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Autore: Little_Lotte    16/05/2015    10 recensioni
"Credevo che essere un Cavaliere di Athena fosse la cosa più complicata di questo mondo, ma mi sbagliavo: essere una persona normale, probabilmente lo è ancora di più."
[ In tempo di pace, anche i Cavalieri di Athena hanno tutto il diritto di vivere una "vita normale".
Fra amori incompresi, segreti e bugie,partenze improvvise e intramontabili amicizie, saranno in grado di vivere come semplici ragazzini? ]
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Pegasus Seiya, Phoenix Ikki, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ritorno a Casa'
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<< Shiryu... Shiryu, presto! Ho notizie molto importanti da comunicare, prestami ascolto. >>

Più tardi, quella sera.

Mancavano ancora poche ore alla cena e dopo altre due lunghe partite a scacchi, Shiryu aveva consigliato a Seiya di ritirarsi nella propria stanza per meditare e riflettere, così da poter fare un po' di ordine nella propria testa. Credeva di essersi liberato di lui per il resto del pomeriggio e, invece, ecco che il cavaliere di Pegaso si presentava nuovamente al suo cospetto, dopo neanche un'intera ora di assenza.

<< Seiya, che ci fai qui? >> domandò il Dragone << Ti credevo nella tua stanza a meditare. >>

<< Infatti, ed è quel che ho fatto fino ad ora! >> esclamò Seiya, con aria trionfante << Ho riflettuto a lungo, ho pensato e ripensato, e adesso so cosa devo fare per distogliere la mente da tutte le preoccupazioni. >>

Shiryu inarcò un sopracciglio, in segno di perplessità.

<< I tuoi tempi di meditazione sono ben più rapidi dei miei. >> fu il suo commento scettico << Coraggio, parla pure. >>

Seiya sorrise ampiamente e, dopo un aver tirato un lungo sospiro profondo, disse: << Ho deciso di organizzare una festa. >>

<< Cosa? >> Shiryu strabuzzò gli occhi e fissò l'amico con espressione annichilita.

Era piuttosto sicuro di aver sentito bene ma, onde evitare ogni genere di dubbio, decise di porre nuovamente la propria domanda.

<< Seiya, non sono del tutto certo di aver udito bene: che cosa hai detto di voler fare? >>

<< Voglio organizzare una festa. >> ripeté il cavaliere di Pegaso, scandendo le parole così chiaramente da non lasciare a Shiryu alcuna parvenza di dubbio << Tra qualche settimana sarà Capodanno e ho pensato che potrebbe essere una bella idea organizzare una festa qui a Villa Kido. >>

<< Perché? >> domandò ancora Shiryu, sempre più incredulo e perplesso.

Seiya sospirò intensamente, con aria quasi stizzita.

<< Perché non abbiamo mai festeggiato il Capodanno assieme e ho pensato che potrebbe essere un'interessante novità. >> spiegò << Ho ricordi molto vividi delle feste organizzate in orfanotrofio quando ero piccolo, erano molto divertenti! Poiché in questo periodo non dobbiamo combattere contro minaccia alcuna, ritengo che sia il momento più propizio per rilassarsi ed organizzare una bella festa. >>

Shiryu rimase a fissare l'amico in silenzio, per diversi secondi.

In circostanze differenti avrebbe pensato a quelle parole come ad uno scherzo, ma lo sguardo di Seiya rifletteva molto chiaramente la sincerità dei suoi pensieri.

<< Dunque dici sul serio. >> mormorò il Dragone, in tono confuso << Tu vuoi davvero organizzare una festa. >>

Seiya storse il naso: << Certo che lo voglio, Shiryu, e mi ferisce profondamente sapere che tu non mi prendi sul serio. Ti sembra un'idea tanto folle, amico mio? >>

<< Io... Non lo so! >> esclamò Shiryu << Come hai detto tu stesso, non abbiamo mai festeggiato tutti assieme – non da quando abbiamo iniziato i nostri addestramenti per diventare cavalieri di Athena – e mi sembra una cosa talmente insolita. >>

Seiya fece spallucce.

<< Sì, questo te lo concedo. >> ammise << Tuttavia, l'ardire di un cavaliere non sta forse nell'affrontare con coraggio anche le situazioni di maggiore incertezza? Abbiamo combattuto contro le forze più oscure e ritengo che potremo affrontare una festa senza troppe difficoltà. >>

Shiryu sospirò a sua volta e si morse il labbro con fare pensieroso.

<< Riconosco che non si tratta di un'idea così malvagia. >> disse infine << Non hai torto nel dire che dovremmo approfittare di questo periodo di quiete e provare a rilassarci per un po', in fin dei conti anche io sento la mancanza della mia “vita normale”. Quel che non capisco, tuttavia, è per quale motivo tu abbia preso questa decisione: quali pensieri, esattamente, ti hanno spinto a simili riflessioni? >>

Seiya chinò lievemente il capo e un flebile sospiro si levò dalle sue labbra.

<< Sto cercando di non pensare a lei, Shiryu. >> dichiarò << Devo tenere mia mente impegnata e questa festa, per quanto ridicolo possa sembrare, al momento è l'unico modo che ho per riuscirvi. >>

Shiryu annuì con fare comprensivo.

<< Credo di capire. >> rispose << Continuo ad essere un tantino frastornato da tutta questa faccenda, ma immagino che tu abbia tutte le tue buone ragioni e non ho alcuna intenzione di farti sentire giudicato. >>

Il volto di Seiya s'illuminò di colpo e un ampio sorriso si fece strada lungo le sue labbra: << Oh, Shiryu... Questo significa che mi darai una mano? >>

<< Darti una mano? Io? >> protestò ancora Shiryu, tutt'altro che incline alla collaborazione << Seiya, devo forse ricordarti che si tratta di una tua idea? Per quale motivo dovrei rendermi tuo complice? >>

<< Sei il mio più caro amico, Shiryu! >> esclamò Seiya, come se quella semplice affermazione fosse di per sé sufficiente a convincere il Dragone ad accettare la richiesta << Non puoi lasciarmi solo nel momento del bisogno. >>

Shiryu sollevò nuovamente il sopracciglio e inclinò il capo con fare incerto.

<< Questa sarebbe dunque una sorta di “situazione di emergenza”? >>

<< Senza dubbio! >> dichiarò fermamente Seiya, portandosi una mano al petto con fare solenne << Si tratta di organizzare una festa per almeno una quindicina di invitati, come posso occuparmi di tutto da solo? >>

Shiryu roteò gli occhi e sospirò con tutto il fiato che aveva in corpo.

<< Probabilmente finirò col pentirmene amaramente, ma... >>

<< … Ma? >> Seiya lo guardò con i suoi grandi occhi scuri spalancati << Vuoi forse dirmi che accetterai, Shiryu? >>

Shiryu replicò un ennesimo sospiro, con esasperazione.

<< Sì, va bene. >> acconsentì << Puoi contare sul mio aiuto, Seiya. >>

<< Sììì... Fantastico! Grazie mille, amico... Prometto che non te ne pentirai. >>

<< Me ne sto già pentendo, in realtà. >> rilanciò il Dragone, lasciandosi abbracciare dall'amico entusiasta << Tuttavia, mi sembra di capire che la questione ti stia enormemente a cuore, dunque sarò felice di esserti d'aiuto. Mi auguro solo che tu riesca davvero a distogliere la mente dalle tue preoccupazioni. >>

Seiya annuì.

<< Puoi credermi, Dragone. >> assicurò << Vedrai, sarà un' esperienza indimenticabile e... Hey, potremmo invitare anche Shunrei! Non la vedi da tempo, dico bene? Non senti da morire la sua mancanza? >>

Nel sentir pronunciare il nome della sua amata, il volto di Shiryu venne di colpo solcato da uno strano sorriso, un'espressione indecifrabile a metà fra la gioia assoluta e la malinconia.

<< Molto più di quanto le parole possano esprimere. >> mormorò il Dragone << Mi sembra trascorso un secolo dall'ultima volta che l'ho stretta fra le braccia, io... Oh, mi sembra di impazzire! >>

Seiya lo guardò silenziosamente e sorrise, seppure con evidente mestizia; Shiryu se ne accorse e di colpo si sentì pervadere da un'intensa sensazione di melanconia.

<< Perdonami, Seiya, >> mormorò con un filo di voce << Sono stato indelicato, non avrei dovuto... >>

<< Non dire sciocchezze, Shiryu. >> lo interruppe prontamente Seiya, dandogli una leggera pacca sulle spalle << La mia vita privata e la tua sono due cose differenti, non ha alcun senso metterle sullo stesso piano. Se a te manca Shunrei e desideri rivederla, io non posso fare niente per impedirtelo... E neppure lo vorrei! Al contrario, mi renderebbe molto felice vedervi trascorrere assieme il Capodanno giapponese. >>

Shiryu sorrise dolcemente: << Davvero? >>

<< Naturalmente! Te l'ho già detto, Dragone, tu sei il mio più caro amico e desidero solamente che tu possa essere felice. Vederti trascorrere un giorno di feste assieme alla donna che tu ami, sarà per il mio cuore diletto sufficiente a farmi scordare ogni mio dramma e ogni preoccupazione. >>

Il sorriso sul volto di Shiryu si ampliò enormemente e con voce rigonfia di gratitudine il cavaliere rispose: << Benissimo, allora, mi hai convinto: ti aiuterò ad organizzare questa festa, Seiya, sarò il tuo fedelissimo braccio destro. Come sempre, del resto. >>

Seiya ridacchiò sommessamente.

<< Preferirei essere io il braccio destro e lasciare a te la parte di elaborazione del piano. >> rispose << Del resto, sei sempre stato tu la mente di questo nostro invincibile duo... Dico bene? E' per questo motivo che tu ed io funzioniamo tanto bene assieme. >>

Shiryu rise a sua volta.

<< In effetti le idee migliori sono sempre venute a me, ma questa volta hai un'ottima occasione per ribaltare la situazione. >> dichiarò << Intendo lasciare a te l'intera organizzazione della cosa ed occuparmi semplicemente delle questioni pratiche. Ripongo in te la massima fiducia, Seiya, sono certo che saprai cavartela egregiamente. >>

Il volto di Seiya venne solcato da un ampio sorriso euforico.

<< Dragone, come potrei vivere senza la tua preziosa amicizia?! >> esclamò con entusiasmo << Vieni qui e lascia che ti abbracci di nuovo, devo mostrarti tutta la mia immensa gratitudine e... >>

<< … E adesso credo che tu debba darti una calmata, Seiya, altrimenti consumerai tutte le energie prima ancora di esserti messo all'opera. >> lo interruppe Shiryu, scuotendo il capo con fare a metà fra lo sconsolato e il divertito << Inoltre, mi sembra ancora molto presto per far partire i festeggiamenti; dobbiamo ancora parlarne con Milady, ricordi? >>

<< Oh, Saori non sarà certamente un problema. >> gli rispose prontamente il cavaliere di Pegaso << Se conosco bene la nostra dea – e la conosco piuttosto bene, fidati di me – sarà più che lieta di partecipare ad un evento mondano, tanto più se avrà semplicemente la possibilità di svagarsi e riposare senza alcuna preoccupazione riguardo ai preparativi. Gliene parleremo questa sera a cena e vedrai che otterremo senza alcun problema anche il suo benestare. >>

Shiryu non disse niente e si limitò a spalancare le braccia, con fare arrendevole; Seiya era ormai in brodo di giuggiole.

<< Adesso, se non ti dispiace, farei ritorno in camera mia per elaborare un primo piano organizzativo. >> disse poi il cavaliere di Pegaso, senza perdere il proprio entusiasmo << Ci saranno molte cose da fare e devo darmi subito da fare se voglio convincere Saori a collaborare. Grazie per il supporto, Dragone, ci vediamo più tardi. >>

<< Aspetta un attimo, Seiya... >>

Prima ancora che Shiryu potesse portare a termine la propria frase, Seiya era già sparito, lasciandolo come al suo solito con troppe domande ancora in testa e ben poche risposte realmente soddisfacenti. Il Dragone alzò gli occhi al cielo e sospirò profondamente, non potendo – tuttavia – trattenersi dal sorridere di fronte alla testardaggine e all'entusiasmo dell'amico. Sapeva che Seiya avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di rendere quella festa assolutamente indimenticabile per tutti i presenti e lui, in qualità di suo amico più caro, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di aiutarlo a rendere quella serata semplicemente e indiscutibilmente perfetta.

*

Quella sera, come ogni sera, la cena si svolse più o meno in religioso silenzio, fatta eccezione per Seiya che – incapace di trattenere la propria esaltazione – non aveva fatto altro che agitarsi sulla sedia e prendere a gomitate il povero Shiryu, malauguratamente sedutosi al suo fianco; il Dragone aveva fatto di tutto per non reagire, ma persino la sua proverbiale calma interiore sembrava non essere abbastanza di fronte all'eccesso di entusiasmo dell'amico.

<< Seiya, per l'amore del cielo! >> esclamò ad un tratto Saori, rivolgendo al cavaliere di Pegaso uno sguardo di mero biasimo << Si può sapere che ti prende stasera? Per tutta la durata della cena non hai fatto altro che agitarti, credo che il povero Dragone abbia ormai perso l'uso del suo braccio sinistro. >>

Seiya si fece leggermente rosso in volto e sorrise imbarazzato, mentre Shiryu lo guardava di traverso e storceva il naso.

<< Perdonami, Saori... Quest'oggi sono particolarmente euforico e mi renderebbe molto felice poter condividere la mia gioia con tutti voi. >> rispose briosamente il primo << Ho avuto un'idea a dir poco brillante e vorrei rendervene partecipi. >>

Saori e i restanti cavalieri di bronzo di scambiarono una serie di occhiate incuriosite.

<< Un'idea brillante, dici? E di che si tratta, esattamente? >>

Seiya sorrise ampiamente e iniziò a parlare a macchinetta, illustrando ai presenti il proprio progetto e sforzandosi di suonare il più convincente possibile, così da persuadere tutti quanti – e in particolar modo Saori – ad accettare quella proposta.

<< Mi rendo conto che la cosa vi suonerà un tantino... Bizzarra. Tuttavia, ritengo che potrebbe essere un'esperienza estremamente positiva per tutti quanti. >> disse infine Seiya, dopo aver concluso la propria spiegazione - ed essere riuscito, inspiegabilmente, a non rimanere senza fiato << Dunque, che cosa ne pensate? Vi andrebbe di organizzare questa festa? >>

I cavalieri di bronzo si guardarono uno ad uno, con fare pensieroso, e poi si voltarono in direzione di Saori in attesa di una sua dichiarazione; la fanciulla sospirò profondamente e sorrise, rivolgendosi a Seiya con un'esperienza insolitamente gioiosa e rispondendo con voce piena di brio: << Hai proprio ragione, Seiya: adesso che finalmente la vita ha ripreso a scorrere normalmente abbiamo proprio bisogno di un po' di tempo per rilassarci e dedicarci a noi stessi! Sarà sufficiente continuare a pregare e ad allenarvi, miei amati Cavalieri, ma non vedo proprio alcun motivo per cui non dovremmo organizzare questa festa. >>

<< Come... Dici sul serio, Saori? Possiamo davvero organizzare una festa qui a Villa Kido? >> domandò confusamente Seiya, sollevando un sopracciglio ed osservando la dea Athena con leggera perplessità.

Sapeva che, con le giuste armi, sarebbe stato in grado di persuaderla senza troppe difficoltà, ma non si aspettava certo che sarebbe stato così semplice farla cedere alle sue lusinghe; evidentemente i continui combattimenti e le minacce da parte di divinità ostili erano stati troppo persino per lei, abbastanza da farle desiderare di poter condurre una vita normale e cessare finalmente di essere la dea Athena, almeno per un po'.

<< Non vedo perché no. >> rispose nuovamente Saori, con voce morbida << Sempre che la cosa stia bene anche agli altri cavalieri, ovviamente. >>

<< Oh, a noi sta più che bene! >> esclamò prontamente Jabu, eleggendosi autonomamente come portavoce di tutti i cavalieri << Non è vero, ragazzi? >>

<< Sì, certo. >> fece eco Nachi, con altrettanto entusiasmo << Anche noi cavalieri di bronzo abbiamo bisogno di un po' di riposo, di tanto in tanto. >>

Seiya fece una smorfia.

Noi cavalieri di bronzo?” pensò fra sé e sé “Come se voi aveste mai fatto qualcosa per la dea Athena, negli ultimi mesi.”

Saori sospirò felicemente.

<< Benissimo, allora siamo tutti d'accordo. >> disse << Dragone, tu cosa ne pensi? >>

Shiryu scrollò distrattamente le spalle e sospirò a sua volta, con rassegnazione.

<< Ho dato a Seiya la mia parola prima ancora che quest'idea diventasse così popolare, dunque non posso certo pensare di tirarmi indietro proprio adesso. >> asserì.

<< Meraviglioso. E voi, che cosa ne pensate? Shun? Hyoga? >>

Saori si voltò verso gli unici due cavalieri che ancora non si erano pronunciati; Shun, il quale non si sarebbe mai sognato di tirarsi indietro di fronte a una simile esperienza, non ci pensò su una seconda volta prima di rispondere uno squillante: << Sì! >> nelle orecchie della povera Saori, seduta di fianco a lui.

La fanciulla ridacchiò sommessamente, sempre più entusiasta dalla vicenda.

<< E tu, Hyoga? Anche tu sei d'accordo che la festa si faccia? >>

Il Cigno non rispose ed abbassò leggermente lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore come se si stesse trattenendo; sembrava quasi che volesse impedirsi di parlare, come se qualcosa lo frenasse dal dire ciò che realmente pensava in quel momento, ma nessuno a quel tavolo sembrò farci veramente caso.

Nessuno, ad eccezione di Shun.

<< Hyoga? >> domandò a mezza voce il cavaliere di Andromeda, guardando l'amico con espressione allarmata << Va tutto bene? >>

Hyoga deglutì e scosse con forza il capo, riprendendosi da quella sorta di atarassia in cui era piombato.

<< Sì, io... Perdonatemi, non credo che il mio voto abbia molta importanza in questo dibattito. >> rispose freddamente, scostando la sedia come per alzarsi da tavola << Non intendo partecipare alla festa, dunque non tenete conto della mia opinione. >>

<< Cosa? Che significa che non parteciperai alla festa? >> domandò immediatamente Seiya, in tono stizzito << Questo mi offende, Hyoga, hai così poca fiducia nelle mie doti organizzative? E cosa pensi di fare, allora? Te ne starai tutta la sera in camera, a costruire origami a forma di fiocco di neve e... >>

<< Quello che volevo dire, cavaliere, è che non sarò fisicamente presente. >> lo interruppe Hyoga, spazientito << Intendo partire per la Siberia domani stesso. >>

<< Cosa? >> questa volta fu Shun ad esprimere il proprio disappunto, i suoi occhi verdi spalancati e puntati su Hyoga in un'espressione di puro terrore, come se avesse appena detto di non voler mai più fare ritorno in Giappone << Hyoga, come... Che significa che vuoi partire per la Siberia? Per quale motivo? >>

<< Le mie motivazioni non ti riguardano, Shun, così come non riguardano nessuno di voi. >> replicò freddamente Hyoga, senza guardare negli occhi nessuno << Nessuno si lamenta mai quando è Ikki a partire, giusto? Io non ho forse i suoi stessi diritti ad allontanarmi da Nuova Luxor? Andrò ad allenarmi in Siberia, in fin dei conti mi sono sempre mosso molto meglio fra i ghiacci che in questo clima temperato. >>

<< E non ti senti tremendamente egoista per questo, cavaliere del Cigno? >> gli rispose immediatamente Jabu, alterandosi << Come osi abbandonare così la nostra dea Athena? Non pensi a lei e al fatto che potrebbe aver bisogno di tutti noi cavalieri di bronzo messi assieme? >>

Hyoga si alzò da tavola e rivolse lui un'occhiata sprezzante, i suoi occhi azzurri così trasparenti da sembrare di vetro.

<< Io ho prestato il mio servizio in difesa della dea Athena per gli ultimi cinque mesi, Unicorno. >> dichiarò a denti stretti << Dimmi, tu dove ti trovavi in quel momento? >>

Jabu non rispose e chinò rapidamente il capo, arrossendo per la vergogna.

Hyoga si voltò verso la dea Athena.

<< Milady, immagino che per voi non ci siano problemi. Dico bene? >>

Saori scosse il capo: << No, nessun problema. Sono certa che riusciremo a cavarcela anche senza di te, sono solo... Turbata dalla tua decisione, cavaliere. Sono certa che vi sia una valida motivazione dietro a questa tua scelta, tuttavia mi domando se non... >>

<< Milady, con tutto il rispetto, gradirei non dover rispondere ad alcuna domanda. >> tagliò corto Hyoga, in tono sempre più sprezzante << Adesso, se non vi dispiace, avrei ancora un sacco di cose da fare prima della mia partenza, perciò... Con permesso. >>

<< Aspetta un attimo, Hyoga... Hyoga! >>

Seiya provò a trattenere l'amico, ma il ragazzo fu ben più rapido e sgattaiolò fuori dalla sala da pranzo prima ancora che l'altro avesse il tempo di alzarsi in piedi e corrergli dietro; Seiya si lasciò cadere sulla sedia con un gemito profondo, le braccia conserte e il volto contrito in una smorfia di disappunto.

<< Accidenti, stupido Cigno dalla testa dura! >> bofonchiò acidamente << Ma lo avete sentito? Razza di cafone, ogni tanto potrebbe anche provare a comunicare come fanno le persone normali, invece che starnazzare parole altezzose e fuggire via in quel modo, come se tutto gli fosse dovuto. >>

<< Seiya. >> lo ammonì subito Shiryu, guardandolo di sbieco << Forse non dovresti usare parole tanto dure nei confronti di Hyoga. >>

<< Oh, adesso lo difendi anche? Lui si comporta da egoista e tu lo difendi? Andiamo, Shiryu, da quando in qua tu stai dalla parte degli opportunisti? >>

<< Seiya. >> fece eco Saori, con lo stesso tono severo con cui lo stesso Shiryu si era rivolto a lui << Ti prego, forse dovresti prestare maggior attenzione alle tue parole. >>

Seiya la fissò confusamente, senza capire.

<< Attenzione? Io? Per tutti gli dei dell'Olimpo, ma da che parte state tutti quanti? Dalla mia, oppure da quella di un biondino egocentrico che passa il tempo a... >>

<< Seiya, dannazione! >> strillò a quel Jabu, fulminandolo con il proprio sguardo << Vuoi metterti a tacere, una buona volta? >>

Seiya, a quel punto, riprese coscienza della realtà circostante e il suo sguardo cadde immediatamente sul volto di Shun, in quel momento leggermente proteso in avanti e con gli occhi ben fissi a terra, il respiro irregolare e un lieve tremolio del corpo che lasciava chiaramente intuire il suo attuale stato emotivo.

<< Shun... >>

Seiya si fece piccolo piccolo e per un attimo desiderò tanto poter sprofondare sotto al tavolo ed esalare lontano da tutti il suo ultimo respiro, completamente avvolto dalla vergogna.

<< Perdonami, Shun, non volevo alzare la voce in quel modo. Io... >>

<< Vado a parlargli. >> lo interruppe il cavaliere di Andromeda, alzandosi in piedi con uno scatto fulmineo e rivelando per la prima volta i suoi occhi verdi ricolmi di lacrime << Con permesso, scusatemi. >>

Nessuno dei presenti osò protestare e così Shun si allontanò senza aggiungere altro, all'inseguimento di Hyoga. Non appena ebbe abbandonato la stanza, Jabu afferrò una mela dal centro della tavola e la scaraventò in direzione di Seiya, colpendolo in piena fronte.

<< Aiha... Ti ha dato di volta il cervello, Unicorno? Perché diamine lo hai fatto? >>

<< Perché tu sei un vero mentecatto, Seiya. >> gli rispose l'altro a tono << Ci chiedevamo tutti quanto ancora avresti continuato ad infamare Hyoga, prima di renderti conto dell'effetto che le tue parole stavano avendo sul povero Shun. >>

<< Sì, sei un insensibile. >> concordò Ichi, lanciando a Seiya l'ennesimo sguardo truce della serata << Sai quanto i due siano amici, avresti dovuto immaginare sin dall'inizio quanto duramente avrebbe reagito Shun alla notizia della partenza di Hyoga. Insomma, dovevi per forza continuare ad infierire in quel modo? >>

Seiya storse il naso ed alzò gli occhi al cielo.

<< Come se adesso fosse colpa mia. >> protestò << Shun ha una predilezione per Hyoga e io devo misurare le parole per evitare di ferire i suoi sentimenti, non starete pretendendo un po' troppo da me? >>

<< Adesso basta, smettetela di discutere. >> intervenne infine Saori, con tono fermo e deciso << I rapporti fra i cavalieri di Andromeda e del Cigno non riguardano nessuno di noi, così come non ci riguardano le motivazioni che hanno spinto Hyoga a voler partire per la Siberia: dobbiamo avere fiducia in lui, sono certa che saprà far fede ancora una volta al giuramento da lui prestato nei confronti di Athena. Vi prego dunque di non fare domande e lasciare semplicemente che il destino segua regolarmente il proprio corso. >>

Nachi la guardò con aria interrogativa: << Dunque, fare finta che non sia accaduto niente? >>

Saori sospirò profondamente, per poi sorridere con una leggera forzatura.

<< Volevamo organizzare una festa a Villa Kido, giusto? >> disse << Non vedo per quale motivo mettere da parte questa splendida idea. Tu sei sempre d'accordo, Seiya? >>

<< Sì, ma dovrai permettermi di lasciare a me e a Shiryu l'organizzazione di ogni cosa. >> replicò prontamente Seiya, in tono quasi altezzoso << E di a Tatsumi di non immischiarsi come al suo solito, per questa volta deve giurare che non metterà bocca sul mio operato. >>

Saori rise: << Va bene, per questa volta lo lasceremo stare. >>

L'intera tavolata scoppiò in una risata fragorosa e il buonumore sembrò fare magicamente ritorno nella stanza, almeno per il resto della serata. Mentre là fuori, nel frattempo, era in procinto di scatenarsi una vera e propria tempesta.

*

<< Hyoga... Hyoga, aspetta! Fermati un attimo, Hyoga... Ti prego. >>

Hyoga si arrestò di colpo e si bloccò nel bel mezzo del corridoio, ad appena pochi passi dalla propria stanza; la voce di Shun lo aveva colto di sorpresa e adesso si sentiva come avvolto da un milione di spire soffocanti, incapace di muoversi e di agire, completamente inerme di fronte al potere del tutto inconsapevole del cavaliere di Andromeda.

<< Shun. >> mormorò con un filo di voce, senza neanche voltarsi << Che cosa vuoi? >>

<< Spiegazioni, Hyoga, direi che è il minimo che tu possa fare al momento. >> rilanciò Shun, con voce incrinata dalle lacrime << Tu... Non puoi andartene così, su due piedi, e fuggire in Siberia senza neanche dare una valida spiegazione, la cosa non ha alcun senso. >>

Hyoga si morse il labbro inferiore e serrò con forza i pugni, irrigidendosi ulteriormente.

<< In primo luogo, io non sto affatto fuggendo. >> mentì << E in secondo luogo... Da quando in qua sono necessarie delle spiegazioni? Tuo fratello viaggia di continuo eppure nessuno ha mai pensato di domandare delucidazioni, non vedo perché il sottoscritto debba essere giudicato con moneta diversa. >>

<< Lascia stare Ikki, tu non sei come lui. >> replicò Shun, con maggiore insistenza << Mio fratello è un tipo particolare, spesso ha bisogno di stare da solo e non ama la compagnia di troppe persone, ma tu... >>

<< Io sono un solitario come lui, Shun, solo che non lo do a vedere altrettanto bene. >> lo interruppe bruscamente Hyoga, continuando a fissare il pavimento; un solo sguardo in direzione di Shun e sarebbe stata la fine << Io sono freddo e distaccato, ricordi? Lo sono sempre stato, per cui non vedo come la cosa possa sorprendervi più di tanto. >>

<< Tu non sei così, Hyoga... Non lo sei affatto. >> dichiarò Shun, mentre gli occhi ricominciavano a riempirsi di lacrime << Fingi di esserlo per non essere ferito da chi ti sta intorno, eppure io ti conosco e so fin troppo bene chi è il vero Hyoga, colui che si cela dietro a quella maschera di gelo e di indifferenza. Tu non sei così, non lo sei mai stato. Io lo so. >>

<< Che cosa sai, Shun, si può sapere? >> Hyoga si voltò di scatto e lanciò al cavaliere di Andromeda uno degli sguardi più truci che avesse in repertorio << Sei così convinto di sapere tutto di me e di comprendermi meglio di chiunque altro? Ultime notizie, Shun: non è affatto così. >>

Shun lo fissò imbambolato, sempre più confuso, stranito e addolorato.

<< Hyoga, perché mi stai dicendo tutte queste cose orrende? >> farfugliò tristemente << I-io non capisco. >>

Hyoga emise una risatina sprezzante.

<< Già, come volevasi dimostrare. >> rispose << Te l'ho già spiegato, Shun, è inutile che ti sforzi di comprendere; sarebbe solamente un futile spreco di energie. >>

<< Allora potresti essere tu a spiegarmi come stanno davvero le cose, Hyoga! >> esclamò in risposta Shun, le lacrime che scendevano a fiotti lungo le sue guance << Perché vuoi andare in Siberia? Ti supplico, dimmelo. E' a causa mia? Ho forse detto o fatto qualcosa che ti ha ferito? >>

Hyoga roteò gli occhi e sbuffò fortemente, quel suo solito modo di fare sprezzante che lo aveva così stranamente contraddistinto negli ultimi tempi.

<< Dannazione, Shun... Perché devi sempre fare la vittima? >> sbraitò << Non tutto ruota intorno a te, sai? E tu non sei assolutamente al centro dei miei pensieri, perciò smettila di piagnucolare come se ogni cosa a questo mondo fosse colpa tua. >>

Qualcosa dentro al petto di Shun si spezzò completamente.

Il giovane non sapeva se si trattasse del proprio cuore, poiché in quel momento gli sembrava di non avercelo neanche più un cuore, eppure qualcosa dentro di sè era andato totalmente in frantumi e Hyoga, vincolato a lui da un legame ben più profondo dei rispettivi Cosmi, avvertì il dolore sulla propria pelle con la stessa intensità che aveva appena travolto il cavaliere di Andromeda.

<< Shun... Io... >>

Il Cigno si zittì di colpo, facendo immediatamente ritorno sui propri passi: anche se lo addolorava moltissimo dover continuare a mentire, anche se avrebbe preferito morire piuttosto che tacere ulteriormente i suoi reali sentimenti per Shun, doveva continuare a mantenere le distanze, se non per sé stesso quanto meno per lo stesso Shun, così da proteggerlo da tutti quelli eventuali pericoli che la sua vicinanza avrebbe potuto provocare.

<< … Io non ho più alcuna voglia di discutere, me ve vado in camera mia. Ti pregherei di fare altrettanto, così facendo non sei di aiuto a nessuno dei due. >>

Fece per allontanarsi e raggiungere la propria stanza, ma Shun lo rincorse e lo afferrò per un braccio, strattonandolo con tutte le sue forze.

<< Perché, Hyoga? Perché fai così? >> singhiozzò il più piccolo << Perché mi tratti in questo modo? Che cosa ti ho fatto? Fino a poco tempo fa sembravo essere tutto il tuo mondo, che cosa è cambiato da allora? Perché un giorno mi eviti e il giorno dopo fingi che non sia accaduto niente? Che cosa ho mai fatto per meritarmi questo? >>

Hyoga si morse il labbro e soffocò i singhiozzi, inghiottendo le lacrime e con esse tutto ciò che il suo cuore avrebbe desiderato pronunciare in quel momento.

<< Non c'è un perché, Shun. >> rispose con freddezza << Accetta semplicemente che io sono fatto così e lasciami andare, lasciatemi andare tutti quanti; fate ritorno alla vostra vita, senza curarvi di me. Credimi, Shun, è la cosa migliore per tutti quanti. >>

Shun era come pietrificato, incapace di rispondere o di reagire a quelli stimoli.

Si domandò di fronte a quale Hyoga si trovasse adesso: certamente non a quello amorevole e premuroso, né a quello così insolitamente distaccato; in quel momento, era come se vi fosse un terzo Hyoga dinnanzi a lui, una persona tanto egoista e sprezzante da non avvicinarsi minimamente al nobile cavaliere del quale Shun si era innamorato.

Era uno Hyoga così diverso da tutti gli altri, da non sembrare neanche reale.

<< Va bene, ho capito. >> disse infine Shun, con appena un filo di voce << Non ti disturberò oltre, ti lascerò andare come mi hai chiesto. Perdonami, tu... Va pure in Siberia, io ti lascerò in pace e non ti porrò più alcuna domanda; non voglio sapere niente riguardo alle tue decisioni, è la tua vita ed è giusto che sia tu a scegliere come viverla. Addio, Hyoga. >>

<< Addio, Shun. >> rispose l'altro, con quel suo solito tono freddo e distaccato.

Shun indugiò per appena qualche istante, fissandolo tristemente mentre Hyoga sosteneva fieramente il suo sguardo, poi finalmente si decise ad andare, dirigendosi a passo svelto verso la propria stanza, situata dall'altro lato del corridoio. Hyoga non aspettò neanche di vederlo andar via e subito si precipitò in camera sua, chiudendo la porta con violenza e gettandosi a peso morto sul materasso.

<< Mi dispiace, Shun. >>> mormorò con voce vinta, lasciandosi vincere dalle lacrime << Mi dispiace da morire. >>

Poi si raggomitolò su se stesso e si abbandonò in un pianto sommesso, ignaro del fatto che a poche porte di distanza, nella camera di Shun, si stava consumando lo stesso, identico rituale.


 


 


 

N.d.A: Lo so, in questo capitolo Hyoga sembra un tantino "bipolare", ma... Beh, ha tutte le sue ragioni, povero cignuzzo! Confesso di averlo insultato parecchio nella mia testa mentre scrivevo, ma so perchè si sta comportando in questo modo e tutto sommato non me la sento neanche di odiarlo, anche se fa soffrire il mio piccolo Shun (ma d'altra parte Hyoga è il preferito numero due, quindi non potrei odiarlo comunque).
In ogni caso questo è solo l'inizio, perchè in futuro continueranno a patire un bel po' (soprattutto Shun, visto che vale la regola del dolore direttamente proporzionale all'affetto che la scrittrice nutre nei confronti del personaggio), mentre per quanto riguarda Seiya e Shiryu... Beh, anche loro avranno modo di farsi notare parecchio. XD
Un abbraccio a tutti e alla settimana prossima... Grazie ancora a tutti coloro che hanno deciso di seguirmi :3

  
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