Capitolo 4 - Primi
agguati
-Vi state scoprendo
troppo mia signora. Al vostro nemico basterebbe fare così- disse la mezzodemone
tirando all'altra un calcio sullo stomaco, prima di colpirle l'arco con la
spada, disarmandola, per poi avvicinarla rapidamente al collo di Yami, tutto
nel giro di cinque secondi.- e la vostra vita sarebbe conclusa.-
La corvina sbuffò
staccandosi da Ice per andare a recuperare l’arco.
-Cosa dovrei fare per
non finire uccisa in questo modo?- disse prendendo e poi leccando il sangue
uscito dal piccolo graffio sul collo. La spada che le aveva era davvero ben
affilata.
-Per prima cosa non
state così scoperta e non spingete troppo con il vostro arco. Con la coda degli
occhi cercate di prestare attenzione al corpo del vostro opponente, dovreste
notare lo spostamento del piede che terrà in equilibrio il vostro assalitore ed
il movimento dei suoi fianchi, prima che sferri il calcio. Saltate all’indietro
per schivare e cominciate ad attaccarlo il prima possibile a distanza.-
Durante le ore
successive si scontrarono diverse volte e solo alla fine Yami riuscì ad
anticipare i movimenti della sua guardia del corpo, che le sorrise soddisfatta
rinfoderando la spada, per poi togliere il fodero da dietro la sua schiena per
poggiarlo su una roccia e passò uno straccio alla sua signora, che lo afferrò
al volo.
-Ho fatto bene la mia
scelta- sussurrò rientrando in casa.
La guerriera si
aggirava silenziosa tra le mura del castello, alla ricerca di eventuali
sospetti. Le guardie di palazzo si spostavano al suo paraggio, come se fosse
appestata. Ice non li degnò di troppe attenzioni, e continuò la sua ronda fino
a che non vide la sua signora in camicia da notte, fuori dalla sua camera che
guardava il soffitto, quando l’altra la notò le sorrise e le fece cenno di
entrare nei suoi alloggi.
Un po’ scombussolata
dalla richiesta di Yami, la seguì poco dopo, chiedendosi cosa volesse da lei.
-Mio padre non ti darà
mai una delle armature conservate per le guardie di palazzo, questo è poco ma
sicuro- disse la demone con voce grave, accomodandosi sul letto insieme
all’altra – e tu di certo non puoi andare in giro con quella- indicò l’armatura
di pelle che indossava anche in arena- sei un mezzodemone che serve gli Akuma,
anche se mio padre lo nega.-
La guardia del
corpo guardò l’armatura ormai usurata
dal tempo, chiedendosi cosa avesse di male: proteggeva a sufficienza anche se
era brutta esteticamente, con qualche rattoppo qua e là.
-Domani andremo a fare
compere, sia per me che per te- pronunciò con tono deciso, che non ammetteva
repliche –vedrò di convincere mio padre a farci uscire, in qualche modo.-
L’altra non aprì bocca,
certa che non sarebbe stato utile a far cambiare idea alla sua signora, ma
annuì con un cenno del capo.
La corvina le sorrise,
facendole notare che anche lei poteva parlare per potersi pronunciare in favore
o in contrasto, con una qualsiasi idea avesse a che fare con la sua persona.
La via del mercato era
affollata come al solito: i piccoli demoni correvano per le strade, stando
attenti comunque a non urtare le bancarelle, sapendo di rischiare la morte;
signore si aggiravano alla ricerca di carne di qualità a basso prezzo, mentre i
loro mariti si scambiavano opinioni riguardo alle famiglie che svettavano tra
l’oligarchia, gli Akuma, Ignis e Lainen.
Ice camminava poco
dietro a Yami, per non perderla mai di vista nel caos della folla. Aveva brutti
ricordi di posti affollati.
Guardarono da diversi
fabbri, ma nessuna armatura sembrava comoda alle mezzodemone: erano tutte
troppo grosse per muoversi con agilità.
Le due stavano per
rinunciare, quando visitando la bancarella dell’ultimo fabbro la servitrice
notò un’armatura in pelle, con due spallacci di ferro uno sensibilmente più
grande dell’altro.
-Mia signora, se posso
permettermi, credo di aver trovato quella adatta- disse senza guardarla negli
occhi, indicandola con un cenno del capo.
La Demon Lord studiò la
pelle e gli spallacci prima di dare il suo assenso all’acquisto ed estrarre
l’oro dal sacchetto posto sulla cintola.
Il mercante si inchinò,
ringraziando la corvina che scortò in un angolo nascosto la sua guardia del
corpo, facendole indossare la nuova armatura.
-Com’è?- le chiese
titubante
-Perfetta. Vi ringrazio
per averla comprata, mia signora.- disse piegandosi leggermente in avanti,
rialzandosi soltanto dopo che l’altra le aveva scompigliato i capelli
sorridendo.
Tornarono insieme verso
la reggia, ma Ice sentiva che quella pace sarebbe finita a breve.
Nessuna delle due si
accorse che una figura le stava pedinando.
Passarono dei giorni da
quando erano andate al mercato, ma la sensazione di pericolo della creatura dai
capelli blu non svanì. Mentre Yami era intenta nella lettura la sua guardia del
corpo stava in un angolo della stanza con la spada sulle gambe, pronta a
sguainarla in qualsiasi momento.
Stavano rientrando
ognuna nelle proprie stanze, prima che un messaggero del capofamiglia fermasse
la sua signora e l’altra rimase ad ascoltare, avvicinandosi ai due.
-Il lord Vostro padre
ha organizzato una cerimonia per l’anniversario della vostra nascita signorina,
che si terrà tra due giorni nel salone grande. Voi e la vostra serva siete
invitate ad unirvi nelle Vostre migliori vesti e a rispettare l’ordine di casa.
- riferì senza osare guardare la demone negli occhi.
Dopo che il messaggero
se ne fu andato, Ice sentì che doveva entrare nella camera con la sua padrona,
come se sapesse che avrebbe dovuto calmarla o qualcosa di simile; dentro la
camera la corvina era appoggiata alla finestra, stringendosi un braccio fino a
farlo sanguinare.
Avrebbe dovuto
affrontare nuovamente tutta quella falsità negli occhi delle persone e la Demon
Lord non lo accettava: non le piaceva il fatto di avere nobili in casa sua che
dicevano una cosa e pensavano l’esatto opposto, pretendenti per niente
interessati a lei stessa ma al suo titolo e alla sua fama.
La guerriera si
avvicinò a lei, preoccupata per il braccio della sua signora e si fece sentire,
cercando di non spaventarla; l’altra si girò e fece pochi passi timorosi prima
di appoggiare la testa su una sua spalla. La mezzodemone del ghiaccio le cinse
la vita con le braccia, dopo aver curato
i graffi che la sua padrona si era inflitta, ghiacciandoli.
-Sei l’unica creatura
sincera in questa villa, Ice. Ho bisogno del tuo aiuto.- mugolò Yami cercando
di non lasciare uscire le lacrime che sentiva riempirle gli occhi.
-Non vi lascerò sola. -
le confermò l’ex gladiatrice rafforzando la presa delle sue braccia sulla
sottile vita della nobildemone, sentendo che la bocca dell’altra si era
rilassata in un sorriso. Le sembrò di sentire un “grazie”, ma non ci avrebbe
giurato.
Trascorsero parecchi
minuti in quella posizione, prima che la più piccola si staccasse, girandosi
ancora verso la finestra, cercando di non far capire all’altra che era felice.
Provava davvero molta gioia per quelle quattro parole che si era sentita dire.
-Sarai il mio cavaliere
per il ballo?- le chiese scherzosamente.
La guardia del corpo le
circondò la vita con un braccio e le intrecciò le loro dita, iniziando un lento
valzer che durò cinque minuti. La corvina era piacevolmente sorpresa della
capacità di guida dell’altra, prima di ricordarsi che aveva già vissuto in una
corte, nel suo precedente castello.
-Sarei più che lieta di
farvi da accompagnatrice, anche per tutta la serata, mia signora. Grazie per
l’onore che mi offrite.- le rispose inchinandosi leggermente
La padrona di casa le
sorrise, prima di tirare fuori dall’armadio il suo abito nuovo: era di un
intenso viola, senza spalline e con una fascia che le avrebbe stretto la vita,
lungo quasi fino ai piedi; quando lo ebbe indossato Ice arrossì vistosamente.
Le stava perfettamente.
-Vi sta d’incanto, mia signora.
Sembrate l’incarnazione della divinità che voi venerate.- anche l’altra arrossì
per quei complimenti.
Si guardarono per
qualche istante, prima che la guerriera salutasse la corvina e si recasse nelle
sue stanze.
L’indomani fece una
corsa ad una bancarella del mercato ed acquistò un fiocco rosso scuro, che
aveva adocchiato durante le compere di ieri, pensando che alla demone sarebbe
stato bene con quel vestito addosso.
Arrivò il giorno del
ballo e la mezzodemone sentì lo stomaco stringersi. C’era qualcosa che non
andava, avrebbe passato la serata in compagnia della sua dama, per proteggerla
dal pericolo che sentiva avvicinarsi. Prima di uscire dagli alloggi della
signorina le legò il fiocco sui suoi capelli, attenta a non spettinarle i
capelli e coprirle le corna.
Yami era al settimo
cielo per il regalo appena ricevuto: continuava a guardarsi allo specchio nel
suo armadio per ammirare il modo sublime in cui si abbinava a tutta la sua
persona. Non se lo sarebbe più tolto dalla testa, durante il giorno.
L’accompagnatrice le
sorrise e le porse il braccio, che l’altra non esitò ad accettare, appoggiando
delicatamente la sua mano; scesero le scale che portavano al salone grande e
tutti gli occhi furono attratti dalla giovane purosangue.
-Siete davvero
incantevole, Yami- le sussurrò all’orecchio Ice facendole scendere l’ultimo
gradino, prima che furono separate dalla folla.
-Siete stupenda Vostra
grazia- disse un giovane demone dagli occhi verdi, mentre pensava che gli sarebbe
bastato farla sua per avere tutti i diritti di un membro della famigli Akuma.
Tutti i complimenti che
le rivolsero furono soltanto maschere, celate a nascondere la volontà di essere
tra i prediletti di una famiglia appartenente all’oligarchia di quel mondo.
Fortunatamente la
guerriera riuscì a non perderla di vista e prima che qualche altro demone le
chiedesse di ballare si presentò da lei e le prese delicatamente la mano,
inchinandosi.
Gli occhi grigi della
sua padrona si illuminarono quando si rese conto che non l’aveva lasciata, come
le aveva promesso. Iniziarono a ballare un valzer e si dimostrò una guida
sublime, come già appurato due sere prima; il braccio dietro alla sua schiena
la teneva stretta saldamente a lei, mentre le dita intrecciate erano
semplicemente perfette, anche se piene di calli a causa degli anni di
combattimento. La sua spalla era robusta, ma morbida allo stesso tempo ed il
suo respiro sulla pelle profumava di qualcosa di fresco. Presto i loro occhi si
persero a fissarsi a vicenda, grigio immerso nell’azzurro ghiaccio, i loro
battiti erano sincronizzati, così come i loro movimenti: non avevano bisogno di
guardare quello che faceva la propria partner per capire cosa dovevano fare.
I nobili demoni si
fermarono ad ammirarle, indignati che una semplice mezzodemone potesse guidare
così bene una persona di così alto rango.
Quando la musica finì
non staccarono gli occhi una dall’altra, finché non si mossero per uscire in
giardino.
Dopo qualche minuto,
senza che neanche avessero detto una parola, una melodia arrivò alle loro
orecchie.
-Te la senti di ballare
qui fuori Ice? Voglio stare lontana dai pensieri di quella gente per un po’.-
Si stavano per
rimettere a danzare quando un pugnale sfiorò il collo della Demon Lord, andando
a conficcarsi in un albero alle loro spalle, prima che una misteriosa figura
atterrasse innanzi a loro ed attaccò Yami con furia, che evocò all’istante il
suo arco, creato con oscurità solida, e parò il colpo di spada appena in tempo.
La guardia del corpo
estrasse la sua spada dal fodero e caricò l’estraneo, che saltò all’indietro
schivando il fendente.
La corvina evocò varie frecce create con l’oscurità e le scagliò contro il suo assalitore che
riuscì a schivarne la maggior parte, le poche altro lo ferirono di striscio,
mentre si spostava cercando di evitare un’altra carica dall’altra.
Ice e lo sconosciuto
combattevano e fortunatamente per le due, la guerriera stava avendo la meglio,
finché il demone non le annebbiò la vista, buttandole dei granelli di terra
negli occhi: a quel punto attaccò nuovamente l’arciera, che parò ancora il suo
assalto e riuscì a schivare il calcio che le stava per assestare, nel modo in
cui le era stato insegnato, riuscendo a farlo indietreggiare lanciando una
freccia dietro l’altra, prima che l’assassino cadesse a terra, trafitto dalla
lama di Ice.
I nobili all’interno
accorsero poco dopo, spaventati dal clangore delle armi, quando la creatura dai
capelli azzurri estrasse la sua lama dal corpo senza vita dell’altro, notando
con la coda dell’occhio la faccia incredula ed arrabbiata del padrone di casa.
Dopo aver spiegato la
situazione ai nobili invitati, le guardie della reggia portarono il corpo nella
fossa comune più vicina.
Nelle menti degli altri demoni aleggiava soltanto una domanda:
“Chi è così stupido da affrontare un componente degli Akuma in casa propria?”
Quando gli ospiti
uscirono, rammaricandosi di quello che era successo alla signorina, le due si
ritirarono negli alloggi della corvina che ringraziò l’altra di averle salvato
la vita, prima di andare nel suo bagno privato per lavarsi, togliendosi il
puzzo di combattimento. Rimasta sola, Ice decise di andare nella sua camera a
sciacquarsi velocemente, tornando quasi immediatamente nella camera di Yami,
che dopo essersi messa in vestaglia da notte le ricordò che avevano un ballo in
sospeso.
L’ex gladiatrice sorridendo, afferrò la sua signora, danzando su una musica
immaginaria, udibile solo dai loro cuori.