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Autore: Half_Feather    09/05/2015    0 recensioni
It is time to act, just act, saying nothing. Silencio.
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Dominique Weasley, James Sirius Potter, Lorcan Scamandro, Lysander Scamandro, Un po' tutti | Coppie: James Sirius/Dominique
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo tre.



«Visto? Te l’avevo detto che erano qui!» esclamò Samantha Rogers, indicando con il dito indice della mano destra la figura di James Sirius Potter, seduto con alcuni dei suoi cugini al tavolo di Grifondoro, in Sala Grande, sorridente come sempre.
Inutile dire che lei e la sua amica, la vivace Alison Skeeter, avessero cercato il ragazzo in lungo ed in largo, nelle due ore precedenti (ovvero, dal termine dell’ultima lezione della mattinata, quella di Incantesimi); a dir la verità, l’avevano già intravisto più volte, ma James era sempre riuscito a sfuggire loro – involontariamente, più che altro. Le due piccole giornaliste avrebbero potuto vincere su di lui e beccarlo per una sorta di intervista durante l’ora di pranzo, giusto quella precedente, ma un piccolo incidente (fossero lodati i primini, i loro incantesimi mal riusciti e la loro pessima mira!) aveva occupato il tempo di Alison che, naturalmente, s’era portata con sé, in Infermeria, anche Sam.
Soddisfatta di essere riuscita ad indovinare dove fosse James Potter, Samantha lasciò uscire dalle sue piccole labbra un sospiro sollevato; sperò che Alison la ringraziasse, che le lanciasse un’occhiata di ammirazione, che fosse soddisfatta di lei; invece no, quella lasciò sull’entrata della Sala Grande l’amica e camminò rapidamente verso il gruppo di Weasley e Potter. Finalmente avrebbe potuto sapere qualsiasi cosa desiderasse! Oh sì, avrebbe conosciuto ogni segreto di James e Dominique!

 

«James Sirius Potter!» esclamò con una voce tanto alta ed acuta, un poco sgradevole, Alison Skeeter, facendosi spazio tra Lucy e suo cugino e sedendosi proprio sulle ginocchia di questo, senza chiedere il suo permesso. «Ti ho trovato, finalmente! Sai, è tutto il giorno che ti cerco!»
A James non piaceva Alison; a James piacevano le ragazze. Fu per questo che, nonostante la giornalista fosse alquanto fastidiosa, decise di parlare con fare malizioso ed un sorriso alquanto sexy dipinto sul volto, quando la salutò.
«Hai un po’ di tempo per me, vero?», chiese lei. Rose fece una smorfia schifata quando vide suo cugino annuire senza farsi troppi problemi. Che citrullo! «Vorrei farti qualche domanda sul tuo rapporto con Dominique!»
Perché, venne da pensare al Potter, lui e Dominique avevano un rapporto? Tutti, a scuola, sapevano – o, comunque, erano riusciti a farci caso – che la Weasley dai biondi capelli non parlava con nessuno dei suoi parenti. Ogni tanto salutava con un cenno della mano ed un mezzo sorriso Albus, poiché apparteneva alla sua medesima Casa, oppure trascorreva qualche minuto con suo fratello Louis. Nessun altro, però, aveva avuto una conversazione con lei negli ultimi anni. Nessuno le aveva riservato un dolce sorriso. O forse sì, qualche volta Molly e Rose l’avevano fatto, ma Dominique non aveva mai ricambiato.
«Be’…», iniziò James, quando una Samantha piuttosto offesa raggiunse il gruppo di ragazzi. “Grazie di avermi aspettata”, avrebbe detto in maniera sarcastica alla sua migliore amica, se solo ne avesse avuto il coraggio. Non che la Rogers avesse paura della sua migliore amica, certo, ma sapeva che lei, se ne avesse avuto intenzione, sarebbe stata capace di darle del filo da torcere, e non voleva, in quel momento, rischiare di risultare debole, rischiare di fare una brutta figura davanti a tutti quegli studenti. Samantha posò la mano – giusto per avere un appoggio – sulla spalla di Hugo Weasley. Il ragazzino, di lei più piccolo di sì e no tre anni, divenne rosso come un pomodoro; si poteva osar dire che il suo viso fosse più rosso dei suoi capelli, tutti spettinati. Il tredicenne guardava la studentessa che aveva quel contatto con lui con occhi spaventati – forse perché la Rogers era carina e si era poggiata proprio su di lui? – e trattenne il fiato per restare immobile. Lo trattenne letteralmente! Pensò che, probabilmente, lei avesse scambiatolo per un oggetto su cui riposarsi e lui aveva da svolgere il suo lavoro da… oggetto su cui essere poggiati? Nessuno si accorse del fatto che lui fosse arrossito tanto, né che il suo viso stesse gonfiandosi come un palloncino, poiché tutte le attenzioni erano sulle due giornaliste.
«Ah, sei qui!», disse Alison, che si era dimenticata della sua amica. «Prendi piuma e pergamena!»
«Che cosa? Mi prendi in giro? Non ce le ho con me!», ribatté questa.
«Allora vai a prenderle, no?»
Il volto della Rogers si colorò del medesimo colore del fuoco, per via della rabbia; strinse anche un pugno, oltre ai denti. Che Samantha avesse intenzione di dire qualcosa ad Alison? Forse. Non si poté mai sapere, perché quella sorta di discussione fu interrotta da un rumoroso scoccare di labbra: Hugo Weasley non ce la faceva più a trattenere il respiro!
Arrossì, questa volta? Oh, era impossibile far divenir il suo viso più rosso di quanto già fosse! Per fortuna, gli occhi degli altri studenti si mossero dal piccolo Weasley e vennero puntati invece su James. Infatti, Alison continuò a parlare, ancora una volta dimenticando la sua amica.
«Dicevamo – Dominique! È vero, secondo te, Jamie, che è una ragazza frivola?»
Il Potter esitò, ma rispose comunque in maniera affermativa, così come fece con tutte le seguenti domande che riguardavano la cugina, i suoi difetti ed il suo orribile carattere.
«Però, una cosa sa farla bene, no?», domandò Alison, adesso lanciando occhiate di intesa a tutti i membri della famiglia che erano presenti in quel momento; oh, ed anche a Sam! «Sa essere lecchina con i professori. Non è vero?»
«In realtà…» intervenne Rose, ma Alison la zittì con un cenno della mano. Doveva essere James a rispondere! Anche Molly strinse i denti, perché nessun estraneo poteva permettersi di parlare tanto male di un membro della sua famiglia – anche se si trattava di Dominique! Insomma, Molly poteva dare della “stronza” a Dominique, gli altri no. Se Alison non venne presa a pugni dalla Weasley mora, fu solo perché James si sbrigò a dire la sua opinione.
«Forse, ma non sono sicuro che lo faccia di proposito. È il suo carattere – e poi guarda che di solito li ignora, i professori. Comunque, per quanto ne so, è molto brava a scrivere.»
«Ah sì?», chiese a gran voce una Skeeter sin troppo curiosa. «Ci siamo già io e Sam, a scrivere, in questa scuola!» Ehy, si era ricordata di Samantha! «Ma non importa, andiamo avanti! Sai quali sono i suoi hobby? Trascorre le notte con tutti i Serpeverde del suo anno e quelli più grandi? E…»
«Per favore!», la interruppe Fred. A Rose si illuminarono gli occhi, con la speranza che il cugino potesse difendere la bionda Weasley. Invece… «Potrebbe farsela anche con quelli più piccoli!», fece, generando una risata di gruppo. Molly e Rose non risero. Lily rise, più che altro, per seguire la massa. Se ne avesse avuto il tempo, James avrebbe coperto le orecchie alla piccola. Così, tra risate e brutte parole sul conto di Dominique Weasley – la quale, tuttavia, ogni tanto venne anche difesa da qualche membro della famiglia – trascorse il tempo. Samantha aveva tolto la mano da sopra la spalla di Hugo e si era fatta spazio accanto a lui, sulla panca. Ogni tanto lo guardò male, perché sentiva le gambe di lui, vicine alle proprie, tremare un po’ – che fosse un chihuahua? – e lui presto abbassava lo sguardo imbarazzato.
Fu circa una ventina di minuti dopo che Alison notò Dominique al tavolo dei Serpeverde e propose di raggiungerla per vedere come si sarebbe comportata in compagnia dei suoi cugini.
«Cosa? No!» strillò Rose, che s’era accorta della presenza, inoltre, di Scorpius Malfoy. «Si spaventerà, quando vedrà una mandria di parenti avvicinarsi a lei! Siamo tanti, siamo… spaventosi!», si inventò, balbettando un po’. «Credo sia abbastanza per oggi, Skeeter!»
Molly la sostenne, dicendo: «Già! Vai a rompere i boccini a qualcun altro!»
A James dispiacque che la Skeeter s’alzò, offesa, dalle di lui ginocchia e, con teatrale indignazione, andò via, chiamando a sé, come fosse il suo cagnolino, l’amica, la quale si sentì costretta a seguirla.
«Perché l’avete cacciata? Cominciavo a divertirmi», furono le parole che pronunciò James. «Aveva un bel sedere!»
«James! Per favore!», lo sgridò, Rose. Perché, perché suo cugino doveva essere sempre tanto idiota? Dopo Albus, era quello che preferiva, ma cavolo, cavolo!, se sapeva essere coglione. «Non ti annoiavano i suoi brutti commenti su Dominique?»
«La maggior parte delle volte aveva ragione. Credo», disse, insicuro, alzando un sopracciglio. «Vuoi difendere Dom, ora?»
«“Dom”?», chiese sorpreso, Fred, spalancando così tanto la bocca che un’intera coscia di pollo ci sarebbe entrata senza problemi.
«Dominique!» si sbrigò a correggersi, James. Non seppe perché la chiamò così. Quando erano piccoli, era solito darle quel soprannome, ma adesso… Insomma, erano anni che non l’usava! Anni che Dominique non era “la sua Dom”!
Qualcuno mugugnò, poi calò il silenzio. Questo venne interrotto solo da un rumore di passi: Albus Severus Potter entrò in Sala Grande e raggiunse il suo amico Scorpius e, inevitabilmente, Dominique. Lei, al tavolo dei Serpeverde, aveva per tutto il tempo nascosto la sua curiosità nel voler sapere cosa stessero mai dicendo i suoi cugini. Il biondo aveva tentato più volte di dissuaderla dal suo volere, riuscendo a non credere alla sua indifferenza, e lei aveva finto più volte che il Malfoy ci fosse riuscito, che lei non volesse più sapere di cosa confabulassero quelli, insieme alla Skeeter e la Rogers!
Al tavolo dei Grifondoro, fu James a interrompere una nuova volta il silenzio.
«Sei tutto rosso, Pomodoro!», disse divertito, guardando il viso troppo colorato di suo cugino Hugo. «Che ti prende?»
Fred non venne in suo aiuto, parlò dopo James. «Occhio, cugino! Quelle più grandi ti fanno fuori in mezzo secondo! Ti sbranano! Non ti conviene guardarla», e si riferì palesemente a Samantha. «Povera, comunque. Sempre a dover subire la Skeeter!», aggiunse. «Sembra la sua schiavetta.»
«Spero che un giorno si farà valere», disse Rose, ma Molly espose la sua, ovvero che entrambe le studentesse le stessero antipatiche – “sul cazzo che non ho”, disse per la precisione – e, per lei, potevano finire agli inferi tutte e due.
«Che ore sono?», domandò improvvisamente Fred, chiudendo quel discorso. «Devo iniziare il mio compito di Incantesimi! Che palle, Janette vuole cominciare subito!»
«Sta’ tranquillo», avvertì James, ricordando quanto amasse studiare la compagna di classe che stava in coppia col cugino. «Tanto farà tutto lei!»
«Almeno tu e Dominique ancora non state lavorando! Hai ancora tempo per spassartela», continuò l’altro, prima di sbuffare.
«Sì, ma, se l’avessi dimenticato, io sto in coppia con Dominique, e lei è…»
«Basta, fatela finita!», sbottò Molly. «Se arriva Louis e vi sente – anzi, se ci sente – ci Schianta l’uno contro l’altro!»
«Che sarà mai!», fece James, ancora con malizia. «Sarebbe un onore spiaccicarmi contro le tue tette, Mollicina!» Tutti risero, meno Molly, che gli diede dell’idiota, si alzò ed andò anch’ella via.

 

Più o meno, terminavano sempre in questo modo le conversazioni in famiglia Weasley-Potter. Meno Dominique, certamente. Pian piano, ognuno di loro abbandonò il tavolo e, con una scusa, se ne andò chissà dove. Rose disse di dover andare in Biblioteca a studiare, quando si alzò in piedi.
«Aspetta!», disse James a gran voce, imitandola e chiedendole se non volesse parlare con qualcuno, prima di andarsene. Quel qualcuno, ovviamente, era Scorpius. Rose scosse il capo, lanciò un’occhiata al suo amato e via camminò. James dovette sedersi di nuovo. Sospirò, guardando la sorella. Cosa poteva fare, adesso? Gli allenamenti della squadra di Quidditch erano stati cancellati e, stranamente, nessun impegno era segnato sull’agenda d’egli. Se ne sarebbe presto segnato uno, per mano di Lucy, che pose una domanda al cugino.
«Non vai da lei?»
«Lei chi?»
«Dominique! Dovete mettervi d’accordo per quel compito!»
«Ah», fu l’unico suono che uscì dalle labbra del Potter. Non aveva la minima intenzione di andare da quella sua cugina e parlare con lei. L’idea lo faceva rabbrividire, in tutta sincerità. Soprattutto perché ormai era passato troppo tempo dall’ultima volta che si erano parlati e, fra l’altro, quell’ultima conversazione non gli era andata affatto a genio. No, James non sarebbe andato da lei, avrebbe atteso che lei facesse la prima mossa e… anh, cavolo! «Sì, hai ragione. Ci vediamo più tardi, ragazzi!»

 

«Ciao principessa», furono le parole che James Potter rivolse a suo fratello Albus. Ignorò, in quel primo momento, Scorpius e la bionda Serpeverde. «Come stai?»
Albus non rispose alla domanda di suo fratello, ma gli riservò un sorriso piuttosto debole e lo salutò cordialmente. Ah, sbuffò anche, il ragazzo dai corvini capelli, ma il fratello maggiore fece finta di non aver udito niente. «Malfoy», disse invece con fare educato all’altro, a mo’ di saluto. Questo non aprì bocca, né arricciò le sue labbra. Fu il turno di Dominique, così verso di lei si voltò; il Potter, però, non perse tempo a salutarla. Lei, naturalmente, non disse nulla. Meglio così, pensò il riccio. Almeno, non ci sarebbe stato nulla di cui discutere. Credette che non fosse il caso di prendere la cugina in disparte e chiederle come organizzarsi per il compito di Incantesimi. James usava comportarsi da boss, quindi prese l’iniziativa di scegliere come cominciare a lavorare in coppia. Non diede tante spiegazioni. Essere circondato da tre studenti di Serpeverde – nonostante uno di quelli fosse il suo adorato fratellino – non creava la più dolce delle atmosfere e l’idea più saggia sarebbe stata quella di scappare subito. Non che si trattasse di fifa, ci sarebbe mancato.
«Ci vediamo tra un paio di ore qui, in Sala Grande. Al tavolo di Grifondoro, preferibilmente. Sarebbe magnifico se tu facessi un salto in Biblioteca e recuperassi del materiale, prima. Io in quel postaccio non intendo starci neanche per un secondo. Porta tanti fogli di pergamena, la mia provvista è scarsissima! Grazie, Weasley», e, immediatamente dopo aver serrato le labbra, James Potter si trascinò via.
«Wow», commentò Scorpius, più gelido di un ghiacciolo, con le sopracciglia alzate, sorpreso alquanto dal comportamento del Potter Grifondoro. Come si permetteva di parlare così a Dominique? E che razza di discorso era? Albus rispose all’amico lanciandogli un’occhiata piena d’amarezza. Quand’egli andò a puntare i suoi occhi verdi in quelli chiari della cugina, si accorse che lei era rimasta come Pietrificata. Se si mosse, scrollando le spalle, fu probabilmente perché si sentì addosso gli occhi di Albus. Sembrava che nessuno avesse nulla da dire riguardo ciò che era appena successo. La bionda ragazza si alzò e chiese il permesso di andarsene, ben educatamente. Albus inarcò un sopracciglio e propose all’amico di fare una partita a scacchi. Che cosa imbarazzante, il silenzio.

Solo due ore. Il gioco, poi, sarebbe iniziato.

 
 
 

«Brava! Per colpa tua non abbiamo scoperto un cazzo!»
«Che ti aspettavi di scoprire?» ringhiò Samantha Rogers ad Alison.
«Qualcosa! Invece… sappiamo solo quello che già sapevamo: un emerito cazzo!»
«Non è stata di certo colpa mia! Smettila di dire sempre che rovino tutto, perché non è così!», volle difendersi la medesima ragazza. «E poi non avevi ringraziato il Potter per tutto quello che ci ha detto?»
«Sì, certo, per fare bella figura!» rispose Alison. «Sai che ti dico? Chiediamo aiuto a mia zita, Rita! Lei, il suo essere Animagus e la sua bravura nel campo del giornalismo potranno aiutarci a spiare quei due ed a scrivere un meraviglioso articolo! Dammi un gufo, una piuma, dell’inchiostro ed un pezzo di carta, così le scrivo!»




———「 Nota dell'autrice. 」

Okay, ho scritto questo scempio in venti minuti, frettolosamente, con il solito chiasso dei cuginetti. Quindi sì, so di aver scritto cavolate. Appena rileggerò il capitolo, giuro che correggerò i possibili erroracci. Perdonatemi! 
   
 
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