Ok! Avete perfettamente
ragione! Sono in un ritardo davvero assurdo! Me implora pietà! È solo che sono
stata molto, molto impegnata! Inoltre ero a corto di fantasia a causa del
pessimo Natale che ho passato. Spero che voi abbiate passato delle buone feste!
Beh, che dire? È l’ultimo giorno dell’anno, quindi ne approfitto per farvi gli
auguri. Anche questo capitolo non è dei migliori, dato che non sono nel pieno
di me, ma comunque, giudicate voi! Grazie mille!
*Therys*
* “SVEGLIAAAAAAAA! È
NATALEEEEE! I REGALI! I REGALI! I REGALI!!!!” la porta si aprì di scatto, e
Tobi entrò nella camera urlando a squarcia gola. Mise sottosopra l’intera
stanza, svegliandomi bruscamente. “Tobi! MALEDETTO COSO!” urlò Deidara,
arrabbiato per il ‘dolce’ risveglio. Io sorrisi alla scena. Tobi saltava per
tutta la camera. “Natale! Natale! Natale!” urlava. “Ok, sono sveglio ma sta
ZITTO!” gridò il biondo lanciandogli contro qualcosa, che identificai come una
scarpa. Sasori guardava la scena divertito dal suo letto, leggendo
distrattamente un libro. Tobi uscì dalla stanza come un uragano, lasciandosi
dietro una scia di fumo e cuoricini. Io scoppiai a ridere. Deidara mi guardò e
scoppiò a ridere anche lui. “Oddio, che pazzi che siete…” dissi.
“E questo non è
nulla...” disse Deidara. Rimanemmo a fissarci, senza dire una parola. Nella
camera cadde il silenzio. “Comunque buongiorno e auguri!” disse Sasori
interrompendo il nostro scambio di sguardi. “Auguri anche a te, Sasori!” dissi.
Mi alzai e gli stampai un bacio sulla guancia. “Si…che felicità, è
Natale…auguri” disse Deidara con ironia.
“Ma almeno fai finta
di essere felice” disse Sasori.
“Non sono
convincente?”
“Non abbastanza…”
Risi nuovamente.
“REGALIIIIII!” urlò Tobi nel corridoio.
“Ok, arriviamo…prima
però mi serve il bagno” dissi. Entrai nel bagno della camera. Mi diedi una
sistemata…la mattina ero davvero indecente! Con tutti i capelli scombinati…puff! Lavai i denti per benino, sistemai i capelli e
indossai una vestaglia giusto per non essere eccessivamente impresentabile.
Stavo per uscire da bagno, ma sentii Sasori e Deidara parlare. Sasori era
molto, molto arrabbiato. “Te lo chiedo per l’ultima volta, Deidara…e vedi di
rispondere! Che cosa cazzo stavi facendo ieri sera con Shiori?” chiese
bruscamente. Arrossii.
“Te lo dico per
l’ultima volta, Danna: non stavo facendo nulla!” rispose Deidara pacato.
“Non provarci,
Deidara! Io vi ho visti! Stavo andando in cucina, ma ho sentito dei rumori…ho
sentito le vostre voci…la porta era un po’ aperta e ho controllato che
succedeva. Poi è arrivato Pain, io gli ho detto di non entrare, ma mi ha
ignorato. Io ho visto TE sopra di lei! La stavi…la stavi…” Sasori si bloccò.
“Cazzo! Mi hai capito! Lo sai che le stavi facendo! E anche se avessi cercato
di ignorare ciò che stavano facendo le tua mani, era impossibile non notare che
la stavi baciando! Non devi dire che non è successo niente! Ci mancava poco e
voi…”
“Si, va bene, è così!
ci mancava poco e l’avremmo fatto, e con questo?” Arrossii ancora di più…in
effetti…se Pain non fosse entrato…
“Tu eri più che
consapevole di quello che stavi facendo?” chiese Sasori stupito.
“Certo che lo ero!”
“Ma che cazzo ti è
saltato in mente?! con Shiori! Deidara sei uno stupido!”
”Si, con Shiori! Ripeto: e con questo?”
“Che cavolo ti è
preso? Stiamo parlando di Shiori! Quella Shiori! Non puoi davvero aver cercato
di…”
“Suvvia, come la fai
lunga! Volevo soltanto divertirmi un po’!”
A quel punto, sentii
il cuore perdere un battito. Voleva solo…divertirsi un po’? io…io…ma che stronzo!
“Divertirti? La stavi
usando…per divertirti?”
“Mettiti nei miei
panni, danna! Non tocco una donna da quando sono entrato nell’organizzazione!
Lei non sembrava poi così dispiaciuta, anzi…era più che consenziente!”
Provai dentro una tale
rabbia che strappai la vestaglia stringendola. Sentii le lacrime pulsare per
scendere. Per chi mi aveva scambiata? Per una troia? Lanciai la vestaglia e
cercai di impormi la calma. Non dovevo farmi vedere in quello stato da lui! No!
Mai! Asciugai le lacrime, cercai qualcosa per coprirmi, ma essendo la vestaglia
strappata visibilmente decisi di uscire dal bagno per come ero, con una camicia
da notte corta e con una camminata non da me…troppo accattivante per i miei
canoni. I due tacquero subito. “Andiamo ad aprire i regali, Sasori” dissi. Lo
presi per mano e me lo trascinai dietro, ignorando Deidara che era sbiancato
non appena mi aveva vista uscire dal bagno. Arrivammo in cucina, dove tutti
attendevano (in pigiama) di aprire i regali. Deidara ci raggiunse pochi istanti
dopo. Era parecchio scosso, ma non mi importava. Tobi, aprì subito il primo
regalo…quello mio! Era un peluche troppo carino, un cagnolino bianco, che aveva
sul muso una maschera in tutto e per tutto identica alla sua, insieme ad un
libro di favole, che lui adorava. Si commosse così tanto che mi sommerse di
lacrime. Mi strinse in uno dei suoi abbracci stritolatori. A Konan regalai un
profumo e un completino intimo, ricevendo ringraziamenti sia da lei che
soprattutto da Pain. Hidan mi sollevò da terra con un abbraccio quando scartò Il Diario di uno Jashinista
ossia il primo libro d’azione raccontato da un guerriero Jashinista. A Sasori regalai un orologio originale e
particolare. “Così potrai contare la tua eternità” gli dissi. Scoppiarono tutti
a ridere, lui compreso, che mi ringraziò mille e mille volte. Devo ammettere
che lo avevo sentito parlare con Pain di orologi, e lamentarsi di non averne
uno. A Zetsu regalai una piantina esotica molto rara, assolutamente introvabile
senza le giuste conoscenze. Aveva poteri curativi e velenosi, a seconda
dell’uso. Riuscii a commuovere anche la sua parte nera! Ahahah!
A Kisame regalai uno speciale lucido per spade, costosissimo e capace di far
brillare più del sole qualsiasi tipo di lama rendendola ancora più forte. A
Pain regalai un kit per i piercyng fai da te. A
Kakuzu un nuovo portamonete con una stilizzata K incisa sopra. Mi abbracciò
così forte che rischiai un blocco polmonare. A Itachi regalai un polsino con su
ricamato lo stemma degli Uchiha, comprato in un
negozio di antiquariato. “Pensavo che ti sarebbe potuto piacere” gli dissi
atona. Lui, nonostante tutto sorrise. Mi guardò con fare riconoscente e sempre
con quel senso di colpa stampato in viso. Allargò le braccia verso di me
imbarazzato e mi abbracciò. Io ricambiai la stretta. In fondo…se mi mettevo di
impegno potevo passare sopra a tutto quello che era successo. Scartai anche io
i regali. Ricevetti un nuovo fodero per la spada con su inciso il mio nome da
Kisame, Itachi, e Hidan, un libro di botanica e veleni da Zetsu, uno di
avventura da Tobi, seguito di quello che stavo leggendo. Solo allora mi
ricordai una cosa molto importante. Mi sbattei una mano in fronte. “Che
stupida! Ho lasciato in camera un regalo importante. Vado a prenderlo!” dissi.
Sasori sorrise. “Vai pure.” Disse. Corsi in camera, cercando di fare quanto più
veloce. Presi il regalo per Deidara da
sotto il letto, ma mi accorsi di qualcosa di strano. Una custodia nera vellutata
sopra il mio letto con sopra un grande fiocco rosso. Su un bigliettino c’era
scritto il mio nome. “Aprilo” disse Deidara comparso sulla porta, insieme a
Sasori, Pain e Konan. Io arrossii. “Su, che aspetti. C’è scritto il tuo nome”
disse Konan sorridendo. Io tolsi il fiocco da sopra la custodia e la aprii
timidamente. C’era un panno di velluto. Sopra di esso c’era un diapason color
argento, e accanto ad esso un bigliettino: finanziato da Pain. C’era scritto.
Sorrisi. Poi c’era una scatoletta, che aprendola scoprii essere piena di
plettri: finanziati da Konan. Sul velluto del panno e della custodia era inciso
il mio nome con una grafia elegante, e accanto ad ogni scritta c’era un
bigliettino: custodia anti-polvere e anti-corrosione nel tempo + scritte:
finanziate da Sasori. Tolsi il panno di velluto e mi si mozzò il fiato. Una
chitarra. Ma non una qualsiasi! La chitarra più bella del mondo. Dal centro era
blu e poi scuriva fino a diventare nero sulle estremità…la chitarra dei miei
sogni! Anche lì era inciso il mio nome, ma con un carattere più stilizzato e
che mi rispecchiasse. Non fu necessario leggere alcun bigliettino per sapere
chi era artefice di quello splendore. I miei occhi si riempirono di lacrime. I
quattro sulla porta sorrisero”Se potessi abbracciarvi tutti insieme lo farei!”
dissi. Poi mi gettai su Deidara e Sasori, i più vicini, e li strinsi in un
abbraccio pieno di amore e gratitudine e se Sasori non mi avesse asciugato le
lacrime non appena le aveva viste avrei pianto per tutto il giorno. “Grazie! È
magnifica!” dissi. Abbracciai singolarmente Konan e Pain, poi un’altra volta
Sasori. Esitai prima di abbracciare Deidara. Ma se devo essere sincera, quel
regalo aveva annullato tutto il mio rancore. Per il momento. Lo abbracciai,
inebriandomi del suo profumo. “Sei un infame! Sarà costata un botto!”
“Un’esplosione,
semmai, non un botto!” risi.
“Che scemo che sei…”
gli altri tornarono in cucina, io e Sasori restammo soli, mentre Deidara
entrava in bagno. Io guardai la scatolina contenente il regalo che avevo
comprato per Deidara…
“Hai intenzione di
darglielo o no?” chiese Sasori.
“Io…non ne sono
sicura”
“Perché?”
“Insomma…dopo il suo
regalo…così bello…mi sembra un po’ una cosa banale…”
“No, tranquilla! Gli
piacerà, vedrai…è un regalo molto bello, secondo me”
“Il fatto è che…non
so…”
“Suvvia! Non ti
preoccupare!”
“Ok, glielo do…ma tu
resta qui! Mi serve sostegno!”
La porta del bagno si
aprì e ne uscì Deidara in tutto il suo fascino. “Vado di là…” disse Sasori
uscendo dalla stanza. Mi sorrise maliziosamente prima di chiudere la porta.
Questo perché doveva rimanere con me, l’infame! “Andiamo anche noi” disse
Deidara.
“No, aspetta” lo
fermai. Arrossii violentemente, mentre lui mi si avvicinava.
“Che c’è?” chiese
senza capire.
“Ehm…ecco…io…questo…è per
te” dissi abbassando lo sguardo imbarazzata e porgendogli il pacchettino. Lui
arrossì altrettanto. “Shiori…non dovevi! Ti avevo detto niente regali!”
“Anche io te lo avevo
detto…ma poi…è un pensierino…o meglio…una cazzata bella e buona”
Sorrisi per rilassarmi.
Tenni lo sguardo basso intrecciandomi le dita, mentre lui apriva lentamente il
regalo. Trattenne il fiato quando lo guardò. “È l’unione delle tre forme
d’arte” dissi. Alzai lentamente lo sguardo. Era sconvolto, teneva lo sguardo
fisso sulla collana con il ciondolo a forma di plettro d’acciaio. Sul plettro
c’era una scritta: I’m an artist.
“La musica, l’eternità…” toccai il retro del ciondolo. “Katsu”
dissi. Fu come lo scoppio di un petardo. Rumoroso ma innocuo. Quando la piccola
colonna di fumo sparì, sia io che lui, che il ciondolo eravamo perfettamente
intatti e come prima. “E l’attimo di effimero splendore” conclusi. Lui mi
guardava sconvolto. “Suvvia, non guardarmi così…non so usare la tua tecnica. È
il comando vocale! Il plettro rappresenta la musica, il ciondolo in sé
rappresenta l’eternità, e l’esplosione…il tuo concetto d’arte. È una cosa
stupida da morire, davvero. Un’idiozia cronica, ma mi è piaciuta come idea. non
sei obbligato a metterla, se ti va puoi anche gettarla nel primo cassonetto che
incontri, ma è la dimostrazione pratica che anche concetti opposti possono
andare d’accordo…e io…” mi abbracciò così forte che smisi di parlare. Le sue
braccia mi stringevano saldamente, come se non volessero più lasciarmi andare.
“Grazie” sussurrò accanto al mio orecchio. Io arrossii. “È…bellissimo! Un
regalo meraviglioso…grazie, grazie infinite” nel suo tono notai una cosa
strana…la sincera gratitudine. Era lo stesso tono che mi avrebbe riservato un
povero se gli avessi regalato un biglietto vincente della lotteria. Continuava
a stringermi. “Ti sarà costato una cifra…”
“Più o meno quanto
sarà costata a te la chitarra”
Si allontanò un po’ da
me. d’istinto, come se fosse una cosa naturale, ci avvicinammo l’uno alle
labbra dell’altra, ma contemporaneamente ci fermammo,a pochissimi millimetri di
distanza. Le sue braccia mi lasciarono e le mie mani si spostarono dal suo
petto. Abbassai lo sguardo imbarazzata. “Senti, Shiori, so che hai sentito
quando stamattina ho parlato con Sasori, ma…”
“Shhh!
Per favore! Non dire niente. Davvero, non c’è nulla di male a volersi divertire
un po’…in fondo…era anche il mio obiettivo!” gli impedii di parlare, imponendo
la mia voce sulla sua. Ma non con tono di accusa…con calma. “Anche…anche il tuo
obiettivo?” chiese.
“Si…immagino che tu mi
capisca…è da un bel po’ che non tocco un ragazzo…” detesto mentire! L’ho sempre
detestato! Ma che dovrei fare? Dirgli che sono perdutamente innamorata di lui?
Con quale scopo? Con quello di sentirmi sbeffeggiare? No…di me non gli importa,
ero solo un passatempo. Continuerò come ho sempre fatto…continuerò ad amarlo in
silenzio.*
Ormai è ufficiale:
sono un emerito IDIOTA! Ho sprecato l’occasione della mia vita! Ho mandato
tutto a monte! Maledizione…ma in fondo che dovevo fare? Dire a Sasori che sono
terribilmente attratto da Shiori? Dirgli che il giorno prima l’avevo baciata
perché ogni volta che la vedo il mio autocontrollo vacilla? Dirgli che Shiori
mi fa rabbrividire e mi fa battere il cuore? Dirgli che mi sono preso una bella
sbandata per lei? No! Non volevo dargliela vinta! Era da mesi che Sasori non
faceva che ripetermi che secondo lui sono cotto di Shiori, se gli avessi detto
la verità mi avrebbe preso in giro fino alla morte! Però…però era stato così
bello! avevo provato così tante emozioni…le mie labbra sulle sue…il suo corpo
sotto il mio…non mi ero mai sentito così vivo e allo stesso tempo estraneo da
me! quella mezz’ora in sua compagnia mi aveva reso…felice! Come se avessi
creato l’esplosione più potente della terra! E da quanto tempo non mi capitava
di essere così felice? Ero sicuro che sarebbe cambiato tutto da quel bacio, che
lei avrebbe capito i miei sentimenti, che saremmo…stati insieme…e invece ho
mandato tutto a puttane! Lei non avrebbe dovuto sentire ciò che ho detto a
Sasori…perché era una grossa, grossissima cazzata! Io non volevo divertirmi…io
volevo solo farle capire quanto tenevo a lei. Merda…bravo, Deidara, meriteresti
il Premio Nobel per la stupidità! E quel regalo…Dio, quanto mi piaceva! Non
solo aveva un ottimo design, una bella forma ed era artistico…ma anche per ciò
che rappresentava e soprattutto perché me lo aveva regalato lei. “Mi metti la
collana, Shi?” chiesi.
“Certo” disse lei
ancora imbarazzata. Mi fece voltare, si alzò leggermente sulle punte e mi mise
al collo la collana. Io rimasi fermo, ascoltando il suo respiro fra i miei
capelli, e sentendo il suo profumo. Sentii un brivido corrermi lungo la schiena
quando mi diede un bacio sulla guancia e mi guardò dritto negli occhi con quel
suo sorriso splendido e soddisfatto. Perché? Perché mi faceva quest’effetto?
Cosa aveva di diverso dagli altri? Guardandola mi ritrovai a pensare una cosa
un po’…strana per i miei gusti. Io…per lei farei di tutto…per vederla
sorridere, per saperla felice. E se lei voleva solo divertirsi con me, se lei è
felice senza me al suo fianco…allora non ho intenzione di dirle ciò che provo.
La metterei a disagio e la rattristerei. E proprio non ne ho voglia. Quando
tornai in cucina, mentre parlavo con Hidan vantandomi del mio nuovo ciondolo
stupendo, notai una cosa che mi lasciò di stucco: sopra il divano galleggiavano
quattro ramoscelli di vischio, attaccati premurosamente al soffitto da Tobi.
Sorrisi. Avevo baciato Shiori sotto il vischio…e non me n’ero reso conto
nemmeno lontanamente! Secondo la leggenda il bacio sotto il
vischio porta l’eterno amore se esso avviene per pura casualità. Se due persone
si baciano sotto il vischio senza accorgersi della sua presenza…ricordavo
le parole di Shiori come se le avessi appena sentite. Inizialmente sorrisi, poi
allontanai quegli assurdi pensieri dalla mia mente. Finalmente fui distratto
dal richiamo di Konan. Da ora di pranzo in poi, prendemmo posto fisso a tavola.
Prima dell’arrivo di Shiori, non avevo mai mangiato così tanto in un giorno
solo! Lei e Konan avevano preparato un pranzo davvero divino. Ogni portata era
migliore di quella precedente, e di tutto ciò che avevano preparato non è
rimasto nulla! La giornata trascorse veloce, fra risate, brindisi e giochi.
Certo, giocare a carte con Kakuzu non è il masso, dato che se perde fa una
sfuriata secolare, ma devo ammettere che tutto sommato era divertente. Inoltre,
non avevo mai visto i miei compagni così sereni. E parlo di tutti loro! Ma
proprio tutti! Perfino Itachi, dopo essersi riappacificato con Shiori si è
mostrato spontaneo e sorridente. E anche Sasori, che fino a questa mattina
aveva istinti omicidi, era lì a ridere e scherzare con gli altri. L’anima del
gruppo, inutile dirlo, era Shiori. Era semplicemente al settimo cielo per aver
riscoperto i piaceri del Natale e si stava godendo la giornata. Faceva battute,
poi prendeva a cantare, poi le veniva in mente qualcosa di divertente da
raccontare, poi prendeva in giro il sottoscritto…beh…parliamo chiaramente…è
stato un toccasana per tutti questa festa. Si, anche per me che la odio! non
avevo mai visto prima Pain, Kisame e Itachi sbellicarsi dalle risate come stava
accadendo. Quel giorno eravamo tornati quelli di un tempo…non più i criminali
membri dell’Akatsuki che vogliono conquistare il
mondo…ma semplicemente noi stessi! Ed è stato davvero bello! nel covo aleggiava
quell’aria…puramente natalizia! Il che è alquanto strano in un covo di
criminali. Però, quella sera, dopo esserci saziati a volontà ed esserci
divertiti così tanto ci addormentammo tutti con il sorriso.
6 Giorni dopo…
BOOOM! Il dolce,
sublime boato…l’odore di zolfo, l’adrenalina che scorre nelle vene, quel
piacere così intenso da sembrare quasi carnale…non c’è modo migliore di
cominciare la giornata se non con un’esplosione. Soprattutto, se è un giorno
così speciale. “Ma che ti salta in mente, Deidara?!” la voce furiosa di Shiori
giunse alle mie orecchie non appena la musicista apparve sulla soglia,
accigliata.
“Che vuoi? Lasciami in
pace…”
“E lasciarti
distruggere il covo? No, grazie!”
“Tranquilla, non lo
distruggo”
“E allora mi spieghi
per quale razza di inutile motivo hai fatto esplodere quel barattolo di vernice
sul letto di Sasori?”
“Suvvia, tanto lui non
lo usa! E poi era un colore così…orrendo! Per niente artistico!”
“Non vorrei deluderti
ma è lo stesso colore dei tuoi occhi…”
“E allora? Sui miei
occhi sta bene, sul suo letto no!” Shiori spostò lo sguardo sull’enorme macchia
azzurro cielo sulle lenzuola di Sasori. Sbuffò e scosse lievemente la testa.
“Lo sai che ti ucciderà, vero?”
“Non se tu mi
proteggi”
“Chi ti ha detto che
ti proteggo?”
“Mi lasci nelle sue
grinfie?”
“Certo che si! Te lo
avevo detto di non farlo esplodere perché serviva a Sasori per le sue
marionette, ma tu non mi ascolti mai!”
“Era un richiamo
così…irresistibile! E poi oggi è il Mio giorno preferito dell’anno! Fammelo
godere!”
Ebbene si! Era il
giorno in assoluto più bello: 31 Dicembre! Ossia, l’ultimo giorno dell’anno.
Perché è il mio preferito? Semplice: posso fare esplodere di tutto e di più,
perché le esplosioni sono alla base di questa giornata! È la giornata più
ARTISTICA dell’anno! Shiori mi guardò, alzando scetticamente un sopracciglio
sottile. “Convinto te…ma ciò non ti salverà da Sasori…e vestiti che fra un po’
si pranza!”
Anche per oggi era
stato preparato un pasto degno di un re, per festeggiare la fine dell’anno.
Come da tradizione avremmo dovuto indossare tutti qualcosa di rosso…ma Konan,
terribilmente distratta dall’aria festiva, facendo il bucato aveva fatto
scolorire tutti i nostri indumenti rossi…come ci sia riuscita, proprio non so
spiegarlo! Shiori si è salvata perché i suoi indumenti se li lava da sé…ma
noialtri abbiamo detto addio a tutto ciò che è rosso. Così, abbiamo optato per
un altro colore: il bianco. Chi si era salvato indossava almeno un indumento
rosso…Shiori, ad esempio, sotto il corsetto indossava una camicetta rosso
acceso. E dire che era bellissima è davvero poco. Io misi la felpa bianca che
Shiori mi aveva procurato e dei pantaloni che mi aveva convinto a comprare
durante la nostra unica maratona di shopping. Il plettro brillava splendido e
artistico sul mio petto. Entrando in cucina, era tutta una distesa bianca e
rossa. Shiori era affaccendata con Konan nella preparazione della tavola. Konan
sorrideva felice, con la sua gonna rossa, e ad ogni occasione baciava
dolcemente Pain che indossava un mai visto maglioncino bianco…quando mai
avevano fatto una cosa simile in pubblico? Mah! “Si, lo so…è da stamattina che
fanno così…” disse Sasori spuntando al mio fianco, con addosso la camicia
bianca che Shiori gli aveva comprato durante il nostro shopping. “Ma
sono…disgustosi!” dissi.
“No, non è vero…sono
carini. Sono usciti allo scoperto, no? Dopo un bel po’ di anni! Vado in camera
a prendere una cosa…”
“NO! Non andare!” dissi
atterrito. Sasori era troppo di buonumore. Se fosse entrato nella stanza e
avesse visto il disastro che avevo combinato sul suo letto, come minimo,
avrebbe scagliato tutte le sue marionette contro di me! Mi guardò stranito.
“Perché non dovrei?”
chiese dubbioso.
“Ehm…perché…ecco…” una
scusa, Deidara! Trova una dannata scusa!
“Perché c’è il
pavimento bagnato! L’ho appena pulito io” disse Shiori. Sia benedetta! Che le
facciano un monumento d’oro!
“Ecco! Esatto! Per
terra è bagnato, uhn!”dissi.
“Ah…ok, ci andrò
dopo…”
Sospirai sollevato.
Mentre Sasori chiacchierava con Hidan, che indossava i suoi nuovissimi
pantaloni rosso fuoco presi in prestito da Pain, io mi avvicinai a Shiori,
ancora indaffarata i fornelli. “Vuoi assaggiare?” chiese indicandomi il condimento
per il sushi. Io annuii, mentre lei mi imboccava. “Com’è?”
“Perfetto”
“Manca sale?”
“No, dico che è
perfetto…”
“Menomale! Sono brava
a mangiarlo, il sushi, ma cucinarlo è un’altra cosa”
Ridemmo entrambi. “Ah,
comunque grazie per avermi salvato da Sasori!” sussurrai al suo orecchio.
“Di nulla. Ho mandato
Konan a cambiare le lenzuola…”
“Grazie! Sei una
santa!”
Le stampai un bacio
sulla guancia, e per un attimo ebbi la vaga sensazione che fosse arrossita.
“Non vale, pure io voglio assaggiare!” disse Itachi, con i pantaloni bianchi in
netto contrasto con la maglia nera e i capelli del medesimo colore. Assaggiò il
riso che stava per assaggiare Shiori
-con l’intento di testarne la cottura-
guadagnandosi un’occhiata truce dal sottoscritto. “Mmh…buono!”
disse. “Brava Shi!” le diede un buffetto sulla testa.
“Solo io e Sasori
possiamo chiamarla Shi…” sibilai.
“Ma sentilo!” disse
Itachi.
“Si da il caso che
questo nomignolo è di invenzione dell’artista: me!”
“E allora? Io lo uso
lo stesso!”
“Non puoi! E comunque
a me ha fatto assaggiare il sushi che è più buono del riso non ancora condito…”
“Il riso era
buonissimo, molto più del condimento senza sushi!”
“No, non è vero!”
“Si che è vero!”
“Oh, ma sta zitto,
Emo-rroide!!”
“Stia zitta lei,
SIGNORINA!”
“COOOSA???”
Shiori rideva di
gusto. “Suvvia, smettetela!” disse ridendo. “Itachi, tu non sei un Emo-rroide,
e Deidara, non sei una signorina, smettetela di fare i bambini”
Mi voltai dal lato
opposto offeso. “Tanto il riso è meglio…”
“No, il condimento del
sushi!”
“Giudica Tobi!” il
mostriciattolo sbucò fra me e Itachi, facendoci indietreggiare entrambi. Si
avvicinò a Shiori e assaggiò entrambe le cose contemporaneamente. “BUONIIIII!”
disse agitando le braccia. “Tutte cose buone! Shiori-chan cucina tanto bene!!!”
“Grazie Tobi!” disse
Shiori carezzandogli i capelli.
“DEIDARA! VIENI SUBITO
QUI!” urlò Sasori dalla nostra stanza. Chissà perché, ma quel tono mi fece
paura. Feci per uscire dalla cucina, mentre Itachi sostava sulla porta
guardandomi con un sorriso sadico. Si fece da parte. “Prego, passi pure,
signorina…” disse.
“Chiedilo a Shiori se
sono una signorina o meno, Itachi…vediamo che ti risponde…” dissi
maliziosamente. Lui sgranò gli occhi e
mi seguì con lo sguardo mentre mi dirigevo in camera. Beh, diciamo che grazie a
Pain tutti, ma proprio tutti, erano a conoscenza di ciò che era accaduto fra me
e Shiori la vigilia di Natale. Nessuno ne aveva mai fatto parola in presenza
mia o di Shiori, ma li avevo sentiti parlare dell’argomento più di una volta.
Con loro non mi ero mai vantato di questo, né avevo mai fatto riferimenti
sull’accaduto…ma non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di mettere a tacere
Itachi. Giunto davanti alla camera, trovai un Sasori livido di rabbia, e una
Konan spaventata spiaccicata contro la parete. Aveva in mano le lenzuola con
l’enorme macchia azzurra. “Mi dispiace, stavo cambiando le lenzuola e lui è entrato!” disse
atterrita. Sasori si voltò lentamente a guardarmi con aria indemoniata.
“Deidara…” sibilò. Io sbiancai. “AIUTOOOOO!” urlai piombando in cucina,
inseguito da Sasori che brandiva la spada di Shiori. Mi nascosi dietro
quest’ultima. “Mi vuole uccidere, Shiori!” piagnucolai. Shiori poggiò una mano
sulla spalla di Sasori. “Suvvia, Saso…lo sai com’è
fatto…non ha resistito! Può succedere, no?”
“Quel piccolo esserino biondo…io lo sviscero!”
“No, non ti agitare!
Sorridi, che sei così carino con il sorriso! Avrai modo di comprare dell’altra
vernice, vedrai!”
A quel punto, Sasori
abbassò lentamente la spada…mi guardò furente un’ultima volta, poi guardò
Shiori e si rilassò, sospirando. “Bravo Saso!” disse
lei. “Fammi un bel sorriso!” suo malgrado, il danna sorrise. Dopo che Shiori si
avvicinò alla tavola per servire il pranzo, Sasori mi sussurrò: “Poi facciamo i
conti” e si accomodò senza aggiungere altro, triste di non potere mangiare
tutto quel ben di ‘Jashin’. Finimmo di pranzare
addirittura alle 16:30 del pomeriggio, e riprendemmo a chiacchierare e giocare
a carte. Anche questa giornata trascorse in fretta, ma io attendevo con ansia
una cosa in particolare…la mezzanotte! Che purtroppo per me, sembrava non
volere arrivare mai! Gli ultimi cinque minuti furono i più lunghi e snervanti!
Tutti si affrettavano a preparare lo spumante e i bicchieri, Pain e Hidan
litigavano per chi dei due dovesse aprire la bottiglia, Sasori non smetteva di
fissare l’orologio regalatogli da Shiori. Tobi era elettrizzato e scorazzava
per la cucina. La tensione si sentiva nell’aria. “Mancano trenta secondi” ci
avvertì Sasori. Shiori mi porse un bicchiere, che afferrai con mani tremanti.
Chissà perché ero così nervoso! Ci riunimmo attorno al tavolo, mentre Pain,
dopo aver minacciato Hidan, stappava lentamente la bottiglia. “Meno 20…” disse
Sasori. L’adrenalina saliva. “10…9…8…” iniziò Sasori. Ad una sola voce fecero il
conto alla rovescia. Io no…tenevo gli occhi fissi su Shiori, al mio fianco, e
avevo un groppo alla gola. “...7…6…” sorrideva, gli occhi fissi su Pain. Era
così che volevo iniziare il nuovo anno: guardando lei “…5…4…” mi sarebbe
piaciuto restare a guardarla così, godendo della sua visione, provando gioia
nel sentire le mie viscere contrarsi “…3…2…” in quel momento pensai una cosa
che mai avevo pensato prima. Ed era la pura e semplice verità “…1…” Ti amo, Shiori!
Il tappo della
bottiglia di spumante schizzò fino al tetto, mentre il covo si riempiva di urla
di giubilo. Shiori si voltò verso di me, con quel sorriso stupendo ed euforico.
Mi abbracciò e mi diede un bacio sulla guancia “Auguri, Dei” mi disse. Lo
spumante, intanto scivolava dentro i nostri bicchieri. Bruciava nella gola,
pizzicava, ma nonostante ciò era buonissimo! Non appena posai il bicchiere,
sentii una mano stringersi attorno alla mia. “Vieni con me” disse Shiori, e mi
trascinò con sé fuori dalla cucina. Corse, aprì l’entrata del covo, e uscimmo
nel gelo della notte. “Dove mi porti?” chiesi, correndo.
“Sbrigati, non c’è
tempo da perdere!” disse sorridendo. Andavamo molto velocemente, tanto che
temetti che Shiori volesse spiccare il volo. Mi condusse su una rupe, alle
spalle del covo. Lì si fermò, con il respiro affannoso per la corsa. A quel
punto vidi qualcosa di colorato illuminare la volta celeste, proveniente da
terra. Poi un esplosione, uno, due, tre, quattro cerchi di colori diversi si
aprirono su di noi, fontane d’oro, d’argento e scarlatte allungarono le loro
braccia verso terra, fino a quasi sfiorarci. Il villaggio ai piedi della rupe,
centinaia di metri più in basso di noi, si colorava e si illuminava ad ogni
botto. I giochi pirotecnici. Shiori sorrise, guardandoli. Io ero letteralmente ammaliato.
Era meraviglioso! Quello splendore, che durava solo pochi istanti, mi faceva
rabbrividire. “Volevo che li vedessi dall’inizio…” disse Shiori con il respiro
ancora affannato. “È mezzanotte e due…ce ne siamo due minuti! Mi dispiace…”
aggiunse. Distolsi lo sguardo dallo spettacolo pirotecnico per guardarla.
Teneva il naso all’insù, guardando anche lei ammaliata il cielo colorarsi di
mille colori. Sorrideva. Nei suoi occhi limpidi si rifletteva ogni esplosione.
Teneva ancora la mia mano, stringendola dolcemente. Era calda, nonostante
l’aria fosse gelida. La tirai leggermente a me e le cinsi la vita da dietro,
inspirando il profumo dei suoi capelli. “Grazie Shiori” dissi. Non la vedevo in
viso, ma sapevo che stava sorridendo. Mise le braccia sulle mie, che la
abbracciavano, consentendomi di stringerla di più, poi cercò una delle mie mani
e intrecciò le dita con le mie. “Auguri Deidara…”
“Auguri Shi…” le diedi
un bacio sulla guancia. Fu in quel momento, sopra quella rupe, sotto il cielo
stellato illuminato dai giochi pirotecnici, tenendo Shiori stretta fra le mie
braccia che capii di aver pensato la cosa giusta: la amavo! E per quanto potevo
negarlo agli altri…non potevo farlo con me stesso. Era così e basta. Si…è così! Io, Deidara, un mukenin di livello S, membro dell’Akatsuki,
Artista di prima categoria…amo Shiori!
Tornammo al covo a
mezzanotte e un quarto, e trovammo l’osceno spettacolo dei nostri compagni che
giravano per tutto il covo sulle note di una musica parecchio allegra, formando
un trenino. Tutti avevano il bicchiere in una mano (tranne Sasori che però
sventolava una bandierina con scritto “buon anno”) e gironzolavano a mo di
conga. Io e Shiori ci guardammo e scoppiammo a ridere. Erano tutti sobri, al
momento, anche se stavano già provvedendo a non esserlo più, e questo mi
preoccupò…voleva dire che quel comportamento era spontaneo. Vedere Itachi che
cantava e ballava con lo spumante in mano mi fece ridere per chissà quanto
tempo. E Sasori…Sasori non poteva ubriacarsi…ma stava ballando nel trenino e
addirittura cantava! E Zetsu! Perfino la sua parte nera cantava! “Dai, balliamo
anche noi!” disse Shiori.
“Scordatelo, uhn!”
“Suvvia, è
divertente!” disse Pain in testa al trenino.
“Buon NATALEEEEEE!”
urlò Tobi dietro Pain.
“Tobi, cretino! Non è
Natale! È Capodanno!” sbottai. Shiori scoppiò a ridere.
“Aaaaaaaaah!
Capito! Buon Caponatale!” urlò Tobi giulivo. Ok,
meglio non considerarlo…rischiavo di picchiarlo il primo giorno dell’anno! Alla
fine, ci ritrovammo tutti (e includo anche me, Sasori e Itachi!) a ballare come
degli idioti, scolando fiumi di spumante che non finivano mai. Ma devo
ammetterlo…era davvero divertente. Verso le due di notte, però, l’effetto di
tutto quello spumante cominciava a sentirsi. Mi girava parecchio la testa e non
ragionavo con lucidità. Eravamo seduti a tavola, e continuavamo a bere, dicendo
cose parecchio assurde. Shiori aveva una paurosa sfumatura rossa sulle guance e
gli occhi lucidi. Ho perso il conto dei bicchieri che ha bevuto! La cosa
peggiore…era che anche lei aveva cominciato a sparare cazzate! Stava finendo di
ridere ad una battuta particolarmente stupida di Hidan. “Ehi, Ehi, Hidan…senti
questa…lo sai com’è nato il puré?” chiese. Hidan
rise.
“No, non lo so!”
“È nato perché un
servo ha sputato al re! Pu…ré!”
Giuro, se fossi stato
in me non avrei riso…ma siccome non lo ero, risi come tutti gli altri, Shiori
compresa. Sasori, l’unico perfettamente lucido, ci guardava spaventato. “Ahahahahah! Shi, lo sai cosa dice un puzzle dopo una notte
insonne? Eh? Lo sai?” chiese Hidan.
“No, cosa dice?”
“Oggi mi sento proprio
a pezzi! Uahahahahah!”
Shiori scoppiò a
ridere sonoramente. Anche io, e tutti quanti. Battuta vecchia e stupida…Sasori
stava per urlare, secondo me…
“Sai, alla mia mammina
piacevano tanto i puzzle!” disse Itachi.
“Si…me la ricordo la
mamma…” disse Shiori.
“Anche io ricordo la
mia! Mi ha insegnato tutto lei!” disse Hidan.
“Già…la mamma è
l’unica cosa che mi fa rimpiangere di essermene andato dal mio villaggio
natale…” disse Kisame. Shiori sorrise.
“Ehi, Hidan…secondo
te…se esiste il villaggio natale…esiste anche il villaggio Capodanno? Ahahahahah!” scoppiammo tutti a ridere, questa volta anche
Sasori.
“Questa è bella!
Questa è troppo bella!” disse Pain ridendo.
Fra le risate si udirono
tre russi…Tobi dormiva per terra, con entrambe le gambe sul divano, Kakuzu era
sotto l’albero di natale, mentre Konan si era addormentata con la testa sul
tavolo e il bicchiere in mano. “Ehi, Deidara prendi l’ultima bottiglia, così le
finiamo…” disse Pain.
“Non mi sembra proprio
il caso!” disse Sasori.
“Oh, sta zitto,
danna!” dissi. Mi alzai lentamente, ma ebbi un forte capogiro, vidi la stanza
al contrario. Camminai verso il frigo, ma inciampai su Tobi e caddi con il viso
per terra, mentre gli altri scoppiavano a ridere. “Shiori, aiutalo!” disse
Sasori esasperato. Shiori si alzò dalla sedia e mi si avvicinò. Si abbassò su
di me, che non riuscivo a muovermi. “Ehilà! Dei-Dei…” mi diede un colpetto
sulla spalla, ma io non mi mossi. “Non sarà mica morto…” disse Shiori.
“No che non è morto,
Shi! aiutalo ad alzarsi!” disse Sasori.
“Va beneeee! Ok!”
E chissà, magari ci
sarebbe riuscita, se non fosse anche lei caduta sulla mia schiena. Scoppiò a
ridere. “Sta russando…dormi, Dei?” chiese. Io non risposi…non ci riuscivo…forse
ero davvero mezzo addormentato…per cinque minuti vidi solo buio. Poi sentii gli
altri ridere. “Shiori…che cazzo ci fai sopra di me?” chiesi con il naso
spiaccicato a terra.
“Ah, boh! Non lo so!”
disse lei.
“Alzati…”
“Ok…”
Dovette farsi dare una
mano da Sasori per mettersi in piedi. Non appena mi alzai, mi resi conto di
essere più lucido. Avevo la mente un po’ annebbiata, certo…ma riuscivo a
ragionare e a comandare di nuovo il mio copro. “Lì c’è del caffé,
amico…prendine un po’ e dammi una mano…” disse Sasori. Seguii il suo consiglio.
Il caffé era caldo e dolce, e dovetti svuotare mezza
caffettiera per riprendere almeno un po’ il lume della ragione. “Dai Shiori, a
letto che è tardi. Vai là dentro, spogliati e dormi” disse Sasori.
“Spogliarmi? Ok!”
Prese a slacciarsi il
corpetto, e lo tolse, rimanendo con la camicetta e i pantaloncini. Sasori si
voltò appena in tempo, e non appena notò che stava sbottonando la camicia, la
fermò. “No! Non qui! In camera!” disse esasperato.
“Ah no? Perché no? Siete
amici, mica mi stuprate!”
“Si, lo so, ma è
meglio se vai in camera, Shiori!”
“Noooo!
Ma io voglio vederla senza! Toglila, Shiori!” disse Itachi. Sasori dovette
fermare nuovamente la ragazza, che aveva ripreso a sbottonare la camicia.
“Cazzo, Itachi, non fare il maniaco” dissi dandogli un potente scappellotto. Se
fosse stato lucido mi avrebbe ucciso, ma per fortuna non lo era. “Dai, Shi,
andiamo in camera” dissi.
“Ecco, tu accompagna
lei, che io penso agli altri, ok?”
“Ok…”
“Ti senti bene,
Deidara?”
“Mi gira un po’ la
testa…”
“Ma sei lucido?”
“Credo di si…”
“Quanto fa 1+1?”
“Quattro!” rispose
Hidan.
“Fa due,
Sasori…”dissi.
“Ok…e cosa è l’arte?”
“Che razza di domande!
Un attimo di effimero splendore! Una sublime esplosione!”
“Ok…stai bene…portala
in camera…e tieni le mani a posto!”
“Si, tranquillo”
sorrisi, poi trascinai Shiori fuori dalla cucina. Il tragitto lungo il
corridoio fu più lungo del previsto. Shiori era un po’ barcollante e si
sorreggeva a me e alla parete. Rideva, parlava di cose senza senso. Una volta
in camera, fece entrare prima me, poi entrò lei e chiuse la porta. Mi guardava
intensamente, gli occhi brillavano di alcol. Girò la chiave nella toppa per due
volte. “Che fai, Shi? Apri…” scosse la testa.
“No” disse.
“Allora dammi la chiave
che apro io…”
Sorrise, poi infilò la
mano dentro la camicia e depositò la chiave all’altezza del seno. “Se la vuoi
prendila, Deidara…” mi spinse sulla sedia e si chinò su di me. Mi tolse la
felpa, lasciandomi con addosso una canottiera nera. Mi guardò e si leccò le
labbra… “Vuoi giocare con me, Deidara?” chiese. Leccò le mie labbra. Io in quel
momento avrei voluto baciarla, dirle ciò che mi premeva…ma non potevo. Mi alzai
e feci per uscire, ma la porta era chiusa a chiave. Mi voltai e mi trovai Shiori
davanti. Mi spinse contro la parete e mi baciò con passione. Io ricambiai il
suo bacio, e assecondai i suoi gesti. Lei scese con la lingua fin sul mio
collo, poi mi privò anche della canottiera e tracciò una lunga serie di baci
ardenti sul mio torace, scendendo sempre di più con le labbra. “Che…che stai
facendo, Shi?” chiesi con il respiro improvvisamente affannoso. “Indovina un
po’…” disse lei. Abbassò di pochi
centimetri i miei pantaloni, e stampò dei baci nel mio basso ventre, così in
basso da essere prossima alla mia intimità. I pantaloni divennero stretti sul
cavallo. Troppo stretti, quasi facevano male. Shiori li sfibbiò, senza mai
allontanare la labbra dal mio bassoventre. Io le poggiai una mano fra i
capelli, il respiro ancora più affannoso, preparandomi a imporle i mio ritmo
qualora avesse raggiunto la mia intimità. Ad un tratto…un barlume! Che cazzo
stavo facendo? No! Non dovevo! Shiori non era in sé, non potevo approfittarne!
La allontanai dai miei pantaloni, con un grande sforzo…la tentazione era così
forte! Lei mi guardò. “Che c’è?” chiese.
“No, Shiori…”
Si alzò e poggiò il
suo corpo contro il mio, opprimendomi. “Perché no? Io voglio farlo,
Deidara…voglio farlo con te” a quelle parole tentennai. Se voleva perché
trattenersi? No, dannazione! Non era in sé! Non lo voleva per davvero! “No”
dissi “Se tu fossi lucida sarebbe diverso…ma visto che non lo sei non voglio
che tu faccia cose di cui ti pentiresti” le poggiai una mano sul viso. Lei la
afferrò e se la portò al seno. “No, Deidara! Io voglio farlo!” disse. La
tentazione…cielo, quanto era difficile respingerla! Il suo seno era caldo e
morbido…indossava quel completino… “Ho detto di no, Shiori!” dissi. La spinsi
delicatamente di lato e mi allontanai da
lei. Abbassò la testa e qualcosa luccicò sul suo viso. “Deidara…è perché sono
brutta?” chiese con voce tremante.
“No, Shiori! Tu non
sei brutta! Anzi…sei bellissima! E mi piaci così tanto…è solo che…non posso…”
dissi. Domani non ricorderà nulla di ciò che ho detto…ma allora perché non
assecondarla? No,Deidara, no! “Non è vero…non ti piaccio!”
“Si che mi piaci,
Shiori! Non sai quanto! E Pagherei perché tu fossi lucida e mi stessi
ascoltando!” indossai di nuovo la canottiera e mi sedetti sul letto, sfinito.
Lei si sedette sulle mie gambe e mi abbracciò.
“Deidara…sei cattivo
con me…” disse piangendo.
“Scusami, ma oggi devo
esserlo…” dissi, carezzandole i capelli. La sua camicetta era aperta, la sua
vita era sulla mia, il suo seno sul mio petto…di nuovo, la lucidità sembrò
volermi abbandonare. Le carezzai il ventre, salendo fino al seno. Le provocai
un brivido. Le asciugai le lacrime con le labbra (quelle fra mento e naso, si
intende), poi scesi sul suo collo, sulle sue spalle. Il suo respiro divenne
affannoso. Mi distesi sul letto, lei sopra di me. Le nostre labbra si
incontrarono, sentivo il sapore delle sue lacrime. Lei strusciava la vita sulla
mia, e di nuovo i pantaloni divennero stretti. Il suo respiro e i suoi gemiti
compiaciuti mentre le toccavo il seno mi eccitavano all’inverosimile. Le mie labbra
si scostarono dalle sue, per scendere sul suo collo, e sul suo seno, dove si
fermarono. “Deidara…” gemette. “Ti prego, prendimi” disse. Io la strinsi a me.
“Facciamolo Dei…ti supplico…per favore…” sentirla che mi supplicava in quel
modo mi eccitò ulteriormente, ma riecco il barlume. Interruppi ogni attività e
la guardai negli occhi, prendendole il viso fra le mani. “No, Shiori”
“Perché no? Perché?”
riprese a piangere.
“Non voglio
approfittare di te! Te ne pentiresti! E io non voglio costringerti a fare cose
che non vuoi fare!” mi abbracciò, poggiando la testa sul mio petto e
singhiozzando.
“Tu non puoi giocare
con me così! Non puoi prima illudermi, baciarmi, toccarmi e poi tirarti
indietro! Non puoi!”
“Scusami, hai
ragione…ma non posso nemmeno fare sesso con te”
“Perché no, Deidara?
Io ti amo…e tu mi tratti sempre male!”
“No…non mi ami…sei
solo sbronza, tutto qui…domani avrai già dimenticato tutto…”
A quel punto mi guardò
dritto negli occhi. Era arrabbiata, ma continuava a piangere. “Questo non è
vero! Io ti amo, Deidara! Ti amo! Perché non mi credi?”
Si appoggiò nuovamente
sul mio petto, riprendendo a singhiozzare. Era una terribile tortura vederla
piangere e sapere di esserne la causa. “Sei solo sbronza…” sussurrai
carezzandole i capelli. “Ti amo” disse fra i singhiozzi, provocandomi una fitta
al cuore. Era ubriaca…era solo ubriaca! Non dovevo illudermi! Mi abbracciò più
forte, bagnando di lacrime la mia canottiera. Ripeté di amarmi un’altra volta,
poi nella stanza cadde il silenzio, interrotto solo dai suoi singhiozzi. Il
tempo andava ad una lentezza assurda…ogni minuto sembrava un’ora. Dopo quella
che mi parve un’eternità, Shiori smise di singhiozzare e il suo respiro si fece
regolare. Dormiva. Mi stringeva così forte da sembrare incollata a me. Sorrisi.
Era così bella! E dopo aver pianto per tutto questo tempo, aveva un’aria così
da bambina…le carezzai i capelli. La presi in braccio delicatamente, badando a
non svegliarla. La misi nel suo letto e la coprii con cura. Vidi qualcosa
scintillare sul suo petto…la chiave! La presi, facendo attenzione a non toccare
troppo Shiori e finalmente aprii la porta. Guardai di nuovo Shiori…mi faceva
tenerezza, poverina! Cercava qualcosa, accanto a sé. Solitamente in quel posto
dormivo io…cercava me. mi sedetti accanto a lei, le presi una mano, facendo
notare al suo subconscio la mia presenza. Lei la strinse e si accoccolò,
portando la mia mano al viso. Ero abituato a vederla esuberante, forte,
determinata…in quel momento invece sembrava fragile e vulnerabile…vederla così mi
fece star male. Come vorrei poterti parlare, Shiori…spiegarti tutto, essere
davvero sincero con te. Farti capire quanto mi stai a cuore…vorrei tanto, ma
non posso…le sistemai i capelli che le ricadevano sul viso, e le carezzai una
guancia. “Ti amo…” quel sussurro uscì dalle mie labbra con non poche
difficoltà…un sussurro così flebile che nessuno lo sentirà mai. Poggiai le
labbra sulla fronte di Shiori. “Buonanotte, piccola mia…” sorrisi. Maledetto io
quando divento mieloso, uhn! È insopportabile essere innamorati! Si pensano
tante di quelle cose stupide! Però…le sensazioni che si provano, sono così
complesse da non poter essere descritte a parole. Dopo averle lanciato
un’ultima occhiata, mi distesi sul mio letto. L’anno appena concluso era stato
un anno strano, bizzarro! Mi aveva portato tante novità…ma la più bella in
assoluto, era stata lei: Shiori. Ripercorsi mentalmente il nostro primo
incontro. Sembrava appartenere ad una vita fa…e dire che sono passati solo
pochi mesi! Con lo sguardo fisso su Shiori,
mi addormentai, sognando una vita felice con lei.
*
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!” oddio! Oddio! Oddio! ODDIO!
“Mmh…Shiori,
non urlare…ho mal di testa…” disse Deidara.
“Che ti prende?”
chiese Sasori.
“Che cosa è successo?
Che cazzo è successo?” chiesi sclerando.
“Sono io che ho
chiesto a te che è successo…”
“Sasori! Spiegami per
quale razza di motivo sono mezza nuda!” urlai. Avevo la camicia aperta e i
pantaloncini sfibbiati. Sono sicura che
Sasori sarebbe arrossito…se avesse potuto. “E lo chiedi a me?” chiese Sasori
nervosamente.
“Io…io non ricordo
niente, Sasori! Oh cielo…non avremo mica…”
“Non con me, puoi
starne certa!”
“Cazzo…non mi ricordo
niente…” mi passai una mano fra i capelli. Ero seduta sul letto a gambe
incrociate…avevo un tale mal di testa! Cercavo di ricordare che cosa fosse
accaduto…ma l’ultima cosa che ricordavo era il trenino conga! “Ahi…che mal di
testa!” mi appoggiai di peso.
“Bevi ancora un po’
che ti fa bene…” disse Deidara sghignazzando. Anche lui era ancora a letto,
seppure sveglio. Gli lanciai un libro centrandolo in testa. “Sta zitto,
stronzetto…”
“Che palle, Shiori, ho
mal di testa, non tirare cose e non urlare…”
“Anche io ho mal di
testa…” affondai la testa nel cuscino e mi coprii fin sopra i capelli, mugugnando.
Ad un tratto, sentii qualcosa nel mio stomaco. “Oh cazzo…” dissi. Lanciai le
coperte e corsi verso il bagno cercando di trattenermi. Ebbi un conato così
violento che per un istante ebbi la sensazione che avrei vomitato anche
l’anima. Deidara rideva. “Mi devi 10 verdoni, Sasori…” disse. Idiota! “Fottiti,
Deid…” non riuscii a finire la frase, colta da un
altro conato. Le tempie pulsavano provocandomi fitte atroci. Inoltre mi
bruciava il petto e lo stomaco. Mi sedetti accanto al water, con la testa fra
le mani…che dolore!
“Tutto ok?” chiese
Sasori facendo capolino in bagno.
“No, per niente…”
risposi.
“Hai finito?”
Stavo per rispondere
di si, ma ecco un terzo conato, violento quasi quanto il primo.
Si…probabilmente nel cesso era finita anche la mia anima! Sasori mi si
avvicinò, mentre, seduta a terra, mi lavavo i denti. Dovevo somigliare ad un
fantasma…mi sentivo stanchissima…
“Giuro che io ho
provato a farti smettere…ma con scarsi risultati…”
“Grazie lo stesso,
Sasori…” risposi. Quando fui sicura che non avrei più vomitato, o almeno non
per il momento, Sasori mi diede una mano ad alzarmi e mi ricondusse in camera.
Deidara non era in condizioni tanto migliori…era un po’ pallido anche lui ed
ero sicurissima che anche lui avesse dato di stomaco prima di me…Sasori mi fece
sedere nel letto di Deidara. “Vado a prendervi una tazza di tè caldo…alternato
all’acqua fredda riesce a smaltire la sbornia…” disse.
“Questa mi è nuova…”
dissi.
“Rimedio della
nonna…cielo, ma quanto era simpatica mia nonna…” disse sarcasticamente uscendo
dalla stanza. “Che mal di testa…” mi lamentai.
“A chi lo dici…”
“Quantomeno tu ricordi
qualcosa di ieri sera, no? Io ho un vuoto totale!”
“Io ho solo ricordi
molto vaghi e annebbiati…”
“Ma li hai! Io temo di
aver fatto qualche cazzata bella e buona…ho questa vaga sensazione…”
Mi guardò in modo
strano. “No, non hai fatto nulla di che…hai sclerato,
ma dopo tutto lo spumante che hai bevuto sfido chiunque a restare lucido…”
“Oddio, ho detto
minchiate?”
“Un bel po’…battute
stupide, e ridevi molto…”
“Ma…ho fatto qualcosa
di sbagliato? Qualcosa che da lucida non avrei mai fatto? Ho fatto del male a
qualcuno?”
Si fermò a guardarmi.
Era uno sguardo che non riuscii a
decifrare. “No…non hai fatto del male a nessuno. Qualcosa che da lucida non
avresti fatto…ridere alle battute di Hidan e tentare uno spogliarello in
cucina…”
“Ho tentato cosa?!”
“Ti ha fermata Sasori,
tranquilla. Poi in camera ti sei ridotta per come ti sei trovata
stamattina…mezza nuda. Ma hai fatto tutto da sola, giuro…”
“Davvero? Cielo, che
figura!”
“Tranquilla! Non ho
guardato…”
“Grazie…però…io
continuo ad avere la sensazione di avere detto qualcosa di sbagliato…”
”No, anzi…sei stata molto…affettuosa, direi”
“Non ci ho provato con
qualcuno, vero?”
“No, non affettuosa in
questo senso…mi hai abbracciato e mi hai detto che mi vuoi bene, tutto qui…”
“Vabbè, questo lo
faccio anche da lucida!”
Lo abbracciai con
forza. “Ti voglio bene!” dissi. Lui sorrise.
“Anche io”
Rimanemmo
abbracciati fin quando Sasori non portò in camera il suo rimedio, borbottando
imprecazioni contro sua nonna. Per quanto Deidara lo negasse, io continuavo ad
avere quella certezza! Ricordavo di aver detto e sentito un ‘ti amo’…ma non so né a chi l’ho detto né di chi sia stato a
dirlo a me! mia mamma diceva sempre che quando si è sbronzi si è più
sinceri…che io abbia detto a Deidara di amarlo? No…spero di no! Anche perchè conoscendolo me lo avrebbe detto e forse mi avrebbe
anche presa in giro. Chissà magari sull’averlo detto mi sbaglio, ma di averlo
sentito sono certa al 100%! Era un sussurro...e beh, forse era un sogno…ma io
quella voce la associo a Deidara…ma si…era sicuramente un sogno…uno splendido,
bellissimo sogno che riflette il mio più grande desiderio…essere amata da lui.
Ero contenta di cominciare l’anno nuovo fra le sue braccia…chi abbraccia
Deidara a Capodanno, lo abbraccia tutto l’anno…ahahah!
Che sono scema! No…forse non sono scema…forse sono semplicemente
innamorata…sorrisi fra me…avevo sempre allontanato da me sentimenti come
l’amore, l’affetto e la felicità…e adesso, proprio io che mi ero sempre
crogiolata nell’odio e nella vendetta…stavo rimanendo vittima de sentimenti che
avevo sempre rinnegato…la vita è così bizzarra! Ma sono felice di non essere
morta dopo essermi messa fra Deidara e quel bastardo di un Anbu…perché
altrimenti non avrei potuto godermi tutto questo…che bel dono, la vita!*
Voilà! Fine capitolo! Finale ac/dc (a ca**o di cane xD) ma come
ho già detto, non sono nel pieno di me, ultimamente. Spero che vi sia piaciuto!
Fatemi sapere cose ne pensate, mi raccomando! Troppo gnocco Sasori con la
camicia bianca…*q* [Therys si fa flash osceni]! Beh, che altro dire? Auguro a
tutti voi un anno nuovo ricco di belle esperienze, serenità, amore, salute,
divertimento e spero che tutti i vostri sogni si realizzino! Auguri dal
profondo del cuore a ognuno di voi! Grazie perché grazie a voi e alla
soddisfazione che mi date leggendo, commentando, dandomi consigli e aggiungendo
ai preferiti le mie fan fiction, mi avete risollevato il morale in molte
occasioni e mi avete fatto capire che forse sono in grado di fare qualcosa di
utile! Grazie perché a modo vostro avete reso + leggero questo pessimo anno
appena trascorso! Vi mando i miei più sentiti auguri! Buon 2009 a tutti! Baci!
*Therys*