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Autore: Alektos    02/01/2009    1 recensioni
Non sempre puoi conquistare quel lieto fine a lungo sognato, nemmeno dopo la guerra, nemmeno dopo aver combattuto e lottato anche con i denti. A volte non rimangono che cocci da raccogliere e un cuore gonfio d'amarezza. Ma la vita continua e, a volte, quella parte di te che si è spezzata si può sistemare in maniera insperata.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Weasley, Charlie Weasley, George Weasley, Molly Weasley, Nimphadora Tonks
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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LE SITUAZIONI DI ROB E SUSAN

 

Eddai, ti muovi!”

Susan, classe 1973, Tassorosso, una strega nata da due maghi con origini Babbane, non eccessivamente alta, dinoccolata e dai corti capelli castani; ai tempi di Hogwarts era la migliore amica di Tonks, con la quale si era tenuta in contatto tutti gli anni successivi all’uscita dalla scuola. I rapporti tra le due si erano incrinati quando Tonks era entrata a far parte dell’Ordine della Fenice, in quanto non riusciva più ad uscire come faceva prima con i suoi amici e a dedicare loro troppo tempo. Susan era stata una delle poche persone invitate al matrimonio di Tonks; guerra finita l’amica era venuta a conoscenza di tutte le vicende che avevano occupato il tempo e i pensieri di Ninfadora negli ultimi anni: Tonks si era sfogata, aveva appena perso l’uomo che amava, suo marito da nemmeno un anno.
Un mese e mezzo dopo la loro conversazione Tonks era partita, premurandosi di lasciare a Susan un indirizzo dove cercarla e così il rapporto tra le due giovani era continuato ed era tornato indietro, com’era ai tempi di Hogwarts, specialmente nell’ultimo periodo, quando Tonks si stava riprendendo.

“Rilassati,” le rispose Tonks uscendo dal bagno della sua casa cercando di chiudere con la clip un orecchino. “Abbiamo l’appuntamento tra mezz’ora e Smaterializzandoci ci mettiamo la bellezza di cinque secondi!”

“Lo so, però muoviti!” Susan era veramente impaziente, lo era sempre stata fin da ragazzina e alla faccia della puntualità si presentava agli appuntamenti lustri prima. “Stasera conoscerai altre persone, credo. Almeno, Rob mi ha detto che vengono dei suoi colleghi tra i quali ce ne sono un paio veramente carini!”

“Susan!” L’ammonì Tonks. Erano già andate sull’argomento ragazzi, e lei aveva già spiegato all’amica che voleva andare con calma e che quello era l’ultimo dei suoi pensieri. Ma Susan aveva preso alla leggera le sue parole, non riusciva a capire a pieno quello che lei provava. Dopo averla ripresa nessuno tornò più sull’argomento.

Adesso che Tonks era ritornata a vivere nel mondo magico, Susan non aveva più intenzione di abbandonarla.
Quasi tutte le sere la compagnia si trovava a fine lavoro a bere qualcosa in un bar di Diagon Alley e Tonks si era finalmente riunita ai vecchi amici. Aveva notato che, dai tempi della scuola, era cambiato: alcuni ragazzi non c’erano più perché lavoravano all’estero, e al loro posto ne erano entrati di nuovi e il gruppo si era allargato. Tra le persone nuove l’allargamento più interessante era Rob, nome completo Robert Oswald Bernard Christopher, figlio della vecchia e ricca nobiltà inglese Babbana, discendente della famiglia
Bracknell che aveva possedimenti in tutta la regione del Westessex. La delusione dei suoi genitori era stata cocente quando il figlio aveva ricevuto la lettere per l’ingresso alla prestigiosa scuola di stregoneria e magia di Hogwarts. “Almeno è prestigiosa…” aveva affermato la madre, il cui sogno di vedere il proprio figlio nelle fila del Parlamento inglese era improvvisamente sfumato. Effettivamente, che non fosse proprio un bambino comune, avrebbero potuto sospettarlo quando, all’età di tre anni, giocava con le costruzioni insieme a quello che lui chiamava “Reginald”, il fantasma di casa Bracknell: fantasma che prima di allora non sapevano di avere ospite nella dimora, e pensare che era lì dal lontano 1431.

Soprannominato, per amor di abbreviazione, Rob, lui era il ragazzo di Susan classe 1968 e Serpeverde.

Una volta fatte le dovute presentazioni e aver chiacchierato un po’ Tonks aveva già a grandi linee inquadrato Rob, questo anche grazie a Susan che le parlava di lui tutte le volte che poteva: si stava rivelando un ragazzo tranquillo, molto posato e taciturno, infatti per la maggior parte del tempo era stata Tonks a parlare. La ragazza aveva anche notato che lui era l’esatto opposto rispetto alla sua amica e questa era un’ottima cosa: Susan ogni tanto aveva bisogno di un freno.

Mentre la sue testa vagava in felici considerazioni sulla sua amica e sul suo ragazzo Tonks vide entrare nel locale prima Bill e Charlie, poi George in compagnia di un’alta ragazza dalla pelle scura che doveva essere Angelina, ne aveva sentito parlare parecchio nei giorni precedenti da Charlie.
I quattro si unirono alla compagnia e Charlie le si andò a sedere di fianco; dopo aver parlato per un po’ anche con gli altri iniziarono una conversazione tra di loro, come ai tempi di Hogwarts.

“Carina quella ragazza,” disse Charlie indicando una persona appena passata vicino a loro.

“Tu non cambierai mai, vero?” Chiese Tonks, ridendo.

“Perché dovrei, sono perfetto così!”

“Sì… e modesto. Ma questo lo sapevo già.” Rispose Tonks con tono rassegnato, alzando gli occhi al cielo.

“Non ci provo con quella solo perché sono fedele alla mia Charlotte.” Disse il ragazzo, fiero.

“Non ci provi con quella perché il ragazzo che è con lei è il doppio di te in altezza e quasi in larghezza.”

“Colpito e affondato. E tu, ti senti pronta?” Le chiese cambiando improvvisamente tono di voce, diventando serio.

Tonks prese il suo bicchiere vuoto dal tavolo e iniziò a rigirarselo tra le mani fissandolo insistentemente.
Tra Charlie e Susan, lui era il solo tra i due a poterle fare una domanda del genere.
“Non lo so…” Sospirò, “Non sono a caccia, se è questo che vuoi sapere.”

“Non era quello che volevo sapere.”

“Non lo so, ci ho pensato diverse volte ma…”

“Non sai come potresti reagire,” concluse e lei annuì.

Tonks né Charlie continuarono a parlare d quell’argomento e lentamente si inserirono nuovamente nella conversazione generale del gruppo che verteva sugli ultimi spettacoli usciti al teatro magico nell’ultimo mese. La serata passò in modo tranquillo; Bill preoccupato per George lo aveva osservato più volte in quelle ore e anche Charlie ogni tanto controllava la situazione. George e Angelina erano già usciti un paio di volte insieme, ma il ragazzo non ne aveva ancora parlato.
Bill sorrise vedendo che George era leggermente impacciato con la ragazza, ma non avrebbe saputo dire se era nel carattere del ragazzo o se era perché la ragazza in questione era Angelina, che era stata anche, anni addietro, insieme a Fred.

“Allora, domani parti?” Chiese Tonks a Charlie all’uscita del locale.

“Sì, ritornerò sotto Natale.”

“Spero sia una promessa.” Disse Tonks abbracciandolo, “Nel mentre scrivimi… soprattutto se trovi qualcuno che ti mette il cappio al collo.” Rise sciogliendosi dall’abbraccio.

“Me la stai tirando anche tu?” Chiese Charlie, quasi schifato. Amava troppo la sua libertà di scapolo giovane e anche la sua fama di gigolò.

Il gruppo si separò e Susan, dopo aver salutato Rob si incamminò con Tonks; davanti a loro di duecento metri c’erano George e Angelina che camminavano fianco a fianco.

“Che ti succede?” Chiese Angelina a George dopo un po’ che i due si furono avviati verso casa a piedi.

“Nulla,” rispose George, tentando di apparire il più normale possibile

“Oh, andiamo! Ci conosciamo da tanto tempo, ormai lo so quando c’è qualcosa che non va!” Sbuffò arrabbiata. “Mi hai chiesto di uscire e siamo usciti, questa è la quarta volta che ci vediamo e o ti comporti come se io non esistessi, o sembri quasi imbarazzato dalla mia presenza.

Ecco, ora George era veramente nei guai: come poteva spiegare quello che sentiva?

“Senti,” iniziò il ragazzo, ritrovando un po’ del suo vecchio carattere, “Tu mi piacim altrimenti non ti avrei chiesto di uscire, solo…”

“Da come ti comporti non sembra,” sbottò Angelina, interrompendolo, “Solo che cosa?” Aggiunse poi.

“Tu mi vedi come Fred o come George?”

Angelina sgranò gli occhi. Ora le era tutto perfettamente chiaro, ma come aveva fatto a non pensarci prima?

“Quando mi hai chiesto di uscire, durante gli appuntamenti e adesso, tu per me sei George. Solo George. E, come tuo ex capitano, pretendo che ritorni te stesso, il solito giocherellone, deciso e impulsivo George.” Lo redarguì con cipiglio severo e deciso.

George parve spiazzato, era vero, tra i due quello più impulsivo era lui. Allora lei non stava pensando a Fred. Decise quindi di fare quello che non aveva fatto nelle sere precedenti, si fermò all’improvviso davanti alla ragazza e la baciò.

“Sono tre sere che lo aspetto, lo sai?” Sussurrò al suo orecchio Angelina dopo aver risposto al bacio.

Tonks e Susan avevano assistito a tutta la scena da lontano, senza però sapere cosa fosse successo realmente, quindi, visto l’evolversi delle cose decisero di cambiare strada e presero una via alla loro destra, tanto di lì a poco si sarebbero smaterializzate.

“È stata una bella serata,” disse Tonks.

Ah-ha,” rispose Susan, “E di Rob, che mi dici?”

“Mi piace, da quel poco che ho visto sembra un tipo a posto.” Sorrise alla sua amica.

“Davvero? Quindi è approvato?”

“Hai ancora bisogno della mia approvazione?” Chiese Tonks, ridendo.

“Beh, in caso di giudizio negativo lo terrei comunque, ma ci tengo ad avere un tuo parere, lo sai!”

“In tal caso, approvato.” Non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò Susan che l’abbracciava, avvinghiata al collo. Entrambe scoppiarono poi a ridere.

Camminarono ancora per svariati minuti durante i quelli Susan le raccontò nuovi sviluppi su alcune persone che erano presenti quella sera: del sano gossip, insomma. Poi si salutarono e si Smaterializzarono ognuna a casa propria.

 

Grazie a Isabel Lupin e a Thiliol per aver lasciato un commento.

  
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