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Autore: Jaredsveins    12/05/2015    4 recensioni
Destiel ambientata tra i banchi di scuola.
Dean e Castiel sono amici, ma il loro rapporto è un po' particolare. Il loro passato li porterà ad unirsi, oppure ad allontanarsi sempre di più?
Se volete sapere come va, non vi resta che leggere!
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Hola Mishamigos! Oggi ho studiato tutto il giorno e ho la testa non fusa, ma di più porca miseria. Quindi perdonatemi per eventuali errori, eventuali distrazioni ecc. Non mi dilungo, ma vi dico solo di godervi questi capitoli di pace perché poi sarà l'inferno. LOL E prima possibile risponderò alle recensioni!
Alla prossima. uwu

-Feffe


5. You complete me.

 

Until we find our way
in the dark and out of harm,
You can run away with me
anytime you want.

Summertime - My Chemical Romance

 

C'era un silenzio paradisiaco attorno quel lago, l'unico rumore presente era il cinguettio costante degli uccellini o qualche animale che saltando qua e là, faceva muovere l'erba.

Castiel era prono, stava leggendo un libro mentre aspettava Dean che in quel momento era con Bobby per aiutarlo a sistemare un'automobile. Quel giorno non c'era scuola e si erano dati appuntamento dove una settimana prima erano arrivati a un gradino più alto. Non stavano ancora insieme e purtroppo, come temeva Castiel, non c'erano stati altri baci dopo quelli. La cosa lo turbava molto, perché pensava di aver sbagliato qualcosa ma non appena vedeva il sorriso di Dean tutto taceva, il mondo smetteva di esistere e anche i suoi stessi pensieri diventavano silenziosi, lasciandolo respirare. Però quando era solo ci rimuginava un po' troppo e ci stava anche male, perché quel giorno era stato troppo bello e avrebbe voluto riviverne uno uguale.

“Eccoti!”

Castiel alzò lo sguardo dal libro e gli sorrise, inclinando il capo. “Com'è andata?”

“Bene, a parte che ho sporcato Bobby di grasso e me ne ha dette di tutti i colori.”

Il ragazzo si mise a ridere e si sedé, mettendo il libro nella borsa. “Sei sempre il solito cretino.”

“Comecomecome?” Dean prese l'amico per il braccio e si alzò, strattonandolo verso se e bloccandogli i polsi dietro la schiena.

Castiel avvampò per la vicinanza e non riuscì a guardarlo negli occhi, abbassando lo sguardo sul petto del ragazzo davanti a se che si muoveva regolarmente assecondando il suo respiro. “S-sei un cretino, è la verità.”

“Perché adesso non ti agiti?”

“Mh?” Castiel alzò subito lo sguardo confuso.

“L'ultima volta che ti ho afferrato in questo modo hai dato di matto e te ne sei andato. Avresti praticamente voluto uccidermi.”

“Oh, quello..” Il ragazzo si morse il labbro e sospirò, stringendosi nelle spalle. “Un semplice attacco di panico. Dipende dalle circostanze. Quella volta stavamo litigando e mi sono spaventato, tutto qui.”

Dean sgranò gli occhi e poi si mise a ridere, lasciando andare Castiel. “Non ti avrei mai fatto del male Cas, lo sai.”

“Sì ma tu sei più forte di me.” In realtà c'era qualcosa in più sotto e Dean lo sapeva bene, infatti cercò di indagare ma non con troppa insistenza.

“In senso metaforico o pratico?”

“Entrambi. Guarda che spalle hai tu!” E Castiel gliele prese, stringendogliele e accennando a un sorriso.

Allora il biondo si piegò poco sulle ginocchia, mettendo il piede sinistro un po' in avanti e stringendo gli occhi di poco, puntando lo sguardo sull'altro. “Colpiscimi.”

Cas sgranò gli occhi e si mise a ridere, pensando che Dean stesse per forza scherzando e quando invece lo vide serio sbatté le palpebre più volte, chiedendosi cosa diavolo gli saltasse in mente. “Perché mai dovrei?”

“Tu colpisci.” Dean fece un improvviso passo in avanti e rise soddisfatto quando, facendo per dare un pugno sullo stomaco a Cas, questi lo bloccò prontamente con un verso di sorpresa.

L'ultimo si mise a ridere appena si rese conto di quel che il suo amico stava cercando di fare.

In quei giorni avevano parlato molto di loro stessi, imparando a conoscersi davvero e in un momento di confessioni aveva parlato a Dean di tutti quegli stronzi che lo pestavano perché lo vedevano “diverso”. Castiel si sentiva debole fisicamente rispetto a loro, rispetto a tutti. Era il classico ragazzo che a parole riusciva a zittirti, ma se iniziavi ad usare le mani non era in grado di difendersi. Almeno, questa era la convinzione di Castiel. Perché Dean sapeva bene quanta forza fisica, e non solo morale, ci fosse nel suo amico. Lo si vedeva dai muscoli delle braccia, dalla sua postura statica quando intratteneva un discorso con altre persone. Lui era forte, solo che si sottovalutava troppo.

“Fatti sotto, schiappa.” Dean lo provocò e si ritrovò a fare un salto indietro quando l'altro si sbilanciò in avanti, cercando di afferrargli la camicia.

Castiel fece un sorriso divertito e negò con il capo, incrociando poi le braccia. “Dai, è una stronzata.”

“Eddai Cas, forza! Giochiamo un po' e sfoghiamoci.” Il ragazzo si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla. Proprio quel che Castiel aspettava.

Afferrò la mano di Dean, bloccandogliela dietro la schiena e girandosi un po' mise una gamba tra quelle del suo amico che lo fissava sbigottito, visto che l'altro lo aveva completamente bloccato. “Mai abbassare la guardia.” Sussurrò Castiel, con il naso vicino alle labbra di lui per via dei pochi centimetri di differenza. Alzò il viso e gli sorrise soddisfatto, notando l'espressione sorpresa del ragazzo davanti a lui.

Forse Dean aveva ragione, poteva difendersi tranquillamente dagli altri stronzi. Anche se negli ultimi anni nessuno lo aveva più pestato.

A quel pensiero Castiel deglutì e lasciò subito andare Dean che approfittando di quel momento lo bloccò da dietro, stringendolo forte così da non farlo muovere e alzandolo da terra, ridendo quando lo sentì urlare per la sorpresa.

“Oh no, ti prego!” Il moro si rese conto di quel che il suo amico voleva fare e non gli piaceva per niente.

Strinse la presa mentre si dimenava tra le sue braccia, intanto lui avanzò verso il lago e senza pensarci due volte, lo buttò in acqua piegandosi in due dalle risate quando vide un Castiel fradicio riemergere. Se ci fosse stato qualcuno lì con loro o nelle vicinanze, sicuramente si sarebbe bagnato tutto visto che la povera vittima per la rabbia diede dei pugni sulla superficie dell'acqua, bagnando anche Dean.

“Ti odio cazzo!” Castiel uscì e cercò di essere arrabbiato con l'altro, ma non ci riuscì e invece lo abbracciò, inzuppando anche lui.

D stette al gioco e ricambiò l'abbraccio, ridendo a crepapelle accorgendosi delle varie imprecazioni del suo amico. Risata che gli morì in gola quando quest'ultimo si tolse la maglietta per strizzarla. Eh no, Castiel non era per niente mingherlino.

I muscoli delle braccia erano contratti per via del movimento che stavano facendo, la pancia si alzava e abbassava velocemente a causa del respiro e gli addominali erano visibili di profilo. Non erano pronunciatissimi, ma delineati abbastanza di far partire certe fantasie nella mente di Dean che adesso aveva la gola secca.

Castiel con la coda dell'occhio se ne rese conto e allora decise di essere davvero sfacciato per una volta. Trattenne una risata e slacciò i pantaloni, abbassandoli e strizzando anche quelli, mettendoli poi sull'erba insieme alla maglia. 'Tu fai lo schizzinoso e io ti provoco.' Pensò, mentre prese gli elastici dei boxer girandosi di spalle. Si guardò attorno attentamente, mordendosi il labbro con soddisfazione appena si rese conto di essere davvero solo, non c'era nessuno lì con loro. Erano solo loro due.

Dean invece stava lì imbambolato, ad occhi sgranati e con il fiato sospeso ma non più per le azioni di Castiel, ma per quel che c'era sulla sua schiena. Sulla sinistra di questa vi erano delle bruciature, sembravano quasi di sigaretta e una cicatrice sbucava appena sotto i boxer sulla natica destra. “Cas, cosa hai lì?”

Se aveva pensato che Dean non avrebbe detto nulla, si era sbagliato di grosso. Il ragazzo si girò verso lui, sospirando esasperato e aprendo le braccia di lato. “Sono quasi nudo davanti a te e tu pensi a quegli stupidi segni?!”

“Era solo una domanda..”

Castiel sospirò e annuì, facendo poi un lieve sorriso. “Non fa niente, è lecito chiedere.”

Dean si sedé sul prato e batté piano una mano accanto a se, incitando il suo amico a sedersi e così fece.

Il moro cercò di nascondere la sua delusione, perché il suo intento non era far nascere delle domande in Dean, ma più che altro ottenere delle risposte.

“Che ti è successo?”

Allora Castiel sospirò e si strinse nelle spalle. Ormai tanto valeva dirgli la verità.

Cas era stato adottato all'età di otto anni da Hannah e suo marito Kevin. Lui proveniva da una famiglia con molti problemi, visto che sua madre era morta nel partorirlo e il padre non glielo aveva mai perdonato. Chiamava Cas bastardo, dandogli dell'assassino e dicendogli che se lui non fosse mai nato, sua moglie sarebbe stata lì con lui per farlo felice. Gli diceva di essere un peso, di non volergli bene e che forse vederlo morto non gli sarebbe nemmeno dispiaciuto. Quei segni glieli provocava lui quando lo picchiava e purtroppo accadeva spesso, soprattutto negli ultimi anni. Fino a quando una vicina di casa si rese conto della situazione e chiamò la polizia, ma quel bastardo se la cavò con una semplice denuncia. Ma dopo qualche giorno, combinò qualcosa di veramente grosso di cui Castiel non era mai venuto a conoscenza, semplicemente perché alla polizia non era sembrato il caso fargliela sapere data la sua età, e allora suo padre fu arrestato e Castiel fu dato in affido provvisorio a un collegio, per poi rimanerci permanentemente quando quel pazzo si suicidò in cella. Per lui fu molto difficile affezionarsi ad Hannah e Kevin, inizialmente aveva persino paura di abbracciare le persone, era davvero spaventato dai contatti fisici ma grazie a loro era riuscito a superarlo ed a convivere con quei segni sulla sua pelle. Ecco perché si era spogliato senza problemi davanti a Dean. Perché ormai aveva imparato ad accettarsi e aveva voltato pagina, anche se a volte quei pensieri riaffioravano violenti e lo facevano stare male.

“Come quella volta a scuola..” Dean mormorò. Non poteva credere alle sue orecchie, adesso iniziava a capire molte cose, molte delle debolezze di Castiel. Ed era arrabbiato ma non con lui, ma con quel bastardo che era stato causa di sofferenza per il suo amico. In quel momento Dean pensò che forse era stato proprio il destino a farli incontrare, perché entrambi si completavano a vicenda. Cas aveva tutto ciò che a Dean mancava e Dean aveva tutto ciò che a Castiel mancava.

“Adesso capisci perché mi è venuto il panico? Se scherziamo va bene, so che è tutto un gioco..ma quella volta stavamo litigando, tu eri arrabbiato, io ero già nervoso, poi mi hai afferrato e Dean mi sono spaventato davvero. Ed ecco perché non mi difendevo da quegli stronzi e non faccio a botte; prima di tutto perché lo ritengo molto sbagliato e poi perché la violenza non mi piace.”

“Io non ne avevo idea, mi dispiace davvero.”

“Siamo sfigati al massimo, non è vero?”

“No.” Dean sospirò e guardò Castiel negli occhi, scompigliandogli i capelli accennando a un sorriso. “Mi hai rotto le palle per sfogarmi e adesso tu lo fai con me.”

“Ma sto bene.”

Il biondo guardò l'altro ovvio e tutto quel che ricevette in risposta fu uno schizzo d'acqua sul viso. Dean si mise a ridere e decise che per quel giorno era meglio non parlarne più, a quanto pare per Castiel era stato un gran passo avanti dirlo a qualcuno.

E così era, visto che non amava molto parlare di quelle cose. Perché le rifiutava categoricamente. Per lui i suoi genitori erano solo due, Hannah e Kevin. Il suo vero padre per lui non esisteva per quel che era stato, mentre per sua madre, beh, non aveva alcun ricordo di lei e poteva solo esserle riconoscente per averlo messo al mondo.

“Tu sei troppo asciutto, cosa dobbiamo fare?”

“Oh niente!” Dean scoppiò a ridere quando Castiel cercò in tutti i modi di afferrarlo per buttarlo nel lago, ma con scarsi risultati. Al contrario, fu lui a ritrovarsi in acqua e a sbuffare insoddisfatto. Non solo aveva mandato per aria il suo piano di provocarlo, non gli permetteva nemmeno di vendicarsi.

“Dai, vieni qui.”

“Non ci penso neanche.”
“Togli i vestiti se proprio non vuoi bagnarli! Dai, facciamo un bel bagno.”

Dean rise tra se e se appena sentì Castiel esultare quando si tolse la prima scarpa. Poi tolse anche l'altra, guardando il suo amico davanti a se mentre si sfilò pantaloni e maglietta.

Dire che Cas era rimasto proprio imbambolato era un eufemismo. Dannazione, quel Winchester era davvero perfetto. Seguì con gli occhi ogni muscolo, ogni angolo della sua pelle e non riuscì a non soffermarsi tra le gambe del suo amico, stringendosi i pugni sotto l'acqua per trattenersi dal saltargli addosso. Lo attraeva da morire, che poteva farci?

Il biondo si tuffò, facendo chiudere gli occhi all'altro per via degli schizzi. L'acqua era tiepida, piacevole da sentire sulla pelle e immediatamente pensò che forse quel bagno non era stata poi una brutta idea.

“Idiota.” Castiel lo spinse non appena D gli scompigliò i capelli, facendolo ridere.

“Sei incredibile..”

“Cosa?”

“Hai appena finito di raccontarmi qualcosa di importante come quel che ti è successo e adesso sei tranquillissimo. Come fai?”

Il moro fece una risata, stringendosi nelle spalle e dicendo come se fosse ovvio “Il passato è passato, non bisogna attaccarsi troppo. Dobbiamo vivere alla giornata.”

  
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