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Autore: malpensandoti    11/05/2015    7 recensioni
Jodie le sorride di tanto in tanto, le scosta i capelli dal volto e le dice che Louis non ha idea di cosa si stia perdendo a non volere una sorella del genere.
Georgia la ringrazia e tace, alla fine non ci crede più di tanto.
Aspetta piano gli uomini – le persone – della sua vita prendersi qualcosa e sparire, perché è così che funziona, è così che semplicemente vanno le cose.
Vanno via.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Words As Weapons
What Kind Of Man

 
You were on the other side
Like always, you could never make your mind





 
Jodie entra in modo incerto, col sorriso insicuro. Indossa ancora il completo da segretaria e i suoi piedi nudi contro il pavimento la fanno sembrare una bambina cresciuta un po' troppo in fretta. Si siede sul letto di Georgia, le accarezza i capelli biondi con dolcezza e “Il mio sesto senso mi dice che qualcosa non va” mormora.
In risposta, Georgia apre un occhio contro il cuscino e sospira forte.
Mh, vediamo – la donna sorride e le scosta tutte le ciocche dal volto, iniziando a ingarbugliarli in una treccia – Si tratta della scuola?”
Un grugnito leggero, negativo.
“Si tratta di Oscar?”
Un altro suono, più lungo e riflessivo.
Quindi si tratta del nipote della signora Styles”
È naturale il tono di Jodie, scontato. Georgia si volta di schiena a quel punto, osservandola con confusione.
“Non ho mica cent'anni, sai? – esclama subito sua madre – So riconoscere una cotta, quando la vedo”
Sono le otto di sera, fuori è buio e Georgia arrossisce di colpo, schiarendosi la voce. Ha una cotta per Harry?
Non ci aveva mai riflettuto veramente.
Jodie le accarezza il volto caldo, chiede: “Cos'è successo?” e la sua espressione appare dolce, materna. Fa tenerezza perché ci prova davvero.
Il fatto è che Georgia ha bisogno di stare da sola ed evitare che i suoi pensieri prendano voce e forma. Non vuole sentirli, vuole chiuderli dentro e farli morire.
Le luci delle candele sulla scrivania sono coperte dalla lampada del corridoio che Jodie ha lasciato accesa, spezza l'atmosfera e rovina l'umore, ma questo Georgia non glielo dice e, anzi, non dice proprio nulla.
“Sono solo stanca” risponde leggermente, sperando che basti.
Il sorriso di sua madre si spegne, diventa una linea dura piena di rammarico capace di farla sentire in colpa. Sospira forte e “D'accordo – dice, alzandosi in piedi – Ma se stai così per causa sua, allora lui non è che uno dei tanti. Gli uomini sono tutti uguali, amore”
 

 
 
 
Ha deciso che è gelosa di Cyndi.
Lo scopre il pomeriggio successivo, quando la vede fumare una sigaretta appoggiata al palo davanti a scuola. Lo scopre perché smette di sorridere, sbatte le palpebre più e più volte e si morde le labbra.
Cyndi indossa un paio di jeans bianchi e delle scarpe alte che allungano la sua figura minuta, conferendole un'aria superiore, di un altro livello rispetto a quello degli studenti del liceo. Il suo cappotto lungo e scuro è aperto, fa intravedere il maglione rosso e la camicia azzurra. Il suo volto è contrariato, per niente contento di essere in mezzo a tutti quei ragazzini.
Oscar di fianco a Georgia si blocca di scatto, spalanca gli occhi e la bocca, fa un sorriso larghissimo.
“Ma guarda chi non riesce a resistere al mio fascino” esclama, contento.
Cyndi si guarda intorno con gli occhi socchiusi, quando adocchia il ragazzo la sua bocca si allunga appena, in una sfumatura di orglioglio mal celato.
Georgia non vorrebbe andarle incontro, ma Oscar la raggiunge lo stesso e lei lo stesso lo segue.
“Bene, bene, bene – il suo migliore amico si ferma davanti a Cyndi sul marciapiede e s'infila le mani dentro le tasche dei pantaloni – Ti mancavo così tanto?”
Quella alza gli occhi al cielo e guarda l'altra ragazza: “Ciao, Georgia” la saluta.
Non vorrebbe neache ricambiare, invece lo fa perché non è giusto ed è stupido.
“Ciao, Cyndi” le sorride, in modo tenue.
È bella, ed è come uno spillo contro la pelle, fastiodiosamente presente. Non dovrebbe avercela con lei per una semplice cotta – cotta?, specie perché non è colpa di nessuno, lei non è nessuno. Eppure Georgia si sente quasi arrabbiata nel pensarci, s'immagina la loro storia d'amore e Harry che si apre al sorriso di Cyndi, Harry che parla, che ride, che la fissa negli occhi ed è felice.
Ha deciso che ne è gelosa, sì.
“Sabato c'è la festa di Niall. Tu vieni, vero? – continua Cyndi, finendo la sigaretta – Suki non vede l'ora di rivederti, a proposito”
Gli occhi di Louis le lampeggiano in testa per quella frazione di secondo in cui le pare di sentire appena un sussurro rabbioso, Georgia si schiarisce la voce e incerta si tocca la manica della giacca scolastica, senza sapere come rispondere.
“Ci saremo – la salva Oscar, esibendo un sorriso bianco – Non si può di certo mancare a una festa di un irlandese”
“Oh, ma sentitelo! – esclama Cyndi, scendendo il marciapiede e sfiorando una bicicletta azzurra con la mano – L'animal party di turno che non ha nemmeno diciotto anni”
Di certo Oscar non si offende, le fa l'occhiolino e “Ti ricordo – ribatte – che sei tu quella che è uscita con il minorenne”
Le braccia piccole di Cyndi s'incrociano sul suo petto stretto, si guarda intorno e sembra quasi disgustarsi. “Sì. E me ne sto già pentendo. Io odio i leceali”
È curioso, non è la prima volta che Georgia glielo sente dire e ancora non capisce il perché. E poi è sciocco, perché nella sua testa se la immagina litigare e innamorarsi tra i corridoi scolastici, con qualcuno al suo fianco con cui arrabbiarsi e abbracciarsi.
Fa un respiro profondo, Oscar alza gli occhi al cielo e si avvicina a Cyndi, mettendole un braccio bruno sulle spalle minute.
Conferma: Georgia ha deciso che ne è gelosa.
La ragazza, però, quel contatto sembra che neanche lo abbia sentito. Guarda verso il cancello Lottie Tomlinson stretta tra le mani da portiere di Michael Odili, il loro bacio plateale che fa voltare la testa a diverse persone.
Woah” commenta Oscar, sbalordito.
E woah è anche quello che pensa Georgia nell'osservare la scena. Vede Lottie staccarsi dal ragazzo con un sorriso malizioso, dargli le spalle coi capelli lunghi e biondi che svolazzano sulle spalle da nuotatrice e iniziare a camminare lungo il marciapiede come se ne fosse la regina.
Quando passa accanto a loro sistemandosi lo zaino, Cyndi la ferma. “Credevo ti sentissi con il tipo biondo” le dice, il tono confidenziale.
Lottie non si premura neanche di guardarla, nel risponderle: “Troppo noioso” mormora, continuando a camminare.
È il turno di Cyndi, alza gli occhi al cielo e mormora: “Louis non ne sarà contento – seguito da – Odio i liceali”
Oscar la stringe un po', Georgia è solo d'impiccio a quel punto. Si schiarisce la voce e guarda per terra per qualche secondo, dondolando il peso da un piede all'altro.
“Non prendertela, tesoro – sorride Oscar verso Cyndi – Rovinerai questo entusiasmante pomeriggio tutto dedicato a noi due”
“Allora io vado – esclama Georgia all'improvviso, spalancando gli occhi – Ci vediamo”
Oscar la chiama raggio di sole mentre la saluta, ma non la guarda negli occhi e invece fissa quelli di Cyndi e Georgia sì, ne è gelosa.
 
 
 


Harry ha in mano il sacco dell'immondizia e la sta guardando. Georgia se ne accorge solamente quando nel suo campo visivo sbucano le Adidas macchiate del ragazzo. Alza la testa di scatto e sbatte le palpebre, respirando appena più velocemente.
Lui ha la mano a mezz'aria che stringe il nodo di plastica, la osserva per qualche secondo e poi lascia la presa all'improvviso, facendo sprofondare il sacco in mezzo a tanti altri dento al contenitore sul ciglio della strada. Si strofina il palmo sui pantaloni larghi della tuta e strizza gli occhi verdi.
Georgia vorrebbe e non vorrebbe che parlasse, vorrebbe e non vorrebbe essere lì, vorrebbe e non vorrebbe che lui smettesse di guardarla, vorrebbe e non vorrebbe essere meno rigida, meno in gabbia.
Cotta.
È così?
“Ciao”
Harry non le sorride nel salutarla, il suo tono è pieno di incertezze. Lei deglutisce appena e si morde il labbro inferiore, poi: “Ciao” risponde, lentamente.
Il silenzio imbarazzante, quel tutto di vorrei e non riesco, i forse che bruciano le tempie.
Cotta.
È così?
Gli osserva la mascella dura mentre il ragazzo si guarda intorno e quando ritorna su di lei, i suoi occhi sono circospetti, diffidenti come la prima volta.
(Si chiede: è così?)
“Sei tu – esclama Harry, non è di certo una domanda – Sei tu la ragazza. Quella di Zayn. Quella di cui parlava Zayn”
Georgia annuisce lenta, nella sua testa prende luogo una conversazione di cui non conosce le parole ma solo l'argomento. Lei.
Arrossisce di colpo perché non le piace, no.
Guarda verso casa sua allora, cercando di nascondere l'imbarazzo di essere messa al centro di un'attenzione non rischiesta, cercando di non apparire bedole, scoperta.
Pensa al fatto che sia così bello stare incastrata in fondo, messa dietro una porta o all'angolo. Non ci sono rischi, non c'è il panico di non essere adatta (abbastanza).
Cotta.
È così?
“Ha ragione” le dice poi dal nulla.
Georgia torna a guardarlo con le palpebre spalancate, le guance tinte dall'esasperazione perché se esiste qualcuno più complicato di lei è proprio il ragazzo che le sta davanti e che sicuramente non si spiegherà. Harry non lo fa, è come stretto e inchiodato a terra, costretto a un personaggio. E non c'è niente di peggio di qualcuno che implode piano, senza far rumore.
“Come?” gli domanda.
“Vuoi entrare?”
Il suo corpo risponde che no, non vuole entrare nella casa della vedova Styles. Scuote la testa energicamente e lo vede tentennare, mordersi la lingua dalla rabbia contro se stesso. Si è espsosto ed è stato rifiutato.
Implode (muore).
Georgia gli volta le spalle perché sguardi come quelli non sai mai come affrontarli.
Pensa a quanto si stia sentendo in colpa, quanto sia stupida. Pensa a quanto si stia perdendo e a come lui le abbia chiesto: “Aiuto”.


Mordere il cuscino in una notte in bianco con la mente che vaga verso universi paralleli, la fantascienza che aiuta a creare la stessa situazione di quelle stesse ore notturne in cui lei, ipoteticamente, sta pensando a quanto quella giornata sia andata bene, a come Harry si sia aperto, a come siano stati bene.
Ipoteticamente hanno fatto tante cose e lei ipoteticamente ora non riesce a dormire perché è stato troppo bello, coinvolgente.
A conti fatti Georgia ha gli occhi che non si chiudono e il petto stretto nell'attanagliante convinzione di aver perso quell'unica possibilità di fare chiarezza nella sua vita. Le candele intorno a lei sono spente, qualcuno dall'altra parte della strada ha gli stessi occhi aperti e lo stesso petto chiuso.
Cotta.
Pensa: è così?
Dentro ancora non sa che forse è già qualcosa di più.

 

 

 

mi dispiace, sono un'autrice pessima!
purtroppo in questo periodo la voglia di scrivere si è completamente frantumata, siamo alla fine della scuola e devo assolutamente concentrarmi, perciò mi dispiace, ma non posso fare altrimenti.
questo capitolo è molto boh, tante domande e molti forse. mi piacerebbe sentire il vostro parere su cyndi, su oscar, su lottie, sul perché georgia abbia detto di no a harry e su tutti i suoi pensieri insicuri di una persona che fondamentalmente non riesce a fidarsi nemmeno di se stessa.
sono curiosa, specie perché non vi sento più "attive" come una volta e questo mi fa davvero dispiacere! ma, come per me, capisco che esistano cose più importanti!
la canzone dello scorso capitolo è "elastic heart" di sia, mentre questa è "what kind of man" di florence + the machine. non appena ho sentito quel "other side" mi sono immaginata harry e georgia e non potevo non inserirla nella loro playlist (ho deciso di crearne una vera su 8tracks con le canzoni dei capitoli, se siete interessate!).
a ogni modo, grazie di cuore per esserci nonostante tutto. siete sempre dei tesori e mi dispiace per essere sempre così lunatica/in ritardo/dispiaciuta.
chissà che l'estate non porti fortuna!
vi mando un bacione gigante, fatemi sapere!
a presto,
caterina


 
  
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