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Autore: clairemonchelepausini    11/05/2015    2 recensioni
Tutto procede nel verso giusto fin quando il destino non decide di scombussolare quella quiete che con grande difficoltà ero riuscita a costruire. Nessuno può dirti cosa fare o cosa scegliere, nessuno può prendere decisioni al tuo posto. Ti ritrovi di fronte a una scelta difficile, tutto è nelle tue mani, la tua vita, il tuo destino, il tuo futuro ed è allora che capisci di essere FOTTUTA!
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La vita è disseminata di salite. Non sempre riusciamo ad arrivare in cima e quando lo facciamo non sempre usciamo integri dalla scala; potremmo ritrovarci con un osso rotto e a volte capita che lungo il percorso tu abbia perso qualcosa o…qualcuno. Nessuno ci dirà cosa ci aspetta o se durante il cammino perderemo noi stessi, ma soprattutto nessuno può dirci che ne sarà di noi una volta toccata la vetta.
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NOTE: La storia è stata scritta per il contest "Un'idea, più storie", indetto da Principe Dracula sul gruppo Facebook "EFP recensioni, consigli e discussioni."
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cristina Yang, Nuovo Personaggio, Owen Hunt, Zola Shepherd
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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CAPITOLO 2
 
 
La strada di ritorno a casa è più lunga del solito, focalizzo la mia attenzione su ogni piccolo particolare, ma nella mia mente riecheggia solamente la conversazione appena conclusa con zia Cristina. Molte cose ammetto che mi sono più chiare, ho capito che se dapprima la scelta della chirurgia sia stata quella giusta non lo è stata dopo, passati anni, quindi non posso non chiedermi se sarà così anche per me o se questo non dipenda da persona a persona. Nonostante abbia avuto chiarimenti su molti punti, non tutti i miei interrogativi sono stati soddisfatti.  Devo fermarmi a riflettere. 
 
“Ciao tesoro” dicono all’unisono mamma e papà, subito dopo si guardano negli occhi e ridono. Ho sempre amato la loro complicità, il loro capirsi senza bisogno di parole, ho sempre voluto quel tipo di amore, tutti vorrebbero averlo. E poi quando penso di essere così vicina ad averlo ecco che la vita mi gioca una palla curva.
“Mamma, papà devo dirvi una cosa” inizio, anche se non so bene come dirlo.
“Zo-zo, ma se inizi un discorso con quell’espressione noi non possiamo che essere preoccupati.”
“No, è una bella notizia, lo spero almeno.”
“Su dicci, non vorrai farci aspettare allora” dice mia madre.
“Quante impazienza tesoro, dalle il tempo che le serve” la ribecca mio padre.
“L’ospedale con l’autorizzazione e il permesso di zio Owen e dal dottore Wood mi hanno dato l’opportunità di lavorare per sei mesi come specializzando in chirurgia d’emergenza in Iraq” dico tutto d’un fiato.
Nessuno parla, così alzo gli occhi per guardare i loro e vedo che sono leggermente smarriti, ma sono quelli di mia madre che mi fanno paura. Il suo sguardo è vuoto, spento e impaurito, so bene cosa lei pensa, lo sapevo ancor prima di dirglielo, ma di certo la sua espressione è stata uno shock per me, lo ammetto. Invece, è proprio mia madre a parlare per prima.
“E andresti tu da sola? Liam lo sa?”
“No mamma, andrei con il dottor Wood perché benché io sia brava non sono ancora uno strutturato; inoltre ci sono due posti liberi, uno per un chirurgo e l’altro per me, sempre se io decidessi di accettare. Zio Owen ha detto che è un posto sicuro, ma c’è sempre un rischio. E no, non ho ancor parlato con Liam, ma …”
“Cosa è saltato in mente a Owen? Perché offrirti questa opportunità sapendo che potresti rischiare la tua vita?” annuncia mia madre interrompendomi, inveendo contro lo zio. 
“ E’ solo un’occasione ed io non ho ancora deciso. Sapevo che avresti reagito così, che ti saresti fatta prendere dal panico e dalla paura, ma questa è una MIA decisione”
“Sì, è vero, lo è. Tesoro forse tua madre stavolta non sta sbagliando del tutto ad essere così preoccupata, è sempre un paese di guerra.”
“Pensi che non lo sappia? Ma io lì potrei imparare davvero molto e nel frattempo potrei essere loro anche d’aiuto.”
“Tu cosa vorresti fare?” mi chiede mia madre sorprendendo dapprima me e successivamente anche mio padre, facendo spalancare le nostre bocce per la sorpresa. 
“Non lo so, perché prima di avere quest’opportunità ho accettato di andare a vivere con Liam e adesso … non so cosa voglio veramente” ammetto per la prima volta ad alta voce sconfitta. 
“Non è solo una decisine di ciò che vuoi fare, ma anche di chi vuoi essere. Tesoro, ovviamente noi come te siamo combattuti perché siamo i tuoi genitori e non vorremmo mai che andassi in paesi così pericolosi come l’Iraq, ma allo stesso tempo sappiamo che queste occasioni sono rare e che talvolta vanno accettate.”
“E a complicare tutto questo c’è la promessa che in qualche modo hai fatto a Liam” continua mia madre.
“Io, insieme a tuo padre non possiamo decidere per te, perché non sarebbe corretto nei tuoi confronti, perché tu devi fare le tue esperienze così come noi abbiamo fatto le nostre, ma una cosa voglio dirtela. La vita si può rischiare anche uscendo di casa o andando a lavorare proprio come è accaduto a noi, ma tutte queste cose ci hanno portato ad essere più forti e uniti, solo così si possono superare gli ostacoli che la vita ci presenta.”
“Ed io infine voglio aggiungere che noi siamo orgogliosi di te e lo saremo sempre qualsiasi sia la decisione che prenderai, ma voglio che tu decida con il cuore, lasciando che non sia nessun altro a influenzare la tua scelta. Io e tua madre ti vogliamo bene e quando vuoi bene ad una persona sei felice solo se anche lei lo è. Spesse volte capita che devi lasciarla libera di prendere le sue decisioni, anche se fanno paura."
“Vi voglio bene” correndo loro incontro e abbracciandoli dico, lasciando che le lacrime bagnano le mie guance lievemente arrossate. I miei genitori stasera non mi hanno solo lasciata libera di decidere, ma hanno fatto in modo di darmi di più perché hanno nascosto i loro consigli celandoli dietro il loro affetto. 
 
 
Alcuni giorno dopo….
 
 
Ho la fortuna di avere un padre dai profondi principi che mi ha fatto apprezzare il piacere della riflessione. Ho la fortuna di avere una madre sempre presente e affettuosa che mi ha fatto capire quanto sia importante e quanto si possa resistere alle avversità. Ed infine ho anche la fortuna di avere un fratello che, benché più piccolo di me, possiede già la forza e l'irruenza che mi ha fatto capire quanto sia indispensabile agire. Prendere la decisione giusta è fondamentale per dare una direzione e un senso alla propria vita. A volte può essere molto difficile  fare tale scelta e ci si lascia facilmente assalire da mille dubbi che ostacolano il processo di decisione, ma sono quegli stessi conflitti che ci impediscono di vedere chiaramente la strada da perseguire.  Sono arrivata ad un punto della mia vita in cui scegliere è non solo a capire, ma sapere che tipo di persona voglio essere e diventare. E così ho deciso di essere felice! Detto così può sembrare un po’ una banalità, ma è stata in assoluto la scelta più importante della mia vita. Ho scelto di essere felice a priori, andando alla ricerca di quelle cose che mi facessero realmente felice. E per esserlo bisogna essere liberi e per essere liberi bisogna amare, avere rispetto di sé e darsi l’opportunità di vivere con il cuore mettendolo talvolta a rischio. Ho scelto l’amore. Ho scelto di fare questo viaggio e di affrontare ciò che la vita ha in serbo per me senza dimenticare ciò che sono stata, ma guardando sempre e sinceramente chi voglio essere e come voglio vivere. Quel lavoro era l’opportunità della mia vita, della mia carriera e forse non c’è ne saranno altre, ma so bene che di Liam né esiste solo uno e Dio sa che non voglio assolutamente rinunciarci, perché non voglio vivere una vita senza viverla con lui. 
 
Nel momento stesso che cammino nel corridoio delle mani forti e possenti mi fermano e trascinano dentro uno sgabuzzino, inutile il mio divincolare, ma solo dopo aver sentito quell’odore di dopobarba a me tanto familiare smetto di dimenarmi. 
“Ora mi attacchi anche alle spalle e mi fai queste imboscate?” dico alzando la voce non riuscendo a mantenere la calma.
“Mia cara, quello infuriato fino a prova contraria dovrei essere io.”
“E perché mai Liam?”
“Hai anche il coraggio di chiedermelo?” Ma lui vedendo che la mia espressione è al quanto stranita indietreggia e inizia a parlarmi con più calma.
“Perché non mi hai detto che hai la possibilità di continuare la specializzazione in chirurgia d’emergenza in Iraq per sei mesi?” Non mi lascia neanche aprire la bocca e continua imperterrito.
“Io sono dovuto venirlo a sapere da un gruppo di specializzandi che stavano parlando di te, perché tu, non hai nemmeno avuto la buona decenza di venire a parlarne con me. Con me? Il tuo ragazzo, lo stesso che qualche giorno fa ti ha proposto di andare a vivere insieme.”
“Hai finito adesso?” dico io con un ghigno divertita.
“Sì, adesso ho finito.”
“Ti chiedo scusa se non ti ho fatto partecipe di questa mia scelta, ma era una decisione che dovevo prendere da sola” vedendo la sua espressione cambiare mi correggo subito.
“Era una scelta che dovevo prendere da sola perché essa riguarda me, dovevo capire che tipo di persona voglio essere. E bene perché tu lo sappia io ho scelto te.” Vedendolo ancora fermo nella sua posizione da impiastro marco leggermente le ultime parole. 
“Liam, mi hai sentito? Io ho scelto te!”
“Avresti dovuto dirmelo prima, questo non cambia le cose. Mi hai escluso volontariamente da questa decisione importante che avremmo dovuto prendere insieme. Cosa credi che ti avrei fermata o ti avrei detto di non partire?”
“Non volevo che mi influenzassi perché sai bene che effetto hai su di me, sai che perdo completamente la ragione quanto ti ho intorno. Perché sei così arrabbiato con me? Perché non ti ho consultato per prendere questa decisione o perché io abbia scelto te? La tua reazione mi dice tutto e, non mi piace affatto perchè…. perchè è come se tu non mi volessi qui!” ammetto alla fine leggermente esasperata.
“Sì, perché è assolutamente così” ribatte lui ferendomi e lasciandomi di stucco, ma riprende subito il discorso senza darmi la possibilità di difendermi. 
“Non fraintendermi Zola, io ti amo, ma quest’opportunità è davvero unica per te, sarei un’egoista a vietarti quest’occasione.”
“Cosa sarebbe cambiato se lo avessi saputo prima?”
“Molto, credimi.”
Io rimango a dir poco sorpresa, mi sarei aspettata tante reazioni da parte sua, ma di certo non questa. E adesso, in questo momento ho avuto ancora una volta la conferma di aver preso la decisione giusta. 
“Io scelgo te, il nostro amore e scelgo di vivere insieme, qualsiasi posto esso sia. E se non hai ancora capito…. Ho scelto te e l’Iraq.”
Lo stupore si fa ancora più evidente nel sentire quelle parole, ma c’è una linea sottile tra il romanticismo e lo sdolcinato morboso, e penso che il mio caso si tratti più del primo. 
“Co-co-me?” riesco appena a farfugliare perché la sorpresa è ancora tanta.
“E’ molto semplice. Tu partirai ed io verrò con te” afferma lui tutto sorridendo
“Ma come fai? Non puoi lasciare tutto è partire.”
“Sì, che posso perché il mio tutto sei tu. Avresti dovuto dirmi tutto questo sin dall’inizio, ti avrei semplificato le cose e così tu non avresti dovuto passare giornate intere a rimuginare su cosa fare. Tempo fa mi era stata data una possibilità come la tua, ma per vari motivi personali tra cui la malattia di mia madre che si stava aggravando di più non ho potuto accettare, eppure loro mi hanno fatto ben capire che…. io avrei avuto sempre un posto di riguardo. Ho fatto qualche telefonata dopo che ho saputo della tua offerta e così effettivamente era, perché subito mi hanno detto che c’era un posto disponibile per me, in un ospedale non molto lontano da te. E se vogliamo essere corretti si trova esattamente a 3 chilometri dal tuo, un piccolo ospedale di base per me perfetto.”
“Perché faresti tutto questo per me?”
“Non è ovvio? Perché ti amo! E così difficile lasciare che qualcuno si prenda cura di te?” Io non parlo, faccio solo un segno con il capo e lui mi capisce. Non è difficile e solo che ho imparato a non contare su nessuno, ho imparato a cavarmela da sola e adesso… non è facile lasciare che sia qualcun altro a prendersi cura di te. 
“Tu mi hai fatto innamorare perché prima di ogni cosa metti al primo posto il benessere dei tuoi pazienti, perché sei una persona dai sani principi che per qualche motivo che io ancora non ho capito hai deciso di condividerli con me e hai deciso di avermi al tuo fianco, perché anche quando hai avuto una brutta giornata riesci sempre a farmi sorridere e ad essere di supporto per chi ne ha bisogno. Mi sono innamorato di te sapendo che talvolta sarei venuto dopo la tua carriera e la chirurgia e queste, sono solo alcune piccole cose che mi hanno fatto innamorare di te. Io ti voglio così come sei, non voglio cambiare nulla di te perché cercare di farlo sarebbe privarti della tua vera essenza.”
Ho passato giorni terribili, ero così preoccupata su cosa o chi dovessi scegliere che non mi sono fermata neanche un attimo a pensare alla possibilità che avrei potuto avere entrambe le cose. 
“Ti amo in modo tale che la mia vita ne è rimasta completamente sconvolta.” Mi stringe le sue braccia forti e possenti intorno alla vita e mi bacia ancora una volta con tenerezza.
“Non ci sono altre soluzioni se non questa. Ti seguirò ovunque vorrai donna” e scoppiamo a ridere, lasciandoci cullare da quel momento così perfetto. 
“Continua a tenermi stretta a te, se no posso pensare che sia tutto un sogno.”
“Non lo è, ma in tal caso sarebbe il nostro sogno.”
Con un lampo divertito Liam mi tende la mano facendomi volteggiare e ricadere sul letto e, notando la mia espressione impaziente, sale sopra di me e inizia a baciarmi con più desiderio.
“Ottima idea” riuscì appena a farfugliare mentre lui posò velocemente un dolce e delicato bacio sulle mie labbra, facendo sì, che la passione prendesse il posto di altre mille parole.
“In perfetto stile Liam” sussurrai, mentre lui mi offriva ancora un altro bacio carico di promesse per un futuro radioso, ovunque esso ci avrebbe portato.


 



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La quotidianità per molti è una continua angoscia fatta di poche soddisfazioni, motivazioni e voglia di aspettare il domani con entusiasmo, talvolta anche per me, ma sono proprio le piccole cose, i piccoli gesti carichi di affetto e amore che riempiono le nostre giornate. Importante è non avere mai troppe pretese -  perché esse spesse volte possono essere deluse – è sapere apprezzare ciò che si ha. Le persone vanno rispettate e valutate bene per quello che sono perché è l’umiltà di una persona che la rende genuina e capace di arrivare lontano anche solo partendo da zero. E così tra un pensiero e un altro mi ritrovo tra le mani una vecchia fotografia che non ricordavo nemmeno di possedere più. Fotografare significa scrivere con la luce così ha detto qualcuno, tuttavia per me una fotografia è molto di più di un semplice scatto. Essa conserva ricordi preziosi, esprime gioia o dolore, è in grado di comunicare in un attimo ogni tipo di emozione e talvolta ci riporta a rivivere quello stesso momento anche dopo anni. La fotografia ci dà la possibilità di custodire quei momenti inestimabili, di apprezzare ciò che essi rappresentano, lasciandoci il tempo di sfogliarle e riviverle, proprio come ora a me, in questo momento,con questa foto.  Tra le mie mani tengo stretta la fotografia del mio matrimoni, anche se un po’ ingiallita ha ancora quella bellezza e quella capacità di farmi emozionare solo volgendoci un semplice sguardo.  Ricordo bene quel giorno forse per alcuni era stato precipitoso, per altri non adatto al momento che stavamo vivendo, ma per me, per me è stato qualcosa di magico e di davvero unico. Io ero dove volevo essere, con l’uomo che volevo avere e circondata dagli amici che mi hanno reso una persona migliore, sì, perché gli amici sono la famiglia che tu sceglie di avere e, dio, io avevo scelto loro e li volevo lì nel giorno più importante della mia vita. Questa foto così sobria rappresenta il momento più intimo e dolce di due persone che si amano, il momento dello scambio degli anello, un principio, un valore, una promessa d’amore. Solo dopo aver visto le lacrime bagnare la foto mi accorgo di stare piangendo, con un movimento veloce e repentino le asciugo e ricaccio indietro le altre senza dare loro una seconda possibilità per uscire. Siamo noi gli artefici del nostro destino. Mi ritornano così alla mente le parole della mia nipotina e decido di fare una fine netta a tutto ciò, senza lasciare che essi influenzino ancora le mie azioni perché sono io a decidere il mio futuro.  Non avrò forse fatto sempre le scelte giuste, ma sono una donna che non si è mai arresa, ho sempre lottato in ciò che credevo e, anche se sono passati anni, sono vecchia e dolorante so ancora come si fa, so ancora come lottare per ciò che credo.
 
“Pronto?” e i ricordi riaffiorano al solo sentire la sua voce.
“ Ciao Owen, sono… Cristina” e dal silenzio proveniente dall’altro capo del telefono capisco che anche lui si è lasciato andare a quell’ondata di ricordi.
“Ehm.. Ciao Cristina, come stai?”
“Bene e tu?” 
“Non c’è male sai in ospedale si corre sempre.”
“Nel pomeriggio hai impegni? Ti andrebbe di vederci?” dico di getto meravigliandomi dall’impazienza dimostrata.
“Ehm… Sì.” Dice lui ridendo, facendo sorridere anche me.
“Allora ci vediamo alle quattro al parco, quello vicino casa di Meredith, così prima di incontrarci faccio un salto… emm… magari una camminata e la vado a salutarla” lui ride per la mia correzione: un salto sarebbe un po’ troppo difficile adesso che sono una persona più matura, anziano no eh!
“Sì, perfetto” ammette lui.
In sottofondo sento delle voci, dei richiami e mi mortifico per non essere stata più educata, per non essermi scusata per il disturbo, ma come se lui riuscisse a leggermi la mente anticipa la mia mossa.
“Scusami Cristina è appena arrivata la notizia di un tamponamento in cui sono stati coinvolti uno scuolabus e un camion dei pompieri e sicuramente…”
“Sì, sicuramente ci sarò una carneficina” finisco io la sua frase, anche se so bene che non era questo che stava per dire. Lui ride ovviamente ricordandosi il mio modo di essere, di fare, che lo ha fatto impazzire in alcuni momenti e che ha odiato in altri.
“Scusami davvero, forse potrei arrivare in ritardo, ma cercherò di essere puntale.”
“Vai a salvare il mondo Owen Hunt” così dicendo chiudo la chiamata lasciando sul viso di lui un sorriso sincero e sul mio una voglia di vita che non era presente da anni. 
 
Il passato ci ha forgiati e la nostra storia costituisce un punto di partenza per conoscere noi stessi. Tante volte è proprio dietro a quel passato che si nascondo le esperienze, momenti che ci hanno ferito lasciandoci cicatrici di cui ancora adesso portiamo i segni. Non siamo rimasti illesi dagli ostacoli che la vita ci ha presentato, facendo sì, che la nostra strada fosse in salita, il più delle volte. La tentazione di trovare nell’accaduto una scusa è forte e tante volte ci troviamo a dire “sono fatta così”, ma ognuno di noi ha avuto problemi o traumi che ha dovuto affrontare. Il passato non si cambia, non si può cambiare, ma da esso possiamo imparare a ricavarne delle lezioni di vita, esso può diventare il nostro maestro. Sono seduta su una panchina al parco quando vengo distolta dai miei pensieri da una  figura impetuosa e sontuosa d’uomo, che avanza nella mia direzione cercando di attirare la mia attenzione con un braccio alzato a mo di saluto. Solo dopo aver focalizzato bene mi accorgo che è Owen. Gli anni sono passati e con essi si mostrano anche i segni dell’età, ma nonostante ciò sono poco visibili sul suo volto, cosa che non fa altro che renderlo una persona ancora più affascinante. Vedere la sua figura aggraziata venire verso di me nonostante l’ancheggio mi fa sorridere e mi porta alla mente numerosi momenti della nostra giovane età quando eravamo inarrestabili di passione e voglia di vivere. Siamo seduti ancora qui, uno davanti all’altro mostrando le rughe e i carichi di questa vita che ci ha consumato piano piano e ci ha provati dalla forza di lottare per il nostro amore. E' lui per primo a spezzare quell’atmosfera carica di tensione.
“Ti trovo bene. Sei sempre tu solo con i capelli bianchi e qualche anno di vita vissuta in più.”
“Che cosa ti aspettavi?” dico facendo una finta faccia offesa.
“E comunque anch’io ti trovo bene. E beh tu, sei sempre tu, anche se con i capelli bianchi e qualche ruga in più” lo ribecco.
“E cosa ti aspettavi?” mi provoca lui con uno sguardo divertito. E all’improvviso ci lasciamo andare, non riusciamo più a smettere di ridere fin tanto che ci lacrimano gli occhi e questo ci porta ad alleggerire quell’aria tesa che si era creata tra di noi.
Mi conquistava, mi distruggeva ed io rimanevo sola a ricucire le tappe del mio cuore. Ho divorato ogni fibra del mio corpo per non cadere a pezzi, per essere forte, ma la verità è che lui mi mancava come ossigeno puro. Avevo la mancanza di ogni sua cosa, il modo in cui mi faceva sentire speciale, la forza che riusciva a darmi, ogni sua piccola parte che concedeva solo a me di vedere, solo adesso me ne rendo conte che… che era lui quello che mi mancava.
“Ho sentito che hai offerto a Zola la possibilità di andare in Iraq per sei mesi come specializzando in chirurgia d’emergenza.”
“Lo hai sentito eh! Sì, è vero. Lei ha la possibilità di fare questa grande esperienza, ovviamente se solo lo vorrà” e mi lancia uno sguardo carico di domande a cui non posso e non voglio rispondere. 
“Owen, Zola non è me. Non è un’altra Cristina Yang” dico un po’ giù di tono e con un flebile dolore al cuore.
“Lo so, ma in lei vedo spesso qualcosa di te, qualcosa di Meredith e di Derek. Ha preso le parti migliori di voi” afferma lui orgoglioso e fiero.
“Speriamo sia così, che non commetta i nostri stessi errori. Spero che abbia preso solo le parti migliori di noi perché lei si merita di avere tutto quello che di buono la vita ha da offrirle.”
“Anche tu meritavi e meriti ancora tutt’ora questo.”
“Per me è ormai troppo tardi” dico con un filo di malinconia.
“Niente è perduto o può essere perduto per sempre.” 
Magari sarà così, ma io ho rinunciato all’idea di noi tempo fa e rivederlo mi ha fatto capire quanto io lo desiderassi ancora, di non aver mai smesso e non voglio più farlo, anche se fa male vederlo e non poterlo toccare.
“Quand’è che sei diventato così saggio?”
“Forse lo sono sempre stato, ma è possibile che lo sia perché questo sarà il mio ultimo anno da primario del reparto di chirurgia. Il mio tempo è arrivato ed è il momento che io mi faccia da parte.”
“Ne sei sicuro?”
“Non ci credo che sia proprio tua farmi questa domanda” ribadisce lui sorpreso e leggermente affranto.
Io non posso di certo ribattere, ha ragione, dato che appena non sono stata più in grado di operare per i tremori alle mani ho deciso di ritirarmi: forse sarà stato affrettato, ma quando vivi per la chirurgia continui a farlo solo quando essa è disposta a darti ancora qualcosa e per me non era più così. 
“Sì, proprio per questo, perché so di cosa sto parlando.”
“Ho dedicato gran parte della mia vita al mio lavoro,alla mia carriera e a volte sacrificando parti importanti di me, ora sono disposto a dedicare quelle stesse energie a me stesso. Ho perso troppo e, tante volte.”
“Mi dispiace per tua moglie” affermo sicura e rammaricata.
Non ho mai sopportato di vederlo soffrire e benché mai adesso. Vedere il suo viso scalfito dalle situazioni che ha dovuto affrontare, dalle persone che ha perso non fa altro che farmi apprezzare ancora di più quello che noi abbiamo avuto. 
“So che sono passati anni e non fa bene rammentare il passato, ma c’è una domanda che mi perseguita, che mi sono sempre chiesto a cui non sono mai riuscito a dare una risposta.”
C’è un momento di pausa carico di silenzio e attesa in cui nessuno dei due parla, ma non appena alzo gli occhi vedo che il suo sguardo vaga su di me. Conosco bene quello sguardo e quegli occhi carichi di speranza e non voglio essere io a deluderlo, non ancora una volta. 
“Perché non mi hai cercato? Perché hai lasciato che quello che avevamo finisse così?”
Ed ero certa che quella sarebbe stata una delle tante domande che mi avrebbe posto, solo non potevo immaginare che un incontro al parco si sarebbe trasformato in un rivivere il passato. 
“Era troppo anche per te, non avevo il diritto di farti soffrire ancora, ne avevi già passate tante.”
“Questa non era una scelta che avresti dovuto prendere tu. Non sei cambiata di molto perché continui a prendere sempre tu le decisioni e, non lasci che siano gli altri a fare le loro scelte.”
“Era finita e lo sai bene. non ci faceva bene credere che non era così” ammetto con voce roca non riuscendo a mascherare la sofferenza di tale scelta.
“Forse, o forse non lo era. Tu hai deciso per entrambi, come sempre” mi risponde lui infastidito e un po’ adirato.
“Avevi perso tua moglie, santo cielo Owen!” ribatto con un tono di voce alta non riuscendo a mantenere di molto la calma.
“Ero già una donna matura e sapevo a cosa andavo incontro. Io non avevo alcun diritto nei tuoi confronti, l’ho perso il giorno stesso che sono partita per Zurigo, decisione che io ho preso.”
“Non hai mai pensato che magari avrei avuto bisogno di un’amica?”
“Owen, io e te non siamo mai stati amici e, forse non avremmo mai potuto esserlo” ribatto ridendo, rivolgendo a lui quell’occhiata d’intesa che lui coglie e allo stesso tempo mi rivolge a sua volta. Sono vecchia, ma non stupida.
“Forse, ma io non volevo rovinare tutto, non di nuovo. Ci eravamo lasciati in modo amichevole, abbiamo condiviso momenti speciali ed io volevo che tu mi ricordassi così.”
“Quando te ne sei andata, anche se ero felice per te io ti ho odiato. Sì, perché non ero riuscito a farti rimanere, dovevo lottare di più e forse….”
Lo interrompo prima che dica stupidaggini “No, sai bene che non sarebbe servito perché ero una giovane donna molto a
mbiziosa. Non avresti potuto fare nulla, perché se fossi rimasta avrei finito con l’odiarti e quindi ho preferito che fossi tu ad odiare me.”
“L’amarezza dopo un po’ è passata perché ho saputo che quello che c’è stato tra di noi era autentico. Ti sei mai pentita di quella scelta che hai fatto? Partire piuttosto che dare a noi una seconda possibilità?” ed ecco la domanda tanto attesa, aspettavo questo momento da vent’anni ed ora che mi si presenta l’occasione non so cosa o come voglio rispondere. Non so come agire, e pensare che avevo preparato questo discorso milione di volte, sapevo perfettamente cosa dire e come farlo, ma adesso… e come se nulla avesse più importanza. Qualsiasi cosa io possa dire non può cambiare di certo quello che c’è stato, sono passati tanti anni e ognuno di noi ha continuato a vivere la sua vita ma…
All’improvviso sento le sue labbra su di me, è stata una millesima frazione di secondo che ho lasciato a lui le redini della situazione, ed ora mi ritrovo a rivivere quelle sensazioni, emozioni e quel sapore che credevo non avrei provato mai più. Una donna si alza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole. Non era finita e non è finita neanche adesso, ora lo so. Il bacio fu caldo e più dolce di qualsiasi cosa io potessi ricordare o almeno dall’ultima volta in cui mi aveva baciata.
“Ma cosa fai? E poi alla nostra veneranda età?” faccio una mezza risata.
“Si, giusto perché siamo vecchi e bavosi e non si posso fare o provare queste cose, vero?” mi punzecchia lui.
“Vecchi sì, anche se odio ammetterlo, ma bavoso lo sarai tu!”
“Beh, non mi sembra che tu ti sia lamentata tanto o abbia respinto il mio vecchio e bavoso bacio” ribatte ridendo.
Nel frattempo possa una giovane coppia che ci guarda ridendo forse perché ci aveva colti in quel momento intimo, ma un attimo dopo, la stessa ragazza abbracciata al suo ragazzo si gira e guarda ancora una volta nella nostra direzione con gli occhi lucidi facendomi un gesto di assenso. Quel gesto così umile e sincero mi meraviglia incredibilmente. 
“Owen noi… non possiamo farlo” dico poco convinta tanto che anche lui se ne accorge e mi lancia un’occhiataccia.
“L’amore vero è quello che ho provato con te, non sto dicendo che non amassi mia moglie perché non sarebbe corretto, lei è una parte di me e lo sarà sempre, ma c’eri quando ne avevo più bisogno, sei stata la prima. Tu hai risvegliato la mia anima, hai incendiato il mio cuore e portato la pace nella mia mente tormentata dai demoni del mio passato. Cristina, tu mi hai guarito, mi hai insegnato ad essere un uomo migliore.”
Quelle parole mi lusingano, ma è stato tanto tempo fa e adesso non so se sarei in grado di riaccendere di nuovo quelle emozioni.
“Ci siamo aiutati a vicenda.”
Vedo uno strano luccichio nel suo sguardo che mi sconvolge completamente, perché quando si tratta di lui io non so cosa mi succede. Per quanto io cerchi di trattenermi mi perdo nell’immensità dei suoi occhi che mi sconvolgono fino a farmi perdere il respiro: anche se sono passati più di vent’anni lui ha sempre lo stesso effetto su di me. Ha un potere che non ho mai concesso a nessuno di avere, lui ha la parte più importante di me, quella più difficile da conquistare: il mio cuore, e l’ha sempre avuto. Ad attirare ancora la mia attenzione è quello strano luccichio che io conosco bene che mi preoccupa, al quale io non vorrei dare troppo peso.
“No, ti prego Owen, non farlo.”
“Ti amo” mi sussurra, mentre l’unico rumore di sottofondo che riuscivo ad udire era il battito impazzito e in sincronia dei nostri cuori. 
“Ti ho sempre amato e sempre ti amerò.”
Nella mia vita, una vita di vittorie e successi, niente mi aveva gratificato come sentire nuovamente quelle parole, soprattutto quando credevo di non poterle più sentire. E all’improvviso mi accorgo che ero tornata a casa per trovare nuovamente l’amore e la sicurezza che solamente lui riusciva a darmi e… e così alla fine c’ero riuscita, ma era il caso, visto la nostra età?
“Ti amo Owen” e così finalmente ammetto nuovamente ad alta voce e a me stessa la verità,quella stessa verità che cercavano invano di nascondere. 
“Non sono speciale, non ho vinto nessun premio o fatto nessuna ricerca scientifica, sono un uomo normale, con una vita normale. Forse per te sarò anche troppo ordinario e, magari non riuscirò più a farti provare quelle emozioni di una volta, ma credimi che morirò provandoci.”
Lo guardo con la bocca spalancata e basita e un attimo dopo capisco dove vuole arrivare.
“Co-co-sa?” farfuglio lentamente studiando il suo volto e valutando le sue parole, anche se erano abbastanza chiare. 
“So che l’età mostra tanti effetti, ma non immaginavo anche il balbettare” dice lui ridendo. 
“Come mai sei così agitata per parlare con me? Perché se ricordo bene non lo sei mai stata” continua lui  prendendomi in giro.
“Ci abbiamo già provato e non ha funzionato.”
“E’ vero, ma oggi abbiamo tante esperienze e abbiamo vissuto situazione che prima non immaginavamo e non abbiamo fatti. Noi siamo diversi a Cristina e Owen di anni fa, tutto cambia e anche noi siamo cambiati.”
Lui ride, nonostante fa di tutto per trattenersi, rotea gli occhi con uno sguardo divertito fino a passarlo nuovamente su di me.
“Tu sei pazzo” dico scrollando il capo.
“Forse, ma sono pazzo di te” lui fa scivolare la sua mano dietro la nuca e mi avvicina a sé.
“Ma alla nostra veneranda età poi?”
“E quindi? Mica siamo decrepiti! Noi abbiamo ancora quella fiamma che ci ha distinti sin dall’inizio, che brucia ancora dentro di noi nonostante la nostra età” e mi lancia un’occhiata d’intesa e di complicità. Mi guarda ancora una volta e sorride, io non ci capisco più nulla e lentamente mi lascio andare ad una seconda possibilità,sto cominciando a crederci anch’io.
“Ti amo. Amo la tua forza d’animo, la tua intelligenza e la tua capacità di sopportarmi. E se smettessi, non potrei sopportarlo.”
“Non ho smesso per anni di farlo e non smetterò di certo adesso. Avevo semplicemente deciso di lasciarti andare, volevamo cose diverse o almeno io volevo cose diverse, ma adesso è tutta un’altra cosa. Ero disposta ad essere e rimanere indipendente e da sola, anche se ti amavo ancora.”
“Beh, potrai esserlo ancora se lo vorrai, ma non da sola. Vuoi passare il resto della tua vita con me? Anche se il resto della vita è molto di meno di quanto ci aspettassimo.”
Io non riesco a rispondere, ho la bocca asciutta, l’apro per parlare, ma nel momento stesso in cui lo faccio non esce nessun suono. Sono paralizzata dalla paura e allo stesso tempo dalla voglia di vivere, quello che avrei dovuto fare anni fa, ma che non ho avuto il coraggio di fare.
“Io non ti ho mai dimenticato, ho continuato ad amarti sempre perché tu Cristina Yang eri la mia persona, lo sei e lo sarai sempre. E quindi te lo chiedo nuovamente….. Vuoi passare il resto della tua vita con me?”
Lo guardo negli occhi e riscopro quella fiamma e quell’ardore che ci ha sempre uniti e decido che è arrivato il momento di mettersi in gioco, di rischiare nuovamente il cuor nonostante la nostra età. Meglio tardi che mai, no? E rido fra me e me, nella speranza di fare la cosa giusta, almeno adesso.
Un bacio lento, dolce e pieno di promesse da mantenere che stavolta voglio fare davvero qualsiasi cosa esso comporti.
“Questo è un sì?”
“Si” dico in un flebile sussurro per non rovinare quell’atmosfera piena di amore e mille altre gioie.
 
Una sconfinata felicità ci pervade mentre mi stringe tra le sue braccia rischiando quasi di soffocarmi. Mi copre la bocca con un lungo e appassionato bacio, sotto gli occhi dei passanti a cui non davo cura e ho così l’occasione di assaporare ancora una volta tutta la sua dolcezza, di cui memorizzo ogni singola e inebriante sensazione. E così con le dita intrecciate alle sue percorriamo insieme e lentamente quel viale alberato e profumato di libertà, aria pura e amore. Ci stiamo dando una seconda possibilità che in qualche modo ci era stata negata, decisi a ripercorre lo stesso cammino, nonostante il tempo e le avversità della vita a nostro sfavore.
 



 
 
Prenditi tutto il tempo, ma
Non lasciare che il tempo si prenda tutto.
 
 
 
Perché siamo due destini che si uniscono
Stretti in un instante solo
Che seguono un percorso profondissimo dentro di loro
Superano quegli ostacoli che la vita ci presenta
Solo per cercare di essere più veri
Per guardare ancora fuori
Per non sentirci più soli.
 
 




 
Spazio d’autrice:
Ed eccomi di nuovo qui con il secondo capitolo, possiamo vedere la decisione di Zola e alla fine anche quella di Cristina pensate che abbiano fatto la scelta giusta? Io penso di sì, ahahah. Ho amato davvero scrivere questa storia soprattutto di Zola perché è un personaggio che nella serie non è stato ancora strutturato visto che è una bambina di poco più di 5 anni e, mi è piaciuto molto giocare con il suo personaggio. Invece, per quello di Cristina ho cercato di mantenerlo come nella serie, ma ovviamente ho apportato alcuni cambiamenti cosa che penso sia normale con il tempo. Mi auguro che la storia vi sia piaciuta, che non abbia fatto un casino nella grammatica o in quel contesto e inoltre spero che non è stato poi molto brutto sognare con me.
Il testo finale è un pezzo della canzone dei Tiromancino “Due Destini” ho deciso di inserirlo perché penso che insieme alla prima fase racchiude entrambe le storie, non so, ma pensavo che fosse una degna conclusione.
Come sempre ringrazio tutte le persone che mi sono state accanto, che hanno reso questa mia storia bella, se non anche fantastica almeno per me, cosa che spero ovviamente anche per voi. Un bacio e un grazie infinite vanno assolutamente a Veronica, Marianna, Alice e Viviana.
Buona lettura a tutti, spero che vi piaccia tanto quanto piace a me e poi se vi va lasciate un piccolo commento…
Baci Claire.
 
   
 
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