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Autore: alessandroago_94    18/05/2015    7 recensioni
1837, Romagna. Giovanni è un pericoloso brigante, un fuorilegge che terrorizza tutti i nobili romagnoli. Compie furti, rapine e rapimenti, senza farsi molti scrupoli. Ha formato una sua banda di delinquenti, e pare inarrestabile. Non sa cosa sia la pace, lui combatte per sé stesso e per il bene della sua banda, in una terra martoriata dalla povertà, dalla criminalità e dalle continue insurrezioni del popolo, represse nel sangue.
Quando rapisce Teresa, la figlia di un ricco conte, pensa solo al riscatto che pagherà suo padre. Ma passerà un po’ di tempo prima che il riscatto venga pagato. Nel frattempo Giovanni resta invaghito della giovane e seducente contessina, e lei, dopo un iniziale reticenza, lo ricambia, affascinata dalla figura del forte e misterioso brigante. Il problema è che Teresa deve tornare dalla sua famiglia, e deve andare in sposa ad un giovane nobile romano. In un mondo difficile e pieno di pericoli, due persone così diverse, con destini così differenti, riusciranno ugualmente ad amarsi e ad affrontare il percorso pieno di ostacoli che la vita ha predisposto davanti a loro?
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza | Contesto: L'Ottocento
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Capitolo 24

CAPITOLO 24

 

 

 

Giovanni continuò ad arrancare ancora per un po’ su per le sue amate montagne, per poi sedersi sul bordo del sentiero che stava percorrendo.

Ormai furia si era stancato, faticava a tenerlo in sella e così lui l’aveva lasciato a pascolare per un po’. Dopo quella breve pausa, si sarebbero rimessi in marcia subito, visto che ormai erano quasi giunti a destinazione.

Il brigante ormai non si considerava più un capo, e non aveva idea di come avrebbero reagito i suoi compagni nel momento in cui l’avessero visto in quello stato e a mani vuote. Ormai, era certo che gli altri suoi uomini fossero in fermento, poiché lui avrebbe dovuto far ritorno ancora la sera del giorno precedente, insieme con gli altri tre briganti e con il malloppo. Eppure, tutto era andato storto.

Giovanni si mosse lievemente, spostandosi su un masso a bordo del sentiero che portava verso quello che fino a pochi giorni prima era stato il suo covo e la sua casa.

Si sistemò al meglio, sospirando ed affondando il volto tra le mani, cercando di mantenere la calma. Ormai non gli importava più di morire, voleva solo liberarsi dell’onta che aveva lasciato sul suo gruppo, facendosi ripetitivamente ingannare dal nemico, per il semplice fatto che nell’ultimo periodo si era concentrato solo su Teresa, il suo grande amore.

Un grande amore che lui stesso aveva lasciato allontanare, e che pareva irrimediabilmente perso.

Ormai, non poteva più far nulla per riprenderla con sé, soprattutto nel qual caso avesse perso il controllo della banda, o, ancora peggio, se fosse stato ucciso da un qualche compagno rivale. Comunque, era molto probabile che loro non l’avrebbero mai perdonato. E neppure Teresa l’avrebbe fatto.

Ora, quella splendida ragazza avrebbe aspettato invano un suo messaggio, e il suo cuore, nella vana attesa, si sarebbe infranto. L’avrebbe odiato, per poi ripudiarlo e finire sposata con un qualche nobile. Almeno, avrebbe vissuto una vita piena di agi, cosa che lui non avrebbe mai potuto offrirle.

Con le lacrime agli occhi, guardò il cielo, mentre si preparava ad albeggiare. Aveva viaggiato per quasi tutta quella notte a piedi, per non far azzoppare il suo destriero che, ormai sfinito, si era disteso a terra pure lui, poco distante. L’inseguimento nella pineta l’aveva sfiancato.

Giovanni si chiese cosa l’avesse spinto a far ritorno. Sarebbe dovuto scappare lontano, ma la sua onestà glielo impediva. Non poteva abbandonare i suoi compagni senza aver prima spiegato loro come si era svolta la questione.

Non voleva che lo credessero un traditore. E in cuor suo, sperava ancora in una qualche sorta di perdono, che sicuramente gli avrebbe permesso di rafforzare nuovamente il gruppo e di organizzare una spedizione punitiva ai danni dei banditi di Aldo.

Ed anche per organizzare la cattura di Marco, l’ennesimo informatore traditore. Non si era neppure presentato all’appuntamento, consapevole di quello che sarebbe successo. Giovanni promise di fargliela pagare, nel caso fosse riuscito a sopravvivere all’ira dei suoi compagni, giustamente frustrati.

Se fosse riuscito a catturare Marco vivo, avrebbe potuto poi sapere dove risiedeva il padre di Teresa a Ravenna, e mandare uno dei suoi uomini sotto false vesti ad aiutarla a fuggire. Il brigante dovette riconoscere che forse non era tutto perduto, ma doveva prima spicciarsi a raggiungere il suo covo. Solo dopo aver discusso col gruppo si sarebbe deciso il suo futuro.

Prese le redini di Furia e lo fece rialzare, poi gli montò subito in sella. L’animale, inizialmente reticente, tornò subito calmo e riprese a muoversi al passo.

Giovanni si godette per un po’ la lenta cavalcata, e ben presto il paesaggio tornò ad essere familiare. Solo allora si accorse di non riuscire più a provare sentimenti; era talmente tanto stanco di riflettere e di avere paura che la sua mente si rifiutava di pensare ad altro.

Eppure, l’immagine di Teresa era sempre con lui. In quel momento capiva quanto l’amava. D’altronde, tutti coloro che conosceva erano uomini fatti, che stavano bene anche senza di lui, ma la sua piccola Teresa era indifesa. Era maturata un po’, non viveva più nel mondo dei sogni ma non poteva affrontare da sola un’intera società che voleva decidere il suo destino.

Lui avrebbe dovuto proteggerla, eppure non ci era riuscito. Poteva esser fuggito con lei, averla stretta tra le braccia in quel preciso istante e cercando di mantenere intatta la sua stessa dignità, ma in realtà aveva perso pure quella. Non era neppure più da considerarsi un capo.

La sua catena di pensieri senza emozioni si bloccò di colpo quando notò di essere di fronte alla casa di Lina. La donna uscì proprio in quel momento dalla sua abitazione, richiamata dal rumore di zoccoli sul sentiero, e, incurante del freddo, si affacciò sull’uscio.

Ma, non appena riconobbe Giovanni, parve pietrificarsi. Furia si fermò un attimo a fissarla, mentre la donna si metteva una mano sulla bocca e tornava in casa, richiudendo la porta dietro di sé.

Giovanni scosse la testa, amareggiato. Quel gesto non preannunciava nulla di buono. La donna doveva aver udito qualche brutta notizia su di lui, e doveva aver inteso che qualcosa era andato storto.

Ben presto, da poco più su iniziarono a sentirsi grida e richiami. I suoi compagni l’avevano avvistato.

Giovanni notò che dovevano aver posizionato delle vedette, visto che in quel momento sarebbero stati indubbiamente preoccupati a causa dell’eccessivo ritardo del rientro dei compagni.

Il capo dei briganti continuò la sua salita, il volto arrossato dal freddo e le mani avvolte in duri guanti di cuoio indurito, mentre lo stanchissimo Furia continuava a salire in modo regolare. Dentro di sé, il cuore batteva all’impazzata.

Quando giunse di fronte alla sua cascina, quella stessa che era diventata la sua dimora, si trovò di fronte ad un gruppo ben nutrito dei suoi compagni, mentre continuavano ad aggiungersene altri in modo costante. Tutti volevano vederlo, e volevano sentire ciò che era successo.

Parecchi dei volti che lo circondavano erano tesi e gli rivolgevano occhiate incandescenti, mentre altri erano ancora lievemente intorpiditi dal sonno. Giovanni si chiese come aveva fatto a ridursi a quel punto, ma non pensò più di farla finita o di fuggire. Avrebbe raccontato l’accaduto e si sarebbe preso le sue colpe.

Eppure, l’ansia prese fin da subito ad attanagliarli la mente, e con gli occhi andò alla ricerca del viso amico di Mario, e lo individuò ai margini del gruppo.

Non appena si accorse di esser stato avvistato, l’amico si fece avanti, e prese le redini di Furia.

‘’Cos’è successo? Dove sono gli altri?’’, chiese subito Mario, con un bisbiglio, che incredibilmente risuonò ovunque, trasportato dal silenzio eccessivo di una mattina gelida. Gli altri briganti si strinsero attorno a loro, in silenzio, pronti ad ascoltare la risposta.

‘’Abbiamo subìto un agguato. Gianni e gli altri compagni sono morti tutti, uccisi da Aldo e dai suoi banditi’’, rispose Giovanni, cercando di mantenere la voce ferma.

Mario si limitò ad annuire, serio, mentre gli altri briganti continuarono a stare in silenzio. Giovanni capì che se l’aspettavano, d’altronde era ovvio che qualcosa fosse andato storto.

‘’L’ennesimo agguato. Non ci credo! È tutto un inganno!’’, ruggì una voce piena di rancore.

Il capo dei briganti si girò di lato, e solo allora vide il giovane Fabio. Il ragazzo rosso quella mattina era bordò anche in faccia, pieno di rabbia.

‘’E tu che ne sai? Stai zitto’’, disse Giovanni, innervosito.

‘’Lo so e basta. Compagni, non vedete che questo soggetto, che noi dovremmo chiamare capo, si sta facendo beffe di noi? Non è stato vittima di un agguato, poiché ha incassato il bottino. Poi ha ucciso i suoi stessi compagni, ha nascosto la sua bella contessina ed ora torna qui con due parole di scuse, per poi sparire nuovamente! Traditore!’’, continuò a gridare il rosso.

Giovanni quasi svenne, e si sentì malissimo. Il ragazzo gli stava rivolgendo accuse diffamanti e insopportabili.

Preso dalla rabbia, estrasse la sua pistola e fece per puntargliela contro. Eppure, più mani corsero subito a strapparla dalla sua presa e a gettarla al suolo.

Poi, uno dei più giovani afferrò il suo mantello, e, tirando con tutta la forza, trascinò Giovanni giù dalla sella, mentre Fabio guardava la scenetta, compiaciuto.

Colui che era stato il capo di quel gruppo fino a pochi giorni prima si trovò umiliato, tremante a terra, mentre la sua banda era pronta a sfogare la sua ira su di lui. Sarebbe stato pestato e ammazzato per qualcosa che non aveva fatto, per un crimine che non aveva commesso.

Pensò che fosse tutto finito, eppure la voce squillante di Mario interruppe la follia generale.

‘’Smettetela, e lasciatelo parlare. Io gli credo. È sempre stato come un padre per noi, e da quando ha creato questa banda ci ha sempre protetti e sfamati, raccogliendoci dalla miseria e dalla povertà. Ritengo che sia ingiusto che gli si vengano rivolte accuse infondate’’, disse l’amico, facendo tacere i compagni. Giovanni ne approfittò per rialzarsi da terra.

‘’Non sono accuse infondate! L’ho visto, il nostro capo, quando solo alcuni giorni fa è uscito di nascosto con la contessina rapita, portandola in un luogo non molto distante da qui, dove l’ha distesa a terra e l’ha fatta sua! Ed ora l’avrà nascosta da qualche parte, quella sgualdrina, e ci ha ingannato per tenersi tutto il malloppo e per fuggire con lei tra qualche giorno!’’, continuò a gridare il giovane rosso, facendo inferocire nuovamente il gruppo dei briganti.

‘’Non è vero, Fabio! Tu menti spudoratamente’’, provò a dire Giovanni a sua discolpa, ma ormai la sua figura si era sminuita enormemente. Il dolore lo travolse, e le calunnie di Fabio erano insostenibili.

Durante il periodo della sua assenza, doveva essersi lavorato per bene ogni singolo membro del gruppo. Fabio, pur di incastrarlo e di soffiargli il posto di comando, doveva averlo pedinato per giorni interi, quindi era probabile che fosse a conoscenza anche delle sue notti con Teresa. Era vero che non aveva testimoni a suo favore, però, una volta innescato il dubbio sulla relazione impossibile del capo, tutte le possibili conclusioni sarebbero venute da sé.

Il brigante riconobbe che quella era stata una mossa molto astuta.

‘’Non mento, invece. Posso portarvi tutti al luogo dove il nostro capo se ne stava disteso con la sua amata’’, continuò il giovane, imperterrito. Notando che aveva numerosi consensi, iniziò anche a gonfiare il petto. Era pronto a dare il colpo finale.

Giovanni comprese subito che era in pericolo. In un'altra occasione gli sarebbe anche bastato farla finita, e cedere la sua posizione privilegiata a qualcun altro, come ad esempio Mario. Ma non se ne parlava proprio di lasciare il suo gruppo di briganti, che aveva costruito con tanta fatica, nelle mani di quell’esaltato ragazzetto. Sapeva che doveva promettere qualcosa al suo gruppo.

‘’Vedete? Non risponde neanche più. Solo perché sa che quello che sto dicendo è la pura verità. Compagni, se mi accogliete come vostro nuovo capo, io vi farò diventare i briganti più temuti e famosi del nostro territorio!’’, gridò il giovane rosso, ancora più forte.

A quel punto, i briganti più maturi scossero il capo, comprendendo quali erano i reali interessi del ragazzo, ma i più giovani facevano ancora un tifo sfrenato per lui.

‘’Non vedete che vi sta prendendo in giro, ragazzi? Vuole solo prendere il mio posto, calunniandomi. Guardatemi in faccia’’, disse Giovanni, quasi urlando e posandosi una mano sulla ferita ormai cicatrizzata che aveva sulla fronte, ‘’sembro uno che vi mente? C’è stato un agguato là, e la colpa non è di nessuno di noi. Semplicemente, siamo stati poco previdenti. Non ho intascato il vostro bottino, sono sempre stato molto leale con voi, e ciò che dice quel ragazzo sono solo falsità. Compagni miei, lasciate che io resti al vostro comando, e vi renderò ancora più ricchi dei conti. Vi porterò al covo dei banditi di Aldo, e ci prenderemo il loro oro, fino all’ultimo spillo, e poi li puniremo e cattureremo anche l’informatore ciccione che ci ha tradito. Questo piccolo insuccesso è accaduto solo per portare ancora più soldi nelle nostre tasche. Fidatevi nuovamente di me, e vi coprirò d’oro’’.

A quel punto del discorso, anche il più giovane dei briganti stava guardando Giovanni con fare pieno di ammirazione. Il capo dei briganti aveva fatto leva su ciò che contava di più per i suoi compagni, ovvero l’oro e il denaro. Il resto veniva dopo.

La sua vittoria fu evidente; subito, parecchi tra i più maturi si scusarono con lui per i dubbi che avevano avuto sul suo conto, lasciando solo il giovane rosso, che si allontanò, borbottando indispettito.

Mentre Mario parlava a suo favore, ricordando al gruppo ciò che aveva fatto per loro e per proteggerli e sfamarli, Giovanni continuò a pensare a Fabio e a quanto sarebbe potuto diventare pericoloso. La banda l’aveva quasi seguito già quella prima volta nelle sue follie, e forse alla prossima occasione la discussione avrebbe rischiato davvero di degenerare ulteriormente, magari facendoci pure scappare il morto.

Il capo dei briganti ricordò un detto popolare che gli ripeteva spesso suo padre quand’era piccolo, ovvero che due galli nel pollaio erano sempre troppi. Fabio, evidentemente, era di troppo ed avrebbe fatto solo baccano, fintanto che non fosse riuscito nel suo intento di prendersi la banda. Ormai, questo era chiaro. E lui, se avesse voluto mantenere la sua posizione di rilievo ben salda, avrebbe dovuto farlo fuori.

Giovanni tornò a concentrarsi sul presente e sulla sua banda.

‘’Compagni, vi chiedo scusa per quello che è accaduto, ma non è stato a causa mia. Posso solo assicurarvi che li puniremo tutti’’, disse al gruppo, e alcuni individui presero quasi a festeggiare, mentre altri restarono rattristati a causa della morte dei tre compagni.

Ogni calunnia di Fabio sulla possibile relazione amorosa con Teresa fu dimenticata quasi subito, lasciando spazio a sogni di ricchezza. Tutti sapevano che Aldo nascondeva un vero e proprio tesoro da qualche parte, frutto di decenni di scorrerie, e tutti sognavano di averlo a loro disposizione. Quei ragazzi avevano menti semplici, sempre pronte a credere in una qualsiasi promessa ben formulata.

‘’Andiamo, Mario, seguimi’’, disse infine il brigante, afferrando l’amico per un braccio ed allontana dolo dagli altri compagni, tutti presi dall’euforia di un prossimo abbondante bottino.

Nessuno badava più a loro due, ormai la rabbia del gruppo era scemata, mentre Fabio si era allontanato, rosso di vergogna, e se ne stava seduto a terra poco distante, lo sguardo perso verso il bosco.

‘’Perché hai tutta questa fretta, Zvàn? Lascia stare, qualunque cosa tu abbia da dirmi me la spiegherai domani. Ora il tuo posto è con loro, sei appena riuscito a riprenderteli. Mostra a tutti il tuo potere’’, disse Mario, indicando i briganti.

‘’Loro sono già a posto così, per ora. Dobbiamo parlare urgentemente, e trovare soluzioni drastiche ed immediate’’, disse Giovanni. L’amico lo guardò per un attimo, poi annuì, e lo seguì senza dire altro.

Solo quando furono dentro alla loro cascina ripresero a parlare.

‘’Mario, dobbiamo agire subito. Aldo ci ha ingannati, ma è stato punito dai gendarmi, che hanno ucciso parecchi dei suoi nelle pinete. Dobbiamo approfittarne, fintanto che è debole, per entrare nel suo territorio e dargli la caccia. Devo mantenere ciò che ho promesso ai miei uomini, e anche la mia dignità, altrimenti questa volta perderò proprio tutto’’, disse Giovanni, risoluto, mentre si sedeva sulla sua sedia. Mario non la prese tanto seriamente, e si mise a ridere.

‘’Zvàn, non dire sciocchezze! Siamo stati gabbati. Non possiamo permetterci di dare la caccia ad Aldo, anche perché non lo troveremo mai. Tutti sanno che ha parecchi nascondigli’’, disse l’amico, bonario.

‘’No. Noi lo troveremo. Anche perché ho intenzione di prendere anche il grasso maiale e di portarlo qui. Tu hai qualche idea su come fare?’’, chiede Giovanni, serissimo in volto.

‘’Se per grasso maiale intendi Marco, beh, su questo possiamo rimediare. So esattamente tutto su di lui, non può sfuggirci’’.

‘’Perfetto. Manda subito due ragazzi a cercarlo, e fa in modo che siano molto cauti e piuttosto forti, poiché voglio che lo rapiscano dal suo comodo letto e me lo portino fin qui’’. Mario fece un sospiro.

‘’Uhm, si può fare. Se vuoi faccio partire subito due ragazzi, anzi, meglio tre. So esattamente dove vive, e tutte le sue abitudini, d’altronde dopo i problemi che abbiamo avuto circa un mesetto fa con gli informatori non posso permettermi che ci creino altri disguidi. Ma, prima di tutto, gradirei che tu mi spiegassi perfettamente ciò che è successo e come sono morti i nostri compagni’’, disse l’amico, anch’esso serio.

‘’Ci sarà tempo per questo. Ora fai partire subito alcuni uomini, raccomanda loro che siano cauti nel muoversi e che eseguano gli ordini alla perfezione. Voglio che la palla di lardo sia qui, al mio cospetto, il prima possibile. Allora risponderà subito alle nostre domande’’, disse Giovanni, con fare deciso. Mario lo guardò con sospetto, ma solo per un attimo.

‘’Perfetto, sarà fatto. Vedrai, entro domattina avremo il nostro caro Marco qui con noi, a farci compagnia. Però, appena ho fatto partire i ragazzi torno qui, e tu mi spiegherai tutto dettagliatamente’’, disse Mario, con toni incuriositi.

Subito, uscì dalla cascina a passi svelti e scomparve.

 

 

Giovanni se ne restò un po’ solo, a riflettere sull’accaduto. Smise di pensare all’accoglienza di Fabio, concentrandosi sui suoi problemi amorosi.

In realtà, non c’era molto tempo. Teresa presto sarebbe andata via da Ravenna, e lui doveva far di tutto per riprenderla con sé. Lui l’amava, e le aveva promesso che si sarebbe preso cura di lei, non poteva  lasciarla sola, in balìa di un futuro molto incerto. Aveva parlato anche di un promesso sposo, e questo fece arrabbiare ancor di più il brigante, poiché anche solo il pensiero che qualcuno baciasse con passione il suo grande amore lo rendeva pazzo di invidia e di gelosia.

Forse, era esattamente così; aveva perso Teresa da un solo giorno, e stava già impazzendo. Sbatté un pugno chiuso sul tavolo, disperato, mentre voleva ruggire e liberare tutto il suo insostenibile dolore.

Pensò che forse sarebbe stato meglio lasciare il controllo della banda a Mario, per poi andare a cercare la sua bella, però questo avrebbe alimentato ulteriori critiche su di lui, e non voleva passare per disonesto.

Pensò nuovamente che, se solo avesse seguito il suo istinto, e fosse fuggito con la ragazza qualche giorno prima, ora avrebbe sofferto il freddo e la fame, ma forse non sarebbe stato nulla in confronto a questo senso di profonda mancanza che provava.

Teresa era diventata molto importante per lui, un amore serio, ma lui quasi se ne accorgeva solo ora che era troppo tardi.

I suoi pensieri furono bruscamente interrotti da Mario, che entrò nella cascina senza neppure avvisare e con molta fretta.

‘’Bene, è tutto sistemato. Ora, raccontami cos’è accaduto. Per favore, non nascondermi nulla’’, disse l’amico, sedendosi al suo fianco.

Giovanni prese a raccontare l’accaduto con voce distante e atona, come se quegli eventi appartenessero già ad un imminente passato. La sua mente, intanto, tendeva a tornare sempre verso a Teresa, e all’errore che aveva commesso nel riportarla indietro senza prendere nessuna precauzione. Aveva sbagliato tutto.

La sua voce atona vacillò solo quando si trovò a raccontare l’eroica morte di Gianni. Anche Mario dovette riconoscere che quell’uomo era stato veramente una grande persona, coraggiosa e sincera.

Quand’ebbe finito di spiegare tutto, Mario lo guardò insoddisfatto.

‘’Zvàn, però non me la racconti giusta. Ci hai promesso vendetta e oro, è vero. Ma ti interessa veramente il bene e l’unità della banda? Oppure stai facendo tutto questo solo per te, per cercare quella magnifica contessina?’’, chiese l’amico, malizioso ma deciso.

‘’Non capisco dove vuoi arrivare. Io lo faccio solo per la banda’’, provò a mentire il brigante, con voce non troppo convinta e tentennante.

‘’Non dire sciocchezze, e non provare a mentirmi. Ormai sono anni che ci conosciamo, e ormai capisco quando mi dici delle bugie. Ed inoltre me n’ero accorto che tra te e lei c’era qualcosa, non sono mica cieco’’, lo apostrofò subito Mario.

Giovanni non ebbe il coraggio di negare oltre, non se la sentiva di nascondere la verità.

‘’Hai ragione, amico mio. Lei era diventata tutto per me, e ogni giorno mi donava il suo sorriso e le sue labbra innocenti. E io l’ho persa in malo modo, dopo averle fatto mille promesse. Ora mi odierà per il resto della sua vita, non avrà più il coraggio di guardare in faccia un uomo a causa mia. Non sono neppure stato capace di proteggerla e di amarla’’, riconobbe Giovanni, tramutando i suoi pensieri in parole.

L’amico, a sorpresa, sorrise e gli posò una mano sul braccio.

‘’Ti capisco, so cosa vuol dire innamorarsi e poi perdere colei che ami. Vedrai, riusciremo a rimediare la situazione e ad accontentare tutti. Per una volta, cercheremo un lieto fine per le nostre vicende’’.

Giovanni guardò Mario, dapprima stupito, poi con un sorriso radioso stampato sul volto.

‘’Sono davvero fortunato ad avere incontrato una persona come te. Grazie per la tua vicinanza, amico, e per esserci sempre e per sostenermi in ogni cosa che faccio, anche la più folle. Grazie, sul serio, per avermi offerto il tuo aiuto, te ne sarò riconoscente a vita’’, disse Giovanni, quasi felice. Mario si limitò a sorridere.

‘’E’ giusto così. Ma ora, basta rimpianti o musi tristi, è ora di organizzare un piano con i fiocchi. Ci riempiremo di soldi e riprenderemo Teresa, costi quel che costi!’’, disse Mario, eccessivamente euforico.

Giovanni si lasciò trasportare fin da subito dall’entusiasmo dell’amico, e gli strinse la mano con vigore.

‘’Faremo tutto questo, amico mio’’, gli disse, sorridente e felice come mai lo era stato nell’ultimo periodo. E finalmente il brigante si lasciò andare, ed abbracciò Mario, il suo unico vero amico.

Finalmente, un barlume di speranza era tornato a brillare nel suo animo, ferito gravemente dagli eventi negativi dell’ultimo periodo.

‘’E con Fabio? Come dobbiamo procedere? D’altronde, dovremmo trovare un qualche provvedimento. È da quando sei partito che non ha fatto altro che fomentare i compagni, e sono certo che, se continuerà così, prima o poi ne combinerà delle grosse’’, disse Mario, tornando a sedersi e lasciando per un attimo da parte la gioia di aver ritrovato l’amico sano e salvo.

‘’Non lo so. Ora che Gianni è venuto a mancare, non abbiamo nessuno di affidabile per controllarlo continuamente. Comunque, ci penseremo. Per ora, beviamoci qualcosa’’, disse Giovanni, mettendo sul tavolo due bicchieri e andando a prendere una brocca di vino. Mario annuì, parzialmente soddisfatto.

Dopodiché, i due amici sorseggiarono del buon vino in compagnia, parlando dell’incerto piano che avrebbero dovuto ideare.

 

 

 

NOTA DELL’AUTORE

 

 

Ciao a tutti, e grazie per aver letto anche questo capitolo J

Come vedete, Giovanni è vivo e vegeto, però i gendarmi l’hanno scambiato con Gianni, con il quale si assomigliava molto. In quell’epoca molto spesso avvenivano scambi come quello che è accaduto in questo racconto, dato che di solito i gendarmi non avevano neppure mai visto i capi dei briganti dal vivo, e si dovevano affidare all’intuito e alle descrizioni altrui, che a volte però traevano in errore.

Ma questo la nostra Teresa non lo sa, purtroppo, e crede che il brigante sia morto. Nel prossimo capitolo torneremo da lei J

Grazie a tutti voi che seguite questo racconto, ammetto che non mi sarei mai aspettato di avere un così vasto seguito. Grazie a tutti! J

Un grande grazie anche a tutti i gentilissimi recensori che mi lasciano sempre i loro importantissimi riscontri J grazie J

Per ultimo, ma di certo non meno importante, un grande grazie anche a Letylove31 per avermi inserito tra i suoi autori preferiti. Per me è un grande onore! Grazie! J

Grazie di nuovo a tutti J a lunedì prossimo J

 

   
 
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