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Autore: Kylu    10/05/2015    2 recensioni
“Ci sono” esclama in quel momento Potter l’Idiota.
“Se non riesci a finire il giro o se ci metti secoli… dovrai baciarmi!”
Improvvisamente scoppio in quello che è un incrocio tra un attacco di tosse e una risata isterica. Alice mi batte affettuosamente sulla schiena mentre tutti gli altri scoppiano a ridere.
“Io COSA? Potter, ti sei completamente rincogli…”
“Paura, Evans?” mi interrompe lui.
Io mi riprendo, mi rimetto in equilibrio sulla scopa, gli lancio un’occhiataccia al cianuro degna della McGrannit.
“Ti piacerebbe…”
“Allora è fatta” sorride lui. “Se riesci a fare un giro del campo in volo puoi schiantarmi. Se non ci riesci, dovrai baciarmi”.
Una stupida scommessa.
Una stupida scommessa e inizia tutto.
Una stupida scommessa tra l'arrogante James Potter e l'orgogliosa Lily Evans.
E tra Mangiamorte pronti all'azione, misteri e paure, ma anche risate, avventure e appuntamenti, il gioco è fatto.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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La prima sensazione che avverto è un dolore pulsante alla testa.
La seconda è un peso sulla gamba. Ahi.
Apro gli occhi. Per un attimo vedo un milione di puntini neri ondeggiarmi davanti, poi focalizzo un ambiente familiare. L’infermeria.
E una testa di capelli rossi in fondo al mio letto.
“Piccolo giglio?” chiamo con voce roca.
Lei si riscuote, e presto i suoi occhi meravigliosi sono nei miei, preoccupati.
Oh, è così magicamente stupendo.
Preoccupati…
Non arrabbiati, non schifati, non pieni di rimprovero come al solito.
“Potter! Sei sveglio, per Merlino!”
“Consatazione intelligente. Senti, piccolo giglio…”
“Oh, eravamo tutti così preoccupati, voglio dire, ovviamente ho riconosciuto lo schiantesimo di Severus, ma non sapevo quanto- ”
“Piccolo giglio?”
“…E poi Sirius lo ha mezzo tartassato di incantesimi finché lui non è scappato via, credo che ora sia nel suo dormitorio, non so proprio cosa-”
“LILY.”
Finalmente si ferma e mi guarda.
Vedo già nei suoi occhi che si aspetta una mia stupida battuta. Ne ha bisogno, forse.
Il mio è, modestamente parlando, uno di quegli umorismi così fantasmagorici da saper sollevare il morale generale in qualunque situazione.
Aggrotto le sopracciglia. “Fantasmagorico” è una parola, vero?
“Lily, per quanto sia sicurissimo che le mie fantastiche gambe siano più comode di una qualunque sedia imbottita dell’infermeria e del mondo intero, mi si stai bloccando la circolazione. Potresti spostarti, tipo, tra le mie braccia, se ti va…”
Lily si alza di scatto e si allontana di due passi, come se si fosse scottata.
  O meglio, mi correggo, come se si fosse ricordata che il fuoco brucia.
Per un attimo mi guarda malissimo, poi sembra rilassarsi.
“Come ti senti?”
“Come se un grosso, viscido vermicolo Mangiamorte mi avesse affatturato in un vile gesto degno della sua nobile casata” rispondo.
Nah, suona troppo serioso.
“Voglio dire. Chi altro se non una testa di Nargillo avrebbe volontariamente rischiato di rovinare il mio meraviglioso viso?” aggiungo.
Così va meglio.
Lily storce la bocca, ma non dice nulla. Probabilmente non ritiene opportuno litigare con un tipo che si è appena fatto schiavellare la testa dal suo ex migliore amico.
Neanche se quel tipo è il suo adorato tesoro, alias io.
Poi mi viene in mente una cosa.
“Lily, tu odi stare in infermeria” osservo.
Lei alza le sopracciglia. “E allora?”
“E allora, sei di tua volontà in un posto che non ti piace per stare con me?”
“Ero pronta a festeggiare la tua dipartita” risponde lei buttandosi i capelli su una spalla con fare altezzoso.
“La mia che?”
“Dipartita, Potter. Quella cosa che rischi ogni volta che mi chiami ‘piccolo giglio’ o mi chiedi di uscire.”
Scoppio a ridere. “Magari in classe facessero esempi così pratici! Comunque, sul serio, puoi andare via, giuro che non vado a cercare Mocciosus, se è questo che ti preoccupa”
“Non chiamarlo Mocc…” comincia, per abitudine, poi si ferma e sospira. “Black viene qui tra poco, così me ne vado.”
“Ma decidere di chiamarci per nome, una volta tanto?”
“No.”
“Oh, giusto, solo Mocciosus ha il privilegio di essere chiamato con il suo disgustoso nome…”
“Smettila di dirgliene su.”
“Cosa? Lily, il tuo fantastico amichetto mi ha schiantato in un corridoio buio senza che avessi pos-”
“Non l’avrebbe fatto se tu non l’avessi seguito!”
Oh. Questo fa male. Pensavo che avesse capito, prima.
   Per la prima volta mi ritrovo a pensare che forse, davvero, io e Lily non siamo fatti per stare assieme.
Io sono fantastico, intelligente, oggettivamente bellissimo e simpatico come pochi altri. E lei è la ragazza per me.
Ma magari io non sono il ragazzo per lei.
“Va’ da lui, allora” le dico con aria impassibile. “Va’ dal tuo Sev-sev, ti starà aspettando, povero piccolo cucciolo spaventato dal brutto e cattivo Potter…”
Lei alza il mento, combattiva come sempre, e so che non sarà una bella scena.
Non può semplicemente arrossire e sorridere timidamente come le altre ragazze?
No.
E’ anche questo che mi piace così tanto di lei.
“Bene” dice, e la sua voce vibra di indignazione. “Bene. Sai cosa? La nostra scommessa finisce qui”.
Ehm. Non era decisamente la reazione che mi aspettavo. Che diamine centra la scommessa adesso, per Morgana?
Poi capisco.
E’ che per me è così naturale cercare di starle vicino, guardarla, da dimenticare che non fosse per quella scommessa non staremmo nella stessa stanza al di fuori delle lezioni scolastiche obbligatorie.
“Ah. Ora è chiaro. Prima mi stavi venendo a cercare per quello. E anche ora… Sai cosa? Io non ho più parole. Ci rinuncio.”
Lei rimane semplicemente sbigottita.
“Ci… rinunci?”
Pondero l’idea di mentire e cominciare a fare il prezioso. Come dice quel proverbio babbano? In amore vince chi fugge…
“Lily. No, e lo sai. Solo che… Boh, forse non ne hai idea, semplicemente. E io non so come farti capire che oltre al coglione decerebrato che pensi che io sia, sono anche altro.”
Lei alza gli occhi al cielo e si avvia verso la porta con passo veloce. Madama Chips non c’è, forse è nel suo ufficio.
Prima di poggiare la mano sulla maniglia, però, esita, e si gira di nuovo verso di me.
“Forse lo so già” dice pianissimo.
Poi sparisce.
 
 
Chiudo la porta dell’infermeria e ci appoggio contro la schiena.
Che diamine di corno di Erumpent mi è saltato in mente di dirgli quella cosa?
Oh, perché la parte razionale della mia mente ogni tanto decide di trasferirsi alle Bahamas?
Sirius compare in fondo al corridoio, il solito sorriso furbesco dipinto in faccia. Tra i capelli neri perennemente disordinati, il ghigno arrogante e l’enorme egocentrismo che li caratterizza, lui e Potter potrebbero davvero essere fratelli.
“La dolce donzella si allontana dal capezzale del giovane eroe?”
Ecco, sono persino egualmente idioti.
“La brava donzella si allontana da un bimbo cretino per evitare di essere contagiata” rispondo alzando gli occhi al cielo “E si dirige verso lontani luoghi di pace e tranquillità.”
“E ove si collocherebbe tale loco ameno?” mi chiede con un nuovo sorriso. “Affinché io possa riferirlo al suddetto bimbo cretino… A quanto si dice, certe brave donzelle dovrebbero pensare due volte prima di certe scommesse…”
“Black! Te l’ha detto!” esclamo indignata.
Lui ride.
“Ovvio… Ma prima di rientrare per picchiarlo: Mary ti stava cercando. Ha detto che ti avrebbe aspettata in Sala Comune con le altre.”
“Ah, okay. Per questa volta la morte di Potter potrà aspettare, allora” rispondo, e me ne vado borbottando insulti su quel decerebrato dalla stessa utilità di un paramecio.
 
 
“Jami? Cosa hai fatto alla Evans, per le mutande della McGrannit?”
Sirius entra in infermeria pochi minuti dopo da quando è uscita Lily e si butta sulla sedia accanto al mio letto, per poi sprofondare le scarpe infangate nelle candide lenzuola.
“Oltre ad averla fulminata con il mio splendido sorriso e le mie migliori doti da cercatore figo e irraggiungibile?”
“Ha appena detto che tua morte poteva aspettare! E non ti chiama neanche più Idiota Potter! Comunque, ti ho portato una scorta di Cioccorane e pasticcini sgraffignati in cucina…”
“Come faccio a mangiare dopo che hai nominato le mutande della McGrannit, Felpato?”
“Oh, Ramoso, la mia sola aulica presenza scaccerà le terribili visioni della nostra Minerva in tang-”
“NO! Questo non lo puoi dire, sul serio, o sarò preso da spasmi tipo Peter davanti a del sapone…” rido, ma mi blocco subito, e guardo Sirius seriamente per la prima volta da… Da quanto? Un secolo, immagino.
“A proposito di Peter, Sirius… Vi devo parlare.”
 
 
 
E’ notte fonda, ormai.
Dal mio letto a baldacchino riesco a scorgere uno spicchio di cielo attraverso la finestra aperta.
Ho sempre amato guardare le stelle. E’ l’unico momento in cui smetto di essere la Lily energica, battagliera, e accolgo quella parte di me che ha poche occasioni di presentarsi durante la giornata.
Qui, al sicuro nel Castello, è così facile perdersi tra impegni, lezioni, pseudo-drammi adolescenziali.
E’ così facile, per esempio, dimenticarsi che là fuori il mondo magico si sta preparando ad una guerra.
Capisco che questa notte il sonno non verrà a farmi visita. Non importa. Posso saltare le lezioni anche domani.
Mi lascio sfuggire una risatina tra l’isterico e il divertito. Da quando Lily Evans non è più la brava studentessa diligente che è stata per sei anni?
Indosso una felpa sopra la maglietta del pigiama e infilo un paio di ciabatte che Alice ha lasciato accanto al letto. Poi esco dalla stanza in punta di piedi.
La Sala Comune è stata evidentemente già riordinata dagli Elfi. Le poltrone sono state risistemate accanto al fuoco, i libri abbandonati raccolti in pile sui tavoli, le pergamene arrotolate sparite. Le ultime fiamme del fuoco ormai morente rischiarano il camino.
E accanto ad esso…
“Minus? Che diamine fai lì?” esclamo sobbalzando.
Minus è inginocchiato accanto al fuoco, la bacchetta abbandonata sul tappeto.
Al suono della mia voce si alza di scatto e si irrigidisce, le pupille dilatate.
“Chi, io? No, mi era caduta una… Una piuma prima, e stavo controllando che non fosse sotto qualche sedia, perché non la trovo più…” mi dice, balbettando un po’ come suo solito.
“Si, okay, alle due di notte ti alzi per cercare una penna.”
“Non riuscivo a dormire, e allora ho pensato che… ho pensato…”
“Perché, Codaliscia, tu sai pensare?”
Sento alle mie spalle la voce di Remus.
Mi giro e gli sorrido. Mi chiedo, per l’ennesima volta, come faccia un ragazzo d’oro come lui a starsene con quei tre deficienti dei suoi amici.
“Oh, Remus” piagnucola Minus. “Stavo giusto tornando in camera per chiederti un favore. So che sei prefetto, ma non è che potresti lasciarmi andare a trovare James, adesso? Sirius non è più tornato e potrei cominciare a preoccuparmi…”
Lui alza le sopracciglia. “Ero convinto che Sirius fosse con Mary. Non è con lei?” mi chiede.
Io scuoto la testa. “Mary è in camera a dormire…”
“Allora, posso andare, posso?” fa Minus con la sua vocetta untuosa.
“Si, va bene. Ma fa’ in fretta e non farti beccare da Gazza, o darà la colpa a me…”
Minus annuisce e blatera qualcosa di incomprensibile, poi esce dal buco del ritratto.
Remus si volta verso di me.
“Non riuscivo a dormire” mi giustifico io, prima che me lo domandi. “Sono scesa per fare due passi o leggere qualcosa e ho trovato Minus… Non lo so” aggiungo. “Era così strano… Quando mi ha sentita ha fatto un salto e sembrava terrorizzato. Era inginocchiato davanti al fuoco, come se… come se…”
Spalanco gli occhi improvvisamente.
Remus si passa una mano sul viso e annuisce.
“Ascolta, Lily. Pensavamo di dirtelo domani. C’è qualcosa che non quadra con Peter. James ha raccontato a me e a Sirius che, appena prima di essere schiantato da Piton, ha visto per un attimo Peter dietro l’angolo. Come se avesse dovuto incontrarsi con lui ma, vista la situazione, se la fosse svignata.”
Io rabbrividisco.
“Eravamo d’accordo per stasera” continua lui. “Sirius è rimasto qui fuori. Se Peter avesse cercato – come ha fatto – una scusa per uscire… Beh, Sirius ha il mantello di James e in questo momento lo starà seguendo.”
“Non… non è possibile che stesse cercando di mettersi in contatto con qualcuno con la Polvere Volante, vero? Adesso, dico”. La mia voce risuona flebile e preoccupata. Non sembra nemmeno la mia.
“Non ne ho idea. Ma immagino che, a meno che Peter non stia davvero andando in infermeria, entro domattina sapremo qualcosa di nuovo.”
“Ma… Ma, voglio dire, Minus è nei Grifondoro, no? Anche ammettendo che… Cioè, voglio dire, lui dovrebbe essere uno… uno dei buoni, insomma.”
Posso sopportare – forse – l’idea che per esempio tra i Serpeverde ci siano delle persone orribili. Ma essere traditi da Minus sarebbe qualcosa di ancora più orribile.
Quasi quanto scoprire che il proprio ormai ex- migliore amico è un Mangiamorte.
Remus non risponde. Apre le braccia e io mi ci tuffo senza esitazioni. Perché lui si che è uno di quegli amici che non potrebbero mai farmi del male.
 
 
“Stai dicendo che quella schifosa mezzosangue ficcanaso della Evans ti ha visto?”
“N-no, non penso. Cioè, no. E' spuntata dal nulla mentre stavo per provare a mettermi in contatto con lui come mi avete chiesto di fare, ma io ho inventato una scusa e…”
“Sei un deficiente. Di UNA cosa dovevi occuparti, e solo perché utilizzare sempre lo stesso camino per scambi di informazioni così importanti sarebbe da idioti completi. Non credi che abbia sentito nulla, quindi?”
“No, no, non dovrebbe…”
“Potrebbe in ogni caso essere un pericolo. E in più è nata babbana…”
“C-cosa intendi di-dire?”
“Intendo dire, testa di schifo, che una Sanguesporco in meno non sarebbe un problema. Soprattutto se rischia di metterci i bastoni tra le ruote. Quanto detesto voi Grifocessi... Sempre ad occuparvi di cose che nemmeno riuscite a comprendere…”
“E… e quindi cosa dovrei fare, io?”
“Oh, penso tu abbia inteso perfettamente.”
  
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