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Autore: Miss One Direction    11/05/2015    1 recensioni
Era uno di quei legami in cui l'unica cosa che puoi fare, per cercare di farti comprendere da qualcuno, è abbassare la testa e sorridere.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Luke Hemmings
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Perfection'
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Dedicato ad Alice, meglio conosciuta come Ranyadel .
La ragazza con cui condivido un'amicizia costretta a sopportare ben 777 km di distanza.
La ragazza che mi ha dato e insegnato tanto,  forse troppo, ma che non ha mai preteso niente in cambio.
La ragazza con cui piango, sorrido, fangirlo, condivido momenti troppo importanti e che ho bisogno di stringere a me.
La ragazza che, nonostante mezzo Paese, mi regala sorrisi ogni giorno, anche con una semplice emoji.
La ragazza che condivide ogni mia singola passione e la ragione per cui anche quest'anno sconfiggerò di nuovo quei dannati chilometri.
La ragazza che è sempre rimasta e con cui ho deciso di condividere il mio futuro.
 
 
 





 
 
     Questa non è solo una One Shot su Luke Hemmings: è la rappresentazione della speranza per chi vive la distanza ogni giorno. Io e Alice ce l'abbiamo fatta, nonostante lo scetticismo di tutti, e continueremo a farcela perché sappiamo che ne vale la pena: ogni singola lacrima, ogni singolo sorriso, ogni singolo momento speciale. Ne vale la pena, ve lo assicuro. 
E a voi che sapete cosa vuol dire dover vivere separati da una delle persone più importanti della vostra vita, se non la più importante, sappiate che non c'è sensazione migliore che poter affermare, più orgogliosi che mai: “Diamine, abbiamo vinto noi”.



 
                                                                                                                                                                                                    


 

 
 






Alys sbadigliò per l'ennesima volta, portandosi la mano davanti alla bocca, e poi strinse di nuovo i libri al suo petto. Era l'ennesimo giorno in cui non riusciva a mantenere gli occhi aperti a causa dell'ennesima notte in cui era restata sveglia a scrivere il nuovo capitolo del suo libro. Ci stava mettendo anima e corpo ma, ormai, era quasi un mese che non riusciva a chiudere occhio e il suo organismo stava iniziando a risentirne. Quella mattina era riuscita a risparmiarsi la predica di sua madre solo grazie ad un abbondante strato di fondotinta, utile per coprire le occhiaie violacee che non le lasciavano tregua, ma chiunque avrebbe potuto pensare: “Da quanto tempo non dorme?”, dati gli infiniti sbadigli che non poteva trattenere. Ad ogni modo, un nuovo giorno scolastico era appena iniziato e la bionda avrebbe dovuto sopportare ben 6 lunghe ore prima di potersi rilassare davvero sul suo amato divano.
Non appena spalancò l'anta del suo armadietto, scambiò i libri che teneva in grembo con quelli che le sarebbero serviti e spostò un po' di fogli dal fondo di quel povero spazio così disordinato: aveva appunti sparsi da tutte le parti, anche in camera sua, ma, al contrario di quello che avrebbe potuto pensare qualcun'altro, lei amava quel suo caratteristico disordine. Lo trovava confortante. Nello stesso istante in cui girò lo sguardo verso la lastra di metallo al suo fianco, si sentì attraversata da una scarica di adrenalina pura: dopo ben 10 lunghi mesi, quel pomeriggio avrebbe realizzato uno dei suoi mille desideri. Infatti, dopo un dolore sconfinato durato quasi un anno, quel giorno avrebbe potuto finalmente stringere tra le braccia due delle persone più importanti della sua vita.
Quel pomeriggio, avrebbe potuto sconfiggere quasi 17,000 km.
Quel pomeriggio, avrebbe potuto abbracciare per la prima volta, il suo ragazzo, Luke, e la sua migliore amica, Teagan.
Alys e Teagan erano state le prime a conoscersi, tramite un sito internazionale di Fan Fiction e, dopo essersi scambiate ogni tipo di account e email, non avevano smesso di sentirsi nemmeno per un giorno. Un'amicizia che, contro ogni aspettativa da parte di tutti, era diventata sempre più forte fino ad allora. Il fuso orario tra Londra e Sydney non era mai stato d'aiuto ma alle due ragazze non era mai importato: erano abituate a fare a turno per combaciare con un orario libero dell'altra, anche a costo di svegliarsi nel pieno della notte pur di salutarsi tramite una videochiamata o qualche messaggio.
Luke, invece, era subentrato dopo. Era il fratello maggiore di Teagan e, grazie al suo intervento durante una videochiamata tra le due ragazze, si era guadagnato l'interesse di Alys in pochi attimi. Tralasciando il fatto che fosse bellissimo - con i suoi occhi più azzurri del cielo, quei capelli biondi e quel piercing nero al labbro che era abituato a mordere -, era anche dotato di una simpatia e un carattere a dir poco irresistibili: era dolce, leggermente infantile, divertente, tenero e sempre disponibile per qualsiasi cosa.
Quel giorno era il loro 7° mesiversario e, Alys ne era convinta, le sarebbe rimasto nella memoria per tutta la vita: i due ragazzi australiani, poche settimane prima, le avevano annunciato il loro arrivo a Londra solo per incontrarla e la bionda, in risposta, non aveva fatto altro che contare ogni singolo giorno in attesa del fatidico momento in cui avrebbe potuto stringerli a lei.
Voleva stringere Teagan al petto fino a soffocare ma, cosa ancora più importante e che aveva sognato ogni notte, voleva vedere cosa si provasse a stare tra le braccia del suo amato: respirare il suo profumo, sentire quelle labbra sulle sue, godersi quella meravigliosa voce dal vivo e non tramite un microfono del computer o del cellulare. Voleva affondare nelle sue braccia, nonostante l'importante differenza di statura (a detta di Teagan, Luke poteva essere paragonato a un grattacielo), e sentirlo suo a tutti gli effetti.
La ragazza si morse il labbro in preda all'emozione e la stanchezza di qualche minuto prima sembrò scomparire: era troppo agitata e felice per sentirsi stanca, non poteva sprecare quelle ore di attesa con sbadigli e robe simili.
Dopo essersi guardata qualche minuto intorno, assicurandosi che nessuno le stesse prestando attenzione, baciò velocemente una fotografia meravigliosa di Luke che si era fatta inviare e che aveva praticamente ovunque: era il suo sfondo del cellulare, in modo che potesse averlo sempre davanti agli occhi, e ne aveva fatto stampare una copia per attaccarla anche all'anta del suo armadietto. L'unico posto in cui non l'aveva, era lo sfondo del computer ma, a sostituirla, ci pensava uno screen fatto durante una videochiamata con la sua migliore amica. Ma, in fondo, non c'era da meravigliarsi: erano semplicemente troppo importanti per lei, così importanti da non trovar nemmeno le parole per spiegarlo. Uno di quei legami in cui l'unica cosa che puoi fare, per cercare di farti comprendere da qualcuno, è abbassare la testa e sorridere.
Alys richiuse l'armadietto sorridendo e, stringendo i nuovi libri al petto, si avviò verso la classe di matematica per dare inizio alle lezioni: non vedeva l'ora di poter uscire per poi andare all'aeroporto.
Durante l'intera ora non fece altro che disegnare “L” da tutte le parti e cercare di non farsi vedere dalla professoressa, ogni qualvolta le scappava un sorriso emozionato; era la prima volta in cui non riusciva a prestare attenzione in classe ma non le importò: quel giorno poteva permettersi di tutto, persino di fantasticare su tutte le meravigliose cose che avrebbe potuto fare con Luke e Teagan. La bionda, mentre l'insegnante era impegnata a scrivere alla lavagna una formula, spostò di poco il libro sul banco e osservò il foglio dove aveva preparato accuratamente ogni cosa che avrebbe fatto fare o vedere ai due ragazzi australiani durante il loro soggiorno nella capitale inglese. Anche se Alys, ironicamente, sapeva che non sarebbe mai riuscita a rispettare quella scaletta: avrebbe, di sicuro, approfittato di ogni occasione per abbracciarli e riempire l'intera memoria del telefono con centinaia di foto e video. Ma, in fondo, chi poteva darle torto?
Iniziò a preoccuparsi solo durante l'ultima ora della giornata scolastica, dove iniziò a torturarsi la mente con pensieri molto, fin troppo, pessimisti: “E se dovesse rimanere deluso?”, “E se, dopo questo nostro incontro, cambiasse qualcosa?”, “E se lo deludessi?” e tante altre domande del genere non facevano altro che fare avanti e indietro nel cervello della povera Alys, costringendola a mordicchiarsi le unghie come un inutile tentativo per calmarsi. Ma, da buon'ottimista qual era sempre stata , riuscì a sfuggire dalle sue stesse paranoie in diversi momenti.
Avrebbe voluto prendere il cellulare per inviare almeno un messaggio a Luke o a Teagan ma sapeva di non poterlo fare: il viaggio verso Londra sarebbe durato circa 17 ore, considerando i vari scali, e a quell'ora i due ragazzi dovevano essere, per forza, sull'aereo. Il giorno prima il piccolo gruppo si era dato appuntamento all'entrata dell'Heathrow e Alys, nonostante il costante fermento alle dita, avrebbe dovuto aspettare fino all'ultimo minuto.
La campanella di fine giornata scolastica rappresentò un vero e proprio allarme per la bionda che, come un fulmine, raccolse tutte le sue cose e si precipitò a casa per prepararsi per bene: aveva a mala pena un'ora e mezza per farsi una doccia, truccarsi, vestirsi, mettere a caricare la Canon e il suo cellulare e correre in un bar per delle mentine, anche se aveva saputo sin dal principio che avrebbe dovuto quasi ammazzarsi per riuscire a svolgere ogni cosa. “Ma ne vale la pena, eccome. Diamine, se ne vale la pena” non faceva che pensare, mentre i suoi piedi proseguivano verso casa e i polpacci iniziavano a bruciarle per il troppo sforzo.
Mai come in quel momento avrebbe voluto possedere un motorino o addirittura una macchina, solo per riuscire a sbrigarsi. 
“Salutò” sua madre e suo fratello con un ‘Non ho tempo’ molto sbrigativo e si precipitò in camera sua come una vera e propria furia, lasciando i suoi famigliari con delle espressioni divertite in volto: sapevano perfettamente cosa sarebbe successo quel giorno ma erano comunque entusiasti del fatto che Alys avrebbe, finalmente, potuto incontrare due delle persone a lei più care.
La bionda, subito dopo aver letteralmente lanciato il suo Eastpack a fantasia viola sul letto, si legò i lunghi capelli in una coda disordinata e scelse ogni singolo indumento che avrebbe dovuto indossare: una camicia azzurra senza maniche, annodata sull'orlo dei jeans bianchi strappati e delle Converse blu. Il suo stile era, sostanzialmente, semplice e decise di optare per cose deliziose ma comode: in fondo, l'ultima cosa che aveva in mente era di non sentirsi a suo agio nel giorno che sarebbe rimasto nella sua memoria per molto tempo.
Osservò i vari capi d'abbigliamento sul letto per qualche minuto finché, dopo essersi finalmente convinta, non si precipitò in doccia: nel frattempo, le dolci note di Give Me Love si sprigionavano nell'aria. Alys amava quella canzone, così rilassante e leggermente dark, e aveva organizzato il tempo in maniera impeccabile: quei cinque minuti e ventisette secondi sarebbero dovuti essere anche quelli che lei avrebbe dovuto impiegare per la doccia, dopo di ché avrebbe potuto prepararsi per bene i capelli e truccarsi decentemente.
Durante l'intera canzone, sotto il getto dell'acqua calda, canticchiò istintivamente, immaginandosi un possibile duetto con Luke, e sorrise non appena il viso del biondo australiano si fece spazio tra i suoi pensieri: l'agitazione si stava facendo sentire ma, cavolo, non stava più nella pelle.
Non appena Ed Sheeran venne sostituito dai We The Kings, Alys ritornò con i piedi per terra e uscì di corsa dal box doccia per poi tornare in camera, avvolta in un grande asciugamano bianco.
I vestiti che aveva scelto in precedenza erano ancora sul letto e, dopo essersi accertata che i capelli non fossero entrati a contatto con l'acqua, iniziò a vestirsi. Si stava abbottonando i jeans, quando entrò in camera uno dei suoi tre gatti, Nemo: la bionda, non appena si accorse della sua presenza, si lasciò sfuggire un sorrisone.
«Nemo, ti rendi conto? Sto per incontrare di persona l'amore della mia vita e la mia migliore amica!» esclamò Alys, prendendo subito il gatto in braccio.
Il sacro di birmania la guardava confuso, non capendo cosa volesse dire la sua padrona, e si lasciò anche sfuggire uno sbadiglio che fece solo ridacchiare la ragazza. Quest'ultima lo lasciò andare solo per allacciarsi la camicia alle estremità ma, quando ebbe finito, si rese conto di essere di nuovo da sola.
Continuò a prepararsi fino a quando, completato l'outfit, non decise di truccarsi. Si auto-convinse che andassero bene due precisissime linee di eye-liner sugli occhi, il mascara sulle ciglia e un lucidalabbra e, dopo essersi accertata che fosse tutto impeccabile, cominciò a riflettere riguardo ai capelli. La sua lunga chioma bionda venne liberata dalla coda, ormai quasi sfatta, e varie ciocche di capelli vennero intrecciate più volte in trecce di tutti i tipi finché, dopo uno sbuffo esasperato, non decise di lasciarli completamente sciolti.
Si osservò allo specchio per molto tempo, cercando di correggere ogni minimo difetto, e, dopo una lunga riflessione, decise di indossare anche una coroncina di fiori bianchi sui capelli e la collana con l'aereoplanino di carta, uguale a quella di Teagan: le due ragazze avevano deciso, in precedenza, che sarebbe stato meraviglioso poter possedere qualcosa di identico e, per votazione, avevano optato per quelle collane così semplici quanto importanti.
«Alys! Non credo tu voglia arrivare all'aeroporto a piedi e, sai, saresti già in ritardo!» la richiamò sua madre dal piano di sotto, facendole prendere un colpo.
Si rese conto di aver passato troppo tempo davanti allo specchio e, piena di speranza, controllò la percentuale di batteria prima della Canon e poi del suo cellulare: si rese conto di essere fortunata solo quando vide un 97% e un 85% che la fecero sorridere anche più di prima.
“È destino, più prove di così!” avrebbe esclamato Teagan se avesse potuto ma, non appena la bionda ripensò alla sua migliore amica, buttò tutto all'interno del suo Eastpack e si catapultò giù per le scale.
Cercò di mantenere la calma il più possibile ma, anche a causa del fiatone, le risultò più difficile del previsto.
Nel tragitto verso l'aeroporto, Alys si scavò la carne da sola con le unghie, presa dalla troppa agitazione: quando era stato annunciato quell'arrivo, e per tutto il tempo successivo, non era sembrato così reale.
Eppure in quel momento lo era e, diamine, Alys era meravigliosamente terrorizzata.
Non pensò nemmeno minimante ad accendere la radio, per un aiuto morale, e tenne lo sguardo fisso aldilà del finestrino leggermente abbassato. Ebbe il fiato corto durante ogni singolo istante e, non appena riuscì a distinguere la struttura dell'Heathrow, sentì un vero e proprio peso allo stomaco: non riusciva a capire se fosse una cosa positiva o meno ma si rese conto di non esser mai stata tanto ansiosa in vita sua.
«Pronta?» le chiese sua madre, cercando di incoraggiarla con lo sguardo.
La figlia le rivolse uno sguardo un po' sbilenco ma, dopo un profondo sospiro, un sorriso da orecchio a orecchio le si stampò in viso. Stava per incontrare Luke e Teagan, cavolo, dopo aver atteso quasi un intero anno. E niente e nessuno avrebbe potuto toglierle quel momento.
Una volta aver parcheggiato, sua madre la abbracciò con tutta la tenerezza possibile e le diede le istruzioni esatte per poter utilizzare la giusta metropolitana da dover prendere per tornare a casa: Alys, nel frattempo, stava cercando di ascoltare, anche se il battito del suo stesso cuore stava rendendo ovattato ogni singolo suono intorno a lei.
Percorse l'atrio con molta lentezza, accertandosi di essere in orario e, dopo aver udito la voce meccanica dell'altoparlante annunciare il loro volo, il cuore perse un battito: erano arrivati, ormai era questione di pochi minuti prima che potessero finalmente abbracciarsi. L'ansia iniziale si trasformò, istante dopo istante, in vera e propria impazienza e, cercando di non scontrarsi con nessuno, continuò a camminare. Cercava un ciuffo biondo, un paio di occhi azzurri, un gigante australiano al fianco di una ragazza più bassa e mora in mezzo a tutta quella frenesia. Girò lo sguardo a destra e sinistra finché alle sue orecchie non arrivò un “Perfezione!” che la fece fermare sul posto. Mille brividi le percorsero la schiena e sentì le lacrime agli occhi in un attimo. Capì che la voce provenisse da dietro di lei e, lasciando scontrare l'Eastpack contro le sue stesse gambe, iniziò a correre alle sue spalle sicura, come non mai, che non avrebbe mai potuto provare così tanta felicità in un altro momento. Distinse subito un ragazzo altissimo correrle incontro, facendo uno slalom continuo tra la gente, e velocizzò ancora di più il passo, non sentendo nemmeno un po' di dolore, troppo occupata a sorridere e raggiungere il suo amore.
L'australiano lasciò cadere il borsone a terra, lasciando sulle spalle solo una custodia di pelle nera per la sua chitarra, e le sue lunghe gambe cercarono di correre il più velocemente possibile. Alys spalancò le braccia istintivamente e, non appena si sentì stretta in un abbraccio fortissimo, scoppiò in un pianto a dir poco liberatorio: Luke, nel frattempo, iniziò a baciarle i capelli un'infinità di volte, lasciando cadere qualche lacrima tra quella chioma bionda che aveva sognato di toccare da quando l'aveva vista per la prima volta, attraverso una webcam. Il tempo sembrò fermarsi: i due restarono incollati per minuti e minuti, senza staccarsi nemmeno un secondo, e non fecero altro che godersi la presenza dell'altro. Alys riuscì finalmente a respirare il profumo di Luke, rendendosi conto di quanto fosse simile a quello che lei stessa si era immaginata fino ad allora, e passò la mano tra quei capelli così tante volte che le sembrò di averli appena resi completamente indomabili. I singhiozzi le resero quasi impossibile respirare e, non appena avvertì dell'umidità sulla spalla, si rese conto anche delle lacrime del suo ragazzo. Nessuno dei due aveva nessuna voglia di staccarsi e, per tutto il tempo, capirono di aver sconfitto 17.000 km dopo quasi un intero anno passato con un oceano a dividerli. Entrambi si dimenticarono all'istante di tutti i sacrifici, le difficoltà, le lacrime, tutte quelle conseguenze di una distanza fin troppo difficile da sopportare. Ma ci erano riusciti e Alys riuscì a sussurrare più volte: «Ne è valsa la pena. Cazzo, ne è valsa la pena» come se non riuscisse ancora a crederci.  Si rese conto di quanto potesse essere magico poter incontrare la persona amata dopo così tanto tempo e si rese anche conto di non essere mai stata tanto felice in vita sua.
Passarono altri minuti, dei quali nessuno dei due si accorse, fin quando non si divisero leggermente, per guardarsi negli occhi. Due oceani entrarono in collisione nell'esatto momento in cui si trovarono faccia a faccia e, dopo un sorriso maestoso da ambedue le parti, fecero scontrare le loro labbra per la primissima volta. Fu tutto così magico e meraviglioso che Alys desiderò di non doversi mai staccare, di restare incollata a quella bocca per il resto della sua vita: riuscì a percepire l'anellino nero di Luke e sorrise, per l'ennesima volta, per essere riuscita a  dare vita a quelle fantasie che le avevano occupato la mente per mesi interi. Si tennero stretti come se vivessero l'uno dell'altra e, non preoccupandosi minimamente di tutte le possibili occhiate indiscrete, continuarono a baciarsi dolcemente.
Quando tornarono a guardarsi negli occhi, Luke fece scontrare le loro fronti, respirando a fatica, e non riuscendo a capire se il respiro mozzato fosse dovuto all'emozione di avere la ragazza dei suoi sogni davanti, per il bacio o per la corsa. Alys, invece, si sentì separata da tutto il resto del mondo che li circondava: si sentiva come in una bolla sottile dove lei e Luke potevano finalmente amarsi, senza dover per forza usare microfoni o videocamere. Si risvegliò da quello stato di trance solo quando sentì un forte singhiozzo femminile, proveniente da dietro la figura del ragazzo tra le sue braccia. Voltò lo sguardo all'istante, notando Teagan, e sorrise leggermente al biondo per fargli capire di dover abbracciare anche la sua migliore amica.
«Dopo ti rivoglio, sappilo» scherzò Luke, stampandole un bacio sulla fronte, prima di lasciarla andare completamente.
L'unica mora della situazione era in lacrime, con le mani alla bocca, il respiro mozzato e un'espressione incredula ma entusiasta: si poteva capire dai suoi occhi quanto fosse felice in quel momento. Alys non perse nemmeno un secondo e la raggiunge di corsa prima di sprofondare tra le sue braccia, lasciandosi scappare qualche lacrima di nuovo. Era iniziato tutto da loro due, da quella foto di Avril Lavigne come immagine del profilo, e si sentirono entrambe talmente fortunate da poter urlare al mondo: “Alla faccia vostra, ce l'abbiamo fatta!”.
«Sei qui. Siete qui... per me» sussurrò la bionda, stringendo gli occhi.
Teagan sorrise, annuendo, e poggiò la testa sulla spalla di Alys, per rendere ancora più reale il momento. «Lo sai che ho già scattato minimo 10 foto di te e Luke mentre vi siete abbracciati e baciati, vero?».
La più grande rise non appena sentì quelle parole, portandosi dietro anche l'amica, e si staccarono solo qualche istante dopo: le due collane identiche, nel frattempo, avevano deciso di intrecciarsi tra di loro, come se non volessero far dividere le due ragazze. Queste ultime ridacchiarono di nuovo, riprendendosi i propri aereoplanini di metallo, e si avvicinarono a Luke sottobraccio: il gigante del gruppo sorrise non appena rivide la sua amata e le stampò un altro bacio che scatenò il “disgusto” della sorella: «Va bene che avete affrontato 17.000 km e che non vedete l'ora di passare ogni istante insieme ma, diamine, così me la consumi!».
«Sei solo gelosa del fatto che Michael non sia potuto venire con noi» la provocò Luke, riprendendosi il borsone che, nel frattempo, Teagan gli aveva raccolto.
Quest'ultima esclamò uno ‘Gne’ infastidito che scatenò la risatina del fratello ma, allo stesso tempo, anche l'incredulità dell'amica: «Splendore: Michael? Chi è Michael? Il tuo ragazzo? Perché non mi hai detto niente?!».
Teagan arrossì di colpo e le rivolse un sorriso innocente, prima di cambiare posizione e poggiare un braccio intorno alle spalle di Alys: «Mia Perfezione... Ci sono un bel po' di cose che dobbiamo vedere e raccontarci».
La bionda scoppiò a ridere di gusto, portandosi dietro anche gli altri due, e, sotto le braccia delle persone più importanti della sua vita, si avviò verso l'uscita dell'aeroporto.
Sapeva che sarebbero dovuti ripartire e che avrebbe fatto male da morire ma, diamine, non ci voleva nemmeno pensare: in quel momento, e durante tutto il tempo che avrebbero passato insieme, quei due avrebbero rappresentato ogni suo singolo pensiero. Avrebbero rappresentato il centro del suo mondo perché sì: quei due avevano affrontato l'intero globo per vederla, per incontrarla, per amicizia e per amore. Avevano abbandonato tutto per lei e, cavolo, ai suoi occhi, l'intero gruppo riunito sarebbe sempre risultato come pura e semplice perfezione.
 







 
   
 
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