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Autore: Nuel    11/05/2015    6 recensioni
Un nuovo anno scolastico sta per cominciare a Hogwarts, la più importante scuola di magia e stregoneria d’Europa. Come tutti sanno, la scuola è un luogo sicuro, in cui le nuove generazioni di maghi possono apprendere la magia sotto l’egida di alcuni tra i migliori insegnanti del mondo.
Per Albus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy e tanti altri è giunto il momento di entrare a far parte della Storia.
◊ Serie: Imago Mundi
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Imago Mundi ϟ'
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Capitolo 10

Il Fuso delle Fate



 
“C’era una volta un re e una regina che ogni giorno dicevano: - Ah, se avessimo un bambino! - Ma il bambino non veniva mai. Un giorno che la regina faceva il bagno, ecco saltar fuori dall’acqua una rana che le disse: - Il tuo desiderio si compirà: prima che sia trascorso un anno, darai alla luce una figlia – La profezia della rana si avverò e la regina partorì una bimba, tanto bella che il re non capiva in sé dalla gioia e ordinò una gran festa. Non invitò soltanto il parentado, gli amici e i conoscenti, ma anche le fate perché fossero propizie e benevole alla neonata. Nel suo regno ce n’erano tredici, ma egli aveva soltanto dodici piatti d’oro per il pranzo; e perciò una dovette starsene a casa. La festa fu celebrata con gran pompa e stava per finire quando le fate diedero alla bimba i loro doni meravigliosi: la prima le donò la virtù, la seconda la bellezza, la terza la ricchezza, e così via, tutto quel che si può desiderare al mondo. Undici fate avevano già formulato il loro augurio, quando improvvisamente giunse la tredicesima. Voleva vendicarsi di non essere stata invitata, e senza salutare né guardar nessuno, disse ad alta voce: - A quindici anni la principessa si pungerà con un fuso e cadrà a terra morta – E senza aggiungere altro voltò le spalle e lasciò la sala. Fra la gente atterrita, si fece avanti la dodicesima, che doveva ancora formulare il suo voto: annullare il crudele decreto non poteva, ma poteva mitigarlo e disse: - La principessa non morirà, ma cadrà in un profondo sonno, che durerà cent’anni.”
[Rosaspina, f.lli Grimm]



Harry Potter era passato direttamente attraverso il camino dell’ufficio della preside, raggiungendo Hogwarts in pochi istanti dopo essere stato convocato dall’anziana strega.
Non aveva più messo piede a Hogwarts da diciannove anni e si costrinse ad ingoiare una struggente nostalgia quando, giunto nella stanza circolare, posò lo sguardo sul ritratto sorridente del professor Silente.
    La professoressa McGranitt l’aveva scortato in infermeria mentre gli studenti erano ancora in Sala Grande per il pranzo, così non avevano incontrato anima viva durante il tragitto.
« Da questa parte, Potter » gli aveva detto, come se lui non avesse saputo dove si trovava l’infermeria, ma il castello era stato ricostruito esattamente come era prima: era stato la casa di tutti i maghi d’Inghilterra per mille anni e nessuno voleva che fosse diverso.
    Arrivati all’infermeria, il Capo dell’Ufficio Auror del Ministero della Magia si trovò davanti un bizzarro gruppo di persone: sua moglie Ginny teneva tra le braccia un ragazzino di colore, poco più alto di loro figlio James, che indossava la divisa di Serpeverde, Draco Malfoy e suo figlio se ne stavano in disparte, accanto al paravento, mentre Madama Chips esaminava sua nipote Dominique Weasley stesa in un letto accanto al quale stavano sua cognata Fleur e Blaise Zabini.
    « Professoressa... » le domande che avrebbe voluto porre erano parecchie, ma osservando i volti di Ginny e Fleur si decise per la più urgente: « Cos’è successo a  Dominique? »
    Le tre donne presero a parlare assieme, fino a quando Harry non alzò le braccia, sperando di non essere costretto ad ordinare loro di tacere. « Madama Chips, per favore! »
    Ginny gli scoccò un’occhiata risentita, ma subito annuì, accarezzando la testa del ragazzino che, Harry si rese conto, doveva essere il figlio di Zabini, quindi anche della defunta signora Zabini e provò un moto di gratitudine per la moglie che sembrava consolarlo.
    Fleur e la preside guardarono l’infermiera, che però si volse verso Blaise: « Mi dispiace, signor Potter, ma questa volta sembra che non sia io la più qualificata ». Scosse la testa candida ed invitò l’uomo a parlare.
    Zabini osservava Potter con un misto di divertimento e fastidio, ma si trattenne dal fare commenti sconvenienti, avvicinandosi di un passo al letto, così da potersi piegare sulla ragazza addormentata ed indicare i minuscoli punti bianchi su labbra e palpebre. « Vedete quei piccoli segni bianchi? Sono cuciture. Quando le palpebre e la bocca saranno del tutto chiusi, non sarà più possibile risvegliarla » guardò Fleur che aveva ricominciato a singhiozzare.
    « Da quando sei un guaritore, Zabini? » volle sapere Harry, scoccando un’occhiata a Malfoy, stupito che se ne stesse zitto ed in disparte, ma quando guardò verso di lui, fu ancora più sorpreso dal vederlo parlare sottovoce col figlio, con un sorriso sulle labbra, mentre gli scostava i capelli dalla fronte.
    « Hai mai sentito parlare della Bella Addormentata nel Bosco, Potter? » chiese Zabini, per tutta risposta.
    « La fiaba babbana? » chiese Harry, perplesso.
    Zabini annuì. « Dietro ad ogni leggenda c’è della verità, Potter. Ricordi la ribellione dei folletti del 1631, quando il Ministero della Magia decretò che nessuna creatura magica ad eccezione di maghi e streghe potesse portare una bacchetta? »
    A Harry si aggrovigliò lo stomaco al ricordo delle soporifere lezioni di Storia della Magia. « Vieni al dunque, Zabini! » gli intimò.
    « In Francia giunsero alla stessa decisione oltre cinquant’anni prima e accadde qualcosa di simile: la rivolta delle fate culminò con la maledizione della fata Carabosse che colpì la figlia del Ministro della Magia francese. Aveva incantato un fuso con cui la ragazza si punse, cadendo vittima di un sonno simile alla morte ».
    « Ma si svegliò col bacio del principe, no? » chiese l’Auror, perplesso.
    « No, Potter: quella è una sciocchezza inventata dai Babbani! In realtà la ragazza si svegliò dopo che la fata venne uccisa, al termine di uno scontro che portò alla morte di quasi trenta maghi: mai sottovalutare le fate! »
    « E tu... come sai queste cose, Zabini? » Harry Potter scrutò l’uomo che gli stava davanti, forte della propria esperienza di cacciatore di maghi oscuri.
    « Perché chi ha ucciso Emilia ha portato via il Fuso dalla sua cassaforte ».
    Un gemito uscì dalle labbra di Lotus che si strinse più forte a Ginny, mentre Malfoy si avvicinava a Zabini, facendogli discretamente percepire la propria presenza. Potter registrò il tacito supporto che il suo rivale di un tempo dava al proprio amico e, per la prima volta, fu quasi sicuro di poter depennare il nome di Zabini dalla lista degli indagati per l’omicidio di sua moglie.
    « Come può essere arrivato ad Hogwarts un simile oggetto? » si intromise la preside, il volto cereo e gli occhi acuti che brillavano di sgomento.
    « Non per mancarle di rispetto, preside McGranitt, » cominciò Malfoy « ma non è mai stato troppo complicato introdurre artefatti oscuri a Hogwarts ».
    Harry ricordava fin troppo bene l’armadio svanitore e la collana di opali che aveva quasi ucciso Katie Bell e si sorprese del tono impersonale usato da Malfoy. « A proposito, Malfoy, tu che ci fai qui? »
Harry registrò con la coda dell’occhio il ragazzino biondo, Scorpius, che si affrettava a prendere la mano del padre ed a guardare storto lui, come se fosse compito suo difendere il genitore dall’Auror cattivo.
    « Ero da Blaise quando è arrivato il gufo di Lotus. In ogni caso, Potter, sono membro del Consiglio Amministrativo della scuola, quindi posso venire quando mi pare e piace » ghignò esattamente come faceva un tempo. « Mi stai accusando di aver ucciso la moglie di un amico? »
    « Finitela! » si intromise Ginny, pallida e con lo sguardo furente, mentre stringeva la testa di Lotus come se volesse impedirgli di sentire. « Non avete la minima considerazione! Andate a parlare da un’altra parte, se volte continuare in questo modo! »
    « La signora Potter ha ragione, signori » rincarò Madama Chips « Credo che ora vi manderò tutti fuori dalla mia infermeria! »
    Intanto Ginny si era abbassata a sussurrare qualcosa a Lotus, che annuì, tenendo gli occhi bassi.
« Noi andiamo in cucina a chiedere agli elfi se c’è della torta di melassa » annunciò la donna, guardando storto Malfoy, per poi sorridere a suo figlio. « Vuoi venire anche tu? »
Scorpius guardò in alto, cercando l’approvazione di suo padre e Harry si sorprese di nuovo, quando Draco Malfoy permise a suo figlio di seguire Ginny nelle cucine.
    « Da quanto tempo Dominique è in questo stato e dove è successo... dov’è questo Fuso? E... » la domanda più difficile « … quanto tempo abbiamo per svegliarla? » il Capo Auror infilò una domanda dietro all’altra, guardando gli adulti presenti, ad eccezione di Fleur.
    « La signorina Weasley è stata trovata addormentata la mattina di Natale, nel suo dormitorio » intervenne la McGranitt, mentre Ginny ed i ragazzini lasciavano l’infermeria. « Non so di nessun Fuso, però. Poppy? »
    L’infermiera scosse il capo: « Io non l’ho visto, ma c’erano le signorine Roxanne e Rose Weasley con lei, in camera. Riguardo alle sue condizioni, per il momento sono stabili ».
    « Quando quei punti bianchi diventeranno fili e le chiuderanno labbra e palpebre, la situazione cambierà, » affermò Zabini « ma non ho idea di quanto tempo occorra ».
    Fleur cominciò a singhiozzare e Madama Chips decise di somministrarle una pozione calmante.
    Harry sospirò: detestava quando la sua famiglia veniva coinvolta. « Preside, dovrò parlare con le mie nipoti ».
    « Certo, Potter. Da questa parte » la preside condusse i tre uomini fuori dall’infermeria, raggiungendo la porta che dava sulla Sala Grande; come si era aspettata, la maggior parte degli studenti era ancora a pranzo. « Aspettatemi qui » chiese loro mentre entrava a chiamare le due Grifondoro.
    Harry Potter si sporse, in preda a quella nostalgia che già l’aveva colto nell’ufficio della preside: non conosceva i nuovi insegnanti, se non per quello che gli aveva raccontato James l’estate prima e lasciò vagare lo sguardo sui quattro tavoli. I suoi figli sedevano vicino alle cugine e quando la preside le raggiunse, i ragazzi guardarono verso di lui, vedendolo.
    Entrambi scattarono in piedi, correndo nella sua direzione, mentre altri ragazzi lo notavano e qualcuno tra i più grandi lo riconosceva. Harry avrebbe voluto fare un passo in dietro, ma la manona di Hagrid si alzò, dal tavolo insegnanti e lui ricambiò il saluto. Scambiò un cenno con Neville ed incassò l’abbraccio di Albus che gli si era buttato addosso a peso morto, mentre James si fermava ad un paio di passi di distanza.
    « Papà! » ad Albus brillavano gli occhi e Harry mise un ginocchio a terra, mentre lo abbracciava e lo ammirava nella sua uniforme coi colori di Grifondoro.
    « Hai visto che è andato tutto bene, Al’? » gli sorrise mentre il figlio annuiva e poi guardò James, tendendogli la mano. « James? »
    « È successo qualcosa? La mamma sta bene? » chiese con un po’ di apprensione il primogenito, restando fermo sul posto, mentre la McGranitt li raggiungeva con la due ragazze.
    « No, sono qui per Dominique e per un caso che sto seguendo. Mamma è andata nelle cucine coi figli di questi signori. » indicò Zabini e Malfoy alle sue spalle.
    « Lotus? » chiese Albus dopo aver guardato i due uomini qualche passo dietro suo padre.
    « Vi conoscete? » chiese un po’ sorpreso.
    « Louis e Dominique sono suoi amici e... » si girò a guardare James.
    « Credo che questo giovanotto sia ancora arrabbiato per la punizione che gli hai assegnato proprio per aver litigato con Lotus Zabini » intervenne la professoressa McGranitt.
    « Ah! » commentò Harry, alzandosi in piedi. « Preside, c’è un posto tranquillo dove posso parlare con Roxanne e Rose? »
    Harry promise ai figli di passare a salutarli prima di andare via e si volse, per seguire la McGranitt, trovandosi davanti la faccia stupita di Zabini.
    « Hai punito tuo figlio per aver litigato col mio? »
    « Non sapevo si trattasse di tuo figlio, Zabini ».
    « Che punizione gli hai dato? »
    « Niente Quidditch per tutto l’anno » tagliò corto il Capo Auror.
    « Il Quidditch?! » si intromise Malfoy « Sei un mostro, Potter! »
    « Non devo discutere con te i miei sistemi educativi, Malfoy! » in effetti, Harry si chiedeva perché stesse discutendo con Malfoy. Quando raggiunsero l’aula messa a disposizione dalla preside, Potter guardò i due uomini che li avevano seguiti e, senza mezze misure, ordinò loro di stare fuori dai piedi.
    Quando fu nella stanza con le nipoti e la preside, Harry si concesse un momento per riflettere.
    « Perché vuoi parlare con noi, zio Harry? » chiese Rose, guardandolo con gli stessi occhi intelligenti di Hermione.
    « Prima ditemi se state bene » le abbracciò, lasciando da parte l’Auror per un momento, per essere solo lo zio Harry. Le ragazze stavano bene, anche se erano comprensibilmente preoccupate per la cugina. « Proprio per questo ho voluto parlarvi » iniziò lui. « La preside mi ha detto che avete trovato voi Dominique. Avete notato nulla di strano? »
    « Strano in che senso? » chiese Roxanne.
    « Qualcosa che non sembrava di Dominique. Un fuso, per esempio ».
    La preside prese un cancellino da lavagna e lo trasfigurò per mostrare come fosse fatto un fuso alle due, nel caso non lo sapessero, ma entrambe negarono di aver visto qualcosa del genere.
    « Però una cosa strana c’era: » disse Rose, aggrottando le sopracciglia con fare pensoso « carta da regalo strappata! Avevamo deciso di aprire i regali tutti assieme, alla mattina, ma sul letto di Dominique c’era della carta natalizia, come se avesse scartato un regalo ».
    Harry baciò in testa la nipote che gli chiese: « Credi sia importante? Può far svegliare Dominique? »
    « È quello che spero, Rose » le rispose lui, prima di salutarle, per tornare a rivolgersi alla preside. « Potrei ispezionare la camera di Dominique? »
    « Il Fuso potrebbe essere rotolato sotto al letto, ma se così fosse, gli elfi domestici l’avrebbero trovato, Harry » la McGranitt assunse un tono più familiare ora che erano soli.
    « Ma non sapevano cosa fosse. Potrebbero averlo raccolto e messo da parte! » insistette lui. « Senta, se è solo per non farmi entrare nei dormitori delle ragazze, » gli venne istintivamente da sorridere « chiediamo a Ginny. Farà presto e starà attenta. Noi siamo già qui, non avrebbe senso far venire un’Auror donna dal Ministero ».
    La preside ci pensò qualche istante, prima di accettare.
    « Riguardo a Zabini e Malfoy? » le chiese ancora, prima di andare a cercare la moglie nelle cucine.
    « Se parli dei ragazzi, sono due ottimi studenti e non nutro nessun dubbio su di loro ».
    « E i padri? »
    « Dovresti conoscerli anche tu, Harry. Sono passati tanti anni, io credo che meritino un po’ di fiducia e di pace ».
    Harry sospirò, ma annuì. Si fidava del giudizio della sua ex capo casa.
    « Sai cosa facciamo, Harry? » gli sorrise l’anziana donna « Vado io a cercare Ginevra. Tu intanto parla con Zabini e Malfoy ».
    « Ma... »
    « Nessun “ma”, signor Potter! » il tono autoritario della sua insegnante di Trasfigurazione venne mitigato dal sorriso preoccupato. « Io avrei dovuto andare in pensione due anni fa, ma tu e il signor Malfoy mi avete chiesto così tanto di rimanere che mi avete convinta. Adesso, fate qualcosa voi per me: collaborate! »
    Harry si sentì di nuovo un undicenne intimorivo dalla sua vecchia insegnante e si sbrigò ad annuire, prima che la McGranitt lasciasse l’aula.

 
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Mi sa che qualcuno si è perso gli ultimi aggiornamenti! >.<
Tranquilli, però: la settimana prossima pubblico una OS, quindi salterò una settimana... più normale, così? :P
Un grazie a chi ha letto fin qui e a  Ladyriddle e a tomorrow_people per aver commentato il capitolo precedente! ^^

Come sempre, ci vediamo su FB!
 
   
 
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