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Autore: Queen Of Suburbia    13/05/2015    0 recensioni
-S..sì… l’ho scritta io.- balbettai in imbarazzo portandomela al petto e tenendola stretta.
Il ragazzo tornò a guardarmi e infossò le mani nelle enormi tasche mentre parlava -Wow, i miei complimenti, è davvero bella.- si complimentò.
Cercai di controllarmi mentre ovviamente il mio imbarazzo iniziava a farsi sentire ovunque fino alle mie guance -In verità non è nulla di che…- cercai di dire.
-Per me invece è fantastica, mancherebbe solo il ritornello per renderla perfetta.- affermò invece lui tranquillo -Come si intitola?- domandò poi squadrandomi da capo a piedi con lo sguardo incuriosito.
-Non c’ho ancora pensato.- mi affrettai a dire distogliendo lo sguardo e buttandolo a terra.
Ogni tanto però continuavo a buttare l’occhio su di lui che mi guardava. Non riuscivo a fare a meno che osservare quel viso, era bellissimo.
Lui era bellissimo.
[TomxBill]
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disclaimer: Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro. I personaggi di questa Fan Fiction non mi appartengono - con mio grande dispiacere -, niente di tutto ciò è vero, poiché è soltanto frutto della mia mente malata.



 
Monsoon

 
Capitolo 8















Il telefono sul tavolo vibrò, segno che un altro messaggio era arrivato.

Presi il telefono e lo portai sotto al tavolo leggendone di nascosto il contenuto.

"Cosa hanno deciso?" c'era scritto.

Strinsi le labbra tra loro per poi digitare velocemente la risposta.

"Papà parte domani mattina presto, mamma rimane qua."

Mi rigirai il telefonino tra le mani mentre aspettavo una risposta che tardava ad arrivare.

Vibrò e mi affrettai a leggere.

"Tu che fai?" chiedeva.

Risposi subito "Non lo so Tomi. Cosa devo fare??" ed inviai.

Dovetti aspettare qualche minuto prima di ricevere di nuovo risposta.

"Fa quello che ti senti di fare Bill. Segui chi credi di avere bisogno."

Rimasi fermo immobile a rileggere quel messaggio un paio di volte, riflettendo attentamente su quelle parole.

-Bill, metti via il telefono. Siamo a tavola.- mi rimproverò mio padre.

-Scusa.- affermai spegnendolo e mettendolo via, tornando col posare le mani sopra il tavolo da cucina in modo composto.

Mi portai le mani unite davanti alla bocca un paio di volte, riflettendo. Rimasi così finché non finimmo tutti e tre di mangiare.

-Ho preso una decisione.- affermati ad un tratto. I due alzarono in contemporanea il capo guardandomi in attesa che parlassi.

Sospirai. Già, non era facile ma una decisione andava presa.


 

 
Running through the monsoon
 
 



Mi ritrovavo a correre di nuovo facendomi guidare dalle gambe verso un posto che per me, ormai, era divenuto un luogo sicuro.

Sta volta però il vento soffiava leggero, calmo e tranquillo, non aveva niente a che vedere con una tempesta.

Voltai l'angolo, col fiatone e il quaderno stretto tra le braccia, ed entrai nel parco andando verso un punto preciso.

Sorrisi non appena lo vidi.

Tom se ne stava nel solito punto, nel solito posticino accanto a quel vecchio albero, seduto a terra con la chitarra tra le mani e strimpellava qualcosa con un espressione assorta.

Mi fermai quando fui a un paio di metri da lui, per paura di interromperlo. Rimasi immobile ad osservarlo per un istante, rapito da quell'immagine.

Tom era bellissimo. Indossava i suoi vestiti larghi in stile rapper con la fascia in testa coperta dal berretto, un modo assurdo di vestire che ormai avevo iniziato ad adorare da quando mi resi conto quanto gli donassero. Guardai rapito il modo in cui era leggermente piegato in avanti con gli occhi socchiusi, in un espressione persa, mentre si passava la lingua sul piercing in un gesto involontario che faceva spesso. Per non parlare delle dita che pizzicavano le corde della chitarra con accuratezza, scivolando esperte e precise in ogni nota. Era semplicemente...

Perfetto.

Mi avvicinai col sorriso in volto, con cautela, senza farmi sentire per non disturbarlo.

Continuavo ad osservarlo, attratto da quella bellissima immagine. Come avevo fatto a meritarmi tutto quello splendore?




 
Beyond the world
 




-Ehi…- sussurrai piano quando gli fui accanto per fargli notare la mia presenza.

Lo vidi sbarrare gli occhi, alzare la testa di scatto e sorprendersi di vedermi di fronte a lui –Bill!- esclamò mettendo subito da una parte la chitarra e facendo segno di stare per alzarsi ma io mi fiondai addosso a lui prima che lo fece, abbracciandolo e non trattenendo un grido di gioia nel poterlo stringere tra le mie braccia.

-Tomi!!- feci stringendolo forte e inspirando il suo dolce profumo. Sorrisi al pensiero di come all’inizio proprio non lo sopportavo e non facevo altro che lamentarmi perché lo cambiasse ma ormai era diventato indispensabile, era diventato profumo di Tom, di buono.

-Bill…- continuò lui ricambiando l’abbraccio ancora un po’ confuso –Che ci fai qui? E… tuo padre? Non era partito? Tu…- disse in maniera confusa e io ridacchiai.

Mi staccai dall’abbraccio mettendomi in ginocchio di fronte a lui, in mezzo alle sue gambe divaricate, e lo guardai dritto negli occhi sorridendo –Mio padre è partito.- risposi –Questa mattina stessa. Io rimango qui.- spiegai.

Tom mi guardò sorpreso –Davvero??- domandò iniziando a sorridere.

Annuii, lui mi strinse di nuovo in un abbraccio e non trattenni le risate per come sembrò entusiasta della notizia –Non sai come sono felice!- affermò infatti –Sono contentissimo, davvero.- continuò –Come hai deciso alla fine?- domandò poi staccandosi un attimo da me.

Lo osservai negli occhi, così belli e luminosi, così perfetti, eravamo vicinissimi e la cosa mi riempiva il cuore di gioia –Beh…- iniziai col dire alzando una mano -…tu mi hai detto di scegliere in base a quello che volessi.- affermai passando con un dito sopra i contorni del suo viso, così bello, così perfetto, così dannatamente… non c’erano parole per descriverlo.




 
To the end of time
 




Mi guardava incuriosito, aspettandosi una risposta –Per questo sei rimasto con tua madre?- domandò vedendomi perso nei suoi lineamenti.

Tornai a guardarlo nei occhi e sorrisi –Anche. Ma non solo.- risposi e mi tirai su in ginocchio fino a superare Tom di una spallata e gli presi il viso tra le mani –Ho scelto chi avevo bisogno e chi aveva bisogno di me…- dissi e congiunsi le nostre fronti –Per questo ho scelto te.- conclusi.

Lui sbarrò gli occhi non aspettandoselo poi mi sorrise –Davvero?- affermò alzando una mano e accarezzarmi il viso –Lo hai fatto davvero per questo?- domandò.

Sorrisi e gli baciai il naso, con quel sorriso era ancora più bello, era splendido. Lo amavo. Amavo lui, e quel bellissimo sorriso.

-Ogni domanda che mi facevo, la risposta andava sempre e solo ad una soluzione. Tu.- affermai –Non posso immaginare un altro posto se non qui accanto a te.- aggiunsi.

Lui sorrideva ancora mentre alzava il viso e congiungeva le nostre labbra in modo dolce –Grazie Bill.- affermò per poi circondarmi con le braccia la vita ed attirarmi a sé, affondando poi col viso sul mio torace –Grazie davvero.- aggiunse.

Gli accarezzai i dread dolcemente mentre il vento soffiava ancora –Grazie a te per avermi trovato.-




 
When the rain won’t hurt




 
Erano passati diversi minuti quando la mia attenzione venne catturata dallo strumento appoggiato sull’erba bene in vista –Hai portato la chitarra!- affermai entusiasta.

Lo sentii ridere –Certo. Te lo avevo promesso o sbaglio?- domandò.

-Sì!- affermai mettendomi comodo sull’erba e guardandolo pieno di aspettative –Forza! Fammi sentire qualcosa!- ordinai non riuscendo a trattenere l’agitazione.

Sorrise mentre prendeva la chitarra e la posava sulle sue gambe –Però tu canti.- affermò.

Il mio sorriso sparì e corrucciai le sopracciglia –No.- ribattei sicuro.

-No. Questi sono i patti.- dettò le regole lui –Suono ma tu devi cantare.- spiegò.

Incrociai le braccia sul petto e misi il broncio –Questo è un ricatto.- affermai in modo seccato.

Nonostante gli avessi fatto il broncio lui rise. e io dovevo ancora capire perché tutte le volte avesse quella reazione, nel vedermi così.

-Queste sono le condizioni.-  affermò.




 
Fighting the storm




 
Socchiusi gli occhi e lo guardai bene per un paio di minuti ma poi sorrisi furbescamente –E va bene. Ma la canzone la scelgo io.- affermai prendendo da terra il quaderno che avevo fatto cadere non appena ero arrivato.

Lui alzò le mani in segno di resa –Fai pure.- disse mentre sfogliavo il quaderno velocemente fino ad arrivare ad una pagina precisa.
Porsi il quaderno a Tom –Questa.- dissi mostrandogliela, soddisfatto di me stesso.

Tom sembrò incuriosito da questa mia proposta (e volevo ben dire, di solito doveva strapparmi dalle mani il quaderno per leggere cosa ci scrivessi dentro) e prese il quaderno dando un occhiata alla canzone.

-Bill ma questa…- iniziò col dire con la fronte aggrottata ma non finì la frase che lo interruppi.

-Già. Quella di quando ci siamo conosciuti.- affermai –L’ho finita.- annunciai solenne. Soddisfattissimo di essere finalmente riuscito nell’impresa.

Mi lanciò un occhiata poi tornò a leggere –Anche il ritornello?- domandò e io annuì –Come l’hai chiamata?- domandò poi.

-Monsoon.-




 
Into the blue




 
Tom alzò di scatto la testa su di me –Come?- chiese credendo di non aver capito male.

Sorrisi –Monsoon.-

Mi guardò per un po’, leggermente sorpreso come se non credesse a quelle parole, per poi sul suo viso comparire un sorriso. Uno dei suoi meravigliosi sorrisi.

-Va bene.- affermò consegnandomi il quaderno –Vediamo cosa viene fuori.- affermò prendendo la chitarra in mano e posizionasi, pronto a suonare.

Continuai a sorridere mentre l’osservavo iniziare le prime note, venendo rapito da quel suono. Lo osservai attento mentre si faceva coinvolgere dalla musica socchiudendo gli occhi e concentrandosi interamente sulla melodia. Dopo un po’ che lo guardavo lui alzò il viso, mi fissò negli occhi e mi sorrise. Capii che era il segnale e iniziai a cantare.




 
And when I lose myself




 
All’inizio ero incerto, quasi spaventato dalla cosa, e volevo ben dire dato che in vita mia avevo cantato solo sotto la doccia, ma poi mi feci coraggio. Guardai Tom che mi sorrideva e mi incitava di continuare e smisi di trattenere la voce, lasciandola espandere nell’aria e vagare per il parco attraverso il vento che soffiava lieve scompigliandomi appena i capelli.

Era bello quello che eravamo riusciti a mettere insieme. Era una dolce melodia, coinvolgente e delicata, piena di promesse e speranza. Ed era proprio questo che volevo trasmettere.

Continuavamo a dar vita a quelle note sorridendoci appena ogni tanto, rischiando di ridere in alcuni momenti quando uno dei due sbagliava, e lasciandoci cullare dalla musica.




 
I’ll think of you




 
Quando finì tutto, non riuscimmo a non sorriderci a vicenda.

-Non è stato male.- affermai spezzando il silenzio.

-Affatto. È stato fantastico.- affermò lui mettendo da una parte la chitarra e allargando le gambe –Vieni qui.- mi disse facendomi segno di raggiungerlo e io obbedii mettendo via il quaderno e gattonando fino da lui fino a sedermi tra le sue gambe, lasciando andare indietro la schiena fino ad aderire contro il suo torace.

-Sei stato fantastico.- affermai mentre lui mi circondava la vita con le braccia e io posavo le mie sopra le sue.

-La tua canzone è fantastica.- ribatté Tom –La tua voce è fantastica.- aggiunse per poi baciarmi di lato la tempia –Tu sei fantastico.- e mi strinse ancor più a sé.

-Ho stonato di brutto.- ribattei io ridacchiando –Una cornacchia avrebbe fatto di meglio.-

-Ma che dici.- fece lui –A me sembravi un angelo.-

Risi –A te.-

-No, sul serio. Siamo andati bene.- affermò lui ad un tratto appoggiando la testa sulla mia spalla –Dovremo farlo più spesso, siamo portati per la musica.- osservò lui leggermente pensieroso.
 



 
Together we’ll be running somewhere new




 
Il vento tirò una folata di vento e io mi lasciai cullare da quell’aria chiudendo leggermente gli occhi tra le braccia di Tom –Si come no.- affermai io ironicamente –E intanto che ci siamo, formiamo una band.- feci ridacchiando.



 
 
 And nothing can hold me back from you




 
Mi aspettai che lui ridesse insieme a me a quell’assurda idea ma con mia sorpresa disse –E perché no?- domandò.

Aggrottai le sopracciglia ed alzai la testa in alto per vederlo in viso –Fai sul serio?- domandai.




 
Through the monsoon




 
Lui fece spallucce –Si può fare.- rispose e mi parve davvero serio –Insomma, tu hai una splendida voce, io una chitarra, abbiamo inventato una canzone nell’arco di cinque minuti… per me si può fare.-

Strinsi le labbra tra loro e tornai ad appoggiarmi a Tom, riflettendo. L’idea non era male. E cantare mi era piaciuto –Mhm… non è una cattiva idea. Vedremo.- affermai.




 
Through the monsoon
 



 
Lui sorrise –Perfetto, ora ci manca solo: trovare altri membri, un manager e un nome.-

Le mie sopracciglia si alzarono così tanto in alto che per un attimo pensai che si sarebbero staccate –Cosa?!- feci a quelle parole.

-Questo è il minimo che ci serve per essere una band, Bill.-




 
Just me and you




 
-Beh, allora dovrà attendere.- affermai e nessuno mi avrebbe fatto cambiare idea –Ho appena concluso una canzone che ha impiegato tutte le mie energie per interminabili giorni, dammi un attimo di tregua.-

Tom rise a quelle mie parole –Come vuoi. Tanto di tempo ne abbiamo.-




 
Through the monsoon
 



 
A quelle parole tornai a sorridere pure io –Già…-

Ed era quello che avevamo infatti.

Tempo.

Molto tempo da passare insieme.

 


 
Just me and you
 










 
Deliri dell’Autrice

Ancora non ci posso credere che questa storia si sia conclusa! Che tristezza gente, mi mancheranno un sacco questi due. Voi forse non capite ma per un autore vedere la propria storia crescere e arrivare ad una conclusione è una grandissima cosa, è più o meno come vedere un figlio crescere e doverlo lasciare andar via per la propria strada… E va bene, ho capito, rompo poco e vi lascio alle ultime annotazioni finali della storia. Leggete solo ciò che vi interessa gente o qui non finite più!

-Decisione genitore: Forse qualcuno si starà chiedendo perché ho reso così puntiginosa sta storia del genitore da scegliere con cui vivere, dicendo che non è tutta sta tragedia infondo. Qui sbagliate voi, per un ragazzo/a dovere scegliere al momento del divorzio dei suoi da chi andare è difficile, per alcuni terribile, anche perché in un certo senso è come fare una preferenza e voltare le spalle all’altro. Per questo ho creato un Bill pieno di dilemmi su questo fatto. Ho scelto che rimane da Simone per il semplice fatto che nella realtà i gemelli rimangono con lei dopo il divorzio, non ho nulla contro Jorg. Per evitare fraintendimenti ho anche fatto la cosa carina di Bill che ha scelto chi gli avrebbe permesso di rimanere più vicino a Tom :3
-Canzone e band: Finalmente li ho fatti cantare insieme! Scusate se non ho lasciato molto spazio alla cosa o se vi immaginavate tutto in modo diverso ma per me è perfetto così com’è dato che non volevo oscurare il tema principale della storia (il testo della canzone, Monsoon). Per quanto riguarda la storia della band, ci tenevo a lasciare un finale un po’ aperto e che si collegasse alla loro vita reale, insomma una specie di allusione su un possibile futuro con Gustav, Georg, David e tour mondiali ma se sperate in un seguito per via delle mie parole, ve lo dico gentilmente = scordatevelo.
-Monsoon: Questa canzone secondo me da tanta speranza e forza, non so voi, volevo trasmettere questo nella storia e spero di esserci riuscita. L’altro giorno ho rivisto il video di Monsoon alla tv dopo una mia richiesta personale alla radio che trasmetteva e non lo vedevo da tempo ma ci sono rimasta quando ho visto Bill in auto a scrivere sul foglio battendo a macchina (O.O), vi giuro che non mi sono ispirata al video per questa storia comunque ci tenevo a dirvi della mia inquietudine su questo fatto che mi è successo e che ho trovato carino che sia io che Bill ci immaginiamo la canzone in un contesto simile. Questa storia gira tutta attorno al Monsone e a quello che porta, sia nel bene che nel male, e di come non ci si deve abbattere alle difficoltà che ci incontra credendo di essere rimasti soli perché c’è sempre qualcuno accanto a te a sostenerti. Spero di essermi spiegata bene.
-Traduzione: Devo proprio farla?? Ohhhh… Beh, se devo fare sta cosa tanto vale farla fino alla fine… Corro attraverso il monsone/ Oltre il mondo/ Alla fine del tempo/ Dove la pioggia non ferirà/ Combatto la tempesta/ Nella sofferenza (ripeto: no, non blu)/ E quando perdo me stesso/ Penso a te/ Insieme correremo in un posto nuovo/ E niente potrà separarmi da te/ Attraverso il monsone/ Attraverso il monsone/ Solo io e te/ Attraverso il monsone/ Solo io e te.

Bene! Ringrazio tutti coloro che hanno letto la storia, messa-infilata-o-salvata da qualche parte e soprattutto chi ha recensito strappandomi un sorriso. Davvero grazie, soprattutto per avermi sopportato e letto fin qui.
Spero di rivedervi presto, magari nella mia prossima storia (sto ancora pensando a che pubblicare, non chiedetemi .-.) e chissà, magari da qualche parte in giro per l’Italia in fondo dove ci sono i Tokio Hotel ci sono io quindi…
Grazie ancora.
Alla prossima storia,

QOS




 
   
 
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