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Autore: slashsriffs    15/05/2015    3 recensioni
Los Angeles, 1987.
Lisa ha vent'anni, vorrebbe divertirsi ma non può, perchè dentro di sè sente di averne ottanta.
Una sera di maggio incontra Slash, un chitarrista squattrinato che insieme al resto della sua band riscuote una certa notorietà nella città degli angeli.
La loro può sembrare una passione durata una singola notte fatta di alcol e forse stupefacenti, ma le cose cambiano quando da sobri un paio di occhi neri ritrovano le grandi pupille chiare che lo avevano tormentato notte e giorno.
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Superati le 10k letture e i 550 voti favorevoli su Wattpad.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izzy Stradlin, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Il caldo torrido della California aveva accolto i Guns in pieno agosto, l’odore forte del mare e il rumore delle onde che si stagliavano fiere contro gli scogli  facevano da sfondo alla voce di Axl che all’interno del tour-bus cantava accompagnato dal resto della band, che dotato di chitarre acustiche e classiche intonava le prime note di una nuova canzone.

Shed a tear  ‘cause I’m missing you, I’m still alright to smile, girl I think about you everyday now..” Lisa era seduta al fianco di Slash, tra le sue mani una Guild mentre le sue labbra reggevano una sigaretta.

Ogni tanto le chiedeva di scostarla, le sue dita si soffermavano sulla sua bocca, rubava qualche tiro mentre gli occhi di Slash erano fissi sulle corde della chitarra che accompagnava la voce dolce di Axl che a sua volta osservava Izzy al suo fianco.
Concentrato sulla melodia che le sue dita creavano, ogni tanto rivolgeva lo sguardo alla ragazza che sembrava far finta di nulla, ma era consapevole del fatto che alcune delle parole del testo erano frutto del genio di Izzy.

Was a time when I wasn’t sure but you set my mind at ease, there is no doubt you’re in my heart now…” Axl sorrideva, scuotendo la testa, quello che stava avvenendo in quel bus, Lisa sapeva che non avrebbe assistito mai più ad una cosa del genere.

Ed Axl sapeva quello che era successo tra i due.
Izzy era il suo migliore amico, o meglio Jeffrey lo era, e quando gli si era presentato davanti con il volto stravolto, segnato dalla stanchezza e dall’alcol, i quali lineamenti però erano marcati da un amaro sorriso, non aveva potuto far a meno di chiedere e Izzy di parlare.
E quando l’aveva vista, la mattina al fianco di Slash che dormiva ancora, gli era sembrato così bello rivedere il suo volto.
Si chiedeva quanto tempo fosse passato, quanto lei era stata lì, a qualche metro distante da lui, ma poi si ricordò che era trascorsa soltanto una notte.
Al risveglio di Lisa, che lentamente aveva riaperto le palpebre, ghiacciata dalla paura, Izzy la osservò, gli sembrava diversa ma era ancora la persona che amava. Era senza parole, credeva che tanta bellezza gli avrebbe fatto male, più della droga.
Era privo d’amore, ma scavando nei ricordi lo avrebbe recuperato dal passato, almeno una minima parte per continuare a sopravvivere.
Avrebbe voluto salvarla, sacrificare se stesso per non guardarla morire senza poter agire, senza che potesse aiutarla perché era lui il primo ad aver bisogno di qualcuno che lo allontanasse da quel mondo che li stava travolgendo.
Ogni tanto ricordava i bei momenti passati insieme a lei e si malediceva quando la sua mente tornava indietro a quella maledette sera, Lisa scappò via da lui, via dal mondo che la circondava, per rinchiudersi in una stanza a lei sconosciuta tra le braccia di Slash, o meglio in balia dell’eroina. 
Non poteva salvarla se non glielo lasciava fare.

… I sit here on the stairs ‘cause I’d rather be alone. If I can’t have you right now, I’ll wait dear…” quelle parole che era riuscito ad intrecciare al resto del testo, Izzy era fiero di ciò che era nato da quella collaborazione.

I suoi occhi chiari fissavano Lisa che quella volta ricambiò lo sguardo, senza voltarsi e guardare altrove.
Un brivido percorse la sua schiena, forse era un vento amaro, o forse era la brezza del mare.
Quando Lisa rivolse per un breve momento gli occhi al suo fianco, sentendo il braccio caldo di Slash sfiorare il suo, Izzy pregò silenziosamente affinchè non gli lasciasse pensare a lui, al modo in cui toccava la sua pelle fragile. Quell’immagine lo perseguitava ogni giorno, chiedendosi se quella tortura sarebbe mai finita, senza che però Lisa svanisse.
Aveva bisogno di sentirla, di toccare la sua pelle, di parlare con lei, di cantare per lei e magari anche di ballare con lei.
Sognava, cosa che forse neanche Slash pensava quando aveva la fortuna di dormire al suo fianco.
Sarebbero sempre stati troppo fatti per accorgersi di quello che stava succedendo.




Ma all’improvviso Duff sorprese tutti, smettendo di suonare e lasciando andare la chitarra sulla moquette che ricopriva il pavimento dell’autobus, alzandosi e portando le mani a coprire il viso.

“ McKagan?” domandò Steven, che si era riscosso e aveva alzato la testa dal cumulo di maglie che facevano da cuscino.

“ Mi manca Mandy “ si limitò a borbottare, le mani ancora sul viso, le spalle ricurve, sembrava come se da un momento all’altro si gettasse sul pavimento a piangere.

“ Non verrà al prossimo concerto?” chiese Slash, le dita ferme sulle corde della chitarra, ma pronte a ricominciare da un momento all’altro.

“ Secondo te perché mi sento una merda? No che non ci sarà!” urlò ancora, le mani rivolte questa volta al soffitto e lo sguardo infuriato.

“ Sei una checca, Duff “ Axl scosse la testa, i capelli lisci ricaddero dinanzi ai suoi occhi, ma prontamente li scostò, mostrando il suo viso fin troppo angelico.

“ Sta zitto, Axl! Io a differenza tua sono fedele a mia moglie! E tu, Slash! Inutile che te la ridi sotto i baffi! Lisa è sempre con te, nonostante la sua vita non sia cambiata per niente! Sappiamo tutti la sua storia! Anzi, è diventata anche un’eroinomane di prima categoria!” a quelle parole sia Axl che Slash scattarono in piedi.

Il primo restò al suo posto, le mani chiuse in due pugni e le labbra serrate, lentamente Lisa osservò la sua mascella contrarsi, un ghigno a descrivergli il volto. Slash invece era stato trattenuto dalla ragazza, non aveva fatto caso alle parole di Duff, che gli afferrò un braccio con entrambe le mani, ma ciò non gli aveva impedito di alzarsi.

“ Hai soltanto bisogno di scopare, chiudi quella cazzo di bocca “ sbottò Axl, puntando un dito nella direzione di Duff nel momento in cui pronunciò le ultime parole.

“ Sta zitto! Mandy non è qui, non peggiorare le cose!” rispose a quel punto Duff, che si avvicinò ancora di più alla figura del cantante impassibile.

“ Dai Duff, siamo in California! Il prossimo concerto non è molto lontano da Los Angeles! “ intervenne Steven che, portando una mano ai capelli per renderli più gonfi, parlò tranquillamente.

“ Si, magari la chiami “ si azzardò a dire Slash, tornando a sedersi al fianco di Lisa della quale mente aveva iniziato a viaggiare.

Erano in California, il prossimo concerto si sarebbe tenuto in Costa Mesa, nell’Orange.
Nel Pacific Amphitheatre i Guns N’Roses avrebbero suonato per l’ultimo concerto di apertura degli Aerosmith.  
Le dispiaceva allontanarsi da Steven, Joe, Tommy , Joey e Brad, amava la loro musica e le loro personalità.
Non avrebbe mai dimenticato la sera in cui per uno stupido gioco Steven le rubò un bacio, o come Tom le avesse fatto la corte nonostante sapesse quanto Slash ci tenesse a lei.
Ma lui si fidava, sapeva che Lisa non sarebbe andata con nessun altro e che Joe, con il quale si era più volte confidato parlando di quella specie di relazione, controllava che nessuno dei componenti della sua band esagerasse più di tanto.
Non era loro che Slash temeva. Ciò che lo avrebbe ferito di più sarebbe stato scoprire che uno dei suoi migliori amici gli portasse via l’unica persona alla quale si aggrappava quando neanche la musica riusciva a portarlo via dal caos che stava diventando la sua vita.
 
 
 
 






“ Potrei chiamare Meredith “ proruppe mentre era sdraiata al suo fianco in una posizione scomoda, ma dalla quale riusciva ad osservare gli occhi scuri si Slash.

“ L’hai sentita qualche giorno fa, no? Prima che partissimo da St. Louis “ domandò, accarezzandole lentamente i capelli.

“ Le dissi che avrebbe potuto assistere ad uno dei vostri concerti quando tornavamo a Los Angeles...? “ si morse il labbro inferiore, come se gli stesse chiedendo la luna.

“ Ma certo che può, piccola! Magari le presentiamo Duff e lui finirà di fare l’isterico “ sbottò, portando il dorso della mano sui suoi occhi stanchi.

“ Finirà per innamorarsi di lei “ disse ironicamente Lisa, le sue dita accarezzavano distrattamente il petto nudo di Slash.

“ Io Mandy non la sopporto “ ammise, le sue labbra erano una tentazione, quel loro incurvarsi e schiudersi leggermente per permettere a quelle poche parole di fuoriuscire.

“ Ma perché?” Lisa si lasciò andare da una breve risata, lasciando che un piccolo sorriso descrivesse il suo viso asciutto.

“ Non lo so, è sempre troppo strana, troppo allegra “ scosse il capo, stava per dire qualcos’altro ma Lisa lo anticipò.

“ Troppo fatta “disse a bassa voce, sperando che Duff non fosse nelle vicinanze.

“ Duff le dedica canzoni e le manda centinaia di fiori alla settimana “ con un espressione di disgusto si alzò lentamente, la sua schiena ora poggiava sul tessuto morbido del piccolo letto che stavano condividendo, incuranti del caldo e dei loro corpi sudati a contatto.

“ Perché quella faccia?” domandò divertita, i suoi occhi si soffermarono sulla strana piegatura che avevano assunto le sue labbra.

“ Non sono un tipo romantico “ scrollò le spalle, con le braccia intorno al suo corpo esile, Slash scivolò su un fianco trascinandola con sé.

“ Una checca, vorrai dire “ Lisa alzò un sopracciglio, Slash amava quando il suo viso assumeva quell’espressione e fu per quello che le diede un piccolo bacio sulle labbra.

“ Si, ma per te lo farei. Ti riempirei di rose e cioccolatini” ammise, prima di chiudere gli occhi e sprofondare nel sonno, nonostante mancasse poco all’arrivo.

I girasoli, pensò.
I girasoli erano i suoi fiori preferiti, odiava le rose.
Ed era allergica al cioccolato.
 
 










Costa Mesa era davvero bellissima, forse uno dei posti migliori in cui i Guns avrebbero potuto esibirsi.
Non per la popolarità dal luogo, ma per la bellezza del paesaggio che ti mozzava il fiato.
L’hotel in cui alloggiavano affacciava sulla spiaggia, le loro camere erano invase dal rumore del mare e dal profumo della sabbia, per non parlare del colore azzurro del cielo, accecante.
Non appena varcò la porta della stanza, Lisa si fiondò verso il telefono, pronta per chiamare suo fratello e Meredith ed invitarli al prossimo concerto di settembre.
Una volta composto il numero, dopo il secondo squillo, la voce serena di Meredith la accolse, migliorandole la giornata.

“ Meredith, sono io, Lisa “ disse, il sorriso stampato sul viso dalle guance arrossate.

“ Hey! Come stai?” sentiva in sottofondo Hey Joe di Jimi Hendrix, le mancava quasi quella quotidianità che aveva abbandonato.

“ Bene, bene. Senti, i ragazzi suonano in Costa Mesa, al Pacific Amphitheatre domani, o anche dopodomani. Potresti venire? Magari anche Tyler, se vuole! I tuoi genitori sono di qui, giusto?” domandò, la sua voce era piena di speranza.

“ Beh, non credo di farcela per domani, ma riuscirei a venire giovedì “ Lisa immaginò l’amica mentre intrecciava i suoi lunghi capelli bruni e pensava a come organizzarsi.

“ Sicura? Come la metti con il turno al Roxy?” voleva che tutto fosse perfetto, che Meredith la raggiungesse e vedesse quanto fosse felice.

“ E’ il mio giorno libero, e poi potrei chiedere a Jack se posso lavorare la sera il venerdì “ spiegò, anche lei voleva raggiungerla e starle accanto seppur solo per una giornata, poiché sapeva che poi la band sarebbe partita per l’Asia e l’Australia.

“ Fra quanto ti chiamo? “ si sedette sul letto, le gambe le tremavano per la felicità.

“ Verso le tre del pomeriggio, magari. Stacco al Roxy alle due “ spiegò.

Lisa le assicurò che l’avrebbe fatto e riagganciò, ansiosa di conoscere il responso al suo invito.
Le mancavano da morire. Erano la cosa più vicina ad una famiglia che avesse. In tutti quei mesi di distanza aveva sentito spesso Meredith e qualche volta Tyler, era sempre impegnato con il lavoro e chiedeva a Meredith di riferirle qualche messaggio.
L’ultima notizia che ebbe su di lui, e che le rivelò l’amica, era quella che aveva finalmente trovato qualcuno che lo capisse, una donna che lo amava e che forse amava anche lui.
Si chiamava Anne, sperava soltanto che fosse quella giusta per suo fratello.
 
 






Dopo aver lasciato le valigie ai piedi del letto, Slash si guardò velocemente intorno, scorgendo Lisa che nel bagno aveva appena indossato un costume ed era pronta per tuffarsi in acqua.
La parte di sopra, più chiara rispetto agli slip, aderiva al suo seno come una seconda pelle, i capelli lunghi e mossi erano stati raccolti in una coda alta, i tatuaggi messi in risalto. Il suo corpo era piccolo, gracile, ma forte abbastanza da reggere entrambi.
Quando si accorse che Slash era appoggiato allo stipite della porta e la stava osservando, gli sorrise apertamente e si incamminò verso di lui, sorpassandolo per raggiungere la porta della camera e scendere in spiaggia.

“ Io preferisco la piscina “ le disse, raggiungendola con pochi passi e sussurrandole queste parole all’orecchio.

“ Allora divertiti con Steven “ rispose ironicamente, scoppiando in una risata cristallina, musica per le orecchie di Slash, per poi correre inseguita da un riccio che sembrava non potesse far a meno di lei.







 



Spazio autrice:
enorme ritardo, se volete uccidermi, ve lo lascio fare.
Mi dispiace tantissimo, ma ho davvero pochissimo tempo, maggio è sempre un mese stressante, impegni tutti i giorni e poco tempo libero.
Credo che le mie scuse siano inutili, quindi mi limito soltanto a scrivere qualcosa su questo breve ma importante capitolo.
Prima di tutto, COSTA MESA.
Io la adoro, e poi il concerto dei Guns è stato stupendo. Axl e Steven che insieme cantano Mama Kin, Guns N' Roses e Aerosmith... Quanto avrei voluto esserci!
Ma ahimè, sono costretta a vivere in questa generazione e in un paese che non sento mio.
Fa niente, meglio non soffermarci sulle opinioni personali altrimenti non la finiamo più.
Importante in questo capitolo non è soltanto la telefonata tra Lisa e Meredith, ma anche la parte precedente..
Non voglio svelarvi niente, quindi basta, la smetto con questo spazio autrice imbarazzante.
Ringrazio sempre coloro che stanno continuando a seguire la storia e mi scuso per eventuali errori, non ho avuto il tempo materiale per rileggerlo per bene!
xx

 
   
 
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