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Autore: LA dreamer    02/01/2009    4 recensioni
Avevo vissuto a Los Angeles per 21 anni,amavo allora la mia vita come l'amavo adesso,ma come tutti,avevo avuto la mia crisi post adolescenziale ed ero scappata dalla grande metropoli per la spiaggia che avevo amato sin dalla prima volta.Huntington Beach era il mio rifugio personale.Prima Fiction sugli Avenged Sevenfold,spero che piacerà!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Avevo vissuto a Los Angeles per ventun'anni,amavo quella città come amavo la mia vita,conoscevo tutto di lei,ogni singola strada,scorciatoia,ogni singola sfaccettatura era impressa in me. I miei genitori erano i migliori che si potessero desiderare,mi avevano sempre proibito il giusto,ma mi avevano anche dato la libertà di crescere,amare,divertirmi,e io avevo sempre preso questo gesto come una prova di fiducia,l'avevo ottenuta e non li avevo mai traditi. Le mie cavolate le avevo fatto,ma sempre con testa,senza mai uscire dai ranghi. Ma anche io,come quasi tutte le persone,avevo avuto la mia crisi post adolescenziale e il momento in cui desideravo scappare da tutto quel caos giornaliero,da quelle macchine impazzite e da quella città che,nonostante amassi,non rimaneva mai in silenzio,ma anzi rendeva nervose le persone che la vivevano. Los Angeles rimaneva sempre casa mia,li ero nata e cresciuta,ma avevo bisogno di altro,avevo bisogno di vivere in quel posto che conobbi molti anni prima in una fuga amorosa con un mio ex. Huntington Beach era diventato il mio rifugio personale,anche se solo per una notta,quella famosa notte,aveva avuto il potere di stregarmi,di rapirmi per qualche ora e darmi la possibilità di ascoltare il dolce suono del silenzio. Quella notte,tra le braccia di Nick,mi ero ripromessa che un giorno sarei tornata e ci sarei rimasta per sempre,perchè volevo amare ancora quella spiaggia,volevo guardare la luna che si rifletteva sull'acqua limpida e cristallina,ma soprattutto volevo poter vedere ogni sera le stelle brillanti e fiere di occupare quel posto. E quel giorno arrivò solo pochi anni dopo.Diedi la notizia ai miei genitori che l'accolsero molto bene,nonostante la loro figlia stesse fuggendo da una vita troppo movimentata,erano felici per me e si fidavano di una piccola pazza che non aveva mai causato danni. Da quel giorno di tre anni fa,vivevo nel mio paradiso personale,in un piccolo appartamento sulla spiggia dove avevo la visuale migliore del mondo. La costa si estendeva da una parte all'altra come se fossero due braccia pronte ad accogliermi e coccolarmi,io non rifiutavo,il solo rumore delle onde contro gli scogli mi faceva sentire importante e protetta.Lavoravo in un negozio di cd nel piccolo centro della città e alla sera lavoravo in una pizzeria poco distante dal molo,me la cavavo egregiamente,tanto che non avevo mai chiesto aiuto ai miei,volevo dimostrare a loro,quanto a me stessa,che potevo farcela da sola.
-Bimba muoviti che devi andare al lavoro.-la voce della mia migliore amica arrivò dritta alla mia testa infrangendo i miei pensieri.Sorrisi al sole caldo e alto della California e mi alzai lasciando dietro di me la visuale più bella del mondo.
-Gena stasera che facciamo?
-Uhm.-staccò le labbra dalla tazza di caffè e mi sorrise.Quel sorriso mi piaceva davvero poco.-in un locale c'è una specie di party o after show chiamalo come vuoi tu,e c'è una band della zona.
-Ok chi è stavolta?-le chiesi con aria interrogativa.
La mia piccola e dolce Gena non cambiava mai,lei la mente e io il braccio,cresciute insieme e mai staccate,avevo troppo bisogno di lei quanto lei ne aveva di me.La sola differenza era che lei si buttava a capofitto in ogni cosa facesse,io ero semplicemente più ragionevole e ci pensavo prima,a volte troppo,di agire e così mi ero fatta scappare troppe occasioni per essere ancora più felice.Ma lei poteva permetterselo,avevo una grandissima autostima di se stessa,così tanta da darne anche a me,aveva determinazione,aveva grinta e carattere,ma soprattutto era bella,bella e semplice nello stesso momento.
-Smettila scema,non è nessuno.-continuai col mio sguardo poco convinto fino a che non confessò una minima parte di ciò che le frullava per la testa.-ok è uno però stasera lo vedrai.
-E dimmi anche che è il ragazzo del gruppo.
-Brooke ti prego vieni vero?.-unì le mani in preghiera e strizzò gli occhi,sapeva benissimo che avrei ceduto con quella mossa,ma soprattutto che sarei andata a quel dannato after show,insieme eravamo la coppia migliore al mondo,non potevo perdermi una serata con lei.
-Ma sisi che vengo,però smettila con quello sguardo.-le lanciai addosso un tovagliolo prima di prendere la borsa e aprire la porta.-Sarò a casa per le otto,ordina cinese.
-Certo amore buona giornata.-ricambiai il saluto e uscì sotto il sole primaverile di Huntington Beach. Indossai gli occhiali e aprì la mia cadillac nera con il telecomando attaccato alle chiavi. Partì col sorriso sulle labbra,come tutte le mattine che vivevo qui,semplicemente perchè sapevo che una volta entrata a casa,di sera,avrei trovato tutto come avevo lasciato,avrei ritrovato Gena,le mie sicurezze,e tutto ciò che,passo dopo passo,mi ero costruita.
*
Le ore prima dell'after show furono uno strazio,o meglio per la sottoscritta lo fu.Quella sera non lavoravo alla pizzeria,ma Gena non poteva staccare dal lavoro,stilista,prima delle otto,quindi c'eravamo perse il concerto di questo gruppo della zona.In più lei era sempre più agitata e nervosa,cosa che a lungo andare stava nascendo in me. Stavo stesa sul suo letto a fissare il soffito rigirandomi fra le mani una ciocca di capelli,mentre Gena,con la testa completamente dentro l'armadio,cercava qualcosa da mettere.E si che faceva la stilista,alla fine ero sempre io a doverla vestire.
-Ge andava benissimo la gonna di prima.
-No Bro non andava bene,ero oscena,sembravo un tacchino.Mi spieghi come fai a essere così tranquilla.
-Primo perchè non sto per incontrare il Papa,secondo perchè un paio di jeans e una maglietta vanno più bene,devi essere te stessa e basta non devi sembrare ciò che non sei.E poi proprio tu Gena che ti fai tutti sti problemi?
-Voglio essere bella...-non finì la frase,non ci fu bisogno avevo capito benissimo per chi voleva essere bella.
-Per lui vero?
-Si.-mormorò sedendosi a peso morto sul letto.-mi piace davvero Bro,non è il solito coglione.
-Vieni ricominciamo dai.-l'aiutai ad alzarsi dal letto e insieme ci avvicinammo all'armadio,mentre lo scrutavo le chiesi qualcosa su questo ragazzo appena conosciuto.
-Si chiama Zack e abita qui,suona in questo gruppo,ha soli due anni in più di me.
-E dove l'hai incontrato?
-Il week end scorso,tu sei andata dai tuoi io sono uscita col mio collega gay e in un locale l'ho conosciuto,a fine serata mi ha invitata all'after show di oggi.
-Ok ci sono,prendi questi e...e...questa,amo la combinazione.
-Sei sicura?
-Entra in quel maledetto bagno e cambiati.-la spinsi oltre la porta chiudendola alle mie spalle sentendo ancora qualche borbottio da parte della mia amica.I pantaloni neri e la maglietta bianca erano perfetti per lei e il suo fisico,ma vaglielo a ficcare in quella testa dura. Io per quella sera optai per una gonna di jeans non troppo corta,le converse e un top normalissimo nero sopra,non perdevo troppo tempo dietro a queste cose,mi piacevo così e mi piaceva ciò che avevo,non ero di certo il tipo da spendere 300 dollari per un vestito che usava solo una sera per poi dimenticarlo nell'armadio.Io trasformavo le gonne di seta in magliette e ci andavo in giro senza mai vergognarmene.
-Com'è?-Gena uscì dal bagno facendomi un giro su stessa.Era perfetta e quel Zacky sarebbe rimasto a bocca aperta.
-Perfetta,i capelli legali e metti il cerchietto,poi sei pronta.Muoviti che sono le undici,tra poco avranno finito.
-Si ci metto due secondi.
-Dove sono?
-Martini Blues
-Perfetto.-le ultime parole famose di Gena << due secondi e ci sono >> e io che ancora mi fidavo di lei. Scossi la testa sorridendo e andai in cucina infilandomi la felpa.Guardai fuori dalla finestra della cucina le stelle e la luna.Mandai la buonanotte a mia madre e mio padre che a Los Angeles già dormivano.Mandai un bacio al mio amico scomparso pochi anni prima in un incidente sapendo che vegliava e mi proteggeva anche se eravamo lontani,gli volevo ancora bene e speravo con tuta me stessa che lui ne volesse a me.Sorrisi al mio riflesso,quella serata sarebbe stata diversa,non so come ne perchè,ma me lo sentivo.
-Ci sono andiamo.
La sera calda ci accompagnò per tutto il tragitto unendosi alle nostre risate e alla musica alta che proveniva dallo stereo della macchina.Gena mi stava raccontando della sua giornata aggiungendo sempre quel pizzico di goffaggine e stupidità che la rendeva divertente,i ragazzi morivano per quel suo carattere così solare,mentre io ridevo cercando di mantenere salda la guida,e si che non avevamo ancora bevuto.
-Ci siamo mia cara.-la presi in giro scendendo dalla macchina.
-Non sfottere che appena li vedi ti piaceranno.
-Mi fido di te.-la presi a braccetto e dando i nominativi entrammo praticamente subito.Gena quando voleva sapeva ottenere tutto. La musica non era troppo alta e il palco in mezzo alla sala era già libero,peccato avrei voluto sentirli.La gente fuori era il doppio di quella dentro,meno male da una parte,si riusciva a parlare senza dover urlare all'inverosimile. Sentì Gena irrigidirsi e stringermi ancora di più la mano.La guardai in faccia,un sorriso teso sbucava sulle sue labbra,seguì il suo sguardo fino a che,anche io,incontrai quello sguardo azzurro ghiaccio che mi tolse il respiro per una frazione di secondo. I suoi occhi si illuminarono e lentamente ci avvicinammo a quel ragazzo con le sembianze di un angelo.Lo sapevo,ripetevo a me stessa,Gena ha gusto e lui ne ha anche troppo.
-Gena ciao che bello vederti.-l'abbracciò stampandole due baci sulle guance.La sua mano strinse ancora di più la mia.
-Eih Zacky fa piacere anche a me.Lei è la mia migliore amica Brooke.
-Oh si me ne hai parlato.Piacere io sono Zachary,ma chiamami pure Zacky.
-Piacere mio Zacky.-solo in quel momento mi accorsi che un altro paio di occhi mi fissavano e stavolta non erano azzurri,ma marroni,solo allora mi accorsi di quanto quegli occhi fossero profondi e osservatori. Fissai anche io quello sguardo serio e posato,quel viso così bello da farmi sentire male,quelle labbra serrate e perfette per quel volto,quel modo di stringere gli occhi e scrutare ancora di più l'orizzonte.In quegli occhi stavo scoprendo qualcosa di nuovo e non sapevo cosa,o forse non volevo saperlo,però stavo bene li,stavo bene anche solo a guardarli,e mi sentivo cretina per l'espressione che avevo assunta,ma non importava,infondo anche lui stava guardando me. Ti prego non smettere,diceva la vocina dentro di me. Continua perchè nemmeno io voglio smettere.
-Eih Brian vieni.-Zacky si girò verso la fonte della mia felicità improvvisa e lo tirò per la manica della felpa.Con passo leggere si avvicinò a noi scoprendo un sorriso stupendo,ancora meglio del chitarrista occhi di ghiaccio.-lei è Gena e questa è la sua migliore amica Brooke,ragazze lui è il mio collega,nonchè chitarrista come me.
-Piacere Brian io sono Gena.
-Piacere mio.
Allungai la mano fino a prendere la sua e la strinsi sentendo scariche di energia percorrermi tutto il corpo.
-E tu sei Brooke
-Si molto piacere Brian.-mi voltai di scatto quando qualcuno mi strattonò la borsa.Bastò quel piccolo movimento per farlo scomparire.Nel momento in cui mi voltai per continuare a parlare con lui,lo vidi allontanarsi verso il buio del locale.

Ed ecco qui il primo capitolo,scusate la lunghezza,ma quando mi prende il genio non mi ferma nessuno.Spero che vi piaccia questa Fiction sugli A7X,ripeto è la prima su di loro(ne ho scritto molte altre su altri gruppi)però ditemi voi che ne pensate! kisses and rock'n'roll!
  
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