Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Jules_Kennedy    09/05/2015    1 recensioni
Shanks, dopo la morte di Makino, deve gestire due figli scatenati e famelici.
Rufy e Sabo, figli del rosso, non stanno mai lontani dai guai, e la cosa sembra non importargli granchè.
Killer e il suo fratellino Kidd vivono in una tranquillità costruita a fatica, ma sempre pronta a scoppiare.
Corazon cerca una cura per qualcosa che affligge suo nipote Law, impedendogli di essere come gli altri bambini.
Perona ed Ace vivono insieme all'orfanotrofio, quando un giorno lei scompare dalla vita di lui.
Come può un intreccio così incasinato di vite, trovare la propria armonia?
La risposta in realtà, è semplice.
Con un sorriso.
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ace/Rufy, Corazòn, Donquijote Rocinante, Eustass Kidd, Un po' tutti | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law, Nami/Zoro
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Al parco (parte prima)
 
 
-Nami, solo uno!-
-No Rufy, mangeremo i biscotti solo quando avremo finito di studiare.  Usopp, potresti leggere il paragrafo dieci per favore?-
 
-Lo farei Nami, ma Franky ha appena deciso che il mio libro si trasformerà in un'arma di distruzione!-
-E' UN SUUUUUUUUUUUPER AEREOPLANO RINFORZATO!-
-Aereoplani, aereoplani!!-
 
-... Sanji, almeno tu potresti finirla di litigare con quell'inutile testa verde?-
-Ma Nami-swan, il marimo qui presente ha osato dire che le mie sopracciglia sono stupide!-
-Perchè lo sono davvero, biondo ingessato.-
-Yohohohohohoho, Zoro-san sei uno spasso!-
 
Nami lo sapeva che era stata una pessima idea.
 
Cosa diavolo le era passato in mente? Quei casinisti dei suoi amici non erano fatti per stare tutti insieme in una stessa stanza, non se l'intento del pomeriggio era quello di studiare in pace e tranquillità.
No, quelli piuttosto distruggevano la casa e se ne vantavano pure, e considerando l'assenza di sua madre Bellemere e di sua sorella Nojiko, Nami sapeva già su chi sarebbe ricaduta la colpa del disastro.
 
No, pessima idea. Non gliel'avrebbe permesso.
 
La piccola rossa guardò i ragazzini seduti al tavolo con lei, passandoli in rassegna a uno a uno con uno sguardo a metà tra l'annoiato e l'infastidito.
 
Rufy si era appena alzato, cercando per l'ennesima volta di trafugare i biscotti che Bellemere teneva sul frigo, aiutato da Usopp (un ragazzino bugiardo fino al midollo e con un naso stranamente lungo) e Chopper, un castano piccolo e con un'enorme voglia blu sul naso.
 
Franky, un energumeno che nonostante avesse solo otto anni sembrava averne almeno tredici, si era messo in piedi sul tavolo, mettendo in bella mostra i pantaloncini TROPPO CORTI con la sua solita posa "SUPER" (per chi non ne fosse a conoscenza, tale posizione prevedeva le braccia alzate sopra il capo e le mani giunte a pugno, con il busto leggermente inclinato e le gambe oscenamente spalancate).
 
Dall'altro lato della cucina Zoro e Sanji, rispettivamente il verde ed il biondo, se le davano di santa ragione per l'ennesima cavolata sotto lo sguardo divertito di Brook, un ragazzino magro da far paura e con una capigliatura afro spropositatamente grande per la sua stazza.
In sintesi, un gruppetto piuttosto strambo e MOOOLTO vivace.
 
Nami decise che era arrivato il momento di prendere il controllo, e alzandosi dalla sedia con un gesto teatrale, in nemmeno dieci secondi aveva assestato un bel pugno sulla testa di Sanji, Zoro, Rufy, Usopp e Franky, risparmiando Chopper e Brook per paura di ucciderli.
Si sedettero tutti al tavolo, rivolgendo scuse doloranti alla piccola rossa, che soddisfatta, riprendeva a leggere quello che aveva interrotto.
 
Si insultavano e picchiavano, ma in fondo si volevano bene. Nami e Zoro erano amici sin dall'asilo, e la loro strana combriccola si era formata gradualmente negli anni, annettendo personaggi sempre più singolari e pazzi almeno quanto loro.
Sorrise la rossa ripensando a quando quegli uragani si erano abbattuti sulla sua vita, stravolgendola completamente.
 
-Ehi Nami.-
 
L'interpellata si riscosse, cercando di mantenere la calma e raccogliendo le forze per stendere il moro seduto accanto a se una volta per tutte, se avesse detto l'ennesima stupidata. Tutta la dolcezza di quei ricordi si era dissipata istantaneamente, riportando la rossa alla ben più fastidiosa realtà.
 
-Che c'e Rufy?-
-E se dopo aver finito ce ne andassimo al parco a prenderci un gelato gigante?- chiese il moro dopo un po', con occhi luccicanti.
 
Non era per niente in programma.
-Rufy, io non credo che..- iniziò Nami, accorgendosi del silenzio che era calato a tavola. Si voltò leggermente, maledicendosi per ciò che stava per fare.
 
Tutti  la fissavano, in attesa della sua approvazione. Sembravano entusiasti all'idea di poter uscire di casa e divertirsi sotto il sole, ma nessuno aveva il coraggio di fiatare. I pugni di Nami facevano davvero molta paura.
 "Doveva essere un pomeriggio di studio.." si disse la rossa sconsolata, sbuffando alla vista degli occhi dolci che i suoi amici le stavano rivolgendo, sperando di intenerirla. Solo Zoro non aveva sembrato prestare attenzione alla discussione, riverso sul tavolo e con una bollicina al naso.
 
Stava dormendo.
 
La cosa infastidì non poco Nami, che decise di sfogare tutta la sua rabbia sulla testa inerme del verde, il quale dolorante si risvegliò dal suo sonno interrompendo il silenzio estatico che si era venuto a creare, in attesa che la padrona di casa decidesse sul da farsi.
 
-Che diavolo succede? Perchè mi hai colpito??- si lamentò il bambino, rivolgendo occhiate di fuoco alla rossa.
Lei sorrise subdola, issandosi sul tavolo per attirare l'attenzione già alta di tutti i presenti al tavolo.
 
-HO DECISO!- esclamò raggiante, godendo degli occhi supplicanti che si erano posati su di lei.
 
-Andremo al parco... E i gelati li pagherà tutti Zoro!- disse raggiante, ridendo per la reazione scontata del verde, che cercò di fermare i festeggiamenti dei suoi amici per chiarire che non avrebbe comprato il gelato a nessuno, men che meno ad una che lo aveva svegliato picchiandolo. Mentre tutti erano troppo impegnati a gioire e a prepararsi Nami si chinò sul verde, rimanendo inginocchiata sul tavolo e con la faccia a pochi centimetri di distanza da quella dell'amico. Ghignò sinistra, avvicinandosi all'orecchio bucherellato dell'amico.
 
-Mi dispiace Zoro, ma qualcuno deve pagarmela visto che il mio tranquillo pomeriggio di studio è saltato a causa vostra. E visto che stavi dormendo, fregandotene della lezione, sarai tu a pagarne le spese.- sussurrò malefica, estasiata dall'espressione allibita di Zoro.
 
Si allontanò velocemente, scendendo dal tavolo e facendo segno a tutti di prepararsi per uscire, mentre rivolgeva un'ultima occhiata al verde, ancora seduto sulla sua sedia e sconvolto come non mai.
 
SI stranì, Nami.
Se non si fosse trattato di quel testa di legno di Zoro, la piccola avrebbe giurato di averlo visto arrossire.
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Law in realtà non detestava il parco così tanto come si ostinava a fare credere. Quello che lo irritava erano le persone.
Si, quegli stupidi esseri umani che sembravano capaci di catalizzare la loro attenzione verso cose talmente futili e sciocche, che Law credeva gli si sarebbero sciolti gli occhi per il fastidio. Ad ogni modo, almeno c'era un lato positivo nel girare per il parco accompagnato da quei due scalmanati che lo avevano tirato fuori di casa praticamente a forza: il gelato.
 
Il piccolo moro era infatti un goloso cronico, e non aveva problemi ad ammetterlo. Certo, a volte questa sua debolezza finiva per ritorcerglisi contro, ma alla fine chi se ne frega, il gelato è più buono di un libro.
ECCOME SE LO E'!
Si stava gustando con calma il suo cono al pistacchio e nocciola, mentre si guardava attorno con aria annoiata. Aveva perso di vista Penguin e Shachi, ma la cosa non lo preoccupava più di tanto. Li avrebbe ritrovati senza dubbio in quello sputo di parco, e perchè no, magari l'essersi allontanato gli conveniva pure.
 
Si avviò verso uno spiazzo erboso meno affollato e seminascosto dagli arbusti, sedendosi sull'erba e tenendosi le ginocchia al petto. Voleva starsene un po' da solo, Law. Non aveva ancora ripensato a tutto quello che gli era capitato quella mattina, specialmente al suo incontro con il buzzurro dai capelli rossi.
 
Che volgare, sboccacciato e grezzo tipo che era, quell'Eustass Kidd! Non aveva fatto altro che insultarlo e dargli spallate, mollandolo nel bel mezzo della visita dicendogli che si sarebbe potuto arrangiare da solo, accompagnando le sue parole con un bel dito medio. Law non si era fatto impressionare dalla spavalderia dell'energumeno, rispondendo al gesto con altrettanta veemenza ed allontanandosi tranquillamente. Nemmeno gli importava di sentirlo sbraitare dietro di se. Anzi, la cosa lo aveva divertito oltremodo.
 
Law ghignò ripensando alle urla del rosso, dando un'altra leccata al suo gelato. Non si era accorto che qualcuno era appena arrivato a disturbare quell'oasi di pace in cui era immerso, troppo perso nei suoi pensieri, fino a che non vide un piede sfrecciargli davanti il viso, scaraventando il suo cono gelato ormai quasi sciolto nell'erba poco distante.
Il moro si voltò appena, rivolgendo a chiunque avesse avuto l'ardire di disturbarlo un'occhiata che avrebbe fatto rabbrividire anche i morti.
In quello Law se la cavava piuttosto bene, essere inquietante era la cosa che gli riusciva meglio. Si trovò davanti un ragazzino grassoccio e con due occhi insignificanti e stupidi.  Aveva il moccio al naso, e rideva come se gli avessero appena raccontato la barzelletta migliore della sia vita.
 
Gliel'avrebbe fatta passare la voglia di ridere, Law ne era sicuro.
Fece per alzarsi, posando lo sguardo oltre il moccioso e notò (non senza un briciolo di apprensione) che il suo assalitore non era da solo, ma se la rideva insieme ai suoi spocchiosi amici con la puzza sotto il naso, vestiti di tutto punto e con un'espressione di sdegno che fece venire la nausea al bambino. Cercò una via di fuga con gli occhi, consapevole che con la sua stazza minuta avrebbe perso in uno scontro fisico, sebbene sapesse che mettendo insieme i cervellini bacati di quegli idioti non ci avrebbe fatto nemmeno metà del suo.
 
Stupida magrezza infantile.
 
-Ehi, moccioso, non vai a riprendertelo il tuo gelato?- lo provocò il moccoloso, riscuotendolo dai suoi pensieri bruscamente e spingendolo a terra, facendolo finire con la schiena contro l'erba.
-Perchè non vai a prendermelo tu? E magari nel frattempo te ne vai anche al diavolo.- sibilò velenoso Law, ghignando nonostante la situazione di svantaggio palese in cui si trovava. L'avrebbero potuto picchiare a sangue, ma lui avrebbe sempre risposto a tono. Non ce la faceva proprio a trattenersi, e in ogni caso non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da un'idiota qualunque.
La sua risposta non piacque per niente al bullo, che incitato dai suoi amici gli rifilò una pedata dritta nel fianco, mozzandogli il fiato, e poi un'altra e un'altra ancora.
Law nemmeno rispose, sapeva che non avrebbe potuto vincere contro di loro.
Semplicemente, si limitò a ghignare senza sosta, guardando il ragazzino con fare omicida mentre tentava si proteggersi dai colpi.
Faceva male, ma non avrebbe mollato.
 
In fondo, ci era abituato.
 
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-Kidd, io vado da Heat. Tu vedi di non perderti e cerca di non ammazzare nessuno, chiaro? Altrimenti..-
-Si, lo so, mi sequestri la mia roba! Sei palloso Killer, perchè non te ne vai?-
-...Formica.-
-Barbie.-
-Anna dai capelli rossi.-
-Rapunzel.-
-.. TU, PICCOLO SGORBIO! VIENI QUI CHE TI FACCIO VED..-
 
 Non fece in tempo a terminare la frase Killer, che già Kidd se ne era andato via correndo, facendogli la linguaccia e mostrandogli il dito medio. Il biondo rimase allibito, appuntandosi mentalmente di darle di santa ragione a suo fratello quando quell'interminabile pomeriggio sarebbe finito.
 
 Rise di gusto il rosso, sapendo bene che Rapunzel era il soprannome più detestato da suo fratello.
 Corse finchè non si trovò ad una distanza accettabile da Killer, appoggiando le mani alle ginocchia per riprendere fiato.
Il parco era gremito di gente, ma a Kidd non fregava nulla. Lui aveva già in mente il suo obiettivo, avviandosi con passo sicuro verso  la piazzetta dei giochi. Pregustava già il piacere di svitare i cavallucci a dondolo, le giostre girevoli e quanto di meccanico ci fosse in quel posto, per poter aumentare la sua collezione di pezzi di ricambio.
Sebbene preziosissima per il rosso, quella "collezione" altro non era che un ammasso di scarti metallici e pezzi non funzionanti, che il ragazzino si divertiva a rimontare e a studiare.
Prese in mano il cacciavite, giocherellando con l'elsa dell'utensile mentre si guardava attorno. La giornata era piacevolmente fresca e soleggiata, richiamando in quel piccolo fazzoletto di terra l'intera popolazione di Sabaody.
 
Bambini, adulti, chiunque avesse voglia di godersi quell'insperata giornata di marzo si trovava li, chi passeggiando, chi semplicemente standosene al sole a godersi il tepore.
Notò in lontananza una bambina che non aveva mai visto in giro, camminare mano nella mano con il padre mentre ondeggiava la sua chioma rosa al vento, ridendo per qualcosa che probabilmente il rosso non avrebbe mai scoperto.
Sorrise Kidd, ripensando a come anche a lui piaceva fare passeggiate con sua madre, quelle poche volte in cui lei se la sentiva e stava bene. Camminavano per ore senza una meta, mentre il rosso le raccontava tutto quello che avrebbe costruito una volta diventato grande, felice dell'approvazione che la madre ci metteva nel commentare tutte le sue idee.
Un nodo si formò nel suo stomaco, mentre gli occhi iniziarono a farsi sempre più lucidi. Kidd non pensava mai ai suoi genitori, perchè quando si era visto strappare via da loro tutto quello che era riuscito a fare era soffrire in silenzio, un po' per se stesso, e un po' per non far intristire ancora di più Killer che nell'incidente ci era andato molto più fregato di lui.
 
Ricacciò indietro le lacrime, inghiottendo un boccone amaro e rinchiudendo i suoi pochi ricordi in un angolino nascosto della sua memoria, dove non avrebbero fatto più male.
 
Ci pensava raramente a sua madre, e ogni volta che succedeva non poteva non sentirsi così.
Gli mancava da morire, e nulla avrebbe cambiato la realtà.
 
Si accorse dopo un tempo indefinito di essersi allontanato dal sentiero che conduceva verso il parchetto giochi, ritrovandosi in una zona del parco che non aveva mai visitato.  Una serie di arbusti fitti coprivano l'ingresso di una piccola radura, dove sembrava che qualcuno stesse giocando. Decise di avvicinarsi, più per noia che per altro, sbirciando da dietro un tronco.
 
Ciò che vide lo stranì e non poco.
 
Un gruppo di mocciosi della scuola per riccastri di Sabaody, la Marijoa, incitavano un grassone col moccio al naso mentre pestava a pedate un ragazzino, che non sembrava nemmeno provare a opporre resistenza.
Scrutò meglio la vittima di quegli idioti, sgranando gli occhi. Aveva già visto quello stupido cappello a macchie, e anche se non poteva vederlo in faccia il fastidio che aveva provato la mattina si fece sentire con tutta la sua forza.
Non c'erano dubbi, quello era lo stupido Trafalgar Law.
 
Hm.
Il rosso ci pensò un attimo, chiedendosi qualcosa di molto ovvio. 
CHE CAVOLO CI FACEVA LI TRAFALGAR LAW? 
Ma sopratutto, perchè diamine non si difendeva? Kidd sentì prudere le mani, con un inspiegabile voglia di prendere a pugni quel branco di fessi.
Erano senza dignità.
Lui era uno che faceva a botte spesso, non si poteva proprio definire un santo, ma sapeva che non aveva senso accanirsi contro qualcuno che non poteva difendersi (o che perlomeno nemmeno ci provava).
Guardò ancora il corpicino di Law che si contraeva ad ogni pedata,  e in un momento, si rese conto di quello che doveva fare.
 
Non seppe mai il perchè di quel gesto folle, ne mai se lo chiese.
Sapeva solo che doveva agire.
Decise di uscire dal suo nascondiglio, scrocchiandosi le nocche e ghignando sinistro.
Ci sarebbe stato da divertirsi. 

 


ANGOLO AUTRICE
Ce l'ho fatta *^* mi sento trooooppo felice. Volevo pubblicare qualcosa, ma dato che il capitolo del parco è molto importante ho deciso di dividerlo in parti. 
Quindi non preoccupatevi, i prossimi capitoli arriveranno presto (spero), e se non dovessi farcela domani, li pubblicherò stanotte stessa u.u 
P.s, quanto è carino Kidd che va a salvare Law? :'3
Okay basta, sclero finito. xD Al solito vi aspetto al prossimo capitolo, e mi scuso se questo è un po' esiguo, ma mi rifarò con il prossimo, promesso :D 
un bacio, Jules <3
   
 
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