LE SITUAZIONI DI ROB E SUSAN
“Eddai, ti muovi!”
Susan, classe 1973, Tassorosso, una
strega nata da due maghi con origini Babbane, non
eccessivamente alta, dinoccolata e dai corti capelli castani; ai tempi di
Hogwarts era la migliore amica di Tonks, con la quale
si era tenuta in contatto tutti gli anni successivi all’uscita dalla scuola. I
rapporti tra le due si erano incrinati quando Tonks
era entrata a far parte dell’Ordine della Fenice, in quanto non riusciva più ad
uscire come faceva prima con i suoi amici e a dedicare loro troppo tempo. Susan
era stata una delle poche persone invitate al matrimonio di Tonks;
guerra finita l’amica era venuta a conoscenza di tutte le vicende che avevano
occupato il tempo e i pensieri di Ninfadora negli ultimi anni: Tonks si era sfogata, aveva appena perso l’uomo che amava,
suo marito da nemmeno un anno.
Un mese e mezzo dopo la loro conversazione Tonks era
partita, premurandosi di lasciare a Susan un indirizzo dove cercarla e così il
rapporto tra le due giovani era continuato ed era tornato indietro, com’era ai
tempi di Hogwarts, specialmente nell’ultimo periodo, quando Tonks
si stava riprendendo.
“Rilassati,” le rispose Tonks
uscendo dal bagno della sua casa cercando di chiudere con la clip un orecchino.
“Abbiamo l’appuntamento tra mezz’ora e Smaterializzandoci ci mettiamo la
bellezza di cinque secondi!”
“Lo so, però muoviti!” Susan era veramente impaziente, lo era
sempre stata fin da ragazzina e alla faccia della puntualità si presentava agli
appuntamenti lustri prima. “Stasera conoscerai altre persone, credo. Almeno, Rob mi ha detto che vengono dei suoi colleghi tra i quali
ce ne sono un paio veramente carini!”
“Susan!” L’ammonì Tonks. Erano già
andate sull’argomento ragazzi, e lei aveva
già spiegato all’amica che voleva andare con calma e che quello era l’ultimo
dei suoi pensieri. Ma Susan aveva preso alla leggera le sue parole, non
riusciva a capire a pieno quello che lei provava. Dopo averla ripresa nessuno
tornò più sull’argomento.
Adesso che Tonks era ritornata a
vivere nel mondo magico, Susan non aveva più intenzione di abbandonarla.
Quasi tutte le sere la compagnia si trovava a fine lavoro a bere qualcosa in un
bar di Diagon Alley e Tonks si era finalmente riunita ai vecchi amici. Aveva
notato che, dai tempi della scuola, era cambiato: alcuni ragazzi non c’erano
più perché lavoravano all’estero, e al loro posto ne erano entrati di nuovi e
il gruppo si era allargato. Tra le persone nuove l’allargamento più interessante era Rob, nome
completo Robert Oswald Bernard Christopher, figlio della vecchia e ricca
nobiltà inglese Babbana, discendente della famiglia Bracknell che aveva possedimenti in tutta la
regione del Westessex. La delusione dei suoi genitori
era stata cocente quando il figlio aveva ricevuto la lettere per l’ingresso
alla prestigiosa scuola di stregoneria e magia di Hogwarts. “Almeno è
prestigiosa…” aveva affermato la madre, il cui sogno di vedere il proprio
figlio nelle fila del Parlamento inglese era improvvisamente sfumato.
Effettivamente, che non fosse proprio un bambino comune, avrebbero potuto
sospettarlo quando, all’età di tre anni, giocava con le costruzioni insieme a
quello che lui chiamava “Reginald”, il fantasma di
casa Bracknell: fantasma che prima di allora non
sapevano di avere ospite nella dimora, e pensare che era lì dal lontano 1431.
Soprannominato, per amor di
abbreviazione, Rob, lui era il ragazzo di Susan
classe 1968 e Serpeverde.
Una volta fatte le dovute
presentazioni e aver chiacchierato un po’ Tonks aveva
già a grandi linee inquadrato Rob, questo anche
grazie a Susan che le parlava di lui tutte le volte che poteva: si stava
rivelando un ragazzo tranquillo, molto posato e taciturno, infatti per la
maggior parte del tempo era stata Tonks a parlare. La
ragazza aveva anche notato che lui era l’esatto opposto rispetto alla sua amica
e questa era un’ottima cosa: Susan ogni tanto aveva bisogno di un freno.
Mentre la sue testa vagava
in felici considerazioni sulla sua amica e sul suo ragazzo Tonks
vide entrare nel locale prima Bill e Charlie, poi George in compagnia di
un’alta ragazza dalla pelle scura che doveva essere Angelina, ne aveva sentito
parlare parecchio nei giorni precedenti da Charlie.
I quattro si unirono alla compagnia e Charlie le si andò a sedere di fianco;
dopo aver parlato per un po’ anche con gli altri iniziarono una conversazione
tra di loro, come ai tempi di Hogwarts.
“Carina quella ragazza,”
disse Charlie indicando una persona appena passata vicino a loro.
“Tu non cambierai mai,
vero?” Chiese Tonks, ridendo.
“Perché dovrei, sono
perfetto così!”
“Sì… e modesto. Ma questo
lo sapevo già.” Rispose Tonks con tono rassegnato,
alzando gli occhi al cielo.
“Non ci provo con quella
solo perché sono fedele alla mia Charlotte.” Disse il ragazzo, fiero.
“Non ci provi con quella
perché il ragazzo che è con lei è il doppio di te in altezza e quasi in
larghezza.”
“Colpito e affondato. E tu,
ti senti pronta?” Le chiese cambiando improvvisamente tono di voce, diventando
serio.
Tonks prese il suo bicchiere vuoto dal tavolo e
iniziò a rigirarselo tra le mani fissandolo insistentemente.
Tra Charlie e Susan, lui era il solo tra i due a poterle fare una domanda del
genere.
“Non lo so…” Sospirò, “Non sono a caccia, se è questo che vuoi sapere.”
“Non era quello che volevo
sapere.”
“Non lo so, ci ho pensato
diverse volte ma…”
“Non sai come potresti
reagire,” concluse e lei annuì.
Né Tonks
né Charlie continuarono a parlare d quell’argomento e lentamente si inserirono
nuovamente nella conversazione generale del gruppo che verteva sugli ultimi
spettacoli usciti al teatro magico nell’ultimo mese. La serata passò in modo
tranquillo; Bill preoccupato per George lo aveva osservato più volte in quelle
ore e anche Charlie ogni tanto controllava la situazione. George e Angelina
erano già usciti un paio di volte insieme, ma il ragazzo non ne aveva ancora
parlato.
Bill sorrise vedendo che George era leggermente impacciato con la ragazza, ma
non avrebbe saputo dire se era nel carattere del ragazzo o se era perché la
ragazza in questione era Angelina, che era stata anche, anni addietro, insieme
a Fred.
“Allora, domani parti?”
Chiese Tonks a Charlie all’uscita del locale.
“Sì, ritornerò sotto
Natale.”
“Spero sia una promessa.”
Disse Tonks abbracciandolo, “Nel mentre scrivimi…
soprattutto se trovi qualcuno che ti mette il cappio al collo.” Rise
sciogliendosi dall’abbraccio.
“Me la stai tirando anche
tu?” Chiese Charlie, quasi schifato. Amava troppo la sua libertà di scapolo
giovane e anche la sua fama di gigolò.
Il gruppo si separò e
Susan, dopo aver salutato Rob si incamminò con Tonks; davanti a loro di duecento metri c’erano George e
Angelina che camminavano fianco a fianco.
“Che ti succede?” Chiese
Angelina a George dopo un po’ che i due si furono avviati verso casa a piedi.
“Nulla,” rispose George,
tentando di apparire il più normale possibile
“Oh, andiamo! Ci conosciamo
da tanto tempo, ormai lo so quando c’è qualcosa che non va!” Sbuffò arrabbiata.
“Mi hai chiesto di uscire e siamo usciti, questa è la quarta volta che ci
vediamo e o ti comporti come se io non esistessi, o sembri quasi imbarazzato
dalla mia presenza.
Ecco, ora George era
veramente nei guai: come poteva spiegare quello che sentiva?
“Senti,” iniziò il ragazzo,
ritrovando un po’ del suo vecchio carattere, “Tu mi piacim
altrimenti non ti avrei chiesto di uscire, solo…”
“Da come ti comporti non
sembra,” sbottò Angelina, interrompendolo, “Solo che cosa?” Aggiunse poi.
“Tu mi vedi come Fred o
come George?”
Angelina sgranò gli occhi.
Ora le era tutto perfettamente chiaro, ma come aveva fatto a non pensarci
prima?
“Quando mi hai chiesto di
uscire, durante gli appuntamenti e adesso, tu per me sei George. Solo George.
E, come tuo ex capitano, pretendo che ritorni te stesso, il solito
giocherellone, deciso e impulsivo George.” Lo redarguì con cipiglio severo e
deciso.
George parve spiazzato, era
vero, tra i due quello più impulsivo era lui. Allora lei non stava pensando a
Fred. Decise quindi di fare quello che non aveva fatto nelle sere precedenti,
si fermò all’improvviso davanti alla ragazza e la baciò.
“Sono tre sere che lo
aspetto, lo sai?” Sussurrò al suo orecchio Angelina dopo aver risposto al
bacio.
Tonks e Susan avevano assistito a tutta la
scena da lontano, senza però sapere cosa fosse successo realmente, quindi, visto
l’evolversi delle cose decisero di cambiare strada e presero una via alla loro
destra, tanto di lì a poco si sarebbero smaterializzate.
“È stata una bella serata,”
disse Tonks.
“Ah-ha,”
rispose Susan, “E di Rob, che mi dici?”
“Mi piace, da quel poco che
ho visto sembra un tipo a posto.” Sorrise alla sua amica.
“Davvero? Quindi è
approvato?”
“Hai ancora bisogno della
mia approvazione?” Chiese Tonks, ridendo.
“Beh, in caso di giudizio
negativo lo terrei comunque, ma ci tengo ad avere un tuo parere, lo sai!”
“In tal caso, approvato.”
Non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò Susan che l’abbracciava,
avvinghiata al collo. Entrambe scoppiarono poi a ridere.
Camminarono ancora per
svariati minuti durante i quelli Susan le raccontò nuovi sviluppi su alcune
persone che erano presenti quella sera: del sano gossip, insomma. Poi si
salutarono e si Smaterializzarono ognuna a casa propria.
Grazie a Isabel Lupin e a Thiliol per aver lasciato un commento.