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10
Mike
camminava nervosamente avanti e
indietro nella sala d’attesa dell’aeroporto.
“Andiamo,
Nate”, cercò nuovamente di
instaurare un discorso ma era difficile quando
l’interlocutore si rifiuta di
parlare.
Da
quando avevano lasciato l’hotel Nathan
non aveva rivolto la parola all’amico.
Nemmeno
mentre dividevano tutti e quattro
lo stesso taxi o mentre attendevano il loro turno al banco del check in.
Stana
e Nathan infatti avevano deciso di
trascorrere almeno un paio di giorni insieme a Los Angeles prima di
andare a
fare visita rispettivamente alle loro famiglie per le vacanze di Natale.
Stana
in particolare aveva molte
spiegazioni da dare ai suoi genitori per il modo improvviso in cui li
aveva
lasciati e dopo la piccola
rivelazione avvenuta nella hall del loro albergo anche
Mike e Sandra decisero
di anticipare il loro volo per Los Angeles.
“Per
quanto tempo avete intenzione di
andare avanti con questo mutismo?”, insistette Mike.
Nate
e Stana si scambiarono un’occhiata
eloquente e accennarono un piccolo sorriso, continuando ad ignorarlo.
“Non
capisco, ragazzi, dovreste essermi
grati!”, disse sperando di cavarsela sfoderando il suo
collaudatissimo sorriso.
“Infatti.
Ti siamo abbastanza grati da non
prenderti a pugni”, ruppe il silenzio Nate.
“Ma
non così grati da fartela passare
liscia”, concluse Stana.
“Ma
ho mantenuto il segreto solo per tre
giorni, non tre mesi! E te lo stavo per dire questa mattina ma mia
moglie me
l’ha impedito!”, spiegò indicando Sandra
“Scusa amore, mal comune mezzo
gaudio”.
Sandra
spalancò la bocca, sorpresa “Ormai
Stana era già qui, tanto valeva che si chiarissero da soli,
cosa che è avvenuta
e a proposito...”, congiunse le mani portandosele davanti
alla bocca e si
strinse nelle spalle “...sono così contenta per
voi due!!”.
Stana
sorrise e la abbracciò “Grazie
Sandra per avermi aiutata. Volevo chiamare Mike, ma l’ultima
volta mi aveva
mandata via...”, scoccò una finta occhiataccia
all’uomo.
“Ancora
mi sembra impossibile”, si lamentò
Nathan “Ti sarebbe bastato farmi parlare con lei quel
giorno”.
“Ma
non sarebbe cambiato nulla! Avreste
continuato a girarvi attorno come sempre senza concludere niente e
facendovi
solo del male”.
“Non
era una decisione che spettava a te
prendere”, lo rimbeccò Nate.
“Lo
so, ok, mi dispiace. Vi chiedo scusa.
In quel momento mi sembrava la cosa migliore per entrambi. Col senno di
poi
capisco che forse mi
sono intromesso
troppo...”.
Nathan
alzò un sopracciglio “Forse?”.
Stana
prese la mano di Nathan, attirando
così la sua attenzione “Non ha tutti i torti Nate.
Le cose che mi ha detto quel
giorno erano vere e mi hanno fatto riflettere molto insieme
all’idea che se
fossi davvero rimasta incinta io e te avremmo dovuto chiudere ogni
ponte”.
“Visto?”,
Mike si illuminò.
Stana
riprese la parola “Capisco perché tu
mi abbia mandata via ma avresti dovuto dirgli del bambino. Credevo
davvero che
tu gliene avessi parlato”.
“Volevo
farlo infatti... non subito... ok,
ho fatto un casino”, ammise infine sconsolato.
“Decisamente!”,
“Esatto!” e “Ci puoi
giurare” furono le risposte di sua moglie, Stana e Nathan.
Poi
scoppiarono tutti e tre a ridere
lasciando Mike attonito.
Si
riprese solo quando vide Sandra
respirare affannosamente e si precipitò accanto a lei.
La
donna li rassicurò immediatamente,
portandosi una mano alla tempia “È stato solo un
capogiro, non preoccupatevi”.
Mike
fu visibilmente sollevato “Vedi cosa
succedere a prendere in giro tuo marito?!”,
scherzò.
Nate
offrì il suo braccio come sostegno e
la accompagnò ad una delle poltroncine della sala
d’attesa “Siediti, Sandra,
nelle tue condizioni devi stare comoda”.
Stana
si sedette prontamente accanto a lei
e vide Sandra impallidire per l’affermazione di Nathan.
“Le
m-mie condizioni?”, domandò stupita.
Anche
Mike sembrò spaesato “Cosa
intendi?”.
“Beh
mi sembra ovvio, ragazzi...”, Nate
guardò Sandra e le sorrise “Ultimamente ti vedo
più stanca, affaticata. Non
tocchi alcolici da giorni e hai rifiutato il sushi. Sandra, tu adori il
sushi.
Mangeresti solo quello”.
Lei
arrossì e annuì leggermente con la
testa.
Stana
spalancò la bocca collegando
mentalmente tutti i pezzi del puzzle “Oh mio Dio!
Congratulazioni!”, e si
sporse dalla sua poltroncina per abbracciare Sandra.
“No
scusate, non ho capito...”, commentò
Mike del tutto spaesato “Sei... incinta?”.
“Si,
genio!”, rispose Nathan dandogli un
pugno sul braccio “Come diavolo hai fatto a non
accorgertene?!”.
“Ma...
io...”.
Sandra
scosse la testa e sorrise “Era
occupato a cercare di salvare il suo migliore amico dalle grinfie di
questa
qui”, rispose in sua difesa, indicando Stana alla fine della
frase.
“Per
questo quando ti hanno proposto
questo servizio fotografico eri così
elettrizzata...”, realizzò solo ora.
Lei
annuì “Già, quasi sicuramente
sarà
l’ultimo che mi potrò permettere per molto
tempo”.
“Oh,
Sandra”, Mike non riuscì più a dire
altro. Si inginocchiò davanti alla poltroncina abbracciando
sua moglie.
Stana
si alzò per lasciare loro un po’ di
privacy e si affiancò a Nathan, legando le braccia attorno
alla sua vita “Alla
fine c’era veramente una gravidanza in tutta questa
storia”, disse.
“Un
momento”, Mike si voltò di scatto
impedendo a Nate di rispondere alcunché “Tu sapevi
che è incinta e non me l’hai
detto?”.
Nathan
si strinse nelle spalle e sfoderò
la sua miglior espressione da santarellino “Ma non te
l’ho detto solo
per tre giorni”, ripetè di
proposito le parole del futuro padre “Mi
sembrava la cosa migliore per entrambi”,
aggiunse poi, ammutolendo Mike.
“Non
è bello essere tenuti all’oscuro,
eh?”.
Mike
si alzò e si mise di fronte a lui e
Stana “So già che questa storia mi
perseguiterà a vita”, borbottò tra
sé “Potete
perdonarmi?”.
Stana
si fece pensierosa “Mmm, tu cosa ne
dici?”, chiese rivolta a Nate.
“Credo
ci sia un unico modo per risolvere
definitivamente la questione”, sentenziò Nathan
“Ma dovremo rimandare a quando
saremo a casa”.
Mike
acconsentì, ignaro del piano
dell’amico. Ora doveva preoccuparsi solo di Sandra e di farle
trascorrere un
volo sereno e piacevole.
L’aiutò
ad alzarsi quando chiamarono il
loro volo e si avviarono all’imbarco.
“Aspetta
un secondo”, Nathan fermò Stana
tirandola per la borsetta “C’è una cosa
che muoio dalla voglia di fare sin da
quando sei arrivata ad Atlantic City”.
Lei
sorrise quando lui le prese il volto
tra le mani e finalmente la baciò.
E
se anche ci fosse stato qualche altro
paparazzo nelle vicinanze, beh almeno questa volta avrebbero avuto una
vera
notizia da pubblicare.
***
Nathan
scrutava le spade appese alla parete di casa sua con estrema attenzione.
Scegliere
l’arma migliore per un duello non è cosa facile.
Ci sono
molti fattori da tenere in conto.
Impugnatura.
Maneggiabilità. Leggerezza. Dimensioni.
Si prese il
suo tempo. Chiuse gli occhi e lasciò che fosse
l’istinto a guidarlo.
Quando li
riaprì, aveva fatto la sua scelta.
A passo
veloce uscì dal proprio vialetto per imboccare
immediatamente quello del suo
vicino.
Trovò
Sandra
e Stana a chiacchierare in salotto. Quando le due donne lo videro, la
bionda
esclamò “Davvero, Nate?”, sollevando un
sopracciglio incredulo.
Stana si
limitò a sorridere e scuotere la testa.
“Un
uomo
deve fare quello che deve fare”, rispose solamente, con
estrema serietà “Dov’è
il mio avversario?”, domandò poi.
Mike lo
raggiunse in quel preciso istante “Sono qui. E sono pronto a
chiudere la
questione una volta per tutte”.
Stana si
alzò incrociando le braccia “E’ questo
che hai fatto mentre io sono andata a
disfare i bagagli? Organizzavi un singolar tenzone con le spade laser
di Star
Wars?”, domandò cercando di mantenere compostezza
e serietà.
Nathan non
cercò nemmeno di negare “Esattamente”,
ammise fiero.
“Regola
numero 1”, proseguì rivolgendosi al suo sfidante
“Niente colpi sotto la
cintura. Tu avrai anche già procreato, ma io no!”.
Le braccia
di Stana caddero di peso lungo i suoi fianchi “Di questo poi
ne riparliamo, Mr.
Fillion!”.
Nathan le
sorrise e proseguì con l’elenco “Regola
numero 2: se vinco io darai il mio nome
a tuo figlio”.
Ora fu
Sandra a replicare “No scusate, quando le avete stipulate
queste regole?”.
“Mentre
eri
in doccia, via sms, ma stai tranquilla piccola, vincerò
sicuramente io!”, le
disse Mike.
“Si,
fidati!
Regola numero 3”, Nathan si bloccò pensieroso
“Non mi viene in mente
nient’altro… insomma se vinci tu, ti perdono, se
vinco io oltre a dare il mio
nome al pargolo mi pagherai da bere per un anno!”, espose
alla veloce.
“Ci
sto!”,
affermò con estrema sicurezza.
Sandra aveva
le mani nei capelli. Adorava Nate ma non aveva intenzione di dare il
suo nome
al piccolino. E se fosse stata femmina? Nathania? No. Lei e Stana
dovevano
prendere in mano la situazione.
Bastò
infatti uno sguardo d’intesa perché si capissero
al volo.
Mentre Mike
e Nathan si posizionavano a 20 passi di distanza e accendevano le
rispettive
spade, le donne avanzarono verso il centro occupando lo spazio vuoto
lasciato
dai due.
“Che
ne dite
se io e Mike invitassimo te e Stana a cena ogni domenica? Potrebbe
diventare
una tradizione carina, no? E Mike vi potrebbe… non
so… prestare la baita in
montagna dei suoi genitori?”.
Nathan
alzò
le spalle “Sì, potrebbe andare”, disse
cercando di restare indifferente.
Stana gli si
avvicinò “Va più che bene, Nate! E sono
abbastanza sicura che troverai svariati
modi umilianti per fargliela pagare”.
Da dietro le
spalle di Sandra, Mike arricciò le labbra in un sorriso
triste e commuovente.
“Oh,
va
bene! Ma devi mandarmi almeno cinque video idioti di te vestito da
Homer
Simpson!”, cedette infine.
“Cosa?
No!”,
urlò Mike.
Ma poi
Sandra si voltò a guardarlo. Poco amorevolmente.
“Ok,
uno
magari”.
“Tre!
Prendere o lasciare”, rilanciò Nathan.
Mike
sbuffò
“Sei ingiusto! Ti farò i tre video, ma tu ammetti
che non ho avuto
completamente torto!”.
Nate
guardò
Stana. Ne avevano discusso in volo.
Forse
davvero senza l’aiuto dei loro amici ora non sarebbero
insieme. Forse ci
sarebbe solo voluto di più.
Non lo
sapranno mai, però. Quello che sapevano per certo
è che alla fine tutto si era
risolto per il meglio e… forse sì, Mike non aveva
tutti i torti.
Stana
formò
una C con l’indice e il pollice destro mostrando
così a Mike il gesto
universale che indica una piccola quantità.
“Un
pochino,
Mike!”, aggiunse Nathan a voce. “Non ti
allargare”.
“Bene!”,
disse Sandra, impedendogli di
proseguire oltre con i loro battibecchi “Possiamo considerare
chiusa questa
faccenda”.
“Veramente”,
Nathan tossì “Io volevo giocare con le spade
laser!!”.
Mike si
rivolse alla moglie “Anche io, per favore!”.
Nonostante
li conoscesse bene, Sandra ammutolì. Poi sollevò
le braccia in segno di resa.
“Rompete
qualcosa e io poi rompo un osso a voi!”.
I due
esultarono ignorando la minaccia, pronti a ricominciare la battaglia.
Fu Stana
questa volta a tossire “E se noi
invece andassimo a casa tua a giocare con la tua spada
laser?”, domandò a bassa
voce.
Nathan la
sollevò “Questa?”.
Lei scosse
la testa “No”, addolcì lo sguardo e si
mordicchiò un labbro “L’altra
tua spada laser…”.
Nathan
avvampò.
“Ciao,
Mike!”, esclamò afferrando Stana per mano e
trascinandola fuori.
E mentre
Sandra rideva, un Jedi affranto lasciò cadere la propria
arma “Non vale così,
però”, poi alzò il capo “Ma
significa che ho vinto per abbandono, giusto?”.
Sandra lo
baciò sulla guancia e mise la sua grande mano sulla propria
pancia “Che ne dici
se mi porti in camera a fare un riposino? I Jedi portano le loro mogli
in
braccio?”.
Mike
accarezzò quel ventre ancora piatto immaginando il futuro
pancione con un
piccolo Trucco all’interno. La prese in braccio e rispose
“Assolutamente sì”.
FINE
Angolo
dell’autrice:
E anche
questa pazza avventura è giunta al termine!
Vi ringrazio
tantissimo per aver fatto questo viaggio insieme, spero vi siate
divertite
quanto me!
Grazie mille
per le bellissime recensioni, anche Mike ringrazia per i cazziatoni che
gli
avete fatto ahahahahahahahah
A presto!
Ivi87
*special
thanks*
Fania,
Dia, Etta, Trillioners del mio cuor,
questa ff è soprattutto merito vostro!