- Dove?
- Spagna, Italia, Russia, Inghilterra, il Grande Nord..-
Pausa
- Chissà com’è l’aurora boreale. Io ti proteggerò, ma ti devi sapere le cose, i posti da vedere, le lingue…-
Non è andata affatto così, tranne che con Xavier abbiamo viaggiato in lungo e largo, senza sosta, affinando i travestimenti, una gentildonna ed il suo amante, due eruditi, due fratelli, l’unico limite il nostro estro.
Ero giovane, rapida ed incosciente.
Ecco, due cavalieri in viaggio verso Roma, cupole e fontane e giardini, fiorire di marmi e chiese, balli improvvisati al suono di orchestrine sotto lampioni di carta, spezzare la frutta con le mani e bere vino bianco.
Lo splendore di Londra, toni morbidi e soffici nei colori, la pioggia, il verde dei parchi ed il via vai della gente.
In Olanda, ho amato i profili piatti e fertili di quelle terre, i mulini a vento, andando verso il Grande Nord, avevo compreso l’aurora boreale, la strana luce argentea di lunghe estati…
Mi addestrarono per gradi, la prima volta che compii una missione da sola fu un orgoglio senza pari.
Anni e anni che si confondono, fili su fili di ricordi, incontri furtivi, di passaggio, alcune notti erano davvero troppo lunghe, tranne che non era l’inizio di nulla, né di una storia od un altro amore, quanto una celebrazione del caso di essere vivi- sia prima che dopo il ’62, non mi adulo, non voglio fingermi migliore di quanto non sia, diciamo la lussuria, il rombo del desiderio, la frantumazione tra spirito e carne.
Un cambiamento, una maggiore sicurezza apparente, vestirsi da uomo, diventare duri, combattere, ti prendi tutte le libertà, al diavolo le conseguenze, un modo come un altro per tenere la distanza, sai, Oscar, avevi ragione quando dicevi che ero pazzamente innamorata di Xavier, e viceversa, ma io non ti ho mai detto l’altro termine della mia personale equazione, che non sempre l’amore basta, che i sentimenti mutano …
Storie, in fondo, comunque continuiamo a scivolare nei ricordi, in fondo ognuno vive la propria vita meglio che può, o cerca.
Forse, la vera ragione era che non volevo finire come il Generale, dopo Gabrielle, essere il dragone fu la mia valvola di sfogo per non impazzire, poi sei arrivata, dopo, e mi hai migliorato la vita, rimettendo insieme i pezzi.
Intanto che io giravo a destra e manca, dietro alle mie inquietudini vere o presunte, anche tu crescevi. Me ne ero andata quando avevi nove mesi, sinceramente avevo scosso le spalle, quella era l’ennesima beffa di nostro padre a Dio e alla sorte. Poteva adottare un cugino, riconoscere un suo eventuale bastardo …non era un mio problema, ecco tutto, lui voleva avere sempre l’ultima parola, era un fautore della tattica, così pensava di avere risolto la questione. Mah… Mi piacerebbe dirti che quando me ne andai mi riconoscevi, era un dolore, tranne che non fu così. Secondo la mia strategia di tenere tutti a distanza, non mi affezionai particolarmente, a te, come alle altre sorelle. Fu dopo che presi coscienza, poco a poco e fu ….. Nel mio egoismo ho sofferto lo stesso, sia chiaro, tranne che mettevo in atti raffinati meccanismi di distrazione e fuga, ma tutto l’amore che avevo che c’era, non era svanito o scomparso, anzi, era in attesa e di espansione, brace sotto la cenere.
(REGNIER) Disciplina e durezza sono la base di partenza per un militare, da applicare anche a mio figlio, poco importa quanto sia piccolo, non deve avere timore di nulla o nessuno, è inaccettabile. Botte, punizioni, pasti saltati, rimproveri, per temperare, indurire il carattere. Non mi interessa che tu sia caduto da cavallo, ti rialzi e rimonto subito, tanto …non mi interessa quanto ti fa male, hai forse paura?...che vergogna….non ti lamentare se la spada pesa, solo i deboli si lamentano, devo pensare che lo sei …? Sbaglio? MI SBAGLIO?....
Sapendo che Gabrielle non me lo avrebbe concesso, lei amava i bambini, era per la severità, non per la cieca durezza. È rimasta dentro, cicatrice mai saldata, se abbasso la guardia fa male, come se gli anni e la vita non fossero passati. Sposati a quindici anni, insieme solo per undici, l’ho amata in dieci, cento e mille vite, lei non aveva mantenuto la sua promessa, non mi aveva aspettato e mi aveva lasciato solo, a combattere la vita, a sentirmi in colpa. Mi sono giudicato una latitudine fa, quando ho messo nostra figlia ai margini, negandole l’affetto, regalandola poi a Xavier, una patata bollente in meno, aveva quattordici anni, è stato solo il caso ad assicurare la riuscita del lorio matrimonio
(CATHERINE)
Tra le trovate di Isabel, vi fu quella di insegnarmi l’auto sufficienza, siamo nobili, mai nella vita si può sapere, è un ottimo esercizio di umiltà, mademoiselle, l’ho insegnato a tua madre e alle sue sorelle, che vuoi essere da meno, io l’ho imparato in convento- mah….diciamo che il bisnonno aveva pochi soldi e per mantenere la carrozza, toccava sgobbare alle figlie minori…
Comunque, imparai a cuocere il pane, coltivare le erbe officinali, apparecchiare, pulire una pentola –evenienza utile per lucidare la lama di una spada peraltro, visto che entrambe sono di metallo…
Paradossale la sorte della madre di Xavier, anche lei era un soldato, in un certo senso, come me, lui è il solo dei suoi figli sopravvissuti, anche lei è morta giovane, triste storia, non solo io avevo il primato delle tragedie..Parlare poco del passato è una difesa tra le difese, penso.
“A cosa pensavi?” “Di tutto un po’, a Parigi, a palazzo Jarjayes…”Poi “Diciamo che ho voglia di vedere mia nonna” Mio padre, Luoise e le bambine non erano nominate, forse perché …timore dei sentimenti, ecco, mai cedere, siamo giovani, siamo belli, i corpi perfetti, ma nulla è eterno, appunto, da capo non voglio finire come mio padre, che non si è mai rassegnato