CAPITOLO 24
Giovanni continuò ad arrancare ancora per un po’ su per le
sue amate montagne, per poi sedersi sul bordo del sentiero che stava
percorrendo.
Ormai furia si era stancato, faticava a tenerlo in sella e
così lui l’aveva lasciato a pascolare per un po’. Dopo quella breve pausa, si
sarebbero rimessi in marcia subito, visto che ormai erano quasi giunti a
destinazione.
Il brigante ormai non si considerava più un capo, e non aveva
idea di come avrebbero reagito i suoi compagni nel momento in cui l’avessero
visto in quello stato e a mani vuote. Ormai, era certo che gli altri suoi
uomini fossero in fermento, poiché lui avrebbe dovuto far ritorno ancora la
sera del giorno precedente, insieme con gli altri tre briganti e con il
malloppo. Eppure, tutto era andato storto.
Giovanni si mosse lievemente, spostandosi su un masso a bordo
del sentiero che portava verso quello che fino a pochi giorni prima era stato
il suo covo e la sua casa.
Si sistemò al meglio, sospirando ed affondando il volto tra
le mani, cercando di mantenere la calma. Ormai non gli importava più di morire,
voleva solo liberarsi dell’onta che aveva lasciato sul suo gruppo, facendosi
ripetitivamente ingannare dal nemico, per il semplice fatto che nell’ultimo periodo
si era concentrato solo su Teresa, il suo grande amore.
Un grande amore che lui stesso aveva lasciato allontanare, e
che pareva irrimediabilmente perso.
Ormai, non poteva più far nulla per riprenderla con sé,
soprattutto nel qual caso avesse perso il controllo della banda, o, ancora
peggio, se fosse stato ucciso da un qualche compagno rivale. Comunque, era
molto probabile che loro non l’avrebbero mai perdonato. E neppure Teresa
l’avrebbe fatto.
Ora, quella splendida ragazza avrebbe aspettato invano un suo
messaggio, e il suo cuore, nella vana attesa, si sarebbe infranto. L’avrebbe
odiato, per poi ripudiarlo e finire sposata con un qualche nobile. Almeno,
avrebbe vissuto una vita piena di agi, cosa che lui non avrebbe mai potuto
offrirle.
Con le lacrime agli occhi, guardò il cielo, mentre si
preparava ad albeggiare. Aveva viaggiato per quasi tutta quella notte a piedi,
per non far azzoppare il suo destriero che, ormai sfinito, si era disteso a
terra pure lui, poco distante. L’inseguimento nella pineta l’aveva sfiancato.
Giovanni si chiese cosa l’avesse spinto a far ritorno.
Sarebbe dovuto scappare lontano, ma la sua onestà glielo impediva. Non poteva
abbandonare i suoi compagni senza aver prima spiegato loro come si era svolta
la questione.
Non voleva che lo credessero un traditore. E in cuor suo,
sperava ancora in una qualche sorta di perdono, che sicuramente gli avrebbe
permesso di rafforzare nuovamente il gruppo e di organizzare una spedizione punitiva
ai danni dei banditi di Aldo.
Ed anche per organizzare la cattura di Marco, l’ennesimo
informatore traditore. Non si era neppure presentato all’appuntamento,
consapevole di quello che sarebbe successo. Giovanni promise di fargliela
pagare, nel caso fosse riuscito a sopravvivere all’ira dei suoi compagni,
giustamente frustrati.
Se fosse riuscito a catturare Marco vivo, avrebbe potuto poi
sapere dove risiedeva il padre di Teresa a Ravenna, e mandare uno dei suoi
uomini sotto false vesti ad aiutarla a fuggire. Il brigante dovette riconoscere
che forse non era tutto perduto, ma doveva prima spicciarsi a raggiungere il
suo covo. Solo dopo aver discusso col gruppo si sarebbe deciso il suo futuro.
Prese le redini di Furia e lo fece rialzare, poi gli montò
subito in sella. L’animale, inizialmente reticente, tornò subito calmo e riprese
a muoversi al passo.
Giovanni si godette per un po’ la lenta cavalcata, e ben
presto il paesaggio tornò ad essere familiare. Solo allora si accorse di non
riuscire più a provare sentimenti; era talmente tanto stanco di riflettere e di
avere paura che la sua mente si rifiutava di pensare ad altro.
Eppure, l’immagine di Teresa era sempre con lui. In quel
momento capiva quanto l’amava. D’altronde, tutti coloro che conosceva erano
uomini fatti, che stavano bene anche senza di lui, ma la sua piccola Teresa era
indifesa. Era maturata un po’, non viveva più nel mondo dei sogni ma non poteva
affrontare da sola un’intera società che voleva decidere il suo destino.
Lui avrebbe dovuto proteggerla, eppure non ci era riuscito.
Poteva esser fuggito con lei, averla stretta tra le braccia in quel preciso
istante e cercando di mantenere intatta la sua stessa dignità, ma in realtà
aveva perso pure quella. Non era neppure più da considerarsi un capo.
La sua catena di pensieri senza emozioni si bloccò di colpo
quando notò di essere di fronte alla casa di Lina. La donna uscì proprio in
quel momento dalla sua abitazione, richiamata dal rumore di zoccoli sul
sentiero, e, incurante del freddo, si affacciò sull’uscio.
Ma, non appena riconobbe Giovanni, parve pietrificarsi. Furia
si fermò un attimo a fissarla, mentre la donna si metteva una mano sulla bocca
e tornava in casa, richiudendo la porta dietro di sé.
Giovanni scosse la testa, amareggiato. Quel gesto non
preannunciava nulla di buono. La donna doveva aver udito qualche brutta notizia
su di lui, e doveva aver inteso che qualcosa era andato storto.
Ben presto, da poco più su iniziarono a sentirsi grida e
richiami. I suoi compagni l’avevano avvistato.
Giovanni notò che dovevano aver posizionato delle vedette,
visto che in quel momento sarebbero stati indubbiamente preoccupati a causa
dell’eccessivo ritardo del rientro dei compagni.
Il capo dei briganti continuò la sua salita, il volto
arrossato dal freddo e le mani avvolte in duri guanti di cuoio indurito, mentre
lo stanchissimo Furia continuava a salire in modo regolare. Dentro di sé, il
cuore batteva all’impazzata.
Quando giunse di fronte alla sua cascina, quella stessa che
era diventata la sua dimora, si trovò di fronte ad un gruppo ben nutrito dei
suoi compagni, mentre continuavano ad aggiungersene altri in modo costante. Tutti
volevano vederlo, e volevano sentire ciò che era successo.
Parecchi dei volti che lo circondavano erano tesi e gli
rivolgevano occhiate incandescenti, mentre altri erano ancora lievemente
intorpiditi dal sonno. Giovanni si chiese come aveva fatto a ridursi a quel
punto, ma non pensò più di farla finita o di fuggire. Avrebbe raccontato
l’accaduto e si sarebbe preso le sue colpe.
Eppure, l’ansia prese fin da subito ad attanagliarli la
mente, e con gli occhi andò alla ricerca del viso amico di Mario, e lo
individuò ai margini del gruppo.
Non appena si accorse di esser stato avvistato, l’amico si
fece avanti, e prese le redini di Furia.
‘’Cos’è successo? Dove sono gli altri?’’, chiese subito
Mario, con un bisbiglio, che incredibilmente risuonò ovunque, trasportato dal
silenzio eccessivo di una mattina gelida. Gli altri briganti si strinsero
attorno a loro, in silenzio, pronti ad ascoltare la risposta.
‘’Abbiamo subìto un agguato. Gianni e gli altri compagni sono
morti tutti, uccisi da Aldo e dai suoi banditi’’, rispose Giovanni, cercando di
mantenere la voce ferma.
Mario si limitò ad annuire, serio, mentre gli altri briganti
continuarono a stare in silenzio. Giovanni capì che se l’aspettavano,
d’altronde era ovvio che qualcosa fosse andato storto.
‘’L’ennesimo agguato. Non ci credo! È tutto un inganno!’’,
ruggì una voce piena di rancore.
Il capo dei briganti si girò di lato, e solo allora vide il
giovane Fabio. Il ragazzo rosso quella mattina era bordò anche in faccia, pieno
di rabbia.
‘’E tu che ne sai? Stai zitto’’, disse Giovanni, innervosito.
‘’Lo so e basta. Compagni, non vedete che questo soggetto,
che noi dovremmo chiamare capo, si sta facendo beffe di noi? Non è stato
vittima di un agguato, poiché ha incassato il bottino. Poi ha ucciso i suoi stessi
compagni, ha nascosto la sua bella contessina ed ora torna qui con due parole
di scuse, per poi sparire nuovamente! Traditore!’’, continuò a gridare il
rosso.
Giovanni quasi svenne, e si sentì malissimo. Il ragazzo gli
stava rivolgendo accuse diffamanti e insopportabili.
Preso dalla rabbia, estrasse la sua pistola e fece per
puntargliela contro. Eppure, più mani corsero subito a strapparla dalla sua
presa e a gettarla al suolo.
Poi, uno dei più giovani afferrò il suo mantello, e, tirando
con tutta la forza, trascinò Giovanni giù dalla sella, mentre Fabio guardava la
scenetta, compiaciuto.
Colui che era stato il capo di quel gruppo fino a pochi
giorni prima si trovò umiliato, tremante a terra, mentre la sua banda era
pronta a sfogare la sua ira su di lui. Sarebbe stato pestato e ammazzato per
qualcosa che non aveva fatto, per un crimine che non aveva commesso.
Pensò che fosse tutto finito, eppure la voce squillante di
Mario interruppe la follia generale.
‘’Smettetela, e lasciatelo parlare. Io gli credo. È sempre
stato come un padre per noi, e da quando ha creato questa banda ci ha sempre
protetti e sfamati, raccogliendoci dalla miseria e dalla povertà. Ritengo che
sia ingiusto che gli si vengano rivolte accuse infondate’’, disse l’amico,
facendo tacere i compagni. Giovanni ne approfittò per rialzarsi da terra.
‘’Non sono accuse infondate! L’ho visto, il nostro capo, quando
solo alcuni giorni fa è uscito di nascosto con la contessina rapita, portandola
in un luogo non molto distante da qui, dove l’ha distesa a terra e l’ha fatta
sua! Ed ora l’avrà nascosta da qualche parte, quella sgualdrina, e ci ha
ingannato per tenersi tutto il malloppo e per fuggire con lei tra qualche
giorno!’’, continuò a gridare il giovane rosso, facendo inferocire nuovamente
il gruppo dei briganti.
‘’Non è vero, Fabio! Tu menti spudoratamente’’, provò a dire
Giovanni a sua discolpa, ma ormai la sua figura si era sminuita enormemente. Il
dolore lo travolse, e le calunnie di Fabio erano insostenibili.
Durante il periodo della sua assenza, doveva essersi lavorato
per bene ogni singolo membro del gruppo. Fabio, pur di incastrarlo e di
soffiargli il posto di comando, doveva averlo pedinato per giorni interi,
quindi era probabile che fosse a conoscenza anche delle sue notti con Teresa. Era
vero che non aveva testimoni a suo favore, però, una volta innescato il dubbio
sulla relazione impossibile del capo, tutte le possibili conclusioni sarebbero
venute da sé.
Il brigante riconobbe che quella era stata una mossa molto
astuta.
‘’Non mento, invece. Posso portarvi tutti al luogo dove il
nostro capo se ne stava disteso con la sua amata’’, continuò il giovane,
imperterrito. Notando che aveva numerosi consensi, iniziò anche a gonfiare il
petto. Era pronto a dare il colpo finale.
Giovanni comprese subito che era in pericolo. In un'altra
occasione gli sarebbe anche bastato farla finita, e cedere la sua posizione
privilegiata a qualcun altro, come ad esempio Mario. Ma non se ne parlava
proprio di lasciare il suo gruppo di briganti, che aveva costruito con tanta
fatica, nelle mani di quell’esaltato ragazzetto. Sapeva che doveva promettere
qualcosa al suo gruppo.
‘’Vedete? Non risponde neanche più. Solo perché sa che quello
che sto dicendo è la pura verità. Compagni, se mi accogliete come vostro nuovo
capo, io vi farò diventare i briganti più temuti e famosi del nostro territorio!’’,
gridò il giovane rosso, ancora più forte.
A quel punto, i briganti più maturi scossero il capo,
comprendendo quali erano i reali interessi del ragazzo, ma i più giovani facevano
ancora un tifo sfrenato per lui.
‘’Non vedete che vi sta prendendo in giro, ragazzi? Vuole
solo prendere il mio posto, calunniandomi. Guardatemi in faccia’’, disse
Giovanni, quasi urlando e posandosi una mano sulla ferita ormai cicatrizzata
che aveva sulla fronte, ‘’sembro uno che vi mente? C’è stato un agguato là, e
la colpa non è di nessuno di noi. Semplicemente, siamo stati poco previdenti. Non
ho intascato il vostro bottino, sono sempre stato molto leale con voi, e ciò
che dice quel ragazzo sono solo falsità. Compagni miei, lasciate che io resti
al vostro comando, e vi renderò ancora più ricchi dei conti. Vi porterò al covo
dei banditi di Aldo, e ci prenderemo il loro oro, fino all’ultimo spillo, e poi
li puniremo e cattureremo anche l’informatore ciccione che ci ha tradito. Questo
piccolo insuccesso è accaduto solo per portare ancora più soldi nelle nostre
tasche. Fidatevi nuovamente di me, e vi coprirò d’oro’’.
A quel punto del discorso, anche il più giovane dei briganti
stava guardando Giovanni con fare pieno di ammirazione. Il capo dei briganti
aveva fatto leva su ciò che contava di più per i suoi compagni, ovvero l’oro e
il denaro. Il resto veniva dopo.
La sua vittoria fu evidente; subito, parecchi tra i più
maturi si scusarono con lui per i dubbi che avevano avuto sul suo conto,
lasciando solo il giovane rosso, che si allontanò, borbottando indispettito.
Mentre Mario parlava a suo favore, ricordando al gruppo ciò
che aveva fatto per loro e per proteggerli e sfamarli, Giovanni continuò a pensare
a Fabio e a quanto sarebbe potuto diventare pericoloso. La banda l’aveva quasi
seguito già quella prima volta nelle sue follie, e forse alla prossima
occasione la discussione avrebbe rischiato davvero di degenerare ulteriormente,
magari facendoci pure scappare il morto.
Il capo dei briganti ricordò un detto popolare che gli
ripeteva spesso suo padre quand’era piccolo, ovvero che due galli nel pollaio
erano sempre troppi. Fabio, evidentemente, era di troppo ed avrebbe fatto solo
baccano, fintanto che non fosse riuscito nel suo intento di prendersi la banda.
Ormai, questo era chiaro. E lui, se avesse voluto mantenere la sua posizione di
rilievo ben salda, avrebbe dovuto farlo fuori.
Giovanni tornò a concentrarsi sul presente e sulla sua banda.
‘’Compagni, vi chiedo scusa per quello che è accaduto, ma non
è stato a causa mia. Posso solo assicurarvi che li puniremo tutti’’, disse al
gruppo, e alcuni individui presero quasi a festeggiare, mentre altri restarono
rattristati a causa della morte dei tre compagni.
Ogni calunnia di Fabio sulla possibile relazione amorosa con
Teresa fu dimenticata quasi subito, lasciando spazio a sogni di ricchezza.
Tutti sapevano che Aldo nascondeva un vero e proprio tesoro da qualche parte,
frutto di decenni di scorrerie, e tutti sognavano di averlo a loro
disposizione. Quei ragazzi avevano menti semplici, sempre pronte a credere in
una qualsiasi promessa ben formulata.
‘’Andiamo, Mario, seguimi’’, disse infine il brigante,
afferrando l’amico per un braccio ed allontana dolo dagli altri compagni, tutti
presi dall’euforia di un prossimo abbondante bottino.
Nessuno badava più a loro due, ormai la rabbia del gruppo era
scemata, mentre Fabio si era allontanato, rosso di vergogna, e se ne stava seduto
a terra poco distante, lo sguardo perso verso il bosco.
‘’Perché hai tutta questa fretta, Zvàn? Lascia stare,
qualunque cosa tu abbia da dirmi me la spiegherai domani. Ora il tuo posto è
con loro, sei appena riuscito a riprenderteli. Mostra a tutti il tuo potere’’,
disse Mario, indicando i briganti.
‘’Loro sono già a posto così, per ora. Dobbiamo parlare
urgentemente, e trovare soluzioni drastiche ed immediate’’, disse Giovanni.
L’amico lo guardò per un attimo, poi annuì, e lo seguì senza dire altro.
Solo quando furono dentro alla loro cascina ripresero a
parlare.
‘’Mario, dobbiamo agire subito. Aldo ci ha ingannati, ma è
stato punito dai gendarmi, che hanno ucciso parecchi dei suoi nelle pinete.
Dobbiamo approfittarne, fintanto che è debole, per entrare nel suo territorio e
dargli la caccia. Devo mantenere ciò che ho promesso ai miei uomini, e anche la
mia dignità, altrimenti questa volta perderò proprio tutto’’, disse Giovanni,
risoluto, mentre si sedeva sulla sua sedia. Mario non la prese tanto
seriamente, e si mise a ridere.
‘’Zvàn, non dire sciocchezze! Siamo stati gabbati. Non
possiamo permetterci di dare la caccia ad Aldo, anche perché non lo troveremo
mai. Tutti sanno che ha parecchi nascondigli’’, disse l’amico, bonario.
‘’No. Noi lo troveremo. Anche perché ho intenzione di prendere
anche il grasso maiale e di portarlo qui. Tu hai qualche idea su come fare?’’,
chiede Giovanni, serissimo in volto.
‘’Se per grasso maiale intendi Marco, beh, su questo possiamo
rimediare. So esattamente tutto su di lui, non può sfuggirci’’.
‘’Perfetto. Manda subito due ragazzi a cercarlo, e fa in modo
che siano molto cauti e piuttosto forti, poiché voglio che lo rapiscano dal suo
comodo letto e me lo portino fin qui’’. Mario fece un sospiro.
‘’Uhm, si può fare. Se vuoi faccio partire subito due ragazzi,
anzi, meglio tre. So esattamente dove vive, e tutte le sue abitudini,
d’altronde dopo i problemi che abbiamo avuto circa un mesetto fa con gli informatori
non posso permettermi che ci creino altri disguidi. Ma, prima di tutto,
gradirei che tu mi spiegassi perfettamente ciò che è successo e come sono morti
i nostri compagni’’, disse l’amico, anch’esso serio.
‘’Ci sarà tempo per questo. Ora fai partire subito alcuni
uomini, raccomanda loro che siano cauti nel muoversi e che eseguano gli ordini
alla perfezione. Voglio che la palla di lardo sia qui, al mio cospetto, il
prima possibile. Allora risponderà subito alle nostre domande’’, disse
Giovanni, con fare deciso. Mario lo guardò con sospetto, ma solo per un attimo.
‘’Perfetto, sarà fatto. Vedrai, entro domattina avremo il
nostro caro Marco qui con noi, a farci compagnia. Però, appena ho fatto partire
i ragazzi torno qui, e tu mi spiegherai tutto dettagliatamente’’, disse Mario,
con toni incuriositi.
Subito, uscì dalla cascina a passi svelti e scomparve.
Giovanni se ne restò un po’ solo, a riflettere sull’accaduto.
Smise di pensare all’accoglienza di Fabio, concentrandosi sui suoi problemi
amorosi.
In realtà, non c’era molto tempo. Teresa presto sarebbe
andata via da Ravenna, e lui doveva far di tutto per riprenderla con sé. Lui
l’amava, e le aveva promesso che si sarebbe preso cura di lei, non poteva lasciarla sola, in balìa di un futuro molto
incerto. Aveva parlato anche di un promesso sposo, e questo fece arrabbiare
ancor di più il brigante, poiché anche solo il pensiero che qualcuno baciasse
con passione il suo grande amore lo rendeva pazzo di invidia e di gelosia.
Forse, era esattamente così; aveva perso Teresa da un solo
giorno, e stava già impazzendo. Sbatté un pugno chiuso sul tavolo, disperato,
mentre voleva ruggire e liberare tutto il suo insostenibile dolore.
Pensò che forse sarebbe stato meglio lasciare il controllo
della banda a Mario, per poi andare a cercare la sua bella, però questo avrebbe
alimentato ulteriori critiche su di lui, e non voleva passare per disonesto.
Pensò nuovamente che, se solo avesse seguito il suo istinto,
e fosse fuggito con la ragazza qualche giorno prima, ora avrebbe sofferto il
freddo e la fame, ma forse non sarebbe stato nulla in confronto a questo senso
di profonda mancanza che provava.
Teresa era diventata molto importante per lui, un amore
serio, ma lui quasi se ne accorgeva solo ora che era troppo tardi.
I suoi pensieri furono bruscamente interrotti da Mario, che
entrò nella cascina senza neppure avvisare e con molta fretta.
‘’Bene, è tutto sistemato. Ora, raccontami cos’è accaduto.
Per favore, non nascondermi nulla’’, disse l’amico, sedendosi al suo fianco.
Giovanni prese a raccontare l’accaduto con voce distante e
atona, come se quegli eventi appartenessero già ad un imminente passato. La sua
mente, intanto, tendeva a tornare sempre verso a Teresa, e all’errore che aveva
commesso nel riportarla indietro senza prendere nessuna precauzione. Aveva
sbagliato tutto.
La sua voce atona vacillò solo quando si trovò a raccontare
l’eroica morte di Gianni. Anche Mario dovette riconoscere che quell’uomo era
stato veramente una grande persona, coraggiosa e sincera.
Quand’ebbe finito di spiegare tutto, Mario lo guardò
insoddisfatto.
‘’Zvàn, però non me la racconti giusta. Ci hai promesso vendetta
e oro, è vero. Ma ti interessa veramente il bene e l’unità della banda? Oppure
stai facendo tutto questo solo per te, per cercare quella magnifica
contessina?’’, chiese l’amico, malizioso ma deciso.
‘’Non capisco dove vuoi arrivare. Io lo faccio solo per la
banda’’, provò a mentire il brigante, con voce non troppo convinta e
tentennante.
‘’Non dire sciocchezze, e non provare a mentirmi. Ormai sono
anni che ci conosciamo, e ormai capisco quando mi dici delle bugie. Ed inoltre
me n’ero accorto che tra te e lei c’era qualcosa, non sono mica cieco’’, lo
apostrofò subito Mario.
Giovanni non ebbe il coraggio di negare oltre, non se la
sentiva di nascondere la verità.
‘’Hai ragione, amico mio. Lei era diventata tutto per me, e
ogni giorno mi donava il suo sorriso e le sue labbra innocenti. E io l’ho persa
in malo modo, dopo averle fatto mille promesse. Ora mi odierà per il resto
della sua vita, non avrà più il coraggio di guardare in faccia un uomo a causa
mia. Non sono neppure stato capace di proteggerla e di amarla’’, riconobbe
Giovanni, tramutando i suoi pensieri in parole.
L’amico, a sorpresa, sorrise e gli posò una mano sul braccio.
‘’Ti capisco, so cosa vuol dire innamorarsi e poi perdere
colei che ami. Vedrai, riusciremo a rimediare la situazione e ad accontentare
tutti. Per una volta, cercheremo un lieto fine per le nostre vicende’’.
Giovanni guardò Mario, dapprima stupito, poi con un sorriso
radioso stampato sul volto.
‘’Sono davvero fortunato ad avere incontrato una persona come
te. Grazie per la tua vicinanza, amico, e per esserci sempre e per sostenermi
in ogni cosa che faccio, anche la più folle. Grazie, sul serio, per avermi
offerto il tuo aiuto, te ne sarò riconoscente a vita’’, disse Giovanni, quasi
felice. Mario si limitò a sorridere.
‘’E’ giusto così. Ma ora, basta rimpianti o musi tristi, è
ora di organizzare un piano con i fiocchi. Ci riempiremo di soldi e
riprenderemo Teresa, costi quel che costi!’’, disse Mario, eccessivamente
euforico.
Giovanni si lasciò trasportare fin da subito dall’entusiasmo
dell’amico, e gli strinse la mano con vigore.
‘’Faremo tutto questo, amico mio’’, gli disse, sorridente e
felice come mai lo era stato nell’ultimo periodo. E finalmente il brigante si
lasciò andare, ed abbracciò Mario, il suo unico vero amico.
Finalmente, un barlume di speranza era tornato a brillare nel
suo animo, ferito gravemente dagli eventi negativi dell’ultimo periodo.
‘’E con Fabio? Come dobbiamo procedere? D’altronde, dovremmo
trovare un qualche provvedimento. È da quando sei partito che non ha fatto
altro che fomentare i compagni, e sono certo che, se continuerà così, prima o
poi ne combinerà delle grosse’’, disse Mario, tornando a sedersi e lasciando
per un attimo da parte la gioia di aver ritrovato l’amico sano e salvo.
‘’Non lo so. Ora che Gianni è venuto a mancare, non abbiamo
nessuno di affidabile per controllarlo continuamente. Comunque, ci penseremo.
Per ora, beviamoci qualcosa’’, disse Giovanni, mettendo sul tavolo due
bicchieri e andando a prendere una brocca di vino. Mario annuì, parzialmente
soddisfatto.
Dopodiché, i due amici sorseggiarono del buon vino in
compagnia, parlando dell’incerto piano che avrebbero dovuto ideare.
NOTA DELL’AUTORE
Ciao a tutti, e grazie per aver letto anche questo capitolo J
Come vedete, Giovanni è vivo e vegeto, però i gendarmi
l’hanno scambiato con Gianni, con il quale si assomigliava molto. In quell’epoca
molto spesso avvenivano scambi come quello che è accaduto in questo racconto,
dato che di solito i gendarmi non avevano neppure mai visto i capi dei briganti
dal vivo, e si dovevano affidare all’intuito e alle descrizioni altrui, che a
volte però traevano in errore.
Ma questo la nostra Teresa non lo sa, purtroppo, e crede che
il brigante sia morto. Nel prossimo capitolo torneremo da lei J
Grazie a tutti voi che seguite questo racconto, ammetto che
non mi sarei mai aspettato di avere un così vasto seguito. Grazie a tutti! J
Un grande grazie anche a tutti i gentilissimi recensori che
mi lasciano sempre i loro importantissimi riscontri J grazie J
Per ultimo, ma di certo non meno importante, un grande grazie
anche a Letylove31 per avermi inserito tra i suoi autori preferiti. Per me è un
grande onore! Grazie! J
Grazie di nuovo a tutti J a lunedì prossimo J