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Autore: Taiyou_no_shita    17/05/2015    1 recensioni
Yui, Kenta e Senji, tre ragazzi di Giubilopoli, sono stati migliori amici ai tempi della Scuola per Allenatori. Adesso, ritrovatisi dopo anni in occasione del funerale della madre di Senji, le differenze tra di loro pesano più che mai. Ma l'incontro con i tre Guardiani dei Laghi Uxie, Azelf e Mesprit sconvolgerà le loro personalità e li riporterà insieme ancora una volta, in un'avventura attraverso la regione di Sinnoh.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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III


 
Yui si risvegliò la mattina dopo con lo stomaco che brontolava. Non aveva cenato la sera prima e stava morendo di fame. Si alzò dal pavimento e si fiondò alla credenza, aprendola e tirandone fuori una scatola di biscotti al matcha. Se ne mangiò la metà, in preda a un anormale appetito. Trangugiò mezzo cartone di latte di riso direttamente dal frigo, senza prima scaldarlo in un pentolino, dopo di che si esaminò i vestiti.
Valutò che non le piaceva affatto il severo abito nero che indossava, così si diresse in camera sua e lo sostituì con un maglioncino bianco, gonnellina a pieghe grigia e calze velate. Guardò la sua immagine riflessa nello specchio e, per una volta nella vita, si piaceva proprio: apprezzava soprattutto quel colorito roseo e sano che le pervadeva le guance, facendola sembrare vitale come mai da troppo tempo.
Si lavò frettolosamente e uscì di casa, facendo cinque piani di scale a balzelli, senza nemmeno pensare a prendere l'ascensore. Solo quando mise piede in strada si rese conto, finalmente, che qualcosa non andava. All'improvviso i ricordi della sera prima le invasero la mente: il funerale, il Pokémon che sembrava chiamarsi Azelf, e quel calore improvviso. Quel Pokémon le aveva fatto qualcosa. Guardò l'orologio: erano le dieci, e Senji e Kenta avrebbero dovuto già essersi presentati a casa sua. Decise che, ormai che c'era, sarebbe stata lei ad andare da loro.
Kenta era quello che abitava più vicino, così dovette solamente fare il giro dell'isolato per ritrovarsi nell'androne del suo condominio. C'era già qualcuno che stava suonando febbrilmente uno dei campanelli; Yui riconobbe delle striature azzurre in mezzo alla chioma corvina dell'individuo.
«Senji-kun?» lo chiamò,
«Yui!» rispose il ragazzo, girandosi. Aveva un'espressione stupita, ma mai quanto la sua quando Senji le corse incontro, stringendola in un abbraccio. «Ho avuto paura, sono venuto a casa tua stamattina e non rispondevi al citofono, poi sono corso qui da Kenta e nemmeno lui risponde, così ho pensato che ieri tornando a casa vi fosse successo qualcosa...» disse velocemente Senji in tono affannoso.
«Scusa, stavo... dormendo, credo. Non so bene come spiegarlo. Ehm, Senji-kun, potresti anche lasciarmi andare adesso...» osservò Yui, ancora avvolta dalle braccia dell'amico, che mollò subito la presa e si grattò la nuca imbarazzato.
«Ma... Yui, sei fuori di casa?».
«E allora? Piuttosto, tu come mai ci cercavi così tanto in ansia?» si schermì Yui.
I due amici si fissarono per un po', entrambi cercando indizi sul comportamento tanto bizzarro che l'altro stava manifestando.
«A dire la verità...» cedette Senji, che però fu interrotto da un forte rumore di frenata; un'ambulanza aveva inchiodato proprio di fronte al condominio. La sirena non era attivata, tant'è che, quando il portellone sul retro fu aperto, la figura che ne uscì camminava sulle proprie gambe.
Le onde caramellate di capelli erano indubbiamente quelle che sfoggiava Kenta, ma gli occhi verdi erano privi del luccichio smeraldino che li contraddistingueva: sembrava che un'ombra vi fosse calata davanti, offuscandoli completamente. Anche il suo modo di incedere, così privo di energia, fece impensierire Yui, che scattò in avanti gridando il suo nome.
«Kenta-kun!».
«Kenta!» le fece eco Senji, che si precipitò al suo fianco con gli occhi sgranati. Kenta non ebbe nessun tipo di reazione, si limitò a fissarli con lo sguardo vacuo di prima. L'infermiera dai capelli rosa che era scesa insieme a Kenta si avvicinò, posandogli una mano sulla spalla.
«Conoscete questo ragazzo?» domandò apprensiva.
«Certo!» rispose Yui. «C'è stato qualche problema?».
«L'abbiamo trovato questa mattina svenuto nell'Aula Tre della Scuola per Allenatori. Quando l'abbiamo rianimato, ci ha detto di chiamarsi Kenta Aoyama, ma non ha saputo rispondere a nessun'altra domanda su di sé. Abbiamo trovato questo indirizzo nel suo biglietto da visita che conservava nel portafoglio».
Yui si morse il labbro preoccupata.
«Kenta, cosa ti è successo?» chiese con foga Senji, e allungò una mano per afferrargli il polso.
«Ehi, ehi! Buono, chi saresti tu?» protestò Kenta, allontanandosi per sfuggire al suo gesto.
Senji si lasciò scappare una risatina. «Sì, lo so che tutto questo contatto umano non è da me, ma è una storia lunga, ti spiegherò...» si giustificò, ma il ragazzo dai capelli rossicci lo interruppe.
«No, non hai capito. Io non so proprio chi sei tu» chiarì Kenta. «Ho perso la memoria». Si girò quindi verso Yui, che lo guardava incredula.
«Wow. Hai degli occhi bellissimi. Io e te ci conosciamo?».
 
 

Entrarono a casa di Kenta, che rimase piacevolmente sorpreso dal vedere che le chiavi che si era ritrovato in tasca giravano perfettamente nella serratura di quell'abitazione di cui non aveva memoria. Da parte dei due amici ci volle un po' di tempo e molto autocontrollo per spiegargli la situazione.
«Quindi, ricapitoliamo» disse Kenta una volta che Yui e Senji gli ebbero fornito un riassunto degli aspetti salienti della sua vita. «Ho diciassette anni, voi siete i miei amici d'infanzia, tu sei una hikikomori e tu sei appena tornato dopo due anni di viaggio. Recito nelle pubblicità in tv e i miei Pokémon sono un Bibarel e un Azumarill, ma non sono un Allenatore».
Gli altri due annuirono energicamente col capo.
«Scusate... ho mai saputo la radice quadrata di 27.225?» indagò Kenta.
«Non che io sappia» rispose dubbiosa Yui, mentre Senji commentò sicuro, con un tono che ricordava molto quello della sua vecchia personalità: «Assolutamente no».
 «Beh, adesso sì. È 165».
Di fonte agli sguardi stupiti degli amici, Kenta continuò: «È strano... È come se la mia mente fosse stata svuotata da tutto ciò che sapevo sulla mia vita e sui miei amici e in seguito riempita di tutte queste conoscenze sensazionali. Non ricordo nulla di amici, colleghi... Non so nemmeno se avevo una ragazza...».
Kenta si piegò in avanti sulla sedia, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e prendendosi sconfortato la testa tra le mani.
Yui parve raggelarsi. «Non parliamo di questo adesso. Parliamo di come ci è successa questa trasformazione!» propose velocemente.
Il fatto era che Kenta aveva una ragazza. O qualcosa del genere, comunque. Da un paio di mesi aveva iniziato a frequentare una certa Akiko Ando, una sua collega che faceva la modella di piedi nelle pubblicità delle Scarpe da Corsa. Dai racconti di Kenta, non era una storia importante: qualche frappé al bar, un bacetto fugace, qualche pausa caffè sul posto di lavoro. Ma Yui aveva continuato a rodersi il fegato per settimane; per quanto stesse appiccicata alla tv, tutto ciò che poteva vedere di questa ragazza erano i piedi, piedini da fata avvolti in calzetti candidi, che lasciavano immaginare un viso altrettanto angelico. Poi Kenta le aveva mostrato una foto di lui e questa tipa, e finalmente aveva potuto abbinarvi un volto: fronte un po' spaziosa, occhi leggermente piccoli, capelli corti di un biondo quasi bianco. Nulla di speciale, e Yui si era lasciata sfuggire un sospiro di sollievo. Kenta non si sarebbe di certo perso l'amore della vita se Yui avesse taciuto la questione. Era piuttosto certa che Senji non sapesse nulla di questa Akiko - Kenta di sicuro non la riteneva così importante da andare a parlare di lei a un amico lontano - e quindi questa informazione poteva benissimo essere tralasciata nel quadro generale delle cose.
Tanto era che Kenta aveva già iniziato a parlare d'altro.
«Non ricordo cosa è successo a me, ma so cosa è successo a voi. Avete parlato di questi due Pokémon: Azelf e Mesprit. Si tratta dei due dei tre Guardiani dei Laghi di Sinnoh. A questo punto è legittimo pensare che il terzo, Uxie, sia quello che ha fatto visita a me».
«I Guardiani dei Laghi... esatto! Ecco cosa mi ricordava il nome di Mesprit!». Senji si batté un pugno sull'altra mano aperta.
«Ognuno di loro è portatore di una virtù che può infondere o togliere agli umani a piacimento. Volontà, emozioni e conoscenza» continuò a illustrare, spostando lo sguardo da Yui a Senji per enfatizzare la spiegazione. «Almeno questo spiega perché una che mi ha appena detto di essere una hikikomori si trovava a sbraitare sotto casa mia prima» osservò strizzando l'occhio a Yui, che arrossì.
«Quindi vorresti dire che questi Pokémon Leggendari ci hanno... cambiati?» domandò Senji.
«Mi sembra l'unica spiegazione sensata».
«Figo!» commentò affascinata Yui, stringendo i pugni per la felicità.
«Orribile» le rispose Senji con uno sguardo di rimprovero. «C'è un modo di tornare come prima?».
Kenta incrociò le braccia al petto. «Se c'è, non lo so. Ma so dove potremmo trovarlo. Alla biblioteca di Canalipoli, che contiene un numero straordinario di volumi sui miti e leggende più misteriosi di Sinnoh. E non chiedetemi come faccio a saperlo, perché vi risponderei 'boh'».
«Sono stato a Canalipoli meno di una settimana fa, anche se non ho fatto in tempo a sfidare la Palestra. Posso farvi da guida» si offrì Senji, che ad ogni modo avrebbe avuto l'intenzione di andarsene da Giubilopoli.
«Un momento» li frenò Yui. «Se non ho capito male, vorreste che partissimo tutti insieme verso Canalipoli per avere informazioni su questi Guardiani dei Laghi e trovare il modo di tornare come prima».
Nessuno la corresse, perciò continuò. «Ma il fatto è che... io non voglio tornare come prima» protestò.
«Io voglio assolutamente tornare come prima» si lagnò invece Senji, pestando i piedi come un bimbo.
«Io... vorrei solo ricordarmi chi ero» sospirò pesantemente Kenta.
I tre si squadrarono per un momento. Di fronte a quell'ultima affermazione, lo sguardo di Yui si intristì e la ragazza parve cedere, così il ragazzo dagli occhi verdi ne approfittò.
«Ok, due contro uno. Si va alla biblioteca di Canalipoli» decretò matematicamente Kenta.
Yui si piantò le unghie nei palmi delle mani. Non era possibile. Quella fiamma che l'aveva invasa la sera prima... voleva sentirla ancora. Non voleva tornare a essere la reclusa apatica e svogliata di prima, o per lo meno non subito; ora che ne aveva l'occasione, aveva ancora tante cose che voleva fare nel mondo esterno, prima di chiudersi di nuovo alle spalle le porte del suo appartamento.
«Affare fatto. Ma ho delle condizioni» esclamò.
«E perché dovremmo sottostare alle tue condizioni?» fece Senji polemico.
«Abbiamo iniziato questa cosa insieme, ed è molto probabile che anche il processo di ritrasformazione debba essere fatto insieme. O con me o rimani come sei» lo canzonò Yui, mostrandogli la lingua. Approfittando del silenzio rassegnato che seguì, Yui espose la sua proposta. «Andiamo tutti insieme a Canalipoli, ma voglio dei Pokémon».
«Cosa?» trasalirono Senji e Kenta.
«Avete capito bene. Prima di tornare a essere la smidollata di prima, voglio vincere le otto Medaglie della Lega di Sinnoh».
 
 
 
°°°

Ok, forse non è il massimo, ma mi serviva un capitolo un po'... così, per fare metabolizzare ai ragazzi quello che è successo prima di farli partire all'avventura. Un ringraziamento specialissimo va a Morning Musume ( Momo *^* ) per le sue adorabili recensioni! Il quarto capitolo è quasi pronto, e ho già in mente quale sarà il primo Pokémon di Yui. Un indizio? Non sarà nessuno dei tre starter originari di Sinnoh :) 
A presto e grazie a tutti i lettori. Spero che la piega che sta prendendo la storia sia di vostro gradimento!


Taiyou




 

 
   
 
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