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Autore: Crystal Wright    17/05/2015    2 recensioni
"Dopo la battaglia di Hogwarts, Draco Malfoy andò da Harry Potter e, con le lacrime agli occhi, disse: “Mi dispiace, voglio ricominciare tutto da capo. Io sono Draco, Draco Malfoy.” E gli porse la mano. Harry, sul punto di piangere, gliela strinse."
17 maggio: giornata mondiale contro l'omofobia. JK Rowling ci ha insegnato a non discriminare persone di nessun genere, ad amare qualsiasi persona senza pregiudizi. Oggi il mondo intero ringrazia persona come lei che lottano affinché tutti abbiano gli stessi diritti e pari opportunità. Mi appello a tutti coloro che, nel 2015, continuano a volere una comunità tutta uguale, basata sugli stessi principi e lo stesso modo di vivere. Ma noi abbiamo imparato a lottare contro gli stereotipi. Viva la diversità! Viva coloro che hanno tanto coraggio da vivere come vogliono! Viva la Drarry!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Love is never wrong.
Capitolo 1: back to the beginning.
 
Dopo la battaglia di Hogwarts, Draco Malfoy andò da Harry Potter e, con le lacrime agli occhi, disse: “Mi dispiace, voglio ricominciare tutto da capo. Io sono Draco, Draco Malfoy.” E gli porse la mano. Harry, sul punto di piangere, gliela strinse.
 
Era un giorno come tanti di una settimana come tante, tante quante erano trascorse dall’ultima volta che Draco aveva stretto la mano di Harry, sigillando con lui un’amicizia del tutto nuova. Entrambi erano rimasti a guardarsi con le lacrime agli occhi per diversi minuti, mentre intorno a loro il mondo rimaneva congelato. Quel giorno Draco aveva provato qualcosa di profondo per Harry, qualcosa che non aveva mai provato in tutta la sua vita, a cui però non era ancora riuscito a dare un nome.
 
Harry se ne stava scompostamente seduto sul divano a fissare il telefono che aveva nella mano destra. Ricordava come Draco gli fosse sembrato cambiato quel giorno, ma qualcosa dal fondo della sua coscienza gli diceva che sarebbe sempre rimasto lo spocchioso furetto platinato dei tempi di Hogwarts.
Harry pensò di stare diventando matto: spesso sognava di essere seduto a un tavolino in una piccola stanza buia e subire le liti tra il suo cuore e la sua testa. Il primo, vestito di rosso, giurava su una delle sue arterie che Draco era cambiato e desiderava ardentemente accettare la sua amicizia. La seconda, invece, svolazzando nel suo lungo abito nero, voleva letteralmente accettare (con un’accetta o un manganello) quel biondino e rispedirlo da dove era venuto.
Harry cercava di mettere ordine tra i suoi pensieri, mentre stringeva convulsamente il telefono tra le dita, tanto da lasciarsi i segni. Alzò per un attimo gli occhi al cielo, mentre si dava mentalmente del codardo.
“Hai sconfitto il Signore Oscuro.” Continuava a ripetersi. “Non fare il vigliacco e chiamalo.”
E così fece. Cercò nella rubrica Draco Malfoy e fece partire la chiamata.
Uno squillo… Harry pensò di riattaccare subito, ma si trattenne.
Due squilli… Magari aveva sbagliato numero.
Cinque squilli… O forse non voleva parlare con Harry.
Sette squilli… Allontanò la cornetta per chiudere la chiamata, quando sentì un “Pronto?” quasi urlato.
Harry riportò velocemente il telefono vicino all’orecchio.
-Sono Harry.- fu tutto quello che riuscì a dire. Era strano chiamarsi per nome con la persona che Harry aveva odiato maggiormente a Hogwarts.
Calò un minuto di silenzio, in cui la tensione sarebbe potuta essere tagliata con un coltello.
-Oh, Harry!- disse Draco, palesemente affaticato. –Sono Draco.-
-Uhm… lo so. Ti ho chiamato io.-
Ancora silenzio.
-Come stai?- chiese Harry, pregando Merlino di dargli la lucidità per continuare quella conversazione fin troppo monotona.
-Bene. Tu?-
-Bene.-
Per evitare un altro momento di silenzio, Harry spremette le meningi fino all’inverosimile, cercando qualcosa di sensato da dire. –Ti sento un po’… affaticato. Ho interrotto qualcosa?-
Sebbene le intenzioni di Harry fossero pure, Draco le interpretò in modo totalmente diverso. –Cosa? No! No… Sono appena uscito dalla doccia e… sono corso al telefono dal primo piano, quindi… No, non sono affaticato. Ho solo fatto una corsetta.-
-Okay.-
Questa volta Harry non trovò niente di intelligente da dire.
-Perché mi hai chiamato?- chiese Draco così velocemente che Harry dovette ripensare alla frase per capire le parole.
Harry si stupì della domanda e si sedette in modo composto sul divano. –Oh… Io… Credevo che… Insomma, credevo che tra noi fosse tutto a posto. Un paio di mesi fa abbiamo… abbiamo chiarito la situazione e…-
-Lo so.- disse Draco. Harry gli fu immensamente grato per aver interrotto quel flusso di pensieri che il giovane mago non era riuscito a trattenere. O a formulare come Merlino comanda. –Lo pensavo anche io, ma per due mesi e mezzo non mi hai mai chiamato, quindi ho pensato che non mi avessi perdonato.-
-No!- urlò Harry. Dall’altra parte del telefono il gatto di Draco fece un salto dal divano. –No.- ripeté Harry, questa volta più piano. –Lavoro tutto il giorno e quando torno a casa la maggior parte delle volte sono troppo stanco anche per mangiare, quindi…-
-Non era un’accusa.- cercò di giustificarsi Draco. Quando si accorse di ciò che aveva detto, si stupì delle sue stesse parole.
Anche Harry, dal canto suo, era rimasto a bocca aperta. Si affrettò a richiuderla. –Okay.-
Dopo l’ennesimo silenzio, Draco sbuffò spazientito. –Okay. Evidentemente sta a me saltare i convenevoli.-
Harry era sul punto di chiedere spiegazioni, ma Draco lo bloccò.
-Sei invitato a Malfoy Manor sabato sera per l’armistizio ufficiale tra Harry Potter e Draco Malfoy.-
Stavolta Harry impiegò un po’ più di tempo per richiudere la bocca. –Un… armistizio? Per la barba di Merlino, vuoi farmi firmare un foglio?!-
-No!- si affrettò a correggersi Draco. Non ricordava che Harry fosse così duro di comprendonio. –Era un modo di dire.-
-Cosa?-
-Cosa “Cosa?”?-
-Eh?-
-Potter, non ti seguo.-
-Hai parlato tu.-
-E necessito una risposta.-
-Per cosa?-
-L’armistizio.-
-Ah! L’armistizio!-
La scena poteva sembrare alquanto comica, se i diretti interessati non fossero due maghi che si odiavano a morte fin da giovani.
-Potter, ci sei ancora?-
-Sì.-
Draco sbuffò. Sarebbe stato più difficile del previsto. –Allora?-
-Allora cosa?... Ah! L’armistizio!-
Draco si passò una mano tra i capelli e lasciò che la rabbia sbollisse.
-Vengo.- concluse Harry.
Draco si alzò subito in piedi come una molla. Non si aspettava un rifiuto, questo era ovvio, ma neanche che Harry avrebbe accettato.
-Davvero?- chiese Draco. Questa volta fu lui che dovette richiudere la bocca.
-Davvero.-
-Allora… A sabato.-
Harry annuì, poi si ricordò che Draco non poteva vederlo, quindi rispose con un “Okay.” e richiuse la chiamata.
Nessuno dei due si rese conto di star sorridendo fino a che non tornarono entrambi a fare quello che stavano facendo: Draco si asciugò velocemente, maledicendo Potter per aver scelto un momento poco opportuno e per non aver compreso subito la questione. Harry, invece, tornò a sdraiarsi sul divano, cercando di capire per quale strano motivo aveva i crampi allo stomaco.
 
-CHE COSA?!- urlò Ginny per la per la quinta volta.
E Harry per la quinta volta le rispose. –Malfoy mi ha invitato a casa sua domani sera.-
-Vuole ucciderti? Vuole portare a termine la missione che il suo Signore non ha concluso?-
-No, Ginny cara.- cercò di rassicurarla Harry. –Malfoy è cambiato.-
Ginny incrociò le braccia e guardò in modo eloquente Harry. –Tu credi davvero che sia cambiato? Ha fatto entrare i Mangiamorte nel castello. Ha fatto distruggere Hogwarts, Harry! E tu lo difendi?-
-Non lo sto difendendo, Ginny.- disse Harry, passandosi stancamente una mano sulla faccia. Quella conversazione andava avanti da dieci minuti abbondanti. –Quello che voglio farti capire è che a tutti deve essere concessa una seconda possibilità. Anche a chi ci ha feriti. Anzi, soprattutto a loro.-
-Non potrei mai dargli un’altra possibilità.- rispose perentoria Ginny.
-E invece dovresti.- Harry le prese una mano tra le sue. –Io ho passato momenti molto brutti a causa sua, questo non lo nego. Ma quegli stessi momenti di terrore mi hanno temprato, mi hanno reso l’uomo che sono. Forse grazia a loro posso considerarmi in grado di mantenere la lucidità anche nei momenti peggiori.- Poi ripensò alla telefonata con Draco e scosse la testa. –Il punto è che Malfoy è cambiato e ne sono più che sicuro.-
-Il punto- rispose Ginny –è che il tuo lavoro ti sta dando alla testa. E ne sono più che sicura.-
Harry scosse la testa, questa volta con più vigore. Biascicò un “Buonanotte” tra i denti e andò in camera sua con passo sostenuto. Non riusciva a credere che Ginny non riuscisse a capire ciò che lui aveva compreso da quando si era trovato davanti Malfoy in lacrime: Draco era cambiato. E lui l’avrebbe dimostrato.

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Ciao a tutti! Sono Crystal :) 
Inizio con il dire che questa è la mia prima Drarry (ma non la mia prima fanfiction). Oggi, 17 maggio, è la giornata mondiale contro l'omofobia e ci tenevo a pubblicare qualcosa che fosse inerente al messaggio: ognuno di noi deve vivere la propria vita come desidera, nei limiti della legge, fregandosene altamente di ciò che può pensare la gente. All'inizio avevo pensato di pubblicare qualcosa di originale, completamente inventato da me, ma poi mi è apparsa in sogno - come per visione - questa Drarry e ho pensato: perché non scrivere di loro due?
Evito di dilungarmi troppo... Volevo solo dire che ci tengo particolarmente a questa tematica e che spero che vi divertiate a leggere la mia storia tanto quanto io mi sono divertita a scriverla.
A presto, Crystal :)
  
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