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Autore: TheIrishKiss    10/05/2015    0 recensioni
Esistono molti tipi di favole.
Ognuno di noi ne conosce almeno una.
C'è quella dove una sguattera perde la scarpetta di cristallo, quella dove una sirena decide di rinunciare alla voce per poter camminare e quella dove una bambina avventurosa finisce nella pancia del lupo per aver portato le focaccie alla nonna..
Ma cosa succede se in una di esse.. mettiamo un trent'enne giocatore d'azzardo dalla vita alquanto scombussolata.. e una bambina di cinque anni??!
Genere: Comico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora..

Perché voi riusciate a capire perfettamente come è avvenuta la mia “trasformazione” dobbiamo schiacciare il tasto rewind e tornare indietro di qualche anno.

Mancava circa un mese al mio 33esimo compleanno.

E io..

Io ero solito festeggiare ogni sera come già lo fosse!

O meglio.. come se fosse l’ultima.

Ogni notte un locale diverso..

Un drink diverso..

Una.. pasticca.. diversa..

E, ovviamente.. una donna diversa.

Non c’era nessuno in tutta la Providence dei bassifondi che non mi conoscesse!

Io ero il solo.. unico.. inimitabile.. e assolutamente irresistibile..

Charlie Lorence Bauman!

Io ero l’anima della festa!

I locali si prendevano a botte per avermi!

Altroché Tony Manero!

Altroché Elvis Presdley!

Io ero il Re!

Io ero il diavolo della pista da ballo!

Io!

Ero bellissimo!

Ma che dico bellissimo! Ero favoloso!

E il verbo al passato non indica che io non lo sia anche tutt’ora, intendiamoci!

Ma allora..

Allora brillavo di vera luce propria!

E credetemi.. non pecco di arroganza.

Nessuno che entrava nel locale a cui avevo generosamente concesso la mia presenza poteva resistere alla tentazione di posare gli occhi su di me!

E io, modestamente, mi crogiolavo nello splendore della mia tanto agognata fama come una lucertola nel sole del deserto.

Quella sera, come tutte le sere, feci il mio ingresso all’interno del locale con il passo lento e sinuoso di un felino.

Con un gesto studiato di una mano mi tolsi gli occhiali da sole, che portavo anche se era ovviamente buio pesto, e con l’altra mi sistemai all’indietro un ciuffo di capelli scuri, mentre al mio passaggio tutti gli sguardi si voltavano automaticamente verso di me come se fossi illuminato da un cono di luce fluorescente e le ragazze ammagliate svenivano ai miei piedi.

Letteralmente.. è successo più di una volta.. siete liberi di non credermi ma è così.

Comunque, cosa stavo dicendo.. ah, ecco sì..

Quella sera, mi diressi come al solito al bancone del bar dove lanciai al barista un occhiata carica di determinazione e ordinai un drink per poi voltarmi, appoggiarmi al bancone con la schiena e perdere distrattamente lo sguardo tra la gente febbricitante che affollava la pista da ballo.

La musica disco pompava attraverso le casse dello stereo che a stento sembravano riuscire a contenerla mentre un DJ chiaramente strafatto grondava sudore da sopra la sua piattaforma illuminata.

Mi portai il bicchiere alla bocca ed assaporai lentamente il sapore dell’alcool per poi farmelo scivolare in gola.

All’improvviso sentì il leggero e delicato tocco di una mano sfiorarmi la schiena.. e non potei fare a meno che sorridere.

Non avrei potuto confondere il tocco di una mano femminile nemmeno tra mille altre cose.

Lentamente mi girai e di fronte a me mi ritrovai la più bella visione che io avessi mai visto.

Occhi grandi e luminosi, labbra morbide e disegnate, capelli biondi che ricadevano morbidi sulle spalle magre e due gambe che arrivavano fino al mento.

In poche parole.. una gnocca di prima categoria!

Mi guardava sorridendo con il suo fare deliziosamente malizioso.

- Ciao, Charlie - gracchio con una voce talmente acuta che superò il livello della musica.

- Ciao..- risposi lanciandole uno dei miei sguardi migliori.

Lei mi guardò per qualche istante, poi la vidi accigliarsi.

- Sono Dana! - esclamò - Ti ricordi di me?! -.

Ovviamente no!

Se avessi dovuto ricordarmi tutte le ragazze che mi portavo a letto allora sarei dovuto finire di diritto tra i Guinness World Records.

Ma.. sapete com’è.. infondo ero sempre un signore.

E in alcune occasioni è molto sconveniente essere così sinceri.

Molto meglio mentire spudoratamente!

- Ma certo!!! - esclamai - Come potrei scordarmi di così tanta meraviglia!! -.

Allungai una mano per afferrare la sua e senza spostare lo sguardo dai suoi occhi me la porta alla bocca.

Appena le mie labbra sfiorarono la sua pelle la vidi scuotersi come se percorsa da un brivido e scoppiare a ridere mentre le guance le si arrossarono.

Sorrisi compiaciuto e mi avvicinai lentamente.

- La fantastica, unica, meravigliosa, Donna..-.

- Mi chiamo Dana..-.

- Oh, fa lo stesso, splendore..- convenni - Un nome è solo un nome -.

La guardai negli occhi.

- E per quello che dobbiamo fare non è poi così importante giusto? -.

Lei rise di nuovo cogliendo tutto ciò che intendessi dire e io sogghignai.

Charlie Bauman aveva colpito ancora!

La gente continuava a ballare sulla pista da ballo e la gnocca di prima categoria mi si avvicinò per chiedermi se mi andava di unirmi a loro.

- Tu vai pure, splendore..- le risposi - Io resto qui.. a guardarti..-.

Ammiccai al suo indirizzo e lei ridacchio nuovamente per poi appoggiare il suo bicchiere sul bancone e allontanarsi dopo avermi lanciato un occhiata che non lasciava dubbi su quale fosse il suo obbiettivo.

Che guarda caso era anche il mio! Che combinazione!

La seguì con lo sguardo mentre raggiungeva la folla.

Fissai il suo splendido corpo muoversi sinuoso.. e non potei trattenermi nell’immaginare quanti altri movimenti avremmo potuto fare insieme quella notte.. quando all’improvviso..

Un altra mano si posò sulla mia schiena..

Ma questa volta.. non si trattava del dolce tocco di una femmina..

E mio malgrado anche questo contatto era dannatamente famigliare!

Sentì il corpo irrigidirsi e spalancai gli occhi mentre con tutto me stesso iniziai a pregare di stare sbagliando.

Ma quando lentamente mi voltai scoprì che avevo dannatamente ragione.

Di fronte a me c’era l’unica persona al mondo che davvero non avrei mai voluto incontrare.

Mr. Greg. Osborne.

Mi fissava da dietro le lenti dei suoi grossi occhiali, stretto in una giacca color carta da zucchero, la camicia bianca con il colletto alzato e i capelli grigi pettinati dietro le orecchie.

Mi sorrise e io sentii un brivido percorrermi la schiena.

- Ciao Charlie -.

- Sa-salve.. Mr Osborne..-.

Tutta la mia sicurezza svanita in un istante, come una bolla di sapone sull’asfalto.

Lui mi guardò per un attimo poi sollevò la mano e mi colpì una spalla così forte che io dovetti trattenermi dal gemere per il dolore.

- Ma cos’è tutta questa formalità, Charlie! - esclamò - Chiamami Greg! Siamo amici infondo.. o no?! -.

- S-si.. certo.. mi scusi Mr Os.. Greg! -.

Sorrise nuovamente per poi perdere lo sguardo sulla folla e bere un sorso del suo Martini.

- Allora come vanno le cose, Charlie? - mi chiese senza guardarmi - Ho sentito dire che hai vinto un paio di corse ai cavalli ultimamente..-.

- Si.. è.. è vero..-.

Alla mie parole lo vidi voltarsi di scatto e puntare gli occhi dritto nei miei.

- Ma è meraviglioso! - esclamò - Sono davvero molto felice per te, Charlie..-.

Si avvicinò lentamente.

- Questo vuol dire che allora sarai in grado di restituirmi quei paio di verdoni che ti ho prestato qualche mese fa..-.

La fronte mi si imperlò di sudore.

Sentivo un caldo pazzesco.

Come se mi trovassi nel Sahara.. o ancor meglio all’Inferno.. visto la situazione in cui mi ero messo.

Avevo cercato in tutti i modi di dimenticarmi quel piccolo.. “affaruccio”.. con Mr Osborne..

E fino ad allora, grazie alle feste e a tutto il resto, ci ero riuscito alla grande!

Ma la stessa cosa non era stata per lui.

E una parte di me, una parte non troppo predominante, lo aveva sempre saputo che presto o tardi quel momento sarebbe arrivato.

Mr Osborne non si dimenticava mai di nessuno.

E tanto meno si sarebbe dimenticato di me e soprattutto di quei “paio di verdoni” che ero giunto a chiedergli in un momento di disperazione dopo una serie infinita di scommesse sbagliate.

Soldi che però non avevo.. e che mai sarai riuscito ad avere neanche in tutta la mia vita!

Cercai di deglutire un po’ di saliva anche se avevo la bocca completamente riarsa e dopo aver cercato inutilmente la mia formidabile sicurezza che chissà dove si era cacciata in quel momento, provai a trovare le parole adatte per cercare di togliermi da quel casino.

- Mr Osborne.. io.. vorrei.. davvero, io vorrei essere in grado di potervi restituire quel denaro.. e farò, farò di tutto per farlo al più presto.. solo che..-.

Mi fermai di scatto quando i suoi occhi si accesero di un lampo così terrificante che lo stesso Satana sarebbe rabbrividito.

Durò solo un attimo ma questo bastò per immobilizzarmi completamente.

Si avvicinò ancora di più fino a quando il suo volto fu a pochi centimetri dal mio.

Lo vidi alzare una mano e appoggiarla sulla mia spalla.

La sua bocca si avvicinò al mio orecchio.

- Oh, Charlie, Charlie.. tu mi stai simpatico.. davvero! E sono stato.. molto contento.. di aiutarti quando ne avevi bisogno.. ma.. -.

Sollevò l’altra mano e mi indicò qualcosa in mezzo alla folla.

- Li vedi quei due uomini laggiù? -.

Mi voltai lentamente e i miei occhi incrociarono quelli dei due armadi a tre ante che tutti sapevano benissimo essere gli scagnozzi di Mr Osborne.

- Segnati nella mente i loro volti, Charlie..- disse - Perché se non avrò i miei soldi al più presto.. loro diventeranno il tuo peggiore incubo..-.

A quelle parole la sua mano si strinse sulla mia spalla così forte che dovetti resistere per non piegarmi sotto la sua presa.

- A presto, Charlie..-.

E dopo avermi lasciato andare, sparì nel bel mezzo della folla.

Cercai di riprendere fiato.

Avevo il cuore che martellava nel petto.

Mi guardai intorno un paio di volte poi il mio sguardo cadde nuovamente sul corpo della ragazza bionda che continuava a muoversi sulla pista da ballo e il più velocemente possibile ritornai a riprendere possesso del mio corpo.

Le sorrisi, mi sistemai il giubbotto di pelle sulle spalle.

Alzai il bicchiere in cielo e poi lo svuotai in un solo sorso.

Così, tranquillamente.. come se niente fosse successo.

 

   
 
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