Titolo: the shock of the lightning.
Fandom:
Twilight
Personaggi:
Kate, Garrett (implica una
Kate/Garrett)
Parti:
1
/ 2
Rating:
Verde
Disclaimer:
Kate non mi appartiene, e neanche Garrett, purtroppo per me.
Note:
Non
avendo sufficienti elementi per poter sviluppare una storia completa sui due
protagonisti, mi sono limitata a raccontare due dei miei Karrett!Moments
preferiti in BD dal loro punto di vista. La prima parte sarà dal punto di vista
di Kate.
Ps
il titolo è una canzone degli Oasis *w*
Buona lettura e buon anno nuovo =)
. ONE
Buona
parte dei vampiri era andata a caccia, e io mi ritrovai sola nel grande salone
dei Cullen. Scrutai in lungo e in largo la stanza, per poi decidere di
avvicinarmi alla finestra che dava sul loro giardino.
Mi
compiacqui di come riuscii a convincere Garrett a cacciare alla mia maniera poco
prima, e al ricordo dei suoi goffi – innaturali - movimenti di fronte alla preda
mi scappò un sorriso.
Percepii
la sua presenza alla mie spalle grazie a quel profumo così particolare, un misto
tra erba bagnata e adrenalina.
Prima
che potessi voltarmi, lui era già di fronte a me.
“Non
mi terrai a dieta tanto a lungo, donna!” sogghignò.
Lo
guardai meravigliata. “Avevi detto che avresti affrontato qualunque sfida!”
“Già,
vero”.
“Ma?”
“Ma
non vedo lo scopo per cui dovrei diventare vegetariano.”
“Lo
scopo è non uccidere umani
futilmente.” ribattei, cercando di tenere il punto.
“E
se ti dicessi che tra umani e animali non c’è alcuna
differenza?”
Scoppiai
a ridere, mentre l’espressione di Garrett si fece più cupa. Compresi allora che
l’avventuriero non gradiva essere canzonato a quel modo.
Scossi
la testa, tornando seria.
“E
se ti dicessi che tutti noi eravamo degli umani all’inizio della nostra
vita?”
Non
rispose subito. Sbuffò, passandosi una mano tra i capelli.
“Uno
a zero.” mormorò.
“Sei
solo spaventato da un cambiamento improvviso, Garrett.” continuai, istigandolo
maggiormente.
“Non
sono spaventato da nulla!” esclamò vivacemente. “Sono un nomade, ricordi?”
continuò, con una nota d’orgoglio nel suo tono.
Sorrisi,
annuendo. “Bene, per vincere questa battaglia dovrò usare altri elementi
schiaccianti, a quanto pare.”
“Hai
delle tabelle con i valori nutrizionali del sangue di orso nascoste da qualche
parte, per caso?” sentenziò.
“Può
darsi. Ma dimmi, non ti piacerebbe avere occhi dorati come i miei?” ghignai,
attorcigliandomi alcune ciocche bionde tra le dita.
Garrett
mosse le labbra per rispondere, ma si bloccò, preferendo tenere il suo sguardo
fisso su di me.
Ero abituata agli sguardi degli uomini, che mi avevano bramata per secoli.
Non sentivo però il bisogno di ricambiare le loro occhiate, o soffermarmi sulle loro
caratteristiche fisiche. Erano giocattoli in mio possesso, oggetti da buttare via dopo notti
insonni consacrate alla soddisfazione di un bisogno
impellente.
Ma
quegli occhi rossi puntati dritti su di me erano intensi, accattivanti, irresistibili. In qualche modo mi
avevano fornito un buon motivo per ricambiare lo sguardo di qualcuno, dopo aver
passato secoli alla ricerca di qualcosa che non riuscivo ad afferrare.
Non
resistetti alla tentazione di rivolgergli un sorriso, e così lui ne approfittò
per avvicinarsi.
“Oh
sì, ma non potrò mai raggiungere la tua bellezza.” mi sussurrò all’orecchio, e
immediatamente la mia schiena fu percossa da una violenta scossa elettrica.
Più
potente del mio dono.
Più
potente di ogni altra cosa.
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