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Autore: pamina71    11/05/2015    17 recensioni
Un prigioniero da recuperare sulle Alpi e ricondurre a Parigi.
Un prigioniero che qualcuno non vuole far testimoniare.
Qualcuno disposto a tutto per eliminarlo.
Una storia di viaggio, letterale e metaforico.
Lungo la Francia, sulle Alpi, dentro se stessi.
Con la copertina disegnata dalla meravigliosa matita di Sabrina Sala.
Genere: Azione, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Soldati della guardia metropolitana di Parigi, Sorelle Jarjeyes
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lupi, Giganti ed altre avventure'
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3. La finestra sul bosco

 

All'alba del terzo giorno smontarono rapidamente le tende per partire al più presto, dopo aver rotto rapidamente il digiuno con qualcosa di freddo. Sebbene il calore non accennasse a scemare1 ed anche a quell'ora cominciassero già a sentirlo nelle loro divise di panno, sembrava infine che il cielo si decidesse a rannuvolarsi, ed a porre fine a quell'interminabile sfilza di giorni senza pioggia che stavano rendendo assetata l'intera campagna francese.

L'intenzione, se il tempo lo avesse permesso, era quella di superare Nevers e Moulin, per dirigersi verso Roanne, con una decisa svolta verso est, lasciandosi Vichy sulla destra.

La giornata fu segnata dalle solite chiacchiere, ma con l'incombere di un cielo sempre più cupo, che da uggioso che era la mattina, diventò plumbeo durante la giornata e minacciosamente nero verso la metà del pomeriggio.

Una decina di miglia dopo Lapalisse cominciò a piovere, un temporale primaverile violento e feroce, che li inzuppò nel giro di alcuni minuti. Il panno delle divise si impregnò d'acqua in poco tempo, rendendole quasi nere, pesanti, appiccicose, freddissime. Tuoni sempre più vicini segnarono il sentiero. Lampi improvvisi rendevano a tratti luminoso il cammino nel bosco, trasformandolo nel contempo in un pericoloso possibile percorso di fuoco, un puntaspilli per saette, con quelle querce altissime e quei faggi levati verso il Cielo.

Dovevano levarsi da lì al più presto. Spronarono i cavalli al galoppo, sperando che i lampi non cadessero troppo vicino, spaventandoli.

 

Il minuscolo villaggio di La Pacaudière comparve dinanzi ai loro occhi come una piccola isola in un agitato mare in tempesta. Una locanda dall'appetitoso nome di "Au sanglier rôti" si affacciava sulla strada principale, ormai un torrente di fango, invitante e tiepida. Lasciarono i cavalli nella stalla e corsero dentro riparandosi come potevano.

Si ritrovarono in una sala da pranzo che altro non era se non una grande cucina di campagna con i muri imbiancati a calce, e lunghi tavoli disposti perpendicolarmente ad un enorme camino, al cui centro un girarrosto spiegava inequivocabilmente il nome del luogo. Si fermarono nei pressi dell'uscio, sgocciolando vistosamente sull'impiantito in legno, sino all'arrivo di una donnetta bassa e tondetta, con un viso ancora piacente ed un abito scuro che conteneva a stento delle forme ancora così evidenti che in gioventù dovevano aver provocato più di una rissa tra gli avventori.

Muovendosi affaccendata intorno al loro proruppe in un

- Oooh! Cari! Ma siete fradici! Vi do subito delle stanze per potervi cambiare ed asciugare. Cinque?

I soldati stavano per protestare, nessuno di loro avrebbe potuto permetterselo, nemmeno con la doppia paga promessa. Fu Oscar a rompere gli indugi, con una decisa conferma, e provvedendo al pagamento con una rapidità che non diede a nessuno il tempo di replicare.

- Ci vediamo giù tra un'ora. Non è necessario che indossiate la divisa. E, presa una chiave, salì la scala seguendo l'indaffarata proprietaria che la precedeva portando una pila di asciugamani, lisi e rammendati, ma puliti.

 

Rapidamente come era cominciato, il temporale si esaurì. Le nuvole tornarono grigie, il tamburellare frenetico delle gocce sui vetri lasciò il posto ad un leggero concerto sulle tegole del tetto, sino a trasformarsi in un lieve gocciolio dalle grondaie e dagli alberi del bosco che quasi toccavano il lato posteriore della locanda, su cui si affacciavano le loro stanze, tutte in fila come stanze di un collegio. Al comandante la proprietaria aveva lasciato la stanza d'angolo, con due grandi finestre che si affacciavano sul bosco.

Oscar si affacciò a guardare il cielo. Alla sua destra, poteva solo scorgere una curva della strada dalla quale erano arrivati. Di fronte, un'imponente quercia ed i faggi del fitto bosco che si perdeva a vista d'occhio.

Controllò la divisa che aveva messo ad asciugare vicino al fuoco, per verificare quanto fosse ancora umida. Poi si lasciò cadere sul letto in attesa di scendere per la cena. Era davvero stanca. Si compiacque di aver preso la decisione di rimanere alla locanda. L'ultimo mese era stato davvero impegnativo, ed ora questa missione che le sembrava davvero pesante...sebbene, come aveva detto Andrè, si stesse rivelando più piacevole del previsto.

Il letto pareva pulito, pensò che avrebbe finalmente goduto di un sonno ristoratore, più tardi. Per non assopirsi, si mise prona e recuperò il libro che aveva poggiato sul comodino, un'opera di un miliare duramente punito per la sua pubblicazione, che le aveva fatto avere la sorella Josephine e che durante il viaggio contava di poter leggere con calma. " Lettera I. Cara amica, come vedi...".2

 

Quando scese per la cena trovò i quattro soldati già sistemati ad uno dei lunghi tavoli. Scavalcò la panca senza schienale per mettersi tra André e François, mentre dal lato opposto Alain occupava molto più spazio, seduto accanto a Gérard che si sentì subito impacciato per il fatto di avere Comandante seduto di fronte. Fu un momento di reciproco riconoscimento: Oscar non aveva mai visto i suoi uomini senza divisa e non poté fare a meno di notare che gli abiti fossero lisi e rammendati. Né, dal canto loro, l'avevano mai vista in abiti civili. Si stupirono dei quanto apparisse più magra e minuta senza la giacca con le pesanti spalline, e di come sembrasse anche più femminile. Nessuno di loro sospettava l'esistenza, sotto la divisa, di quello strumento di tortura che erano le fasce che quotidianamente indossava, e che in quel momento erano diligentemente poste ad asciugare dinanzi al fuoco. Portava una camicia bianca ed un lungo panciotto azzurro, liscio e privo di ricami, senza la giacca, e pareva più borghese che aristocratica. Non potevano sapere che si trattava di una scelta ponderata, quella di non mettere nel bagaglio abiti appariscenti, per non accentuare la differenza di censo tra loro.

Quei tre giorni avevano reso Oscar molto rilassata nei riguardi dei sottoposti, le cene precedenti dinanzi ad un piccolo falò avevano cementato una specie di spirito di gruppo che non aveva ancora sperimentato. Mangiarono cibo rustico, cinghiale in civet, accompagnato da uno spesso vino rosso. Chiacchierarono di molte cose, quella sera. Piccoli pettegolezzi da camerata, che strappavano risate o commenti più o meno salaci, racconti delle loro vite parigine, qualche timida domanda al Comandante per capire come fosse invece la sua, ancora colpiti dall'accenno del giorno prima ai metodi educativi poco ortodossi del Generale. Si sentiva apprezzata, in un modo che forse non aveva mai percepito tra le Guardie Reali.
Abituate ad obbedire senza fiatare, per evitare guai, per indole o per convenienza, avevano obbedito a lei come ai predecessori ed al successore. In questo nuovo incarico, la fiducia così duramente conquistata era ormai un saldo fondamento del vivere quotidiano, che per la prima volta poteva percepire avendo lei per prima abbassato le barriere sociali che li separavano.
Un altro tassello componeva inoltre quel mosaico. André.
Oscar si stava rendendo conto di un impercettibilmente graduale mutamento della propria percezione nei suoi confronti. Nei mesi trascorsi nella Guardia Metropolitana3, il vederlo in mezzo agli altri aveva fatto sì che lo osservasse con attenzione maggiore, con uno sguardo diverso.
Uno sguardo che nasceva anche dalle confessioni ricevute in una fredda notte di marzo, quando l'aveva colta di sorpresa baciandola e confessandole il suo amore.
Uno sguardo che a volte sorprendeva lei stessa, come la sorprendeva il fatto di cercare in lui un appoggio fisico e solido per sopperire al fatto che non fosse sempre accanto a lei.
Come al suo arrivo, dopo aver sfidato un feroce Alain4 che si ergeva a campione dell'onore offeso dei soldati.
Come quando si era lasciata sostenere nel suo pianto, questa volta di gioia, il giorno in cui, pronta a cedere l'incarico,era stata richiamata indietro dai soldati che la imploravano di restare.
Come quella sera: senza parere, stava cercando di avvicinarsi sulla panca per poter sentire sul proprio braccio il contatto casuale con il suo bicipite sinistro, attraverso la stoffa leggera delle due camicie, sentendosi nello stesso tempo stranamente bene e idiota come una ragazzetta.

Nello stesso tempo, l'oggetto di tante attenzioni apparentemente casuali si stava interrogando sulla natura di quanto gli pareva di percepire. Sentiva ogni tanto un leggero sfioramento al braccio sinistro, che, per quanto poteva dire di conoscere Oscar, non gli pareva involontario. Era sempre stata ritrosa a qualsiasi contatto non desiderato, insofferente, scocciata, quasi rabbiosa. Quindi, non si trattava di una cosa casuale. Ma allora? Possibile che...?
Si era reso conto di un lentissimo, esasperantemente graduale cambiamento in lei. Ma non aveva il coraggio di spingersi oltre, non dopo il disastro combinato mesi prima. Avrebbe dovuto aspettare che fosse lei a fargli capire qualcosa, non poteva correre rischi di sorta.
Decise di godersi quei contatti quasi impercettibili e lasciare che le cose seguissero il loro corso.

Intanto, erano oggetto di osservazione divertita o stupita da parte degli altri tre.
Gérard e François ascoltavano increduli il modo di parlare sia del comandante che del loro commilitone, decisamente più loquace di quanto non fosse di solito. Si rendevano conto di quanto il tono e i termini usati fossero simili, per quei due. I pochi accenni ad una vita precedente suggerivano l'esistenza di un legame e di una condivisione che in caserma sfuggivano, ed ora apparivano evidenti. Si accorsero che il Comandante gli permetteva alcune bonarie canzonature che nessuno di loro avrebbe mai nemmeno potuto prendere in considerazione, figurarsi osare dirle ad alta voce.
Invece Alain osservava André come negli stessi anni dall'altra parte del mondo gli esploratori osservavano gli abitanti della Nuova Guinea. Un individuo appartenente ad un universo troppo distante per provare a comprenderne le azioni. Un innamoramento così seraficamente plateale, così tranquillamente esposto allo sguardo dei commilitoni, così sufficiente a sé stesso, non era cosa che capitasse tutti i giorni. E neppure tenta di saltarle addosso ogni tre per due, come farei io se dovessi passare tutto sto tempo con una che mi piace, non dico neanche amarla, giusto una che mi piace!

Verso le undici, Oscar si alzò per tornare nella propria camera. Era sfinita. In piedi dall'alba, sentiva una grande stanchezza, unita al desiderio di restare un poco sola con i propri pensieri, nonstante la compagnia fosse piacevole.
Diede la buonanotte e salì le scale.
Giunta nella propria stanza, portò le mani tra il collo e le spalle, allungando i muscoli contratti. Si sfilò il panciotto e lo gettò sulla pediera del letto in legno.
Udì i passi dei soldati che salivano, il pensiero corse rapidamente ad André. Si chiese se avesse percepito o capito qualcosa quella sera. Si diede della stupida. Non aveva mai fatto cose del genere. Lei, il gelido Comandante, la Vergine di ghiaccio, come la chiamavano a Corte. Nemmeno quando era (o credeva di essere?) innamorata di Fersen. Una simile impudenza non le sarebbe mai venuta in mente. Neanche in mente. Nella pancia.
Prima di togliersi la camicia bianca, che aveva già iniziato a slacciare, e prepararsi definitivamente per la notte, andò verso la finestra, da cui si intravvedeva uno spicchio di luna. Voleva dormire tranquillamente, quindi pensò di chiudere le imposte. Aprì i vetri e si sporse per raggiungere l'anta destra. Il fermo era troppo lontano, si chinò ancora un poco. Scivolò leggermente in avanti, piegata in due sul davanzale.
Fu allora che dai piedi della grande quercia si udì una detonazione secca e si vide la fiamma di un colpo di pistola.

1 Nel 1788, la siccità si ripresentò molto più forte rispetto al 1785, e le temperature della primavera furono molto elevate con punte superiori ai 32-34 gradi, con il risultato che mandarono praticamente in fumo quasi tutto il raccolto di cereali. A metà luglio dello stesso anno, sulla Francia centrale, si abbatté un tempesta di pioggia e grandine che distrusse il raccolto dell’uva, di grande importanza per l’economia del paese.

2 Pierre Chloderlos de Laclos, Les liaisons dangereuses, 1782.

3 Mi baso principalmente sul Manga, quindi André non solo non viene allontanato da Oscar, ma viene arruolato direttamente dal Generale.

4 Nel manga c'è un unico duello, Oscar viene sfidata subito da Alain, come rappresentante della truppa che non la vuole al comando. Anche la vittoria avviene in modo diverso. Ancora al manga si riferisce l'episodio citato subito dopo.

   
 
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