Hold Me Once Again
And I wonder how it could come so fast
Without you I'm no one
Oh could you hold me once again
the flame would be renewed.”
The
Neverending Story
«Come
abbiamo fatto ad arrivare fin qui, Jake?»
Jacob scosse la
testa, osservando Bella che camminava avanti e
indietro in quella cappa di grigiore assoluto mentre si sforzava di non
perdere
la calma.
«Il
vampiro nomade ha detto che l’ultima dei McAlpine aveva un
dono» continuò lei. «E in effetti mio
nonno si chiamava Jason McAlpine, ma…
Jake?»
Al nome di suo
nonno, Jacob aveva drizzato le orecchie e ora la
guardava con un interesse tutto nuovo.
«Cosa
c’è?»
Un basso latrato.
«Ma non
puoi trasformarti in umano per qualche secondo?! Non so
leggere nel pensiero, io…»
Jacob
agitò una zampa.
«Okay,
okay…»
Bella gli tolse
Shirley dal dorso e si girò dall’altra parte,
sbuffando. Udì uno schiocco alle proprie spalle, poi la voce
profonda e un po’
rauca di Jacob:
«Bella,
così la strozzi…»
La vampira
sussultò, rendendosi conto solo in quel momento dei
lievi colpi di tosse che scuotevano il corpo di Shirley.
Moderò la presa sulla
vecchia, che subito tornò a respirare, sebbene faticosamente.
«Allora»
iniziò Bella, appuntando gli occhi sull’orizzonte
evanescente «cosa sai di nonno Jason?»
«Cosa ne
so? Bella, è una leggenda tra i licantropi!»
esclamò
Jacob in tono entusiasta. «Stiamo parlando di uno dei
più celebri capotribù
europei! McAlpine, Schafer, Ramirez, Galeotti e Tsepesh: i cinque
grandi Sterminatori
di Vampiri del ventesimo secolo.»
«Mio
nonno era un licantropo?!» Bella scosse la testa.
«Impossibile. Renée l’avrebbe
saputo.»
«Magari
lo sa e non te lo vuole dire.»
«Perché
no?»
Jacob
sbuffò. «Oh, avanti, Bella! Quale madre direbbe
alla propria
bambina che suo nonno si trasforma in un mostruoso lupo gigante? La
notizia
potrebbe averla scioccata e non vuole traumatizzarti… anche
perché la
prenderesti per pazza.»
«In
effetti…»
Comunque era una
sciocchezza. Chiunque fosse quello Sterminatore,
di certo non era suo nonno. Non poteva esserlo, semplicemente. Non
c’era modo.
Oh…
Shirley.
La sentiva
risvegliarsi tra le sue braccia, sbattere piano le
palpebre. Poi una mano piccola e ruvida le toccò stancamente
il polso.
«Credi al
ragazzo, Isabella» sussurrò Shirley.
«Jay era un
licantropo… il più fiero licantropo mai esistito
al mondo.»
«Nonna…»
Shirley
raggrinzì la faccia in un debole sorriso. «Ciao,
principessa. Accipicchia, ti sei fatta davvero carina,
crescendo.»
«Grazie,
nonna… ma…»
«Signora,
lei conosce questo posto, no?» intervenne rudemente
Jacob. «Bene, come si fa a uscirne?»
Shirley scosse
lievemente la testa, i pallidi occhi azzurri fissi
su Bella.
«Solo
Isabella ha la soluzione. Così come ci ha portati qui,
può
anche portarci fuori.»
E ora?
Bella si
guardò le mani, si tastò lo stomaco, si
massaggiò le
tempie; non le venne in mente nulla. In preda alla disperazione,
provò a
sedersi a terra a gambe incrociate come i monaci buddhisti e a
concentrarsi per
depurare col pensiero le vie dei sette chakra, ma fu inutile.
Allora
pensò a Edward: era lì da qualche parte, magari
in pericolo
di morte, e lei non poteva aiutarlo. Non era mai stata altro che una
zavorra
per lui, eppure lui l’amava, lo sapeva.
Mi
ama
abbastanza da rischiare la vita per me.
Batté un
pugno sul terreno freddo e cenerino.
Edward.
Edward a terra,
immobile, con un’espressione sbalordita stampata
in viso, il petto attraversato da un’orribile ferita
slabbrata.
Edward che
sprofondava nelle tenebre, lontano da lei.
Edward che moriva
senza che i suoi meravigliosi occhi di oro
liquido incontrassero per l’ultima volta i suoi, ancora
ambrati, ancora
imperfetti.
Edward.
Un fragile chiarore
iniziò a lampeggiare sulla candida pelle di
Bella.
Leslie
strattonò gentilmente Tucker, allontanandolo dal corpo
orrendamente devastato di Victoria. Con un ultimo sussulto, Victoria
gettò
un’occhiata di puro odio all’ex amante,
dopodichè si lasciò ricadere a faccia
in giù sull’impalpabile sabbia della spiaggia, e
sotto gli occhi sorpresi dei
due vampiri il suo corpo prese a dissolversi poco a poco, riducendosi
in
finissima polvere.
Una folata di vento
la spazzò via.
«Se
n’è andata» mormorò Leslie.
«Per sempre, stavolta.»
Rimase in silenzio
per un lungo attimo, poi il ricordo dell’energica
e vivace Tess la investì.
Les,
stai
bene? Vuoi che ti prepari una camomilla?
Come
ti
sta bene quest’abito, Les! Dovresti mettere il verde un
po’ più spesso, ti
esalta le iridi.
Les,
mi
vai a prendere qualche mela?
Così
spaventosamente simile a Victoria.
Così
incredibilmente diversa.
Così
semplicemente Tess.
Leslie
tirò su col naso, abbassando le palpebre.
Un attimo dopo si
ritrovò a piangere sommessamente tra le braccia
di Tucker, che le accarezzava nervosamente i capelli senza sapere bene
cosa
dire o fare per consolarla.
Era ovunque, la
luce: radiosa e perfetta, abbracciava tutto e
tutti, legando a sé le anime dei vivi e lasciando a riposo
gli spiriti dei
morti.
Bella si
lasciò trasportare, beandosi del contatto impalpabile di
quello splendore e sentendosi la regina del Creato, vecchia di interi
millenni
e più sapiente di qualunque altra creatura. Morta milioni di
volte e poi
rinata, ancora e ancora, come la fenice delle leggende.
Chiamò a
sé tutti: Jake, Shirley, Leslie, il vampiro nomade.
Avvertì altre coscienze, vaghe e distanti; quelle no, non
osò ripescarle. Invocò
Edward, la presenza che bramava più di tutte,
gridò il suo nome attraverso la
luce e l’etere, ma non servì a nulla.
Edward
non
è qui… Edward è rimasto
nell’altra sponda.
Tra Avalon e il suo
mondo c’era come un velo, grigio e pesante.
Carica dei propri
compagni, Bella lo lacerò.
Edward,
Edward, Edward.
Intanto, buon anno
a tutti ^^