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Autore: Love_in_London_night    11/05/2015    6 recensioni
Jared, Jade, Jamaica. L’iniziale è la stessa, è la combinazione a essere disastrosa.
Perché?
Perché in realtà oltre a loro due ci sono altre 18 persone, un presentatore e una crew con le telecamere pronte a seguirli durante il loro soggiorno.
Già, perché Jared, a causa dell’insistenza di Constance, si è trovato a partecipare al programma di MTV “Are you the one?”. Un reality dove i concorrenti devono cercare la loro anima gemella: se formeranno le 10 coppie esatte si porteranno a casa un milione di dollari da dividere tra loro. Non è un reality rose e fiori però, perché per trovare i match giusti si sacrificano i sentimenti nati tra le persone sbagliate. Tutto pur di trovare le coppie perfette.
E in un simile scenario cosa succederà a Jared, Jade e gli altri?
E poi c’è l’America: Tomo e Vicki seguono le puntate settimanali, lo stesso fanno Constance e Shannon, anche se quest’ultimo vorrebbe che al gruppo intimo si aggiungesse la sua ragazza Kirstina, detestata dalla madre.
Dieci settimane per capire chi possa essere l’anima gemella e non innamorarsi della persona sbagliata, due mesi e mezzo per seguire il resto dei Mars accomodati sul divano davanti alla TV.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5


Quinta puntata

 
 
Prima di rientrare in casa avevano salutato Daisy e Spencer, ormai pronti con le valigie al seguito per essere portati nel resort che li avrebbe ospitati fino alla fine del programma, o fino al momento in cui non fossero stati trovati tutti i match. Impresa ardua, vista la perfomance di quella sera.
Jade, dopo essersi congedata, si diresse a letto: non voleva parlare con nessuno, non voleva sentire i compagni di avventura dare di matto e parlare a ritmo serrato di nuove strategie. Non voleva farne parte.
Quella puntata le aveva fatto venire mal di testa e non ci teneva nemmeno un po’ a farsi rovinare del tutto la serata da litigi e cose simili. Si ficcò sotto al piumone leggero dopo essersi messa il pigiama e non aver salutato anima viva, nella speranza che il giorno dopo la situazione fosse più calma.
Al suo risveglio si accorse che il desiderio era stato vano.
Erano tutti svegli e agitati. C’era chi diceva che dovevano ricominciare tutti dall’inizio, chi invece doveva continuare a battere una determinata strada e chi invece gestiva la cosa a tavolino, poi c’erano gli allibiti che seguivano quelle conversazioni senza battere ciglio. Persone come Jared, Scott, Leighton e Mia, mentre gli altri cercavano di far capire la propria opinione agli altri, o almeno quanto credevano fosse giusta rispetto a quella atrui.
Erano le dieci e mezza di lunedì e Jade era già stufa. Decise così di adottare la tecnica della sera prima e scappare da tutto quello con la mente che lavorava a mille per riportare la situazione alla normalità, perché la gente stava esagerando e non se ne accorgeva.
Percorse più di cinque volte il vasto perimetro della casa, immersa nel verde, scoprendo angoli nuovi e così tranquilli che nemmeno le telecamere erano mai arrivate fino a lì. Sembrava di essere fuori dal programma e le piaceva la parvenza di essere all’interno della foresta che in realtà circondava la casa, ben oltre i confini.
Tornò verso il limitare della villa soltanto dopo più di un’ora, e quello che sentì le fece perdere la poca pace ritrovata con la lontananza e la camminata: stavano ancora parlando della serata prima e di nuove strategie.
Solo una cosa positiva c’era stata in tutto quello: Haylee e Dylan si erano riavvicinati, ma tutti erano così presi dalla conversazione da non essersene accorti. Quella cosa assurda doveva finire.
Entrò in casa e, senza guardare in faccia nessuno, si diresse decisa verso il nugolo di persone accerchiate attorno ai divani.
Camminò spedita fino al tavolino basso che campeggiava davanti al sofà principale e attorno a cui si erano assiepati tutti quanti. Passò con sicurezza su di esso, incurante di poter pestare qualcosa con i piedi nudi, e infine allungò le gambe per ricoprire lo spazio tra il mobile e il divano, atterrandoci in piedi con una certa grazia.
«ORA BASTA!» urlò dopo essersi girata verso il gruppo – quindi nella direzione da cui era arrivata – lasciandoli a bocca aperta per l’interruzione inaspettata e il tono aspro e gridato usato per sovrastare il loro vociare concitato fino a poco prima.
«Scusa?» rispose Nick contrariato. Lei si era data alla macchia dalla sera prima e in quel momento aveva pure il coraggio di lamentarsi? Come poteva essere esasperata Jade della situazione quando non ne aveva mai fatto davvero parte?
«Ho detto basta». Si girò per guardarlo negli occhi, per nulla intimorita e senza perdere la posizione assunta sul divano. «Siete esagerati. E ridicoli. Dove pensate di andare con le vostre strategie, eh? Dove, quando siamo tutti qui dentro accomunati da una cosa soltanto, cioè fare schifo nelle relazioni e nella scelta dei nostri partner?!»
«Ecco perché ci proponiamo per aiutare gli altri» ribatté pronto Drew.
«Beh certo, non vedo l’ora di farmi consigliare da chi sa giudicare bene un rapporto tanto quanto me». Lo zittì lei. 
Jade era esasperata e carica, ora l’avrebbe dimostrato a tutti e l’avrebbero ascoltata anche se non avessero voluto.
Alcuni annuirono per come stava tenendo testa alle accuse dei ragazzi e, soprattutto, per quello che stava dicendo.
«Trovo il tuo atteggiamento alquanto eccitante» le disse Liam ammirato e stupito, guadagnandosi due occhiate diverse: una d’odio da parte di Scott, l’altra comprensiva e di approvazione da Jared, che sembrava pensarla come lui a riguardo.
Jade lo fissò con un sopracciglio alzato prima di strizzargli l’occhio senza però lasciarsi distrarre, doveva convincerli a seguirla, e non era brava in queste cose, per quanto la sua idea fosse valida.
«Hai la soluzione, visto che tanto ti lamenti ma non fai nulla?» Drew pensava di averla presa in contropiede, tanto che si sporse in avanti per dimostrarle di non avere paura e, anzi, aspettare con ansia il suo passo falso, la sua resa.
«Sì, ce l’ho».
Sì. Bastò quella parola a tenere tutti con il fiato sospeso.
«Avanti, parla». Aveva catturato l’attenzione di Nick, ma si vedeva che anche gli altri erano curiosi.
«Ci ho riflettuto parecchio, e mi è venuto in mente che una cosa certa la sappiamo. Avete idea di quale sia e, in caso, chi coinvolga?»
«Haylee e Dylan?» rispose Liam non troppo sicuro.
«No, purtroppo no. Il fatto che nella serata non fossero insieme non conferma che in realtà siano un match perfetto. Ma c’è un’altra coppia che sa di non essere con sicurezza un match».
Nel dirlo puntò gli occhi su Scott e su Olivia. Il primo sembrò essere colpito da una scossa improvvisa, mentre lei aveva l’aria di una colta in flagrante, quasi si sentisse il colpa. Olivia, per non perdere tempo e coprire il tutto, incenerì Jade con lo sguardo.
«Eravamo insieme durante la prima cerimonia, noi due!» disse Scott sorpreso, non ci aveva pensato.
Olivia, invece, l’aveva notato ma aveva taciuto. Non era un segreto quale persona all’interno della casa fosse nelle sue mire, ma aveva sempre considerato Scott come un ottimo piano B su cui ripiegare nel caso in cui le sue strategie non fossero andate a buoni fine.
Poi, all’improvviso, era arrivata quella ragazzina insulsa e dall’aria innocente a rovinarle la festa. Sperava solo che non mettesse bocca sul suo rapporto con Jared, quello che con lentezza esasperante stava nascendo, se no l’avrebbe uccisa, avrebbero potuto contarci tutti lì dentro.
«Ed è l’unica informazione in più che abbiamo»
«Ma questo dove ci porta?» domandò confuso Nick, perso nel discorso anche se avere una conferma in più l’aveva colpito. Di sicuro era certo che non avrebbero perso un’altra cabina della verità con Scott e Olivia.
«Come dicevo prima facciamo schifo in amore, ecco perché siamo qui. Eppure ci basiamo sullo stesso principio che ci ha spinto fuori di qui verso ogni nostro ex: l’attrazione». Molti annuirono, così Jade, presa da una nuova scarica di adrenalina, iniziò a camminare sul posto – per quanto fosse piccolo – tanto da far sembrare i passi dei minuscoli salti. «Qui dentro ci sono sicuramente le nostre anime gemelle, quindi c’è la persona giusta. Secondo me dovremmo conoscerci meglio e andare oltre l’aspetto fisico, d’altronde è tramite test psicologici che hanno trovato il nostro match perfetto. Proviamo dunque a scoprire gli altri e a trovare le affinità»
«Come pensi di farlo?» intervenne Leighton interessata. «Speed dating?»
«No». Jade ci aveva pensato tantissimo. «Credo che dovremmo buttare giù delle domande a cui tutti rispondono su un foglio, per poi inserire le risposte in una tabella più grande e fare in modo che le conoscano tutti».
Era sbagliato dire che aveva pensato tantissimo, perché in realtà aveva pensato a tutto.
A come parti di lei tenute nascoste sarebbero venute a galla, e a come evitare domande scomode per Jared, perché sapeva con certezza che non amava parlare di sé, del proprio privato e del passato, eppure qualche grattacapo non poteva comunque evitarglielo. Aveva in mente tutte le domande, dovevano solo lasciarle condurre l’esperimento.
Approfittò del silenzio carico di aspettative per continuare.
«Non dico di fare i test psicologici che ci hanno portato qui, ma scambiarci informazioni sui rispettivi gusti, su di noi e ciò che ci riguarda di modo che la nostra conoscenza non sia basata solo sull’aspetto. Cosa che, se vogliamo dirla tutta, ci ha portato a partecipare a questo programma».
Dovevano darsi di nuovo una possibilità, ma Jade si sforzò di non pensare che la cosa sarebbe dovuta accadere anche per lei.
«Jade, non so dove tu sia stata nascosta tutto questo tempo, ma trovo che la tua sia una grande idea». Taylor le diede il proprio appoggio.
«Mi piace quello che sento» disse Scott soddisfatto. Eppure, sembrava che apprezzasse di più ciò che vedeva, dato che la mangiava con gli occhi. Cosa che diede fastidio a Jared, perché Jade non era solo un pezzo di carne, era molto di più, e forse lui nemmeno se ne rendeva conto.
Idiota.
Fu così che piano tutti le diedero ragione e si dissero favorevoli alla cosa, così CJ e Jared si ritrovarono nella stanza del video diario a chiedere il materiale per l’esperimento del pomeriggio: una montagna di fogli e biro e, se possibile, un sostegno con quei fogli giganti su cui annotare una tabella generale e ogni risposta.
Jared, in un certo senso, partiva in svantaggio perché molti erano a conoscenza di gran parte delle cose che lo riguardavano, ma decise di mettersi lo stesso in gioco, visto che tutti sembravano metterci grande impegno.
Fu così che si scoprì che non tutti sapevano che Haylee era una hair-stylist, che Drew era un professore di letteratura americana e tutti scoprirono il lavoro di Jade, cosa che aveva taciuto fino a quel momento: era una writer professionista di Los Angeles. Faceva parte di una agenzia, di cui era diventata socia minoritaria, che veniva chiamata per progettare graffiti da disegnare nei posti più disparati. Mark era un editor, CJ un designer, Simon un ballerino di Hip Hop e Liam un giocatore di hokey mentre Nick uno studente. Leighton gestiva una galleria d’arte, Olivia era una personal stylist, Larissa una studentessa, Dakota la commessa in un magazzino di lusso, Taylor una chef e Annah una personal trainer.
Era incredibile come non solo non tutti conoscessero il lavoro di altre persone all’interno della casa, ma era ancora più assurdo come non conoscessero i rispettivi cognomi, tolto quello di Jared, e subito dopo recuperarono quella mancanza.
Passarono agli hobby, dove Jade disse di praticare da anni aerial silk, ovvero tessuti aerei, lo sport che permetteva di riprodurre figure appesi a dei nastri tramite nodi o particolari incastri, cosa che stupì gli altri ma fece capire loro da dove venisse tutta quell’eleganza e flessibilità nei movimenti.
Annah amava il giardinaggio, mentre si scoprì che la mamma di Scott era una di quelle donne che collezionavano mariti e, quindi, aveva tipo sette fratelli e sorelle, mentre Haylee era figlia di due padri omosessuali e Liam era stato cresciuto dai nonni perché orfano.
Le vite dei ragazzi risultarono molto più ricche e variegate di quanto si fossero mai immaginati, e portò alla luce lati interessanti di persone che non si erano mai prese in considerazione che, effettivamente, sembravano assumere un senso.
Jared scoprì che le ragazze che caratterialmente più lo interessavano era Leighton e Olivia, ma anche Jade si era rivelata una vera sorpresa, ben diversa dall’acqua cheta che sembrava essere.
Capiva perché si fossero avvicinati in modo così naturale dopo il loro accordo. Non era solo più un’alleata in quel gioco che sembrava mietere vittime e avere al suo interno più carnefici di quanto si fosse immaginato, Jared si era reso conto che Jade era una persona davvero interessante e che era diventata sul serio sua amica. Una persona di cui si fidava e che aveva piacere ad avere intorno.
Per la prima volta fu contento di averla accanto a sé per quella che era e non per contare su qualcuno in una situazione di disagio. Avere l’appoggio sincero di una ragazza così intelligente da trovare la soluzione ai problemi di diciotto essere umani l’aveva fatto sentire sicuro e protetto e, per la prima volta, si era sentito a casa, quasi fosse stato in compagnia delle persone a cui più voleva bene.
Quella specie di test gli era servito realmente per aprire gli occhi sui presenti e per cambiare la percezione che Jared aveva di loro, ma nemmeno lui riuscì a capire quanto.


Dopo quel lungo esperimento avevano iniziato quasi tutti a guardarsi di nuovo come se fosse la prima puntata. Esclusi Haylee e Dylan, ormai sulla strada della riappacificazione, i ragazzi si studiavano alla luce dei nuovi fatti per capire se ciò che avevano scoperto delle altre persone poteva essere una buona base per un qualcosa di nuovo. Insomma, ciò che Jade aveva introdotto era stato più di un tentativo, era stata speranza.
Jared, oltre a sviluppare la voglia di parlare con Leighton, aveva notato alcune cose: prima fra tutti che lui e Scott avevano gli stessi interessi, dato che si stava destreggiando tra Jade e Leighton, e la seconda era come fosse diventato un po’ più esplicito con Jade, che rispondeva solerte e naturale alle sue attenzioni.
Nonostante la questione Jade fosse presa da due punti differenti, a Jared non piaceva aver notato quanto i gusti suoi e di Scott fossero simili, né che le sue amicizie fossero così… estese. Aveva avuto rapporti amichevoli alquanto esclusivi e la cosa gli era sempre andata bene.
Sapeva che lui e Jade, come tutti gli altri, erano in quel programma per dedicarsi a ciò che di sbagliato c’era nelle loro relazioni e migliorare la cosa, ma non riusciva a pensare di dover rinunciare a lei per dividerla – o peggio, perderla – con qualcun altro. Aveva capito di non considerarla più la pedina di un gioco ma una persona, non voleva rimanere solo lì dentro ad affrontare tutto quello e, soprattutto, se stesso; non quando in lei aveva trovato una parte naturale di sé che Jade gli aveva fatto capire di non limitare, perché lei non era lì per giudicarlo od osservarlo. Più volte gli aveva fatto capire di sostenerlo e di essere felice di condividere con lui certi momenti.
Come in quel momento: lei lo stava spronando a provare aerial silk se davvero avesse voluto, senza prenderlo in giro per la poca virilità della cosa o per la calzamaglia aderente che probabilmente avrebbe dovuto indossare; l’aveva spronato a provare, anche senza accorgersi del palese sarcasmo del cantante.
L’aveva solo implorato di non farlo nella sua stessa scuola di danza, perché si sarebbe vergognata a morte. 
Jade si sentiva inadeguata e inadatta in sua presenza, gliel’aveva detto più volte – forse spinta dalla loro conversazione iniziale e dal fatto di essere echelon – anche scherzando, eppure non si era nemmeno fermata a pensare a quanto potesse essere ridicolo concentrato in qualche figura o vestito in modo ancora più imbarazzante del solito, lei aveva pensato a quanto potesse sembrare goffa o imbranata davanti a lui, perché aveva un’altissima considerazione di Jared.
Jade non giudicava, Jade c’era per lui e basta.
Sempre.
Jared avrebbe dovuto pensare che non era una questione temporanea, eppure aveva paura – da buon egoista – che Scott potesse minare il loro rapporto, allontanando la sua amica da lui.
Era già successo con Mark durante la terza settimana, ma era stato diverso: Jade non lo voleva e il cantante l’aveva capito prima di lei, se anche fossero stati anime gemelle sapeva che non sarebbe stato lui a dividerli, per quanto fossero stati fisicamente lontani. Scott, invece, era un altro discorso. A lei interessava e se quei due avessero palesato la cosa e trovato una via per incanalare questo coinvolgimento, la situazione avrebbe interferito in modo abbastanza netto. Avrebbe potuto separarli in un certo senso, mettere una distanza tra loro che difficilmente avrebbero superato, una distanza che Jared non voleva ci fosse, men che mai durante il programma.
Per allontanare ogni pensiero paranoico e a tratti psicotico, cose che non erano da lui perché nemmeno con Chloe si era mai fatto tanti problemi, decise di concentrarsi su Leighton e Olivia, soprattutto dopo aver baciato la testa di Jade che, abbandonando la conversazione per fare un salto in bagno, era stata poi rapita da Scott e spinta contro il muro. Li tenne d’occhio dalla distanza, seduto sul divano, e ringraziò che Taylor, Mia e altri ragazzi interruppero quel momento che si stava facendo sempre più intimo, tanto da far accorciare loro le distanze senza che se ne accorgessero.
Andarono a dormire tutti con i propri pensieri per la testa, grati a Jade per aver dato una svolta all’interno della villa e per aver riportato una tranquillità inaspettata.


Il giorno dopo si svegliarono presto e rimasero stupiti nel vedere nuvoloso. Era la prima volta in più di un mese che grosse nubi si affacciavano all’orizzonte. Non erano quelle bianche e all’apparenza soffici, ma quelle sottili e tendenti al grigio che sembravano preannunciare un peggioramento ancora indeciso su quando presentarsi.
Jade si svegliò per prima e notò subito la strana luce chiara e fastidiosa che proveniva da fuori. Si preparò un caffè al volo da bere all’aperto, appoggiata al muro della villa mentre si godeva la pace mattutina delle otto e mezza circa. C’era una quiete ovattata quasi innaturale, nemmeno gli uccelli cinguettavano quasi il tempo li avesse invogliati a prendere le cose con calma e a poltrire un po’ di più. C’era solo il leggero fischio della brezza che probabilmente aveva portato quelle nuvole fino a coprire il sole, ma era tutto così calmo da infonderle una tranquillità assurda, il modo migliore per iniziare la giornata.
«Ti ho sentita alzarti». Scott, con la faccia ancora assonnata e i capelli spettinati, aveva fatto capolino dalla porta finestra vicino al muro cui Jade era appoggiata.
«Non volevo svegliarti» bisbigliò lei imitando il tono sommesso del ragazzo, un sussurro che ben si addiceva all’atmosfera che li circondava. La voce così bassa assomigliava a una coccola mattutina di cui avrebbero dovuto giovare tutti nel mondo.
«Non è colpa tua, ma di uno spiraglio di luce negli occhi». Guardò dentro casa attirato da un rumore. «Torno subito. Cosa ne dici ci aspettarmi su una sdraio a bordo piscina?»
Le fece l’occhiolino e scomparve in cucina prima di attendere risposta.
Jade colse il suo invito e si fece trovare seduta su un lettino con la sua tazza di caffè quasi alla fine.
Scott arrivò poco dopo con un vassoio, del caffè fumante per sé e dei pancakes per due, dato che la produzione faceva arrivare la colazione da un catering scelto per aiutarli nel preparare ogni pasto.
«Grazie» mormorò lei prima di immergere l’indice nello sciroppo d’acero e portarlo poi alla bocca.
Scott si perse a guardare quel gesto spontaneo e le imperfezioni di Jade che a lui piacevano tanto. Le lentiggini visibili sulle guance, il volto gonfio dal sonno, l’ingenuità che sembrava trasparire dal suo sguardo. Jade sembrava una persona pura, e lui adorava questo lato così schietto di lei.
Entrambi calarono sulla testa i cappucci delle felpe per evitare di prendere ulteriore freddo, dato che non c’era il sole a scaldarli, e iniziarono a consumare il pasto e a scambiarsi qualche confidenza, volevano entrambi capire se quello che avevano notato tra loro meritasse di essere approfondito.
«Cosa vuoi da una relazione?» domandò all’improvviso Scott. «Sì, insomma, cosa cerchi ora in un rapporto che ti è sempre mancato in quelli precedenti?»
Wow, quella era una bella domanda.
«Oddio, beh…» iniziò Jade tentennando. Quella domanda era la soluzione per il gioco, se avesse conosciuto la risposta anche i suoi problemi, probabilmente, avrebbero avuto fine. «Cavolo, non è facile. Ci devo pensare un attimo, sai? Ti dispiace?»
In realtà era stata il punto focale della sua ultima relazione, ma doveva capire se la risposta si adattava a una situazione generica. Si prese del tempo per pensarci.
«No, affatto. Non è una domanda così semplice, lo capisco» le disse lui mentre si sdraiava sul fianco sinistro per poter continuare a guardarla in faccia.
Poi un lampo di consapevolezza attraversò la mente di Jade: «Tu conosci la tua risposta?»
«Certo» alzò le spalle, sorridendo.
«Potrei sentire la tua? Magari mi aiuti a schiarire le idee». Provò a proporre Jade in seria difficoltà. Stava cercando nei meandri della memoria cosa aveva accomunato la fine delle sue quattro storie importanti – Todd, John, Matt e Travis – con un occhio particolare sull’ultima, quella che più l’aveva lasciata con l’amaro in bocca e senza la voglia di credere ancora davvero nell’amore.
«Ok» esordì Scott prima di mettersi supino con le braccia dietro la testa. «Io voglio essere amato».
Jade sgranò gli occhi, sbalordita per quella risposta. Era certa che fosse la base di ogni rapporto, anche se non sempre poi l’amore bastava per salvarlo. Per lei, almeno, era stato così.
«Sono sempre stato con ragazze che dicevano di amarmi, ma hanno sempre dimostrato di tenere più a me per altri motivi: tatuaggi gratis, il mio conto in banca che ok, non è immenso, ma il lavoro va molto bene e loro lo vedevano, gli agganci giusti. Insomma, pure mia mamma non è stata un buon esempio: tutti quei mariti abbandonati con facilità, fratellastri sparsi ovunque. Ho un bel legame con i miei fratelli, ma è l’affetto dei genitori che mi è sempre mancato. Penso siano state queste esperienze a segnarmi, per questo sono sicuro di volere accanto una persona che si dedichi a me in modo assoluto».
Ora capiva le sue parole e le implicazioni che lui collegava, ma non riusciva a condividerle: per lei la questione era diversa e una risposta simile non l’avrebbe resa al meglio.
Capì cosa voleva comunicargli, e l’aveva detto proprio al suo ultimo ex, Travis.
«Ho affrontato una simile discussione con il mio ultimo ragazzo. Ora ricordo cosa gli ho risposto, e posso dire con certezza che è la cosa che più mi rappresenta e che più desidero da un rapporto» disse prima di chiudere del tutto la felpa della zip quasi potesse proteggerla dal modo in cui si stava per esporre.
A Jade non piaceva dover parlare della propria vita privata, ma sentiva di potersi aprire con Scott, che lui non l’avrebbe giudicata. Mai, probabilmente, avrebbe affrontato un simile discorso con Jared, perché avrebbe avuto il terrore di essere fraintesa, una cosa che non avrebbe voluto, soprattutto su quel determinato argomento: il suo punto debole per eccellenza.
«Io voglio essere scelta» esordì sicura mentre la mente faceva scorrere i ricordi di tutte le relazioni fallite. «So che può sembrare stupido, ma ogni mia relazione è finita perché ero una delle tante opzioni e non la scelta di qualcuno. Non voglio essere la cosa più importante per una persona, ma voglio essere importante come le altre cose, e per me non è mai stato così».
Sospirò più serena dopo aver detto una simile cosa, eppure sentiva il bisogno di approfondire il discorso.
«Per Todd sono venuti prima gli studi. Non dico che dovesse scegliere tra me e loro, ma avrei tanto apprezzato che affrontassimo l’argomento insieme al posto di vedermi scaricata perché non rientravo nei suoi piani. Poi c’è stato John che ha scelto la sua carriera da giocatore di basket in Europa, e la cosa andava ben oltre il concetto di relazione a distanza che riuscivamo a sopportare in quegli anni. Matt, invece, se ne fregava e basta: prima c’erano gli amici, il surf al posto del lavoro, i giri per i locali. Infine c’è stato Travis, colui che mi ha distrutta. Lui era un ragazzo normale, con il suo lavoro a LA e pensavo che la situazione fosse abbastanza definita perché tra noi fosse diverso rispetto agli altri; invece lui preferiva… beh, le donne. O meglio: il sesso che potevano offrirgli. È il concierge in un albergo di lusso, ha sempre conosciuto ragazze disposte a tutto. Io non gli davo abbastanza, così ha detto quando l’ho scoperto a casa sua con un’altra. Una sua collega, giusto per non farsi mancare nulla. Ero brava per i suoi gusti, ma non abbastanza»
«Che bastardo» proferì sconcertato Scott davanti a tanta cattiveria.
«È a causa sua se mi sono sentita umiliata e annientata. Ed è per questo che voglio essere importante e voglio essere scelta: perché se una persona lo farà vuol dire che mi accetta per quello che sono, per come mi ha conosciuta: pregi e difetti compresi. Anzi, soprattutto quelli».
Jade voleva essere sicura che se una persona avesse scelto lei avrebbe quindi escluso le altre donne di conseguenza, l’esperienza di Travis e il non sentirsi mai abbastanza le era bastata.
«Jade, io…» Scott era impacciato e diventato leggermente rosso, ma fu interrotto da Jared che uscì dalla porta in vetro del salotto, la stessa da cui erano usciti loro.
«Oh, finalmente, è da cinque minuti che vi stiamo cercando!» esordì sollevato, anche se trovarli così vicini e affiatati non gli faceva molto piacere. Perché sembrava che solo Scott riuscisse a rendere Jade felice? Perché lui no, dato che era il cantante della sua band preferita e ora anche suo amico? «Ci sono un paio di persone della produzione, devono fare un annuncio ma tutti devono essere presenti».
«Arriviamo» rispose solerte Jade, diventando rossa a sua volta a causa del senso di colpa per essere stata scoperta da Jared con Scott in un momento così intimo.
Aspettò che l’altro rientrasse per tendere una mano al proprio confidente della mattinata, aiutarlo a raccogliere i resti della colazione e rientrare in casa dove gli altri li stavano aspettando seduti sul divano mentre davanti a loro c’erano due esponenti della produzione.
Si erano presentati per annunciare un imminente temporale. Non c’era nulla di strano, poteva capitare lungo la costa settentrionale dell’isola, ma questa volta si sarebbe abbattuto con violenza e sembrava durare tre o quattro giorni, quindi i due membri dello staff del programma erano lì per annunciare un po’ di cambiamenti che sarebbero avvenuti quella settimana.
La sfida si sarebbe tenuta a breve, allestita all’interno del perimetro della casa, mentre la fuga d’amore si sarebbe svolta il giorno dopo per permettere ai fortunati vincitori di usufruirne e lasciare poi che i concorrenti trascorressero i giorni di pioggia torrenziali al sicuro in casa. Sabato, o se il tempo non fosse migliorato domenica, avrebbero scoperto la coppia da spedire nella cabina della verità e la domenica sera, come sempre, ci sarebbe stata la cerimonia di accoppiamento.
Non c’era niente di pericoloso nelle condizioni climatiche avverse che non prevedevano danni, ma avevano voluto tutelare tutti i ragazzi preferendo costringerli tra le mura domestiche piuttosto che metterli a rischio e vedere saltare le attività collegate al programma.
Così, un’ora dopo, le ragazze si ritrovarono a bordo piscina con solo un bikini addosso, e i ragazzi con i loro costumi e una maglietta. Videro nove lettini da massaggio disposti lungo il perimetro della vasca e Ryan ad attenderli con un sorriso.
Spiegò per gli spettatori a casa il cambio di programma, poi iniziò a illustrare la prova: le ragazze avrebbero dovuto stendersi sui materassini, levarsi il pezzo sopra e coprire il fondo schiena con un asciugamano e, infine, bendarsi. Dovevano scoprire quale ragazzo avrebbe fatto loro il massaggio, ma, c’era sempre un ma, dovevano indovinarne il più possibile. Per questo erano state create più fasi: se la prima consisteva in un massaggio normale, la seconda prevedeva una manipolazione con una qualsiasi parte del corpo senza usare le mani, mentre la terza prevedeva di massaggiare quello che volevano con quello che preferivano fino a rendere sempre più difficile il riconoscimento di ogni ragazzo.
I ragazzi sembravano estasiati da quel contatto fisico, quindi si dilettarono a complicare la vita alle ragazze. Ci furono massaggi fatti con i gomiti, massaggi ai piedi e massaggi ai lobi fatti con la lingua.
Jade cercò di fare mente locale. Aveva avuto a che fare più di tutti con Jared e Scott, quindi era convinta che sarebbe stato più facile riconoscere il tocco delle loro mani, o il modo in cui si sarebbero approcciati al suo corpo. In Jared avrebbe trovato la delicatezza di un amico, in Scott la decisione di una persona che voleva mettersi in gioco con lei. Jade contava su quello, erano gli unici elementi su cui poteva fare affidamento.
Eppure non fu così facile: scambiò Simon per Nick, Mark per Drew, ma soprattutto Scott per Dylan, provando un imbarazzo così grande che riuscì a trasmetterlo pure al diretto interessato, il quale si scusò con un timido sorriso senza un vero motivo.
Ryan aveva annunciato che in quel nuovo turno dovevano massaggiare la schiena senza utilizzare le mani.
Quando Jade sentì la scossa provocata da quel primo contatto con la persona che le stava massaggiando la schiena, capì di chi si trattava. Non era stata la barba il sentore più grande, cosa a cui non aveva nemmeno badato, erano state le labbra. Le stesse labbra su cui per tanto tempo aveva fantasticato, le stesse che avevano cantato le canzoni che le avevano dato forza, il coraggio di sognare, di innamorarsi di chi le cantava. Labbra sottili che ora massaggiavano la sua colonna vertebrale partendo dal basso per arrivare fino al collo, in un misto tra baci e morsi fatti per complicarle la vita, ma che le rendevano tutto più facile, perché era sicura di chi stesse facendo ciò. 
Era impossibile non riconoscere la bocca che aveva imparato a conoscere con parole rivolte solo a lei, confessioni che le erano state fatte dopo aver conquistato la sua fiducia, labbra che le avevano sorriso divertite, bocca che l’aveva baciata gentilmente in fronte o tra i capelli per salutarla quando si allontanava.
Non aveva bisogno di girarsi per avere la conferma che fosse Jared, le scosse che le percorrevano la schiena a ogni tocco erano le prove che il suo corpo l’aveva riconosciuto a pelle, ancor prima di vederlo. Jade appoggiò la fronte al lettino e strinse gli occhi con tutta la forza che aveva, divisa tra il piacere di quella tortura, a cui aveva offerto una porzione di collo più ampia, il senso di colpa per aver avuto i sensi ricettivi solo con il cantante, e la speranza che lui non potesse sentire il cuore di lei battere con forza inaudita nel petto.
«Stop». Ryan fermò i ragazzi e tutto si susseguì molto velocemente, ma la mente di Jade si era fermata a poco prima, tanto che non riuscì a indovinare nessun altro ragazzo. Era difficile quando loro avevano un termine di paragone che non avrebbero mai potuto battere in partenza.
Alla fine, difatti, vinsero Annah, Mia e Taylor.
Mia scelse CJ, Annah preferì Mark e Taylor, siccome aveva visto il ragazzo che iniziava a interessarle scelto da un’altra, decise di chiamare una persona con la quale si era sempre trovata bene e aveva un buon feeling.
«Scott» rispose alla domanda di Ryan.
«Bene, la vostra fuga d’amore consisterà in un giro ridotto a causa del tempo su una Jeep per il parco nazionale, poi verrete portati in una SPA dove potrete godere di veri massaggi e altri servizi, quindi domani mattina fatevi trovare svegli presto!» concluse prendendoli in giro per la levataccia che sarebbe toccata loro. «Ci vediamo sabato per scoprire chi entrerà nella cabina. Buon divertimento!»
Scott, dopo aver guardato Leighton, cercò lo sguardo confuso e attonito di Jade. Jared, invece, si lasciò scappare un sorriso sollevato, cosa che però non sfuggì a Haylee.
Durante la fuga d’amore degli altri Jade aveva passato molto tempo con Haylee e Jared, ma sembrava assente. Sapeva che la cosa era dovuta gran parte all’assenza di Scott, ma c’era una parte di lei che continuava a tornare al mattino prima, su quel lettino, mentre Jared le accarezzava la spalle con le labbra e con i denti. Ogni volta in cui la mente si perdeva a fantasticare su quel momento la scuoteva un brivido, cosa che portò più volte gli altri coinquilini a chiederle se aveva freddo, e che lei negò sempre.
Jade votò per Annah e Mark, mentre Jared per Taylor e Scott. Quando ne parlarono e Jared giustificò la propria scelta dicendo che li vedeva affini si sentì ferita. Non soltanto Jared non la considerava adatta per se stesso, dato che era una echelon e la cosa sembrava averla tagliata fuori dai giochi, ma non la riteneva nemmeno all’altezza di Scott. Non capiva come potesse considerarla sua amica se aveva una così scarsa considerazione di lei.
Jared, dal canto suo, era felice di aver votato per loro e sperava di cuore che gli altri, dopo aver conosciuto la sua preferenza, la vedessero come una buona alternativa, tanto da seguirlo nel voto. Magari, se avesse avuto fortuna, quei due sarebbero stati un match perfetto e, da buon egoista quale era, avrebbe apprezzato la cosa, perché il suo micro mondo non avrebbe subito variazioni.
Durante la giornata Jared era stato bravo a ritagliarsi ampi momenti con Leighton e Olivia. Erano entrambe donne ai suoi occhi, ma di Leigh apprezzava la discrezione con cui si sapeva destreggiare in ogni situazione, mentre di Olivia lo colpiva la sua sensualità spiccata ma mai volgare. Era una donna a cui piacevano determinate cose e non aveva problemi a farlo presente. La sua decisione era affascinante.
In un momento di relativa tranquillità Jared si grattò un occhio con il solo indice, il segnale che avevano stabilito Jade e lui quando volevano parlare senza attirare le attenzioni su di loro.
Jade annuì senza farsi vedere e con indifferenza si avviò fuori, verso l’angolo che aveva trovato giorni prima e nel quale si ritrovava sempre più spesso con Jared per parlare. Lì nemmeno le telecamere arrivavano, e c’erano due tronchi abbastanza vicini affinché potessero stare appoggiati a essi, guardarsi in faccia e sentirsi senza urlare.
A volte erano stati richiamati dalla produzione, così avevano ridotto quelle gite, ma ne avevano bisogno: era una cosa che andava oltre il programma, era la necessità di aprirsi a qualcuno senza che altri interferissero. Era una cosa loro.
Si scambiarono pareri e confidenze che non si azzardavano a esternare davanti alle telecamere, ma poi vennero richiamati da qualche cameraman del programma che aveva notato la loro ennesima assenza prolungata, invitandoli – urlando – a manifestarsi prima che iniziassero a cercarli, dicendo loro di poter ritagliarsi degli spazi privati ma che fossero raggiungibili dalle telecamere.
Jared le porse una mano per aiutarla ad alzarsi, ma non la lasciò una volta che Jade si fu alzata. Continuò a tenerla per mano finché non uscirono dalla boscaglia ricca del giardino dove la lasciò andare dopo essersi assicurato che fosse fuori dalla vegetazione e non riportasse i soliti graffi sulle gambe, dovuti a qualche cespuglio con le spine sparso sulla loro strada.
Jade, ancora pensando alla conversazione interrotta nel loro angolino privato, sospirò.
«Cosa c’è?» le chiese Jared e, nel girarsi verso l’amica, si accorse di quanto lei fosse inquieta, tanto che scelse di deviare e dirigersi verso l’entrata della casa: quella porzione di prato, dove c’erano solo un paio di divanetti in tek, non era mai presa in considerazione dai ragazzi.
«Non hai paura che da fuori, con il montaggio, possa distorcersi tutto?» una volta seduta si strinse nelle spalle prima che Jared le passasse attorno un braccio, quasi a tranquillizzarla.
Stava bene lì, in quell’abbraccio dato proprio da lui, ma la domanda era nata proprio dai comportamenti che adottava con Jared e Scott e che potevano risultare ambigui. Se avessero prediletto uno dei due nell’assemblaggio della puntata come sarebbe apparsa? Di sicuro la sua amicizia con una persona per cui provava un interesse già prima di entrare nel programma doveva interessare di più, e la preoccupava da morire quella cosa, aveva paura che dal montaggio dei loro momenti insieme potesse trasparire un suo interesse per Jared, e non voleva passare per stupida. Ma se lei non era interessata, perché avrebbe dovuto apparire questo lato, giusto?!
Già, ma allora perché si sentiva la coscienza sporca al solo pensiero, e terrorizzata di poter risultare così esposta?
Le stava venendo da piangere, era una sensazione orribile che la faceva respirare a fatica. Non riusciva nemmeno a capire se sentirsi in colpa con Jared, con Scott, oppure con se stessa.
Jared, sentendo i brividi che avevano iniziato a scuoterla, strinse la presa attorno al suo corpo, a volte sembrava solo aggraziata, altre, invece, risultava così delicata da sviluppare in lui un senso di protezione; era questo che lo spingeva a dubitare di Scott: il fatto che Jade, da lui, non volesse essere difesa.
«No, perché la gente vede solo quello che vuole» ammise Jared sicuro. Se lo preferivano con una persona era convinto che gli spettatori avrebbero fatto di tutto per cogliere anche un solo segnale nei confronti della loro preferita, e così sarebbe successo per gli altri. Per lui era sempre stato così: c’era chi lo vedeva come omosessuale, chi come bisessuale e chi invece come un etero che si scopava ogni modella che respirava a distanza di un raggio di un miglio e mezzo. La verità era che a lui non importava il parere degli altri, perché Jared era conscio di essere la persona che era. Scopava con le donne che gli piacevano, e se si fosse innamorato di una persona non sarebbe successo in base al sesso, ma su come questa l’avrebbe fatto sentire.
«E tu» le domandò. «sei preoccupata da questa cosa?»
Jade appoggiò la testa sulla sua spalla. Un po’ per sentirsi coccolata e al sicuro, un po’ per evitare di smascherare il senso di colpa che la attanagliava dal profondo, come se stesse vivendo quell’esperienza nel peggior modo possibile e l’unica chiave di lettura della questione fosse imputabile a Jared.
«Sì» confessò con la voce pericolosamente incrinata dal nodo in gola. «Perché la gente vede solo quello che vuole».
Cosa che nemmeno lei era pronta ad accettare o a prendere in considerazione. Non poteva fronteggiare se stessa, avrebbe perso ancora una volta su tutti i fronti.
Non doveva pensare.
Soprattutto se la cosa poteva riguardare Jared.
«Giusta osservazione». La prese in giro lui. «Sembri quasi adulta».
E proprio perché sembrava adulta sentiva il bisogno di approfondire la questione, tanto valeva sapere con chi aveva davvero a che fare.
«A proposito… Ieri ho affrontato una discussione interessante con Scott» esordì Jade sollevando il viso per fissarlo senza alcun timore, solo con la voglia di conoscere la sua risposta.
«Ah bene, vorresti dirmi che sono così poco interessante che merito conversazioni riciclate?» 
Jared voleva alleggerire la tensione, ma Jade non sembrava dello stesso avviso.
«Scemo» gli diede una leggera spinta con la spalla. «È un argomento importante, mi piacerebbe conoscere la tua opinione. Sinceramente, Jared, vorrei conoscerti davvero, anche se come amico, e penso che io sia l’unica a volerti porre domande di un certo peso qui dentro per cercare di capirti».
Si pentì subito di quella frase, ma la sentiva così vera che non provò davvero la voglia di scusarsi per averla pronunciata. Sì, si sentiva in competizione con le altre ragazze, non riusciva a pensare che prima o poi avrebbe dovuto dividerlo con un’altra o, peggio, rinunciarci nel momento in cui Jared avesse trovato la propria anima gemella.
L’aveva sentito irrigidirsi, ma fu questione di un attimo. Tornò a rilassarsi al proprio posto e le concesse la domanda. «Avanti, spara».
«Perché sei qui? Cosa pensi di poter trovare in questo programma in una relazione?»
Non avrebbe fatto come Scott, non avrebbe ceduto davanti al suo silenzio rispondendo per prima, non voleva aiutare Jared, doveva sapere cosa pensava senza che qualcuno gli mostrasse una via d’uscita.
«Vuoi dirmi che parlate davvero di queste cose e ancora riuscite a sopportarvi?» Jared la guardò con le sopracciglia alzate, sbalordito, ma lei lo fulminò con lo sguardo.
Il cantante poggiò i gomiti sulle ginocchia, pensando al perché si trovava lì.
Dopo qualche minuto riuscì a rispondere.
«In un rapporto voglio scegliere».
Il cuore di Jade perse un battito. Non poteva essere vero. Tra tutte le risposte che poteva scegliere non poteva essere quella definitiva, non era vero. Fu come un colpo in pieno petto, una ferita in cui Jared riusciva a incastrarsi alla perfezione.
«Sono stato innamorato davvero una volta nella mia vita, e da quel momento in poi mi sono chiuso. Sai com’è, non era finita bene, soprattutto in rapporti amichevoli…»
Jade sapeva a chi si stava riferendo, lo sapeva benissimo.
«Ho deciso di non cercare più qualcuno da amare, quindi mi sono accontentato delle donne che ho trovato sulla mia strada. Un qualcosa di effimero che andava bene a soddisfare le mie voglie momentanee. Ed è qui il punto: le donne hanno trovato me. Da quando sono diventato famoso ho visto molte ragazze buttarsi letteralmente ai miei piedi. Loro avevano scelto per me, in un certo senso, io dovevo solo pescare dal mucchio».
Lo sguardo di Jared era lontano, sembrava che stesse affrontando per la prima volta quel discorso, nonostante lo conoscesse bene.
«Non ho mai potuto scegliere davvero, perché mi si proponevano. Mi è sempre andata bene così, ma se dovessi decidere di stare con qualcuno voglio scegliere di starci, deve essere una persona con cui decido di dividere la mia vita, non voglio che sia altra gente, quindi, a scegliere per me. Deve solo valerne la pena. Stare qui, sapere che c’è davvero la mia anima gemella, alimenta la speranza, e la speranza porta sempre a una scelta». Concluse guardandola negli occhi, sereno dopo tanto tempo per quella confessione che si era sempre tenuto per sé.
Era stato facile dirlo a Jade, e aveva la certezza che se quella domanda gliel’avesse posta un’altra persona non sarebbe stato sincero. Gliene fu grato, Jade riusciva a ricordargli cosa voleva dire essere soltanto Jared, e per lui era ridicolo, dato che lì era l’unica a conoscerlo benissimo come artista.
«E tu invece?» Oh no, sperava si fosse dimenticato. Non poteva chiederle una cosa così grande. «Cosa cerchi? Insomma, cosa hai risposto a Scott?»
Jade sentì l’aria mancare nei polmoni. Sì maledì per aver dato il via a quel discorso, ma non poteva sapere che le si sarebbe ritorto contro. 
Rivelargli o meno la risposta che aveva dato a Scott? Svelare così le sue carte e dimostrare che erano più affini di quanto volesse credere lo stesso Jared o assecondare quello che lui voleva, e quindi consolidare l’amicizia con una confidenza che non aveva poi molto a che vedere con la verità?
Se avesse detto ciò che pensava davvero Jared avrebbe potuto sospettare che la sua risposta fosse viziata da quella di lui, e non poteva rischiare di rovinare ciò che avevano costruito per un dubbio instillato dal suo essere echelon. Non era pronta a esporsi in quel modo.
Jade si afflosciò sul divanetto nella speranza di esserne inglobata, appoggiò la testa sullo schienale basso e chiuse gli occhi.
Non era giusto che fossero affini nonostante in realtà fossero così inconciliabili.
«Io… voglio essere amata».
Niente. Non aggiunse niente.
«Pensavo fosse la base di ogni rapporto». Replicò Jared per schernirla bonariamente.
Un’altra stilettata al cuore.
«Tutto qui? Non vuoi argomentare la tua risposta?»
Jade scosse la testa. Avrebbe voluto trattenere le lacrime, aveva fatto di tutto per cercare di non darle a vedere, ma si sentiva troppo male per tenersi tutto dentro. Spegnere la sua unica possibilità volontariamente perché spinta dalla paura le era costato un crollo emotivo.
«No» rispose tra un singhiozzo e l’altro. Piangeva con la stessa pacatezza con cui entrava nella vite altrui: con la paura di disturbare e risultare di troppo.
«Ehi».
Jared non si aspettava di certo una simile reazione. Forse le sue ragioni erano delicate e allo stesso tempo forti, come lei. Lui non era nessuno per giudicarle.
Se la tirò al petto e la coccolò nel tentativo di farla smettere, giocando con i suoi capelli, facendola invece piangere ancora di più.
Quello poteva essere suo, forse, ma non lo meritava perché non aveva avuto il coraggio di dimostrargli la realtà dei fatti.
C’era inoltre una cosa da prendere in considerazione sia a livello personale che di gioco: Jade aveva mentito a Jared, e quello avrebbe potuto manomettere le loro visioni personali tanto da alterare i risultati del programma.
L’importante era che lui non lo scoprisse.


Tutto rientrò nei ranghi poco dopo. Jade si era sfogata, Scott era tornato nel momento in cui i due erano abbracciati per aggrapparsi alla sensazione che tutto fosse a posto e che non stessero andando in milioni di pezzi e li guardò con un certo disappunto, per quanto loro non si accorsero di nulla.
La sera iniziò a piovere e fu così per i giorni successivi, come era stato preventivato dalla produzione. La pioggia era battente, il vento abbastanza forte, ma in casa erano al sicuro.
Peccato che essendo arrivati al terzo giorno di clausura, ovvero venerdì, i ragazzi avevano esaurito tutte le idee ancora a metà mattina. Avevano passato in rassegna ogni passatempo e gioco possibile: il ping-pong, il beer pong, obbligo o verità, e il gioco della bottiglia, al quale molti – primo fra tutti Jared, che non voleva creare tensione attorno a sé da parte dei ragazzi – si erano sottratti.
Così Annah, Mia e Larissa si erano fatte portavoce del gruppo e, visto il tempo da lupi, nella stanza dedicata ai loro sfoghi virtuali avevano pregato la produzione di trasmettere un film sul grande schermo il prima possibile, per evitare che in casa si tentassero gesti estremi quali l’harakiri o il letargo prolungato, cosa che non avrebbe giovato agli ascolti della puntata che avrebbe incluso diciotto persone sepolte sotto le coperte, ognuna nel proprio letto.
Ne avevano parlato insieme ed erano giunti alla conclusione di chiedere la proiezione di “Cinquanta sfumature di grigio”. Era uscito da poco al cinema, alcune ragazze lo sapevano perché fan della saga, e pensavano potesse mettere d’accordo le donne con gli uomini: romanticismo e scene di nudo, la cosa più vicina a un porno a cui poteva aspirare la controparte maschile. Per supportare la propria richiesta avevano detto che una simile visione avrebbe potuto animare le vicende in casa, agevolati da ciò che il film avrebbe potuto scatenare.
Sapevano che sarebbe costato un bel po’ a MTV pagare i diritti per una simile proiezione, ma erano talmente disperati che contavano sul supporto della rete per avere un minimo di svago. A quel punto potevano proporre un altro film, l’importante per loro era che l’iniziativa venisse accolta.
Successe poco dopo mezzogiorno. Arrivò una comunicazione scritta ai ragazzi, dicendo loro di chiudersi nella camera da letto e di non uscire fino a nuovo ordine. Salirono elettrizzati: magari la proposta di quel preciso film non era stata accolta, ma avevano accettato di fare qualcosa affinché loro si svagassero, ed erano felici che stesse accadendo qualcosa di nuovo.
Passarono un paio d’ore, poi vennero chiamati da qualcuno della crew delle riprese, scesero di sotto senza guardare dalla balconata e rimasero sconvolti: l’immenso salotto era stato adibito a sala cinematografica. Non che fosse cambiato molto, ma c’era un angolo dedicato apposta alla bevande, e una macchina dei popcorn che ne aveva pronto un mucchio gigantesco, inoltre avevano trovato delle coperte leggere per coprirsi durante la visione. Quindici minuti recitava il grande schermo che veniva usato per votare le coppie e seguire quella designata nella cabina della verità.
Tutti presero posto dove preferivano, così, quando le luci si spensero e partirono i titoli di testa, Jade si ritrovò seduta per terra con le spalle appoggiate al divano, con Jared alla propria destra che giocava con i suoi capelli e Scott alla sinistra che cercava contatti casuali con lei.
Olivia, dal canto suo, vedendo come il rapporto con Jared si fosse raffreddato in quei giorni, si alzò durante la visione per prendersi da bere, sbuffando quando passò davanti al diretto interessato per mostrargli il proprio disappunto.
Anche Scott sembrava inibito dalla presenza di Jared nei dintorni di Jade e quest’ultima, non sapendo come gestire la situazione, aveva deciso di ignorare entrambi.
Con loro grande sorpresa ci furono dieci minuti di intervallo tra un’ora e l’altra del film – il famoso cinquanta sfumature che avevano chiesto e che, al momento, non stava convincendo molto – che permisero a tutti di sgranchirsi le gambe, rifocillarsi con altre bevande e altro cibo, e concedere una sigaretta ai tabagisti.
Jade, nonostante non apprezzasse il film, adorava come la pioggia si infrangesse contro le ampie vetrate della casa, portando con sé la luce grigiastra che illuminava in modo sinistro l’ambiente. Era bello poter godere di quel tempo con una coperta e un film da guardare in compagnia.
Si sedette al suo posto, e notò come Scott la spinse leggermente verso sinistra, occupando lui stesso il posto di Jared. Il cantante si sedette accanto a lui con Olivia al seguito, ben contenta che Jared l’avesse invitata a prendere posto di fianco a lei; sembrava che in quell’intervallo avessero ritrovato il feeling di sempre, cosa che fece sorridere il tatuatore.
Più rilassato per la lontananza dell’attore da lei, Scott si fece più audace e iniziò a giocare con le dita di Jade al riparo della coperta, per poi passare il braccio direttamente dietro la spalla e sorridere di come lei avesse accettato il gesto, prendendo posto appoggiata al petto di lui.
La seconda ora trascorse tra battute sconce sull’assenza di Haylee e Dylan, che probabilmente avrebbero concesso uno spettacolo più interessante di quello offerto dalla televisione, sarcasmo sulle scene e lo sbigottimento per il finale del film, forse più assurdo della pellicola stessa.
«Mah» esordì Jade poco convinta. «Io non ho letto i libri, ma la scrittrice non mi sembra molto ferrata sull’argomento. Non lo sono nemmeno io, chiariamo, eppure ho visto short film con tematiche sadomaso più audaci e fatti decisamente meglio».
Il riferimento a Hurricane fu chiaro a Jared che la fissò interessato e divertito, non pensava che potesse essersi soffermata su una visione così cruda e lussuriosa della vita, la pensava troppo pura. Forse si sbagliava.
«Ehi, da dove salta fuori questo tuo lato nascosto? Short film, bondage… approfondiamo la cosa». La prese in giro Drew, spaesato da questa sua conoscenza.
«Aspetta…» dissero Olivia e Scott all’unisono. «Stai parlando di un video dei Thirty Seconds To Mars?»
Jared sorrise compiaciuto mentre Jade si strinse nelle spalle con un’espressione di scuse.
«Hurricane?» concluse Olivia al posto del tatuatore, e i diretti interessati annuirono.
«Biscottino». La apostrofò Jared facendo ridere tutti. «Sai che se mi fai pensare a Hurricane e alla tua danza acrobatica tutta nastri e flessibilità mi vengono molte idee in mente?!»
Aveva lo sguardo perso e la mano che accarezzava la barba mentre sembrava ponderare su alcune decisioni, quasi avesse già visualizzato immagini e riprese da fare. 
Jade alzò un sopracciglio, quello che sentiva non le piaceva per nulla.
«Sì, sai… ho sempre desiderato dare un seguito a quel video. E l’aerial silk dà spunti interessanti. Mi sa che sei più snodata di quello che hai sempre dato a vedere in questa casa».
Jared si divertiva a prenderla in giro, anche se quelle cose le pensava davvero. Da quando avevano parlato seriamente era convinto che Jade nascondesse qualcosa. Oltre che alcuni pensieri a lui, molto del suo potenziale in cui nemmeno lei stessa credeva.
«Senti» lo riprese lei mettendosi sull’attenti anche se seduta, la schiena dritta come un fuso. «Non fare il Bart Cubbins con me! Sappi che non mi presterò mai
Le guance rosse in un misto tra indignazione e imbarazzo, un tono così stridulo e nevrotico che la costrinse a una risatina isterica finale.
Una frase e dei gesti che portarono Jared a ridere di cuore, mentre quelle parole gettarono gli altri ragazzi nella confusione più totale, dato che lo scambio era avvenuto davanti a tutti loro nella più totale naturalezza.
Jared si sentiva bene in quel momento, era libero di essere se stesso in tutte le sue forme e di farle combaciare solo in Jared, e doveva tutto quello a Jade.
Jade c’era,  Jade lo capiva sempre.


Sabato il tempo era migliorato e aveva permesso a Ryan di raggiungere la casa per annunciare quale coppia sarebbe dovuta entrare nella cabina della verità e, inaspettatamente, toccò a Taylor e Scott. Jade, dopo aver appreso la notizia, si mise sull’attenti, sorpresa dal volere della maggioranza. Non sapeva cosa pensare a riguardo, ma di una cosa era sicura: non voleva perdere Scott. Le piaceva, ed era convinta che fosse la sua unica soluzione per essere felice.
Tirò un sospiro di sollievo quando sullo schermo comparve la scritta nera e bianca NO MATCH. Accolse Scott con un sorriso così radioso che scacciò tutti i dubbi di lui riguardo Jade, uno scambio di sguardi così intenso che irritò Jared.
La cerimonia di accoppiamento arrivò in men che non si dicesse, ma i ragazzi si fecero comunque trovare pronti.
Sui divanetti Spencer e Daisy erano già accoppiati e seduti, erano l’unica sicurezza del gruppo in quel momento. Ryan si informò su come era trascorsa la loro settimana, poi si dedicò al gruppo di ragazzi, questa volta toccava alla parte maschile occuparsi della scelta.
Mark diede il via alle danze con Annah, formando la coppia che era andata in fuga d’amore. Dopo fu il turno di Nick, che chiamò Larissa.
CJ scelse Taylor, con grande sorpresa di tutti, e Liam nominò Olivia affinché andasse al suo fianco per formare una coppia. Poi toccò a Dylan, che non si lasciò scappare Haylee. Disse di aver capito i loro errori e che non era disposto a lasciarla perdere.
Era il momento di Jared, che alla domanda di Ryan su chi fosse quella sera la sua anima gemella rispose: «Jade».
E lo disse anche con una certa soddisfazione.
«Wow, scelta strana. Soprattutto per te. Come mai?»
Ryan aveva interpretato il pensiero di tutti i presenti. Conoscendo la loro amicizia mai si sarebbero aspettati una simile decisione, soprattutto da parte di Jared. Avevano sempre pensato che fosse lei quella ad avere un debole nascosto per il cantante, quindi che sarebbe stata Jade, in caso di difficoltà, a scegliere Jared durante una cerimonia di accoppiamento, e non viceversa.
«Lo so» ammise Jared sereno, cercando lo sguardo di Jade. «ma ha avuto un crollo emotivo durante la settimana e ho pensato avesse bisogno del supporto di una persona amica per una volta, alla faccia del gioco. Spero che gli altri possano perdonarmi e capirmi, in fondo peggio della settimana scorsa non può certo andare».
Nel chiedere il perdono e la comprensione dei suoi compagni di avventura si girò verso di loro per scusarsi, soffermandosi su Leighton, sapendo che poteva scegliere benissimo lei, eppure la ragazza comprese il suo gesto e, anzi, ne rimase piacevolmente colpita. Le parole di Jared dimostravano quanto buon cuore avesse, non poteva certo arrabbiarsi davanti a tanta bontà.
Peccato che la scelta del cantante fosse un semplice dispetto nei confronti di Scott che non avrebbe potuto scegliere Jade. Se loro due fossero stati insieme e quella sera avessero trovato delle coppie giuste, di sicuro avrebbe fatto di tutto per convincere il gruppo a pensare che una di quelle fosse composta da lui e Jade, e Jared non avrebbe saputo come combatterlo. Così, invece, si era garantito un’altra settimana di pacifica permanenza nella casa. Anche perché se Scott fosse stato l’anima gemella di Jade avrebbe dovuto imparare a scoprirla per quello che era, come stava facendo lui, non basarsi soltanto sull’aspetto fisico. Conquistare Jade era fatica, non poteva averla senza impegnarsi. Jared si era riproposto di essere uno degli ostacoli su quel percorso.
«Davvero onorevole da parte tua. Poi magari scoprite che la cosa è meno tragica di quanto abbiate previsto» li prese in giro Ryan, mentre Jade era intenta ad arrossire. «Mettete le mani sugli schermi e andate pure a sedervi».
Drew scelse Leighton e Scott, rimasto ultimo, fu accoppiato a Dakota, ma quelle situazioni rimasero un mistero per Jade, concentrata sul gesto di Jared e su ciò che aveva detto. Possibile che fosse rimasto colpito dalla sua crisi di pianto di martedì?
L’aveva consolata, era vero, ma non pensava che si fosse preoccupato così tanto, forse era bravo solo a celare la sua agitazione. Era comunque contenta che fosse riuscito a dedicarle un pensiero così importante.
I fasci di luce che si accesero oltre a quello del match perfetto furono due, per un totale di tre coppie indovinate.
«Siete ancora in alto mare, ma almeno avete recuperato rispetto a settimana scorsa». Ryan trasse le conclusioni più ovvie che poteva esternare al momento. «Impegnatevi, sembrate sulla strada giusta questa volta».
La vera domanda che tutti in quella situazione si posero fu una: chi era la terza coppia giusta?
Erano ormai tutti certi che Dylan e Haylee fossero anime gemelle, quindi rimaneva una coppia da indovinare, e solo i due su cui tutti erano sicuri avevano le idee chiare a riguardo.


 
*


«Io lo ammetto: non ci capisco più nulla» ammise Vicki alla fine della puntata. «Jade che modifica una risposta, Jared che la sceglie. Mh, ho preferito lei con Scott e lui con Leighton. Non che Jared e Jade non stiano bene insieme, ma con gli altri vivono momenti più sereni e lineari. Meno complicati, ecco».
Tomo si sistemò un cuscino dietro la testa prima di rispondere.
«Già, c’è qualcosa di strano tra loro, un qualcosa che non riesco a capire».
Vicki prese in braccio Dink e iniziò ad accarezzarlo sovrappensiero, era come se quei due stessero facendo di tutto per complicare il gioco a se stessi e agli altri, senza però avere un valido motivo per farlo.
«Specialmente dopo questo episodio»
«Puoi dirlo forte!» il marito la imitò e si mise in grembo Ramsey per poterlo coccolare. Kasha, essendo il cane della taglia più grande, si sistemò tra i due per poter ricevere qualche carezza, il muso appoggiato sui piedi nudi di Vicki.
«Tomo…» richiamò la sua attenzione per incrociare lo sguardo con lui.
«Mh?» smise di fissare il cane per concentrarsi sulla moglie.
«Se tu fossi nella casa, quale pensi che potrebbe essere la ragazza a colpirti di più?»
Rispose quasi senza pensarci. «Beh, ma se fossi nella casa ci sarebbe una donna diversa, ovvero la mia anima gemella».
Sfiorò casualmente la mano che Vicki aveva steso sullo schienale, ma lei non si fece distrarre, era davvero curiosa.
«Fingiamo che sia tra quelle, da chi ti sentiresti attratto?»
«Non è una domanda a trabocchetto e se rispondo poi mi chiedi il divorzio, vero?» Vicki rise e poi scosse la testa per negare, così Tomo continuò: «Taylor. Avremmo in comune la passione per la cucina, ed è anche una bella ragazza. Sembra seria ma ha anche un lato ironico. Oppure Leighton, perché è molto donna. In quella casa c’è chi si atteggia a tale, come Olivia, e chi lo è, come Leigh. Mi piace questo lato così deciso».
Sapeva di poter sentirsi libero di dire ciò che pensava, per questo non aveva atteso molto nel dare la risposta. Ma ora era curioso, voleva conoscere quali ragazzi sarebbero potuti piacere a lei.
«Tu cosa potresti dire a riguardo?»
Vicki finse di pensarci, ma come Tomo non aveva esitato nel dare una risposta, sapeva anche lei di essersi fatta un’idea precisa riguardo i concorrenti. «Beh… se proprio dovessi scegliere penso Liam, perché è uno sportivo, un giocatore di hockey. O Scott, è carino e fa il tatuatore, anche se ne ha troppo pochi per i miei gusti».
Scrollò le braccia per sottolineare il concetto.
«O Jared. Sai, è il mio tipo».
Tomo la fissò interessato con un sopracciglio alzato, era un invito a spiegarsi a riguardo.
Vicki rise quando capì che il suo discorso poteva essere travisato.
«Non fraintendermi» gli disse seria, anche se il sorriso bonario non aveva mai abbandonato le sue labbra. «So che Jared è bello, ma non mi piace da quel punto di vista. Mi riferivo al fatto che fosse musicista. E che avesse i capelli lunghi».
Strizzò l’occhio a Tomo che sembrava essersi tranquillizzato sull’argomento.
«Per fortuna, temevo di dover iniziare a preoccuparmi».
«No, tranquillo, niente ripensamenti» lo schernì lei. «Però se volessi riconquistarmi portandomi a dormire in spalle te ne sarei davvero grata, non ho voglia di fare le scale e ho sonno».
Per convincerlo sfoggiò la miglior espressione indifesa che aveva in repertorio, ma non servì a nulla.
«Cioè, tu ti prendi gioco dei miei sentimenti e io dovrei pure scarrozzarti sulla mia schiena dolorante per mezza casa? Donna insensibile!»
«Ok» rispose lei con un’alzata di spalle. «Vuol dire che rimarrò qui con i cani ancora un po’».
Tomo si alzò dal divano fintamente offeso con in braccio Ramsey e chiamò a raccolta gli altri due affinché lo seguissero: «Kasha, Dink, andiamo a dormire, belli!»
Al richiamo del padrone scattarono sull’attenti e lo seguirono, giulivi e docili, pronti per addormentarsi sopra lo scendiletto o nella cuccia.
Vicki si schiarì la voce prima di urlare: «Dopo sarei io quella perfida?»
Tomo, da sopra le scale, le rispose: «Non hai più scuse». Salì altri tre gradini prima di fermarsi per continuare. «E comunque l’ho fatto per te, non vorrei mai che quel magnifico sedere perdesse tonicità».


 
*


«Perché?» Constance era arrabbiata. «Perché sceglierla e perché mentire? Sono due idioti. Potrebbero risultare compatibili solo per la demenza dimostrata in questo episodio, peccato che spero vivamente che due scemi simili non finiscano insieme perché se si riproducessero il mondo sarebbe davvero in pericolo»
«Dici davvero?» Shannon era stupito, non pensava che sua madre potesse aver cambiato idea a riguardo.
«Certo che no» e, per sottolineare la cosa, scacciò il pensiero con la mano. «ma sono allibita dai loro comportamenti».
Poteva capirla, perché nemmeno a lui certi meccanismi erano chiari.
«Penso che Jared si sia comportato così perché è geloso e abbia paura di perderla, quindi ha voluto fare un dispetto a Scott. Cosa che, per altro, gli è uscita discretamente bene. Almeno a giudicare l’occhiata truce che si è beccato da Mister Ink».
Gli sembrò di sentirla borbottare “Un bambino di quarantatre anni, ecco cos’è”, ma evitò di approfondire l’argomento, prima che potesse spostare l’argomento sul bambino che di anni ne aveva quasi quarantacinque.
«Questa volta non è solo nella sua stupidità» continuò Constance con tono infervorato. «Perché Jade ha dato una risposta molto bella e sensata a Scott, e poi con Jared ha cambiato idea?!»
«Io mi sono fatto un’idea». In effetti Shannon aveva maturato una propria teoria in base al corso degli eventi di quella puntata, e poterla esternare a qualcuno lo rinfrancava parecchio, lo faceva sentire meno pazzo dato che non era l’unico a interessarsi alla dinamica dei fatti. «Penso che avesse paura di essere giudicata. Noi abbiamo visto che la sua risposta, quella vera, era sincera ed era stata data prima di quella di Jared, ma se lei avesse replicato così a lui, dopo quello che Jared aveva detto… beh, sarebbe potuta sembrare una cosa forzata».
In effetti anche lui, al posto del fratello, si sarebbe fatto qualche domanda sulla sincerità delle parole di Jade, così complementari alle sue. Avrebbe sempre avuto il dubbio che quelle di lei fossero condizionate e adattate alle proprie, magari dettate da un interesse celato fino a quel momento.
«O magari poteva dare l’impressione di avere un interesse per lui, cosa che Jared non avrebbe preso bene, visto il loro accordo iniziale. È stato chiaro in fondo, no? Essere amici per non essere qualcosa di più» convenne Constance con lo sguardo assorto, quasi i pezzi del puzzle avessero iniziato a combaciare davanti ai suoi occhi. Doveva ammettere che il pensiero di Shannon aveva una logica e poteva avere un certo fondamento.
«Esatto. Sarebbe stata una risposta scomoda quella di Jade. È stato il suo modo di tirarsene fuori e negare un coinvolgimento».
Se fosse stato al posto di lei, probabilmente si sarebbe comportato allo stesso modo. Apprezzava la lungimiranza di quella ragazza, il suo non voler intralciare in nessun modo il rapporto con Jared e pensare alle ripercussioni delle proprie azioni su di loro, non era un’accortezza che tutti avrebbero messo in pratica.
«Ma il suo negare sembra quasi porti a credere in un suo interesse». Gli fece notare la madre.
Dare una versione dei fatti davanti a un intero pubblico pur di non far sapere la verità a una singola persona la metteva in una posizione scomoda o, perlomeno, in una posizione ambigua per chi, come gli spettatori, seguivano il programma e conoscevano tutti i fatti.
Un avvenimento che avrebbe fatto salire gli ascolti perché avrebbe reso il loro rapporto interessante, ma rendeva irrequieti chi conosceva uno dei due interessati, perché la situazione faceva presagire che qualcosa sotto ci dovesse pure essere e prima o poi, quindi, sarebbe saltata fuori. O forse esplosa.
«Giusto anche questo. Il vero problema, però, è un altro». Notò Shannon con tono incolore e sicuro mentre sistemava sulle proprie gambe la cagnolina della madre per poterla coccolare un po’.
«E quale?»
«Ha mentito a Jared. Ha compromesso la fiducia reciproca, e lui ha anche i mezzi per scoprire la bugia. Lasciami dire che non finirà bene».
Aveva imparato, soprattutto dal rapporto con Kirstina e dal loro tira e molla, che se c’era una cosa – seppur minima – che non si voleva venisse allo scoperto, quella sarebbe stata scoperta nel peggiore dei modi. Forse aveva sollevato la questione della mancanza di fiducia perché era un argomento che sentiva in modo particolare e vedere che si stava svolgendo davanti ai propri occhi gli mostrò la vicenda personale sotto una nuova ottica.
«Purtroppo penso tu abbia ragione». Constance non ci aveva pensato, ma Shannon aveva ragione: alla base di quel cambio di risposte c’era stata una bugia che, probabilmente, era nata per la paura di Jade di confrontarsi con Jared. Non sarebbe stato un bene.
Mentre lei si perdeva nei propri pensieri, Shannon estrasse il cellulare e rispose a qualche messaggio in modo concitato fino a che non lanciò il telefono sulla seduta accanto alla sua con un sonoro sbuffo. Di colpo sembrava stanco.
«Era Kirstina?» domandò Constance prima di prendere ad accarezzare la nuca del figlio. «Tutto ok?»
«Insomma, stasera serata no». Cercò di minimizzare, abbandonandosi alla mano rigeneratrice della madre.
«Spero non sia per colpa mia». Kirstina non le stava molto simpatica, ma quel fattore non doveva intralciare il rapporto con Shannon, non se lo sarebbe mai permesso e perdonato. «Voglio solo che tu sia felice».
«Non è colpa tua. È colpa nostra, il rapporto lo costruiamo noi».
Era stato evasivo, ma la pesantezza di quella situazione indefinita e tesa iniziava a logorargli l’anima.
In un certo senso invidiava il rapporto tra Jade e Jared perché, nonostante la bugia, c’era un interesse di fondo, era un modo di tutelarsi per continuare a vivere il rapporto in modo pacifico, questo perché a Jade importava davvero di Jared. Lui e Kirstina, invece, si erano mentiti spesso e, purtroppo, ne avevano avuto conferma più volte. La fiducia era compromessa tra loro, si erano sempre perdonati, ma come poteva essere vero quel gesto così magnanimo se non c’era un dialogo e non parlavano di cosa non andava nel loro rapporto?
Quello che più gli faceva male era essere arrivato a quelle conclusioni e accettarle senza arrabbiarsi, senza affrontare la questione. Shannon non si era mai davvero interessato alla situazione che li coinvolgeva, e lo stava capendo grazie al fratello che, in un certo senso, era nella sua stessa condizione.
C’era qualcosa che non andava tra lui e Kirstina, e non stava facendo nulla per evitarlo. Anzi, si era messo comodo per vedere come quel disastro si sarebbe potuto concludere.
La verità era che tra loro non c’era il coinvolgimento necessario perché qualcosa tra loro diventasse davvero un problema. Non lo erano nemmeno la mancanza di fiducia e le continue recriminazioni, voleva pure dire qualcosa.
«Se posso fare qualcosa conta pure su di me». Constance interruppe il flusso di pensieri del figlio, all’improvviso triste perché l’aveva visto impensierirsi, e sapeva quanto Shannon non meritasse momenti simili, aveva già sofferto abbastanza in passato.
«Non puoi fare nulla mamma, ma grazie lo stesso». Le accarezzò una guancia con il dorso dell’indice mentre rifletteva sul da farsi. «Anzi, una cosa la puoi fare: perdonami già per la prossima settimana, ma vorrei guardare la puntata con lei»
«Già perdonato» rispose lei con un sorriso, poi si alzò e gli diede un bacio sulla fronte prima di dirigersi verso la cucina. «Cosa ne dici di rimanere a dormire qui, stanotte?»
In fondo era convinta che Shannon avesse bisogno di essere coccolato un po’, di sentirsi di nuovo il figlio che necessitava delle cure di una mamma per stare meglio, e lei quella necessità non gliel’avrebbe mai negata.

 


 
Bonjour everybody! Come state?
Molte di voi saranno a Roma per Jared, I suppose, ma io aggiorno lo sstesso. Si sa mai che la cosa sia una piacevole lettura dopo il concerto... Io ci spero. Vi auguro uno show indimenticabile!
Niente Roma per me, lo ammetto. Ma non avevo voglia di andare per la prima volta nella capitale (mai stata, shame on me) per un terzo dei mars... Così mia sorella mi ha fatto il regalo di laurea perfetto: M&G a dubai! Non vedo l'ora, giuro!
Ma veniamo al capitolo: ora sapete che lavoro fanno tutti e se di alcuni manca, è perchè erano già accennati nei cap precedenti (dylan barman, haylee parrucchiera, mia modella, scott tatuatore e leighton assistente personale) e sapete anche come Jade, piccolo genio, ha sistemato un po' la situazione.
Se non sapete cosa siano i tessuti aerei o aerial silk vi consiglio di cercarli in google immagini, almeno capite subito cosa sono.
Altra precisazione: so che cinquanta sfumature è uscito a febbraio e qui siamo, su per giù, a inizio novembre, ma ho spostato volontariamente la cosa per inserire l'aspetto meno casto di jared/bart cubbins e del bondage. Mi piace creare punti di complicità tra loro, specialmente or a che Jared ha capito che lei non è un'alleata o una pedina, ma una persona che lui sente davvero amica.
A proposito, cosa pensate della "bugia"?
Penso di postare anche settimana prossima, in caso contrario lo comunico nel mio gruppo: Love Doses.
A prestissimo, xo, Cris.
 
   
 
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