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Autore: Sabira    11/05/2015    1 recensioni
Luna è una ragazza di quindici anni dall'aspetto minuto e adorabile, peccato che odi questo termine riferito a lei, come se la caverà in una casa da condividere con altre quattro famiglie, in una nuova città, lontana dal suo adorato nonno?
Lu decise di sorpassare sulle ultime parole del padre. La ragazza odiava appellativi come “piccola”, “tenera”, “bambolina” , “bambina” o cose del genere. Aveva avuto la “sfortuna” di nascere in un corpo piccolo e minuto, aveva provato a sminuire quel “difetto” facendosi crescere i capelli fino ai polpacci, ma non era servito a nulla, visto che tutti la trattavano come una bambolina di porcellana.
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-N-non pensate che sia...troppo solo per noi!
-Infatti non è solo per noi- sorrise il padre -Questa è un'abitazione condivisa offertaci dalla fondazione in cui lavoriamo. Ce ne sono una dozzina circa in tutto il Paese, in cui abitano in tutto cinque famiglie...
-Strano che non ci sia nessuno ad accoglierci- sopraggiunse la madre.
Attraversarono il giardino, Lu tremava ancora, se una famiglia la trattava così, come sarebbero state cinque? La casa era vuota, c'era un biglietto appostato sulla porta d'entrata.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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~~2. PATTI D'AMICIZIA
La sveglia suonò, ma Luna non la sentì subito, stava sognando il nonno non voleva svegliarsi. Quando si alzò si rese conto del tardo orario, erano già le sette!
Si vestì in fretta e scese con lo zaino.
-Ahahahahahah- urlò -perché faccio sempre così tardi?
-Lu- sorrise Stella -Gli altri sono appena usciti, mancano solo...
-Ahahahahahah- urlarono i gemelli -Non di nuovo!!
-Se fate presto li raggiungerete!
-Ah vedo che ci  sei anche tu, Luna! Forza muoviamoci- iniziarono a correre, purtroppo le gambe di Lu erano molto più piccole di quelle dei due e un passo di lei corrispondeva a tre dei loro.  Vedendo che era rimasta indietro, uno dei due si girò e seccato disse: -Così ti perderai...- la sollevo e se la mise sulle spalle -pesi come una piuma...
Lu si sentì proprio arrossire, ma appena vide che stavano raggiungendo gli altri si riprese: -Grazie Nill, ora puoi rimettermi giù- lui si fermò di colpo, lei colse l'occasione per scendere. Vedendo che però non si muoveva gli andò difronte guardandolo diritto negli occhi: -Qualcosa non va, Nill?
-Non è che mi hai confuso con mio fratello?-chiese impassibile.
Luna sorrise -Certo che no, Nill e Fin sono diversi non c'è
 modo che io li confonda...
-Ragazzi- li chiamò Fin- se non vi muovete li perdiamo di nuovo!
-Eccoci- Lu prese per mano Nill correndo verso il fratello. Sul volto di Nill c'era un'espressione confusa ma anche un sorriso, quasi incomprensibile.
Alla fine arrivarono in tempo. Appena entrò in classe tutti gli sguardi caddero di nuovo su di Luna. Non seppe nemmeno perché, ma ebbe l'impulso di nascondersi dietro Lisa, che fulminò gli altri con sguardo severo.
-Che avete da guardare, non è mica una specie rara?- gli altri distolsero svelti lo sguardo imbarazzati.
-Grazie- disse senza guardarla però negli occhi.
-Di niente- la castana le mise un braccio attorno al collo con fare materno e si sedette nel banco affianco al suo, il problema era Andy che era seduto davanti a lei...
-Oh ma guarda, sei proprio dietro di me, sicura di vederci?- chiese maligno.
-Che c'è ora ti preoccupi per me?- rispose acida, certo che quel ragazzo era davvero sadico.
Stava per rispondere quando entrò la professoressa Fiore in tutta la sua terribile altezza.
Era la loro professoressa di Italiano, in quel periodo dell'anno erano arrivati all'Iliade.
-Μήνιν ουλομένην. Così si apre il proemio dell'Iliade. Con un semplice stato d'animo, un'emozione. Canta, o dea, l'ira d'Achille Pelide rovinosa che numerosi dolori inflisse agli Achei. Come può solo uno stato d'animo infliggere dolori? Quella d'Achille non era semplice rabbia, era vera e propria ira che aveva un qualcosa di divino. Gettò in preda all'Ade molte vite gagliarde d'eroi, ne fece bottino di cani, di tutti gli uccelli -consiglio di Zeus si compiva- da quando si divisero contendendo l'Atride signore d'eroi e Achile glorioso.
Chi mi sa spiegare le particolarità di questi primi sette righi del proemio?- vedendo che nessuno alzava la mano decise di chiamare lei -Signorina Worlfread vediamo come se la cava, venga alla cattedra prego- svogliatamente la ragazza si alzò dalla sua sedia e si avviò dalla sua professoressa. Si girò poi verso la classe. Non era nervosa ogni cosa che aveva a che fare  con il mondo greco la affascinava: aveva più volte letto l'Iliade e conosceva il libro come il palmo della sua mano.
-Sono tre le principali caratteristiche che si possono facilmente notare. Come ha già detto lei professoressa il proemio inizia con uno stato d'animo: l'Ira rovinosa di Achille. Nell'Odissea e nell'Eneide i protagonisti sono degli esseri umani e non un semplice sentimento, ma è questo semplice sentimento ad essere la conseguenza e la causa di molte azioni....
La seconda caratteristica è l'invocazione della dea. Questo serve a conferire importanza e credulità all'opera.  Mentre la terza caratteristica riguarda Achille e Agamennone. Omero scrive: da quando si divisero contendendo l'Atride signore d'eroi e Achille glorioso. Usa un epiteto per conferire importanza ad Agamennone ma solo un aggettivo per Achille, questo dimostra che il Pelide non ha bisogno di un epiteto, basta il suo nome, dato che è famoso per la sua gloria, a contrario di Agamennone che se non fosse il capo non avrebbe mai avuto quell'importanza.
Ci fu un momento di silenzio poi la prof mi rimandò al mio posto alquanto dispiaciuta.
POV LUNA
Mi aveva presa in antipatia, ne ero certa. Stupida, stupida, stupida spaventa passeri. Ero stata impeccabile mi avrebbe almeno potuto fare i complimenti?  Invece no.
La lezione finì dopo due ore e quell'arpia mi chiamò.
-Signorina Worlfread, venga ad aiutarmi a portare la mia roba nella sezione E.
Io presi il suo registro e la più grande tra le sue due borse, che pesava parecchio, poi uscimmo dalla classe.
-Sei davvero brava sai, Luna?- come? Ora mi chiamava anche per nome?
-Cosa ne diresti di partecipare ad un lavoro che voglio fare per l'open day? Parteciperanno circa due ragazzi per ogni mia sezione- forse non è così crudele e non mi ha preso in antipatia....
-Mi farebbe piacere- risposi sorridendo.
-Sono felice, piccola- e no, no, no e ancora NO!!! Piccola? Piccola? Razza di strega....
Fortunatamente arrivammo difronte all'aula, fortunatamente per lei, dato che già stavo per attaccarla alla finestra, ma avrei progettato il modo migliore per mettere fine alla sua vita....
Entrai nella classe e poggiai il registro sulla cattedra e  la borsa su una sedia.
-Ehi, piccoletta che ci fai qui?- mi girai riconoscendo la voce.
-Senti un po', Fin, chiamami di nuovo così e non riuscirai più a dormire tranquillamente- lui impallidì, era ovvio dato che avevo esibito uno di quegli sguardi assassini da: “Stai giocando col fuoco, quindi ti brucerai prima di potertene accorgere”.
Poi si girò verso Nill.
-Hai sentito come mi ha chiamato?- non sentii la risposta di Nil, dato che uscii dalla classe. Che credevano che potevo stare lì a loro disposizione? Avevo una lezione di greco che mi aspettava...
-Alpha, beta, gamma, delta, epsilon....-iniziai a ripetere l'alfabeto.
Le lezioni proseguirono...una noia mortale! Finalmente suonò la campanella dell'intervallo.
Presi la mia merenda e corsi fuori dalla classe... non volevo essere accerchiata di nuovo.  In realtà però, non sapevo dove andare, volevo solamente un posto tranquillo in cui stare. Camminai a lungo per tutta la scuola, finché non trovai delle scale che portavano ad una porta. Quando la aprii una sensazione di libertà mi invase: il vento mi accarezzò il viso e i miei occhi meravigliati scrutarono ogni centimetro di quella terrazza che l'edificio aveva come tetto. Mi sembrava di essere parte del cielo, era qualcosa di meraviglioso.
Mi sedetti a terra e iniziai a mangiare, con lo sguardo verso le nuvole. Divorai il mio panino, poi mi stesi a pancia in su, al diavolo la digestione!!! Ero stanca, era stato uno shock per me sapere di dover vivere con tutte quelle persone.
Immersa nei miei pensieri mi abbandonai ad un sonno profondo.
Mi sentii scuotere con forza. Aprii gli occhi turbata, due volti beffardi mi guardavano divertiti.
-Ma guarda un po' sta' ragazzina- rise Nill -non solo salta le lezioni, ma ruba anche il nostro posticino segreto!!!
-L-lezioni?- mi alzai di scatto. Come era possibile? Non avevo dormito così tanto! Volsi lo sguardo al mio orologio che segnava l'una e un quarto...
cavolo avevo dormito due ore!
-È inutile che ti agiti ormai la lezione l'hai persa!- m'informò Fin.
Aveva dannatamente ragione, tanto valeva tornare a dormire.
-Notte- pronunciai stendendomi nuovamente.
-Ehi ehi ehi!!! Forse non l'hai capito, ma questo posto è nostro.
-Bhé da ora in avanti è mio, al massimo possiamo dividercelo, non intendo lasciarvi questo paradiso- poveri illusi, credevano veramente che io mi sarei fatta sfuggire quel terrazzo!!! Mi girai dandogli le spalle e cercando di dormire, ma niente, quei due testardi non volevano davvero lasciarmi riposare.
-Solo ad una condizione- mi ammonì Fin, stupido Fin, io volevo tanto dormire ma no, perché dormire quando si può tranquillamente conversare con i tuoi coinquilini?
-Avrai il privilegio di essere la nostra unica amica, starai con noi come se fossi una terza gemella e ci aiuterai sempre nel momento del bisogno-ma erano impazziti? Perché diavolo volevano questo? Non riuscivo a capire come potesse interessargli stare con me.
-Perché?- chiesi semplicemente.
-Perché sei l'unica a riconoscerci oltre nostra madre.
Li guardai negli occhi. Mi stavano praticamente dicendo di non avere veri amici...bhé se è per questo neanch'io ce li avevo, ma uscirsene con una proposta del genere così dal nulla...
-Sì- accettai, non sapendo neanche il perché.
n.d.a.
Salve a tutti!!!
Spero che la storia vi stia piacendo, sarei molto felice se commentaste, ho trasformato il discorso in prima persona per rendere il racconto più emozionante.
Aspetto vostre notizie.
Baciiii
   
 
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