignorato.
Sono venuta per guardarmi un film, non per essere molestata da un polipone. Eccolo, parte all'attacco, la mano è scesa di un centimetro, presto arrivarà sulla tetta. Che faccio? Per il momento me ne sto buona buona, ma se il tentacolo arriva nel posto sbagliato so cosa devo fare ...

il tentacolo violento s'attorciglia attorno al mio seno, a quel punto mi volto e gli tiro un pugno sul naso.
<< Che cazzo fai? >> Mi alzo in piedi di scatto
<< Hey stai calma, è solo una palpatina >>
<< Solo una palpatina!? >> estraggo il mio coltello e lo punto sul suo tremante pomo d'Adamo
<< Se mi tocchi di nuovo ti sgozzo! >>

No, accidenti! Non posso farlo, Valeria mi ha disarmata ...

Il campanello suonò
<< Giusi è arrivato, andiamo! >>
<< Sì, un secondo … >> mi recai in cucina aprii il cassetto delle posate ed estrassi il coltello. Contempali la lama affilata sotto la luce del lampadario
<< Sofia? Che stai facendo? >> balzai all'indietro per lo spavento, non l'avevo sentita entrare in cucina
<< Metto il coltello in borsa >>
<< Perché? >>
<< Per difendermi >>
<< No, lascialo lì >>
<< Sì ma Simone è uno sconosciuto, se mi volesse violentare? >>
<< Ma che dici? Lascialo lì! Non fare la pazza >>

Dato che sono disarmata non ho altra scelta che uscire da qui, non voglio subire un violento palpeggiamento. Non che ci sia molto da toccare, credo rimarrebbe deluso dato che si ritroverebbe a toccare il cotone dell'imbottitura del reggiseno, in sostanza non c'è niente. Beh meglio alzarsi, tanto Valeria non si accorgerà della mia assenza, è impegnata ad amoreggiare con Giusi.


Finalmente sono fuori dal cinema, visto che ci sono mi accendo una sigaretta.
<< Hey, dove vai? >> cazzo, il polipone mi ha seguita
<< Sono venuta fuori a fumarmi una sigaretta >> sì, e poi me ne vado dato che m'impedisci di guardare il film. Ho il dvd a casa, lo guarderò sola nella mia tranquillità senza essere molestata.
<< Vedo, però non dovresti, il fumo fa male >>
<< Lo so >> oh, che palle! La predica sul fumo proprio non la tollero. “Il fumo fa male”, secondo te non lo so?! Certo che fa male, ogni giorno me lo ripete il pacchetto di sigarette con quelle scritte minacciose “il fumo uccide, il fumo provoca il cancro …" ma non me ne frega niente. No, non è vero. In realtà ho una dannata paura d'ammalarmi, però sono giovane e magari un giorno smetterò. Per il momento lasciatemi fumare in santa pace.
Sorride, perché?
<< Senti, voglio essere diretto e sincero … >> Oh porco polipo, cosa c'è? Vuoi palparmi la tetta? Non c'è bisogno che me lo dici, l'hai fatto capire benissimo nella sala.
Si sta avvicinando pericolosamente, che vuole? Giuro che se mi salti addosso ti alito il fumo in faccia, così ti faccio aspirare una bella quantità di fumo passivo.
<< Tua sorella mi ha detto che hai questo nevo … >> tocca la parte del mio viso scura, come osa allungare quel tentacolo?
<< Non mi da fastidio, per una botta e via va più che bene >> una botta e via? Mi hai preso per una puttana? Come ti permetti, io sono una ragazza troppo carina per te. Dovresti pregare Buddha, Allah, Shiva, e chissà quale altre divinità per ritrovarti in un letto assieme a te. Meglio scostarsi da questo stronzo, non vorrei subire un assalto sessuale.
<< Te ne vai? Ti sei offesa? >> no no, figurati, perché dovrei offendermi? Hai detto che il mio fisico è più che passabile per una scopatina,, ma non diventeresti mai il fidanzato di una ragazza difettosa come me.
<< Vado a casa >>
<< Da sola? È pericoloso, ti accompagno >>
<< No, non è pericoloso >> in questo momento sei tu l'unico individuo pericoloso
<< Sicura? Tutta sola? >>
<< Sì, ci sono abituata >>
M'incammino nell'oscurità illuminata a singhiozzo da qualche lampione, il piccolo cinema dista solamente dieci minuti da casa mia, se mi muovo c'impiegherò cinque minuti. Mi volto per vedere se l'arrapato polipone mi segue, no! Perfetto, posso continuare la mia camminata indisturbata.


A casa sana e salva. Mi levo via le Snickers, le ripongo accuratamente nel porta scarpe dell'ingresso, m'infilo le ciabatte rispettando un'ordine della mamma

Mai camminare sul parquet con le scarpe “

Percorro tutto il corridoio di legno con le mie ciabattine, salgo i grandini, apro la porta della mia stanza e sprofondo nel mio morbido materasso. Ripenso a quell'osceno quanto volgare invito sessuale. Perchè non l'ho accettato? In fondo potevo andarci a letto con lui. Non sono una di quelle ragazze che considera la verginità come una “res sacra”. Non mi sono mai persa in fantasticherie a riguardo . Forse sono una delle poche che la pensa in questo modo, persino Diana ha un'idea ben precisa di come e quando perderla, me lo confidò l'estate scorsa.


Eravamo sedute su una panchina immersa nel verde del parco di Fiorino, per sconfiggere quel caldo soffocante ci stavamo gustando una glaciale granita.
<< Tu hai già progettato come deve essere il tuo primo rapporto sessuale? >> chiese Diana mentre sorseggiava la sostanza granulosa dal color verde.
La guardai sorpresa: poco fa stavamo discutendo su quale potesse essere la granita più buona del mondo
<< No, tu? >>
Gli occhi di Diana s'illuminarono
<< Certo! Allora innanzitutto deve essere con Dennis >> non rimasi stupita da questa dichiarazione
<< Per quanto riguarda il contesto ecco come me lo immagino … >> inspirò profondamente
<< Dennis dopo aver litigato con la sua fidanzata, vaga per le strade di Fiorino >>
<< Scusa se intervengo, ma Dennis non abita a Fiorino >>
Diana sbuffò
<< Sofia è la mia fantasia, non deve essere per forza fondata su basi logiche. Posso continuare? >>
<< Sì, certo >> ammutolita ascoltai.
<< Stavo dicendo … giusto! Dennis affranto con le spalle incurvate, gira per le strade di Fiorino quando improvvisamente urta contro una ragazza, quella ragazza ovviamente sono io, mi riconosce e così ci sediamo su una panchina … >>
<< Come fa a riconoscerti, non vi siete mai rivolti una parola >>
<< Sofia?! Cosa ti ho detto >>
Con un cenno del capo la invitai a continuare
<< Allora ci sediamo su una panchina, lui mi racconta del disastroso litigio e gli scappa persino qualche lacrimuccia. Allora io afferro il suo viso, gli asciugo le lacrime e gli dico “ oh, non piangere “ a quel punto prendo la sua mano e la pongo sul mio seno per poi dirgli “ so io come rimarginare la ferita del tuo cuore” >>
Scoppiai in una gloriosa risata
<< Sofia non ridere, questo è un racconto romantico, non comico. >>


Dato che non mi sono mai fatta chissà quale viaggio romantico, perchè non andare a letto con il primo che capita? Potrei fare sesso con quel polipone, che me ne importa? La verginità è una cosa sopravvalutata: come può essere romantico perderla? Secondo me è solamente un'esperienza dolorosa quanto imbarazzante, e dovrei vivere questa esperienza con un uomo che amo? No, meglio sbarazzarsene subito
Perché no? Potrei lasciarmi andare e perdere questa stupida verginità, così le mie compagne di classe organizzeranno un party deflorativo in mio onore. Magari rientrando in quella classe dicendo “ho perso la verginità”, tutte si alzano, mi danno pacche sulla spalla dicendomi sono “ che bello, ora sei una donna”.
.No, non è vero, la verità è che andrebbe a finire così ...

<< Ho perso la mia verginità! >>
Annuncio saltando sul banco attirando l'attenzione di tutte le donne.
Silenzio di tomba, la mia dichiarazione le ha sconcertate. Diana, situata all'angolo della classe, mi volge uno sguardo interrogativo.
Il silenzio viene spezzato da Elena,

<< Non ci credo, insomma chi diamine si scoperebbe una donna dal volto tumefatto? >> qualcuna comincia ridacchiare, accondiscendenti le teste si muovono su è giù.
<< No, è vero, ve lo giuro! >> dico disperata ma più insisto, più quelle ridono. Elena si riprende dalla goliarda risata asciugandosi gli occhi umidi
<< Beh ragazze, c'è da dire che i miracoli esistono: se ogni tanto compare la vergine Maria, Sofia può aver scopato. Però vogliamo le prove, portaci il lenzuolo insanguinato e noi ti crediamo e organizziamo il party della deflorazione >> Elena mi guarda con uno sguardo di sfida e a quel punto crollo davanti all'ovvietà di quella situazione: anche se le avessi portato un lenzuolo impregnato di sangue, non mi avrebbero mai creduta. Una come me non può attirare uomini.
<< No, non importa >> con le spalle curve scendo dal banco che poco fa fungeva da piedistallo, mi siedo acconto a Diana
<< Sofia! Hai perso la verginità e non me lo hai detto? Perché? Siamo amiche, dovevi dirmelo subito! >>

Che cosa me ne frega di quelle oche? Loro non mi considerano come una ragazza, mi guardano come se fossi uno stupido fenomeno da baraccone, infatti non mi hanno nemmeno inserito in quella stupida lista delle “belle”.
Questa uscita mi ha messo di cattivo umore, non dovevo dare ascolto a Valeria. Ho voglia d'insultare qualcuno, forse avrei dovuto insultare quello stupido polipone arrapato che mi ha trattato come un pezzo di carne avariata ma faccio sempre così, per superare il momento e mostrarmi superiore non dico niente e scappo.
Dai, meglio non pensarci, adesso tiro fuori il mio Saiyuki così mi rallegro, oh! E' caduto un pezzetto di carta, è quello che Gio mi ha lasciato dentro al volume.

se mai volessi insultarmi chiama 333 7789006.

Mmmm … voglio spargere insulti gratuiti, perciò lo chiamo.
Digitiamo il numero, ecco il telefono squilla, ma poi cosa gli dico? Non posso dirgli che è un ladro di manga, perché alla fine me lo ha restituito, non posso nemmeno dirgli che è un pervertito.
<< Pronto >>
<< Sei uno stronzo >> è il primo insulto che mi è venuto in mente
<< Come? >> dall'altra parte del telefono si sente un gran frastuono, forse è dentro un pub o una discoteca
<< Sei uno stronzo >>
<< Aspetta un secondo che esco, non ti sento >> la musica di sotto fondo cessa, ora potrà sentirmi?
<< Sei uno stronzo >>
<< Ah, ok. Sai me lo dicono in tanti, però almeno mi puoi spiegare il motivo >>
Boh, perché è uno stronzo?
<< Perché sei un maschio, hai l'uccello in mezzo alle gambe. Voi maschi trattate le donne come se fossero pezzi di carne con un buco >> l'ho detto per davvero, oddio! L'ho pensato ma non volevo dirlo ad alta voce. Chissà cosa penserà, probabilmente che sono affetta da una grave forma d'androfobia.
<< Beh, probabilmente hai ragione. Sai ho letto su Focus qualche mese fa che gli uomini pensano al sesso all'incirca una volta ogni sette secondi, quindi delle volte trattiamo le donne come oggetti pervasi da un attacco d'eccitazione. Per quanto mi riguarda non lo so. Se mi succede non ci faccio caso >>
Sono sbalordita. Un ragazzo normale avrebbe cominciato a insultarmi dicendomi che sono una “bastarda, stronza, troia”, invece Gio ha beatamente accettato l' insulto senza nemmeno surriscaldarsi
<< Scusa, ma chi sei? >>
<< Ah, sono Sofia >> l'ho insultato senza nemmeno presentarmi. Sono proprio una maleducata
<< Sofia … ah! Sei la ladra di manga! >> Cosa? La ladra?
<< No, io non ho rubato proprio niente, sei tu che l'hai estorto dalle mie mani >>
<< Ah, questa è bella! Guarda che io lo stavo per afferrare, quando sei intervenuta come una rompipalle >>
<< No, non è vero! Il rompipalle della situazione eri tu! >>
<< Senti Sofia, devo tornare dentro, però ci sentiamo >>
<< Ok >>
<< Ciao >>
Strana conversazione.




Piccole note :

  • androfobia: paura del sesso maschile

  • “… gli uomini pensano al sesso all'incirca una volta ogni sette secondi … “

    Questo luogo comune è stato smentito, se volete informarvi ecco il link: http://salute24.ilsole24ore.com/articles/13862-gli-uomini-pensano-al-sesso-il-doppio-delle-donne-ma-non-1-volta-ogni-7-secondi

   
 
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