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Autore: _joy    17/05/2015    11 recensioni
Sono passati quasi tre anni da quando Hermione e Caspian hanno salutato il Mondo Magico: dopo aver sconfitto Lilliandil e Ramandu, la coppia di sovrani ha riportato la pace a Narnia e il regno prospera sotto la loro guida.
E Narnia ama alla follia la piccola Rosalind, quasi quanto i suoi adoranti genitori.
Nulla sembra poter turbare questa pace, ma presto nere nubi si addenseranno nel cielo di Narnia, minacciando proprio la sua Erede...
[Seguito di: LE CRONACHE DI NARNIA E DI HOGWARTS]
[CASPIAN/HERMIONE]
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aslan, Caspian
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache della Grande Magia'
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Le settimane che seguirono furono difficili per la Regina.

 
Hermione era molto provata dalla seconda gravidanza: le nausee forti la costringevano al riposo forzato e lei, per natura impetuosa, all’inizio lo aveva accettato di malavoglia.
Solo la paura per il bambino e la volontà di tenere tranquillo l’apprensivo marito l’avevano convinta a prendersi una pausa dai numerosi impegni mondani e di governo.
Caspian aveva tassativamente vietato a chiunque, nel castello, di coinvolgere la moglie anche nelle questioni più urgenti e tutti, affezionati com’erano alla sovrana, rispettavano scrupolosamente le direttive.
Ma c’era un compito che Hermione non intendeva assolutamente delegare: sua figlia.
Caspian la capiva, ma le ripeteva che Rosalind era vivace e vulcanica e stare dietro a lei era spesso più sfiancante di una giornata di lavoro.
Da parte sua, il re cercava di destreggiarsi tra gli impegni del regno e quelli familiari, ma l’assenza della moglie gli pesava e la preoccupazione per il suo stato di salute traspariva dall’espressione tesa e dalle occhiaie evidenti.
Il dover presiedere udienze lunghe ore non era mai stato un problema, ma ora che il suo pensiero correva regolarmente alla moglie, Caspian faceva molta fatica a restare concentrato e a non interrompere bruscamente le sedute meno urgenti, anche se il fastidioso pensiero che stava sprecando tempo lo tormentava.
I notabili e i sudditi meritavano la sua attenzione: il re se ne era sempre fatto un punto d’onore.
I suoi uomini sapevano che il re li avrebbe ascoltati in modo imparziale per qualunque problema e non esitavano a presentarsi a corte.
Hermione amava quelle udienze, perché contribuivano a rafforzare il legame del sovrano con il suo popolo: la Regina non si stancava mai di vedere quanto tutti, a Narnia, amassero Caspian.
Senza sua moglie, però, anche i compiti che lo avevano sempre attratto iniziavano a pesargli: il sovrano era distratto e teso.
I notabili ne conoscevano il motivo, ma la vita di un Re apparteneva al suo popolo, non a lui stesso.
Questa legge non scritta era valida da sempre e sarebbe rimasta valida per sempre; pur dispiaciuti per la preoccupazione del sovrano, tutti sapevano che non c’era modo di alleggerire la sua pena.
Caspian stringeva i denti e poi, la sera, raccontava tutto a Hermione, cercando il suo consiglio e le sue rassicurazioni.
Lei lo consigliava volentieri, ma lo esortava a non preoccuparsi troppo per lei: le nausee erano una cosa normale in una gravidanza.
 
Ma, stavolta, effettivamente la Regina accusava più dolori rispetto alla precedente gestazione.
Inoltre, l’estate era al culmine e l’afa gravava sul castello, rendendole insopportabile trascorrere a letto intere giornate.
La luce e il sole la invogliavano a uscire, ma il gran caldo la indeboliva ulteriormente.
Una mattina, malgrado la temperatura fosse già elevata nelle prime ore del giorno, Hermione si era alzata ed era riuscita a mangiare un po’ di frutta fresca e a bere un succo dolce.
Rinfrancata da quel progresso, andò a cercare la figlia nella sua camera.
Rosalind non voleva vestirsi a causa del caldo e indossava solo una camiciola leggera, ma alla prospettiva di fare una passeggiata con la madre schizzò in piedi, felice.
Dora si accinse a prepararla e Hermione, dopo aver baciato la piccola, scese a salutare il marito.
Vedendola comparire nella sala del trono, Caspian si alzò di scatto dallo scranno e le andò incontro con un sorriso.
Tutti i presenti salutarono emozionati la regina, mentre il sovrano le baciava la mano e la conduceva a sedere al suo fianco.
I notabili colsero l’occasione per rinnovare alla coppia i loro auguri e lei si trattenne per qualche minuto a parlare con tutti.
Quindi, Caspian la accompagnò fino al giardino, raccomandandole mille volte di non stancarsi troppo; poi, quando lei sbuffò scherzosamente, la baciò a lungo davanti ai servitori, che nascondevano a fatica i sorrisi di fronte a quelle manifestazioni di affetto dei loro sovrani.
Si separarono mormorandosi frasi tenere e lui tornò al lavoro con un sospiro di sollievo.
 
Hermione scese in giardino e iniziò a passeggiare con calma nei viali ingentiliti dalla moltitudine di fiori spumeggianti e colorati: ne stava ammirando alcuni particolarmente belli, quando Rosalind arrivò, festosa e ridente.
Hermione la accolse a braccia aperte e si dispose a trascorrere qualche ora con la sua piccola.
Purtroppo, però, malgrado il grande caldo Rosalind non si tratteneva dall’arrampicarsi sui tronchi e dal saltare sulle panchine.
Dora corse a dare manforte alla sovrana, impedendole di correre dietro alla bambina a briglia sciolta.
Malgrado questo, quando Rosalind si diresse festosa verso la grande fontana ornata di statue di marmo chiaro, le due dovettero correre a perdifiato per acchiapparla prima che si lanciasse in acqua.
«Ma fa caldo!» protestò la bimba, contorcendosi tra le braccia della domestica.
«Rosalind, smettila!» sbraitò quella «Cosa ti ho detto e ripetuto? La tua mamma non deve stancarsi! Smettila di comportarti come una scimmietta, per Aslan!»
«Non si deve invocare Aslan senza motivo» rispose la bambina, prendendo all’improvviso un tono solenne «Il dottor Cornelius lo dice sempre!»
Dora lanciò un’occhiataccia alla bambina, ma la mise a terra.
«Va bene, se lo dice Cornelius allora…»
Non fece in tempo a finire la frase che Rosalind, ridendo, era già scappata via.
Con un moto di sconforto, la donna si asciugò il sudore dalla fronte.
Hermione le consigliò di riposarsi un momento, ma quando si mosse per seguire la figlia fu colta da un capogiro.
«Maestà… Vi sentite male?» chiese Dora, spaventata.
«No…» mormorò Hermione con voce flebile, combattendo contro un’improvvisa ondata di nausea «Vai, prendi Rosalind»
Dora era combattuta, ma alla fine andò a cercare la principessina, preoccupata che la piccola peste si cacciasse in qualche guaio.
La regina dovette sedersi sul bordo della fontana per riprendere fiato.
Dopo qualche minuto, con la mano premuta sul ventre, si arrischiò ad alzarsi: era troppo caldo sotto il sole cocente e Hermione pensò che il fresco del palazzo le avrebbe giovato.
Riuscì però a muovere solo qualche passo, prima di crollare svenuta a terra.
 
*
 
Una guardia entrò trafelata nella sala del trono, senza farsi annunciare e gridando che la regina si era sentita male in giardino.
 
Il povero ciambellano che vedeva l’etichetta così bruscamente sconvolta non fece in tempo a scusarsi che Caspian era già schizzato fuori dalla stanza.
Il re fece le scale due a due, con il cuore in gola, e fece irruzione nelle sue stanze per trovarvi la moglie adagiata a letto, ancora priva di sensi.
Il medico di corte era stato chiamato, ma arrivò qualche minuto dopo.
Il re si era seduto accanto alla moglie e le stava massaggiando dolcemente i polsi.
«Maestà, che succede?» chiese il medico, affannato.
«Dovete dirmelo voi!» quasi ruggì Caspian, frustrato.
L’uomo non si offese: era talmente palese la preoccupazione del sovrano che non riusciva proprio a biasimarlo.
In quel momento, Hermione aprì gli occhi battendo le palpebre.
«Ehi, piccola!» esclamò Caspian, chinandosi su di lei preoccupato «Come ti senti? Stai bene?»
«Maestà, vi prego, fatela respirare» intervenne il medico «La regina ha bisogno d’aria»
Lui trattenne una risposta pungente e si fece appena più indietro.
«Cos’è successo?» domandò Hermione al marito.
«Eri in giardino e ti sei sentita male… Tesoro mio, perché sei stata a lungo fuori, con questo caldo?»
«Oh… Rosalind!» esclamò lei «Dov’è? Dora l’ha riportata dentro?»
Lui sospirò.
«Stavi inseguendo la bambina, ne deduco»
«No, no, lei non c’entra! Solo che ho fatto un movimento brusco e ho avuto un giramento di capo… Ma è colpa mia! Faceva davvero molto caldo…»
Il re scosse il capo, ma vedere la moglie in ripresa contribuì a tranquillizzarlo.
Non fosse che, in quel momento, lei si alzò di scatto portandosi una mano alla bocca.
Ignorando completamente il povero dottore, Caspian la sollevò di peso e la portò nella stanza da bagno in volata.
Quando ne uscirono, lei era pallida e sudata e si lasciò deporre tra le lenzuola dal marito senza obiettare.
Il medico le raccomandò di stare a riposo e di non strapazzarsi e, nuovamente, ripeté al re che non c’erano rimedi contro i sintomi della gravidanza.
 
Caspian rimase con la moglie per tutta la mattina, imboccandola dolcemente e cercando di farle bere dell’acqua con regolarità.
Quando Hermione si fu appisolata, lui si alzò e lasciò una cameriera a vegliarla.
Scese alla ricerca della figlia e la trovò in biblioteca, dove era riuscita a sfilarsi l’abitino leggero e a impiastricciare con la frutta fresca un basso tavolino di legno intagliato.
Vedendo comparire il padre, lei lanciò un grido di gioia e gli corse incontro.
Dora, esausta per il caldo e l’irruenza della bambina, appena vide entrare il re balzò comunque in piedi.
«Maestà, è colpa mia! Non dovevo permettere alla regina di stancarsi tanto! Perdonatemi!»
Caspian scosse il capo, ma rispose:
«Non è colpa tua, so che Hermione vuole seguire personalmente Rosalind. Ma ti chiedo, Dora, di non uscire più sola con la bambina: voglio che siate almeno in due e che una di voi resti sempre con la regina»
La donna annuì.
«Come desiderate, Maestà»
«Dov’è mamma?» chiese in quel momento Rosalind.
Caspian si inginocchiò accanto alla bambina.
«La mamma non è stata bene, Roz. Fa troppo caldo perché lei possa uscire in giardino a giocare con te»
Rosalind mise il broncio.
«Ma la mamma sta sempre male… Non è giusto!»
«Tesoro, non vuoi aiutare papà a far stare bene la mamma? Non posso fidarmi di te?»
Lei arricciò il nasino.
«Sì, ti aiuto!» disse, volenterosa.
«Allora, per favore piccola: la mamma non deve stancarsi. Ha bisogno di dormire un po’. Hai mangiato? Che ne dici di mangiare qualcosa con Dora?»
La donna si fece avanti ma la bambina si avvinghiò alle gambe del padre:
«Papà, stai con me! Mangia con me!»
Il sovrano sospirò.
«Tesoro, papà deve tornare al Consiglio… Mangerò tardi e non voglio che mi aspetti, perché avresti molta fame…»
Ma le parole gentili del padre non sembravano calmare la bambina, che scoppiò a piangere.
Dora, sospirando, fece per prenderla in braccio, ma la bambina la colpì con la manina.
In un attimo, Caspian le afferrò il polso, senza farle male ma con fermezza.
«Rosalind» scandì «Che non ti veda mai più fare una cosa del genere! Mi sono spiegato? Non transigo su un comportamento del genere: non si colpiscono le persone!»
E, per quanto lei piangesse e si disperasse, lui rimase inflessibile.
Chiamò una guardia e ordinò all’uomo di portare la principessina nella stanza dei giochi.
«E chiamate una cameriera perché la tenga d’occhio» concluse «Dora, mi spiace molto per il comportamento incivile di mia figlia. Vai, sei libera per oggi»
La domestica era quasi dispiaciuta di quelle parole, perché Rosalind strillava e invocava il suo nome, chiedendole scusa.
Non osò però disobbedire al sovrano, per cui si inchinò e uscì.
Caspian riuscì a conservare un viso severo di fronte alle lacrime della figlia, quindi tornò in camera da Hermione.
 
La moglie dormiva e contemplarla, come al solito, contribuì a mitigare il suo umore.
Quando si svegliò, Hermione si sentiva più in forze anche se non volle mangiare.
Continuava a ripetere che le nausee erano normali e non la preoccupavano, ma quando andò in bagno chiamò urlando il marito.
Caspian si precipitò da lei e la trovò tremante, che guardava una macchia di sangue scuro sporcarle gli abiti.



***
Buon pomeriggio, miei diletti lettori!
Sono in ritardo di qualche giorno, ma chiedo la vostra comprensione: sono settimane pesantissime al lavoro!
Oggi ho lavorato per bene e ho aggiornato anche Esprimi un desiderio (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3127011) e Ragione e sentimento (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3126893), se volete darci un'occhiata.
Come sempre, vi ricordo che sono su Facebook:
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Buona lettura e buona domenica!
Joy

   
 
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