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Autore: ItachiUchiha01    16/05/2015    3 recensioni
-Mi stai sfidando per caso? Mi sembri Gai!- sbottò Yamato, mettendosi seduto sul futon a gambe incrociate e braccia conserte. Kakashi, dal canto suo, non l'aveva mai visto così nervoso: ghignò da sotto la maschera, avvicinandosi all'amico.
-Voglio vedere se ci riesci... Tenzo.- eccolo, aveva iniziato a chiamarlo per nome; sapeva perfettamente che odiava assere chiamato per nome.
-E non mi chiamare così!!-
-Certo, Tenzo.-
-E VA BENE!! Lo farò, hai finito di rompermi?!-
-Probabilmente no...- Yamato sospirò, sollevato nel sentire che l'altro non lo chiamava più "Tenzo", limitandosi ad una frase. Ma subito dopo, Kakashi scattò veloce come un felino verso la porta, e nell'atto di scappare urlò:-...Tenzo!!-
Genere: Demenziale, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kakashi Hatake, Un po' tutti, Yamato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-KAKASHIII!!!!- una voce da fuori lo svegliò di soprassalto; d'istinto, il ninja guardò la sveglia. Erano le otto spaccate! Altro che un'ora per dormire!

Balzò giù dal letto, dimenticandosi di rifarlo. Era in ritardo per la missione, e se solo Tsunade si fosse arrabbiata...

-Merda!!- urlò Kakashi, tirandosi su la mascherina e affacciandosi alla finestra per vedere chi fosse il salvatore che l'aveva svegliato dal suo letargo post-lettura.

Sotto casa sua stava Tenzo Yamato, il suo Kohai di 26 anni, il quale se ne stava con le mani sui fianchi, gli occhi nerissimi iniettati di rabbia, i capelli castani del colore del legno che svolazzavano al vento, la pelle pallida illuminata dai raggi d'oro del sole.

-Sei in ritardo!!- urlò quest'ultimo.

-Lo so, lo so, scusa! È che...- si scusò Kakashi, con una faccia da ebete che nessuno si sarebbe mai immaginato, le guance colorate di un bel rosso accesso, invisibile però agli occhi dell'altro.

-Stavi leggendo quel libro, vero? E hai finito il Prologo solo alle sei di mattina.- lo anticipò Tenzo, sbuffando rassegnato. Ormai ci aveva fatto l'abitudine. -Dai, vestiti e non fare storie. Sbrigati. Tsunade si arrabbia.-

All'udire quel nome, Kakashi scattò come una molla e si vestì in due secondi netti. Scese giù per le scale, scattante come un felino, sbatté la porta con così tanta forza che chiunque non si sarebbe stupito se fosse caduta a terra, e finalmente corse fuori.

-Record. Quattro secondi e mezzo, Senpai.- lo sfotté amabilmente l'amico.

-Taci, Tenzo.- replicò Kakashi, che aveva iniziato ad avere il fiatone. Ecco, la rivincita era appena iniziata: all'altro non piaceva essere chiamato col suo vecchio nome. Ma Kakashi, zuccone com'era, avendo ormai preso l'abitudine, non lo ascoltava mai.

-Non. Chiamarmi. Tenzo.-

-Come vuoi. Tenzo.-

-Ehi, non vuol dire che se hai quattro anni in più di me puoi considerarti talmente superiore da non obbedirmi, almeno una buona volta!-

-Non ho mai detto di sentirmi superiore a te, Tenzo.-

-Sei un caso disperato...- sospirò, trattenendosi dal sorridere. In qualche modo, il Senpai lo incuriosiva, anzi, lo affascinava: era così misterioso, a lui erano sempre piaciuti i suoi modi di fare. Anche quando era entrato a far parte degli ANBU, Kakashi gli era sembrato così strano, ma al contempo bellissimo. O forse di più. Lo attraeva particolarmente.

Sentì l'indice di Kakashi battergli sul naso, in un buffetto affettuoso. -Yamato non mi piace, sai?- aggiunse sorridendo da sotto la mascherina. -Tenzo è molto più bello.-

-Beh si dà il caso che a me non piaccia. Rispetta. I tuoi. Inferiori.- l'indice del moro batté sul petto del Senpai per tre volte, come a sottolineare quelle quattro parole. -Sono stato chiaro?- le ombre scure si dipinsero sul suo volto a velocità impressionante.

-S... Sì.- balbettò Kakashi; aveva paura di lui, quando faceva quella faccia. -Ma... non guardarmi così. Non farlo mai più.-

Lo sguardo di Tenzo si addolcì dal nulla, involontariamente, come se ci fosse stato spalmato un quintale di miele sopra. Il suo sorriso si allargò, gli occhi si socchiusero, facendoli sembrare molto più scuri di quanto non fossero già, ma luminosi come due diamanti, pozzi neri profondi e provocanti, dolci e affascinanti. Superba visione, pensò Kakashi, mentre dava l'ennesimo buffetto sul naso di Tenzo, il cui sorriso non voleva spegnersi. Non che dispiacesse a qualcuno, anzi. Aveva un sorriso così bello.

Arrivarono da Tsunade poco dopo – e quella quasi li ammazzò – ma la missione era stata rinviata alla settimana successiva per motivi personali dei Jonin che facevano parte della squadra. Kakashi aveva cercato di far ragionare la donna e dirle che le armi erano importanti, specie se ci fosse stato un possibile assedio dell'organizzazione Alba, e che sarebbero potuti andare lui e Yamato (esatto, lo chiamò Yamato), ma la donna non volle sentire ragioni. Li spedì a casa liquidandoli con un semplice “ciao” e i due girovagarono scorrazzando per il Villaggio “come due barboni” così aveva detto Tenzo.

Fu verso le sette di sera che i dolori della fame iniziarono a farsi sentire.

-Uh... Kakashi, tu non hai fame...?- chiede Tenzo massaggiandosi la pancia, che aveva iniziato a gorgogliare fastidiosamente.

-Ehm... un po'... Ramen da Teuchi?-

-A me non piace il Ramen, Kakashi.-

-Mmmh... ma sei incontentabile! Sushi?-

-E vada per il Sushi!-

Erano ormai vicini al locale di Teuchi mancava molto poco, quando la mano di Kakashi scivolò involontariamente verso le dita dell'altro, toccandole, intrecciandole per poco tempo alle sue. Avvertì il fremito di Tenzo per quei due secondi scarsi in cui aveva potuto godere di quel contatto semplice e al contempo tanto profondo, poi si staccò, non potendo fare a meno di abbassare lo sguardo e diventare color porpora.

Tenzo, dal canto suo, non sapeva se sorridere o meno. Certo, aveva provato qualcosa. Qualcosa di strano. Sì, strano. Non sapeva bene come descriverlo. Scacciò via quel pensiero, dicendo, più a sé stesso, che a lui piacevano le donne. DONNE. Non uomini. DONNE. DONNE.

-Benvenuti!- li accolse la figlia di Teuchi, Ayame, una ragazza carina e molto giovane, dai capelli castani e gli occhi color cioccolata, sorrise apertamente nel vedere quella strana coppia aggirarsi nel locale di suo padre quella sera così bella.

-Ciao, Ayame!- la salutò Kakashi (l'espressione felice di quest'ultimo causò uno sguardo non molto rassicurante di Tenzo nei confronti del Senpai).

Yamato si riprese e, alzando una mano, salutò la ragazza allegramente.

-Allora, cosa vi porto?- chiese Ayame, prendendo un blocco per appunti. Ordinarono, poi la ragazza sparì dietro ai fornelli. Kakashi prese a disegnare con l'indice dei cerchi sul legno del tavolino, odiando se stesso per non avere il coraggio di parlare.

Tenzo gli osservava attentamente le mani, fasciate da quei guanti senza dita. Avvertì il bisogno di dover sentire su di sé quelle mani pallide e perfette, mani che lo sfioravano senza timore, che lo toccavano... d'improvviso le guance del moro assunsero il colore dei pomodori, e Kakashi se ne accorse.

-Cos'hai?- chiese, stralunato. Non vedeva spesso l'amico arrossire.

-N... Niente.- rispose balbettando l'altro, portandosi una mano dietro il collo e sorridendo imbarazzato. -L... Lascia stare.-

Dentro di sé, Kakashi aveva ipotizzato una serie di pensieri sconci - di cui è meglio non parlare – sul perché fosse arrossito tutto a un tratto. Tra i seguenti c'era qualcosa, un sentimento che credeva non fosse corrisposto, qualcosa che... che forse... no. No, meglio non pensarci. Non poteva essere così.

Come poteva Tenzo Yamato contraccambiare qualcosa di così profondo?

-Beh?- chiese Tenzo vedendo che Kakashi aveva preso ad fissarlo, con la sua espressione tipica da mezzo addormentato. La sfumatura sulle sue guancie andava lentamente affievolendosi, e per fortuna. Piegò la testa di lato, come fanno i bambini curiosi, e sempre con quel sorriso imbarazzato, chiese:-Ma cos'hai da fissarmi in quel modo?-

Kakashi, come ripresosi da una specie di coma, rispose automaticamente:-Secondo te?-

-Lo sai che non si risponde a una domanda con un'altra domanda?-

-Ma l'hai appena fatto, Tenzo. Rispondi, su.-

Tenzo si sentì svenire, frustrato da quello sguardo troppo intenso da reggere, e chiuse gli occhi un attimo, per poi aprirli e tenerli fissi sul legno. -Non... non lo so...- confessò alla fine, chiedendosi – anche se era fuori luogo – perché il Sushi ci mettesse tanto ad arrivare.

-È per i tuoi occhi.- disse alla fine Kakashi, liberandosi in una risata.

-Cos'hanno di strano?-

-No, niente... sono bellissimi.-

Arrossì a quel complimento, mentre Ayame porgeva il Sushi ad entrambi, aggiungendo un “Buon appetito! Mi dispiace di avervi fatto attendere!”. Kakashi la liquidò con un gentilissimo “Ma no, Ayame, non preoccuparti!” mentre Tenzo sfoderava una delle sue espressioni malefiche contro il Senpai. Finirono il pasto velocemente, e continuarono a passeggiare insieme, come una coppietta di novelli sposi.

-Sei strano, sai?- disse Kakashi mentre faceva schioccare le dita.

-Perché tu come sei?- lo rimbeccò Tenzo in tutta risposta, sorridendo malvagio. -E poi, non è vero. Preferisco interagire con le persone in modi e maniere delicati, ma non sono del tutto contrario a stabilire il mio dominio utilizzando il terrore come unica arma. Lo sai, sono diverso da te. Non mi faccio problemi ad utilizzare le cattive quando una mia squadra non capisce con le buone o mi rende impaziente. Tu, Kakashi, leggi libri porno ad alta voce nelle strade del Villaggio, con il rischio che ti senta qualche bambino, arrivi sempre in ritardo, dormi pochissimo la notte perché stai a ore su quelle porcherie, e mi dà particolarmente fastidio il fatto che non ti sei ancora deciso ad abbandonare quell'inutile pezzo di stof...-

-Non una parola sulla maschera. C'è un motivo per cui la tengo.-

-E quale sarebbe, sentiamo!-

Kakashi poteva essere definito scuro in volto, era improvvisamente impallidito e non mostrava segni di allegria sul viso smorto. Era come se fosse scattato un interruttore dentro di lui, qualcosa che gli aveva fatto tornare in mente un'immagine remota, eppure ben visibile nella sua mente. Un'immagine che spesso sognava, insieme a quella di Obito, di Rin, di Minato...

E quell'immagine, era suo padre.




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Angolino di Itachi:

OK LO SO, LO SO. E' passato un sacco di tempo, ma per favore risparmiatemi! Ehm sapete, la tesi, poi c'è karate, e nuoto, e il recupero di storia, e il cazzo di fottuto esame, e...
Kakashi: si ma hai leggermente rotto il cazzo...
The Real Itachi: ma buongiorno >/-\<
Io: Itachiii aiutami tuuu °'0'° *abbraccia Itachi*
The Real Itachi: Vattene -/_\-
Io: zitto o ti pietrifico
Kakashi: hem ok.
Yamato: ma io non voglio litigare con Senpaiii TT-TT
Kakashi: ma dillo a lei io non ne so niente -.-
Io: ehm... O///O""

Alla prossima e recensite, ne ho bisognoooo! (altrimenti Amaterasu <3)
Un biscottino a tutti

Itachi
 
   
 
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