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Autore: airolgrraw    07/05/2015    6 recensioni
Pochi mesi sono passati dalla fine della Guerra Magica e dalla scomparsa di Voldemort. Hermione si trova da sola a Hogwarts per finire i suoi studi. Harry e Ron non ci sono, hanno preso decisioni diverse, soprattutto Ron, dal quale la giovane strega è rimasta parecchio delusa.
Nonostante la loro assenza per Hermione sarà un anno pieno di sorprese, nuovi segreti verranno a galla e nuove relazioni si verranno a creare, relazioni che all'occhio possono sembrare improbabili.
Ma i fremiti dell'animo non si possono controllare, cosa succederà?
Dal testo :
"Beveva con calma quel distillato dal sapore intenso che aveva pervaso l'aria del suo profumo pungente, quasi volesse assaporare ogni singola goccia. Poi si leccò le labbra come dulcis in fundo. Erano rosse fuoco a causa dell'effetto dell'alcool su quella pelle così delicata e risaltavano ancora di più sul suo colorito diafano.
Lei aveva disteso il volto e guardava ammaliata la creatura che aveva di fronte, un brividino le percorse la spina dorsale."
Genere: Erotico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Carissime mie lettrici,
questa volta sono stata di parola e ho aggiornato in tempi più brevi. :3
Ringrazio dal profondo del cuore tutti voi lettori. Chi mi dedica un po' di tempo con una recensione (le mie veterane!!),
chi segue, preferisce, ricorda la storia e, ovviamente, chi legge per il piacere di farlo, sperando che possa apprezzare ciò che legge. Questo capitolo è stata una sfida per me, perché mi sono cimentata nella scrittura di qualcosa di nuovo.
Spero apprezziate. Un bacio.

"Seguimi nella notte"

Draco rimase praticamente impietrito di fronte a quella risata spensierata e così cristallina.
Hermione ormai si tratteneva il ventre da quanto le faceva male ad ogni risata. Più rideva, e più le pareva di non poter fermarsi mai.
Fece cenno al biondo, intimandolo a sedersi accanto a lei sulle morbide coperte candide.
Lui eseguì,  sistemandosi su un fianco, rivolto verso la sua musa, appoggiato sul gomito destro, e la studiava.
Lei pian piano riprese a respirare regolarmente, asciugandosi delle piccole lacrime ai bordi degli occhi.  Poi si voltò – Che c’è?-
-Granger, rimani così per sempre.- il viso di lui era indecifrabile,  un miscuglio di tenerezza e desiderio. Poteva  fare un effetto strano vedere quell’espressione su Malfoy.
La ragazza gli posò una mano sulla  guancia, carezzandola lievemente con il pollice, mentre lui cercava di premere ancora di più  la sua pelle contro il palmo di lei,  come se volesse fondere la propria carne con la sua.
 
-Aspettami qui.-  d’un tratto Draco si alzò, interrompendo quel piacevole contatto, sotto lo sguardo stordito di Hermione.  –Ma che…Ehi, dove stai and…- Il Serpeverde era già scomparso dietro la porta che dava, presumibilmente,  sul corridoio.
La grifona si sentiva non poco a disagio e intimorita dal fatto di trovarsi da sola, al buio, nel silenzio glaciale di Malfoy Manor. Si sfregava freneticamente gli avambracci, come se avesse freddo. Sperava che Draco tornasse il più presto possibile. L’attesa fu breve,  perché dopo appena qualche minuto, il giovane riapparse,  ma non era solo, in mano aveva…
 
-Per Godric! Mi prendi in giro? Mi hai lasciata qui, da sola, per tornartene con una macchina fotografica malconcia?-
Draco roteò gli occhi – Suvvia Granger, non è una macchina fotografica qualunque, tipo quella dei tuoi amati babbani.-
Hermione assunse nuovamente il broncio. Non tollerava che Malfoy scherzasse ancora sulla sua provenienza.
-Scherzo! Però,  seriamente,  ne hai mai vista una di questo tipo? Una magica intendo.-
Scosse il capo negativamente. In effetti era curiosa come macchina fotografica. Non era un macchinario ingombrante come quello di Colin,  che per di più ci metteva una vita per sviluppare una semplice diapositiva.  Assomigliava molto ad una Polaroid babbana,  semplicemente era più grande,  e aveva un tubicino che partiva dal centro della fotocamera e si poteva regolare in altezza e angolazione, alla cui sommità era fissata una specie di lampadina. Era una sorta di flash insomma.
-È praticamente nuova, nessuno l’ha mai usata. Direi che è ora di inaugurarla.- si posizionò di fronte ad Hermione,  ad un paio di metri di distanza.
-Ok rimani così.- quando capì che Draco le stava per scattare una foto, tentò di nascondersi la faccia con le mani, ma il biondo fu più veloce e riuscì ad immortalarla prima che si coprisse.
Da una fessura,  che si trovava all’estremità dell’oggetto, uscì un foglietto.
Era totalmente bianco. Draco prese la bacchetta, chiuse gli occhi,  e dopo picchiettò sulla superficie un paio di volte.
Su di essa comparve l’immagine di Hermione mentre rideva.
-Ma, non è il momento in cui hai scattato la foto.- la ragazza si alzò per controllare più da vicino.
-No, infatti. È una macchina Reverso Momento, ce ne sono pochissimi esemplari. Ti permette di imprimere una scena che hai perso,  una scena del passato recente però. Il limite sta proprio in questo. Non posso mettere sulla carta una cosa che ho visto a cinque anni per esempio, ma nemmeno l’anno scorso. L’importante è che nel mirino ci sia esattamente ciò a cui stai pensando. In questo caso tu, nel tuo adorabile vestito verde, sul mio letto a baldacchino-
-Questa proprio non la sapevo- la Grifondoro prese l’oggetto, scrutandolo attentamente.
-Granger, non puoi sapere sempre tutto.-
Le diede un bacio a fior di labbra, sventolando la foto, sulla quale la figura di Hermione era ormai ben nitida.
-Devo documentarmi meglio allora.-
-Non intenderai ora spero!- Draco la guardò allarmato.
-Ma no, Merlino,  che dici.- appoggiò la macchina fotografica sul pouf in pelle vicino al caminetto, poi, con aria sorniona, prese le estremità del colletto della camicia del biondo.

Il primo bottone lasciò la sua asola.
Il cuore di Draco era già in fibrillazione per quei pochi contatti, ma cercò di trattenere i propri impulsi, lasciando che fosse lei a condurre il gioco. Voleva vedere fin dove si sarebbe spinta.
L’afferrò per i fianchi, mentre lei continuava a sbottonare la camicia.
Il ragazzo era teso come una corda di violino, i muscoli contratti, gli occhi persi  su Hermione.
Nella sua semplicità era così perfetta e attraente.
Non era una persona appariscente, come buona parte delle sue coetanee, né una giovinetta scialba. Lei era l’equilibrio perfetto,  nessun eccesso.
Non aveva un filo di trucco,  eppure la sua pelle era liscissima e luminosa.
 
“Anche la pelle del suo corpo sarà così?”
 
Non usava essenze dolciastre, di quelle  che si comprano per pochi galeoni e che lasciano un odore persistente nell’aria.  Lei sapeva di mughetto. Il suo profumo era fresco e leggero, faceva venire voglia di affondare il naso in quei capelli vaporosi per poter inspirarne quanto più possibile.
 
“Anche la pelle del suo corpo avrà questo profumo?”
 
 Draco sarebbe potuto andare avanti per ore, facendo mille considerazioni su quanto Hermione fosse bella, speciale; ma si accorse di avere la camicia aperta, e le mani della Granger che sfioravano il suo addome, lasciando piccole scosse,  che percorrevano la spina dorsale.
Cercò le sue labbra con bramosia, ma lei si scostò, andando a posare piccoli  baci  sul collo, scendendo verso il petto diafano del ragazzo. Lo liberò completamente dalla camicia, diventata ormai un ingombrante pezzo di stoffa, che cadde a terra.
Draco sentiva la testa esplodere, il respiro aveva iniziato ad essere più affannato.
Non era abituato a non possedere il totale controllo della situazione.
 
“Basta”
 
Hermione si era fatta più audace, aveva raggiunto il basso ventre, e solleticava con la punta delle dita la schiena di Draco.
 
“Fermati Granger”
 
Il biondo non riusciva a reagire,  semplicemente  si  stava lasciando andare a quella sensazione magnifica ed indescrivibile.
Non avrebbe mai immaginato, nemmeno nei sogni più proibiti, che l’insopportabile so-tutto-io, che era abituato a punzecchiare, fosse tuttaltro che frigida.
 
Quando Hermione si accinse a sfiorare il bordo dei pantaloni, Draco ribaltò la situazione.
Non voleva essere rude, o sembrare avventato, ma gli faceva quell’effetto.
Era colpa sua. Di quella sua grazia in tutti i movimenti, della carica erotica che sprigionava pur non essendo mai volgare.
 
La tirò su, dolcemente, ma con vigore al tempo stesso, e senza troppi complimenti le sfilò quel perfetto vestito verde con un unico gesto.
Lei stette al gioco, anche se il suo colorito stava prendendo diverse sfumature di rosso. Certo, era imbarazzata, non si era mai trovata in una situazione di initmità tale, ma l’aveva aspettata così tanto che non si sarebbe lasciata sopraffarre  troppo dall’emozione.
Il ragazzo la fissò per qualche secondo, con l’indumento tra le mani, che presto fu gettato in un angolo della stanza.
Non gli pareva nemmeno vero.  La avvolse con le braccia, appoggiando il viso nell’incavo del collo per poter bearsi del suo profumo, assaggiò la sua pelle con un piccolo bacio carico di passione.
Era proprio come se l’era immaginata. Anzi, meglio.
Lei lo abbracciò di rimando, inarcando la schiena e gettando all’indietro la testa.
 
Draco la spinse verso il letto. Un’occhiata maliziosa. Lei rise complice, coprendosi il viso e parte del corpo con le lenzuola.
-Non coprirti!- si adagiò su di lei cominciando ad esplorare ogni centimetro del suo corpo.  Ad ogni carezza con le labbra, le sussurrava quanto fosse bella.
 
Presto, il reggiseno  di Hermione raggiunse per terra  gli altri capi, che erano sparpagliati in giro per la stanza.
Istintivamente lei nascose i seni con le mani, non guardava nemmeno Draco per il troppo imbarazzo di essere così esposta.
-P-possiamo spegnere la luce?-
Lui prese a disegnarle arabeschi immaginari sulla pelle rosea e fresca.
-Perché Granger? Non ti senti a tuo agio?-
Non voleva rovinare quella situazione così carica di elettricità e desiderio, ma, almeno per iniziare, voleva che la cosa fosse più intima.
-In realtà ho solo paura del mio corpo. Non sei tu che mi metti a disagio… mi sento, ecco … troppo nuda.-
Draco sorrise comprensivo, continuando la danza sul corpo di Hermione con le sue dita affusolate – Be’, diciamo che bisogna essere, sì insomma, nudi in questa circostanza, ma farò tutto quello che desideri affinché tu ti senta tranquilla.-
Era ancora titubante, si era adombrata. –E poi… non voglio che tu veda questo- sollevò l’arto su cui, ancora rossa, risaltava quella scritta, ma senza mostrare l’avambraccio.
-Posso?- lei cominciò ad agitarsi e strinse maggiormente le braccia, in modo che lui non potesse scostarle.
-Granger, fidati di me.- una piccola lacrima solitaria le rigò la guancia. Draco la asciugò con il pollice, poi, con estrema delicatezza, le prese la mano, rivelando quella parola, sulla quale posò le proprie labbra, lasciando con esse, più volte, piccoli segni umidi.
 
Lei, ancora con i palmi sul petto, si avvicinò, anche se un po’ goffamente, a Malfoy, ringraziandolo con un bacio.
-Quindi spegnerai la luce?-
-Oh, Granger, farò di meglio.- Le rivolse un’occhiata criptica.
Con un colpo di bacchetta il buio avvolse la camera, subito dopo, il biondo, si pose a cavalcioni sopra Hermione  e si abbassò su di lei tirandosi dietro la coperta.
-Ora si sente abbastanza nascosta, signorina Granger? Anche se, ammetto, io ci terrei a far vedere le mie curve se fossi in te.-
Lui non lo notò, ma forse riuscì a sentirla mentre rideva appoggiata alla sua spalla.
 
Senza rendersene conto, in quei pochi istanti che li separavano dalla loro prima volta, che attanagliavano le loro membra con una miscela infinta di sensazioni e la paura di essere rifiutati, Hermione si abbandonò completamente a Draco, accantonando, saggiamente, la razionalità che per anni era stata la sua fedele compagna.
Allo stesso modo, il giovane Serpeverde, si liberò degli ultimi strati di stoffa, che impedivano un contatto diretto con il corpo di lei.
La ragazza poteva percepire chiaramente l’eccitazione di Draco che premeva sulle proprie cosce, mentre lui si dedicava, senza prendere praticamente mai fiato, ai suoi seni sodi, facendola sospirare sempre più sonoramente.
Insinuò le mani dietro la sua schiena, all’altezza delle scapole, e la strinse a sé.
I loro respiri erano mescolati e rimbombavano insieme nel silenzio della notte, per poi fondersi complici nelle loro bocche.
Con tenerezza e una calma che non credeva di possedere, Draco scivolò in lei,  che gemette e tese i muscoli per un attimo.
Appoggiò la propria fronte sulla sua, lievemente imperlata di sudore.
-Draco, io… scusami..-
-Shh. Non scusarti.-
Le lasciò il tempo necessario affinché si abituasse alla sua presenza, aspettandola con pazienza, senza muoversi.
-Granger, sei la mia prima donna e spero che tu sia anche l’unica.-
Hermione intrecciò le mani dietro il collo del ragazzo, cercando di avvicinarsi a lui.
Aveva capito. Sapeva che aveva aspettato il momento giusto, con la persona alla quale non aveva mai pensato, ma che ora custodiva una preziosa parte del suo cuore e della sua mente.
Il dolore iniziale si affievolì e fu una piccola goccia in mezzo al mare rispetto alle innumerevoli scosse e ondate di piacere, che la percorrevano lungo tutto il corpo, mentre Draco ondeggiava ritmicamente verso il suo bacino.
 
Quando spinse più violentemente e velocemente, la Grifona fu attraversata da un terremoto interiore, del quale era impossibile trovare il punto di partenza, tanto l’aveva invasa mentalmente e fisicamente.
Si vide costretta ad aggrapparsi alla schiena del ragazzo e soffocare un piccolo urlo contro il suo collo.
Tremante, Hermione, circondò il busto di Draco con le gambe e anche lui si lasciò andare non appena raggiunse l’apice del piacere subito dopo di lei.
Rimasero fermi in quella posizione per qualche minuto, con il battito che a poco a poco si affievoliva, tornando al proprio ritmo.
Il ragazzo le posò dolcemente un bacio sulla fronte e sulle labbra, che in quel momento sentiva sue come non mai. Avrebbe voluto rimanere appiccicato a lei per tutta la notte, ma si staccò dal suo corpo, rimanendole accanto e afferrandole la mano.
-Buona notte Draco-
-Buona notte Hermione-
 
Non dissero più nulla. Lasciarono semplicemente che il sonno li cogliesse e li cullasse lì, in quel letto a baldacchino, che nessuno mai avrebbe immaginato potesse essere teatro di un amore quanto meno inaspettato.
 
***
 
 Il mattino seguente Hermione fu la prima a svegliarsi. Ci volle qualche istante per mettere a fuoco la situazione. Si trovava a Malfoy Manor, nel letto di un Serpeverde, che era  ancora totalmente immerso nel mondo dei sogni.
Si scoprì sorridere tra sé e sé mentre lo guardava, voltato verso di lei, mentre le cingeva un fianco con il braccio sinistro, e i capelli lunari che quasi si confondevano con il cuscino bianco.
I suoi lineamenti sempre duri si erano distesi e mostravano la dolcezza che si racchiudeva in essi.
Le vennero in mente le parole che le aveva detto quella notte.
 
“Granger, sei la mia prima donna e spero che tu sia anche l’unica.”
 
Lì per lì non aveva soppesato troppo il significato di quella frase, ma in quel momento, a mente più o meno lucida, si rese conto che Draco non era il ragazzo bello e dannato pieno di ragazzine adoranti intorno.
Certo, era attraente, elegante, affascinante e molte  delle studentesse di Hogwarts avrebbero pagato galeoni per stare con lui. Ma Hermione si era accorta che, nonostante facesse  vedere il contrario, in realtà non aveva mai dato corda a nessuna.
Lei era la sua prima volta.
 
“Per Godric, il mondo può essere davvero pieno di sorprese”
 
Lo fissò di nuovo portandosi una mano alla bocca, quasi non credesse a ciò che le era capitato.
Cercò di alzarsi, ma non voleva svegliare Draco. Tentò di scostare il suo braccio e lo vide.
Il marchio nero occupava quasi interamente l’avambraccio del Serpeverde.
Hermione lo toccò, accarezzandolo e seguì il tracciato di quello strano inchiostro nero sulla pelle del ragazzo.
Provò ad immaginare cosa avesse sentito Draco, quando il Signore Oscuro glielo aveva impresso. Si diceva che venisse fatto per “premiare” i fedelissimi, ma lei sapeva nel suo cuore, da sempre, che lui non era un Mangiamorte. Forse in apparenza, ma di certo non considerava un premio l’aver dovuto sopportare tutte le sofferenze arrecategli dal marchio. Avrebbe voluto chiedergli di sfogarsi con lei a riguardo, di farla entrare nel suo stato d’animo per poterlo aiutare. Voleva sapere cosa frullava nella testa di quel cocciuto Serpeverde. Allo stesso tempo non voleva forzarlo, perché vedeva palesemente quanto fosse restio ad affrontare i temi del passato.
 
-Non è una bella cosa da guardare, Granger.- la voce assonnata di Draco colse di sorpresa la Grifona, che sobbalzò appena.
-Da quanto sei sveglio?-
-Pochi minuti. Giusto il tempo di vederti fissare quello.- fece un cenno con il capo verso il marchio, per poi ritirare velocemente il braccio sotto le coperte.
Era scuro in volto, aveva richiuso gli occhi e i tratti erano tornati quelli marcati e arroganti che aveva sempre mostrato. Era palesemente irritato.
-S-scusami… io, non volevo…-  
-Però l’hai fatto.- si era girato dandole le spalle.
 
Hermione ribolliva di rabbia. Perché doveva essere così sgarbato? Anche lei non voleva che le si guardasse quella scritta, ma non l’aveva fatto intenzionalmente per dargli fastidio o rivangare vecchi ricordi.
Voleva capire. Lei si era fidata.
Respirò, contando fino a dieci per non sembrare la solita saccente. –Non l’ho fatto apposta. Se solo tu mi parlassi di quello che provi, forse…-
-Forse cosa?- si era alzato con un tale impeto che aveva rovesciato le cose sul comodino. –Vorresti tentare di capire cosa significa essere un Mangiamorte? Cosa significa aver passato l’adolescenza senza poter essere veramente adolescente? Non puoi sapere!-
 
-Oh, invece so benissimo cosa significa vedersi privati della spensieratezza. C’ero anche io quando Voldemort è tornato, quando Hogwarts non era più un posto sicuro. Quando mi sono messa in prima fila per combatterlo.- la grifona sentiva un nodo alla gola che le rendeva difficile parlare.
 
-Ti ho raccontato di mia sorella. Non ti è bastato vedermi soffrire così? Vuoi che stia male,  ancora? È una specie di vendetta per tutto quello che ti ho fatto passare?- il tono si era fatto di sfida ed Hermione non poteva tollerarlo. Non dopo quello che si erano detti e la notte appena trascorsa.
-Ma ti senti? Cosa stai blaterando? Non voglio mettere di certo il dito nella piaga… voglio aiutarti. Sono qui per questo. Ti vedo a volte come diventi triste e assente quando si sfiora quel tasto. Perché non ti sfoghi con me?-
-Non puoi capire, tu…non sei come me. Lascia stare.-
-Io cosa? Sono una lurida Sanguesporco che non è in grado di capire la vostra elevata mentalità Purosangue? È questo che pensi, davvero?- le lacrime premevano prepotenti per uscire, ma non poteva lasciarsele sfuggire.
Draco si era sfilato la maglietta, senza rispondere.
-Vado a farmi la doccia. Non aspettarmi.- non l’aveva nemmeno guardata mentre lo diceva. Poi era scomparso nel bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
 
Hermione era basita. Cosa significava quella mancata risposta? Nel mondo dei babbani si dice “silenzio assenso”. Era davvero così per lui? Le aveva raccontato mille fandonie sul fatto di essere cambiato e rispettare tutti alla pari solo per portarsela a letto?
Aveva la vista offuscata da un velo di goccioline, che le rendevano gli occhi lucidi, ma non voleva piangere. Non lì. Doveva sfogarsi in un posto in cui si sarebbe sentita protetta e capita.
Raccolse i propri vestiti, infilandoseli velocemente.
Guardò tristemente il mucchio di cose che Draco aveva fatto cadere per terra.
Un’Hermione sorridente la fissava, ma era una Hermione che in quel momento non riconosceva.
 
****
Appena tornata ad Hogwarts aveva cercato di evitare qualsiasi persona avesse avuto intenzione di parlarle. Ginny compresa. Sapeva bene che, non avendola vista tornare a letto, le avrebbe fatto una miriade di domande, alle quali lei non voleva rispondere.
Non era andata nemmeno a fare colazione.  Era curiosa di vedere se Thalestris si fosse ambientata bene in mezzo alle nuove compagne, ma non voleva . I suoi capelli le avrebbero ricordato quelli di Draco.
Per non parlare del suo sorriso sghembo, dei suoi occhi…

“Basta Hermione”
 
Percorse velocemente l’ultimo tratto di corridoio che portava al ritratto della Signora Grassa.
Gli occhi le stavano per scoppiare, li sentiva bruciare e non vedeva l’ora di potersi sfogare da sola, nel proprio letto.
 
Anche durante le lezioni aveva cercato di essere il più discreta possibile, utilizzando, nel limite della sua stretta osservanza delle regole, i passaggi segnalati dalla Mappa del Malandrino.
Strano a dirsi, ma anche Hermione Granger stava imparando ad apprezzare  quel curioso e proibito manufatto.
Si era rintanata in biblioteca nei momenti di pausa, barricata tra i libri di Storia della Magia eTrasfigurazione, sui quali si era letteralmente immersa.
Ormai si era fatto buio e, controllando l’orologio, Hermione si decise ad arrotolare le decine di pergamene che aveva sparso sul tavolo ed avviarsi verso i Tre Manici di Scopa.
Quasi tutte le postazioni erano vuote e gli ultimi studenti stavano sgomberando la propria.
Madama Pince si avvicinò, con il  solito cipiglio severo,  alla Grifona.
-Signorina Granger, sarebbe così gentile da andare a richiamare le ultime persone là in fondo?-
-Certo, vado subito.-
 
Raggiunse l’altro capo della biblioteca. Uno studente se ne stava ricurvo su un pezzo di pergamena e scribacchiava, cancellando spesso e correggendo. Il cappuccio del mantello era  tirato su e dava le spalle ad Hermione, perciò non riuscì a vederlo in faccia.
Aveva parecchi manuali di pozioni avanzate, che di sicuro non erano stati richiesti come libri di testo.
-Scusami… mi dispiace disturbarti, ma la biblioteca sta chiudendo.-
Il ragazzo misterioso non rispose, si limitò ad annuire ed iniziare a raccogliere le proprie cose.
La Caposcuola non se ne curò nemmeno. Lo salutò cortesemente e uscì.
Lui attese fino a che si fosse allontanata abbastanza e la seguì.
 
   
 
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