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Autore: Mue    09/05/2015    1 recensioni
«Ehi, Folletto Saputello!»
Ecco come nei corridoi di Hogwarts il divino James Sirius Potter apostrofa Emily Hale, Corvonero, anonima, impacciata e senz'altra dote -se dote si può chiamare- che non un'estrema bibliofilia.
Sarebbe un episodio di potteriana impertinenza come tanti altri che Emily è costretta a subire se Stuart Dunneth, suo misantropo e ambiguo compagno di classe, non si trovasse per caso nei paraggi.
Emily, ligia alle regole, timida all'ennesima potenza e avversa a qualsiasi tipo di azione eroica, ancora non sa che questo incontro la coinvolgerà nel vischioso mistero che avvolge il ragazzo e sarà costretta, suo malgrado, a dare fondo a tutte le sue risorse per risolvere quello che, da giallo inquietante, potrebbe rivelarsi invece una storia dell'orrore delle peggiori. E i Potter, con le loro smanie di protagonismo, ovviamente non possono stare molto lontani.
Genere: Generale, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Figli della Pace'
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VIII.
Vittoria e sconfitta


Stuart, nei giorni seguenti, tornò distratto e amichevole come sempre e ricominciò a frequentare i posti accanto ad Emily e Drilla durante i pasti e le lezioni.
Emily non parlò più dell’alone di luce sinistra che aveva veduto nel passaggio segreto, ma non poteva fare a meno di sospettare che Stuart stesse nascondendo qualcosa.
Drilla, dal canto suo, avrebbe volentieri fatto la ramanzina a Stuart per il suo comportamento stupido, ma era troppo agitata per un altro evento: la partita di Quidditch.
Il giorno fatidico dell’incontro tra Corvonero e Grifondoro arrivò perfino troppo presto e, contrariamente a tutte le giornate che si erano susseguite fino ad allora, un timido sole fece capolino tra le nubi, pallido, certo, ma abbastanza per risollevare d’umore Drilla e tutti gli appassionati che avrebbero seguito la partita.
Emily, ovviamente, anche se non poteva annoverarsi tra gli appassionati, avrebbe assistito lealmente tifando, per quanto avrebbe potuto con la sua vocina timida, Drilla e gli altri della sua squadra. Stuart, indeciso, alla fine scelse di accompagnare Emily, terrorizzata all’idea di restare sola in mezzo ad una folla scalmanata di tifosi.
La mattina fatale Tristan Vidal si presentò più fiero e affascinante che mai alla tavola di Corvonero, mandando per un attimo in tilt le funzioni cerebrali di Drilla. E, con grande gioia di quest’ultima, si sedette proprio accanto al gruppetto dei tre amici. Il ragazzo scambiò un cenno del capo con Stuart, quindi fece un sorriso amichevole a Emily e si rivolse a Drilla.
«Pronta per la grande prova?», chiese eccitato.
Drilla annuì. «Dovessero mandare in campo un drago, li batteremo!», dichiarò entusiasticamente.
Tristan sorrise. «Quanto al drago, non saprei, ma c’è Potter. Sinceramente non ho molte speranze sul fatto che Ellen riuscirà a soffiargli il Boccino. Dovremo contare soprattutto sui Cacciatori.» E qui guardò compiaciuto Drilla, che ricopriva appunto quel ruolo e che andò in brodo di giuggiole.
«Fidati di me, Tristan. Tu, piuttosto, non farne passare nemmeno una, di Pluffa!»
Tristan annuì. «Li farò sudare per guadagnarsi qualche punto: ma dobbiamo stare molto attenti comunque.»
Emily, che durante quel discorso aveva fatto vagare lo sguardo sulla sala, lo posò quasi inconsapevolmente sul tavolo di Grifondoro. Jamie Potter e David Steeval, entrambi membri della squadra di Quidditch della loro Casa, ridevano e scherzavano tra loro, apparentemente rilassati. Emily provò per un solo, fuggevole istante il desiderio di poter ascoltare i loro discorsi o, meglio, quelli di Jamie: non sapeva perché ma da qualche tempo -da quando si erano incontrati per la seconda volta in biblioteca- incontrare Jamie nei corridoi e intercettare i suoi sorrisi era diventato insolitamente gradevole. 
Non essere stupida, Emily: non farti incantare anche tu da mister Celebrità, non è proprio il caso. 
Sospirò e tornò ai suoi due vicini, che ora discutevano animatamente della strategia da adottare in campo.
Alla fine della colazione si diressero tutti verso il grande stadio che sorgeva poco lontano dal castello, attraversando il grande prato verde che lo divideva da esso. Drilla era allegra e fischiettava, Stuart ed Emily erano silenziosi.
«Sei davvero sicura che vincerete?», chiese ad un tratto Emily a Drilla.
Il suo fischio si incrinò un attimo e le sue sopracciglia si aggrottarono. «No, la squadra di Potter è molto forte. Sarà dura sconfiggerli.»
«Ma stamattina…»
«Oh, andiamo Emy, non potevo mica dire a Tristan che avevo paura, no? Ma davvero sarà difficile che Ellen riesca a sconfiggere Potter, e se non riusciamo a superarli nel punteggio di centocinquanta punti…»
Le sue elucubrazioni scemarono in un silenzio pensieroso. Evidentemente stava riflettendo sulle possibilità che si sarebbero profilate per Corvonero se fossero stati battuti.
Arrivati agli spogliatoi, Emily e Stuart lasciarono Drilla ai suoi compagni e salirono sugli spalti. Ci volle parecchio tempo per trovare dei posti liberi, ma alla fine riuscirono a trovare due sedie vuote accanto ad Al Potter e Rose Weasley.
Quando Emily si sedette esitante accanto ad Al, questo si girò e le fece un gran sorriso. «Ciao Emily.»
«Ciao Al», rispose lei timidamente. Non sapeva ancora come comportarsi con lui: lo aveva evitato per un sacco di tempo e non gli aveva nemmeno spiegato perché. Doveva farlo ora?
«Mio fratello mi ha detto che ha parlato con te. Era colpa di David, allora, vero?», chiese lui senza mezzi termini.
Emily arrossì. «No, non è colpa di nessuno…», cercò di schermirsi.
Al scrollò le spalle. «Non preoccuparti, David non piace nemmeno a me. È troppo pieno di sé.» Si sporse per guardare oltre di lei. «Ciao Stuart.»
Stuart si voltò, sorpreso. «Ciao Albus», rispose incerto.
Al sorrise anche a lui. «Gran bell’attacco contro David. Complimenti.»
Stuart, stupito, non rispose; evidentemente non sapeva come reagire a quel trattamento amichevole. Emily sorrise tra sé allo smarrimento dell’amico. Ma nessuno poté dire più nulla perché in quel momento Oscar Lotus, professore di Volo, uscì in campo seguito dalle due file ordinate di giocatori, rispettivamente in divisa rosso fuoco e blu oceano.
«Datevi le mani», intimò allegramente Lotus, eccitato almeno quanto i giocatori.
Tristan e Jamie si fecero avanti e si strinsero le mani; Jamie sogghignava ma Tristan, serissimo, non batté ciglio, mantenendo un’espressione concentrata.
I giocatori si disposero.
«In sella alle scope», scandì Lotus, ed entrambe le squadre obbedirono simultaneamente. Emily poté vedere Drilla, feroce nella sua divisa, fronteggiare David Steeval, che sorrideva pigramente, quasi come ritenesse di aver già vinto la partita.
Poi Lotus fischiò e la partita ebbe inizio.
Quattordici figure colorate sfrecciarono nel cielo, talmente veloci da apparire quasi indistinte.
Ellen Galway, Cercatrice di Corvonero e Jamie iniziarono a descrivere ampi e rapidi cerchi e spirali attorno al campo, in cerca del Boccino.
Al si alzò in piedi e incitò il fratello maggiore, che passò a un soffio da loro e mandò un sorriso ad Al e, quando la vide, a Emily.
Intanto il gioco tra i Cacciatori aveva perso le lente fasi iniziali e si era fatto violento. La Pluffa saettava da un giocatore all’altro, quasi invisibile.
Drilla volava molto bene. Evitò con uno scarto agile Austen di Grifondoro e segnò il primo goal nella porta, spiazzando il portiere, Jeffrey. Fece un giro intero del campo con il pugno alzato per festeggiare.
I Cacciatori di Corvonero riuscirono a segnare altri tre goal prima che Steeval, venendo fuori dal nulla, rubasse la palla a Drilla e segnasse dieci punti per Grifondoro. L’ala scarlatta dello stadio scoppiò in un boato di gioia.
Drilla, infuriata per essersi fatta giocare da un elemento come Steeval, ripartì all’attacco. La partita si fece rapida e brutale. I Battitori delle due squadre colpivano i Bolidi senza pietà, non risparmiando nessun giocatore. Quando uno particolarmente violento colpì in pieno volto Derek Wyler di Corvonero, Lotus assegnò un rigore alla sua squadra, che fu messo in rete senza difficoltà.
I Corvonero esultavano. Emily, frastornata da tutto quel caos, guardò il punteggio: centosettanta per Corvonero, quaranta per Grifondoro. Ricordò quello che avevano detto Drilla e Tristan quel mattino. Se segnano ancora tre goal potranno vincere anche se Jamie prende il Boccino, si rese conto.
Stuart, al suo fianco, guardava il gioco, immobile. «Perderanno», disse ad un tratto.
«Perderà chi?», chiese Emily urlando per farsi sentire in mezzo alle urla.
«I nostri», rispose lui nel suo orecchio. «Potter prenderà il Boccino prima, non vedi?»
Emily si voltò a guardare Jamie, ma nel campo non lo vide. Lo cercò con gli occhi e finalmente lo individuò. Era in alto, molto in alto, e stava filando a tutta velocità verso…
«Il Boccino d’Oro», esclamò trattenendo il fiato Al.
Emily guardò il campo. Ellen si era resa conto solo in quel momento di quello che stava succedendo; si era appiattita sulla scopa e stava filando a tutta velocità tallonando Jamie.
«Non ce la farà mai», commentò asciutto Stuart. Ed Emily non poté fare a meno di trovarsi d’accordo con lui. Aveva perso troppo terreno rispetto a Jamie, che sulla sua Firebolt Galaxy saettava velocissimo. Ormai era vicino.
Poi accadde qualcosa.
«NO!», gridarono Rose a Al all’unisono.
Emily trattenne il fiato e si aggrappò a Stuart, a cui si era a sua volta mozzato il respiro.
L’intero pubblico proruppe in un grido soffocato.
York, il possente Battitore di Corvonero, aveva colpito un Bolide un secondo prima che Jamie arrivasse al Boccino. E nel momento stesso in cui Jamie allungò il braccio per prendere la sfera dorata, il Bolide gli arrivò dritto in pieno addome, facendo fare tre giri della morte alla scopa che iniziò a precipitare.
Emily urlò, Rose pure, Al ammutolì. Stuart era immobilizzato al suo posto.
Jamie precipitava, precipitava, precipitava…poi, all’ultimo istante, la scopa si raddrizzò e con una picchiata da brivido Jamie atterrò nel campo erboso con un sorriso misto a una smorfia di dolore, un braccio attorno alla pancia dolorante. Scese a fatica dalla scopa, si guardò intorno per un attimo, poi alzò il pugno, in cui tutti poterono distinguere un bagliore dorato che sfavillò nel sole pallido di quella giornata.
Il silenzio che fino ad un attimo prima aveva avvolto in una cappa lo stadio, si ruppe, e i tifosi di Grifondoro scoppiarono in un boato assordante.
Avevano vinto, centonovanta a centosettanta.
I giocatori in divisa rossa scesero sul prato e quasi saltarono addosso a Jamie. La squadra di Corvonero atterrò a sua volta, lentamente, con la calma dei vinti.
«Coraggio, scendiamo. Drilla avrà bisogno di te», mormorò Stuart a Emily. Lei annuì, dispiaciuta per l’amica, e salutò con un cenno della mano il festante Al.
Raggiunsero Drilla e gli altri nel campo, poco lontano dai Grifondoro che festeggiavano dandosi calorose pacche sulle spalle gli uni gli altri. Tristan sorrideva triste, ma sembrava rassegnato. Drilla, invece, stava dritta con la scopa in mano e guardava disgustata gli avversari esultanti.
Emily le si avvicinò. «Coraggio, Drilla, vincerete la prossima…»
Drilla scostò la mano di Emily, irritata. «Da non credere. Battuta da un essere inferiore come Steeval.»
Quest’ultimo, purtroppo, la sentì, perché si scostò dal gruppo dei suoi compagni e si avvicinò. «Bada a come parli, Corvaccio. Se vuoi dire qualcosa alle persone diglielo in faccia», ingiunse in tono insolente.
Drilla non se lo fece ripetere due volte. «Non ho nessun problema a dirti, Steeval, che sei un testa di Troll e per quanto tu ti sforzerai di migliorarti, rimarrai tale per il resto della tua vita.»
Steeval fece una smorfia strana, mostrando i denti. «Invidiosa, eh? Io resterò un emerito imbecille a vita, ma tu, ragazzetta, resterai una stupida civetta zitella a vita!»
Forse, se Tristan non fosse stato dietro di lei e avesse sentito tutto, se David avesse chiesto scusa subito dopo quelle parole, se Drilla fosse stata di buon umore gliel’avrebbe perdonata. Ma nessuna di queste tre felici circostanze si verificò in quel momento: Tristan sentì tutto, Steeval non chiese scusa ma sogghignò arrogante e Drilla era di pessimo umore.
Perciò risultò piuttosto logico che estraesse la bacchetta dai vestiti di Quidditch e la puntasse feroce contro David. E, ovviamente, fu ugualmente logico che David estraesse a sua volta la sua e la puntasse contro Drilla.
«Ritira quello che hai detto e chiedi scusa in ginocchio!», intimò iraconda Drilla.
«Abbassa quella bacchetta o ti trasformerò in quello che già sei, una stupida cornacchia», ribatté acido David.
Quello fu troppo.
Drilla si dimenticò persino della bacchetta, lanciandola di lato, e si avventò contro David a testa bassa. Evidentemente era l’ultima cosa che il ragazzo si aspettava, perché non fu abbastanza rapido e vacillò, colpito da un pugno dritto alla mascella. Furente, afferrò per il polso Drilla, che cominciò a divincolarsi e calciarlo negli stinchi, facendogli perdere l’equilibrio. Ne seguì una zuffa come mai Emily ne aveva veduta una.
«David, piantala!», urlò Jamie intervenendo nella mischia e prendendosi come ricompensa un colpo in pieno volto.
«Smettila, per favore!», Emily implorò Drilla cercando di trattenerla, ma lei, infinitamente più forte, ebbe facilmente la meglio su di lei e si preparò a ripartire all’attacco.
«COSA DIAVOLO STATE FACENDO?!»
Quebec era apparso tra gli studenti, e li stava fulminando dall’alto della sua statura, minaccioso. Tutti e quattro i ragazzi si staccarono gli uni dagli altri.
«Professore…», iniziò Jamie raddrizzandosi.
«Ti ho interpellato, Potter? NO, e allora taci!» Passò gli occhi dardeggianti sulla scena che gli si presentava davanti e ringhiò. «Ma bene, una rissa in campo! E, guarda guarda, i partecipanti non sono altro che due, e dico due Grifondoro, tra cui tu, Steeval. Stavi discutendo anche stavolta?»
Steeval fece un sorrisetto irrispettoso. «Proprio così.»
Quebec strinse i denti. «Bene, vedo che la scorsa punizione non ti ha fatto passare la voglia di fare il furbo. Vorrà dire che te ne darò un’altra, per vedere se ti passeranno i bollenti spiriti.» Fece girare lo sguardo agli altri tre. «E lo stesso vale per voi. E sarà memorabile!»
Emily e Jamie si scambiarono un’occhiata sconsolata: ecco, ora erano tutti nei guai. Grossi guai.

 

Note:
Se ve lo state chiedendo, sì, Quebec è lo spirito di Piton reincarnato in un uomo più alto, scuro e minaccioso di lui, quindi un malvagio dittatore a pieno titolo.
So di aver creato io stessa David Steeval ma a volte è così irritante che non ho saputo resistere alla tentazione di farlo picchiare da Drilla. Dite che ho esagerato? Ma no!
Aggiorno velocemente perché voglio postare presto anche il seguito ma voi leggete pure con calma e, mi raccomando, lasciatemi tanti bei commenti *-*
Mue
   
 
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